SOCIOLOGIA CORSO DI LAUREA IN AMMINISTRAZIONE, GOVERNO E SVILUPPO LOCALE Facolt - PowerPoint PPT Presentation

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SOCIOLOGIA CORSO DI LAUREA IN AMMINISTRAZIONE, GOVERNO E SVILUPPO LOCALE Facolt

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Walter Lippmann (1922) ... Stimolazione eccessiva: la propaganda. Imitazione degli altri o socializzazione? Gabriel Tarde (1843-1904) e Les lois de l'imitation ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: SOCIOLOGIA CORSO DI LAUREA IN AMMINISTRAZIONE, GOVERNO E SVILUPPO LOCALE Facolt


1
SOCIOLOGIACORSO DI LAUREA IN AMMINISTRAZIONE,
GOVERNO E SVILUPPO LOCALEFacoltà di Scienze
Politiche
  • I testi che seguono corrispondono a quelli dei
    lucidi proiettati a lezione, in ordine
    cronologico.
  • In questo file sono contenute solamente le
    presentazioni Powerpoint.
  • Si tratta di un materiale che vi indica i
    punti-chiave del nostro programma.

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Docente Alessandro Mongili
  • Dipartimento di Ricerche Economiche e Sociali
  • Studio n 18, I piano
  • mongili_at_unica.it
  • N di telefono 0706753675
  • Orario di ricevimento giovedì dalle 12.00 alle
    14.00

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SOCIOLOGIA 9 CREDITI, 60 ORE DI LEZIONE FRONTALE
  • I Modulo
  • Pier Paolo Giglioli (a cura di), Invito allo
    studio della società, Bologna, Il Mulino 2005. IN
    SIGLA PPG
  • Teresa Grande ed Ercole Giap Parini (a cura di),
    Studiare la società. Questioni, concetti, teorie,
    Roma, Carocci 2007. IN SIGLA TGEP
  • Parte. Introduzione alla sociologia
  • La società e le istituzioni primarie (TGEP
    17-39).
  • Corpo, sesso, età (PPG, 13-35).
  • Modernità, razionalizzazione, memoria (TGEP
    41-63, eccetto le pp. 56-59).
  • Potere, inclusione ed esclusione (PPG 131-150 e
    37-43 e 45-59).
  • Lavoro, occupazione e stratificazione sociale
    (TGEP 109-129).
  • La città. Folla, movimenti, comportamenti
    collettivi (PPG, 159-178 esclusi i paragrafi 8.
    e 9. e TGEP 173-193).
  • Comunicazione e media (PPG 185-209).
  • Consumi e stili di vita (TGEP 195-214).

4
SOCIOLOGIA 9 CREDITI, 60 ORE DI LEZIONE FRONTALE
  • II modulo
  • Herbert Blumer, La metodologia dell'interazionismo
    simbolico, Roma, Armando Armando 2006, IN SIGLA
    BLU.
  • Howard Saul Becker, Outsiders. Saggi di
    sociologia della devianza, EGA, Torino 1987
    (esclusa Appendice). IN SIGLA BECK
  • II Parte. La sociologia come disciplina
    scientifica
  • Loggetto specifico della sociologia come scienza
    (BLU 37-68)?
  • III Parte. La sociologia interazionista della
    devianza.
  • (BECK 21-204)?
  •   Definizioni di devianza.
  •  Lapproccio interazionista allo studio della
    devianza.
  •   Etichetta, carriera deviante.
  •  Consumo di sostanze stupefacenti e carriera
    deviante
  • Devianza e controllo sociale.
  • Cultura di un gruppo deviante e concetto
    sociologico di cultura.
  • Le norme e la loro applicazione.
  • Gli imprenditori morali e la creazione delle
    norme

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SOCIOLOGIA 9 CREDITI, 60 ORE DI LEZIONE FRONTALE
  • Lesame
  • LESAME IN DUE VOLTE
  • Solo chi frequenta le lezioni frontali e chi si
    iscrive alle esercitazioni può sostenere lesame
    in due volte. La prima, nella sessione di
    novembre 2007, consisterà in una prova scritta
    sul primo modulo la seconda, SOLO nella sessione
    di gennaio-febbraio 2008 (ENTRAMBI GLI APPELLI),
    consisterà in una prova orale sul II modulo.

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SOCIOLOGIA 9 CREDITI, 60 ORE DI LEZIONE FRONTALE
  • Lesame
  • LESAME IN UNA SOLA VOLTA
  • TUTTI potranno sostenere, a partire dalla
    sessione invernale desami (gennaio-febbraio)
    2008, lesame scritto su tutto il programma.

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SOCIOLOGIA 9 CREDITI, 60 ORE DI TUTORAGGIO
  • Tutore dott. Matteo Valdès
  • Le date dellesercitazione sono, in base al
    gruppo di appartenenza
  • venerdì gruppo A 10.00-12.00 e 14.00-16.00, aula
    10c (ex-Istituto dei Ciechi, Via Nicolodi).
  • Nei giorni di esercitazione il dottor Valdès
    riceverà gli studenti in Aula tutor (stesso
    edificio), dalle 12.30 alle 13.30.
  • matteo.valdes_at_virgilio.it

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Sociologia
  • una disciplina che studia la vita sociale degli
    individui, dei gruppi e delle intere società.

9
Il mondo in questione
La sociologia si oppone al senso comune
  • Fornisce rappresentazioni verificabili dei
    fenomeni sociali

Contribuisce, a sua volta, alla formazione del
senso comune.
10
Fare cose assieme
  • La sociologia studia i fenomeni che prendono
    forma in base alla collaborazione e alla
    cooperazione degli individui i processi sociali,
    le azioni sociali, i modelli di comportamento, le
    convenzioni sociali, le norme, i valori...
  • I fenomeni sociali non sono statici, ma mutano
    continuamente e producono effetti come le
    individualità, le leggi, le mode, i criteri di
    gusto, gli ordini di priorità.
  • Mentre la società è un'astrazione del pensiero, i
    sistemi situati di interazione hanno realtà
    empirica

11
La società e la sociologia
  • Intendiamo per società quell'insieme di
    relazioni che danno forma a linguaggi, forme
    stabili di aspettative reciproche, repertori
    condivisi di narrative che hanno una relativa
    stabilità di fronte alla interazione continua fra
    individui.
  • La sociologia è una disciplina che all'interno
    dei quadri scientifici sviluppa una conoscenza
    verificabile della vita sociale. Essa è parte di
    un movimento sociale tipico dell'Occidente vòlto
    a mettere in questione il senso comune ed a
    fornire rappresentazioni fondate della società
    umana.

12
La modernità
  • La sociologia sorge assieme ai grandi
    rivolgimenti che caratterizzano la nascita della
    società industriale.
  • Questo tipo di società viene presto
    concettualizzato come radicalmente nuovo e dotato
    di caratteri nuovi e diversi rispetto a tutte le
    società precedenti.
  • Si afferma un modello dicotomico (oggi in crisi),
    che distingue la società moderna dalle società
    premoderne, o tradizionali, e una visione della
    storia come progresso, sviluppo o
    evoluzione.

13
Émile Durkheim e il fatto sociale
  • Durkheim (1858-1917) individua fenomeni (fatti
    sociali) che non sono spiegabili in base alle
    volontà individuali, ma solo in base ad altri
    fatti sociali (norme, rappresentazioni
    collettive, condizioni sociali) essi sono
    l'oggetto della sociologia.
  • I fatti sociali sono cose che danno forma alle
    nostre vite. La società, insieme di fatti
    sociali, è una realtà sui generis, e come tale va
    studiata.

14
Émile Durkheim società semplici e complesse
  • Non tutte le società sono uguali quelle in cui
    la divisione del lavoro è elevata e i ruoli
    sociali diversificati ha una densità morale
    incomparabile, cioè non ha più un fondamento
    comune in termini di valori, norme, compiti e
    mansioni individuali.
  • Le società complesse sono meno integrate e meno
    regolate di quelle semplici, e gli individui
    hanno di fronte norme contraddittorie,
    sovrabbondanti o assenti il risultato è l'anomia
    e la devianza.
  • Tuttavia, entrambi i tipi di società poggiano su
    un principio di coesione, che però non è lo
    stesso.

15
Émile Durkheim solidarietà meccanica
  • Nelle società semplici, gli individui sono simili
    per ruolo ma la divisione del lavoro è scarsa e
    gli scambi economici limitati. Tutti potrebbero
    sopravvivere del proprio. Le città sono poche e
    piccole. La famiglia e il gruppo d'appartenenza
    immediata domina.
  • Il legame (la solidarietà) si fonda
    sull'appartenenza e sulla condivisione di un
    sistema culturale e religioso. Le norme sono
    sacralizzate e immutabili.
  • La solidarietà è definita meccanica in quanto le
    società semplici stanno in piedi per
    giustapposizione di elementi fra di loro autonomi
    e autosufficienti.

16
Émile Durkheim solidarietà organica
  • Nelle società complesse, gli individui hanno
    ruoli molto differenziati, la divisione del
    lavoro e gli scambi economici sono molto
    sviluppati. Sono società urbane. La famiglia e il
    gruppo d'appartenenza perde rilevanza.
  • Il lavoro e la sopravvivenza di ognuno è
    impensabile senza un legame stabile con chi ha
    lavori diversi. Le individualità non sono più
    assorbite da sistemi culturali uniformi, ma
    differenziate.
  • La solidarietà è definita organica in quanto le
    società complesse di fondano sulla divisione del
    lavoro e funzionano come un organismo.

17
Tipi di relazioni prevalenti comunità e società
  • Ferdinand Tönnies (1855-1920) concettualizza i
    due tipi di relazioni prevalenti nei due tipi di
    società.
  • Comunità si riferisce a relazioni fondate
    sull'affettività, sull'appartenenza nelle
    società moderne sono marginali.
  • Società sono relazioni che si fondano sullo
    scambio e l'interesse, interstiziali, in cui si
    entra in relazione con gli altri per porzioni
    della propria individualità. Esse costituiscono
    l'ordito della società moderna.

18
Intrico formale e adattamento reciproco
  • Georg Simmel (1858-1918) è il primo sociologo a
    vedere la società come insieme caotico di
    relazioni di tipo diverso e di cerchie sociali
    eterogenee.
  • Fra di esse, relazioni e cerchie sociali
    eterogenee vivono in un costante adattamento
    reciproco dagli esiti più eterogenei.
  • Dall'intrico caotico di relazioni eterogenee
    emergono forme stabili che vengono incorporate e
    date per scontate (istituzionalizzate) sono le
    forme di sociazione, che però subiscono torsioni
    continue e mutano continuamente (tragicità
    della vita sociale)?

19
Il sogno di una società dotata di senso
  • Per molta sociologia e molto a lungo le
    istituzioni sociali non sono state viste come
    forme di sociazione emerse dal fluire caotico
    delle relazioni eterogenee ma come fatti che
    hanno una funzione in quanto rispondono a bisogni
    sociali stabili.
  • Il legame fra i fatti sociali e la vita
    quotidiana è qui riferito alla formazione delle
    individualità nei processi educativi e di
    socializzazione, e alla cogenza normativa.
  • Questo tipo di sociologia si ispira alle
    modellizzazioni astratte delle scienze naturali.

20
Il sogno di una società dotata di senso lo
schema AGIL
  • Talcott Parsons (1902-1979) indicava nella
    struttura sociale l'esistenza di alcune funzioni
    cui ogni società risponderebbe con lo sviluppo di
    istituzioni sociali.
  • Tali funzioni (imperativi funzionali) sono
  • ADAPTATION strutture economiche
  • GOALS ATTAINMENT strutture politiche
  • INTEGRATION strutture giuridiche, religione
  • LATENCY strutture culturali e della
    socializzazione.
  • Tale approccio è chiamato struttural-funzionalismo
    .

21
Un caso concreto la famiglia
  • L'evoluzione della famiglia come istituzione
    sociale non può essere spiegata in funzione della
    sua risposta alla latency, ma in base alla sua
    storia molteplice ed estremamente varia.
  • Quello che chiamiamo famiglia corrisponde a forme
    molto diverse di convivenze. Peter Laslett, nel
    1972, identificò i tipi seguenti, in base alla
    residenza 1. Persone sole 2. Famiglie senza
    struttura 3. Famiglie semplici o nucleari 4.
    Complesse-multiple 5. Complesse-estese.
  • La famiglia non è l'unico tipo di convivenza.

22
Un caso concreto la famiglia
23
La famiglia un gruppo primario
  • La famiglia, al di là della funzione che
    svolgerebbe in ogni tipo di società, è un gruppo
    primario, al cui interno i membri non hanno un
    ruolo specifico ben descritto, ma un ruolo
    diffuso, al cui interno dominano relazioni di
    tipo comunità.
  • Cooley li caratterizza come unassociazione
    intima, priva di scopi ben determinati se non la
    propria riproduzione e il proprio mantenimento.

24
La socializzazione primaria
  • I nuovi arrivati (in genere i bambini) sono
    introdotti nel gruppo primario e invogliati,
    attraverso il gioco, limitazione, losmosi, le
    punizioni, a fare propri i tratti che
    caratterizzano i comportamenti di ogni tipo dei
    familiari adulti.
  • È il processo attraverso cui si forgia il proprio
    Sé nei tratti più generali (lingua, posture,
    preferenze di gusto, valori, priorità)?

25
I gruppi secondari e la socializzazione secondaria
  • Il loro sviluppo caratterizza la modernità.
  • Hanno scopo e interessi comuni.
  • Al loro interno dominano ruoli specifici, che
    corrispondono a mansioni ben descritte.
  • I neofiti sono educati (in set dominati dalla
    razionalità) ad assumere ruoli specifici
    attraverso percorsi formativi standardizzati.
  • Organizzazioni, associazioni, imprese, scuole

26
Sociologia del corpo umano
  • Il corpo è socialmente organizzato in forme
    diverse nelle varie culture.
  • Nella nostra cultura, il corpo è separato dal
    cosmo, è individuale e inviolabile, ed è oggetto
    della ragione, è separato da sé.
  • La percezione del corpo (p. es. del dolore) è
    mediata da quadri culturali diversi.
  • Socializzazione ai quadri interpretativi o
    cornici, che noi percepiamo come naturali.

27
Cornici naturali e sociali
  • Cornici naturali sono quadri interpretativi che
    attribuiscono a ragioni naturali gli eventi (es.
    un omicidio alla follia).
  • Le cornici sociali attribuiscono gli eventi in
    relazione a finalità o volontà degli attori.
  • Le nostre attribuzioni ai due tipi di cornici
    hanno più rilevanza che la verità.

28
Cornici naturali il discorso medico
  • Dal XIX il discorso medico è diventato un
    repertorio legittimo per definire le identità
    personali.
  • In particolar modo, ha regolato la percezione del
    sesso.
  • Al suo interno ha avuto due fasi il genitalismo
    e la svolta endocrinologica.
  • La trasformazione chirurgica dellidentità
    sessuale viene riconosciuta su base psicologica
    e non più (solo) genitale.
  • I trans sfidano lidea tradizionale di sesso
    biologico ma rafforzano la percezione della
    partizione in due soli sessi come naturale.

29
Cornici naturali orizzontali il discorso sul
genere
  • La normalità dellidentità eterosessuale e
    polarizzata (matrice eterosessuale) è
    potentissima.
  • La pressione ad essere maschi o femmine è
    fortissima sin da bambini, per assumere un
    significato di normalità come persone.
  • Il fondamento di questa cornice differenziante
    è il dominio maschile e la sua legittimazione.
  • Segregazione femminile, pubblico/privato e
    femminilizzazione dei lavori minori.
  • Solo 20 dei maschi delle giovani coppie
    collabora ai lavori domestici (2002)?

30
Cornici naturali verticali il discorso sulletà
  • Si considera normale che i giovani siano
    dinamici, allegri, forti, ed i vecchi
    conservatori, antiquati ecc.
  • Non esiste un legame diretto, poiché le
    generazioni hanno una storia e vivono esperienze
    che segnano la loro cultura
  • Se alcune generazioni sono culturalmente più
    compatte, altre sono molto frammentate.
  • In alcuni casi appartenere a una generazione ha
    però effetti più importanti che appartenere a una
    classe sociale (effetti di generazione).

31
Il problema del corso della vita
  • Non tutte le culture rappresentano il corso della
    vita in modo simile, con effetti importanti sulle
    concezioni del Sé e delle classi detà.
  • LEuropa medievale non cocepiva linfanzia, e
    trattava i bambini come piccoli adulti.
  • Più tardi, e sino agli ultimi decenni, la cultura
    occidentale differenziava i bambini, gli adulti e
    gli anziani.
  • Recentemente, ladolescenza come ingresso
    nelletà adulta ha assunto proporzioni bulimiche.
  • Il passaggio alletà adulta si è individualizzato.

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Malattia e morte
  • A partire dalla fine del XIX sec. il discorso
    medico vede la malattia non più come essenza
    patologica degli individui ma come insieme di
    sintomi localizzati
  • La stessa morte viene trattata come malattia e
    trattata negli ospedali la solitudine del
    morente.
  • La morte è occultata e nascosta allo stesso
    morente (La morte di Ivàn Ilic di Lev Tolstòj).
  • Il corpo umano è un campo di battaglia biologico
    ma anche culturale e morale, oltre che delle
    identità e delle strategie di distinzione e di
    appartenenza degli individui.
  • In questo, è simile alla moda.

33
Ancòra su modernità e tradizione
  • Processo globale e accelerato che negli ultimi
    quattro secoli tocca l'economia, la politica, il
    diritto, la società, la cultura, la tecnoscienza,
    la vita quotidiana e le identità di genere.
  • La società moderna legittima l'innovazione,
    mentre la tradizione la ostacola.
  • Tuttavia, ogni tradizione è cambiata avantieri,
    anche se lentamente.
  • L'innovazione è sempre presente.

34
Esempio dal Condaghe di Santa Maria di Bonarcado
(XII-XIII secc.)?
  • (2-4) Poseruntimi a mimi et a ipsos a postu k'eo
    benne cun sa carta mia. Benni ego assu postu et
    ipsos non bennerunt. (2-6) Et osca poserunt
    atteru postu a dominica de palma. Benni ego et
    ipsos non bennerunt. (Petrus priore de
    Bonarcatu).
  • Sardo XXI sec. Ant impostu a mimi e a issus chi
    deu bèngia cun su documentu miu a s'udienzia. Deu
    seu bènniu a s'udienzia e issus no funti benius.
    E pois ant impostu un'atra udienzia a domìniga de
    prama. Deu seu bènniu e issus no funti benius.

35
Violenza e civilizzazione
  • Norbert Elias (1936-1990) studia le dimensioni
    oggettive/soggettive della modernità.
  • Nel feudalesimo conflitti permanenti, legittimità
    e esaltazione della violenza fisica (cavalleria).
  • Monopolio statale della violenza legittima e
    pacificazione della vita sociale corpi
    specialistici che usano legittimamente la
    violenza.
  • Livello psicogenetico e sviluppo del
    self-control repressione della violenza anche
    nelle persone.
  • Incivilimento e buone maniere il super-Io.

36
Tradizione/modernitàun'opposizione ambigua
  • Nella sociologia contemporanea i caratteri che i
    Classici attribuivano a società tradizionali e
    moderne (solidarietà meccanica/organica, Comunità
    e famiglia/Società e scambio di mercato) vengono
    viste come due facce diverse ma compresenti del
    legame sociale.
  • Le identità etniche o i rapporti familiari non
    solo permangono, ma si intrecciano con altri
    elementi sociali in intrichi diversi, che possono
    anche rigenerarli in forme nuove (rinascite
    religiose/etniche, nuovi tipi di famiglia, ecc.).

37
Il contributo di Karl Marx (1818-1883)
  • Marx considera criticamente lo sviluppo della
    modernità.
  • Suo apporto fondamentale porre lo studio delle
    condizioni materiali al centro dell'analisi.
  • Non è la coscienza degli uomini che determina il
    loro essere ma è, al contrario, il loro essere
    sociale che determina la loro coscienza.
  • Dalla base materiale della società (struttura)
    dipendono ideologie, fenomeni culturali,
    politici, giuridici, ecc.

38
Il modo di produzione
  • Nella storia vi sono stati tipi diversi di
    strutture sociali, corrispondenti al altrettanti
    modi di produzione.
  • Insieme storicamente determinato di forze
    produttive (tecnologie, materie prime, modelli
    organizzativi) e dei rapporti di produzione
    (relazioni prodotte dai rapporti giuridici di
    proprietà e dalla divisione del lavoro).
  • La storia è caratterizzata dal succedersi di
    diversi modi di produzione, ognuno dominante in
    una data epoca e luogo.

39
I quattro principali modi di produzione
  • Asiatico lo Stato organizza e domina la
    produzione, assenza di moneta Antico Egitto,
    dispotismo orientale, Cina.
  • Schiavistico bene posseduto schiavi classi
    possidenti patrizi moneta Antichità classica.
  • Feudale bene posseduto terra classi nobili e
    servi poca moneta Europa medievale.
  • Capitalistico bene posseduto imprese classi
    borghesi, proletari moneta Società moderne. Le
    contraddizioni fra forze produttive e rapporti di
    produzione conducono alle rivoluzioni.

40
Modernità, razionalizzazione e razionalità
strumentale
  • Max Weber (pronuncia Véber, 1864-1920),
    distingue fra razionalità come forma di
    calcolabilità delle azioni sociali e
    razionalizzazione come processo tipico della
    modernità.
  • La razionalità si distingue come r. rispetto al
    valore, ovvero calcolo razionale dei fini e degli
    strumenti necessari per perseguirli, ma legate a
    un valore che si vuole attuare in pratica, e
    rispetto a uno scopo (razionalità strumentale),
    ovvero calcolo razionale dei fini, dei mezzi e,
    soprattutto, delle conseguenze dell'azione.

41
Il processo di razionalizzazione e la gabbia
d'acciaio
  • Processo di razionalizzazione estensione a ogni
    ambito vitale della razionalità strumentale
  • La tecnoscienza è il veicolo principale del
    processo al suo interno però non è completamente
    razionale.
  • Credenza metafisica nella ragione e disincanto
    del mondo.
  • Lato notturno la gabbia d'acciaio.
  • Carattere totalitario dell'Illuminismo,
    esclusione dell'Altro e barbarie della modernità

42
La memoria e la storia come costruzione sociale
  • La storia è sempre storia contemporanea
    Benedetto Croce
  • Maurice Halbwachs (1877-1945) e la memoria
    collettiva i racconti sul passato (anche
    biografici) si modificano in base a punti di
    riferimento che condividiamo con il loro pubblico
    (luoghi, età, punti), ed a riferimenti più
    complessi (linguaggi, cronotopi) sono i quadri
    sociali della memoria.
  • Il passato è una qualità del presente, al cui
    interno esso vive come memoria ri-costruita.

43
La memoria come pratica sociale performativa
  • Il passato viene ricompreso nel presente come
    pratica sociale in forme diverse.
  • La memoria si esteriorizza e si deposita in
    oggetti, in foto, in registrazioni e in archivi
    digitali (memorie artificiali) ma anche in
    rappresentazioni elaborate del passato
    (istituzioni culturali, artefatti urbani,
    cerimonie)?
  • Ricordare salva il passato e lo mette in
    discussione (responsabilità e elaborazione
    collettive). Condiziona le identità collettive.
  • Il passato posta in gioco del presente.

44
Potere su qualcuno o potere di fare?
  • Distribuzione asimmetrica del potere qualsiasi
    possibilità di far valere, entro una relazione
    sociale la propria volontà, quale che ne sia la
    base (M. Weber).
  • Produzione simmetrica del potere capacità umana
    di... agire di concerto (Hannah Arendt).
  • Il potere corrisponde a un'energia collettiva, fa
    capo a reti o gruppi, è incorporato in relazioni
    e oggetti, è performativo.
  • Il potere si istituzionalizza in meccanismi
    invisibili e agisce nei mondi empirici anche in
    forme poco visibili e evidenti.

45
Tipi di potere, basi diverse di potere
  • Le basi del potere possono essere diverse, ma
    secondo Weber sono tre le risorse che sono alla
    base di condizionamenti di potere stabili e
    sistematici.
  • Possesso di beni economici chi ha la stessa
    posizione sul mercato del lavoro e delle
    ricchezze fa parte della stessa classe.
  • Possesso di risorse culturali chi ha lo stesso
    prestigio sociale e condivide lo stesso stile di
    vita fa parte dello stesso ceto.
  • Possesso di strumenti coercitivichi si associa
    per usare la forza legittima per imporre
    decisioni/interessi fa parte dello stesso partito

46
Classi, ceti e partiti alcune considerazioni
  • È difficile convertire il potere acquisito in
    base al possesso di una risorsa in altri tipi di
    potere (nascita/ricchezza/potere).
  • I ceti sono i più restii a riconoscere potere e
    ricchezza come fonte di prestigio.
  • I ceti condividono un onore di ceto basato su una
    subcultura comune che viene attribuita ai talenti
    individuali piuttosto che alla socializzazione
    primaria.
  • Tipico il disprezzo per la musica e l'arte
    commerciali e lo status della reputazione
    rispetto al successo nei mercati artistici.

47
Forme di potere
  • Costrizione fisica costosa e inefficace.
  • Coercizione (minaccia di sanzioni) pone di
    fronte l'alternativa di pagare dei prezzi alla
    mancata ubbidienza. Sanzioni anche positive
  • Manipolazione e persuasione occulta mascherare
    le apparenze, alterare le priorità, presentare
    informazioni parziali.
  • Autorità legittima è il potere esercitato perché
    riconosciuto legittimo da chi ubbidisce.

48
Forme di potere
  • Weber ha distinto il potere (Macht) dal dominio
    (Herrschaft) basato sull'autorità legittima,
    oggetto di studio scientifico.
  • Il dominio è riconosciuto valido dai subordinati,
    e la relazione è normativa e giustificata
    (legittima) si fonda sul diritto a comandare di
    chi detiene l'autorità e sul dovere di ubbidienza
    del subordinato.
  • Weber ha costruito un tipo ideale composto da tre
    tipi di domini legittimi, cui corrispondono
    altrettante forme organizzative del dominio.

49
Tipi di dominio legittimo e tre tipi di apparati
di dominio
  • Dominio carismatico principio di legittimità è
    il carattere straordinario (sacro, eroico...)
    attribuito a chi detiene il potere (Condottiero,
    duce, profeta...). Il suo apparato è costituito
    dai discepoli o seguaci relazioni
    cameratismo/comunismo
  • Dominio tradizionale. Legittimità sacralità
    della tradizione. Apparato patrimoniale e
    familistico o feudale e contrattuale.
  • Dominio legale-razionale. Legittimità sistema
    razionale di norme. Apparato burocrazie
    stipendiate moderne.

50
IL MODELLO ANALITICO E LA REALTA' OPACA
  • Weber ha analizzato tutti i dati disponibili sul
    potere, poi ha interpretato e caratterizzato
    alcuni tipi astratti di dominio nella realtà, i
    fenomeni presentano prevalenze di un tipo
    compresente con altri tipi.
  • Il principio di legittimità costituisce un
    continuo pericolo per ogni tipo di dominio.
  • Ogni dominio può trascendere in forme degradate
    istituzionalizzazione del carisma, tirannia e
    populismo/neopatrimonialismo frequenti.

51
L'apparato burocratico e i suoi tratti
  • Regole scritte valide per tutti che regolano i
    compiti e le mansioni.
  • Gerarchia di comando e sfere di competenza
  • Separazione fra ufficio e persona.
  • Specializzazione dei funzionari
  • Reclutamento in base a qualifiche
  • Esistenza di carriere fondate sul merito
    SUPERIORITA' DELLA BUROCRAZIA RISPETTO AGLI ALTRI
    APPARATI

52
Esclusione e chiusura sociale
  • Ogni gruppo sociale impone norme e confini
    simbolici che portano a creare gruppi o individui
    esclusi.
  • I confini si fondano su una definizione della
    realtà rispetto a un modello legittimo.
  • Calendario, sacro/profano, pubblico e privato,
    lingua ufficiale/lingue invisibili, sessualità
    legittima/illegittima sono confini culturali,
    costruiti.
  • I borderland come luoghi in cui passa il confine
    luoghi vivaci, creativi, insicuri.

53
Stranieri e borderland l'appartenenza ibrida
  • Lo straniero un po' appartiene un po' no la sua
    posizione... è determinata dal fatto che egli non
    appartiene fin dall'inizio a un luogo e che vi
    immette qualità che non ne derivano... un di
    fuori e un di fronte.
  • Egli è visto come non persona spiegabile solo per
    la sua origine (deindividualizzato).
  • Egli è anche visto come terzo e come arbitro
    imparziale.
  • Egli sviluppa verso l'ambito di arrivo un
    atteggiamento più razionale che affettivo

54
Disuguaglianze classiche la classe sociale in
Marx
  • Classe come categoria sociale proprietà o meno
    dei mezzi di produzione (classe in sé). È una
    definizione oggettiva.
  • Classe come attore collettiva consapevolezza di
    interessi comuni, coscienza di classe (classe per
    sé).
  • Differenziazione necessaria per spiegare la
    storia dal punto di vista della lotta di classe.
    Non sempre le classi hanno coscienza di classe.

55
Disuguaglianze classiche la classe sociale in
Weber
  • Le classi non sono il solo strato sociale.
  • Più che il possesso dei mezzi di produzione, è
    importante la posizione di mercato delle classi
    (privilegiata, non privilegiata, media, ecc.).
  • Altri strati sono i partiti e soprattutto i
    ceti, il cui prestigio si origina in qualità come
    la nascita, l'onore, la condotta di vita,
    l'educazione, i titoli di studio.
  • Anche per i ceti varia il tipo di prestigio nelle
    varie epoche.

56
Strategie dei ceti la chiusura sociale
(esclusivismo)?
  • I ceti tendono a escludere il godimento di
    risorse da parte di altri gruppi sociali, che
    vengono visti come inferiori.
  • Tale inferiorità è riferita a qualità naturali
    di questi gruppi.
  • Nella società attuale, i titoli di studio
    legittimano tali strategie.
  • Il loro contenuto è escludere da risorse i ceti
    inferiori, usurpare risorse a quelli superiori
    (doppia chiusura).

57
L'appartenenza periferica legittima e la
socializzazione
  • I ceti monopolistici regolano il noviziato in
    modo da socializzare alla cultura di ceto i nuovi
    arrivati.
  • Nelle professioni, i ceti sono più centrati sul
    lavoro che sul consumo.
  • I ceti sviluppano un lavoro politico per imporre
    le loro definizioni di realtà
  • Producono ideologia vocazionali e auratiche su se
    stesse.
  • Tendono ad autoregolare la professione e
    l'accesso ad essa espansione, monopolizzazione e
    protezione dell'autonomia come boundary work.

58
Le disuguaglianze culturali
  • Weber insegna come le disuguaglianze culturali
    non siano meno strutturate e potenti di quelle
    economiche.
  • L'onore di ceto ripudia il mercanteggiare
  • I linguaggi (comprese le lingue) sono strumenti
    naturalizzati di comunicazione ma anche di
    esclusione.
  • La scuola è il principale campo di battaglia
    delle inclusioni ed esclusioni culturali, perché
    le accredita e dà loro oggettività e una patina
    di naturalezza.

59
Bourdieu (pron. /burdyö/), la scuola e la
disuguaglianza
  • Pierre Bourdieu (1930-2002) sostiene che la
    scuola riproduce la disuguaglianza culturale
    mascherandosi dietro il riconoscimento oggettivo
    del talento.
  • Monopolio scolastico della violenza simbolica
    efficace e poco visibile.
  • I sociologi devono mostrare per quali ragioni chi
    non appartiene ai ceti istruiti non ha quasi mai
    talento a scuola
  • Bourdieu individua due strumenti importanti la
    naturalizzazione dell'ideologia del talento e la
    presenza di capitali culturali diversi, espressi
    negli habitus.

60
Habitus naturalizzazione delle disuguaglianze
  • I programmi scolastici prescelgono all'interno
    della cultura umana ciò che viene riconosciuto
    come tale dai ceti più istruiti (latino vs
    informatica, ecc.), di cui assicurano la
    riproduzione culturale.
  • In questo modo si socializzano le nuove
    generazioni agli habitus dominanti.
  • Habitus modi di fare e pensare, classificazioni,
    convenzioni ecc.
  • Chi è già socializzato agli habitus dominanti è
    favorito nella riproduzione sociale. La sua
    qualità sociale è interpretata dagli insegnanti
    come talento individuale.

61
Il capitale culturale
  • La scuola si rivolge a tutti gli studenti allo
    stesso modo, ma così facendo privilegia chi
    condivide l'habitus dominante.
  • Costoro hanno un maggiore capitale culturale che
    la scuola attesta con credenziali educative.
  • Capitale culturale incorporato (possesso di
    risorse culturali e capacità di performance),
    oggettivato (disponibilità di libri, dischi,
    quadri, ecc.) e istituzionalizzato (possesso di
    titoli di studio).
  • Quest'ultimo è fondamentale.

62
Lavoro e attività
  • Lavoro attività tesa a produrre beni materiali,
    immateriali e simbolici
  • Occupazione come attività retribuita e
    socialmente riconosciuta.
  • L'occupazione è connessa alla posizione occupata
    nella stratificazione sociale

63
Sistemi di stratificazione
  • Schiavitù proprietà delle persone. Diversi tipi
    di schiavitù ma connessione con l'arretratezza
    tecnologica. Mobilità.
  • Caste purezza castuale connessa alla nascita e
    allo stile di vita. Varna (brahmini, kshatriya,
    vaishya e shudra) e molteplici jati.I fuori casta
    (paria o dalit). Il dharma, il samsara e il
    karma. Quasi nessuna mobilità
  • Ceti prestigio connesso all'appartenenza (dalla
    nascita) status e stile di vita poca mobilità.
  • Classi aggregati aperti ricchezza grande
    mobilità rapporto stretto col sistema produttivo
    e con il mercato.

64
Lavoro salariato e lavoro astratto
  • Nei sistemi di classe domina il salario come
    forma di remunerazione, cui corrisponde il
    profitto, come esito della sottrazione fra il
    ricavo e i costi della forza-lavoro e degli
    impianti.
  • Il lavoro, con il nascere del capitalismo, è
    stato slegato da ogni altra relazione che non
    fosse quella misurabile in termini monetari.
  • Il lavoro salariato è dunque una merce.
  • I mestieri diventano reperti obsolescenti e il
    lavoro moderno prevede mansioni parcellizzate
  • Il lavoro perde unitarietà e non è più
    controllabile come processo da una sola persona
    (alienazione).

65
Fasi del lavoro operaio
  • XVIII secolo disciplina, povertà, assenza di
    diritti. Industria tessile.
  • XIX secolo espulsione di donne e bambini,
    sindacalismo e leggi sul lavoro. Industria
    siderurgica e meccanica. La classe sociale come
    attore politico e sociale.
  • XX secolo fordismo. Ingegneri e operai la
    catena di montaggo, e lo scientific management
    (taylorismo). Il monopolio della conoscenza.
    Rispettabilità piccolo-borghese degli operai,
    legislazione sociale.
  • Welfare e politiche dell'occupazione 1929-1973
    interventi dello Stato nell'economia, il posto
    come diritto, i diritti sociali.

66
Il postfordismo
  • Il sistema Toyota qualità totale e just-in-time.
    Ritorno delle donne (dalle dattilografe a tutte
    le fasi della produzione).
  • I tecnici specializzati come figura ibrida fra
    l'operaio e l'ingegnere la rivoluzione digitale.
  • Fine della sicurezza del posto, la flessibilità
    e il nuovo welfare.
  • La flessibilità sul lavoro corrisponde alla
    globalizzazione del mercato del lavoro (immigrati
    sans papier) e delle merci.
  • Anche le PP.AA. includono ormai forme atipiche di
    occupazione.
  • Diffusione del lavoro privo di regole e diritti
    (nero)?

67
La disoccupazione
  • Disoccupati e inattivi differenza che si basa
    sulla ricerca di una occupazione.
  • Prima forma i neofiti del lavoro salariato.
  • Seconda forma gli espulsi dai cicli produttivi
    al cui interno avevano una posizione stabile
    (sussidi di disoccupazione).
  • Terza forma la disoccupazione interstiziale dei
    precari (in Italia, nessuna tutela specifica).

68
Nuove tendenze delle dinamiche occupative
  • L'occupazione non dà più identità la si ricerca
    nei consumi e nell'espressività. Assunzione dei
    valori della classe media.
  • L'occupazione femminile è sempre meno
    caratterizzabile rispetto a quella maschile.
  • Etica del lavoro dal lavoro come sacrificio al
    lavorare per vivere la qualità della vita
    come valore.
  • Diffusione di un valore espressivo connesso al
    lavoro il lavoro come fun.

69
La città come problema per la sociologia
  • Le città non sono solo un fenomeno spaziale o
    geografico.
  • Insieme di caratteristiche sociali, economiche,
    culturali e politiche.
  • Fenomeno sociologico che si forma spazialmente
    (Simmel).

70
I tipi di città in Weber
  • Idealtipo weberiano, costruito sui due caratteri
    di città di consumo o di produzione
  • La pòlis antica, la città orientale e la città
    medievale.
  • La città europea e medievale nasce da una
    coniuratio di mercanti, artigiani ed ex-servi nei
    confronti dei poteri feudali autonomia politica,
    e libertà civiche (economiche, politiche,
    culturali), il culto e la cattedrale.
  • La pòlis non si oppone al contado.
  • La città orientale, o città-fortezza, priva di
    ceti cittadini autonomi, è governata dai re

71
La città occidentale come fenomeno storico-sociale
  • La partecipazione politica si compie in quanto
    cittadini più che fra membri di gruppi
  • La città si oppone al contado, ai suoi signori, e
    al servaggio.
  • Nella città si forgia una nuova identità comune a
    tutti i suoi membri.
  • La città è, nel contempo, luogo di intersezione
    fra membri di gruppi diversi.
  • Città industriale (XIX sec.), città del terziario
    (XX sec.), la diffusione dell'urbanesimo come
    modo di vita anche nelle periferie e nelle aree
    ex-rurali.

72
La metropoli e la vita dello spirito di Simmel
(1903)?
  • La metropoli ospita un processo che crea un nuovo
    tipo di identità personale l'individuo
    mteropolitano, caratterizzato dall'
    intensificazione della vita nervosa.
  • Alle relazioni profonde e durature si sostituisce
    il ritmo veloce/discontinuità
  • Solitudine e interdipendenza. Fretta e selezione
    rapida di impressioni e stimoli.
  • Iperspecializzazione delle mansioni e riduzione
    di qualità a quantità.

73
Tipi metropolitani, la moda, lo straniero
  • Il tipo blasé indifferenza e intellettualizzazion
    e. Il ruolo del denaro.
  • L'eccentrico e la paura di non esserci.
  • Segnali forti per incontri brevi.
  • Il fenomeno della moda e il suo ritmo
  • La metropoli luogo dello straniero, dell'
    ebreo, cioè di tutti noi.
  • Il flâneur e il nomadismo urbano.
  • Nessuna nostalgia per le comunità noi ebrei,
    licantropi inquieti, ma liberi.
  • L'odio per gli ebrei è odio per noi stessi.

74
Ecologia ed etnografia urbane la Scuola di
Chicago,1892-1961
  • Robert Ezra Park e l'ecologia umana come
    strumento per studiare i processi che sono
    condizionati da fattori ambientali.
  • Nel caso delle città, Ernest Burgess individuò il
    valore fondiario e le sue variazioni come
    condizione dell'organizzazione spaziale urbana
  • La città non è solo agglomerazione e attrazione
    ma anche espansione differenziante.
  • Cambiamenti continui in virtù delle variazioni
    del mercato fondiario e immobiliare.

75
Il diagramma di Burgess
  • 1925 zona degli affari zone di transizione
    zone residenziali low class z.r. upper class

76
Limiti dell'ecologia e approccio etnografico
  • L'ecologia non spiega le scelte urbane compiute
    in base alle relazioni, né l'importanza degli
    stili di vita e di altre dinamiche.
  • Armamentario della ricerca etnografica
    osservazione diretta, interviste, narrazioni,
    storie di vita.
  • Studio della devianza, della violenza, delle
    tribù urbane. Cosa avviene e come si produce
  • L'urbanesimo moda, permissività, tempi,
    abitudine all'Altro e allo straniero.

77
Il comportamento collettivo
  • Le città proscenio di comportamenti senza
    riferimenti al ruolo sociale degli attori o in
    risposta a uno stimolo.
  • Folla, pubblico, panico, movimenti sociali.
  • Applicazioni moda, dicerie, manifestazioni,
    concerti, discoteca, stadio, esperienze mediate.
  • Fenomeni di aggregato, che non sviluppano nuove
    identità collettive (moda) o di gruppo
    (femminismo, ambientalismo, ecc.).

78
La folla come spauracchio e opportunità di dominio
  • La Psychologie des foules (1895), le persone
    ordinarie e la forza oscura il sentimento comune
    e le pulsioni irrazionali.
  • Folle rivoluzionarie e folle effimere.
  • Energia desiderante e gli incantatori.
  • Folle artificiali e l'investimento libidico nel
    leader (Mussolini, Hitler, Stalin).
  • Legame d'amore emotivo, artificiale e rituale.
  • Stimolazione eccessiva la propaganda.

79
Imitazione degli altri o socializzazione?
  • Gabriel Tarde (1843-1904) e Les lois de
    l'imitation (1890).
  • I comportamenti sono visti come conseguente
    dell'imitazione/adeguamento rispetto agli altri
  • L'interiorizzazione va di pari passo con
    l'integrazione, e non con la socializzazione
  • Delle convenzioni si trasmettono le conoscenze
    nel corso del processo di imitazione.
  • Le folle imitano i capi, non li amano.
  • Interazione vs fatto sociale

80
Folla, pubblico, massa
  • Tarde, L'opinion et la foule (1901),e Park,
    Masse und Publikum (1904, PhD dissert.).
  • Le folle (sensoriali) si trasformano in pubblici
    (intellettuali) grazie all'azione dei mass media.
  • Folla adotta un solo punto di vista e non ha
    spirito critico. Pubblico ha opinioni diverse.
  • La massa è anonima, disorganizzata e sviluppa
    poche azioni in comune, espressivamente apatica.

81
Sentimento e opinione pubblica
  • Se eccitato sensorialmente, un pubblico può
    trasformarsi in folla e esprimere un sentimento
    comune unico, senza argomentare più.
  • Walter Lippmann (1922) individua il legame fra la
    formazione dell'opinione pubblica, il giornalismo
    e la democrazia è difficile sviluppare opinioni
    ragionevoli in assenza di informazioni complete.
  • La stampa ha una propria agenda e traduce la
    realtà in notizie, secondo le proprie routines.

82
Movimenti sociali, minoranze attive e innovazione
  • Se per Durkheim le minoranze sono patologie
    disfunzionali, oggi molti studiosi sottolineano
    come i gruppi etichettati come devianti rovescino
    l'etichetta e introducano nuovi comportamenti
    leader collettivi.
  • La loro azione collettiva è esterna alle
    istituzioni, producono nuovi punti di vista e
    nuove rappresentazioni della realtà.
  • Non necessariamente la loro azione è
    progressista, ma sempre innovativa.

83
I nuovi movimenti
  • La posta in gioco dei nuovi movimenti si sposta
    dall'organizzazione del lavoro al consumo, alla
    cultura e alla qualità della vita. Tipico
    managements vs consumatori
  • Esprimono bisogni di identità e di nuove
    relazioni sociali (corpo, relazioni intime,
    bisogni profondi, identità collettive).
  • I militanti sono stati spesso militanti di cause
    diverse.
  • Movimenti e reti socio-tecniche, identità
    collettive distribuite e interstiziali

84
La situazione comunicativa
  • Elementi intenzionalità, messaggio, codici,
    contesto, (situazione, pubblico l'Altro).
  • Mentre la comunicazione è intenzionale, non così
    le informazioni sull'emittente, che designano il
    contesto comune e consentono che gli
    interlocutori abbiano fiducia fra di loro e in
    uno o più frame condiviso (messaggio
    metacomunicativo).
  • La comunicazione può torcere anche i frame e ogni
    dialogo può avere qualunque esito (non è
    predeterminato).

85
Tipi di interazione secondo Erving Goffman
(1922-1982)?
  • Interazione faccia a faccia (compresenza,
    omocronotopica, linguaggio e gesti, dialogica)?
  • Interazione mediata (niente compresenza,
    eterocronotopica, solo lingua, semi-dialogica
    bi-direzionale, interlocutori determinati)?
  • Quasi-interazione mediata (interlocutori
    indeterminati pubblico/folla, quasi-monologo
    unidirezionale. Prevede un uditorio, e lo
    comprende nel discorso, ma non necessariamente il
    pubblico in carne ed ossa al quale materialmente
    lancia il suo messaggio)?

86
Rituali dell'interazione e territori del Sé
  • Territori tradizionali del Sé e della performance
    delle nostre identità ribalta e i rituali
    dell'interazione retroscena e la riserva di
    informazione
  • Deferenza (omaggio), rituale associativo
  • Contegno (evidenziano i pregi del locutore),
    rituale distintivo
  • Il Sé come prodotto dei rituali dell'interazione
    (i casi della follia e di identità convenzionali).

87
I principali mezzi di comunicazione
  • La scrittura e la tecnologia dell'alfabeto.
  • La stampa e la nascita della lettura individuale
    la Riforma protestante, la scienza, la memoria.
    Costruzione sociale della memoria e delle
    Nazioni. Fissazione degli standard linguistici
  • Cinema, regolazione e ritualizzazione del tempo
    libero. Divismo. Montaggi poetici, prop
  • Radio-tv i mass media radio intersettiva tv
    ascolto più ritualizzato regolazione pubblica.
  • Oggi resistenza alla convergenza, frammentazione
    e personalizzazione.

88
Come i media influenzano le opinioni
  • Lazarsfeld 1944 two-steps flow of communication,
    gli opinion leader e l'influenza personale.
  • Lasswell 1948 chi dice che cosa attraverso quale
    canale a chi con quale effetto? Smontare
  • La Scuola di Francoforte l'industria culturale
    i media strumenti di dominio e di produzione
    ideologica. Producono infantilismo, conformismo,
    falso appagamento, apprendimento appiattito.

89
Il mezzo è il messaggio l'opera di Mc Luhan e i
Cultural studies
  • I tre tipi di mezzi orale (orecchio),
    scrittura/stampa (occhio) e elettronico
    (protesi)?
  • Oggi i media elettronica ricreano la socialità
    dei villaggi, distribuita ovunque, villaggio
    globale
  • Cultural studies e il nuovo interesse per la
    ricezione mediata il pubblico è attivo
  • Codifica/decodifica come pratica di traduzione
  • Tipi di decodifica dominante, oppositiva e
    negoziale. Necessità di uno studio etnografico
    del pubblico (audience research).

90
I media come professione e come potere
  • Etnografia della produzione e newsmaking.
  • Agenda setting come ordine di priorità e di
    importanza diverso dalla realtà.
  • Costruzione dell'agenda politica unico continuum
    con 2 versanti mediatico/politico.
  • Spettacolarizzazione dei media, personalizzazione
    della leadership (narrazioni e immagini), ma
    minore aura.
  • La Terza Camera del Parlamento il politico
    bene di consumo, legittimazione fragile.

91
Il pubblico e le sue identità
  • Non esiste ricezione senza interpretazione le
    reti discorsive e le risorse mediali
  • Importanza delle soap opera per la cultura di
    genere carattere connotativo delle narrazioni e
    realismo emotivo.
  • Transculturalità, ibridizzazione indigenizzazione
    dei prodotti tv format e concept
  • Pubblici situati
  • Influenze nelle costruzioni di identità, nella
    socializzazione e distinzioni genere e status

92
Consumo, stile di vita e identità
  • Da riflesso della stratificazione sociali a posta
    in gioco delle identità collettive.
  • Non soddisfa solo bisogni ma genera identità
  • Lo shopping come una nuova socialità
  • Consumo, mercificazione ma anche
    de-mercificazione
  • Il consumo si emancipa dalla produzione e la
    condiziona.

93
Dalle spezie ai centri commerciali
  • L'importanza del mercantilismo per la nascita del
    capitalismo (Braudel, 1977).
  • Il mercato come tramite fra l'organizzazione
    della produzione e l'orientamento del consumo
  • La cultura del consumo tempo libero,
    comunicazioni, stampa, metropoli e
    grandes-surfaces.
  • Walter Benjamin i passages parigini come
    paesaggio originario del consumo giunzione fra
    merce e desiderio. Lo spettacolo delle merci e lo
    stato costante di desiderio.

94
La prima sociologia dei consumi
  • Consumo alimentare e in beni durevoli, risparmio,
    salario e posizione sociale.
  • Simmel e il ritmo impaziente della moda, che
    propone novità ma le mette in circolo.
  • La moda appartenenza (vera o mirata) a una
    cerchia sociale e distinzione rispetto ad altre.
  • Trickle effect e funzione dello stile di consumo
    dei gruppi con maggiore prestigio sociale.
  • Linguaggio della moda e moda come linguaggio
    veicolo e sistema.

95
Il consumo vistoso
  • Il valore d'uso come scopo manifesto e lo scopo
    latente di rendere visibile una posizione
    sociale il consumo ostentativo/vistoso.
  • Uso del tempo libero come agiatezza vistosa
  • Spreco come strategia di distinzione sociale.
  • Esibizione comparativa fra strati sociali.
  • Fase aristocratica del consumo di lusso e
    imitazione borghese (assenza di stile e lusso
    di massa) privatizzazione, raffinamento,
    concentrazione nel tempo e mutamento rapido.

96
Feticismo delle merci e critica del consumismo
  • Critica morale delle pratiche moderne di consumo
    come denuncia aristocratica.
  • Le merci nascondono le relazioni sociali e il
    consumo come sovrastruttura in Marx.
  • Dimensione simbolica delle merci (francofortesi),
    carattere manipolatorio del consumismo come
    schiavitù delle merci.
  • Si dimentica che il consumo è il luogo in cui si
    forgiano idenità e significatività sociale, e in
    cui si creano repertori di convenzioni per la
    vita relazionale.

97
Consumo e distinzione sociale la simbologia
delle merci
  • Consumo come scambio simbolico processo di
    classificazione e differenziazione
  • Il sistema degli oggetti come linguaggio.
  • Consumo come il consumo delle relazioni che gli
    oggetti stessi contengono.
  • Consumo come espressione del gusto, principio
    ordinatore e unificatore di una classe
  • Qualità sociali del gusto l'habitus come legame
    con le posizioni sociali.
  • Socializzazione ai gusti della propria classe

98
Il mondo alla McDonald's
  • Applicazione dei principi di razionalizzazione e
    di standardizzazione al commercio efficienza,
    calcolabilità, prevedibilità e controllo.
  • Disumanizzazione e perdita di qualità dei
    prodotti di consumo macdonaldizzato.
  • Estensione del processo di razionalizzazione e
    gabbia d'acciaio della razionalizzazione.
  • Omogeneizzazione ma nascita di tendenze opposte
    (slow food, prodotti tipici).

99
Herbert BlumerSymbolic Interactionsim, 1969
  • Processo sociale vs struttura sociale
  • Scelta degli attori
  • Interazione e dialogo

100
La critica interazionista del realismo
  • Le posizioni non interazioniste sostengono che a.
    il significato sia ìnsito negli oggetti
    dell'azione b. il significato sia un effetto di
    proiezione di processi psichici particolari degli
    attori.
  • Per l'interazionismo il significato è
    fondamentale per comprendere l'azione.
  • Esso è un prodotto dell'interazione sociale, che
    usa (mobìlita) risorse di senso presenti nel
    contesto in cui ha luogo, spesso torcendole.

101
Produzione di significati nel corso
dell'interazione sociale
  • Per ciascuno di noi, il significato dell'oggetto
    di un'azione sorge dal modo (a noi noto) in cui
    gli altri si riferiscono all'oggetto.
  • I significati, prodotti sociali formati e
    determinati dalle attività di definizione svolte
    dalle persone nel loro interagire (p. 42).
  • Tutti noi interveniamo su queste definizioni
    condivise, reinterpretandole a nostra guisa
    (accettandole, distinguendo, rifiutandole)
    lettura personale.

102
Il processo interpretativo
  • L'attore sociale, interagendo con se stesso,
    individua gli oggetti che per lui hanno un
    qualche significato, verso cui dirigere la
    propria azione.
  • Una volta distinti gli oggetti, l'attore sociale
    li interpreta attraverso procedure logiche e
    pratiche di selezione, controllo, sospensione,
    raggruppamento.
  • L'interpretazione agisce in ordine alla
    situazione di cui l'attore è parte ed alla
    direzione che egli le attribuisce.

103
Ecologia sociale e azione
  • La nostra azione si sviluppa in un contesto che è
    formato da istituzioni culturali (insieme di
    convenzioni, abitudini, valori...), da ciò che si
    fa, e da strutture sociali (posizione sociale,
    status, ruolo, autorità), da ciò che si fa gli
    uni rispetto agli altri.
  • Tutte queste risorse si mobìlitano nelle azioni
    sociali, e esistono solo in queste.
  • L'azione esiste come (insieme di) attività in una
    situazione interpretata in un certo modo.
  • L'adattamento reciproco fra gli attori determina
    i processi sociali.

104
Adattamento reciproco e interazione
  • L'Altro deve essere presupposto in una qualche
    forma, altrimenti nessuna interazione o
    comunicazione funziona.
  • Quando si riesce ad assumere il ruolo dell'altro
    si può instaurare l'interazione.
  • Per farlo occorre controllare la propria condotta
    e indicare agli altri il proprio tipo di condotta
    e come interpretarla (cfr. Goffman).
  • È un processo costituente che usa fattori e
    condizioni preesistenti, ma non dipende da loro

105
Esiti dell'interazione gli oggetti
  • I processi di interazioni producono risultati
    parzialmente imprevedibili gli oggetti
  • Le cose, gli oggetti fisici, materiali
  • Gli oggetti sociali (ruoli sociali, posizioni,
    tipi di autorità, classi, ceti, tipi di
    personalità)?
  • Gli oggetti astratti (valori, sentimenti,
    emozioni, teorie, religioni, ideologie,
    classificazioni, standard, storie, pettegolezzi,
    ecc.)?
  • La loro natura è il loro significato condiviso,
    che si fissa per indicazione reciproca fra attori

106
Il mondo sociale come lente per interpretare
  • Il contesto delle interazioni, i rapporti al cui
    interno si sviluppano e la trama delle cose che
    si hanno davanti formano un mondo sociale.
  • Gli attori vedono solamente cose che hanno
    significato per il loro mondo.

107
L'espressione organizza l'esperienza (Michaìl
Bachtìn)?
  • Se il significato delle cose si forma nel
    processo sociale di definizione e
    interpretazione, allora la realtà degli oggetti
    muta al variare del loro significato
  • La trasformazione, il mutamento, l'evoluzione
    degli oggetti è successivo all'attribuzione di un
    significato nel corso dei processi di
    interazione.
  • La vita sociale è un processo in cui gli oggetti
    sono creati, confermati, trasformati e abbandonati

108
Il Sé come esito dell'interazione
  • Il processo di interazione simbolica retroagisce
    sulle identità personali degli attori
  • Noi agiamo sul nostro Sé, lo trattiamo come
    oggetto, (interagiamo con noi stessi)? in base al
    ruolo che assumiano (rispondendo alle
    aspettative del nostro pubblico)?
  • Il Sé-oggetto è dunque esito di diversi processi
    di interazione, da cui emerge e si struttura come
    immagine di Sé, presente in tutti noi
  • Noi siamo l'Altro.

109
La palestra del Sél'assunzione del ruolo
dell'altro
  • Per formare un immagine del proprio Sé, ciascun
    deve vedersi dall'esterno.
  • Stadio del play il gioco solitario, formazione
    di immagini individuali separate.
  • Stadio del game il gioco cooperativo, formazione
    di gruppi organizzati separati
  • Stadio dell'Altro generalizzato adesione a una
    comunità astratta.
  • Cfr. G.H. Mead, Mente, sé e società, 1943 (it.
    1966).

110
Perché ?? ??????p?? f?se? p???t???? ???? (Arist.)?
  • L'essere umano è naturalmente un animale sociale,
    diceva Aristotele perché?
  • Perché da soli non esistiamo. Abbiamo bisogno
    del Sé.
  • Noi interagiamo con il nostro Sé, definendone
    un'immagine.
  • Lo facciamo, però, attraverso un processo
    sociale, nel senso che esso si basa sulle
    aspettative altrui.
  • Il nostro Sé si forma allo specchio dell'Altro, e
    lo contiene.

111
Azione umana, azione sociale
  • Gli individui agiscono sulla base delle proprie
    interpretazioni della situazione, e di ciò che
    notano
  • Su questa base, si danno una linea di condotta
    coerente con le proprie interpretazioni.
  • L'azione comune è un agire collettivo
    istituzionalizzato.
  • Si forma sulla base dell'adattamento reciproco
    dell'agire degli individui, che è un'interazione
    interpretativa

112
La formazione dell'azione collettiva
  • Molte azioni collettive si riferiscono a modelli
    ricorrenti d'azione istituzionalizzati
    (abitudini, tradizioni, ecc.)?
  • Le persone conoscono questi modelli, e li
    mobilitano in modo ricorrente, condividendone i
    significati
  • Molta sociologia interpreta queste ricorrenze
    come la prova dell'esistenza dell'ordine sociale
  • Tuttavia, anche i modelli tradizionali devono
    essere continuamente riarticolati e le azioni
    collettive prestabilite devono adattarsi a
    situazioni sempre nuove.

113
Nuove azioni collettive e la priorità
dell'interazione
  • I modelli tradizionali di agire collettivo
    esistono solo se mobilitati ancora una volta
    dall'n-simo processo sociale.
  • Sono le persone concrete che, per le loro
    esigenze sociali, mobilitano vecchi modelli,
    anche torcendoli, o ne creano di nuovi.
  • In ogni caso, ogni nuovo modello di agire
    collettivo sorge in un contesto in cui vecchi
    modelli e vecchi repertori di norme sono noti. La
    creazione non è mai ex novo, ma può creare
    modelli inaspettati e insospettabili di agire.

114
Il processo interpretativo
  • L'attore sociale, interagendo con se stesso,
    individua gli oggetti che per lui hanno un
    qualche significato, verso cui dirigere la
    propria azione.
  • Una volta distinti gli oggetti, l'attore sociale
    li interpreta attraverso procedure logiche e
    pratiche di selezione, controllo, sospensione,
    raggruppamento.
  • L'interpretazione agisce in ordine alla
    situazione di cui l'attore è parte ed alla
    direzione che egli le attribuisce.

115
Howard S. Becker /hàuard beker/ e
linterazionismo simbolico
  • Interazione, significato, interpretazione.
  • Si risponde alle azioni degli altri sulla base
    del significato che si attribuisce loro
    (interpretazione).
  • Linterazione umana è mediata dalluso di simboli
    (linguaggi di ogni natura) e oggetti.
  • Interpretare le azioni reciproche come mezzo per
    agire luno verso laltro.

116
Howard Becker e linterazionismo simbolico (2)?
  • Il comportamento degli individui non è agito
    da fattori sistemici (cultura, posizione sociale,
    struttura delle personalità, ecc.), ma è
    piuttosto legato alle interazioni correnti.
  • Linterpretazione delle situazioni da parte degli
    attori è parte della formazione dellazione
    sociale.

117
Howard Becker e linterazionismo simbolico (3)?
  • Le condizioni e i fattori sociali non sono più
    importanti dei processi e degli eventi.
  • Il senso comune condiviso porta a una certa
    uniformità nei comportamenti.
  • Adattamento reciproco dei partecipanti.
  • Società moderna ? continua presenza di situazioni
    nuove, da interpretare ex novo.

118
Howard Becker Outsiders (1963, it. 1987)?
  • Creare norme, farle rispettare.
  • Le norme indicano ciò che è giusto e ciò che è
    sbagliato fare (interpretano e classificano).
  • Chi viene presunto come una persona che infrange
    le norme è interpretato come un outsider
    (deviante).
  • Interpretare i devianti come persone particolari
    (attribuire loro qualità).

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