UNIVERSITA DEGLI STUDI DI L AQUILA Facolt di Scienze dell

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Title: UNIVERSITA DEGLI STUDI DI L AQUILA Facolt di Scienze dell


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UNIVERSITA DEGLI STUDI DI LAQUILA Facoltà di
Scienze della Formazione
Corso di Laurea in Scienze dellInvestigazione
Criminologia e Criminalistica
Anno Accademico 2006/2007
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Criminologia e Criminalistica
30 periodi di lezione per lacquisizione di 5
crediti formativi Esame Orale
Il Serial Killer profili psicologigi e
criminologici
Insegnante Colonnello dei Carabinieri Dottor
Mariano ANGIONI Relatore Capitano dei
Carabinieri Dottor Fabrizio FRATONI e-mail
marianoangioni_at_libero.it e-mail
fabriziofratoni_at_virgilio.it
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Criminologia e Criminalistica
Il serial killer
Pur non esistendo una unica definizione degli
assassini seriali, tali fenomeni criminologici
che si collocano nello studio sulle carriere
criminali, sono stati concordemente definiti
come individui che sulla base di
unassociazione di motivazioni quali potere,
sesso, desiderio di dominazione e morte,
commettono ripetutamente in un arco temporale
variabile più omicidi. La peculiarità, a parte
la commissione di più delitti di omicidio in un
determinato tempo, sta proprio nei tratti di
personalità e nelle motivazioni che sottendono
ai delitti, sovente commessi con modalità
efferate soprattutto violenze a sfondo sessuale
sulle vittime, modalità crudeli, esecuzione di
atti o rituali particolari, anche di
cannibalismo. Spesso il termine mostro viene
usato in modo ricorrente in presenza di questi
fatti e viene associato abitualmente al
termine di follia o malattia mentale, ma
lesperienza ha ampiamente dimostrato che
allinterno della categoria dei serial killer,
i soggetti affetti da una vera e propria
patologia psichiatrica, tale da renderli del
tutto incapaci di intendere, non sono poi molti.
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Criminologia e Criminalistica
Profilo psicologico del serial killer
Per condurre un attento esame sul profilo
psicologico del serial killer occorre
evidenziare un dato che accomuna tutti i
serial killer, cioè che tutti questi soggetti
criminologici hanno avuto traumi e carenze
affettive gravi in età precoce e le tracce sono
rimaste, anzi si sono acuite nelladdolescenza e
nelletà adulta, spesso accompagnate da problemi
di natura fisiologica ovvero da disturbi della
sessualità e della personalità. Questo dato
emerge dai risultati di numerose ricerche
sulle carriere criminali, ed anche le
prospettive teoriche più recenti, confortano
questa analisi e spingono proprio alla
prevenzione, consentendo lindividuazione
precoce di fattori di rischio. Tale dato che
si coglie nel back ground criminale di tutti
i serial killer non esclude che i serial
killer nella maggior parte dei casi abbiano
liberamente e consapevolmente scelto di
uccidere pianificando ovvero premeditando i
delitti ed attuandoli con determinate e
particolarmente efferate modalità materiali
ovvero ponendo in esserre dei veri e propri
rituali.
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Criminologia e Criminalistica
Fenomenologia dellomicida seriale
  • L'esame approfondito della fenomenologia
    dellomicida seriale porta a considerare che tale
    fenomeno sebbene diffuso in tutto il mondo, solo
    negli ultimi anni è stato oggetto di studi
    più approfonditi e rilevazioni statistiche
    effettuate prevalentemente negli Stati uniti
    dAmerica da studiosi, rilevando che
  • il 55 dei serial killer mondialmente
    accertati ha operato negli Stati
  • Uniti seguiti dal Regno Unito con il 6 e
    dallItalia con il 5
  • l 84 dei serial killer mondialmente
    accertati è di sesso maschile
  • la maggior parte il 72 circa agisce
    individualmente contro il 12 che
  • agisce a coppie e il 16 che agisce in
    gruppo
  • generalmente è un soggetto di razza bianca
    (85 dei casi) che attacca di preferenza le
    donne (55 dei casi) generalmente uccide nel
    territorio in cui abita (63 dei casi) in
    pochi casi utilizza unarma da fuoco,
    evidenziando invece una certa predilezione per
    il contatto fisico con la vittima con alte
    percentuali di strangolamenti, soffocamenti e
    il massiccio uso di armi bianche.

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Criminologia e Criminalistica
Classificazione dei serial killer
  • Attraverso specifiche tecniche di analisi della
    scena del crimine che contiene la maggior
    parte degli elementi essenziali per cogliere
    indispensabili informazioni afferenti lautore e
    dei suoi assiomi comportamentali, lesperienza
    dellF.B.I. ha portato attraverso lopera del
    cosiddetto profiler o meglio lo sviluppatore
    di profili, ad individuare una classificazione
    dei serial Killer secondo vari criteri
  • il modus operandiche si riferisce alle
    modalità con le quali mette in atto il
    delitto che pur essendo un comportamento
    dinamico ed in continua evoluzione fa emergere
    una ben precisa ritualità e come in una
    celebrazione di un rito orrido ed oscuro in
    definitiva si può definire come il comportamento
    acquisito
  • la territorialità, basato sui particolari
    luoghi in cui il criminale uccide
  • lo staging o messa in scena, ovvero un
    alterazione volontaria della scena del
    crimine per sviare le indagini
  • la signature o firma, che costituisce il il
    biglietto da visita del criminale,
    costituendo parte unica ed originale del
    comportamento dello stesso, segni di ritualità
    riconducibili alle sue fantasie e costituisce
    il suo appagamento pertanto rimane costante
    in ogni delitto e non varia negli anni.

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Criminologia e Criminalistica
Aspetti rilevanti dello Staging
Nella messa in scena posta in essere il
serial killer, proprio grazie al suo rapido
tentativo di manomissione della scena del
delitto, può comettere degli errori nel
tentantivo di adattare tutti i pezzi della
scena come egli ha in mente. Mentre
lalterazione è ancora in atto, il serial
killer può essere soggetto ad un forte stress,
che non gli permetterà di sistemare logicamente
la sequenza degli avvenimenti sulla scena
del delitto, tanto che possono emergere per gli
investigatori delle incongruenze, chiamate red
flags . Per individuare queste inconsistenze
sarà necessario porsi diverse domande durante
lanalisi della scena del crimine e sulle
modalità dazione, poste in essere dal serial
Killer, ad esempio se ha prelevato o
lasciato qualcosa, ovvero se ha inferto nel
corpo della vittima eccessive ferite o
particolari segni di mutilazione e soprattutto
con quali modalità. Tali red flags possono
condurre gli investigatori ad unattività di
analisi e ricerca approfondita, della scoperta
di elementi utili ad indirizzare le indagini
sulla tipologia del seriale e al suo profilo
psicologico, per cercare di comprendere la
misteriosa ossessione che lo induce a commettere
gli omicidi ed in definitiva lo scopo del suo
uccidere.
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Criminologia e Criminalistica
LUnità per lanalisi del crimine violento
La tecnica del profilo psicologico viene
applicata da questa particolare unità,
costituita nellambito della Polizia di Stato
nel dicembre del 1995, emulando la
Behavioural Science Unit dellF.B.I., ed ha
lo scopo di supportare gli organismi
investigativi e lautorità giudiziaria
procedente, nei casi di omicidio senza movente
apparente ovvero quelli a carattere seriale o
di particolare crudeltà. Tale unità utilizza in
modo armonico e complementare tutte le tecniche
e le metodologie della criminalistica, della
medicina legale, della psichiatria forense e
della psicologia comportamentale. Si divide in
quattro strutture denominate esame della
scena del crimine, analisi della scena del
crimine, analisi delle informazioni, analisi del
comportamento. Queste ultime due strutture
sono dotate di uno specifico strumento il
sistema per lanalisi della scena del crimine
che consente agevolazioni nello sviluppo,
trattazione e gestione di tutta una
considerevole quantità di informazioni acquiste
anche sotto laspetto multimediale. Permette
altresì di integrare i dati oggettivi che si
ricavano dalla scena del crimine durante il
sopralluogo con altri dati provenienti da fonti
diverse. Tra gli strumenti usati emerge in
particolare il rapporto informativo pensato per
consentire lacquisizione capillare delle
informazioni che devono essere memorizzate nel
sistema di analisi del crimine.
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Criminologia e Criminalistica
Zona operativa e criminal profiling
La scelta della zona operativa del serial
killer dipende anche dalla sua mappa mentale
costituita dalle immagini cognitive dellambiente
che si è creato in base alle esperienze
quotidiane. Nella maggior parte dei casi
lomicida inizia nei luoghi che gli sono
abbastanza familiari, quindi nelle vicinanze di
qualche punto di riferimento facente parte
della propria mappa mentale, mentre poi,
procedendo nella serie, diventa sempre più sicuro
ed allarga i confini della sua mappa mentale
agendo anche in zone che non conosce abbastanza,
anche per procurarsi uneccitazione
ulteriore. Pertanto nellanalisi dellattività di
un serial killer è particolarmente importante
considerare i luoghi nei quali sono stati
commessi i primi reati in quanto sono quelli che
possono fornire le informazioni più utili per la
cattura del criminale. La stessa selezione del
bersaglio criminale oltre che nella tipologia
della vittima (donna o minore), può essere anche
determinata da una scelta casuale mentre
lintero processo di selezione del luogo è ben
strutturato, anche se in maniera inconsapevole,
infatti escludendo la zona cuscinetto posta
nelle immediate vicinanze dellabitazione il
serial killer tende ad agire nella zona di
residenza.
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Criminologia e Criminalistica
Il Profilo geografico
  • E un metodo di localizzazione degli autori di
    crimini seriali che è stato elaborato presso
    il dipartimento di Psicologia Investigativa di
    Liverpool diretto dal prof. David Canter, basato
    sui seguenti aspetti di carattere geografico
  • si deve trattare di crimini che possono,
    con una certa ragionevolezza, essere collegati
  • tra loro cioè commessi da un unico
    aggressore
  • devono esserci almeno cinque delitti nella
    serie perché effettuando analisi geografiche
    con un numero inferiore, la probabilità di
    localizzazione decresce
  • ogni informazione geografica relativa alle
    caratteristiche delle vittime deve essere
    tenuta in particolare considerazione come le
    stesse attività abituali
  • dislocazione areale del crimine e strade di
    collegamento
  • esame dettagliato della scena del crimine
    della disposizione del cadavere e delle
    fotografie della zona con analisi
    computerizzata
  • localizzazione dellarea di residenza del
    soggetto con il concetto di sfera criminale
    distinguendo, nel caso che il serial killer sia
    residente nella stessa area, dalla quale si
    muove per compiere delitti per poi farvi
    ritorno agendo in direzioni differenti, ovvero
    sia pendolare
  • individuazione della zona cuscinetto
    ovverosia quella zona troppo vicina alla base
    del
  • serial killer e quindi a livello di rischio
    molto elevato.

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Criminologia e Criminalistica
  • Interconnessione del profilo psicologico e di
    quello territoriale
  • La conoscenza del profilo territoriale si
    affianca a quello psicologico e si
    caratterizza in due componenti principali una
    oggettiva (basata su procedure statistiche e
    quantitative per stabilire zone di maggiore
    probabilità di localizzazione dellaggressore)
    ed una soggettiva (ricostruzione ed
    interpretazione della mappa mentale
    dellaggressore con le interazioni provenienti
    dal profilo psicologico).
  • Estato elaborato infatti il principo del minimo
    sforzo per cui a parità di altre condizioni il
    serial killer decide di spostarsi con il minimo
    sforzo e quindi sceglierà come luogo dazione
    quello più vicino al suo punto di partenza.
  • La scelta del luogo, che in definitiva poi
    determina la scelta nella ricerca di una
    determinata vittima, è influenzata dalla
    disponibilità di un determinato mezzo di
    trasporto, dallappetibilità delle zone
    dorigine e di destinazione per effettuare lo
    spostamento e dalla familiarità con le vie di
    comunicazione, con presenza, quantità e qualità
    delle barriere geografiche ovvero di strade
    alternative.

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Criminologia e Criminalistica
Differenti modelli di criminal profiling
Nel 1970 lF.B.I. crea il primo programma di
profilo criminale che integrato con una serie
di interviste ai serial killer ristretti in
carcere permette una loro classificazione in
organizzati e disorganizzati. Serial Killer
organizzato Si individua nel modello di serial
killer organizzato il profilo di un soggetto
con intelligenza media o superiore, socialmente
competente, predilige lavori che richiedono
abilità, sessualmente adeguato, con disciplina
inconsistente nellinfanzia, con famiglia con
occupazione stabile, utilizzo di alcool durante
il crimine, segue il crimine compiuto sugli
organi di stampa, può cambiare lavoro o lasciare
la città. In tale caso sulla scena del crimine
si denota una pianificazione meticolosa del
delitto, infatti seleziona le vittime con meno
rischio, spesso conosciute, personalizza la
vittima generalmente sottomessa, compie atti
aggressivi prima della morte, ne nasconde il
corpo, trasporta la vittima o il cadavere, non
lascia alcuna traccia sul luogo del crimine.
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Criminologia e Criminalistica
Differenti modelli di criminal profiling
Serial Killer disorganizzato Nel profilo di un
serial killer disorganizzato emergono invece i
caratteri di unintelligenza sotto la media,
socialmente inadeguato che predilige i lavori
generici, sessualmente inadeguato, con una
disciplina rigida nellinfanzia, ansia durante
lesecuzione del crimine, minimo uso di alcool,
vive da solo, vive e lavora vicino alla zona
dei crimini, minimo interesse per le notizie dei
media, dimostra significative modificazioni
comportamentali. In tale caso sulla scena
del crimine emergono i caratteri di
unaggressione improvvisa e non pianificata,
vittima e luoghi conosciuti, depersonalizza la
vittima, scena del crimine lasciata in maniera
caotica e disordinata, improvvisa la violenza
sulla vittima, cadavere lasciato in vista, lascia
spesso tracce e prove sulla scena, così come
generalmente lascia il cadavere sullo stesso
luogo.
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Criminologia e Criminalistica
Il profilo psicologico elaborato dallF.B.I.
  • Il modello di indagine dellF.B.I. allo scopo di
    meglio definire il profilo psicologico
    dellautore di omicidi seriali si compone di
    cinque fasi tracciate secondo metodi
    eminentemente induttivi sulla base delle
    analisi e delle ricerche e degli
    approfondimenti condotti e che parte dalle
    interviste ai criminali in carcere per poter
    delineare i profili psicologici e le ipotesi
    sulle caratteristiche di autori sconosciuti di
    determinati crimini.
  • Prima Fase
  • Relativa al comportamento precedente il crimine
    e alla pianificazione che comprende tre
    elementi fondamentali
  • fattori stressanti in genere individuabili in
    conflitti con una donna o con i genitori,
    problemi finanziari o di lavoro, perdita di una
    persona cara
  • stato mentale quella condizione emozionale
    che fa da filtro degli eventi esterni ed è
    costituita ad esempio da ostilità, rabbia,
    agitazione, eccitazione
  • pianificazione attività che consiste nel
    porre in essere tutti gli atti preparatori
    necessari, a seguito dellistinto omicida e
    della determinazione, a porlo in essere. In
    genere tale aspetto richiede del tempo, anche se
    non vi è lapprontamento di veri e propri mezzi
    nella maggior parte dei casi.

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Criminologia e Criminalistica
Il profilo psicologico elaborato dallF.B.I.
Seconda Fase In questa fase il soggetto entra
in contatto con la realtà fisica
dellomicidio, per la prima volta avverte la
sensazione di dominio sulla vita dellaltra
persona ed è un momento di senzazioni forti che
superano leccitazione della situzione
immaginata. La componente sessuale è presente
nella maggioranza dei casi, anche se non emerge
dalle tracce di violenza dato che talvolta
usano la persona come un oggetto nel vero senso
della parola quindi commettono davanti al
cadavere anche solo atti di autoerotismo,
finendo per rimuovere le tracce ovvero lasciando
le sole tracce a seguito del tentativo di
pulizia. Il criminale seriale vuole avere a
che fare a tutti costi con un oggetto e se
la vittima interferisce con le sue fantasie
allora fa di tutto per neutralizzarla.
Infatti vi sono omicidi in cui la vittima è
stata voltata sulla schiena o sottoposta a
forme estreme di vilipendio come sfigurarne il
volto ovvero mutilarne il corpo, il tal caso il
fenomeno ricorrente è quello delloverkill cioè
ferite inferte post-mortem anche per altri
rituali molto tempo dopo luccisione, realizzando
in maniera definitiva la depersonalizzazione. Tu
tto ciò a differenza degli omicidi a seguito di
strupro dove levento morte è del tutto casuale
e molte volte è conseguenza non del tutto
voluta in quanto gli stupratori non provano
soddisfazione sessuale nè praticano atti post
mortem sul cadavere.
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Criminologia e Criminalistica
Il profilo psicologico elaborato dallF.B.I.
Terza fase leliminazione del corpo Il
comportamento relativo al trattamento del corpo
della vittima è molto importante perchè descrive
gli stati danimo dei serial killers. In questa
delicata fase passata leuforia della morte i
criminali si rendono conto di che cosa sia
veramente accaduto. Spesso succede che il
trattamento del cadavere dei successivi omicidi
in serie sia molto diverso dal primo dove
lomicida è alla prima esperienza e la sua
pianificazione può rivelarsi incompleta. In
alcuni casi si può intravedere la totale
mancanza del rimorso dato che il desiderio
prevalente appare quello di garantirsi
limpunità nascondendo il corpo ovvero
distruggendolo o facendolo a pezzi per poterne
disporre a proprio piacimento con la traslazione
in un luogo che ha significato solo per
laggressore. Invece qualora vi siano cadaveri
lasciati sul luogo del delitto si è accertato,
che nel 42 dei casi, ciò avviene per motivi
ricollegati a circostanze esterne che
precludono allomicida altre possibilità, mentre
nel 58 dei casi si assiste a tentativi che, in
un modo o nellaltro, mirano a nascondere il
cadavere, riscontrando comunque, nel 28 dei
casi, che i corpi vengono ritrovati in posizioni
specifiche nel tentativo di inscenare un crimine
diverso o con delle sfumature riferite alle
proprie fantasie sessuali.
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Criminologia e Criminalistica
Il profilo psicologico elaborato dallF.B.I.
Quarta fase il comportamento dopo il
crimine Di regola i serial killer dopo
lomicidio sentono un profondo senso di sollievo
e tranquillità tanto da riposare profondamente
tutta la notte, ed anche quelli in cui permane
un profondo stato di eccitazione, che impedisce
loro di riposare, le statistiche dimostrano
che non provano alcun rimorso. Il comportamento
di tali criminali è apertamente contrario al
comprensibile desiderio di non essere
incriminati mantengono difatti un comportamento
di aperta sfida per riuscire a mantenere quello
stato di eccitazione e quella sensazione di
controllo e di grandiosità fornita
dallomicidio. I comportamenti più comuni messi
in atto sono infatti il ritorno sulla scena del
crimine, osservazione del ritrovamento del
corpo, ovvero conservazione di souvenir del
defunto che funzionano come prova al criminale
che è riuscito ad attivare le sue fantasie
e che spesso vengono usati come catalizzatori
per riviverle. Alcune volte si è assistito al
ritrovamento anche di foto del cadavere
scattate dallassassino riprese e ritagliate
dagli articoli di stampa, in alcuni casi tale
materiale viene tenuto come fosse una
collezione o forma di diario degli avvenimenti.
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Criminologia e Criminalistica
Il profilo psicologico elaborato dallF.B.I.
Quinta fase larresto
Il 50 dei serial killer sono stati scoperti ed
arrestati unicamente per le indagini degli
inquirenti sulla base delle tracce o dei
riscontri investigativi raccolti sulla scena del
crimine. Mentre nel 15 dei casi invece
larresto è stato eseguito grazie ad un
riconoscimento o grazie ad un tempestivo
intervento a seguito dellallarme dato della
vittima che ha resistito al serial killer. Solo
in quattro casi è avvenuta la spontanea
costituzione del serial killer. Questa
situazione può crearsi quando il serial killer ha
esaurito il suo programma criminoso ed ha
soddisfatto completamente le proprie fantasie
criminali ovvero si è reso conto, in una fase
di equilibrio, della gravità dei fatti criminosi
che ha commesso. Tra questi ricordiamo quello
del serial killer della California Jeffrey
Kemper autore di dodici omicidi di donne
anziane che si è costituito alla polizia subito
dopo aver ucciso la madre e lamica della madre
perché con esse ha eliminato la ragione delle
sue fantasie e frustrazioni, evidentemente
legate ad un morboso rapporto di odio ed amore
nei confronti della madre che dallinfanzia e
fino alletà adulta laveva soggiogato con
uneducazione troppo oppressiva e dominante
costringendolo sempre e comunque a subire le
scelte materne.
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Criminologia e Criminalistica
Il profilo psico-sociologico proposto da Ronald
e Stephen Homes.
  • I due studiosi delluniversità di Louseville
    invece, nel 1996, propongono una diversa
    metodica nel tracciare il profilo dell omicida
    seriale ovvero dellautore di crimini sessuali
    attraverso tre metodiche di analisi e
    valutazione
  • Valutazione psicologica e sociologica
    delloffender in tale ambito vengono valutate
    la
  • personalità, il comportamento dellaggressore,
    considerato che i crimini compiuti da un
  • soggetto non cambiano nel corso del tempo e
    dato che la scena del crimine riflette
  • inevitabilmente la personalità dellautore, si
    desume che criminali diversi con personalità
  • simili compiono crimini simili
  • - Valutazione psicologica degli oggetti
    personali trovati in possesso del presunto
    colpevole
  • - Analisi di modalità e di strategie per
    condurre linterrogatorio di sospettati .
  • In definitiva si propone un modello di tipo
    socio psicologico che deve tenere conto anche
    delle variabili sociodemografiche
    delloffender sconosciuto quali letnia, letà,
    il genere, lo stato civile, loccupazione, il
    livello di istruzione ed altre caratteristiche
    che travalicano il semplice inquadrameno
    psicologico del criminale, tale approccio senza
    dubbio realizza un modello più completo ed
    esaustivo per gli investigatori. Pertanto si
    possono distinguere le seguenti categorie di
    serial killer il visionario (spinto ad
    uccidere da fenomeni allucinatorio deliranti),
    quello missionario (spinto dalla missione di
    liberare il mondo da categorie di persone come
    prostitute o omosessuali), quello edonista (per
    solo tornaconto personale che cerca il brivido
    o il piacere sessuale) , ovvero quello che
    tende al dominio della vittima (tipologia
    ricavata dalla gratificazione sessuale
    derivante esclusivamente dal dominio sulla
    vittima).


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Criminologia e Criminalistica
Fasi di azione del serial Killer
FASE AURORALE stato allucinatorio in cui il
killer prima di operare sogna ad occhi aperti,
ove fantastica sugli omicidi da compiere, in
questa fase si individua come un portale con
due uscite il mondo reale con le sue regole
e quello delle fantasie criminali in cui non
esistono regole da rispettare ma solo bisogni
istintuali da soddisfare senza mediazione. FASE
DEL PUNTAMENTO inizia la ricerca della vittima
ideale, sulla base di un target vittimologico
preferito dal killer, questa fase può durare
anche molto tempo e porta il soggetto ad uno
stato di frenesia e di paranoia, una volta
individuata la vittima questa viene
seguita. FASE DELLA SEDUZIONE avvicinamento del
killer alla vittima per cercare di conquistare
la sua fiducia per attirarla poi in trappola. In
questa fase anche per breve tempo, il killer si
propone con doti di seduzione per far
abbassare le naturali condizioni di difesa della
vittima o approfitta dellabbassamento di queste
in relazione alla situazione in concreto.
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Criminologia e Criminalistica
Fasi di azione del Serial Killer
FASE DELLA CATTURA se la fase precedente
serve ad avvicinare la vittima ed a
tranquillizzarla, questa scatta quando il
precedente risultato è stato raggiunto. Una
volta attirata la vittima nella trappola il
killer sa che la vittima non ha più vie di
scampo. Le modalità della cattura cambiano da
soggetto a soggetto perchè fanno parte
esclusivamente del tipo di fantasia violenta
del Killer. FASE DELLOMICIDIO costituisce
il culmine delleccitazione del killer, in
quanto domina, denigra e trionfa su di unaltro
essere umano, quindi si raggiungono gli obiettivi
di dominio, potere, soddisfazione, è lunico
momento in cui i killer seriali possono
finalmente guardare in faccia i propri demoni
senza paura. Sulle modalità dazione emergono
differenze da killer a killer, anche il
relazione alle caratteristiche del luogo del
crimine, comunque si predilige luso di armi
bianche e lesecuzione di successivi rituali
diretti ad infliggere lesioni al corpo della
vittima.
22
Criminologia e Criminalistica
Fasi di azione del Serial Killer
FASE TOTEMICA dopo lomicidio la fase
delleccitazione svanisce molto presto facendo
scivolare il killer in una fase depressiva, per
ritardare questo momento, quasi tutti i serial
killer sono soliti prendere degli oggetti della
vittima, che serviranno a prolungare il loro
sentimento di potere e trionfo. Vengono prelevati
non solo oggetti appartenuti alle vittime, ma
anche quelli presenti sul luogo del reato.
Talvolta la scelta è quella di prelevare parte
del corpo della vittima in modo da preservare il
più possibile il senso di trionfo e tenerla come
un trofeo, un simbolo. FASE DEPRESSIVA
subentra tempo dopo lomicidio e si sostanzia in
un sentimento di vuoto e smarrimento, infatti
uccisa la vittima, la fantasia del killer si
perde, la vittima e i totem da essa prelevati
alla lunga non riescono a produrre efficacemente
quelle sensazioni di potere e trionfo. Il killer
non riesce a riprendere la fiducia in se
stesso e attraverso il ricordo dellatto compiuto
ha risvegliato paure e sentimenti rimossi
durante linfanzia e laddolescenza. In tale fase
di depressione egli tenta di emergere con la
creazione di nuove fantasie che gli servono per
mantenere ancora un minimo di controllo sulla
sua vita e rientra così in una nuova fase
aurorale.
23
Criminologia e Criminalistica
Fenomeno dello Stalking
In netta crescita nella realtà sociale e
criminale, deriva dal verbo inglese to
stalk ovverosia fare la posta, appostarsi in
attesa di una preda e definisce il
comportamento del molestatore assillante che è
quello di seguire la vittima e di appostarsi
nella sua vita. Per stalking si intende
tutto linsieme dei comportamenti ripetuti,
intrusivi e controllanti, quali pedinamenti,
minacce, telefonate indesiderate, sorveglianza e
tutte le forme di molestia e di invasione,
anche latenti violazioni della privacy nei
confronti della vittima designata. Lo stalker
completamente in preda ai suoi desideri è
totalmente incapace di relazionarsi in modo
equilibrato con gli altri, di comprenderne la
disponibilità, il punto di vista o i bisogni, ma
cerca esclusivamente ed irrazionalmente di
possedere la vittima, diventando quindi
schiavo dellidea e del suo progetto usando il
mezzo dellimposizione assillante che può
sfociare da un momento allaltro in violenza se
non è fermato in tempo, perchè è indice di
gravi problematiche delle aree affettivo-emotiva,
relazionale e comunicativa. Le ripetute
intrusioni dello stalker nella vita della
vittima portano questultima a vivere un senso di
perdita di controllo, di sfiducia e di
insicurezza generale. Si stima che tra l8 ed
il 17 della popolazione femminile adulta e
dal 2 al 7 di quella maschile, siano vittime
di stalking pertanto si sta pensando a
specifiche forme di tutela giuridica anche
sotto laspetto penale (dal 1992 in California
è operante la prima legge anti stalking).
24
Fenomeno dello Stalking
Criminologia e Criminalistica
  • Le categorie dello Stalker si possono
    classificare in
  • - rifiutati, coloro che si oppongono alla fine
    di una relazione. Reagiscono per rivincita che
    gli consente comunque di rimanere in contatto
    con la persona oggetto del desiderio (circa il
    22 della statistica generale sono gli ex
    patner )
  • - cercatori dintimità si infatuano della
    persona e tentano di creare comunque un
    contatto con questa, con molestie durature
    sempre più pressanti (il 17 di questi sono
    sconosciuti)
  • - rancorosi che perseguono la vittima per un
    torto subito e somatizzato
  • i predatori coloro che seguono la vittima,
    sono i più pericolosi perchè seguono
    materialmente la vittima, talvolta una reazione
    della stessa può determinare lo stalker a
    compiere atti di violenza. Spesso la reazione
    violenta può portare anche ad atti estremi
    dato che per il 61 dei casi lo stalker è ben
    conosciuto dalla vittima.
  • Spesso le vittime per timore di ripercussioni
    evitano di denunciare il loro persecutore ed
    apportano molti cambiamenti sul loro stile di
    vita o comportamenti sociali (ridurre il numero
    delle uscite da soli, cambiamento del numero
    telefonico) ma tutto ciò spesso non limita
    minimamente lo stalking dato che la competizione
    e le brame dello stalker si è notato che
    aumenterebbero la sua ossessione e capacità di
    porre in essere atti sempre più insistenti ed
    in caso di reazione determinata della vittima
    anche di atti violenti fino alle lesioni gravi,
    violenze sessuali ed omicidi per guadagnarsi
    limpunità con possibilità di innescare una
    spirale simile al comportamento del serial killer.

25
Criminologia e Criminalistica
Casi di Serial Killer
Lucraino Andrei Romanovic Chikatilo più noto
come mostro di Rostov, autore di cinquantatrè
omicidi di cui ventuno in danno di ragazzini e
quattordici di ragazzine, sui loro corpi commise
atti di violenza sessuale e sevizie
spingendosi fino al cannibalismo. Quando era
piccolo sua madre gli raccontava, in una
sorta di delirio isterico, che il fratello
Stephan era stato sequestrato e mangiato nel
1930 ai tempi della grande fame nellUcraina,
pertanto credendo a questa orribile tragedia,
nel crescere somatizzò il suo stato di disagio
unito a gravi problemi di miopia e di sviluppo
delle ghiandole sessuali che ne provocò di
fatto limpotenza. Si laureò in ingegneria e
trovò lavoro come insegnante alla scuola maschile
di minatori di Rostov, dove veniva deriso dagli
studenti per il suo portamento un pò effeminato.
Quando entrava nei dormitori dei ragazzi veniva
offeso e preso in giro con scherzi. Chikatilo
raccontò di essersi impaurito per questi scherzi
e di aver deciso di girare armato di coltello
cominciando così a sviluppare le sue deviazioni
ed accentuando la convinzione di essere stato
castrato ed accecato volutamente alla nascita,
ciò provocò linsorgere di fantasie di violenta
vendetta. Pertanto a quarantadue anni iniziò la
serie degli omicidi e fu interrotto soltanto
dalle indagini della polizia che si chiusero
su di lui a seguito di alcune tracce lasciate
sugli ultimi delitti. Fu giustiziato nel 1994.
26
Criminologia e Criminalistica
Caso Bilancia
Tra lautunno del 1997 e laprile del 1998
Donato Bilancia commette diciassette omicidi ed
un tentato omicidio, i reati seriali sono stati
commessi con diverse modalità tanto da farlo
considerare un serial killer di tipo multiplo
dato che emergono tre diversi motivi
dazione - trasferiale (ovverosia uccide per
ricerca di risarcimento o di vendetta) -
pseudoerotici (omicidi commessi nei confronti di
prostitute e delle donne uccise sui treni) -
da giustificazione (per rapina cambiavalute
e benzinaio). Bilancia è un uomo con precedenti
per furto e rapina che prima degli omicidi ha
sempre agito nellambiente delle bische
clandestine e del gioco dazzardo conseguendo
notevoli risultati a giudicare dai suoi conti
correnti sui quali si movevano somme per
oltre un miliardo di lire.
27
Caso Bilancia
Criminologia e Criminalistica
Lallarme e lattenzione delle forze
dellordine si accende a seguito di tre
omicidi commessi in tempi ravvicinato nei
confronti di alcune prostitute. Il 9 marzo 1998
sulla scogliera tra Varazze e Cogoleto viene
trovato il cadavere nudo di Stela Truya una
prostituta albanese uccisa con un colpo di
pistola alla testa (non vi sono altri segni di
violenza anche sessuale non si rinvengono
nemmeno i vestiti e gli effetti personali, la
stessa viene identificata tramite le impronte
digitali del cartellino segnaletico). Il
successivo 18 marzo viene rinvenuto il cadavere
della prostituta ucraina Ludmyla Zubskova a
Pietra Ligure, a 30 km dal luogo del primo
omicidio, uccisa sempre con un colpo di pistola
(sul cadavere rinvenuto semivestito non si sono
trovati segni di violenza anche sessuale). Il 29
marzo 1998 a Cogoleto (GE) viene trovato il
cadavere semivestito di Tessy Adodo giovane
nigeriana, colpita da tre colpi di arma da fuoco.
A questi tre omicidi viene ricollegato dai
Carabinieri del Comando Provinciale di Genova e
pertanto oggetto di accurati esami tecnico
scientifici da parte dei Carabinieri del Ris di
Parma un altro duplice omicidio avvenuto il 24
marzo di quello stesso anno a Novi Ligure (AL) in
danno di due metronotte, Candido Randò e
Massimiliano Guallo, uccisi perché intervenuti
nei pressi di una villetta nella campagna mentre
un soggetto attorno alla cinquantina, ben
vestito, a bordo di una mercedes scura ed armato
di una pistola, dopo aver caricato la
prostituta transessuale Lorena Castro cercava di
costringerla a sottostare alle proprie richieste.
28
Criminologia e Criminalistica
Caso Bilancia
Lomicida fa fuoco ben sette volte uccidendo
prima i metronotte e poi rincorrendo il
transessuale che cercava di fuggire, subito dopo
si allontana con la mercedes urtando la panda dei
vigilantes, ma fortunatamente il transessuale
sebbene gravemente ferito da lallarme
attraverso la radio dei vigilantes e, soccorso,
riesce a sopravvivere fornendo successivamente
un preciso identikit dellomicida. Seguono i
due omicidi commessi sui treni sempre con un
colpo di revolver 12 aprile 1998 omicidio
dellinfermiera Elisabetta Zoppetti allinterno
di una toilette del pendolino Genova - Venezia
prima della stazione di Voghera, e quello della
baby sitter Maria Angela Rubino avvenuto il 18
aprile in una toilette del treno
Genova-Ventimiglia allaltezza di Sanremo.
Questi due fatti fanno scoppiare il caso in
ambito nazionale allarmando enormemente
lopinione pubblica dellintero paese, perché
ora le probabili vittime non fanno più parte di
una categoria chiusa ma sono del tutto
indeterminabili legate alla fatalità della
presenza del serial killer. Tra i due omicidi
Bilancia uccide di nuovo una prostituta albanese
Kristina Valla trovata il 14 Aprile. Lultimo
omicidio avviene il 20 aprile 1998 in danno di
Giuseppe Mileto un benzinaio di Santo Stefano a
Mare in provincia di Imperia freddato da due
colpi di arma da fuoco a scopo di rapina.
29
Caso Bilancia
Criminologia e Criminalistica
  • Le indagini condotte dai Carabinieri del Comando
    Provinciale di Genova e i riscontri di accurati
    esami tecnico scientifici da parte dei
    Carabinieri del Ris di Parma in quel mese di
    aprile portano ad una svolta
  • - individuazione del profilo del DNA trovato
    sui corpi di alcune vittime e sui
  • loro oggetti e lindividuazione del tipo di
    munizionamento usato, 38 special marca Lapua
    Patria (prodotto in Finlandia) e,
    conseguentemente, della classe del revolver
  • individuazione del Bilancia quale possessore
    di una mercedes scura dello stesso tipo di
    quella notata aggirarsi sui luoghi di
    prostituzione delle vittime, data in conto
    vendita ma mai acquistata, sulla base di una
    lamentela del proprietario fatta in un bar
  • studio del profilo del bilancia e suo
    pedinamento, prelievo del suo DNA da una
    tazzina e ritrovamento dellautovettura che
    viene prelevata e sottoposta ad accurati esami
    da parte del RIS, prima di essere riposizionata
    sullo stesso luogo, e riconoscimento da parte
    di Lorena.
  • Si acquisiscono idonei elementi che portano
    allemissione di unordinanza di custodia
    cautelare nei confronti del Bilancia che, già
    pedinato ininterrottamente per sei giorni, viene
    arrestato e perquisito anche nella propria
    abitazione dove si trova il revolver Smith
    Wesson calibro 38 modello 17.

30
Criminologia e Criminalistica
Caso Bilancia
Successivamente allarresto gli investigatori
ricostruiscono, anche sulla base della
confessione del Bilancia, la sua responsabilità
penale per altri omicidi non risolti quelli in
particolare che hanno scatenato la sua follia
omicida, individuata nella reazione alla frase
di scherno percepita dal Bilancia nella
conversazione allinterno di una bisca quando,
mentre perde grosse cifre di denaro, Maurizio
Centenaro dice a Giorgio Parenti hai visto
come abbiamo agganciato il Valter. Il
risentimento per tale frase ingenera in
Bilancia una violenta reazione per essere
stato disprezzato da coloro che riteneva
amici, pertanto uccide prima il Centenaro il 15
ottobre 1997 per soffocamento, poi il 24
ottobre 1997 il Parenti e la moglie con lo stesso
revolver che sarà usato per tutti i delitti
(procurato nel mercato clandestino proprio a
seguito dellepisodio nella bisca), entrambi gli
omicidi vengono posti in essere allinterno
delle abitazioni delle vittime. La furia
omicida opera anche nel settore del gioco
dazzardo, dei cambiavalute e dei gioiellieri
che ricettano preziosi ed oro, per gli omicidi
che seguono quello dei coniugi Solari e
Pitto avvenuto il 27 ottobre 1997 dei
cambiavalute e ricettatori L. Marro ucciso il
13 novembre 1997 e P. Canu il 25 gennaio 1998
e poi, in mezzo ai primi delitti in danno di
prostitute, quello di E. Gorni avvenuto il 23
marzo 1998 sempre in provincia di Genova.
31
Mappa esame territoriale omicidi
Caso Bilancia
Criminologia e Criminalistica
32
Revolver marcaSmith Wessoncalibro 38
special, modello 17 Munizioni cal 38 special
marca Lapua Patria
Criminologia e Criminalistica
Caso Bilancia
33
Criminologia e Criminalistica
Profilo psicologico del Bilancia
Carattere megalomane, abile ladro e giocatore
nelle bische clandestine, che si scontra con una
grave carenza affettiva, aggravata dalla morte
del fratello maggiore, da lui ritenuto punto di
riferimento, che si suicida con il figlio di
quattro anni sui binari di Pegli (GE) per
dissidi con lex coniuge. Bilancia non ha mai
avuto definite esperienze sentimentali e ha un
problema legato alle ridottissime dimensioni del
suo pene, che nel passato hanno costituito
oggetto di scherno, per questo bazzica negli
ambienti della prostituzione, rendendosi
protagonista di episodi non denunciati di
violenza ed arroganza nei confronti delle
prostitute, comportamenti aggravatisi con il
suicidio del fratello la cui colpa è attribuita
alla ex moglie come donna. In Bilancia si
individua un senso profondo di rivendicazione
narcisistica, che lo ha portato a mettersi al
centro della situazione, ad aver un risarcimento
per essere disprezzato dalle persone che operano
nel mondo del gioco dazzardo e dei ricettatori
e quello delle donne. Luso del gioco dazzardo,
come landare a prostitute, costituiscono azioni
a scopo di grandiosità per nascondere le proprie
debolezze il cattivo rapporto con il padre, con
luso del denaro, con le donne, con la sua minore
sessualità che lo fanno piombare nella follia
omicida quando questa grandiosità viene
contraddetta, proprio per riaffermarla.
34
Criminologia e Criminalistica
Caso del mostro di Firenze
Serie di duplici omicidi la cui triste storia
ha inizio il 15 aprile del 1974 a Borgo San
Lorenzo, quando in una notte tra sabato e
domenica, due fidanzati Stefania Pettini e
Pasquale Gentilcore vengono uccisi a colpi di
pistola calibro 22 e di coltello. Sul corpo
della donna semi svestita (con 96 ferite di
arma da taglio) viene trovato un tralcio di
vite parzialmente infilato nella vagina. A
questo duplice omicidio dopo molti anni segue
un altro delitto commesso con le stesse
modalità il 7 giugno del 1981, sui colli di
Scandicci, un altro duplice omicidio con colpi
di pistola calibro 22 di una coppia Carmela
De Nuccio e Giovanni Foggi intenti a far lamore
in auto, per la prima volta si nota
lasportazione di un pezzo di pube dalla
donna. Gli investigatori battono tutte le piste
senza comprendere bene il collegamento con il
primo delitto, mentre è chiara la relazione con
quello seguente seguente avvenuto il 23 ottobre
del 1981 a carico di unaltra coppia Susanna
Cambi e Stefano Baldi sorpresa a far lamore
in auto a Calenzano, ancora una volta vengono
uccisi a colpi di calibro 22 e con
lasportazione del pube della donna. Si genera
negli organi di stampa lallarme mostro, ancor
più amplificato dal fatto che le piste
battute dagli investigatori risultino vane.
35
Criminologia e Criminalistica
Caso del mostro di Firenze
Nella tarda serata 19 giugno 1982 un nuovo
duplice omicidio nei confronti di Antonella
Migliorini e Paolo Mainardi, qui lomicida agisce
subito dopo latto sessuale quando la donna è
nel sedile posteriore dellautovettura e luomo
si sta già rivestendo nel posto di guida. I
primi colpi di arma da fuoco, calibro 22,
attingono la donna luomo accende lautovettura
ed i fari e parte in retromarcia ma lomicida
lo rincorre, prima gli spara sui fari e poi
indirizza i colpi verso il giovane e
probabilmente per la fretta, non compie la
mutilazione sul corpo della donna. Paolo
Mainardi da ancora segni di vita quando arrivano
sul posto i carabinieri e lambulanza, allertati
da alcuni passanti, nonostante limmediato
intervento muore la mattinata successiva, senza
riprendere conoscenza. In quei giorni i
carabinieri nascondono alla stampa il decesso
ventilando una sua ripresa di conoscenza per
valutare la possibilità di alcuni aspetti
investigativi poi risultati senza esito. Danno
invece esito gli accertamenti condotti su di un
altro duplice omicidio avvenuto molti anni
prima a Signa, il 22 agosto 1968, nei confronti
di Antonio Lo Bianco e Barbara Locci. Sulla base
di un raffronto voluto da un maresciallo dei
carabinieri, la perizia balistica accerta che
tutti i bossoli calibro 22 repertati nei luoghi
dei delitti, con la lettera H impressa (che
contraddistingue il lotto fabbricato fino al
1980 dalla Winchester), sono stati sparati dalla
stessa arma, una pistola Beretta calibro 22.
36
Criminologia e Criminalistica
Caso del mostro di Firenze
  • In quel duplice omicidio avvenuto alla
    presenza del figlio di cinque anni della Locci
    che si era appartata con lamante, il bambino
    fu risparmiato. I carabinieri iniziarono subito
    le indagini su Stefano MELE, il marito tradito,
    poi arrestato e condannato, ma durante le
    indagini si accerta la responsabilità di altri
    amanti della moglie, altri sardi i fratelli
    Salvatore e Francesco VINCI e Carmelo CUTRONA
    collegati ad appartenenti allanonima sarda. Si
    aprono ancora le porte del carcere per Stefano
    MELE e Francesco VINCI che si trova già in
    carcere per maltrattamenti del coniuge vi
    rimane perché formalmente indiziato del
    delitto del 1968 e per quelli successivi del
    Mostro, ma mentre sono ancora in carcere
    avviene unaltro duplice delitto che li scagiona
    e fa esplodere lallarme collettivo.
  • Nella sera del 9 settembre 1983 a Galluzzo
    (FI) vengono uccisi sempre a colpi di pistola
    calibro 22 allinterno di un furgone adibito
    a camper Uve Rush e Horst Mayer due giovani
    tedeschi scambiati per una coppia, dato che
    Uve porta lunghi capelli biondi, con sette
    colpi di pistola partiti da un finestrino.
    Viene ancora battuta la pista sarda vengono
    arrestati Giovanni MELE fratello di Stefano ed il
    cognato Stefano MUCCIARINI accusati del delitto
    del 1968 e degli omicidi del mostro.

37
Criminologia e Criminalistica
Caso del mostro di Firenze
  • Ma il 30 luglio 1984 alle ore 3.45 una
    telefonata anonima avvisa i carabinieri che a
    Boschetta di Vicchio ci sono due ragazzi morti.
    Pia Rontini e Claudio Stefanacci sorpresi dal
    mostro sulla loro Fiat Panda vengono
    barbaramente uccisi, la ragazza giace supina
    a gambe divaricate il pube è completamente
    asportato. Crolla allora la pista sarda si
    decide di far tracciare un identikit
    psicologico del mostro, incarico affidato a tre
    super periti e ad uno studio approfondito
    dallFBI e del Bundescriminalamt Tedesco si
    tracciano le caratteristiche di un Lustmorder
    un soggetto che agisce scegliendo luoghi e
    situazioni, non le vittime dirige su queste
    profonde cariche aggressive e sessualizzate,
    agisce da solo, è destrimane, dimostra una
    destrezza semiprofessionale nelluso dellarma da
    taglio ed al tempo stesso ha problemi di
    impotenza ed inadeguatezza sessuale. La notte
    dell8 settembre 1985 agli Scopeti si verifica
    lultimo delitto ai danni dei turisti francesi
    Nadine Mauriot e Jean Krevechvili sorpresi
    allinterno di una tenda mentre facevano
    lamore, luomo tenta di fuggire ma raggiunto
    viene colpito anche con colpi darma da
    taglio oltre che con la solita calibro 22
    mentre la donna subisce lasportazione del
    pube e della mammella, un lembo di pelle
    viene inviato in una lettera al sostituto
    procuratore Silvia della Monica (e sempre
    nello stesso giorno il 10 settembre 1985 viene
    trovato un bossolo di calibro 22 dello stesso
    tipo di quelli usati dal mostro nel parcheggio
    dellospedale di Santa Maria Annunziata di Ponte
    a Niccheri a Firenze).

38
Criminologia e Criminalistica
Caso del mostro di Firenze
  • La pista sarda entra definitivamente in crisi
    nellottica della neocostituita Squadra
    Antimostro, sullonda di un allarme ormai reso
    esponenziale dagli organi di stampa e di
    Governo (viene anche messa una taglia di mezzo
    miliardo per lidentificazione del Mostro)
    nellottobre del 1989, dallanalisi dei dati
    raccolti sulla base del criminal profiling
    tracciato (su 82 persone sospettate), viene
    posta in evidenza la figura di un contadino di
    72 anni Pietro Pacciani (già indicato in una
    lettera anonima pervenuta ai carabinieri nel
    settembre del 1985 sul quale venne svolta una
    perquisizione domiciliare ed uninterrogatorio
    senza riscontri positivi), originario di
    Vicchio, ma residente a Mercatale di San
    Casciano Val di Pesa. Ad accusarlo una serie
    di indizi e risultati di alcune perquisizioni
    compiute sulla propria abitazione un porta
    sapone e un blocco da disegno che si
    ritengono appartenuti ai tedeschi uccisi, un
    straccio simile a pezzi stoffa inviati
    anonimamente ai carabinieri della stazione di San
    Casciano che avvolgevano lasta guida-molla di
    una pistola calibro 22, lindicazione che la
    persona violenta e noto guardone, era stata
    vista nei giorni prima nelle vicinanze di
    alcuni luoghi dei delitti, ma soprattutto una
    cartuccia calibro 22 marcata H che porta su di
    se solo due (su tre necessari per
    lidentificazione) dei segni compatibili con la
    pistola utilizzata dal mostro (bossolo trovato
    su di un incavo di un blocco di cemento di un
    filare di viti della casa del Pacciani).

39
Criminologia e Criminalistica
Caso del mostro di Firenze
  • Dopo otto mesi di dibattimento la Corte dAssise
    di Firenze, il 1 novembre 1994, condanna Pacciani
    per tutti i delitti escluso quello del 1968 a
    sette ergastoli, ma poi nel processo dappello
    viene assolto e scarcerato il 13 febbraio 1996
    perché gli indizi raccolti appaiono troppo
    deboli.
  • Ma già dallottobre del 1995 vengono avviate
    nuove indagini ed un nuovo processo sui
    cosiddetti compagni di merende. Il 12 febbraio
    1996 viene arrestato Mario Vanni grazie alle
    dichiarazioni di un nuovo super teste, altro
    soggetto legato al Pacciani, Giancarlo Lotti che
    accusa Pacciani e Vanni degli omicidi e si auto
    accusa di averli accompagnati ed assistiti negli
    ultimi due delitti, allultimo di questi è
    presente anche Fernando Pucci altro
    frequentatore di prostitute e guardone amico
    del Lotti. Le indagini dirette dal nuovo capo
    della mobile di Firenze Michele Giuttari partono
    dallidentificazione del Lotti (gestito dalla
    stessa Squadra Mobile nell ambito di un
    programma di protezione in quanto collaboratore
    di giustizia) questo viene chiamato in causa da
    tre prostitute (Filippa Nicoletti, Gabriella
    Ghiribelli e Maria Antonietta Sperduto) che
    hanno in passato frequentato Pacciani, Lotti e
    Vanni e un particolare mago Francesco
    Indovino, alcolizzato con precedenti penali che
    abita nella zona di San Casciano, promuovendo
    riti e riunioni spiritiche che si concludevano
    con orge, a tali serate partecipava talvolta
    anche un certo mago Manuelito che operava in
    Firenze (entrambi i maghi muoiono poco tempo dopo
    lultimo omicidio).

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Criminologia e Criminalistica
Caso del mostro di Firenze
  • Dalle dichiarazioni di Lotti e dai riscontri
    emerge unaltra figura utile alle indagini,
    Giovanni Faggi, annoverabile fra i compagni di
    merende. Nei confronti di questultimo insieme a
    Vanni, Lotti e Pacciani viene configurato il
    reato di associazione a delinquere finalizzata
    alla commissione di omicidi, vilipendio di
    cadaveri, detenzione e porto illegale di armi e
    munizioni, e seguono gli arresti di Vanni e
    Faggi. Pacciani a seguito della pronuncia della
    Corte di Cassazione che revoca la sentenza di
    assoluzione della Corte dAssise dAppello torna
    di nuovo in carcere e poi agli arresti
    domiciliari dove il 22 febbraio 1998 viene
    trovato morto con i pantaloni abbassati, si parla
    di decesso cardiocircolatorio ma gli inquirenti
    indagano sui fatti. La Corte dAssise condanna
    allergastolo MarioVanni e Lotti a trenta anni di
    reclusione, mentre assolve il Faggi, decisioni
    queste confermate poi in appello salva la
    riduzione a 26 anni per Lotti.
  • Sono tuttora in corso le indagini sui mandanti
    eccellenti dei compagni di merende sia da
    parte della Procura della Repubblica di Firenze
    che da parte di quella di Perugia emerge la
    figura di Francesco Narducci medico chirurgo di
    famiglia altolocata di Perugia, persona esperta
    nelluso delle armi da fuoco con problemi
    sessuali di impotenza, con frequentazioni
    equivoche nellambiente dei due maghi già
    citati, operanti nei pressi di Firenze, ed altri
    soggetti attualmente indagati tra cui il
    Farmacista della frazione di San Casciano Val di
    Pesa.

41
Criminologia e Criminalistica
Caso del mostro di Firenze
Il Narducci viene trovato morto nel lago
Trasimeno il 13 ottobre 1985, non viene
effettuata lautopsia per coprire le vere cause
del decesso, ma si attribuisce subito la morte
ad un malore durante un giro in barca (sembra da
non escludere la sostituzione del cadavere con
altro per sviare i primi accertamenti e far
accreditare la versione del malore). Si stanno
tuttora svolgendo le indagini per chiarire
questi inquietanti aspetti, è stata riesumata la
salma del Narducci a seguito di una frase captata
nel corso di unintercettazione telefonica tra
due indagati (guarda che ti facciamo fare la
fine del medico morto nel lago) nellambito
delle indagini sui quattro mandanti eccellenti
che avrebbero pagato Pacciani ed i suoi complici
per ottenere i feticci delle vittime, il tutto
riscontrato dalle ingenti somme di danaro che il
Pacciani ed il Vanni hanno investito nel periodo
dei delitti.
42
Criminologia e Criminalistica
30 periodi di lezione per lacquisizione di 5
crediti formativi Esame Orale
LA VITTIMOLOGIA
Insegnante Colonnello dei Carabinieri Dottor
Mariano ANGIONI Relatore Dottoressa Irene
STRACCAMORE e-mail marianoangioni_at_libero.it e-mai
l istraccamore_at_katamail.com
43
Criminologia e CriminalisticaVITTIMOLOGIA
  • La Vittimologia è una disciplina relativamente
    recente, anni 40- 50, che si occupa della
    VITTIMA e del suo studio.
  • E uno dei temi più attuali nellambito delle
    scienze umane, nasce, infatti, in seno alla
    psicologia sociale e giuridica, sui rapporti che
    intercorrono tra AUTORE e VITTIMA del crimine.
  • Il suo oggetto è lo studio della vittima del
    crimine, della sua personalità, delle sue
    caratteristiche biologiche, morali, sociali e
    culturali, delle sue relazioni con il criminale e
    del ruolo che ha assunto nella genesi del
    crimine (G. Gulotta).

44
Criminologia e CriminalisticaVITTIMOLOGIA
  • Quali vittime?
  • ... vittime delle guerre e delle
    persecuzioni politiche e razziali, vittime dello
    sviluppo e della liberazione del terzo mondo,
    della tortura, della ritardata emancipazione
    delle donne, della mancata tutela dellinfanzia e
    della gioventù vittime del terrorismo,
    della violenza politica e della mafia, .
    vittime del furto, delle rapine, dei disastri,
    . vittime della strada . della droga, della
    violenza, dei truffaldini metodi del crimine
    informatico, , vittime della violenza sessuale
    (R. Gherardi)
  • Molte altre ancora potremmo aggiungerne, ma in
    questo corso il nostro interesse si concentra
    sulla vittimologia come branca della
    Criminologia, quindi sullo studio della vittima
    di un reato.

45
Criminologia e CriminalisticaVITTIMOLOGIA
  • Il primo autore ad utilizzare tale accezione è
    stato Hans von Henting che nel 1948 scrisse The
    criminal and his victim introducendo i concetti
    di
  • CONDIZIONE DI CRIMINALE - VITTIMA
  • VITTIMA LATENTE (generale - speciale)
  • RAPPORTO CRIMINALE - VITTIMA.
  • Circoscrisse, così, lanalisi alla vittima del
    reato, enfatizzando linterazione criminale -
    vittima e mettendo in evidenza la possibilità di
    un concorso della vittima al compimento
    dellevento criminoso . Egli sottolineò la
    complessità del rapporto criminale - vittima,
    mettendo in evidenza come alcune persone e certe
    situazioni siano idonee a favorire le circostanze
    in cui avviene il processo di vittimizzazione.
    (R. Bisi)

46
Criminologia e CriminalisticaVITTIMOLOGIA
  • Un iniziale interesse per la VITTIMOLOGIA, basato
    principalmente su dati statistici e materiale
    giudiziario, lo dobbiamo a Beniamin Mendelsohn
    che, nel 1937 e successivamente nel 1940,
    raccolse informazioni e approfondì ricerche sulle
    vittime presso il suo studio legale, soprattutto
    su quelle di stupri.
  • Da lui fu coniato il termine VITTIMOLOGIA, ma
    anche quello di VITTIMITÀ.
  • Anchegli operò una classificazione, in base al
    grado di colpevolezza delle vittime, creando
    diverse categorie
  • - da VITTIMA COMPLETAMENTE INNOCENTE (un
    bambino)
  • a VITTIMA PIÙ COLPEVOLE (un aggressore che
    diviene a sua volta vittima).

47
Criminologia e CriminalisticaVITTIMOLOGIA
  • Molti gli autori ed i contributi forniti a questa
    giovane disciplina, citeremo i più significativi.
  • Wolfgang, nel 1958, elaborò la teoria di victim
    precipitation, che ha sollevato non pochi
    dissensi e critiche. Secondo tale teoria vi sono
    dei casi . in cui sarebbe la vittima a fare
    precipitare lazione delittuosa e, in ultima
    analisi, a determinare il proprio rischio di
    vittimizzazione.
  • Più recente ed interessante la teoria elaborata
    da Sparks (1982), basata sulla importanza di sei
    fattori in ambito vittimilogico
  • VULNERABILITA (riguarda soggetti ad alto
    rischio di vittimizzazione)
  • OPPORTUNITA (si riferisce alla disponibilità di
    un bene)
  • ATTRAZIONE (si riferisce alla tentazione che un
    certo bene esercita sul criminale)
  • - FACILITAZIONE ( indica una situazione rischiosa
    creata dai comportamenti della vittima per
    negligenza ed imprudenza)
  • PRECIPITAZIONE (concetto già analizzato)
  • IMPUNITA (indica situazioni in cui la vittima è
    improbabile che denunci levento).

48
Criminologia e CriminalisticaVITTIMOLOGIA
  • Secondo M. Seymond (1983), le risposte delle
    vittime agli eventi negativi, sono pressoché
    uguali e seguono quattro fasi distinte, pur con
    variazioni di intensità e durata
  • Prima fase shock e negazione dellevento,
    incredulità
  • Seconda fase ripristino del contatto con la
    realtà circostante, bisogno di
    parlare
  • Terza fase depressione traumatica,
    autoaccuse
  • Quarta fase sviluppo di meccanismi di
    difesa, minimizzazione,
    prevenzione del rischio di nuova vittimizzazione.

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Criminologia e CriminalisticaVITTIMOLOGIA
  • Esistono dei comportamenti particolari che una
    vittima può mettere in atto per difendersi da una
    situazione di pericolo e angoscia, in particolare
    uno è riconducibile alla cosiddetta Sindrome di
    Stoccolma.
  • N
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