Misure industriali con labview® - PowerPoint PPT Presentation

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Title:

Misure industriali con labview®

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Labview I: Introduzione a LabView e Fondamenti del DataFlow * * * * * * * * * * * * * * * * * Buone pratiche di programmazione Mantenere il block diagram pulito ed ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Misure industriali con labview®


1
Misure industriali con labview
  • Labview I
  • Introduzione a LabView e
  • Fondamenti del DataFlow

2
Introduzione a LabView
  • LabView è una piattaforma specificatamente
    pensata per sviluppare sistemi di acquisizione,
    analisi e trattamento dati.
  • I programmi in LabView sono definitiVirtual
    Instruments o VI in quanto simulano il
    comportamento di strumenti fisici reali.

3
Introduzione a LabView
  • Ogni VI è composto da tre elementi
  • pannello frontale
  • schema a blocchi
  • icona dei connettori.
  • Ogni operazione viene svolta graficamente in modo
    da semplificare lo sviluppo e luso
    dellapplicazione.

4
Il Pannello Frontale
  • Il pannello frontale è lINTERFACCIA che il VI
    presenta allutente finale
  • Deve contenere tutti i controlli necessari per
    interagire con il VI.
  • Ogni dato da visualizzare allutente deve essere
    riportato qui.

5
Il Pannello Frontale
  • tutti gli elementi del pannello frontale sono
  • CONTROLLI, cioè oggetti a cui lutente può
    fornire dati
  • oppure
  • INDICATORI, cioè oggetti da cui lutente può
    ottenere dati

6
Lo Schema a Blocchi
  • Contiene le controparti di tutti gli elementi
    presenti nel pannello frontale.
  • Deve contenere i connettori e gli operatori
    necessari a definire come trattare il flusso di
    dati

7
Lo Schema a Blocchi
costante
operatore
  • Oltre ai CONTROLLI ed agli INDICATORI sullo
    schema a blocchi troviamo anche
  • COSTANTI, cioè fonti di dati non definibili
    dallutente
  • OPERATORI, in grado di svolgere operazioni sulle
    linee di dati

operatore
costante
8
Icona dei Connettori
  • Ogni VI può essere a sua volta incluso in un
    altro VI come un subVI.
  • Ogni operatore dello schema a blocchi è in realtà
    un subVI
  • Licona dei connettori definisce input ed output
    di ogni subVI
  • Un subVI espone la sua icona dei connettori al
    posto del pannello frontale

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Esercizio 001
  • prova tu
  • Uso del pannello controlli e del pannello tools
  • Suddivisione in tipi di dato
  • Distinzione controlli/indicatori
  • Riprodurre il pannello frontale mostrato di
    seguito preoccupandosi per ora unicamente
    dellaspetto grafico
  • Verificare di aver creato 7 controlli e 3
    indicatori
  • NB-la barra verticale, slide è un
    controllo-tralasciare lo sfondo azzurro è solo
    indicativo

10
Esercizio 001
11
Lavorare in DataFlow
  • Il DataFlow specifica il PERCORSO che i dati
    devono compiere ma NON LORDINE con cui le
    singole operazioni vanno eseguite
  • In LabView i dati sono rappresentati da delle
    linee che connettono la loro sorgente ad
    operatori ed indicatori.
  • Ogni tipo di dato è rappresentato da un diverso
    colore, utilizzato sia per le linee che per i
    connettori dei subVI
  • Una linea di spessore marcato indica un array od
    una matrice, mentre una linea sottile indica un
    valore scalare

12
Tipi di Dati
  • LabView è basato sulla gestione del flusso di
    dati, quindi il loro tipo è fondamentale
  • LabView gestisce un gran numero di tipi di dati
    diversi, suddivisi per categorie
  • Dati di categorie diverse non possono interagire
    direttamente
  • Tipi di dati diversi ma della stessa categoria
    possono interagire direttamente

13
Tipi di Dati
  • Numerici (Interi, Decimali, Virgola Mobile, Date)
  • Booleani
  • Stringhe (Stringhe e Percorsi)
  • Aggregati (Array, Matrici e Cluster)
  • Forme dOnda
  • Dati Dinamici (Segnali ed Errori)
  • Enumeratori

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Modalità Debug
  • È utile per visualizzare il flusso di dati nel
    diagramma a blocchi
  • Rallenta lesecuzione del VI e quindi non va
    usato se non necessario
  • Permette di inserire delle sonde (probe) per
    visualizzare il valore del dato in un determinato
    punto del flusso

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Esercizio 002
  • prova tu
  • Simmetria tra front panel e block diagram
  • Distinzione tipi di dato e flussi
  • Convenzione di verso per il flusso
  • Help contestuale
  • Convertire in indicatore il controllo slide
  • Aggiungere dal block diagram due indicatori di
    tipo boolean
  • Sfruttando la palette NUMERIC sommare al
    controllo ampiezza un numero casuale tra 0 e 1
  • Dividere il valore della fase per 180 e
    moltiplicarlo per p
  • Collegare ad ogni INDICATORE presente un
    controllo del tipo corrispondente

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Strutture Fondamentali
  • Le strutture principali sono le medesime dei
    linguaggi di programmazione usualiWHILE, FOR e
    CASE
  • I dati entrano ed escono dalle strutture tramite
    TUNNEL letti solo allavvio (ingresso) od alla
    fine (uscita) della struttura
  • Ogni VI che interagisca con un utente richiede un
    ciclo WHILE principale che racchiuda ogni altro
    elemento e si interrompa tramite un controllo
    STOP per consentire allutente di interagire

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Strutture Fondamentali
  • Sia i cicli iterativi (for, while) che i blocchi
    alternativi (case, conditional) possono essere
    visti come porzioni autonome di block diagram, in
    cui i dati viaggiano grazie ad ingressi ed uscite
    chiamati TUNNEL
  • È bene mantenere la convenzione di
    flussoingressi a sinistra ed uscite a destra,
    in modo da leggere il flusso di dati da sinistra
    a destra

18
Ciclo WHILE
  • Quello che si trova allinterno del ciclo viene
    ripetuto finchè la condizione di stop (dato
    booleano) è FALSE
  • Ogni VI che interagisce con lutente deve
    prevedere un ciclo WHILE generale con una
    condizione di STOP collegata ad un pulsante e
    contenere un operatore WAIT per evitare di
    saturare il processore

19
Esercizio 003
  • prova tu
  • Ciclo WHILE generale con interruttore e WAIT
  • Uso delloperatore SELECT
  • Mechanical action
  • Riprendere lesercizio 002
  • Racchiudere lintero front panel in un blocco
    WHILE con un operatore WAIT ms multiple a 500 ms
    che si interrompa alla pressione di STOP
  • Sfruttando loperatore di confronto SELECT fare
    in modo che la fase venga visualizzata in gradi
    se linterruttore è off, in radianti se on
  • Impostare la mechanical action di START su LATCH
    e quella dellinterruttore su SWITCH, quindi
    provare ad invertirle

20
Ciclo FOR
  • Quel che si trova allinterno del ciclo viene
    ripetuto N volte lindice i va da 0 a N-1
  • Se un tunnel in ingresso trasporta un dato di
    tipo ARRAY allinterno del ciclo automaticamente
    avremo lelemento i-esimo dellarray (indexing),
    viceversa in uscita possiamo scegliere di creare
    un array partendo dalla successione di dati

21
Esercizio 004
  • prova tu
  • FOR con contatore
  • Debug e sonde
  • Creare un nuovo VI in cui riprodurre il block
    diagram riportato nella slide precedente
  • Per ora disattivare la funzione di autoindexing
    (verrà illustrata in seguito)
  • Eseguire il VI in modalità debug

22
Struttura CASE
  • Esegue solo ciò che è allinterno del riquadro
    corrispondente al dato cui è collegata la sua
    condizione.

Il menu delle opzioni disponibili si adatta
automaticamente al tipo di dato collegato alla
condizione.
23
Esercizio 005
  • prova tu
  • Differenze tra CHART e GRAPH
  • Struttura While, Case e For
  • Creare un blocco while di interazione con
    lutente (500ms)
  • Creare un interruttore (switch) GENERATE RANDOM
    NUMBERS
  • Creare sia un indicatore CHART che GRAPH
  • Creare un controllo numerico MAX con valori tra 0
    e 1000
  • Sfruttando opportunamente un blocco CASE ed un
    blocco FOR fare in modo che su entrambi gli
    indicatori (Chart e Graph) vengano visualizzati
    100 numeri casuali compresi tra 0 e MAX, a che la
    generazione dei numeri avvenga solamente in caso
    di pressione dellinterruttore GENERATE RANDOM
    NUMBERS

24
Esercizio 005
25
  • Elaborato 01
  • Prendere confidenza con i controlli del pannello
    frontale
  • Capire la distinzione tra booleani LATCH e SWITCH
  • Capire la distinzione tra Graph e Chart
  • Iniziare a tracciare i valori tramite sonde e
    ricorrendo alla modalità debug
  • Rappresentazione e formato dati
  • Tunnel incompleti e completi
  • Creazione automatica di costanti, indicatori e
    controlli

26
Misure industriali con labview
  • Labview II
  • Array e Cluster
  • Shift Register
  • Forme dOnda

27
Riepilogo delle strutture
  • Finora abbiamo visto le tre strutture di
    controllo base WHILE, CASE e FOR
  • Queste strutture possono svolgere funzioni
    complesse e molto utili, in modo da semplificare
    il lavoro quando si tratta di dati strutturati

28
Ciclo WHILE
  • Quello che si trova allinterno del ciclo viene
    ripetuto finchè la condizione di stop (dato
    booleano) è FALSE
  • Ogni VI che interagisce con lutente deve
    prevedere un ciclo WHILE generale con una
    condizione di STOP collegata ad un pulsante e
    contenere un operatore WAIT per evitare di
    saturare il processore

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Struttura CASE
  • Esegue solo ciò che è allinterno del riquadro
    corrispondente al dato cui è collegata la sua
    condizione.

Il menu delle opzioni disponibili si adatta
automaticamente al tipo di dato collegato alla
condizione.
30
Ciclo FOR
  • Quel che si trova allinterno del ciclo viene
    ripetuto N volte lindice i va da 0 a N-1
  • Se un tunnel in ingresso trasporta un dato di
    tipo ARRAY allinterno del ciclo automaticamente
    avremo lelemento i-esimo dellarray (indexing)

31
Shift Register
  • Spesso è utile passare dei dati tra uniterazione
    e la successiva allinterno di un ciclo per
    farlo faccio ricorso ad uno SHIFT REGISTER
  • A differenza di un tunnel lo shift register viene
    scritto e letto ad ogni iterazione
  • È molto comodo per creare cumulate o sequenze di
    dati in congiunzione con loperatore BUILD ARRAY

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Esercizio 006
  • prova tu
  • Shift register come memoria
  • Riprendere lesercizio 005
  • Sfruttando uno shift register visualizzare in un
    nuovo controllo la differenza tra il valore di
    MAX attuale e quello precedente
  • Calcolare e visualizzare min, max, media e
    deviazione standard dellultimo set di campioni
    generati alla pressione di un pulsante boolean
    CALCOLA (ma NON durante la generazione)

33
Array e Matrici
  • Gli ARRAY sono strutture ordinate in una o due
    dimensioni contenenti un unico tipo di dato se
    numerici possiamo vederli come vettori
    (monodimensionali) o come matrici
    (bidimensionali)
  • Per creare un array partendo dai valori
    elementari esiste BUILD ARRAY, per linverso si
    sfrutta INDEX ARRAY
  • In LabView gli array sono dinamici, quindi non
    hanno un numero fisso di elementi, ma possono
    essere ampliati con laggiunta di altri elementi
    tramite la funzione BUILD ARRAY
  • Gli array possono contenere qualsiasi tipo di
    dato gestito da LabView, persino altri array, ma,
    a differenza dei cluster, non possono contenere
    elementi di tipi diversi
  • Tutti gli array in LabView partono dallelemento
    di indice 0

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Esercizio 007
  • prova tu
  • autoindexing
  • Riprendere lesercizio 006
  • Sfruttando un build array ed uno shift register
    visualizzare min, max, media e deviazione
    standard anche di TUTTI I SET di dati generati
    dallavvio del vi.

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Cluster
  • I CLUSTER sono aggregati, non necessariamente
    omogenei, di dati diversi.
  • Per creare un cluster partendo dai dati
    elementari sfruttiamo loperatore BUNDLE, per
    ottenere i dati elementari dal cluster si ricorre
    a UNBUNDLE
  • Un cluster può anche definire delle etichette per
    i dati, ad esempio il tipo di dato ERRORE è un
    cluster contenente un booleano STATUS ed un
    intero ERROR CODE) sfruttiamo le funzioni BY
    NAME
  • Un array può essere sempre convertito in cluster,
    ma non sempre è possibile linverso

36
Esercizio 008
  • prova tu
  • Cluster ed operazioni su cluster
  • Riprendere lesercizio 007
  • Alleggerire il ricorso alla memoria memorizzando
    e visualizzando le informazioni di max,min, media
    e dev.st solo sotto forma di cluster(per
    facilitare il calcolo aggiungere al cluster anche
    linformazione del numero di campioni da cui i
    dati derivano)
  • Mantenere in memoria solo i dati dellultima
    generazione di dati
  • Visualizzare sia lultimo set di dati che lo
    storico temporale
  • eliminare il pulsante calcola e fare in modo che
    si avvii automaticamente al termine della
    generazione di numeri

37
WaveForms Signals
  • Oltre ai dati classici già presentati esistono
    alcuni tipi di dati particolari dedicati a
    generare, rappresentare ed analizzare forme
    donda
  • Un tipo di dato fondamentale è il waveform, per
    il quale esistono una serie di VI ed operatori
    già definiti
  • Molti indicatori od operatori sono POLIMORFICI e
    si adattano al tipo di dato che viene collegato,
    waveform e signals compresi
  • Questi tipi di dati sfruttano un set di VI
    autonomi per lettura e scrittura su file

38
Esercizio 009
  • prova tu
  • Riprendere lesercizio 008
  • Sfruttando gli operatori per la costruzione di
    waveform aggiungere ai dati generati casualmente
    linformazione della frequenza di campionamento
    impostabile tramite un controllore numerico letto
    in avvio.
  • Impostare come istante di inizio della waveform
    lora attuale tramite gli operatori TIME/DATE

39
Esercizio 010
  • prova tu
  • Mantenere il block diagram ordinato!
  • Riprendere lesercizio 009
  • Sostituire alloperatore di costruzione delle
    waveform un operatore specifico di generazione di
    waveform a rumore bianco
  • Sommare alla waveform a rumore bianco una
    sinusoidale generata secondo gli stessi
    parametri, di cui siano impostabili frequenza e
    ampiezza
  • Fare in modo che siano sommabili N sinusoidi

40
LabView EXPRESS
  • I componenti express consentono di sviluppare
    rapidamente applicazioni di analisi ed
    interpretazione misure
  • Sono VI polimorfici con un apposito wizard di
    configurazione
  • Spesso richiedono di riavviare il VI per poter
    funzionare correttamente (son progettati per un
    VI monouso)

41
Esercizio 011
  • prova tu
  • Componenti express
  • Riprendere lesercitazion 010
  • Sfruttando un operatore EXPRESS visualizzare su
    di un grafico a parte la componente in ampiezza
    della FFT del segnale generato
  • Fare in modo che lFFT visualizzata sia il
    risultato di una media di N generazioni
  • In caso di errore visualizzarlo allutente ed
    interrompere lesecuzione del programma

42
  • Elaborato 02
  • Prendere confidenza con i vari tipi di strutture
    di controllo
  • Capire la distinzione tra TUNNEL, SHIFT REGISTER
    ed INDEX
  • Controlli e operatori waveform
  • Controlli express per lanalisi modale

43
Misure industriali con labview
  • Labview III
  • Lettura e scrittura da file

44
Leggere Dati da File
  • Esistono vari tipi di file che LabView può
    leggere, sia nativamente che interpretando
    stringhe formattate
  • I più comuni sono i file SPREADSHEET, file ASCII
    che rappresentano numeri a virgola mobile
    separati in righe e colonne da tabulatori od
    altro, ad esempio i CSV, separati da e
    facilmente leggibili in EXCEL
  • Unalternativa sono FILE DI TESTO, file ASCII che
    riportano solo array di stringhe (una per riga),
    ma che richiedono una conversione tramite parsing
  • I FILE BINARI scritti da LabView sono di lettura
    immediata e riproducono esattamente i valori
    salvati senza bisogno di alcuna conversione.
  • I DATALOG possono essere letti direttamente senza
    conversione, prestando però attenzione alla
    sequenzialità con cui sono stati salvati in
    origine

45
Salvare Dati su File
  • Esistono vari tipi di file che LabView può
    scrivere, da utilizzare a seconda del dato che si
    vuole salvare
  • I più comuni sono i file SPREADSHEET, file ASCII
    che rappresentano numeri a virgola mobile
    separati in righe e colonne da tabulatori od
    altro
  • Unalternativa sono FILE DI TESTO, file ASCII che
    riportano solo array di stringhe (una per riga)
  • I FILE BINARI rappresentano qualsiasi tipo di
    dato, ma sono leggibili solo da LabView
  • I DATALOG sono file binari ad accesso rapido,
    utili per tracciare landamento di valori nel
    corso dellesecuzione del programma

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Componenti EXPRESS
  • Esistono anche funzioni ExpressVI per la lettura
    e la scrittura di forme donda e di vari dati
    dinamici
  • Questi file sono chiamati MEASUREMENT FILES e
    possono essere sia binari che testuali
  • Luso di questi ExpressVI permette di configurare
    rapidamente un gran numero di opzioni di
    salvataggio

47
Esercizio 012
  • prova tu
  • OBIETTIVOPermettere di salvare dei dati
    generati in formato testuale
  • Permettere di salvare stringhe e cluster in
    formato binario
  • Sfruttando loperatore RANDOM generare una forma
    donda di durata impostabile dallutente e
    frequenza fissa a 10kHz composta dalla
    sovrapposizione di una sinusoide (di ampiezza e
    frequenza impostabili dallutente) e del rumore
    bianco di ampiezza massima 1V
  • Salvare la forma donda così generata in un
    formato testuale (csv)
  • Salvare la forma donda in un file binario
  • Salvare in un cluster i parametri di generazione
    (frequenze, ampiezze) e salvarlo in un file
    binario

48
Esercizio 013
  • prova tu
  • OBIETTIVOPermettere di leggere dei dati
    importati in formato testuale
  • Permettere di leggere dati in formato binario
  • Riprendere i file salvati nellesercizio 012
  • Importare la forma donda da un formato testuale
    (csv) e visualizzarla su di un grafico
  • Importare la forma donda da un formato binario e
    visualizzarla su di un grafico
  • Visualizzare su controlli opportuni le
    impostazioni precedentemente salvata in un
    cluster e salvate su binario

49
  • Elaborato 03
  • Prendere confidenza con i vari tipi di formato di
    salvataggio
  • Comprendere i vantaggi e gli svantaggi del
    salvataggio in file testuali
  • Valutare le dimensioni dei file binari e
    testuali
  • Salvare un file in maniera continua
  • Utilizzare i datalog

50
Misure industriali con labview
  • Labview IV
  • Gestione degli errori e subvi

51
subVI
  • La programmazione in LabView, essendo prettamente
    grafica, richiede più che in altri ambiti
    modularità e possibilità di riutilizzo
  • Lobiettivo nello sviluppare un VI è quello di
    realizzare un block diagram autoesplicativo
  • Per ottenere tutto ciò si fa ricorso ai subVI,
    ovvero alla possibilità di ogni VI di essere
    richiamato allinterno di un altro VI

52
Icona dei Connettori
  • Ogni VI può essere a sua volta incluso in un
    altro VI come un subVI.
  • Ogni operatore dello schema a blocchi è in realtà
    un subVI
  • Licona dei connettori definisce input ed output
    di ogni subVI
  • Un subVI espone la sua icona dei connettori al
    posto del pannello frontale

53
Icona dei Connettori
  • Anche per la definizione di input ed output si
    procede per via grafica
  • Licona dei connettori, in modalità show
    connectors, permette di associare ogni elemento
    del front panel ad un terminale del VI
  • Ogni terminale può essere consigliato (default),
    obbligatorio od opzionale
  • È importante mantenere la convenzione che vuole
    gli input a sinistra e gli output a destra

54
Esercizio 014
  • prova tu
  • RIPRENDERE LESERCIZIO 012
  • OBIETTIVOTrasformare il vi di generazione della
    sinusoide in un subVI
  • Separare il vi precedente in due blocchi
    distinti generazione e salvataggio
  • Rimuovere tutti gli elementi il cui UNICO scopo è
    linterazione con lutente
  • Facendo attenzione alluso delle icone e dei
    connettori creare due subvi uno per la
    generazione della forma donda, laltro per il
    salvataggio
  • ATTENZIONE ALLUSO DI INPUT E OUTPUT!!MANTENERE
    SEMPRE LA LETTURA DA SINISTRA A DESTRA!

55
Modalità di Esecuzione
  • Grazie alla finestra VI properties possiamo
    definire varie proprietà di esecuzione del subVI,
    la principale rimane però la modalità di
    esecuzione
  • Lesecuzione è detta reentrant se possono
    esistere più istanze del medesimo subVI in
    esecuzione in contemporanea
  • Lesecuzione è invece non-reentrant se esiste una
    sola istanza del subVI cui accedono
    successivamente i vari VI che lo richiamano
  • In entrambi i casi un unica istanza del subVI
    viene collegata ad ogni VI che lha richiamata,
    rendendo quindi possibili operazioni iterative in
    successione (ad esempio un inizializzazione di
    una risorsa solo alla prima chiamata od un
    contatore interno)

56
Errori RunTime
  • Gli errori si distinguono a seconda
    dellutilizzatore che li genera
  • se avvengono mentre stiamo progettando il VI sono
    errori di DESIGN TIME e impediscono lavvio del
    VI stesso
  • se avvengono quando il VI è in esecuzione sono
    errori di RUNTIME e non sono prevedibili a priori
  • Ogni subVI in grado di generare errori deve
    prevedere un errore in input ed uno in output

57
Il Flusso degli Errori
  • Ogni VI che può generare un errore RunTime
    dispone di due connettori, chiamati error in (no
    error) ed error out
  • Il tipo di dati che gestiscono questi terminali è
    un cluster particolare, composto da status,
    codice e messaggio
  • Alcuni controlli, come il blocco case, sono in
    grado di adattarsi al tipo di dato errore grazie
    al polimorfismo

58
Il Flusso degli Errori
  • un VI che trovi un error in diverso da no error
    non viene eseguito, ma passa lerrore al
    terminale error out direttamente
  • un VI che riscontri un errore RunTime scrive sul
    suo terminale error out lerrore riscontrato, se
    nulla è collegato ad error out, compare una
    finestra di errore standard allutente

59
Sequenze di esecuzione
  • Lavorando in dataflow non si possono controllare
    le sequenze di operazioni ma solo il flusso di
    dati
  • Flussi paralleli avvengono secondo le
    disponibilità del processore e dellhardware e
    non possiamo quindi definirne la sequenza
  • Nel caso delle operazioni debbano necessariamente
    essere eseguite in successione possiamo ricorrere
    al FLUSSO DEGLI ERRORI per imporre una sequenza
    specifica
  • Oltre agli errori anche altri tipi di dato
    contenenti risorse (task, handle, file) sfruttano
    una catena di connettori IN/OUT utili per creare
    sequenze

60
Esercizio 015
  • prova tu
  • RIPRENDERE LESERCIZIO 014
  • OBIETTIVOAggiungere al subVi la gestione degli
    errori
  • Aggiungere ai subvi i terminali di errore ed
    evitare che vengano eseguiti in caso di errore
    (comportamento standard)
  • Fare in modo che la forma donda generata sia la
    somma di due forme donda definite
    indipendentemente
  • Provare a ripetere la medesima operazione con
    subvi reentrant
  • ATTENZIONE ALLA CATENA DEGLI ERRORI!

61
Misure industriali con labview
  • Labview V
  • Progetti, librerie ed eseguibili

62
Progetti
  • Qualora sia necessario sviluppare unapplicazione
    od un vi complesso (formato da più subvi) è utile
    riunire tutti i vi generati in un gruppo più
    esteso il progetto
  • Un progetto è dato dallunione di vari elementi
    fondamentali
  • Uno o più TARGET (su che hardware vogliamo
    sviluppare)
  • Uno o più VI allinterno del target
    eventualmente ragruppati in cartelle virtuali per
    comodità
  • Eventualmente una o più LIBRERIE che riuniscono
    VI con funzioni coordinate tra di loro (anche non
    sviluppate da noi)
  • Una o più BUILD SPECIFICATIONS e cioè
  • Uno o più eseguibili da compilare unendo i vi
    creati
  • Uno o più installer per installare i programmi
    creati

63
Progetto
TARGET
VI
Libreria
VI da cuidipendeil progetto
Installer
Eseguibile
64
Librerie
  • Consentono di riunire VI che abbiano funzioni
    coordinate tra di loro
  • Consentono il trasferimento in maniera semplice
    di gruppi di vi molto ramificati
  • Offrono lopportunità di introdurre elementi
    aggiuntivi ai vi le variabili di rete
  • Offrono molti vantaggi se usati in combinazione
    con i file collettori LLB (gruppi di vi compressi
    in un unico file per facilitarne il
    trasferimento)
  • Possono essere compilate e trasferite in forma
    vincolata ad un terzo utilizzatore

65
  • Elaborato 04
  • Riunire tutti i vi svolti finora in un unico
    progetto
  • Comprendere le implicazioni delluso di progetti,
    librerie ed llb
  • Creare un eseguibile ed un installer
  • DEFINIRE UN PROPRIO PROGETTO ED UNA LIBRERIA DI
    VI

66
GUM
  • Guida ISO allespressione dellincertezza di
    misura (GUM)
  • ISO Guide to the Expression of Uncertainty in
    Measurement
  • Cenni di teoria
  • Esercizi

67
Incertezza di misura
  • Ogni volta che si voglia misurare un fenomeno (o
    un oggetto) significa che ad esso, che è reale,
    si sta applicando un modello, di cui si vogliono
    stimare i parametri caratteristici.
  • Lincertezza da cui è affetta la stima di un
    parametro deriva dalle differenze che esistono
    tra la realtà ed il modello che la rappresenta,
    dal fatto che i trasduttori con cui la misura
    viene realizzata non sono ideali, dalloperatore
    che esegue la misura, da grandezze non sotto
    controllo che possono interferire con la misura,
    ecc
  • Lincertezza non può essere
  • completamente evitata,
  • la maggior parte di essa
  • può essere stimata, una
  • parte di essa può essere ridotta.
  • È importante ricordare che il
  • MODELLO è scelto in funzione di ciò che si vuole
    misurare

68
Incertezza di misura
  • Ad ogni misura o stima va associato un valore di
    incertezza
  • Approcci diversi conducono alla stessa
    conclusione
  • Il valore vero non esiste, o
  • Se il valore vero esiste è sconosciuto
  • Si utilizzano funzioni di distribuzione di
    probabilità per descrivere il risultato di una
    misura

69
Terminologia
  • misurazioneprocesso sperimentale attraverso
    il quale si ottengono informazioni circa
    lintensità di una certa quantità o
    grandezza(implica una procedura di misura basata
    su un MODELLO teorico)
  • misurandooggetto di una misurazione, quantità
    (o grandezza) che deve essere misurata
  • misura o risultato della misurazioneinsieme
    di valori ragionevolmente attribuibili al
    misurando. Solitamente la misura è espressa
    fornendo la stima del misurando con il relativo
    valore di incertezza.
  • incertezzadispersione dei valori del
    misurando
  • ERROREquantità che dovrebbe essere corretta o
    evitata. Termine che non si deve utilizzare
    riferendosi allincertezza
  • valore veroobiettivo ideale della stima
    attraverso la misura non esiste o non è
    conoscibile

70
Incertezza di misura
  • Lincertezza può essere stimata
  • Per mezzo di valutazioni basate sullesperienza
    (storico di dati, analisi della documentazione
    tecnica, esperienze precedenti )
  • CATEGORIA B FDP ipotizzata
  • Per mezzo di misure ripetute dello stesso
    misurando (analisi statistica dei risultati)
    CATEGORIA A FDP misurata
  • Per mezzo della propagazione dellincertezza, nel
    caso di misure indirette incertezza combinata
    FDP combinata

71
Propagazione dellincertezza (GUM)
  • APPROCCIO GENERALE
  • Considera eventuali correlazioni
  • Polinomio approssimato alle derivate di primo
    grado
  • Date u(xi), incertezza associata al valore xi e
    r(xi,xj), coefficiente di correlazione lineare
    tra xi and xj

72
Propagazione dellincertezza (GUM)
  • FORMA SEMPLIFICATA
  • Viene utilizzata quando i parametri sono fra loro
    indipendenti (non vi sono incertezze correlate)

73
Esercizio 1 Modulo di elasticità tangenziale
  • Considerando limmagine sottostante, si vuole
    misurare il modulo di elasticità tangenziale G
    della barra di acciaio per mezzo
    dellapplicazione di un momento torcente T e
    della misura dello spostamento angolare ?
    conseguente.

74
Esercizio 1 Modulo di elasticità tangenziale
  • Sono state raccolte le seguenti informazioni
    sulle grandezze coinvolte
  • 2R 16 mm (calibro ventesimale)
  • L 1 m (tolleranza di produzione 10mm)
  • 2a 240 mm (metro con tacche da 1 mm)
  • ? 0.81 rad (encoder ottico suddiviso in 360
    unità)
  • Della forza F N sono state effettuate le
    seguenti misure ripetute, per mezzo di un
    dinamometro digitale

75
Esercizio 1 Soluzione
  • 1) TROVARE LEQUAZIONE RISOLVENTE CHE LEGHI TUTTI
    I PARAMETRI
  • È unequazione in forma chiusa?
  • È fortemente non lineare nellintorno del valore
    stimato?
  • Le grandezze coinvolte sono fra loro indipendenti?

76
Esercizio 1 Soluzione
  • 2) IDENTIFICAZIONE DELLE GRANDEZZE COINVOLTE
  • Categoria A,B
  • Unità di misura
  • Valore stimato
  • Distribuzione di probabilità
  • Incertezza associata
  • Coefficiente di influenza(derivata parziale del
    I ordine)
  • NB le unità di misura devono essere COERENTI!

77
Esercizio 1 Soluzione
  • CATEGORIA An misure ripetute
  • (dello stesso misurando)
  • Valore stimato media
  • Incertezza varianza/n½
  • Gradi di libertànum del campione num parametri
    stimati

In teoria i gradi di libertà sono utilizzati per
ESTENDERE lincertezza, noi non li utilizziamo
78
Esercizio 1 Soluzione
  • CATEGORIA Bsi ottiene con valutazioni basate
    sullesperienzastima della FDP e dei sui
    parametri caratteristici
  • Triangolaremedia stimasemiampiezza a
  • Uniformemedia stimasemiampiezza a
  • Normalemedia stimavarianza s²

a
x
a
x
s
x
79
Esercizio 1 Soluzione
  • Si calcolano i dati statistici derivanti
    dallincertezza di categoria A
  • Il modo migliore di procedere è riempire una
    tabella nelle cui righe si trovano le grandezze
    coinvolte e nelle colonne i valori necessari per
    calcolare lincertezza

80
Esercizio 1 Osservazioni
  • Quando nella stima dellincertezza di misura il
    principale contributo è rappresentato dalla
    risoluzione, si utilizza il seguente
    approccio FDP uniforme semiampiezza metà
    risoluzionema come regola pratica si usa
    comunemente FDP uniforme semiampiezza
    risoluzionein favore della sicurezza
  • Quando si misurano grandezze indirette è
    importante ricordare di calcolarne lincertezza
    utilizzando il metodo di propagazione. Ad es. se
    2R è un diametro, misurato con unincertezza di
    0.028 mm, e si vuole calcolare il raggio
    R u²(R)u²(2R)/4gtu(R)u(2R)/2

81
Esercizio 1 Soluzione
  • Si stimano i coefficienti di influenza ci
    utilizzando le derivate parziali, calcolate
    numericamente o analiticamente nel valore stimato
    della grandezza considerata.
  • Se necessario si calcolano i coefficienti di
    correlazione, sebbene sia meglio, se possibile,
    scrivere lequazione che descrive il fenomeno in
    modo che tutte le grandezze siano indipendenti
    fra loro.

82
Esercizio 1 Soluzione
  • 3) CALCOLARE LA STIMA DELLA GRANDEZZA DERIVATA
  • 4) CALCOLARE LINCERTEZZA COMBINATA

Lincertezza può essere espressa con al più due
cifre significative e il valore stimato deve
avere la stessa risoluzione dellincertezza
83
Esercizio 1 Soluzione
  • 5) CALCOLARE LINCERTEZZA ESTESA
  • Si sceglie un livello di fiducia es. 99
  • Si determina il fattore di copertura utilizzando
    la distribuzione normale standardizzata
  • 6) SCRIVERE IL RISULTATO IN FORMA RIGOROSA
  • G70429 MPa (P99) oppureG70429 MPa
    (k2.58) oppureG704 MPa U99 (G)29 MPa

84
Esercizio 1 Analisi approfondita
  • UMF Fattore di amplificazione (Uncertainty
    Magnification Factor)
  • Indica di quanto viene amplificata lincertezza
    di ciascuna grandezza in ingresso in funzione
    dellequazione che descrive il fenomeno.
  • DIPENDE SOLO DALLEQUAZIONE SCELTA
  • Utile nellanalisi che precede lacquisto di un
    trasduttore, in modo da identificare le grandezze
    più (UMFgt1) o meno (UMFlt1) critiche

85
Esercizio 1 Analisi approfondita
  • UPC Uncertainty Percentage Contribution
  • Indica quanta dellincertezza combinata dipende
    dallincertezza della grandezza in ingresso
  • Tiene conto sia dellequazione che rappresenta il
    modello sia delle incertezze realmente coinvolte
  • Utile per controllare se vi siano alcune
    grandezze la cui misura vada migliorata

86
Riassunto dellapproccio basato sulla GUM
  • VANTAGGI
  • Facile da usare, semplicità dei calcoli richiesti
  • Permette di introdurre utili indicatori (UPC,UMF)
  • Permette di ottenere una visione globale del
    processo di misura
  • SVANTAGGI
  • Lapprossimazione del problema è solo al primo
    ordine
  • Richiede che lequazione risolvente sia in forma
    chiusa
  • Può nascondere gradi di libertà

87
Esercizio 2 Altezza di un edificio
  • Dalle misure di un edificio ottenute utilizzando
    un odometro avente diametro 300 mm e 100
    divisioni ed un inclinometro, avente passo pari a
    1/10 di grado, si sono ottenuti i seguenti valori
  • ?161.5 ?2-8.0 L15m
  • h1 Ltg?1
  • h2 Ltg?2
  • H h1h2
  • H L(tg?1tg?2)
  • Ricavare laltezza delledificio come misura
    indiretta, scrivendo il risultato in forma
    rigorosa, riportando lincertezza di misura
    estesa al 95

?1
H
?2
L
H29.73 0.14 m (k1.96)
88
Esercizio 3 Punta su un disco
  • Viene chiesto di misurare il carico applicato ad
    una punto che striscia su un disco che ruota in
    una prova volta a determinare il coefficiente di
    attrito fra i due oggetti, in funzione del
    materiale di cui sono costituiti. Il carico viene
    esercitato per mezzo di un attuatore idraulico,
    utilizzando un moltiplicatore di pressione
    rappresentato in figura.
  • Sapendo che il diametri sono stati misurati
    utilizzando un calibro ventesimale e considerando
    le pressioni in figura, quale trasduttore è il
    più adatto allo scopo, sapendo che hanno lo
    stesso prezzo?
  • Quale incertezza può essere associata alla misura
    dal carico?
  • Trasduttore 1 fondo scala 300 kPa,
    incertezza complessiva 1FS Trasduttore 2
    fondo scala 10 MPa, incertezza complessiva 2FS

89
GUM
  • Guida ISO allespressione dellincertezza di
    misura (GUM)
  • ISO Guide to the Expression of Uncertainty in
    Measurement
  • Esercizi

90
Incertezza di misura
  • Ad ogni misura o stima va associato un valore di
    incertezza
  • Approcci diversi conducono alla stessa
    conclusione
  • Il valore vero non esiste, o
  • Se il valore vero esiste è sconosciuto
  • Si utilizzano funzioni di distribuzione di
    probabilità per descrivere il risultato di una
    misura

91
Incertezza di misura
  • Lincertezza può essere stimata
  • Per mezzo di valutazioni basate sullesperienza
    (storico di dati, analisi della documentazione
    tecnica, esperienze precedenti )
  • CATEGORIA B FDP ipotizzata
  • Per mezzo di misure ripetute dello stesso
    misurando (analisi statistica dei risultati)
    CATEGORIA A FDP misurata
  • Per mezzo della propagazione dellincertezza, nel
    caso di misure indirette incertezza combinata
    FDP combinata

92
Propagazione dellincertezza (GUM)
  • FORMA SEMPLIFICATA
  • Viene utilizzata quando i parametri sono fra loro
    indipendenti (non vi sono incertezze correlate)

93
Approccio basato sulla GUM
  • IDENTIFICARE LEQUAZIONE RISOLVENTE- controllare
    lapplicabilità dellapproccio semplificato
  • IDENTIFICARE LE GRANDEZZE COINVOLTE- categoria,
    incertezza, coefficienti di influenza
  • CALCOLARE IL VALORE STIMATO
  • CALCOLARE LINCERTEZZA COMBINATA- propagare le
    incertezze
  • CALCOLARE LINCERTEZZA ESTESA - scegliere un
    opportuno fattore di copertura,
  • adeguato al livello di fiducia richiesto
  • SCRIVERE IL RISULTATO IN FORMA RIGOROSA
  • G70438 MPa (P99) oppure G70438 MPa
    (k2.58) oppureG704 MPa U99 (G)38 MPa

94
Analisi approfondita UMF
  • UMF Fattore di amplificazione (Uncertainty
    Magnification Factor)
  • Indica di quanto viene amplificata lincertezza
    di ciascuna grandezza in ingresso in funzione
    dellequazione che descrive il fenomeno.
  • DIPENDE SOLO DALLEQUAZIONE SCELTA
  • Utile nellanalisi che precede lacquisto di un
    trasduttore, in modo da identificare le grandezze
    più (UMFgt1) o meno (UMFlt1) critiche

95
Analisi approfondita UPC
  • UPC Uncertainty Percentage Contribution
  • Indica quanta dellincertezza combinata dipende
    dallincertezza della grandezza in ingresso
  • Tiene conto sia dellequazione che rappresenta il
    modello sia delle incertezze realmente coinvolte
  • Utile per controllare se vi siano alcune
    grandezze la cui misura vada migliorata

96
Esercizio 2 Altezza di un edificio
  • Dalle misure di un edificio ottenute utilizzando
    un odometro avente diametro 300 mm e 100
    divisioni ed un inclinometro, avente passo pari a
    1/10 di grado, si sono ottenuti i seguenti valori
  • ?161.5 ?2-8.0 L15m
  • h1 Ltg?1
  • h2 Ltg?2
  • Hh1h2
  • HL(tg?1tg?2)
  • Ricavare laltezza delledificio come misura
    indiretta, scrivendo il risultato in forma
    rigorosa, riportando lincertezza di misura
    estesa al 95
  • ?1
  • H
  • ?2
  • L
  • H29.73 0.14 m (k1.96)

97
Esercizio 2 Altezza di un edificio
  • Equazione risolvente H L(tg?1tg?2)
  • Grandezze coinvolte- L - distanza incertezza
    di categoria B
  • - ?1 angolo incertezza di categoria B - ?2
    angolo incertezza di categoria B

98
Esercizio 2 Altezza di un edificio
  • Grandezze coinvolte L15mm incertezza di
    categoria Bmisurata per mezzo di un
    odometro(diametro 300 mm, 100 divisioni)1
    divisionp300mm/1009.4mm0.0094msi assume una
    distribuzione uniforme con semiampiezza a pari
    alla divisione più
  • piccola
  • La semiampiezza a sarebbe dovuta essere uguale a
    metà della divisione più piccola, ma come regola
    pratica, se la misura è poco accurata si usa
    lampiezza intera della divisione più piccola.
  • a
  • x

99
Esercizio 2 Altezza di un edificio
  • Grandezze coinvolte ?161.51.073 radrad
    incertezza di categoria Bmisurata per mezzo di
    un inclinometro(divisione 1/10 di grado)1
    divisione 0.1 0.0017 rad si assume una
    distribuzione uniforme con semiampiezza a pari
    alla divisione più piccola
  • Lo stesso per ?2 -8 -0.140rad
  • a
  • x

100
Esercizio 2 Altezza di un edificio
  • Coefficienti di influenza
  • 2.066 m15 m

101
Esercizio 2 Altezza di un edificio
  • INCERTEZZA COMBINATA,INCERTEZZA ESTESA e
  • RISULTATI DELLA MISURA
  • H 29.73 m U95(H) 0.14mH (29.73 0.14) m
    (k 1.96)H (29.73 0.14) m (P 95)
  • Analisi critica UMF, UPC

102
Incertezza di misura
  • Ad ogni misura o stima va associato un valore di
    incertezza
  • Approcci diversi conducono alla stessa
    conclusione
  • Il valore vero non esiste, o
  • Se il valore vero esiste è sconosciuto
  • Si utilizzano funzioni di distribuzione di
    probabilità per descrivere il risultato di una
    misura

103
Compatibilità fra misure diverse della stessa
grandezza
  • Misure diverse della stessa grandezza risultano
    compatibile, con un certo livello di fiducia,
    quando i loro intervalli fiduciari si
    sovrappongono
  • Es.velocità della mia automobile misurata per
    mezzo di un segnale GPS72 1km/h (P
    95)velocità della mia automobile misurata per
    mezzo di un tachimetro
  • 757km/h (P95)velocità della mia automobile
    misurata dalla polizia808km/h (P95)
  • i risultati delle tre misure si riferiscono allo
    stesso misurando? Le tre misure sono COMPATIBILI?

104
Compatibilità fra misure diverse della stessa
grandezza
  • Sì, le misure sono compatibili con un livello
    di fiducia del 95, perché esiste un intervallo
    (in rosso) in comune fra le tre misure
  • Si può affermare che le tre misure non sono
    diverse, con un livello di fiducia del 95

Un ulteriore esempioil sistema di controllo di
sistema di serraggio indica il valore di F 89N
con tolleranza al 95 data, pari a 1 Nla forza
dello stesso sistema di serraggio viene misurata
con misure ripetute utilizzando una cella di
carico, ottenendo il seguente risultato F
89,91,90,92,89,89,91 N le due misure sono
COMPATIBILI al 99?
105
Compatibilità fra misure diverse della stessa
grandezza
  • Un ulteriore esempioF 89 N con tolleranza al
    95 data, pari a 1 NIncertezza estesa al 95
    1 N se si suppone una distribuzione normale, si
    può calcolare lincertezza standard (k1)
    dividendo per k951.96 gt u(F) 0.51 N gt
  • gt U99(F) k99 u(F) 2.58 x 0.51 N 1.3
    N intervallo di fiducia 87.7 N 90.3 N
  • misure ripetute F 89,91,90,92,89,89,91
    Nmedia F 90.14 N deviazione standard s
    1.215 Nnumero di campioni n 7 gt v n-1 6
    gradi di libertàPer estendere lincertezza di
    misure ripetute con n lt 30 si usa la
    distribuzione t di Student gt k t99,v 3.71
    gt U99(F) 1.7 N intervallo di fiducia 88.4
    N 91.8 N
  • Sì, le misure sono compatibili con un livello di
    fiducia del 99 i due intervalli si
    sovrappongono fra 88.4 N e 90.3 N

106
Esercizio 3 Punta su un disco
  • Viene chiesto di misurare il carico applicato ad
    una punto che striscia su un disco che ruota in
    una prova volta a determinare il coefficiente di
    attrito fra i due oggetti, in funzione del
    materiale di cui sono costituiti. Il carico viene
    esercitato per mezzo di un attuatore idraulico,
    utilizzando un moltiplicatore di pressione
    rappresentato in figura.
  • Sapendo che il diametri sono stati misurati
    utilizzando un calibro ventesimale e considerando
    le pressioni in figura, quale trasduttore è il
    più adatto allo scopo, sapendo che hanno lo
    stesso prezzo?
  • Quale incertezza può essere associata alla misura
    dal carico?
  • Trasduttore 1 fondo scala 300 kPa,
    incertezza complessiva 1FS Trasduttore 2
    fondo scala 10 MPa, incertezza complessiva 2FS

107
Esercizio 3 Punta su un disco
  • Ipotesi A
  • si utilizza il trasduttore 1 per misurare p2 con
    unincertezza di 6 kPa
  • Ipotesi B- si utilizza il trasduttore 2 per
    misurare p1 con unincertezza di 100 kPa
  • La miglior soluzione è data dallipotesi B,
    perché lincertezza che ne deriva è inferiore
  • Cosa accadrebbe se lincertezza relativa del
    trasduttore 1 fosse pari a 1FS?

108
GUM e METODO MONTECARLO
  • Metodo MonteCarlo
  • Applicazioni per lanalisi dellincertezza di
    misura

109
Incertezza approccio GUM
  • Forma semplificata
  • Da usare solo se
  • Lequazione è in forma chiusa
  • La funzione è linearmente approssimabile vicino
    al punto di stima
  • I parametri coinvolti sono indipendenti
  • Ma se queste condizioni non sono rispettate?

110
Incertezza approccio GUM
  • PROBLEMA
  • A volte lequazione non è risolubile in forma
    chiusa
  • ad esempio per determinare il raffreddamento di
    unaletta come ottengo il coefficiente h?
  • t
  • w
  • L

111
Incertezza Metodo Montecarlo
  • 1) Rendere il sistema replicabile automaticamente
  • Identificare le variabili in gioco e le loro
    distribuzioni di probabilità

112
Incertezza Metodo Montecarlo
  • 3) Generare numericamente M campioni casuali per
    ciascuna delle N variabili di ingresso secondo le
    distribuzioni stimate, ottenendo una matrice
    MxN(la GUM suggerisce Mgt30 000)
  • Controllare che i campioni casuali seguano la
    distribuzione desiderata!
  • K1.KM
  • k

113
Incertezza Metodo Montecarlo
  • Come estraggo da una PDF un numero casuale?
  • Usando un generatore pseudorandom uniforme e la
    cumulata della distribuzione di probabilità
  • Programmi di calcolo come excel hanno già a
    disposizione le densità di probabilità cumulate
    (es INV.T)
  • Labview fornisce anche una palette apposita per
    generare numeri casuali

114
Incertezza Metodo Montecarlo
  • Applico automaticamente ad ogni riga della
    matrice il sistema di calcolo, ottenendo M
    campioni del risultato ricercato
  • Di solito questo implica un ciclo FOR
    particolarmente numeroso

115
Incertezza Metodo Montecarlo
  • Disegno listogramma dei risultati ottenuti
    (simulazioni).
  • Estraggo dallistogrammamedia gt stima del
    risultatodeviazione standard gt incertezza
    standardpercentile (1-a/2)-P(a/2) gt incertezza
    estesa

116
Incertezza Metodo Montecarlo
  • VANTAGGI
  • Adatto con sistemi non lineari
  • Non richiede approssimazioni
  • Non richiede equazioni in forma chiusa
  • Funziona anche con algoritmi risolutivi
  • SVANTAGGI
  • Implementazione numerica pesante
  • Difficile ottenere indici quali UMF e UPC
  • La stabilità dipende dal numero di prove

117
Incertezza Metodo Montecarlo
  • Esercizio 4 statistica di base
  • Simulare il lancio di un dado a otto facce e
    verificare che rispetti la distribuzione uniforme
  • Simulare il lancio di 3d8, sommarne i valori e
    valutare listogramma dato dal risultato di 10000
    lanci simulati
  • Esercizio 5 stima dellincertezza
  • Ripetere lesercizio 1 della GUM e valutare se le
    due stime sono o meno compatibili tra loro.
  • Valutare anche le differenze tra le incertezze.

118
Modello generale di trasduttore
  • Modello generale di trasduttore
  • Come leggere la scheda tecnica di un trasduttore

119
Modello generale di trasduttore
Informazioni sulle caratteristiche fisiche
Dati numerici
Sistema di misura
Catena di misura
TRASDUTTORE
Condizionamento e Amplificazione
Sistema di acquisizione - ADC - Filtri
MISURANDO
PRESENTAZIONE DEI DATI
SENSORE
SONDA
Segnale elettrico
Strumento di misura
120
Terminologia
  • sondaparte esterna del sensore o del
    trasduttore, di solito portatile
  • sensoreelemento del trasduttore direttamente
    affetta dal misurando
  • trasduttoredispositivo che fornisce in uscita
    una quantità che dipende dallintensità del
    misurando
  • strumento di misuradispositivo che viene
    utilizzato per eseguire delle misurazioni, da
    solo o collegato ad altri dispositivi
  • sistema di misurainsieme degli strumenti di
    misura e di tutti gli altri dispositivi necessari
    allo svolgimento e realizzazione della
    misurazione catena di misuraserie degli
    elementi che compongono il sistema di misura e
    che costituiscono il percorso dallingresso
    alluscita del segnale

121
Modello Generale di Trasduttore
  • Sonda
  • opzionale, esterna, parte del sensore o del
    trasduttore direttamente a contatto col misurando
    o immerso in esso, di solito portatile or
    staccabile.
  • Esempiole sonde per misurare il contenuto di
    umidità sono costituite da una coppia di
    elettrodi che vengono inseriti nel materiale di
    cui si vuole misurare lumidità.
  • NBin alcuni campi i termini sonda e sensore
    sono utilizzati come sinonimi, poiché in alcuni
    sensori comuni, come le termocoppie, la sonda è
    il sensore.

sonde
122
Modello Generale di Trasduttore
  • Sensore
  • parte principale del trasduttore, direttamente
    affetta dal misurando e dal principio di misura
  • EsempiIl flussimetro del rotore di una turbina
    la bobina sensibile di una PT100. Nei
    piezoaccelerometri il sensore è un blocco di
    quarzo eccitato grazie per mezzo della
    compressione esercitata da una piccola massa
    interna al trasduttore, che in questo caso è
    composto dal sensore e dal circuito necessario al
    trasferimento in uscita delle cariche.

123
Modello Generale di Trasduttore
  • Trasduttoredispositivo che fornisce in uscita
    una grandezza che dipende dallintensità del
    misurando.
  • Di solito la relazione fra misurando e uscita è
    lineare, ma non sono esclusi altri tipi di
    relazione.
  • Esempionei potenziometri il trasduttore è
    linsieme del cursore (sensore) che scorre su una
    resistenza fissa e del circuito di alimentazione
    e misura.

124
Modello Generale di Trasduttore
SISTEMA DI MISURA
STRUMENTO DI MISURA
CONDIZIONAMENTO
TRASDUTTORE
ACQUISIZIONE DEI DATI
SENSORE
SONDA non esterna
125
Modello Generale di Trasduttore
Parametri di influenza
qin
qout
TRASDUTTORE
INGRESSO
USCITA
misurando
visualizzazione dati
Il modello generale di trasduttore non considera
le leggi fisiche che regolano il funzionamento
del trasduttore, bensì tiene conto solo della
relazione che intercorre fra ingresso (MISURANDO)
ed uscita (VISUALIZZAZIONE DATI) del trasduttore.
126
Modello Generale di Trasduttore
  • Spiega adeguatamente qualsiasi trasduttore,
    indipendentemente dal principio fisico utilizzato
    per la misura
  • Consente di spiegare un trasduttore complesso
    attraverso la composizione di più trasduttori
    elementari
  • La relazione che lo rappresenta coinvolge solo
    ingresso ed uscita ed è affetta da incertezza
  • Misura f(Lettura)
  • Tale relazione può essere trovata nel diagramma
    di taratura ed è nota come curva di taratura

127
Taratura statica diagramma di taratura
Intervallo fiduciario
Curva di taratura
TRANSDUCER
Portata
Intervallo di Misura
Full Scale Output
Intervallo di lettura
128
Taratura statica diagramma di taratura
Curva di taratura
TRANSDUCER
Intervallo fiduciario
129
Taratura statica diagramma di taratura
TRANSDUCER
ks sensibilità statica in un determinato punto
della curva output/input Offset valore
delluscita quando lingresso è nullo output
130
Modello Generale di Trasduttore
  • Sensibilità staticaderivata prima delluscita
    del traduttore rispetto allingresso, quando sia
    ingresso che uscita non variano nel tempo.
  • OffsetValore costante della lettura quando
    lingresso è nullo. Se non viene corretto può
    indurre in errori sistematici o deviazioni
    (bias).
  • Risoluzionela più piccola variazione
    dellingresso che conduce ad una variazione
    visibile delluscita

131
Modello Generale di Trasduttore
  • Sensibilità al fattore di influenzaderivata
    prima delluscita del trasduttore rispetto al
    fattore interferente o di influenza, in
    condizioni statiche.
  • LinearitàDeviazione della relazione fra
    ingresso ed uscita dal modello ideale ipotizzato,
    di solito è il principale contributo
    allincertezza.
  • IsteresiDifferenza dei valori di lettura
    ottenuti in corrispondenza dello stesso misurando
    quando questo viene fatto variare in senso
    crescente o decrescente
  • AccuratezzaIncertezza associata al trasduttore,
    solitamente ottenuta dalla composizione degli
    effetti di linearità, isteresi e ripetibilità.

132
Come leggere una scheda tecnica
  • Identificare le principali caratteristiche
    metrologicheSensibilità statica, Offset, Fondo
    Scala, Risoluzione. Verificare che siano adeguate
    per soddisfare le condizioni della misura.
  • Controllare quali connessioni vengano
    richiesteTipo di connessione, alimentazione,
    amplificazione and condizionamento del segnale.
    Si trovano comunemente trasduttori basati su
    connessioni a ponte, o su principi di misurazione
    radiometrici e piezoelettrici
  • Verificare le condizioni di lavoroSolitamente,
    temperatura e vibrazioni rivestono un ruolo
    importante, così come il montaggio meccanico.

133
Come leggere una scheda tecnica
  • Cercare indicazioni sullincertezzale
    informazioni fornite di solito sono
    laccuratezza, gli effetti di linearità,
    listeresi e la ripetibilità.
  • Identificare i fattori interferenti e di
    influenzasolitamente temperatura, umidità,
    interferenze radio are riportate come indicazioni
    sulla sensibilità. Si cerca di evitare unanalisi
    troppo dettagliata se non è richiesta.
  • Stima dellaccuratezza complessivasi combinano
    tutte le fonti di incertezza sommandole al
    quadrato.
  • Controllare la tracciabilità delle
    informazioniovvero una taratura riferibile ad
    un centro SIT, secondo una procedura nazionale or
    internazionale.

134
Come leggere una scheda tecnica
  • Le schede tecniche non sono tutte ugualimolte
    schede tecniche fanno riferimento a norme vecchie
    o a particolari regolamentazioni di campo
    cercare sempre di ricostruire un modello coerente
    con quello generale del trasduttore raccogliendo
    il maggior numero di informazioni disponibili.
  • Ricordare le limitazioni del modelloPrima di
    tutto il principio dellEFFETTO DI CARICO il
    misurando si modifica nel momento in cui viene
    misurato (il cambiamento, sebbene piccolo, è
    inevitabile poiché, al fine di consentire la
    misurazione, una parte di energia viene tolta o
    ceduta al misurando)

135
Come leggere una scheda tecnica
  • Provare con i seguenti trasduttori
  • Un traduttore piezoelettrico di forza
  • Un trasduttore lineare di spostamento
  • Un trasduttore di pressione

136
Modello Generale di Trasduttore
influencing parameters
qin
qout
TRANSDUCER
INPUT
OUTPUT
measurand
data display
How can I identify the relation between input and
output without knowing the inside of my black box
model?
137
Taratura statica modello di trasduttore
TARATURA procedura che si utilizza per stimare
la relazione fra uscita e ingresso di un
trasduttore quando tutte le grandezze di
influenza ed interferenti sono mantenute sotto
controllo nellintervallo di lavoro
PER CONFRONTO CON UN CAMPIONE STANDARD
PER CONFRONTO CON UN TRASDUTTORE DI RIFERIMENTO
138
Taratura statica modello di trasduttore
PER CONFRONTO CON UN CAMPIONE STANDARD
PER CONFRONTO CON UN TRASDUTTORE DI RIFERIMENTO
Lincertezza del campione standard o del
trasduttore di riferimento DEVE ESSERE inferiore
ad un decimo dellincertezza che si desidera
associare al trasduttore
campione standard
trasduttore di riferimento
lettura
lettura
risultato della misurazione
DIAGRAMMA DI TARATURA
TARATURA
139
Sistema Internazionale di unità di misura (SI)
campioni del BIPM (definizioni del SI)
Istituto Nazionale di Metrologia (INRIM in
Italia)
standard internazionale
Standard nazionale
Laboratori accreditati per la taratura (laboratori
SIT in Italia)
centro di taratura aziendale
standard di riferimento aziendale
standard di riferimento
sessione di taratura in fabbrica
standard di fabbrica
sistema di misura aziendale
140
Misure industriali con labview
  • Labview VI
  • Introduzione teorica allacquisizione,LabView,
    NI MAX e DAQmx

141
LACQUISIZIONE DIGITALE DEI SEGNALI
142
I vantaggi principali dei sistemi digitali
consistono in
  • elevata insensibilità ai disturbi
  • bassa incertezza con costi relativamente
    contenuti
  • compatibilità intrinseca coi sistemi di
    calcolo
  • facilità di manipolazione, trasmissione,
    registrazione, riproduzione

143
TEORIA DELLA QUANTIZZAZIONEproblemi
relativiallasse delle ordinate
144
  • La conversione A/D consta di due fasi
  • - quantizzazione
  • - codifica

145
Quantizzazione il dato analogico viene suddiviso
in un insieme di stati discreti
146
Codifica si assegna una parola digitale (stringa
di caratteri) ad ogni stato discreto secondo un
codice opportuno
147
  • stringa di caratteri N bit
  • codifica binaria O od 1
  • insensibilità ai disturbi
  • facilità di
  • manipolazione
  • trasmissione
  • registrazione

148
  • RISOLUZIONE
  • Se ho una stringa di N bit ??2N stati diversi
  • 3 bit ??23 8 stati diversi 0 0 0 1
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