1896 Giuseppe Tomasi di Lampedusa nasce a Palermo il 23 dicembre da una facoltosa famiglia di antica nobilt - PowerPoint PPT Presentation

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1896 Giuseppe Tomasi di Lampedusa nasce a Palermo il 23 dicembre da una facoltosa famiglia di antica nobilt

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Luchino Visconti (Milano, 1906 - Roma, 1976 ... Titoli di testa e presentazione di villa ... L'osservatorio del Principe l'unico ambiente de Il ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: 1896 Giuseppe Tomasi di Lampedusa nasce a Palermo il 23 dicembre da una facoltosa famiglia di antica nobilt


1
  • 1896 Giuseppe Tomasi di Lampedusa nasce a Palermo
    il 23 dicembre da una facoltosa famiglia di
    antica nobiltà. Dell'infanzia manterrà un vivo
    ricordo.    
  • 1915-1918 Interrompe gli studi e partecipa alla
    prima guerra mondiale.
  • 1932 Sposa la baronessa lettone Alessandra
    Wolff-Stomersee, conosciuta a Londra in casa di
    uno zio, ambasciatore italiano in Gran Bretagna. 
               
  • 1933 Viene divisa l'eredità del nonno. A Giuseppe
    Tomasi rimane solamente il palazzo nel centro di
    Palermo. Gli affitti però gli permettono di
    condurre una vita discretamente agiata.
  • 1940-1943 E' richiamato sotto le armi, capitano
    di artiglieria.
  • 1943 Un bombardamento distrugge il palazzo
    Lampedusa a Palermo.
  • 1954 Nell'estate Lampedusa accompagna il cugino
    Lucio Piccolo al convegno letterario di San
    Pellegrino Terme e vi conosce alcuni scrittori.
    L'incontro con questo mondo lo stimola a scrivere
    il romanzo cui pensava da molti anni, il
    Gattopardo.
  • 1955 Prosegue la scrittura del Gattopardo.
  • 1956 Il Gattopardo è inviato in lettura
    all'editore Mondadori, che lo rifiuta. Prosegue
    la scrittura dei Racconti.
  • 1957 Il manoscritto è rifiutato da Elio
    Vittorini, direttore per la casa editrice Einaudi
    della collana "Gettoni".
  • 1957 (23 luglio) Giuseppe Tomasi di Lampedusa
    muore di cancro in una clinica romana.
  • 1958 Giorgio Bassani pubblica il Gattopardo,
    nella collana che dirige per l'editore
    Feltrinelli, presentandolo con una  sua
    prefazione. Il successo è grande, ma
    "post-mortem".
  • 1959 Vengono pubblicate sulla rivista "Paragone"
    le "Lezioni su Stendhal".
  • 1961 Escono postumi i Racconti.
  • 1963 Luchino Visconti trae dal Gattopardo un
    celebre film. Il Gattopardo diviene anche
    un'opera musicale.
  • Parte del materiale di questa presentazione viene
    da
  • http//kidslink.bo.cnr.it/irrsaeer/iperf.html

2
  • LA GENESI DEL ROMANZO
  • Giuseppe Tomasi di Lampedusa cominciò a scrivere
    il suo romanzo probabilmente dopo il giugno del
    1955 e terminò la prima stesura alla fine del
    1956.
  • Lopera non nasceva a caso, ma era il frutto di
    unesperienza che era durata tutta una vita.
    Secondo la testimonianza della vedova, Lampedusa
    aveva già manifestato lintenzione di comporre
    qualcosa, diciotto anni prima di iniziare la
    stesura del Gattopardo.
  • Il progetto iniziale di Lampedusa era quello di
    narrare la giornata di un principe siciliano nel
    1860 col tempo lidea si chiarì nella sua mente
    e allinizio della sua prima stesura del romanzo,
    Tomasi disse a Gioacchino Lanza "Saranno 24 ore
    della vita del mio bisnonno il giorno dello
    sbarco di Garibaldi". Più tardi però si rese
    conto che questa organizzazione del libro era
    limitativa, così decise di ripiegare sullo schema
    di tre tappe di 25 anni il 1860, 1885 con la
    morte del Principe (che è anche la morte del
    bisnonno e che nella finzione romanzesca
    diventerà il 1883) ed infine il 1910.
  • In uno dei primi mesi del 1956, Tomasi presentò
    ai suoi amici il primo capitolo, ancora senza
    titolo, ma in una stesura quasi definitiva. A
    questa si aggiunsero, una dopo laltra fino al
    marzo 1957, tutte le altre parti scritte a mano
    su grandi quaderni formato protocollo. E' il
    cosiddetto "Gattopardo (completo)", come si legge
    nell'intestazione del manoscritto. Di questa
    stesura si servì Bassani per confrontarla con le
    parti dattiloscritte, se pure incomplete, di cui
    disponeva. Anche se Tomasi disse che si trattava
    della prima stesura del romanzo, la vedova rivelò
    che in realtà una stesura antecedente a questa
    esisteva e presentava rispetto a quella
    definitiva, alcune varianti.
  • Il manoscritto del 1957, nelle sua integrità,
    senza alcuna revisione, mantenendo intatta anche
    la punteggiatura dellautore, venne pubblicato da
    Feltrinelli nel dicembre del 1969.

3
  • IL GENERE
  • A Guido Lajolo (31 marzo 1956)
  • Carissimo Guido, ... sono accaduti due fatti
    importantissimi 1, ho scritto un romanzo 2,
    stiamo per adottare un figlio. Comincio dal primo
    e meno importante evento. ... Immagino che il
    libro ti piacerà esso è di argomento storico
    senza rivelare nulla di sensazionale cerca di
    indagare le reazioni sentimentali e politiche di
    un nobiluomo siciliano alla spedizione dei Mille
    e alla caduta del regno borbonico. Il
    protagonista è il Principe di Salina, tenue
    travestimento del principe di Lampedusa mio
    bisnonno. E gli amici che lo hanno letto dicono
    che il Principe di Salina rassomiglia
    maledettamente a me stesso. Ne sono lusingato
    perché è un simpaticone. Tutto il libro è
    ironico, amaro e non privo di cattiveria. Bisogna
    leggerlo con grande attenzione perché ogni parola
    è pesata ed ogni episodio ha un senso nascosto.
    Tutti ne escono male il Principe e il suo
    intraprendente nipote, i borbonici e i liberali,
    e soprattutto la Sicilia del 1860.....
  • A Guido Lajolo (7 giugno 1956)
  • .... Esso è composto di cinque lunghi racconti
    tre episodi si svolgono nel 1860, anno della
    spedizione dei Mille in Sicilia, il quarto nel
    1883, l'ultimo, l'epilogo, nel 1910,
    cinquantenario dei Mille, e mostrano il
    progressivo disfacimento dell'aristocrazia tutto
    vi è soltanto accennato e simboleggiato non vi è
    nulle di esplicito e potrebbe sembrare che non
    succeda niente .... il protagonista sono in
    fondo io stesso e il personaggio chiamato
    Tancredi è il mio figlio adottivo ....
  • A Guido Lajolo (2 gennaio 1957)
  • .... Non vorrei però che tu credessi che fosse
    un romanzo storico! Non si vedono né Garibaldi né
    altri l'ambiente solo è del 1860 il
    protagonista, Don Fabrizio, esprime completamente
    le mie idee, e Tancredi, suo nipote, è Giò
    ..... In quanto ai "Viceré" il punto di vista é
    del tutto differente il "Gattopardo" è
    l'aristocrazia vista dal di dentro senza
    compiacimenti ma anche senza le intenzioni
    libellistiche di De Roberto .....  

4
  • LE NOTAZIONI DI SINTESI CHE TOMASI PREMETTE A
    CIASCUN CAPITOLO
  • CAP. I Il rosario e la presentazione del
    principe - il giardino e il soldato morto - le
    udienze reali - la cena - in vettura per Palermo
    - landata da Mariannina - il ritorno a San
    Lorenzo - la conversazione con Tancredi - in
    Amministrazione i feudi e i ragionamenti
    politici - in osservatorio con padre Pirrone -
    distensione al pranzo - Don Fabrizio e i
    contadini - Don Fabrizio e il figlio Paolo - la
    notizia dello sbarco e di nuovo il rosario.
  • CAP. II il viaggio per Donnafugata - precedenti
    e svolgimento del viaggio - larrivo a
    Donnafugata - in chiesa - Don Onofrio Rotolo - la
    conversazione nel bagno - la fontana di Anfitride
    - la sorpresa prima del pranzo - il pranzo e le
    varie reazioni - Don Fabrizio e le stelle - la
    visita al monastero - ciò che si vede da una
    finestra.
  • CAP III la partenza per la caccia - i fastidi
    di Don Fabrizio - la lettera di Tancredi - la
    caccia e il Plebiscito - Don Ciccio Tumeo
    inveisce - come si mangia un rospo - epiloghetto.
  • CAP IV Don Fabrizio e Don Calogero - la prima
    visita di Angelica - larrivo di Tancredi e
    Caviraghi - larrivo di Angelica - il ciclone
    amoroso - il rilassamento dopo il ciclone - un
    piemontese arriva a Donnafugata - un giretto in
    paese - Chevalley e Don Fabrizio - la partenza
    allalba.
  • CAP. V Larrivo di padre Pirrone a S. Cono - la
    conversazione con gli amici e lerbario - i guai
    familiari di un gesuita - la risoluzione dei guai
    - la conversazione con "luomo donore" - Il
    ritorno a Palermo.
  • CAP VI Andando al ballo - il ballo ingresso di
    Pallavicino e dei Sedàra - il malcontento di Don
    Fabrizio - in biblioteca - Don Fabrizio balla con
    Angelica - la cena la conversazione con
    Pallavicino - il ballo appassisce, si ritorna a
    casa.
  • CAP VII La morte del principe.
  • CAP VIII La visita di Monsignor Vicario - il
    quadro e le reliquie - la camera di Concetta - la
    visita di Angelica e del senatore Tassoni - il
    Cardinale la fine delle reliquie - Fine di
    tutto.

5
  • SISTEMA DEI PERSONAGGI

6
  • I LUOGHI
  • luoghi privati interni ed esterni
    rappresentati dalle dimore private
    aristocratiche i palazzi dei Salina (di città,
    del suburbio, di Donnafugata), il palazzo
    Ponteleone, i giardini relativi
  • luoghi pubblici (il palazzo reale, il convento di
    Santo Spirito, la chiesa e il palazzo del
    Municipio a Donnafugata)
  • spazi urbani (descritti nel percorso fatto dal
    principe per raggiungere labitazione di
    Mariannina dal palazzo suburbano o nel breve
    percorso da palazzo Lampedusa a palazzo
    Ponteleone per il ballo a Donnafugata il
    percorso di Chevalley per raggiungere o lasciare
    il palazzo)
  • campagna desolata, luogo di transito,
    attraversata dai principi negli spostamenti da
    una dimora all'altra (da Palermo a Donnafugata) o
    percorso di caccia.
  • Nel Gattopardo il paesaggio è elemento primario
    della narrazione e diventa un carattere del
    dramma con un suo ruolo essenziale non quindi
    uno scenario indifferente, ma agisce e
    interagisce con i personaggi e in particolare con
    i protagonisti, la cui vita si svolge tra luno e
    laltro dei loro isolati e anche lontani
    possedimenti.

7
  • PUNTO DI VISTA
  • tecnica del narratore onnisciente
  • focalizzazione interna assume frequentemente il
    punto di vista del principe e spesso in questi
    casi ne condivide anche la visione del mondo. Lo
    si può constatare in alcuni punti chiave del
    romanzo quando Tancredi dà, all 'inizio, la sua
    valutazione politica dei "nuovi tempi", dando
    così anche l'elementare spiegazione della sua
    adesione ad essi, esprime una posizione che il
    protagonista come l'autore giudica valida e
    vincente per un periodo non brevissimo.Quando
    Tumeo prevede la caduta della famiglia Salina,
    pur facendo una indovinata pessimistica
    previsione, rimane, secondo la voce narrante, un
    "pietoso burattino", perchè ignora l'inevitabile.
    Anche qui, le valutazioni del principe sono
    concordanti con quelle del narratore
    l'arroccamento sui dogmi dell'antico regime è un
    atteggiamento inconcepibile.
  • In altri casi invece il narratore, che dimostra
    di saperne di più dei suoi personaggi, esprime la
    sua visione delle cose direttamente e
    l'identificazione narratore - principe di Salina
    non funziona più. Durante il colloquio tra il
    principe e Don Ciccio Tumeo, in un passaggio il
    narratore si distingue nettamente dal
    personaggio, ponendosi interprete del pensiero
    dell'autore "Don Fabrizio non poteva saperlo
    allora, ma una parte della neghittosità,
    dell'acquiscenza per la quale durante i decenni
    seguenti si doveva vituperare la gente del
    Mezzogiorno, ebbe la propria origine nello
    stupido annullamento della prima espressione di
    libertà che a questo popolo si era mai
    presentata" (pag.139).
  • Nell'ultima parte, dopo la morte del principe, il
    pensiero di Tomasi è di volta in volta prestato a
    questo o a quel personaggio o allo stesso
    narratore.

8
  • LA VISIONE DEL MONDO
  • LA MONARCHIA
  • "I re che incarnano un'idea non possono, non
    devono scendere per generazioni al di sotto di un
    certo livello se no ... anche l'idea
    patisce"(pag.25).
  • LA CHIESA
  • "..in una realtà mobile.. alla Santa Chiesa è
    stata esplicitamente promessa l'immortalità, a
    noi, in quanto classe sociale, no...(pag.55)".
  • L'ARISTOCRAZIA
  • IL NUOVO STATO UNITARIO
  • L'AMORE
  • "che cercano di godere dell'esiguo raggio di luce
    accordato loro fra le due tenebre, prima della
    culla, dopo gli ultimi strattoni" (pag.266).

9
  • STILE
  • Antitesi
  • "silenzio atono o stridore esasperato di voci
    isteriche
  • "la Principessa tese la mano infantile e carezzò
    la potente zampaccia che riposava sulla tavola
  • "cinque enormi dita sfiorarono la minuscola
    scatola cranica di lei".
  • Giardino ? macerato
  • Rose ? degenerate, arse, mutate in cavoli color
    carne, oscene.

10
  • STILE
  • Lingua

"le parole rigavano l'atmosfera lunare della
camera chiusa, rosse come torce iraconde", "il
pugnale del rimpianto infitto nel cuore", "la
semioscurità glauca della stanza"
"schifosissimo rospo", "sputando continuamente
per lo schifo", "il Principe gli spiaccicò una
spalla con una manata", "pisciata di mulo", "era
una porcata che vendicava un'altra porcata."
"Questi pensieri erano sgradevoli, come tutti
quelli che ci fanno comprendere le cose troppo
tardi.", "il Principe si seccò, tanto geloso è
l'orgoglio di classe anche nel momento in cui
traligna", "il fidanzato aveva già insegnato ad
Angelica l'impassibilità, questo fondamento della
distinzione",
11
  • STILE
  • Metafore
  • Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i
    Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi
    li vorrà svegliare..."
  • "Vengono per insegnarci le buone creanze ma non
    lo potranno fare, perché noi siamo dei".
  • Fra il gruppetto ad un tratto si fece largo una
    giovane signora snella con un vestito marrone da
    viaggio ad ampia tournure, con un cappello di
    paglia ornato da un velo a pallottoline che non
    riusciva a nascondere una maliziosa avvenenza del
    volto. Insinuava una manina guantata di camoscio
    fra un gomito e l'altro dei piangenti, si
    scusava, si avvicinava. Era lei, la creatura
    bramata da sempre che veniva a prenderlo strano
    che così giovane com'era si fosse arresa a lui
    l'orario di partenza del treno doveva essere
    vicino. Giunta faccia a faccia con lui sollevò il
    velo, e così, pudica, ma pronta ad essere
    posseduta, gli apparve più bella di come mai
    l'avesse intravista negli spazi stellari"

12
  • STILE
  • Ironia

Senso di distacco e superiorità rispetto alle
illusioni e alle ipocrisie
"Le ragazze, questi esseri incomprensibili per i
quali il ballo è una festa e non un dovere
mondano" "attribuire ad altri la propria
infelicità (...) è l'ultimo ingannevole filtro
dei disperati...".
13
  • STILE
  • Parentesi

Giudice onnisciente, creatore che spiega la
creatura e se ne impadronisce
Tutti gli altri (Tancredi compreso, rincresce
dirlo) manifestarono il loro sollievo..."
"quindi la rivelazione di questa possibile
relazione galante (che era del resto inesistente)
le causò un attacco del più assurdo tra i
flagelli, quello della gelosia retrospettiva"
"l'impulso di lussuria atavica (che poi non era
del tutto lussuria, ma anche atteggiamento
sensuale della pigrizia) fu brutale a tal punto
da far arrossire il civilizzatissimo gentiluomo"
"i siciliani (di allora).."
14
  • IL FILM

Il film Il Gattopardo, realizzato da Luchino
Visconti nel 1962 con il sistema di ripresa
Technirama e uscito nel 1963, risultò vincitore
della Palma d'oro a Cannes, quindi di tre nastri
d'argento e del David di Donatello. Il film segna
una svolta nella produzione registica di
Visconti infatti "le tematiche della
soggettività, quelle della solitudine e della
morte, dell'enigma e della infelicità individuale
... hanno gli stessi diritti, estetici e
culturali delle tematiche dell'oggettività.
 ... Il Gattopardo di Visconti puo essere
definito un'opera di transizione dal primo
Visconti (quello dei film neorealistici) in cui
il mondo oggettivo riesce a prevalere, al secondo
Visconti, in cui le tematiche del decadentismo e
del crepuscolo hanno il sopravvento sulle urgenze
della Storia, dell'Ideologia e della Politica"
(Lino Micciché). Luchino Visconti (Milano, 1906
- Roma, 1976), iniziò la sua carriera di regista
nel 1943 con Ossessione nel 1948 con La terra
trema (dai Malavoglia di Verga) e nel 1952 con
Bellissima diede due capisaldi del neorealismo.
Con Senso (1954) da un racconto di Camillo Boito,
affrontò il mondo dell'800. Dopo Le notti bianche
(1957) e Rocco e i suoi fratelli (1960), diresse
Il Gattopardo, che uscì nel 1963. Seguirono Vaghe
stelle dell'orsa (1965), La caduta degli dei
(1969), Morte a Venezia (1971), Ludwig (1973).
Molte le regie teatrali, anche di opere liriche
soprattutto verdiane. 
15
LE SEQUENZE DEL FILM 1. Titoli di testa e
presentazione di villa Salina 2. La recita del
rosario. Voci concitate dal giardino 3. Il
principe riceve la notizia dello sbarco dei
Garibaldini (11 maggio 1860). Decide di recarsi a
Palermo. Crisi di pianto della principessa 4. In
giardino ritrovamento del soldato morto 5.
Viaggio verso Palermo del principe accompagnato
da padre Pirrone, che lo invita a indurre a
maggiore prudenza il nipote Tancredi un posto di
blocco la casa di Mariannina in un ambiente
degradato 6. Il mattino dopo nella stanza da
bagno dialogo tra il principe e Tancredi
Tancredi annuncia che partirà per la guerra
contro Franceschiello "Se vogliamo che tutto
rimanga com'è bisogna che tutto cambi". La
vestizione del principe 7. La partenza di
Tancredi. Il commiato. I familiari dalla
balaustra del terrazzo seguono con lo sguardo
l'allontanarsi del calesse. Intenerimento di
Concetta 8. Il principe nell'osservatorio con
padre Pirrone, considerazioni d'ordine morale e
politico 9. I garibaldini in città, assalto di
porta Termini, esecuzioni di popolani da parte di
truppe governative, la vendetta della popolazione
inferocita combattimenti Tancredi tra i
combattenti nelle file garibaldine 10. Il
viaggio per Donnafugata in un paesaggio assolato
e desertico le carrozze ferme a un posto di
blocco garibaldino l'intervento risoluto di
Tancredi 11. Una sosta all'osteria padre
Pirrone definisce i "signori" e la loro atavica
"differenza" 12. Una colazione sull'erba 13.
Rievocazione (dissolvenza) nella mente del
principe della ospitalità data dai Salina a
Tancredi e a due suoi compagni d'arme, per il cui
lasciapassare fu possibile superare il blocco
stradale. A villa Salina i due ospiti ammirarono
i dipinti alle pareti 14. Ancora nel corso della
sosta Tancredi e Concetta 15. Rievocazione in
dissolvenza della visita dei compagni d'armi di
Tancredi in quella circostanza Concetta
manifestò preoccupazione per la ferita di
Tancredi 16. Larrivo a Donnafugata il
benvenuto del sindaco Sedara e dell'organista
Ciccio Tumeo in chiesa il Ringraziamento i
componenti la famiglia, stanchi e impolverati,
negli scranni del coro 17. La conversazione nel
bagno con padre Pirrone a proposito di Concetta
18. Il pranzo e le varie reazioni all'ingresso
di Sedara prima apparizione di Angelica
conversazioni a tavola il racconto di Tancredi
sulle imprese belliche imbarazzante risata di
Angelica risentimento di Concetta 19. Dall'alto
del palazzo il principe vede Tancredi andare a
far visita ad Angelica 20. Il plebiscito il
principe va a votare accompagnato da padre
Pirrone (dei paesani cantano la Bella Gigogin)
il rinfresco offerto al principe dal sindaco 21.
Il sindaco annuncia tra interruzioni di varia
natura l'esito del Plebiscito dall'alto il
principe osserva 22. All'alba la partenza per
la caccia con don Ciccio Tumeo conversazione sul
Plebiscito, Don Ciccio Tumeo inveisce per la
scorrettezza nel computo dei risultati. Il
principe chiede informazioni sui Sedara lui "un
castigo di Dio" la moglie come un animale, ma
bellissima, figlia di un ammazzato di lupara 23.
Camera da letto il principe ha tra le mani la
lettera di Tancredi con la richiesta di
matrimonio la principessa piange e accusa il
principe irremovibile 24. Ancora il principe a
caccia annuncia il matrimonio tra Tancredi e
Concetta a don Ciccio Tumeo che non si capacita
25. Incontro principe - Sedara richiesta di
matrimonio accordi il principe evoca l'immagine
della bellissima moglie di don Calogero Sedara,
attribuendole le fattezze di Angelica  26.
Ritorno di Tancredi e di Cavriaghi, che corteggia
invano Angelica (le dona i canti dell'Aleardi)
Tancredi annuncia di essere entrato nell'esercito
sabaudo il dono dell'anello ad Angelica 27.
Tancredi e Angelica nelle stanze del palazzo
inseguono il loro amore 28. Un piemontese arriva
a Donnafugata 29. Chevalley intrattenuto nel
salotto della famiglia Salina si gioca carte
Tancredi si compiace nel riferire a Chevalley
vicende di violenza e di sangue accadute in
Sicilia 30. Dialogo tra il principe e Chevalley
rifiuto del principe alle offerte di Chevalley
(la carica di senatore) le ragioni del principe
31. Chevalley accompagnato da Don Fabrizio parte
allalba, attraversando un paesaggio di miseria e
degrado 32. Lavoratori nei campi l'immagine
trapassa per dissolvenza alla sala del ballo
ingresso di Pallavicino e dei Sedara pensosità
del principe, che osserva la propria immagine
stanca allo specchio 33. Il principe in
biblioteca il quadro dell'agonizzante il
corteggiamento della morte. La seduzione di
Angelica 34. Don Fabrizio balla con Angelica la
cena la conversazione di Pallavicino 35.
Dialogo tra Angelica, Concetta, poi Tancredi il
ballo continua il principe allo specchio
nella stanza da bagnosul suo viso una lacrima
36. Il ballo appassisce, si ritorna a casa i
commiati 37. Il principe rincasa a piedi, solo,
in un paesaggio livido e desolato 38. Passa il
Viatico il principe si inginocchia pensieri di
morte 39. In carrozza Sedara, Angelica e
Tancredi soddisfatti e stanchi 40. Spari in
lontananza, commento rassicurante di Sedara 41.
Il principe a piedi si allontana immergendosi
nell'oscurità di un vicolo
16
Inquadratura I Il cielo azzurro a tutto schermo.Anche la musica segue lo spostamento della m.d.p., innalzandosi di tono quando anch'essa è chiamata a descrivere l'imponenza della villa. Il primo tema musicale si sviluppa su una prima inquadratura fissa, su un semplice azzurro a tutto schermo
Inquadratura II Esterno della villa (carrellata, panoramica). Le fronde di un albero. Un cancello chiuso. Al di là un viale con statue bianche a lato. La villa sullo sfondo.La dissolvenza dei titoli di testa accompagna la dissolvenza sonora che prelude al secondo tema musicale, che commenta un'unica inquadratura in movimento (il superamento del muro di cinta e del cancello).
Inquadratura III Nel giardino dettagli. Alcuni alberelli. Sulla parte destra dello schermo un busto con taglio ravvicinato.
Inquadratura IV Ancora dettagli del giardino (e ancora un piano ravvicinato di un busto). E' inquadrata dal basso verso l'alto una statua il cui viso appare consumato dal tempo
Inquadratura V Panoramica basso - alto e verso destra. Dettagli del palazzo, poi il totale. L'inquadratura resta fissa per alcuni istanti.Le inquadrature terza, quarta e quinta sono accorpate dallo stesso tema musicale.
Inquadratura VI, VII Mezzo totale della villa. A destra una statua di donna che guarda verso la linea di fuga della prospettiva. Il viale. Il palazzo sullo sfondo. La m.da p. si avvicina ancora al palazzo.
Inquadratura VIII, IX L'angolo sinistro della villa alle finestre le tende frangisole. Sulla terrazza le porte e le finestre aperte le tende mosse dal vento. Un quarto tema musicale infine accompagna le ultime quattro inquadrature. Poi si abbassa il volume della musica e sfocia in un brusio di voci, mentre si staglia sull'immagine l'ultima sovraimpressione dei titoli di testa, con il nome del regista.       
17
  • SIMBOLI IL PAESAGGIO

Il racconto si articola attraverso una dicotomia
spaziale agli esterni siciliani bruciati dal
sole fanno da contrappunto i sontuosi interni dei
palazzi principeschi, dentro i quali se ne stanno
rintanati i fantasmi dell'aristocrazia, raggelata
nel suo secolare splendore. L'estrema luminosità
del paesaggio è resa attraverso una calda
tonalità gialla, che non delinea i particolari,
ma che stempera i loro splendori, accentuando
così la sensazione di un deserto monocromo che
tutto assorbe in sé stesso. Visconti, fin dalla
prima sequenza, evidenzia il contrasto tra
l'interno e l'esterno come un contrasto
"drammatico" di colori, di chiari e di scuri. Il
sole accecante del paesaggio filtra dalle
finestre aperte negli interni del palazzo. Il
vento gonfia le tende preziose come ad indicare
la storia che preme contro il mondo chiuso
dell'aristocrazia.
18
  • SIMBOLI IL PAESAGGIO

Il Principe Salina, visto di spalle, dalla
finestra del suo osservatorio guarda il panorama
e dice a Padre Pirrone "Guardate che bellezza,
ce ne vorranno di Vittorio Emanuele per mutare
questa pozione magica, che ci viene
quotidianamente versata". Come chiave
interpretativa di tutto il Gattopardo si può
prendere questa inquadratura del panorama
(successivamente infatti le "apparizioni" della
natura sono sempre legate alla presenza del
principe, come viste idealmente dai suoi occhi)
si tratta di uno sguardo materiale, ma anche
psichico e "politico" quello sguardo sul
panorama siciliano si espande sulla storia il
cannocchiale che accarezza Padre Pirrone, dopo
aver invitato il Principe a confessare dei
peccati, uno "della carne" e uno "dello spirito",
è la metafora di quello sguardo, a cui si
sovrappone, con anticipazione fonica, il suono
delle trombe della scena successiva (la battaglia
tra i garibaldini e le truppe borboniche a
Palermo). L'osservatorio del Principe è l'unico
ambiente de Il Gattopardo dotato di un'esistenza
esclusivamente cinematografica, ricostruito in un
luogo capace di offrire una vasta panoramica
sulla campagna palermitana in questo caso la
creazione di un falso serve a soddisfare un
puntiglio realistico e poetico mostrare, anche
in poche inquadrature, il paesaggio autentico che
irradia dalla finestra, così come viene descritto
nel romanzo di Tomasi di Lampedusa, che Visconti
porta con sé sul set.
Losservatorio sequenza 8
19
  • SIMBOLI IL PAESAGGIO

Naturalmente è negli esterni che l'estetica
"della visione espansa" si percepisce più
chiaramente si prendano ad esempio il lungo
viaggio verso la residenza estiva di
Donnafugata.Nel caso del trasferimento a
Donnafugata, la carovana del Principe e dei suoi
familiari, grazie ai campi lunghissimi esaltati
dal cinemascope e dall'accompagnamento
musicale, assume i contorni di un' epopea, in una
Sicilia fuori dal tempo.
Il viaggio per Donna Fugata sequenza 10
20
  • SIMBOLI IL PAESAGGIO

Nella sosta durante la caccia, il cinemascope
consente una sorta di doppia inquadratura che
permette di seguire parallelamente, come le due
canne del fucile del Principe, le due azioni e i
risvolti psicologici dei due personaggi.La
natura che appare nella sequenza appena citata e
nella seguente, è un luogo assoluto, immobile,
indifferente alla storia. I campi lunghi e le
inquadrature dall'alto  sottolineano la sua
apertura epica e solenne, accentuata ora dalla
musica, ora dal rintocco delle campane.
La caccia sequenza 22
21
  • SIMBOLI IL COLORE

Azzurro Scena sfondo dei titoli di testa.
Significato E' il colore dell'immateriale per
eccellenza, situa il film in uno spazio fuori dal
tempo.Leggermente turchese come i cieli
mediterranei, è il colore dell'intangibile e del
ricordo colloca lo spettatore in uno spazio
filtrato dalla memoria di Tomasi di Lampedusa e
tradotto sullo schermo dalla sensibilità di
Visconti.
Giallo Scena Viaggio verso Donnafugata    
Significato Gli esterni siciliani nei quali
prevale il color giallo ocra del sole affocato
assumono un significato anticonvenzionale i
campi aridi e desolati della Sicilia, solcati da
strade polverose, ci danno una visione mortuaria
del paesaggio il sole che splende ed illumina il
cielo è tradizionalmente un' immagine di vita, ma
l'eccesso del calore e l'intensità della luce
feriscono e affaticano.
22
  • SIMBOLI IL COLORE

Rosso Scena Palazzo di Donnafugata  
Significato Angelica indossa un abito color
ciclamino quando conduce Tancredi nelle stanze
abbandonate del palazzo il rosso, colore del
fasto e della passione ce la rivela come una
donna in attesa, "un frutto maturo che sta per
essere raccolto". Nelle sue schermaglie amorose
con Tancredi il colore esprime tutta la sua
maturità sessuale Angelica è pronta ad offrirsi.
Il suo profilo scarlatto scivola lungo gli sfondi
beige e sbiaditi delle pareti del palazzo
contrasto tra la nuova classe borghese  in ascesa
e il degrado della nobiltà.
Rosso Scena Battaglia tra le truppe borboniche e
i Garibaldini   Significato Il rosso delle
camicie garibaldine insanguina la città con la
sua fiammeggiante purezza e si spande sullo
schermo fino ad invaderlo completamente. In
questo caso il rosso è il colore della
conquista. 
23
  • SIMBOLI IL COLORE

Bianco/Nero Scena il ballo a palazzo Ponteleone
  Significato Angelica, vestita di un bianco
smagliante, rappresenta la vita, la giovinezza,
l'ascesa della nuova classe borghese che si sta
lentamente sostituendo alla nobiltà personificata
da Don Fabrizio, che è vestito di nero, il colore
della morte, una presenza per lui ormai
dominante.
Verde Scena inquadrature iniziali Significato
Il colore verde, nel film di Visconti, appare
assai di rado. La prima scena però è ambientata
nel parco di Palazzo Salina ricco di vegetazione
di un verde intenso e scintillante, che lo isola
dal mondo esterno che, al contrario, è caotico e
rumoroso. Come il cancello funge da baluardo, il
viale rappresenta il collegamento e il distacco
della famiglia Salina col mondo esterno. Scena
la colazione sull'erba Significato
Nell'episodio del viaggio verso Donnafugata il
verde isola e protegge i protagonisti che
consumano una colazione sotto un rigoglioso
albero verde.  Scena il soldato morto
Significato Il verde tuttavia può assumere
anche un significato negativo nel giardino di
villa Salina, sotto l'ombra di un limone dalle
foglie lucenti, Visconti colloca il cadavere di
un soldato. Scena l'evocazione della bandiera
Significato Nelle parole del Principe, quando
viene evocato il tricolore della bandiera
italiana, il rosso, il bianco e il verde, sono
citati con profondo disprezzo. Il tricolore
segnerà la fine della dinastia borbonica e del
mondo dei Salina.
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  • SIMBOLI IL COLORE

Nero (con sfumature azzurre) Scena finale notte
a Palermo   Significato Il principe girovaga
per le strade di Palermo pensando costantemente
alla morte. La morte del principe (presente
nell'ultimo capitolo del libro) viene sostituita
da un' inquadratura di Don Fabrizio che, immerso
in una atmosfera tetra e livida, assiste al
passaggio del viatico. Questi blu fanno da
contrappunto al luminoso azzurro dei titoli di
testa.
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LE ANTITESI COLORE MUSICA LUCE Il regista per
definire lo stato d' animo dei personaggi e il
loro rapporto con il mondo esterno, sfrutta le
contrapposizioni di colore.Questo efficace
espediente è presente nella scena in cui Tancredi
e Angelica esplorano le innumerevoli sale del
palazzo di Donnafugata, penetrando in quelle più
riposte e segrete il vestito rosso di Angelica
simboleggia la passione e il desiderio di
Tancredi ed è in netta contrapposizione con il
colore delle pareti di ogni stanza. Di grande
rilievo sono anche il colore bianco del vestito
di Angelica e quello nero del principe di Salina
durante il ballo, che simboleggiano nell' uno la
gioia di vivere e nell' altro un presentimento di
perdita e di morte. Il ballo finale è un perfetto
"pezzo di bravura", con le sue tinte di
sensualità e di pessimismo funebre allo stesso
tempo. Un altro esempio di antitesi, intesa come
contrasto "drammatico" di colori, di chiari e di
scuri, può essere quello del sole accecante del
paesaggio siciliano che filtra dalle finestre
aperte nei sontuosi interni in penombra del
palazzo principesco. L' antitesi si può
instaurare anche tra sottocodici diversi, per
esempio quello musicale e quello visivo nelle
sequenze che descrivono l' arrivo della famiglia
Salina a Donnafugata, o il suo ingresso in chiesa
per il Te Deum, notiamo il contrasto tra l'
espressione del viso dei personaggi, seduti sugli
scranni del coro, stanchi, ricoperti di polvere,
statici e distanti nel corpo e nello sguardo, e
la musica, allegra e ritmata o solenne e
celebrativa. Attraverso la figura del principe
la vitalità voluttuosamente intrisa di sensi
funerei, la bellezza della natura e la bellezza
del mondo aristocratico, rappresentate nelle
forme di un contrasto cromatico di luci accecanti
e di ombre lambite di riflessi preziosi, possono
stringersi in un unico nodo poetico. Il film si
apre con la luce abbagliante della natura e della
grazia aristocratica (sequenze d'apertura in cui
campeggia il giardino e la villa Salina) e si
chiude con lo spegnersi dei riflessi, nel buio
della notte che trascolora.   
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