Formazione Stabilimento di Porto Torres - PowerPoint PPT Presentation

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Formazione Stabilimento di Porto Torres

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Title: Protezione esposti a cancerogeni Author: GDettori Created Date: 9/27/2006 10:50:58 AM Document presentation format: Presentazione su schermo – PowerPoint PPT presentation

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Title: Formazione Stabilimento di Porto Torres


1
FormazioneStabilimento di Porto Torres
  • Protezione da agenti cancerogeni

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Che cosa è il cancro?
  • Il cancro non è altro che una crescita anormale
    ed incontrollata delle cellule e viene anche
    chiamato neoplasia o tumore.
  • Purtroppo rappresenta una delle principali cause
    di morte nei Paesi Occidentali dove causa
    allincirca il 20 dei decessi ed è spesso
    direttamente riconducibile a fattori ambientali
    associati sia allo stile di vita che
    allesposizione lavorativa.
  • In effetti nella comparsa delle neoplasie hanno
    una notevole influenza molti fattori individuali
    come il consumo dellalcool, il fumo,
    lalimentazione e lereditarietà, ma spesso il
    fattore scatenante di questa malattia è
    rappresentato dallesposizione ad agenti presenti
    nel mondo professionale, in particolare a
    sostanze chimiche cancerogene.

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Che cosa è una cancerogeno?
  • In generale, agente cancerogeno è una sostanza o
    un preparato che, in base alle conoscenze
    scientifiche, si ritiene in grado di provocare il
    cancro o di aumentarne la frequenza di insorgenza
    nei soggetti che ne vengono esposti.
  • In alcuni casi, quando esistono evidenze
    scientifiche che dimostrano che svolgere un
    determinato lavoro può comportare un maggiore
    rischio di tumore negli addetti ma non è
    possibile identificare con precisione un singolo
    agente cancerogeno, la "cancerogenicità" viene
    attribuita complessivamente al processo
    lavorativo o ad una esposizione (es. la
    raffinazione del nichel, la produzione della
    gomma, la verniciatura ecc.)

4
Che cosa è una cancerogeno?
  • In particolare, però, il D.Lgs 626/94 definisce
    agente cancerogeno
  • una sostanza a cui la normativa europea
    attribuisce la sigla R 45 ("Può provocare il
    cancro") o la sigla R 49 ("Può provocare il
    cancro per inalazione")
  • un preparato su cui deve essere apposta
    l'etichetta con la sigla R 45 o R 49
  • Inoltre, la legge riporta un elenco,
    periodicamente aggiornato, di processi o lavori
    che espongono ad agenti cancerogeni, tra cui, ad
    esempio i lavori che espongono agli idrocarburi
    policiclici aromatici (IPA) presenti nella
    fuliggine, nel catrame, nella pece, nel fumo o
    nelle polveri di carbone.

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Classificazione dei cancerogeni?
  • Sulla base della potenziale cancerogenicità delle
    sostanze sono state fatte numerose
    classificazioni.
  • LUnione Europea distingue tre diverse
    categoriealla prima appartengono le sostanze
    sicuramente cancerogene per luomo alla seconda
    quelle che devono essere assimilate ai
    cancerogeni umani sulla base degli studi condotti
    sugli animali alla terza appartengono quelle per
    le quali gli studi hanno dato risultati
    preocupanti, ma non sufficienti ad iscriverle
    alla seconda categoria.
  • Il Centro Internazionale per la Ricerca sul
    cancro (IARC) adotta invece la seguente
    classificazione
  • Gruppo1 lagente è sicuramente cancerogeno per
    lessere umano
  • Gruppo 2A lagente è probabilmente cancerogeno
    per lessere umano
  • Gruppo 2B lagente è un possibile cancerogeno
    per lessere umano
  • Gruppo 3 lagente non può essere classificato
    come cancerogeno per lessere umano
  • Gruppo 4 lagente è probabilmente non
    cancerogeno per lessere umano

6
La classificazione IARC degli agenti cancerogeni
  • IARC valuta gli studi scientifici esistenti in
    merito allazione cancerogena di agenti, miscele
    e circostanze di esposizione e classifica le
    evidenze di cancerogenicità - in ordine
    decrescente - in sufficiente, limitata,
    inadeguata, assente.
  • Dopo aver valutato separatamente la
    cancerogenicità nelluomo, la cancerogenicità
    negli animali da esperimento e tutti gli altri
    elementi rilevanti a questo proposito
    (mutagenesi, azioni sullembrione, sul genoma,
    effetti su colture cellulari o altro), IARC
    conclude con una valutazione complessiva che
    classifica lagente (miscela o circostanza di
    esposizione) in gruppo 1, 2 (2A e 2B), 3 o 4

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La classificazione IARC degli agenti cancerogeni
  • In sintesi, il significato della classificazione
    di un agente (o miscela o circostanza di
    esposizione) è il seguente
  • Gruppo 1 Lagente (o miscela) è cancerogeno per
    luomo (oppure la lavorazione comporta
    esposizioni che sono cancerogene per luomo).
  • Gruppo 2 (Questa categoria include agenti,
    miscele o circostanze di esposizione per cui, da
    una parte, il grado di evidenza di
    cancerogenicità nelluomo è quasi sufficiente o,
    dallaltra, non ci sono non ci sono dati
    sulluomo ma cè evidenza di cancerogenicità per
    lanimale
  • Gruppo 2A Lagente (o miscela) è probabilmente
    cancerogeno per luomo (oppure la lavorazione
    comporta esposizioni che sono probabilmente
    cancerogene per luomo.)
  • Gruppo 2B Lagente (o miscela) è un possibile
    cancerogeno per luomo (la lavorazione comporta
    esposizioni che sono possibili cancerogene per
    luomo).
  • Gruppo 3 Lagente (o miscela o circostanza di
    esposizione) non è classificabile in relazione
    alla sua cancerogenicità per luomo.
  • Gruppo 4 Lagente (o la miscele) probabilmente
    non agiscono come cancerogeni per luomo.

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Esempi di agenti cancerogeni presenti in alcune
diffuse lavorazioni
Lavorazione Agenti class. IARC Sedi o tipi di tumore
Asfaltatura idrocarburi aromatici policiclici Bitume, Catrame 2A-2B 2B 3 1 Polmoni,vie respiratorie Cute Cute, polmoni
Edilizia Amianto Silice Idrocarburi aromatici policiclici 1 1 2A-2B Pleure, polmone, tratto gastro intestinale Polmone Cute, polmone
Erogazione, deposito, Trasporto carburanti Benzene Benzina 1 2B Leucemie Leucemie,altre sedi
Estrazione e lavorazione marmi,porfido, lapidei in genere Silice 1 polmone
Fusione ferro-acciaio Idrocarburi aromatici policiclici Cromati VI 2A-2B 1 Cute, polmoni polmone
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Esempi di agenti cancerogeni presenti in alcune
diffuse lavorazioni
Lavorazione Agenti class. IARC Sedi o tipi di tumore
Galvanica Cromati VI 1 Polmoni
Lavorazione del cuoio Polvere di cuoio 1 Cavità nasali
Lavorazione del legno Polvere di legno 1 Cavità nasali
Lavori allaperto (edilizia agricoltura) Radiazione solare 1 cute
Lavori in miniera e galleria Silice Idrocarburi aromatici policiclici radon 1 2A-2B 1 Polmone Cute, polmone polmone
Lavori in sotterraneo radon 1 Polmone
Lavorazioni meccaniche Olii minerali Fumi di saldatura 1 2B Cute, tratto gastro intestinale, polmone Polmone
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Esempi di agenti cancerogeni presenti in alcune
diffuse lavorazioni
Lavorazione Agenti class. IARC Sedi o tipi di tumore
Produzione della gomma Ammine aromatiche Idrocarburi aromatici policiclici 1 2A-2B Vie urinarie, leucemie Cute, polmone
Produzione di alluminio Idrocarburi aromatici policiclici Catrame minerale Olii minerali 2A-2B 1 1 Cute, polmone Cute, polmone Cute, polmone, tratto gastrointestinale
Produzione cemento Silice 1 Polmone
Produzione di vernici Cromati VI 1 Polmone
Produzione e lavorazione del vetro Silice Idrocarburi aromatici policiclici Arsenico e composti Composti di vari metalli (berillo, cobalto, nichel, cadmio) 1 2A-2B 1 1-2B Polmone Cute, polmone Cute, polmone Vari
Produzione e lavorazione di materie plastiche Cloruro di vinile monomero 1 Fegato
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Esempi di agenti cancerogeni presenti in alcune
diffuse lavorazioni
Lavorazione Agenti class. IARC Sedi o tipi di tumore
Riparazione autoveicoli Benzene Benzina Emissioni da motori diesel Emissioni da motori a benzina Olii minerali 1 2B 2A 2B 1 Leucemie Leucemie, altri Polmoni Polmoni Cute, tratto gastrointestinale, polmoni
Saldatura Cromati VI Nichel metallico e composti Radiazioni ultraviolette Fumi di saldatura 1 2B-1 2A 2B Polmone Polmone Cute Polmone
Sanità Radiazioni ionizzanti Alcuni farmaci antineoplastici Ossido di etilene Formaldeide Radiazioni ultraviolette 1 1-2 1 2A 2A Leucemie Leucemie, altri Leucemie Cavità nasali Cute
Verniciatura Coloranti anilici Pigmenti a base di cromati VI 1 1 Vescica Polmone
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Lavorazioni che, secondo IARC, comportano
esposizione ad agenti cancerogeni.
Circostanza di esposizione o lavorazione
class. IARC (Esposizione professionale come)
verniciatore 1 (Esposizione professionale
a) nebbie di acidi forti inorganici contenenti
acido solforico 1 (Esposizione professionale
come) parrucchiere/barbiere 2A (Esposizione
professionale in ) lavanderia a secco
2B (Esposizioni professionali nei) processi di
stampa 2B Applicazione di insetticidi (non
arsenicati) 2A Carpenteria in legno
2B Fusione ferro/acciaio 1 Industria del
mobile e falegnameria 1 Industria della
gomma 1 Industria tessile
2B Produzione del vetro artistico, di contenitori
in vetro e articoli pressati 2A Produzione
dellalluminio 1 Produzione e riparazione
di calzature 1
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Quando si devono applicare le norme per la
protezione da agenti cancerogeni nei luoghi di
lavoro?
  • Le disposizioni specifiche del D.Lgs 626/94
    (quelle del titolo VII) si applicano in tutte le
    attività nelle quali i lavoratori sono o possono
    essere esposti ad agenti cancerogeni a causa
    della loro attività lavorativa.
  • Occorre ricordare che norme relative alluso di
    alcuni agenti cancerogeni si trovano anche in
    altre leggi per esempio quelle che riguardano le
    ammine aromatiche, lamianto, le radiazioni
    ionizzanti ecc.. Altro esempio è quello del
    benzene, il cui impiego era già limitato in
    Italia dal 1963.

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Come deve procedere il datore di lavoro per
applicare il D.Lgs 626/94 relativamente ai
cancerogeni?
  • Il primo passo richiesto è quello di ricercare
    allinterno delle proprie lavorazioni leventuale
    presenza di "agenti cancerogeni".
  • Per fare questo è possibile individuare le frasi
    di rischio R45/R49 nelle schede di sicurezza
    delle sostanze e dei preparati o direttamente
    sulle etichettature, consultare le liste degli
    agenti R45/R49 o fare riferimento a vari elenchi
    disponibili.

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Cosa si deve fare quando si scopre che nelle
lavorazioni dellazienda esistono possibili
esposizioni a cancerogeni?
  • La prima cosa che il datore di lavoro deve
    verificare è se luso di quellagente può essere
    evitato, ad esempio eliminandolo - se possibile -
    dalla lavorazione o sostituendolo con un altro
    agente meno pericoloso.
  • Se lagente non è eliminabile e sostituibile, si
    deve garantire che il suo utilizzo sia il più
    ridotto possibile e, comunque, verificare la
    possibilità di utilizzarlo in un sistema chiuso,
    in modo da ridurre al minimo lesposizione.
  • Il livello di esposizione dei lavoratori
    allagente cancerogeno deve comunque essere
    condotto al più basso valore tecnicamente
    possibile.

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Cosa si deve fare quando si scopre che nelle
lavorazioni dellazienda esistono possibili
esposizioni a cancerogeni?
  • Il datore di lavoro dovrà valutare quali sono i
    livelli dellagente cui i lavoratori sono esposti
    malgrado lapplicazione delle misure preventive.
  • Riassumendo, il datore di lavoro che abbia
    identificato un agente cancerogeno cui i
    lavoratori possono essere esposti si preoccupa
    innanzitutto di eliminarlo, di ridurne
    lutilizzazione e, comunque, di rendere più basso
    possibile il livello di esposizione dei
    lavoratori. Successivamente, dovrà conoscere qual
    è il livello di esposizione dei lavoratori.
  • Diversamente da quello che succede per altre
    condizioni di esposizione, nel caso dei
    cancerogeni la valutazione è richiesta dopo
    lapplicazione di alcuni interventi preventivi,
    ritenuti indispensabili.

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Come si deve comportare il datore di lavoro nei
riguardi di agenti ritenuti cancerogeni ma che
non riportano le frasi "R45" o "R49"?
  • Il datore di lavoro è tenuto ad applicare quanto
    previsto nel D.Lgs 626/94 per agenti cancerogeni
    come definiti da quella legge.
  • Nei riguardi di altri agenti (o situazioni di
    esposizione) per i quali esistano evidenze
    scientifiche di cancerogenicità, il datore di
    lavoro dovrà comunque attuare delle precauzioni
    per effetto di obblighi che derivano dalla norme
    generali di tutela (art. 3 e art. 4 D.Lgs
    626/94), le quali impongono di considerare tutti
    i rischi per la salute, indipendentemente dalla
    loro natura.
  • Oltre alle leggi specifiche e alle situazioni
    sopra richiamate relative alla possibile
    insorgenza di malattie professionali "tabellate",
    è utile ricordare lobbligo generale stabilito
    dal Codice civile per cui "limprenditore è
    tenuto ad adottare nellesercizio dellimpresa le
    misure che, secondo la particolarità del lavoro,
    lesperienza e la tecnica, sono necessarie a
    tutelare lintegrità fisica e la personalità
    morale dei prestatori di lavoro" (C.C. Art. 2087
    Tutela delle condizioni di lavoro).

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Cosa si può fare concretamente per la prevenzione
e protezione da agenti cancerogeni?
  • Le azioni che il datore di lavoro deve mettere in
    atto sono finalizzate alla eliminazione o
    riduzione del rischio, ad esempio
  • leliminazione o riduzione al minimo
    dellemissione di agenti cancerogeni, mediante
    aspirazione localizzata
  • lutilizzo di quantitativi limitati
  • la limitazione delle quantità in deposito
  • la riduzione del numero dei lavoratori esposti,
    anche isolando le lavorazioni
  • la regolare e sistematica pulitura dei locali,
    delle attrezzature e degli impianti

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Cosa si può fare concretamente per la prevenzione
e protezione da agenti cancerogeni?
  • l adozione di procedure per i casi di emergenza
    con possibili esposizioni elevate
  • conservazione, manipolazione, trasporto e
    smaltimento in condizioni di sicurezza
  • ladozione indumenti protettivi e di dispositivi
    di protezione individuale.
  • Accanto a questi interventi di carattere tecnico,
    procedurale ed organizzativo si ricorda la
    necessità di informare e formare i lavoratori
    relativamente ai rischi e alle misure di
    protezione, di considerare la sorveglianza
    sanitaria nei casi previsti, di predisporre
    misure di emergenza ecc.

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Quale può essere il "più basso valore
tecnicamente possibile" di esposizione? In altre
parole, cè un livello di esposizione che può
essere considerato sicuro?
  • Per gli agenti cancerogeni la scienza ammette che
    il vero livello sicuro è il livello "zero", cioè
    lassenza di esposizione. Non a caso gli
    interventi di prevenzione richiesti devono
    tendere a eliminare il rischio, a prescindere dal
    livello di esposizione.
  • Per alcune sostanze, peraltro, anche organismi
    scientifici internazionali individuano dei
    livelli "accettabili" al di sotto dei quali il
    rischio potrebbe essere ritenuto "non
    significativo", ma solo in pochi casi tali
    livelli sono univoci o condivisi.
  • In altri casi, il livello "zero" non è oggi
    raggiungibile si dovrà in tali casi cercare di
    arrivare al valore più basso di esposizione che
    le tecniche produttive e di bonifica permettono
    di ottenere

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La valutazione dellesposizione deve essere fatta
sempre?
  • Sì, il datore di lavoro deve sempre valutare per
    sapere qual è livello di esposizione dei
    lavoratori allagente cancerogeno. Questo non
    significa che si debba misurare in ogni caso per
    avere una stima dellesposizione

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Quando si deve misurare per valutare
lesposizione?
  • Si deve misurare (mediante analisi diretta o
    analisi su prelievi ambientali) ogni volta che
    questo sia tecnicamente possibile e utile al fine
    di valutare lentità dellesposizione.
  • In particolare, la misurazione potrebbe essere
    utilmente effettuata per valutare lefficacia
    delle misure di prevenzione adottate, per
    dimostrare lesiguità del rischio o per accertare
    lassenza di un agente.

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Quando si deve misurare per valutare
lesposizione?
  • Nei casi in cui non è possibile misurare, la
    valutazione potrà essere effettuata integrando
    varie fonti di informazione, ad esempio
    confrontando situazioni lavorative simili,
    assumendo criticamente dati di letteratura,
    considerando i quantitativi utilizzati o le
    modalità di uso, lesistenza di mezzi di
    prevenzione o protezione ecc.
  • La valutazione tiene conto comunque delle
    caratteristiche delle lavorazioni, della loro
    durata e frequenza, dei quantitativi di agenti
    cancerogeni prodotti o utilizzati, della loro
    concentrazione e della capacità di penetrare
    nell'organismo per le diverse vie di assorbimento.

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Sono obbligatori controlli medici per i
lavoratori esposti?
  • Sono obbligatoriamente sottoposti a sorveglianza
    sanitaria i lavoratori per i quali la valutazione
    abbia evidenziato un rischio per la salute gli
    stessi lavoratori devono allora essere iscritti
    in un registro. Lesistenza di rischi per la
    salute è valutata dal medico competente.

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LA SORVEGLIANZA SANITARIA
  • Le modalità di effettuazione della sorveglianza
    sanitaria dei lavoratori esposti a cancerogeni
    e/o mutageni sono oggetto di un ampio dibattito
    di lunga durata tra i medici del lavoro, sia nel
    ruolo di medico competente, sia tra i medici dei
    servizi pubblici di prevenzione nei luoghi di
    lavoro, e, più in generale, tra tutti i tecnici
    impegnati nella prevenzione nei luoghi di lavoro.
  • La normativa prevede che gli accertamenti
    preventivi siano orientati a constatare lassenza
    di controindicazioni al lavoro cui i lavoratori
    sono destinati, ai fini della valutazione della
    loro idoneità alla mansione specifica il
    controllo delle condizioni di salute dei
    lavoratori e quindi il mantenimento dellidoneità
    alla mansione specifica dovrebbe essere
    lobiettivo delle successive visite periodiche.

26
LA SORVEGLIANZA SANITARIA
  • Solo i lavoratori esposti sono sottoposti a
    sorveglianza sanitaria.
  • Nella valutazione dellidoneità alla mansione
    specifica è necessario adottare la massima
    cautela in riferimento a condizioni di
    esposizione a taluni agenti cancerogeni e/o
    mutageni che presentano rischi particolarmente
    elevati per alcune categorie di lavoratori.
  • Eventuali proposte di screening per identificare
    "quelle categorie di lavoratori per i quali
    lesposizione a taluni agenti cancerogeni
    presenta rischi particolarmente elevati" (art. 64
    comma 1. del D.Lgs. 626/94) vanno considerate con
    estrema cautela, sia che si alluda a una
    ipersuscettibilità acquisita (ad es. fumatori,
    condizioni patologiche comportanti una
    facilitazione dellassorbimento o difficoltà
    nellescrezione delle sostanze estranee), sia che
    si alluda a una ipersuscettibilità genetica,
    spesso ignota al portatore.

27
LA SORVEGLIANZA SANITARIA
  • I test genetici relativi alla suscettibilità a
    cancerogeni possono essere distinti in test per
    varianti genetiche ad alta o a bassa penetranza.
    Schematicamente, le varianti ad alta penetranza
    sono rare, sono associate a rischi molto elevati
    di cancro, riguardano funzioni cellulari cruciali
    (replicazione, apoptosi) e abitualmente non
    coinvolgono interazioni con esposizioni
    ambientali (es. BRCA1, sindrome di Li-Fraumeni,
    Von Hippel-Lindau). Si tratta pertanto di
    situazioni non pertinenti al caso della
    suscettibilità professionale. Le varianti
    (genotipi) a bassa penetranza sono associate a un
    modesto aumento del rischio di cancro, agiscono
    principalmente modulando lazione di cancerogeni
    ambientali (attraverso il metabolismo o la
    riparazione del DNA) e sono frequenti (esempi,
    GSTM1, GSTT1, CYP1A1, XRCC1, XRCC3 ). In questo
    caso è possibile dimostrare che è più efficace la
    riduzione delle esposizioni ambientali piuttosto
    che la selezione dei "non suscettibili".

28
LA SORVEGLIANZA SANITARIA
  • Pertanto non ha senso sottoporre i lavoratori a
    screening genetico per i tumori, sulla base delle
    conoscenze attuali.
  • La potenziale intrusività nella sfera privata di
    una tale pratica richiede che le decisioni
    vengano prese a un livello più alto - e
    partecipato - di quello del medico competente
    inoltre, di volta in volta, è necessario stimare
    la misura in cui il rischio è più elevato per gli
    ipersuscettibili.
  • Nel rispetto del principio che lesposizione a
    cancerogeni e/o mutageni deve comunque essere
    tenuta al più basso livello possibile, è
    ragionevole identificare alcune situazioni
    (verosimilmente poche) in cui particolari
    condizioni patologiche individuali sconsiglino
    comunque unesposizione a concentrazioni ancorché
    minime nellambiente di lavoro.
  • Tali orientamenti, come ovvio, dovranno essere
    costantemente aggiornati alla luce
    dellevoluzione scientifica dellimmunologia e
    della "epidemiologia molecolare".

29
LA SORVEGLIANZA SANITARIA
  • Il medico competente, analogamente a quanto
    accade per tutti gli altri rischi lavorativi,
    stabilisce il programma di sorveglianza sanitaria
    ed epidemiologica e lo attua secondo criteri e
    protocolli basati sullevidenza.
  • Nella definizione di tali protocolli si pone
    anche il problema di impiegare accertamenti
    finalizzati alla ricerca degli effetti biologici
    precoci, mediante idonei indicatori. La
    giustificazione di tale pratica è costituita
    fondamentalmente dal valore predittivo di tali
    indicatori rispetto alle condizioni patologiche
    (nel caso specifico i tumori maligni). Ad oggi,
    tuttavia non sono disponibili indicatori idonei
    per la sorveglianza sanitaria degli esposti a
    cancerogeni e/o mutageni.
  • Sono tuttora sconsigliate, perché non suffragate
    dallevidenza scientifica, pratiche di
    sorveglianza sanitaria che rivestano il
    significato di "screening" per la diagnosi
    precoce di tumori su specifici organi bersaglio.

30
LA SORVEGLIANZA SANITARIA
  • Il medico competente, in alcune situazioni, può
    proporre o aderire a progetti di indagine
    disegnati in maniera scientificamente ed
    eticamente adeguata, per approfondire il
    significato di indicatori o test, e partecipare a
    ricerche per la valutazione di efficacia degli
    stessi, sia nel caso si tratti di soggetti
    esposti sia di ex-esposti queste indagini, che
    rivestono nella massima parte dei casi il
    carattere di ricerche o studi.
  • Data la delicatezza dellargomento ed il grande
    coinvolgimento emotivo dei soggetti, occorre
    sempre adeguatamente informare i lavoratori dei
    limiti delle indagini cui vengono sottoposti.

31
LA SORVEGLIANZA SANITARIA
  • La visita medica costituisce anche unoccasione
    opportuna per il medico competente per provvedere
    alla informazione dettagliata sul rischio e sulle
    modalità per ridurlo al minimo, alla azione di
    "counseling" per la riduzione di rischi
    aggiuntivi (il fumo di tabacco), alla
    informazione sul significato ed i limiti delle
    pratiche di diagnosi precoce attualmente
    disponibili, e al controllo sanitario di altri
    rischi concomitanti. Anche durante la visita
    medica il medico competente può verificare
    ladattabilità del lavoratore ai dispositivi di
    protezione individuale in dotazione.

32
  • Indagine ambientale

T.W.A
ACGIH
M.A.C.
T.L.V.
I.B.E.
33
  • ACGIH - (American Conference of Governamental
    Industrial Hygienist)
  • TLV - (Threshold Limit Value) Valore limite di
    soglia
  • TWA - (Time Weight Average) Media ponderata nel
    tempo concentrazione media ponderata nel tempo
    per una giornata lavorativa di 8 ore e per 40 ore
    lavorative settimanali
  • TLV - STEL (Threshold Limit Value)- (Short Term
    Exposure Limit) Valore limite di soglia- Limite
    per breve tempo di esposizione concentrazione a
    cui i lavoratori possono essere esposti
    continuativamente per un breve periodo di tempo,
    purché il TLV - TWA giornaliero non venga
    superato)
  • TLV-C - (Threshold Limit Value - Ceiling)
    Concentrazione che non deve essere superata
    durante lesposizione lavorativa nemmeno per un
    brevissimo periodo di tempo

34
(No Transcript)
35
Doveri dei lavoratori
  • Deve leggere e osservare le istruzioni impartite
    dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai
    preposti anche al fine della protezione
    individuale e collettiva
  • Deve utilizzare e manipolare in maniera corretta
    le sostanze e i preparati pericolosi in uso
  • Deve indossare i DPI messi a disposizione
  • Deve rispettare scrupolosamente i divieti e gli
    avvertimenti evidenziati da apposita segnaletica.

36
Doveri dei lavoratori
  • non fumare, non assumere cibi o bevande fuori dai
    locali autorizzati
  • al termine dellattività, prima della
    consumazione del pasto e per fine orario di
    lavoro, provvedere ad unaccurata pulizia
    personale
  • gli indumenti da lavoro dovranno essere riposti
    in armadi diversi da quelli dove vengono
    conservati gli indumenti personali civili
  • qualora gli indumenti da lavoro venissero
    interessati da contatto con il prodotto, si dovrà
    provvedere ad un accurato lavaggio del corpo
    (doccia) e alla sostituzione degli indumenti

37
FINE
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