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CORSO INTERFACOLTA

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CORSO INTERFACOLTA SCIENZE POLITICHE GIURISPRUDENZA MEDICINA CORSO DI STUDI IN SERVIZIO SOCIALE (CLASSE 6) Psicologia dello sviluppo e della formazione 1 (CFU 4 ,5) – PowerPoint PPT presentation

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Title: CORSO INTERFACOLTA


1
CORSO INTERFACOLTA SCIENZE POLITICHE
GIURISPRUDENZA MEDICINACORSO DI STUDI IN
SERVIZIO SOCIALE (CLASSE 6)
  • Psicologia dello sviluppo e della formazione 1
    (CFU 4 ,5)
  • Dott.ssa Marina Mura

2
Psicologia dello sviluppo e della formazione
giorno giorno giorno giorno giorno Ora Aula

Marzo lunedì 10 17/4 ore 17/4 ore 31 16.00 - 18.00 1/aud.
Marzo martedì 11 18 18 1
Marzo mercoledì 12 19 19 1

Aprile lunedì 7 Aud.
Aprile martedì 1 1 8
Aprile mercoledì 2/4 ore 2/4 ore 9/4 ore Aud 2
3
Psicologia dello sviluppo e della formazione 1
  • Testi per lesame
  • CAMAIONI L., DI BLASIO P. (2007) Psicologia dello
    sviluppo. Bologna Il Mulino
  • Uno a scelta tra
  • DI BLASIO P. (2000) Psicologia del bambino
    maltrattato. Bologna Il Mulino
  • CAMAIONI L., AURELI T., PERUCCHINI P. (2004)
    Osservare e valutare il comportamento infantile.
    Bologna Il Mulino
  • LECCE S., PAGNIN A. (2007) Il lessico
    psicologico. La teoria della mente nella vita
    quotidiana. Bologna Il Mulino
  • SEMPIO, CAVALLI, VALLE (a cura di) (2007)
    Comprensione sociale ed emozioni nel ciclo di
    vita. Roma Carocci 

4
Psicologia dello sviluppo e della formazione 1
  • Attività formative
  • Modello formativo costruzionista
  • Lezioni interattive sui fondamenti della
    Psicologia dello sviluppo
  • Riflessioni sistematiche sulla formazione in aula
  • Esercitazioni su aspetti teorici e competenze
    comunicative (ascolto attivo)

5
Cosè la Psicologia
  • Lo studio scientifico dei processi della mente,
    del comportamento e delle loro relazioni.

6
I paradigmi della Psicologia la Gestalt
  • È stata la Psicologia della Gestalt o forma,
    nata in Europa agli inizi del 900, ad
    individuare le leggi dellorganizzazione
    percettiva.
  • In antitesi agli studi elementaristi wundtiani
    dimostrò che la qualità, gestalt, non è una somma
    di elementi ma lesito delle relazioni tra di
    essi ed in particolare della relazione
    figura-sfondo.

7
I paradigmi della Psicologia La Gestalt
  • Uno stesso elemento inserito in totalità diverse
    assume caratteristiche diverse. Questo vale per
    la percezione, lapprendimento, il ricordo,
    latteggiamento, il ragionamento e lazione
    (Kohler, 1947)
  • la realtà è fenomenica o percepita e non
    corrisponde a quella fisico-materiale

8
I paradigmi della Psicologia La Gestalt
  • La totalità oggetto di percezione è un campo
    dinamico di forze e interazioni tra le parti che
    hanno un equilibrio (la fisica dei campi è utile
    a descrivere il processo) secondo regole o
    principi di unificazione formale.
  • Le gestalt sono tanto più coerenti e solide
    quanto più gli elementi sono vicini,
    somiglianti, hanno una buona continuazione
    (si percepiscono come un unico elemento gli
    elementi in continuità di forma), chiusi,
    pregnanti (armonici, simmetrici, semplici)

9
I paradigmi della Psicologia La Gestalt
  • Lapprofondimento è il processo dinamico che
    organizza o ristruttura il reale con un atto di
    intelligenza creativa o insight (intuizione)
    capace di far emergere una nuova forma dalla
    realtà

10
I paradigmi della Psicologiail Comportamentismo
  • Il Comportamentismo è stato definito dal suo
    fondatore, Watson (1913), un settore delle
    scienze naturali, sperimentale, che si pone lo
    scopo di prevedere e controllare il
    comportamento, ossia linsieme delle risposte
    muscolari e/o ghiandolari, osservabili
    intersoggettivamente.
  • lorganismo è una scatola nera (black box)
    non-conoscibile sono oggetto di studio gli
    elementi osservabili
  • stimolo (S variabile indipendente) ambiente
  • risposta (R variabile dipendente) emessa
    dallorganismo
  • la loro associazione.
  • Lancoraggio al metodo scientifico impone il
    rifiuto dellintrospezione e del colloquio
    clinico a favore dei modelli di apprendimento per
    prova ed errori e per condizionamento

11
I paradigmi della Psicologiail Comportamentismo
  • Condizionamento il comportamento è lesito di
    modifiche stabili di esso dovute al
    condizionamento di stimoli ambientali, è
    apprendimento e ha valore adattivo.
  • Condizionamento classico o dei riflessi
    condizionati (Pavlov, 1904)
  • associando (contiguità temporale e frequenza) uno
    stimolo neutro o condizionato (Sc) ad uno stimolo
    incondizionato (Si) che produce una risposta
    naturalmente (incondizionata, Ri), si ottiene un
    apprendimento per il quale è sufficiente la
    presenza di Si per ottenere la stessa risposta
    Ri, che ora è una risposta condizionata (Rc)
  • Processi di apprendimento rafforzamento (alta
    frequenza dellassociazione), estinzione (mancata
    associazione), recupero spontaneo (ricomparsa di
    Rc dopo estinzione), generalizzazione (altri
    stimoli simili a Sc producono c) e
    discriminazione (se si associa solo uno Sc allo
    Si e non ad altri, solo il primo produrrà Rc).
  • Processo tipico dellattivazione emotiva, il
    condizionamento classico non è in grado di
    spiegare e produrre molti apprendimenti e,
    soprattutto, quelli complessi.

12
I paradigmi della Psicologiail comportamentismo
  • legge delleffetto (Thorndike, 1874-1949) non è
    la contiguità temporale a produrre RC, ma Si,
    ovvero lassociazione stimolo-effetto, ciò che
    avviene dopo il comportamento (che si produce
    casualmente, per prove ed errori)
  • Burnus Frederic Skinner, il più importante tra i
    comportamentisti, distingue
  • comportamenti rispondenti, esito di riflessi
    innati o di condizionamento classico
  • comportamenti operanti, frutto di associazioni
    S-R modulate dal rinforzo o conseguenza.
  • Lo stimolo è definito discriminativo e il
    comportamento operante perché agisce
    sullambiente

13
I paradigmi della Psicologiail Comportamentismo
  • Rinforzo
  • Positivo introduzione nellambiente di uno
    stimolo gradevole produce aumento della
    frequenza del comportamento
  • Negativo eliminazione dallambiente di uno
    stimolo sgradevole produce aumento della
    frequenza del comportamento
  • Punizione introduzione nellambiente di uno
    stimolo sgradevole produce una diminuzione di
    frequenza del comportamento
  • Primario soddisfa bisogni primari (cibo, sonno
    ecc.)
  • Secondario soddisfa bisogni non primari e funge
    da intermediario per il soddisfacimento dei
    bisogni primari (denaro per cibo ecc.)
  • Continuo, parziale ad intervalli fissi o
    variabili il primo deve essere ripetuto, perché
    non si verifichi estinzione, lultimo è quello
    che assicura il comportamento anche se il
    rinforzo non è presente ed è più difficile da
    estinguere.
  • Il modello portò ad un fortunato studio di
    tecniche psicologiche (apprendimento,
    psicoterapia) di induzione o inibizione di
    risposte al fine di produrre o controllare i
    comportamenti, che ancora informa diversi campi
    di ricerca e pratica psicologica.

14
La Psicoanalisi e il modello clinico
  • Sigmund Freud nel 1896 fonda la Psicoanalisi, che
    rappresenta solo un modello di analisi della
    psiche allinterno del settore della psicologia
    definita Dinamica.
  • La prospettiva è totalmente opposta a quella
    comportamentista ciò che viene indagato sono i
    processi psichici come motori del comportamento.
  • La psicopatologia e i processi psichici normali,
    sono in continuità e mettono in evidenza
    lesistenza di forze pulsionali, ovvero di
    energia che permette allindividuo di adattarsi
    alla realtà, e che hanno un funzionamento
    regolato secondo due principi
  • il principio di Piacere
  • il principio di Realtà.

15
La Psicoanalisi e il modello clinico
  • Le tre istanze dellapparato psichico
  • ES la dimensione inconscia serbatoio delle
    pulsioni (sessuali, aggressive, di
    auto-conservazione, ecc..)
  • il Super IO parzialmente inconscio, svolge le
    funzioni di censore (coscienza morale,
    idealità, auto-osservazione, ecc..), nei
    confronti dell IO
  • IO, media tra gli impulsi libidici dellEs e le
    istanze censorie del Super Io, secondo le
    richieste della realtà esterna.
  • Abbiamo definito il concetto di libido come una
    forza quantitativamente variabile, che può
    servire a misurare i processi e le trasformazioni
    che si verificano nel campo delleccitamento
    sessuale. Distinguiamo questa libido in base al
    fatto che essa si origina dallenergia che è
    lecito ammettere come substrato dei processi
    mentali in genere, quindi le attribuiamo anche un
    carattere qualitativo.(1915)

16
La Psicoanalisi e il modello clinico
  • Lorganizzazione psichica individuale è il frutto
    della dinamicità tra principio del piacere
    (fronte interno dellIo) e principio della realtà
    (fronte esterno dellIo) e può essere
    interpretata, o ricostruita, mettendo in luce
    la dinamica della rimozione, attraverso il
    transfert, le libere associazioni, lanalisi dei
    sogni, dei lapsus, dei motti di spirito e degli
    atti mancati

17
Il cognitivismo
  • Negli anni 60 alcuni psicologi, anche
    comportamentisti (Miller, Galanter, Primbram),
    mettono in discussione i modelli comportamentali
    e dinamici, proponendo il modello TOTE
    (Test-Operate-Test-Exit) in cui viene inserito il
    concetto cibernetico di feedback (secondo la
    teoria dellinformazione)
  • i processi cognitivi e i comportamenti che ad
    essi seguono, sono costituiti da elaborazioni,
    immagazzinamenti, recuperi, ecc.., come quelli
    elaborati e prodotti da un computer.
  • lo psicologo deve cercare di capire il software,
    o programma, che permette quei processi, senza
    preoccuparsi di studiare lhardware, cioè la base
    fisica.

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La Psicologia le prospettive
  • Comportamentale/ Cognitivista
  • Sperimentale spiegazioni causali
  • Il comportamento è causato da fattori interni
    (personalità, processi cognitivi) e/o esterni
    (ambiente) allindividuo
  • Prospettiva culturale
  • Spiegazioni normative
  • Il comportamento è intenzionale e guidato (non
    determinato) da norme (regole generali di
    comportamento) e regole (legate ai ruoli) sociali

19
La natura culturale dello sviluppo (Rogoff, 2003)
  • Lo sviluppo umano implica una partecipazione
    degli individui a comunità culturali, e può
    essere compreso solo alla luce delle pratiche
    culturali e delle condizioni di tali comunità,
    che sono anchesse in continua evoluzione (p.
    1)
  • Lindividuo è predisposto biologicamente a
    partecipare ad attività culturali usare il
    linguaggio, usare strumenti, imparare dagli altri
  • Gli strumenti, sempre culturalmente
    significativi, permettono la memoria collettiva
    di eventi di cui non si è fatta esperienza
    (partecipazione vicaria) alla base
    dellapprendimento trans-generazionale ogni
    generazione adatta alle circostanze leredità
    bio-culturale

20
La natura culturale dello sviluppo (Rogoff, 2003)
  • Ogni culture ha aspettative diverse sulle
    capacità degli individui nelle
  • fasi del ciclo di vita
  • (bambini, adolescenti, adulti, anziani)
  • Le tabelle di sviluppo individuate in una
    cultura possono non corrispondere o essere
    considerate dannose in unaltra.

21
La natura culturale dello sviluppo (Rogoff, 2003)
  • Modello culturale occidentale
  • Prima dellindustrializzazione non si conosceva
    letà, gli studenti procedevano per livelli di
    conoscenza, si distingueva infanzia e età adulta
  • Con lindustrializzazione
  • letà diviene ununità di misura dello sviluppo e
    un criterio per classificare gli individui
    occorreva razionalizzare i sistemi educativi e
    sanitari e ciò portò alla nascita della
    Pediatria, della Psicologia evolutiva, degli
    istituti per anziani e di scuole ordinate per età
  • Crescente allontanamento dei bambini dalle
    attività adulte (segregazione in base alletà)
  • In altre comunità (Aka, Africa centrale)
    lintegrazione dei bambini con le attività
    quotidiane permette loro di osservare e
    partecipare attivamente alle attività degli
    adulti in modo multilaterale (con più attori
    sociali) le attività osservate sono
    contestualizzate non apprese in modo teorico

22
Lo sviluppo psicologico
  • Con la locuzione sviluppo psicologico si fa
    riferimento ai cambiamenti che si verificano
    nelle capacità/comportamenti dellindividuo nelle
    fasi del ciclo di vita, dalla nascita alla
    senescenza

23
Lo sviluppo psicologico
  • Domante chiave
  • Nello sviluppo il cambiamento è quantitativo o
    qualitativo, incrementale o discontinuo?
  • Nello sviluppo il cambiamento deve essere
    attribuito a fattori genetici o ambientali?

24
Lo sviluppo psicologico i principali approcci
teorici
  • Un approccio teorico è un quadro concettuale
    astratto prodotto e sviluppato da gruppi di
    studiosi che si caratterizza per
  • Assunzioni di base specifiche
  • Individuazione e delimitazione del proprio campo
    e oggetto di indagine
  • Individuazione e scelta di metodi e strumenti
    adeguati
  • Produzione e validazione di teorie e costrutti

25
Lo sviluppo psicologico approccio
comportamentistico
  • Il cambiamento è quantitativo e incrementale
    lindividuo è plasmabile e ha illimitate
    possibilità di apprendimento
  • Il cambiamento è prodotto dallambiente
  • Il metodo sperimentale e osservativo,
    controllato
  • Teorie dellapprendimento
  • Condizionamento operante (Skinner)
  • Teoria dellapprendimento sociale (Bandura,
    1977)
  • Lapprendimento è anche il frutto
    dellosservazione del comportamento altrui
    (condizionamento vicario) rinforzato socialmente
  • Il rinforzo è anche intrinseco (piacere)

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Lo sviluppo psicologico approccio organismico
  • Il cambiamento è qualitativo e incrementale/discon
    tinuo lindividuo è un organismo attivo che si
    auto-organizza
  • Il metodo sperimentale e osservativo controllato
  • Teorie dello sviluppo
  • Maturazionismo (Gesell, 1929)
  • Il cambiamento è prodotto da fattori genetici e
    ambientali in interazione
  • Chomsky (1959, 1965) la base grammaticale della
    lingua è uguale per tutti gli individui, che
    apprendono i termini e i contesti duso.
  • Costruttivismo (Piaget, 1936,1937, 1945)
  • Il cambiamento è prodotto da fattori genetici e
    ambientali in interazione
  • Lo sviluppo cognitivo produce livelli
    qualitativamente differenti di organizzazione del
    pensiero stadi in sequenza invariante e
    universale di crescente complessità e stabilità
  • Teoria dello sviluppo come interiorizzazione di
    forme culturali (Vygotskij, 1896-1934)
  • Lapprendimento è un processo storico-culturale
    di appropriazione di significati per mezzio di
    mediatori simbolici (lingua, calcolo, disegno)

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Lo sviluppo psicologico approccio psicoanalitico
  • Il cambiamento è qualitativo e discontinuo
    lindividuo è un organismo simbolico che
    attribuisce significati a se stesso e al mondo
  • Il cambiamento è causato da conflitti interni ed
    è stadiale
  • Oggetto di studio la storia personale e i suoi
    nessi significativi
  • Il metodo osservativo, della relazione
    osservatore-osservato (transfert)

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Approccio ecologico di Broenfenbrenner
Macrosistema politica sociale e dei servizi
Esosistema Condizioni di vita e di lavoro
Mesosistema relazioni tra microsistemi
Microsistema Scuola
Microsistema Coetanei
Microsistema Famiglia
29
Studio dello sviluppo
SCHEMI EVOLUTIVI COMUNI?
DIFFERENZE INDIVIDUALI?
Concezioni stadiali
Differenze interindividuali e intraindividuali
Teorie classiche es. Piaget, Freud
Studi contemporanei es. temperamento,
popolarità, ritmo di acquisizione della lingua
materna
30
Disegni di ricerca
Disegno longitudinale
Disegno trasversale
Lo stesso gruppo di individui
Gruppi di individui di età diversa
Osservazioni e valutazioni per un periodo più o
meno lungo di tempo
Confronti fatti nello stesso momento temporale
Breve termine
Lungo termine
31
Vantaggi dei disegni di ricerca longitudinali
  • Consente di seguire lo sviluppo individuale nel
    tempo
  • Consente di rispondere a domande circa la
    stabilità del comportamento indagato
  • Consente di determinare gli effetti di esperienze
    o condizioni antecedenti sullo sviluppo successivo

32
Svantaggi dei disegni di ricerca longitudinali
  • Modello molto costoso in termini di investimenti
    di energie
  • Possibilità di perdere soggetti nel corso della
    ricerca sia per cause accidentali che per
    abbandono volontario
  • Possibilità di confusione tra i cambiamenti
    legati alletà e i cambiamenti di tipo sociale e
    storico che si verificano nel corso della ricerca

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Vantaggi e svantaggi dei disegni di ricerca
traversali
Vantaggi
  • Consente di identificare differenze tra le età
  • Relativamente poco costoso, veloce
    nellesecuzione e facile da replicare

Svantaggi
  • Non dice nulla sullo sviluppo intra-individuale

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Metodi di ricerca
Metodi quasi sperimentali o correlazionali
Esperimento
Osservazione
MASSIMO
MINIMO
Intervento del ricercatore sul fenomeno indagato
  • Controllo sulla variabile indipendente per
    determinare il comportamento osservato
  • Analisi della relazione che potrebbe esistere tra
    le variabili in risposta alla manipolazione
  • Lobiettivo è la verifica della relazione
    causa-effetto
  • Nessun controllo sulla variabile indipendente,
    osservazione del comportamento spontaneo
  • Analisi delle relazioni esistenti tra le
    variabili
  • Lobiettivo è la descrizione

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Tipi di osservazione
Osservazione controllata
Osservazione naturalistica
Il ricercatore cerca di esercitare un minimo
grado di controllo sul proprio oggetto di studio
Il ricercatore cerca di esercitare un grado medio
o massimo di controllo sul proprio oggetto di
studio
Condotta in ambiente naturale
Condotta in ambiente naturale e in laboratorio
36
Losservazione come metodo di ricerca
Miti
Realtà
Osservare non è registrare fedelmente la realtà
  • Losservazione richiede
  • Tempo e distensione
  • Libertà intellettuale
  • Assenza di pregiudizi
  • Consapevolezza di sé
  • Capacità di non coinvolgersi
  • Capacità di sospendere il giudizio

Osservare non è guardare. Losservazione si fonda
sempre su unipotesi o quanto meno su una
curiosità
Losservazione è esposta al rischio della
soggettività
Osservare non è interpretare. Losservazione
rappresenta un momento intermedio tra la
percezione del fenomeno e la sua interpretazione
E impossibile stabilire dei confini netti tra
chi osserva e chi viene osservato
37
Fasi dellosservazione
1. SELEZIONE DEL FENOMENO DA OSSERVARE
2. REGISTRAZIONE DEL FENOMENO INDIVIDUATO
3. CODIFICA DEI DATI REGISTRATI
In tutte e tre le fasi sono individuabili delle
fonti di errore che è necessario conoscere e
controllare per evitare distorsioni sistematiche
nella raccolta e analisi dei dati osservati
38
Fonti di errore nella 1 fase dellosservazione

SOGGETTI
Fonte di errore
  • Reattività
  • Innaturalità

Controllo
  • Familiarizzazione
  • Tecniche non invasive
  • Mascheramento dellosservatore

39
Fonti di errore nella 2 fase dellosservazione
OSSERVATORI
Fonte di errore
  • Condizioni psicofisiche
  • Capacità personali
  • Sapere di essere valutati per lattendibilità
    dellosservazione

Controllo
  • Utilizzo di osservatori indipendenti
  • Utilizzo di buoni osservatori
  • Controlli casuali dellattendibilità

40
Fonti di errore nella 3 fase dellosservazione
RICERCATORI
Fonte di errore
  • Aspettative e commenti
  • Uso di schemi di codifica complessi

Controllo
  • Evitare commenti ed interpretazioni
  • Definizioni operative chiare delle categorie di
    codifica
  • Addestrare i codificatori

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OSSERVAZIONE STRUTTURATA
TEORIA COSTRUTTI IPOTESI
OPERAZIONALIZZAZIONE DEI COSTRUTTI e
SPECIFICAZIONE dei COMPORTAMENTI da
osservare Individuazione delle modalità di
codifica Individuazione dei soggetti Individuazion
e del o dei luoghi di osservazione Individuazione
dei tempi di osservazione quando - con quale
frequenza per quanto tempo Individuazione degli
osservatori
  • Osservazione
  • Codifica
  • interpretazione

42
Sviluppo fisico-motorio lo sviluppo prenatale
Durante il periodo prenatale si completa
lorganizzazione di un individuo maturo e capace
di sopravvivere nellambiente esterno.
  • Fattori ambientali dovuti al rapporto con
    lorganismo materno
  • Nutrimento
  • Sostanze chimiche, ormonali e virus
  • Agenti teratogeni

Patrimonio trasmesso dai genitori
EMBRIONE FETO
43
Sviluppo fisico-motorio passaggio dalla vita
uterina a quella extrauterina
Il neonato viene al mondo con lequipaggiamento
necessario ad affrontare una serie di nuovi
compiti
Risponde allo stress della nascita
Produzione di livelli elevati di ormone dello
stress
Respira ossigeno attraverso i polmoni
Riflesso respiratorio
Si nutre attraverso la bocca
Riflesso di suzione
44
Sviluppo fisico-motorio fasi della crescita
postnatale
Periodo neonatale dalla nascita al 28
giorno di vita
Prima infanzia da 0 a 2 anni
Seconda infanzia da 2 a 6 anni
Terza infanzia da 6 a10 anni
Adolescenza da 10 anni al
completamento dello sviluppo
sessuale
45
Prime fasi dello sviluppo sessuale
Fecondazione
Sesso cromosomico
Sviluppo prenatale
  • Maschio Differenziazione delle cellule che
    producono testosterone
  • Femmina Nessuno stimolo ormonale specifico per
    differenziarsi

46
Sviluppo sessuale
PUBERTÀ
Momento di massima differenziazione sessuale
MATURITÀ SESSUALE Completa maturazione degli
organi deputati alla riproduzione Cambiamento
dei caratteri sessuali
SECONDARI es. comparsa dei peli, sviluppo del
seno
PRIMARI Necessari alla riproduzione
47
Lo sviluppo percettivo
Le ricerche sulle competenze cognitive ed emotive
del neonato e del bambino hanno messo in evidenza
che sono precoci esistono sin dalla nascita
NEONATO BAMBINO
attivo nellelaborazione delle esperienze perché
dotato di prerequisiti percettivi e cognitivi
precoci che si sviluppano grazie allinterazione
con lambiente
47
48
Lo sviluppo percettivo
Il contatto con il mondo esterno avviene
attraverso
la sensazione
la percezione
Effetto soggettivo e immediato, provocato dagli
stimoli sui diversi organi di senso
Organizzazione dinamica e significativa degli
stimoli sensoriali
48
49
Lo sviluppo percettivo
Competenze gustative e olfattive precoci
Il neonato risponde diversamente a
Sapori dolci
Sapori amari e acidi
Espressioni di soddisfazione
Espressioni di disgusto e irritazione
Odori gradevoli (latte materno)
Odori sgradevoli
49
50
Lo sviluppo percettivo
Finalità della percezione gustativa e olfattiva
Le sensazioni gustative e olfattive nel neonato
hanno due principali finalità
la nutrizione
la mediazione della relazione con il caregiver
50
51
Lo sviluppo percettivo
Percezione uditiva precoce
I NEONATI
  • sono precocemente reattivi ai suoni orientano
    gli occhi e la testa in direzione di suoni
    ritmici e di voci umane
  • riconoscono precocemente la voce materna e la
    preferiscono ad altri stimoli
  • sono inizialmente in grado di discriminare i
    fonemi delle diverse lingue, per poi concentrarsi
    selettivamente solo su quella della propria
    cultura di appartenenza

51
52
Lo sviluppo percettivo
Competenze visive precoci
Il neonato è in grado di
  • ispezionare lambiente tramite movimenti oculari
    coniugati e di inseguimento
  • discriminare gli stimoli intensi e vicini
  • utilizzare una visione binoculare (a 3 mesi)
  • percepire le sfumature cromatiche

52
53
Lo sviluppo percettivo
Preferenza per il volto umano
Il neonato mostra precocemente una netta
preferenza per il volto umano
spiegazione
Adattiva favorisce il legame di
attaccamento e le relazioni primarie
Innatista
53
54
Lo sviluppo percettivo
Il volto attrae il bambino
Regolarità nella struttura schematica
Complessità e varietà
Caratteristiche del volto che attraggano il
bambino
Nitidezza dei contorni
Simmetria
Movimento
54
55
Lo sviluppo percettivo
Caratteristiche del riconoscimento del volto
IL BAMBINO
  • mostra una precoce preferenza per il volto
    materno percezione interdipendente di dettagli
    interni ed esterni, facilitata dalla
    presentazione del volto completo
  • discrimina precocemente differenti pattern
    facciali che esprimono diverse emozioni
  • preferisce i visi attraenti, considerati più
    prototipici della rappresentazione costruita
    sulla base dellesperienza

55
56
Lo sviluppo percettivo
  • Le coordinazioni intermodali
  • .
  • Le ricerche confermano il punto di vista di
    Gibson gli studi di Butterword, Harris (1994)
    sul coordinamento audio-visivo e quelle di
    Melzoff e Borton (1979) sulla percezione tattile
    e visiva osservano la presenza di una forma di
    transfer intermodale, che consente a un organo di
    senso di conoscere attraverso le percezioni di un
    altro organo.

Piaget lintegrazione si costituisce con
lesperienza e non prima di un anno di vita del
bambino
Gibson lintegrazione si costituisce subito dopo
la nascita.
56
57
Lo sviluppo percettivo
LE COSTANZE PERCETTIVE
Nei primi mesi di vita inizia a svilupparsi la
capacità di percepire gli oggetti come invarianti
e costanti nella forma, nel colore, nella
dimensione e nella luminosità, pur al variare
delle stimolazioni.
Lorganizzazione delle costanze percettive è un
processo lungo e graduale, che vede il
susseguirsi di
costanza della forma costanza della
dimensione percezione di distanza e profondità
57
58
Lo sviluppo percettivo
Nella prima infanzia emerge il fenomeno del
SINCRETISMO INFANTILE
la percezione della struttura di insieme ostacola
lindividuazione delle singole parti
  • il sincretismo non è dovuto a un problema di
    visione, ma allinfluenza delle proprietà
    strutturali degli stimoli (Vurpillot, 1972)
  • il sincretismo è considertato una carenza di
    organizzazione flessibile e articolata del campo
    percettivo (Girotti e Rizzardi,1999)

58
59
Lo sviluppo percettivo
Sviluppo della capacità percettiva
Percezione sincretica (globale-indifferenziata)
Percezione analitica
Percezione sintetica (globale-differenziata)
59
60
Lo sviluppo percettivo
Superamento del sincretismo infantile
Nella fanciullezza si sviluppano
  • capacità di tipo analitico
  • articolazione gerarchica del campo fenomenico
  • adozione di una prospettiva reversibile
  • capacità di compiere unesplorazione esaustiva
  • perfezionamento della costanza di grandezza o
    fenomeno della supercostanza

60
61
Lo sviluppo cognitivo
  • Jean Piaget
  • Approccio organismico costruttivista

Lindividuo non è un passivo recettore di
influenze ambientali, né un veicolo di idee
innate, ma un attivo costruttore delle proprie
conoscenze si modifica attraverso gli scambi con
lambiente
  • Lo sviluppo è comprensibile allinterno della
    storia evolutiva delle specie è organizzazione
    biologica su cui si basa quella psicologica o
    intelligenza adattiva

62
Lo sviluppo cognitivoJean Piaget
  • Lo sviluppo trasformazione di strutture che si
    costruiscono per rispondere a bisogni attraverso
    lattività dellindividuo
  • Intelligenza
  • Si evolve in modo continuo, ma per stadi
    qualitativamente diversi, ma integrati
    gerarchicamente
  • Strutture diverse (STADI)
  • Funzioni invarianti adattamento ed equilibrazione

63
Lo sviluppo cognitivoJean Piaget
Processi di modifica delle strutture cognitive
ASSIMILAZIONE Incorpora nei propri schemi i dati
dellesperienza Continuità - conservazione
ACCOMODAMENTO Modifica i propri schemi per
adattarli ai nuovi dati Cambiamento - novità
ADATTANO LORGANISMO ALLAMBIENTE GARANTENDO
LEQUILIBRIO DELLA STRUTTURA
63
64
Lo sviluppo cognitivoJean Piaget
Stadi dello sviluppo cognitivo
Età
Descrizione
Stadio
Sensomotorio
0-2 anni
il mondo è ciò che si può esperire con le
informazioni sensoriali si acquisisce la
capacità rappresentazionale e la permanenza
delloggetto
Preoperatorio
2-6 anni
La rappresentazione mentale permette
linteriorizzazione di schemi di azioni
irreversibili, la categorizzazione e il
decentramento
Operatorio concreto
6-12 anni
La capacità logica progredisce con il
coordinamento delle operazioni mentali si
acquisiscono schemi di azione reversibili
(addizione, sottrazione, ecc.)
Operatorio formale
Dai 12 anni
È capace di organizzare le informazioni in modo
sistematico e pensa in termini ipotetico-deduttivi
64
65
Inizio dello stadio preoperatorio (2-6 anni)
Lo sviluppo cognitivoJean Piaget
Conquista della rappresentazione
Imitazione differita
Il bambino fa riferimento ad una realtà non
percepita direttamente è in grado di evocarla
Principali manifestazioni
Gioco simbolico
Linguaggio
65
66
Stadio pre-operatorio (2-6 anni) compito delle 3
montagne
Lo sviluppo cognitivoJean Piaget
a
b
Fino a 8 anni i bambini non sono capaci di
immaginare quale potrebbe essere la prospettiva
di unaltra persona
EGOCENTRISMO INTELLETTUALE
66
67
Lo stadio operatorio concreto (7-12 anni)
Lo sviluppo cognitivoJean Piaget
Le azioni mentali isolate si coordinano tra loro
e diventano operazioni concrete genesi del
pensiero logico
Si acquisisce la coordinazione dei diversi punti
di vista tra loro
Reversibilità Ad ogni operazione corrisponde
unoperazione inversa
Operazioni concrete
67
68
Lo stadio operatorio formale (dai 12 anni in poi)
Lo sviluppo cognitivoJean Piaget
Acquisizione del pensiero ipotetico-deduttivo
Consente di compiere operazioni logiche su
premesse ipotetiche e di ricavarne le conseguenze
appropriate
Ipotetico-deduttivo
Il soggetto individua i potenziali fattori
coinvolti in un fenomeno e li varia in modo
sistematico per verificare quali causino quel
fenomeno
68
69
Compito del pendolo
Lo sviluppo cognitivoJean Piaget
Peso, lunghezza della cordicella, forza della
spinta quali fattori determinano la durata di
una oscillazione del pendolo?
Nello stadio operatorio formale
ladolescente verifica ogni fattore in maniera
sistematica, formula unipotesi su quale sia il
fattore determinante e la mette alla prova finché
tutte le possibilità sono state indagate.
69
70
Critiche ai compiti piagetiani
Lo sviluppo cognitivoJean Piaget
Riformulando la consegna e le domande
Le capacità del bambino risultano più avanzate
rispetto a quelle valutate da Piaget
Presentando situazioni più realistiche
Modificando gli aspetti criteriali del compito
70
71
Lavoro di gruppo ideazione di un compito
cognitivo
  • Strutturare il gruppo
  • Individuare una fascia detà
  • Progettare un compito di valutazione del livello
    cognitivo tenendo conto delle critiche mosse a
    Piaget
  • Motivare ogni scelta
  • Relazionare in plenaria
  • TEMPO 30-40

72
Compito su il ragazzo e il poliziotto di Hughes
Lo sviluppo cognitivoJean Piaget
  • Rispetto al compito
  • delle 3 montagne di
  • Piaget
  • Situazione realistica
  • Stimola limmaginazione

Poliziotti
Il 90 dei bambini in età prescolare è capace di
collocare correttamente il pupazzo ragazzo in
modo che nessun poliziotto possa vederlo
Bambino
72
73
Critiche alla teoria di Piaget
Lo sviluppo cognitivoJean Piaget
Non vi è stabilità e sistematicità nelle risposte
che uno stesso individuo fornisce in diversi
compiti, che pur appartengono al medesimo stadio
Piaget sottovaluta il ruolo dellesperienza
sociale e dedica unattenzione esclusiva
allesperienza fisica e logico-matematica nel
bambino
73
74
Vygotskij (1896-1934)
Scuola storico culturale
Influenza del contesto socio-culturale sui
processi cognitivi
Sviluppo appropriazione dei significati della
cultura da parte dellindividuo
INTERIORIZZAZIONE DI FORME CULTURALI
74
75
Vygotskij (1896-1934)
Scuola storico culturale
Lo sviluppo storico-culturale si è realizzato
attraverso la produzione di mediatori simbolici
(lingua, disegno, calcolo)
Come lo sviluppo dellumanità o filogenesi
lontogenesi si realizza acquisendo i risultati
della filogenesi, ossia appropriandosi dei
significati della cultura
INTERIORIZZAZIONE DI ATTIVITÀ SOCIALI MEDIATE
DALLE FORME CULTURALI
sviluppo
dipendente dal contesto storico-culturale
75
76
Vygotskij - La scuola storico culturale
Importante è ciò che un bambino è in grado di
fare in situazioni di relazione sociale
Zona di sviluppo prossimale
Distanza tra il livello di sviluppo effettivo e
il livello di sviluppo potenziale
Quanto un bambino può fare entrando in relazione
con un adulto o un coetaneo più esperto
Sensibilità allapprendimento il nuovo compito
deve essere comprensibile
76
77
Vygotskij - La scuola storico culturale
Centralità del linguaggio
Il bambino è un attore sociale attivo che comunica
Sviluppo del linguaggio
Descrizione delle proprie azioni per orientarsi e
interagire (funzione sociale) linguaggio
egocentrico esteriorizzato
Strumento del pensiero anticipa, guida il
comportamento in quanto completamente
interiorizzato (mantiene la funzione sociale)
Processo di interiorizzazione di mediatori
simbolici
77
78
Confronto Piaget - Vygotskij Rapporto tra
pensiero e linguaggio
Piaget
Vygotskij
Prime fasi di sviluppo pensiero e linguaggio
sono egocentrici, non adattati alla realtà e
non comunicabili agli altri
Primo uso del linguaggio di tipo sociale e
comunicativo. Fase egocentrica il bambino
commenta verbalmente le proprie azioni.
Linguaggio interiore o pensiero verbale
78
79
Brainstorming
  • Che cosè
  • lintelligenza emotiva

80
Brainstorming creativo
  • Tecnica di Jaoui (1991) permette di indagare i
    vissuti intorno alle parole/concetti la mappa
    mentale di un singolo o di un gruppo
  • Può essere individuale o di gruppo
  • Può essere utilizzato per diversi scopi
  • Sviluppare visioni divergenti (creatività)
  • Capire come un gruppo si rappresenta un
    problema/concetto (formazione)
  • Far condividere una visione a più persone
    sviluppare il gruppo (appartenenza)
  • Analizzare un problema (problem posit) per
    progettare un intervento

81
Brainstorming TECNICA DI GRUPPO
  • SI DEVE PREDISPORRE IL SETTING
  • 13-15 PERSONE ATTORNO AD UNA LAVAGNA A FOGLI
    MOBILI BEN VISIBILE
  • AL CENTRO SI SCRIVE LA PAROLA CHIAVE
  • VENGONO ENUNCIATE LE REGOLE
  • CIASCUNO ASSOCIA LE PAROLE CHE GLI VENGONO IN
    MENTE SENZA PENSARE SE SONO ADATTE, CONGRUENTI,
    COERENTI, GIUSTE ECC.
  • NON SI PUÒ INTERVENIRE SULLE PAROLE DEGLI ALTRI
    MA SOLO AGGIUNGERNE
  • OGNI PAROLA VIENE TRASCRITTA
  • IL CONDUTTORE CON LO SGUARDO INVITA TUTTI A
    PARTECIPARE
  • IL B. FINISCE QUANDO PER MEZZO MINUTO NON CI
    SONO ASSOCIAZIONI
  • IL B. DEVE ESSERE CONSERVATO

82
Brainstorming TECNICA DI GRUPPO
  • IL GRUPPO O IL CONDUTTORE INDIVIDUA LE PAROLE
    CHIAVE
  • CIASCUNA PAROLA VIENE MESSA AL CENTRO DEL FOGLIO
  • CIASCUNO ASSOCIA UNA PAROLA ALLA PAROLA-CHIAVE
    (EMERGE LA RAPPRESENTAZIONE CONSAPEVOLE)
  • SI INVITA AD ASSOCIARE UNA PAROLA ALLE PAROLE
    ASSOCIATE ALLA PAROLA-CHIAVE (2-3-4 LIVELLO
    PENSIERO DIVERGENTE)
  • ALLA FINE DI QUESTA FASE SI CANCELLANO LE
    ASSOCIAZIONI CENTRALI
  • CIASCUNO SCEGLIE 6 PAROLE (DA UNO O DUE
    BRAINSTORMING) DAL 2 LIVELLO IN POI

83
Brainstorming TECNICA DI GRUPPO
  • CIASCUNO SCRIVE UNA FRASE LEGANDO LA PAROLA
    STIMOLO ALLE PAROLE INDIVIDUATE
  • Con 2 B. LE 6 PAROLE SCELTE VENGONO MESSE IN 2
    ELENCHI PARALLELI E CIASCUNO SCRIVE UNA FRASE
    LEGANDO LA PAROLA STIMOLO ALLE 2 PAROLE
    INDIVIDUATE NEGLI ELENCHI PER UN TOTALE DI 6
    FRASI. ESEMPIOMettere in relazione A con
    ..B.. è COME
  • CIASCUNO SCEGLIE LA FRASE CHE GLI PIACE DI PIÙ E
    LA SCRIVE SU UN CARTELLONE METTENDO IN EVIDENZA
    IL COME
  • SI ANALIZZA SUL CARTELLONE QUALI SONO GLI ASPETTI
    COMUNI EVIDENZIATI O LE ASSOCIAZIONI PIÙ CREATIVE
  • SI NEGOZIA UNA VISIONE CONDIVISA O SI SCELGONO
    QUELLE PIÙ INTERESSANTI

84
Lo sviluppo cognitivo la teoria di Jerome Bruner
Concilia la teoria storico-culturale e la scienza
cognitiva
Obiettivo studiare i processi e non i prodotti
dello sviluppo
Comprensione del comportamento
scopi intenzioni
funzioni
84
85
Lo sviluppo cognitivo nella teoria di Jerome
Bruner
Acquisizione del pensiero maturo il bambino
passa attraverso tre forme di rappresentazione
si mantengono le forme rappresentative acquisite
Iconica La realtà viene codificata attraverso le
immagini (più utilizzata tra 6-7 anni)
Simbolica La realtà viene codificata attraverso
il linguaggio e altri sistemi simbolici
(numeri-musica)
Esecutiva La realtà viene codificata attraverso
lazione
85
86
Lo sviluppo cognitivo nella teoria di Jerome
Bruner
Rappresentazione simbolica linguaggio
permette il pensiero astratto il bambino può
andare oltre linformazione data (ipotesi,
inferenze, manipolazioni delle infomazioni)
Sistema di codifica potente flessibile
convenzionale
86
87
Le basi sociali dello sviluppo mentale Bruner
Come per Vygotskij, i processi mentali hanno un
fondamento sociale e la cognizione umana è
influenzata dalla cultura, attraverso i suoi
simboli, artefatti e convenzioni
la cultura forma la mente ed è intrinseca agli
individui
87
88
Le basi sociali dello sviluppo mentale Bruner
le relazioni sociali che il bambino stabilisce
precocemente con chi si prende cura di lui
costruiscono la mente matura elementi verbali e
non-verbali, vincoli e facilitazioni
Scaffolding Ruolo delladulto
88
89
Le basi sociali dello sviluppo mentale Bruner
le relazioni con i genitori possono essere
considerate un apprendistato (Keye, 1982) che
inizia con la funzione daiuto delladulto
questi si comportarsi sulla base di ciò che
ritiene essere lo scopo del bambino
89
90
Le basi sociali dello sviluppo mentale Bruner
  • La trasmissione culturale di valori e credenze
    avviene attraverso il LINGUAGGIO organizzato in
  • PENSIERO NARRATIVO
  • Lunico in grado di trasmettere significati oltre
    che informazioni

90
91
Caratteristiche del pensiero narrativo (Bruner,
1986)
  • FORMA DI PENSIERO DIVERSA DAL PENSIERO RAZIONALE
    O LOGICO-SCIENTIFICO CHE SI BASA SU UNA LOGICA
    INTRINSECA
  • ALLE AZIONI UMANE DESIDERI, EMOZIONI, AFFETTI E
    CREDENZE ASSOCIATI
  • ALLE INTERAZIONI TRA INDIVIDUI REGOLE E
    DINAMICHE SOCIALI

Parla della realtà psichica
91
92
Caratteristiche del pensiero narrativo (Bruner,
1986)
Permette di organizzare cognitivamente,
affettivamente e simbolicamente, ovvero in modo
significativo, lesperienza e di rappresentare
gli eventi trasformandoli in oggetto di analisi e
riflessione condivisibili (livello
psicologico-sociale)
bambino
Microcosmi della socializzazione
genitori
92
93
Lo sviluppo cognitivo lapproccio
dellelaborazione dellinformazione (HIP)
COGNITIVISMO La mente funziona come un sistema
per elaborare informazioni (metafora del
computer) che provengono dallambiente
  • Processi di elaborazione
  • codificare
  • ri-codificare, confrontare e combinare
  • ritenere o memorizzare (dalla STM alla LTM)
  • recuperare

Le operazioni sono eseguite in successione come
operazioni singole e spesso indipendenti tra loro
93
94
Lo sviluppo cognitivo lapproccio
dellelaborazione dellinformazione (HIP)
La focalizzazione è sulla prestazione cognitiva
(non la competenza)
Ogni compito cognitivo deve essere analizzato
sulla base delle operazioni che servono ad
eseguirlo e delle unità dinformazione che il
soggetto è in grado di avere presenti (memoria di
lavoro) Analisi del compito
94
95
Lo sviluppo cognitivo lapproccio
dellelaborazione dellinformazione (HIP)
  • Si evolve la prestazione
  • I cambiamenti sono
  • quantitativi accumulo di esperienza
  • qualitativi si acquisiscono strategie più
    complesse che vengono generalizzate a compiti
    diversi e usate con maggiore flessibilità
  • Prevale la continuità
  • I processi di elaborazione sono
    dominio-specifici

95
96
Lo sviluppo cognitivo. Lapproccio
dellelaborazione dellinformazione (HIP) il
compito della bilancia di Siegler
Esempio di sviluppo cognitivo. La bilancia e la
regola dellequilibrio informazioni (pioli sui
bracci, numero dei pesi, posizione del peso sui
bracci)
Regola1 il bambino elabora linformazione usando
la regola quantità di pioli su ogni
braccio Regola 2 il bambino elabora
linformazione usando la regola stessa quantità
di pioli su entrambi i bracci e distanza dal
fulcro Regola 3 il bambino elabora
linformazione usando la regola stessa quantità
di pioli sui bracci e distanza dal fulcro, ma
in caso di eccessiva complessità risponde
cercando di indovinare Regola 4 il bambino
elabora linformazione usando la regola corretta
quantità di pioli sui bracci per distanza dal
fulcro
96
97
Lo sviluppo cognitivo. Lapproccio
dellelaborazione dellinformazione (HIP)
LESPERIENZA E LESERCIZIO (AMBIENTE) SONO ALLA
BASE DELLO SVILUPPO DELLA CAPACITÀ DI RISOLVERE
PROBLEMI E AFFRONTARE COMPITI LETÀ NON È LA
VARIABILE PIÙ IMPORTANTE
Lo sviluppo cognitivo si perfeziona con le
prestazioni di METACONOSCENZA e METAMEMORIA
Sistema esecutivo centrale
97
98
Lo sviluppo cognitivo. Lapproccio
dellelaborazione dellinformazione (HIP)
  • La concezione modularistica di Fodor (1983)

Larchitettura della mente umana è composta da
sistemi cognitivi specializzati nella
eleborazione delle informazioni MODULI
  • Unità deputate a elaborare le informazioni
  • Ogni modulo è dominio-specifico elabora un
    certo numero di informazioni e di
    rappresentazioni relative a uno specifico dominio
    della conoscenza

98
99
Lo sviluppo della teoria della mente
Il bambino costruisce la propria conoscenza del
mondo psicologico, arrivando a comprendere sé
stesso e gli altri, sulla base di una Teoria
della mente delle altre persone
Motivazioni
Teoria della mente teoria su come funzionano
gli esseri umani in quanto diversi dagli oggetti
inanimati
Desideri
Comprensione
Intenzioni
Credenze
99
100
Schema del ragionamento desiderio-credenza
Lo sviluppo della teoria della mente
  • Azione
  • colpire
  • afferrare
  • cercare
  • seguire con attenzione
  • Percezione
  • vedere, udire, gustare
  • odorare, toccare
  • Credenza
  • credere, supporre
  • sapere, anticipare
  • dubitare, sospettare
  • Emozioni primarie
  • Stati fisiologici
  • amore, odio, paura, disgusto, sorpresa, felicità
  • fame, sete
  • dolore, eccitazione
  • Desiderio
  • volere, desiderare
  • augurare, sperare
  • potrebbe
  • dovrebbe
  • Reazione
  • felicità
  • tristezza
  • rabbia
  • sorpresa
  • sconcerto

100
101
Compito della falsa credenza (Wimmer, Perner,
1983)
Lo sviluppo della teoria della mente
Sally nasconde la sua biglia nel cesto
Sally
Anna
Anna
Sally esce
Sally
Anna
Dove cercherà Sally la sua biglia?
Anna sposta la biglia nella scatola
Sally ritorna
101
102
Lo sviluppo della teoria della mente
Evoluzione nella Teoria della mente
False credenze di primo ordine False credenze
di secondo ordine (5-6 anni comprensione
dellironia e dello scherzo)
102
103
Critiche ai test di intelligenza
Lintelligenza
  • Lintelligenza
  • una capacità unitaria e stabile, di derivazione
    genetica
  • un potenziale finito con cui lindividuo nasce
  • rimane costante nel corso del suo sviluppo
  • non subisce cambiamenti qualitativi
  • non é influenzato dalle condizioni ambientali.

Rischi delluso dei test di intelligenza
discriminazione, emarginazione dei bambini meno
dotati o di quelli che appartengono a culture
minoritarie.
103
104
Lintelligenza
  • Teoria di Howard Gardner (1983, 1993)
    lintelligenza è multipla e ciascuno si
    caratterizza per un tipo distinto di intelligenza
    che ha più sviluppata

Corporeo-cinestesica
Intrapersonale
Linguistica
Naturalistica
Interpersonale
Logico-matematica
Musicale
Spaziale
104
105
Teoria triarchica di Sternberg
Lintelligenza
3 tipi di intelligenza
Intelligenza componenziale Ciò che si misura con
il test, il pensiero analitico
Intelligenza esperienzale Intuitiva e originale,
non convenzionale e prevedibile come
lintelligenza componenziale
Intelligenza contestuale Capacità di comprendere
e sfruttare le situazioni a proprio vantaggio
105
106
Scale ordinali di intelligenza
Lintelligenza
Trasformazione di capacità verso livelli
progressivamente più elevati
Relazione tra acquisizioni
Sviluppo
Relazione gerarchica Le acquisizioni di livello
più alto derivano da quelle del livello precedente
Cause dello sviluppo
Lo sviluppo deriva dallinterazione tra
lorganismo e le condizioni ambientali
Scale ordinali dello sviluppo psicologico di
Uzgiris e Hunt
106
107
Scale ordinali di intelligenza risultati
Lintelligenza
ambiente
Sviluppo cognitivo
  • Regolare e prevedibile
  • Stimolante in modo adeguato
  • (evitare leccesso di stimolazione)
  • Importante unadeguata stimolazione verbale

lo sviluppo è omogeneo allinterno derllo stesso
dominio, ma disomogeneo tra domini (moduli)
diversi ciscuno ha uno sviluppo diverso
107
108
Natura del linguaggio e dei suoi sottosistemi
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Suono
Fonologia
Lessico
Significato
Semantica
Morfologia
Grammatica
Sintassi
Funzioni comunicative
Contesto
Pragmatica
Conversazione
Discorso
108
109
Caratteristiche distintive del linguaggio
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Potenza e Creatività Il parlante può produrre una
enorme varietà di messaggi combinando un numero
limitato di unità base di quella lingua e
inventare parole nuove (neologismi)
Competenza comunicativa
Arbitrarietà La relazione tra suoni e significati
è arbitraria il significato non può essere
ricavato dalla forma del suono, è appreso e
trasmesso culturalmente
Linguaggio
109
110
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
posizione innatista sullo sviluppo del linguaggio
Chomsky (1965)
posizione interazionista sullo sviluppodel
linguaggio
Piaget (1945)
110
111
La posizione funzionalista sullo sviluppo
dellinguaggio
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Comparsa del linguaggio
Comunicazione prelinguistica
Relazione di continuità
Gesti e vocalizzi
Prime parole
Atti linguistici(Austin e Searle) parlare è
agire E importante distinguere il contenuto
proposizionale di una frase (significato
locutorio) e lintenzione con cui il parlante
pronuncia quella frase (significato illocutorio)
111
112
Dai suoni alle sillabe
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
0-1 mese
Suoni di origine vegetativa
  • Pianto (di fame, di dolore, di irritazione)
  • Sbadigli, ruttini, gorgoglii

2-6 mesi
Vocalizzazioni
Vocalizzazioni che si inseriscono tra i turni
verbali del genitore (proto-conversazione)
6-7 mesi
Lallazione canonica
Produzione di sequenze consonante-vocale
(sillabe), spesso ripetute prosodia materna
riduzione ampiezza fonologica
10-12 mesi
Lallazione variata
Produzione di sequenze sillabiche complesse
proto-parole con fonologia idiosincratica
preferenze fonetiche
112
113
I gesti comunicativi (9-12 mesi)
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Esprimono intenzione comunicativa e si
riferiscono ad un oggetto-evento che si può
individuare osservando il contesto sono
convenzionali (es. indicare)
Performativi o deittici
Chiedere lintervento o laiuto delladulto
RICHIESTA
Funzioni
Attirare lattenzione e condividere con ladulto
linteresse per un evento esterno
DICHIARAZIONE
113
114
Gesti comunicativi (11-12)
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Esprimono intenzione comunicativa e
rappresentano un referente specifico (es.
ciao scuotere la testa per no)
Referenziali o rappresentativi
Uso di gesti referenziali
vocabolario di 50 parole
Relazione tra repertorio gestuale e vocale nello
sviluppo
comparsa delle prime parole
diminuzione delluso di gesti referenziali
114
115
Prime parole 11 e 13 mesi
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
funzione NON REFERENZIALE uso in contesti
specifici e ritualizzati
riferimenti
Persone familiari
Oggetti familiari
Azioni compiute abitualmente
funzione REFERENZIALE uso in contesti vari la
comprensione precede la produzione
115
116
sviluppo lessicale
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
12-24 mesi circa
1 anno vocabolario di 50 parole 1 anno e ½
ESPLOSIONE DEL VOCABOLARIO fino a 300-600 parole
Errori tipici nelle prime fasi di sviluppo
lessicale
sovraestensione
sottoestensione
sovrapposizione
116
117
Lo sviluppo morfosintattico
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Morfologia verbale
3 anni in produzione 7 anni in comprensione
Accordo tra soggetto e verbo es. il cane
inseguono i gatti
Morfologia nominale
3 anni
Forme del genere (m/f) e del numero
(singolare/plurale) relative ai nomi
Morfologia pronominale
3-4 anni
Pronomi personali
117
118
Differenze individuali nello stile di sviluppo
del linguaggio
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Vocabolario costituito in maggioranza da
nomi Sviluppo lessicale più rapido
Referenziale
Katherine Nelson
Vocabolario costituito in maggioranza da pronomi,
nomi propri e formule per regolare linterazione
sociale Sviluppo sintattico più rapido
Espressivo
118
119
Differenze individuali nello sviluppo della
semantica
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
STILE 1 referenziale / nominale analitico
STILE 2 espressivo / pronominale olistico
  • Alta proporzione di nomi nelle prime 50 parole
  • Utilizzo di parole singole nel primo linguaggio
  • Imitazione di nomi di oggetti
  • Maggiore varietà lessicale
  • Utilizzo di elementi significativi
  • Elevato uso di aggettivi
  • Uso decontestualizzato di nomi
  • Rapida crescita del vocabolario
  • Bassa proporzione di nomi nelle prime 50 parole
  • Utilizzo di formule nel primo linguaggio
  • Imitazione non selettiva
  • Minore varietà lessicale
  • Utilizzo di suoni senza significato
  • Scarso uso di aggettivi
  • Uso contestualizzato di nomi
  • Lenta crescita del vocabolario

119
120
Differenze individuali nello sviluppo della
pragmatica
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
STILE 1
STILE 2
  • Orientamento verso gli oggetti
  • Uso prevalente di intenzione dichiarativa
  • Scarsa varietà di atti linguistici
  • Approccio riflessivo alla soluzione di problemi
  • Orientamento verso le persone
  • Uso prevalente di intenzione richiestiva
  • Alta varietà di atti linguistici
  • Approccio impulsivo alla soluzione di problemi

120
121
Differenze individuali nello sviluppo linguistico
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
STILE 1
STILE 2
FONOLOGIA
  • Buona articolazione e intelligibilità
  • Orientamento verso la parola
  • Pronuncia costante nelluso della stessa parola
  • Scarsa articolazione e intelligibilità
  • Orientamento verso lintonazione
  • Pronuncia variabile nelluso della stessa parola

VARIABILI DEMOGRAFICHE
  • Genere femminile
  • Primogenito
  • Livello socio-economico alto
  • Genere maschile
  • Secondogenito
  • Livello socio-economico basso

121
122
La consapevolezza metalinguistica
Lo sviluppo linguistico e comunicativo
Capacità di analizzare le forme del linguaggio,
considerandole per se stesse (non veicolo di
intenzioni e significati)
Verbi che si riferiscono a stati mentali
Credere, pensare, immaginare, dubitare
Pregare, maledire, promettere, ordinare
Verbi che si riferiscono ad atti linguistici
Parole, frasi, sillabe, lettere
Termini riferiti a parti o unità del codice
linguistico
122
123
Lo sviluppo emotivo e affettivo
Che cosè lemozione?
EMOZIONE
Esperienza complessa, multidimensionale e
processuale, che svolge un ruolo di organizzatore
cognitivo-affettivo e che media il rapporto tra
lorganismo e lambiente. Modificazione del
normale stato di quiete dellorganismo che si
esprime con limpulso allazione e specifiche
reazioni fisiologiche interne, designando diverse
risposte emotive.
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Lo sviluppo emotivo e affettivo
Espressione delle emozioni
  • Le emozioni si esprimono tramite pattern
    universali e specifici
  • Le prime reazioni emotive (disgusto, piacere...)
    si configurano come risposte espressive comuni a
    più situazioni
  • Il sistema edonico di piacere - dolore è lunico
    a esprimersi con pattern mimici universali e
    invarianti
  • Le reazioni fisiologiche del neonato
    acquisiscono significato grazie al caregiver, che
    vi attribuisce unintenzione comunicativa

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Lo sviluppo emotivo e affettivo
Sviluppo delle emozioni
Reazioni emotive innate regolate da processi
biologici fondamentali per la sopravvivenza (non
hanno un valore comunicativo ??) ? sistema
edonico, reazione di trasalimento, reazione di
sconforto e di interesse
0 - 2 mesi
2 - 12 mesi
Con linterazione sociale si sviluppano emozioni
con valore comunicativo ? sorriso sociale,
sorpresa, tristezza, collera, gioia, paura,
circospezione (paura dellestraneo)
Dopo i 12 mesi
Emergono emozioni complesse e apprese, frutto di
autoriflessione e autoconsapevolezza ? timidezza,
colpa, vergogna, orgoglio, invidia
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Lo sviluppo emotivo e affettivo
Il riconoscimento delle emozioni
Attenzione precoce per il volto permette lo
sviluppo delle capacità di riconoscimento /
espressione di emozioni sempre più complesse e
differenziate
Il neonato risponde in modo congruo ad
espressioni di gioia, tristezza e collera mostra
disagio se sono non adeguate al ritmo
dellinterazione
Prima si apprende il riconoscimento delle
emozioni poi le si comprende (attribuzione dei
significato) allinespressività il bambino
risponde con espressioni di disagio
Linterazione diadica è caratterizzata da
aspettative di espressioni emotive congruenti,
che aiutano il bambino a regolare il proprio
comportamento e a sviluppare le proprie capacità
cognitivo-comportamentali
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Lo sviluppo emotivo e affettivo
Capacità necessarie per la comprensione delle
emozioni
Capacità di avvalersi delle espressioni emotive e
comportamentali di altri significativi per
orientare il proprio comportamento le
espressioni di persone di riferimento vengono
utilizzate come indizi ambientali e risorse per
interpretare e valutare la situazione
Riferimento sociale
Processi di risonanza emotiva si comprende ciò
che gli altri sentono e percepiscono Si passa dal
contagio emotivo (simpatia, sentire e riflettere
lemozione altrui in forma indifferenziata, non
cognitiva) allempatia espressioni e
comportamenti di vera e propria empatia (aiuto,
consolazione)
Comportamenti empatici
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Lo sviluppo emotivo e affettivo
Capacità che permettono di comprendere le emozioni
Differenziazione realtà-finzione
Capacità di fingere (24 mesi)
Regole di ostentazione
Capacità di esprimere emozioni secondo regole
sociali (3 anni)
Capacità di capire i processi mentali altrui e di
attribuire stati mentali, desideri,pensieri,
intenzioni, emozioni, ecc. (4-5 anni)
Teoria della mente
Capacità di comprendere la presenza simultanea di
emozioni contrastanti riguardanti lo stesso
oggetto in sè e in altri(9 anni)
Ambivalenza
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Lo sviluppo emotiv
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