Title: Niccol
1Niccolò Machiavelli
2Esperienza delle cose moderne e lezione delle
antique
- Le concezioni di M. scaturiscono dal rapporto
diretto con la realtà storica (la veritÃ
effettuale) - In lui vi è la coscienza lucida e sofferta della
crisi che lItalia sta attraversando - Gli stati italiani perdono la loro indipendenza
politica e divengono satelliti delle potenze
europee (Francia, Spagna) che si disputano il
territorio della penisola
3Esperienza delle cose moderne e lezione delle
antique
- Gli Stati regionali italiani
- Frammentazione politica
- Realtà deboli e instabili
- Utilizzo di truppe mercenarie
- Gli stati europei
- Francia, Spagna
- Unità politica
- Centralizzazione dei poteri
- Eserciti nazionali
4Esperienza delle cose moderne e lezione delle
antique
- Regno di Napoli conquistato dai Francesi nel
1494, poi definitivamente dagli Spagnoli nel 1503 - Ducato di Milano sottomesso ai Francesi nel 1500
- Venezia salva a stento la propria indipendenza
nel 1509 - Gli Stati italiani rischiano di subire legemonia
delle potenze straniere - E necessario dunque un Principe che possegga la
virtù politica (non necessariamente coincidente
con quella morale) per costituire in Italia uno
Stato forte e ben ordinato, garantendo il
perseguimento del bene comune
5Esperienza delle cose moderne e lezione delle
antique
- Lesperienza è ricavabile anche dalla lettura
degli autori antichi oltre che dalla veritÃ
effettuale - Nei libri dei classici è accumulata una ricca
esperienza diretta del reale
6Un metodo scientifico
- Partire dallosservazione diretta della realtà ,
- dai dati empirici offerti dallesperienza
- è laspetto che caratterizza il metodo
scientifico moderno - quello che sarà poi di Galileo e delle scienze
fisico-naturali - Machiavelli, prima ancora di Galileo, applica
questo metodo alle scienze delluomo, le scienze
che studiano il suo operare politico
7La concezione naturalistica delluomo
- Per M. luomo è un fenomeno di natura al pari di
altri - I suoi comportamenti non variano nel tempo, come
non variano il corso del sole e delle stelle o i
cicli delle stagioni - Per questo è convinto che, studiando il
comportamento umano attraverso le fonti storiche
e lesperienza diretta, si può arrivare a
formulare delle vere e proprie LEGGI di validitÃ
universale, applicabile infallibilmente ad ogni
situazione (teoria razionale dellagire politico) - Se il comportamento delluomo non varia, lagire
degli antichi, in particolare, può offrire un
modello e una lezione al nostro agire di oggi
(principio rinascimentale dellimitazione)
8Il giudizio pessimistico sulla natura umana
- Per M. gli uomini sono malvagi
- Le leggi della convivenza umana sono dure e
spietate - Perciò il Principe non può seguire sempre
lideale e la virtù non può fare in tutte le
parti la professione di buono perché andrebbe
incontro alla rovina - Deve sapere anche essere non buono, saper
entrare nel male, dove lo richiedano le esigenze
dello stato
9La figura del centauro
- Il Principe deve essere umano oppure feroce come
una bestia, a seconda delle circostanze - M. propone per il politico limmagine del
centauro, che è appunto mezzo uomo e mezzo
bestia - Non bisogna per questo credere che M. sia un
diabolico consigliere di atti immorali e perversi - In M. cè un sofferto travaglio morale.
10Lautonomia della politica dalla morale
- M sa che certi comportamenti del Principe (venir
meno alla parola data, uccidere senza pietà i
nemici etc.) sono moralmente ripugnanti - Ma ha il coraggio di andare sino in fondo
- Questi comportamenti che sono malvagi secondo
la morale, sono buoni, cioè efficaci e
produttivi, in politica perché assicurano il bene
dello stato - Viceversa altri comportamenti che sarebbero
buoni moralmente, risultano cattivi in
politica perché indeboliscono lo stato - La politica dunque deve essere a-morale.
11Lautonomia della politica dalla morale
- In politica il criterio di giudizio non può
essere quello del bene o del male, del giusto o
dellingiusto - Ma quello dellutile o del dannoso politicamente
12I precedenti di Machiavelli
- Nel medio Evo erano diffusi i trattati intesi a
tracciare il modello del principe e a indicare le
virtù che egli doveva possedere - Erano gli specula principis, gli specchi del
principe, perché dovevano fornirgli lo
specchio in cui riflettersi e conoscersi,
apprendendo quali dovevano essere i suoi
comportamenti - Questi trattati mirano a fornire unimmagine
ideale ed esemplare del principe, consigliando di
praticare tutte le più lodevoli virtù clemenza,
mitezza, giustizia, liberalità etc. (politica
subordinata alla morale) - M., invece, proclama di voler guardare alla
verità effettuale della cosa e non allideale
13Il fine giustifica il mezzo?
- E stato detto che il principio basilare sistema
di M. è il fine giustifica i mezzi, ma
laffermazione è inesatta - E inesatta, perché il verbo giustificare
introdurrebbe proprio quel criterio morale che M.
vuole escludere dal giudizio politico - M. non consiglia la spregiudicatezza dei mezzi
alluomo in genere, e in ogni caso - Certi comportamenti immorali e crudeli sono
adottabili solo dal politico, solo per il bene
dello stato e solo quando sono strettamente
necessari - M. non giustifica, constata solo che certi
comportamenti, buoni o cattivi che siano, sono
indispensabili per conquistare e mantenere lo
stato
14Principi e Tiranni
- Principe è chi opera a vantaggio dello stato e,
se usa metodi riprovevoli, lo fa per il bene
pubblico - Tiranno è chi è crudele senza necessità e solo a
suo vantaggio - Il principe è dunque uno strumento al servizio
dei sudditi, in quanto costruisce uno stato ben
ordinato, pacifico e sicuro garantendo ai
cittadini tranquillità e benessere
15Lo Stato e il bene comune
- Solo lo stato può costituire un rimedio alla
malvagità delluomo, al suo egoismo che
disgregherebbe ogni comunità in un caos di spinte
individualistiche - Per mantenere lo stato sono necessarie precise
istituzioni - La religione, le leggi, le milizie
16Religio instrumentum regni
- A M. non interessa, nella prospettiva del
discorso politico, la religione nella sua
dimensione spirituale - Gli interessa come strumento di governo
- La religione obbliga i cittadini a rispettarsi
gli uni con gli altri, a mantenere la parola
data. Tiene salda la compagine sociale, dÃ
stabilità allo stato
17Le leggi e le milizie
- Le buone leggi sono il fondamento del vivere
civile perché disciplinano il comportamento dei
cittadini e li indirizzano a fini superiori - Le milizie sono il fondamento della forza dello
stato - Le milizie devono però essere composte di
cittadini perché solo così si possono avere
truppe fedeli e valorose e perché assumere le
armi rafforza i legami del cittadino con la sua
patria, contribuendo a stimolare in lui le virtù
civili
18Principato e Repubblica
- La forma di governo che meglio riassume in sé
lidea di Stato per M. è quella repubblicana (res
publica comunità in cui il fine delle azioni e
la cosa pubblica) - Il principato dunque è una forma di governo
deccezione e transitoria, indispensabile solo in
determinate circostanze, come quella che lItalia
sta vivendo, per costruire uno stato
sufficientemente saldo - Lo stato creato dalla virtù eccezionale del
singolo, per mantenersi, deve evolversi dando
vita a un ordinamento repubblicano - La forma repubblicana è quella che meglio può
garantire la continuità , perché non si fonda
sulle doti di uno solo, che può venire meno in
ogni momento, ma su istituzioni stabili
19Virtù e Fortuna
- La Virtù è linsieme delle doti e delle capacitÃ
dellindividuo (non virtus cristiana, qualitÃ
moralmente positiva, ma virtus romana). Nel
principe la virtù è - a) la perfetta conoscenza delle leggi generali
dellagire politico (ricavabili sia
dallesperienza diretta, sia dalla lezione
della storia passata) - b) la capacità di applicare queste leggi ai casi
concreti e particolari - c) la decisione, lenergia, il coraggio nel
mettere in pratica ciò che si è designato - La Virtù del politico è quindi una sintesi di
doti intellettuali e pratiche (fusione di teoria
e prassi)
20Virtù e Fortuna
- La Fortuna è un insieme di forze puramente
casuali, accidentali, svincolate da ogni finalitÃ
trascendente. E una serie di fattori esterni
alluomo, che non dipendono dalla sua volontà . La
Fortuna è loscuro e lindeterminabile - Quella di M. è una concezione laica e
immanentistica che mette tra parentesi la
presenza nel mondo della Provvidenza, cioè di un
disegno divino indirizzato a un fine (cfr. Medio
Evo) - Dalla tradizione umanistica, tuttavia,M. eredita
la convinzione che luomo può fronteggiare
vittoriosamente la fortuna. Egli ritiene infatti
che la Fortuna sia arbitra solo della metà delle
cose umane, e lasci regolare laltra metà agli
uomini
21I modi di opporsi alla Fortuna
- In primo luogo la Fortuna può costituire
loccasione dellagire del Principe, la
materia su cui egli può imprimere la forma da
lui voluta - Sfruttando loccasione, la virtù del Principe
si afferma e costruisce il proprio successo,
piegando la Fortuna ai propri fini -
22I modi di opporsi alla Fortuna
- In secondo luogo la Virtù umana si impone alla
Fortuna attraverso la capacità di previsione, il
calcolo accorto - Nei momenti quieti labile politico deve
pre-vedere i futuri rovesci e predisporre i
necessari ripari, come si costruiscono gli argini
per contenere i fiumi in piena - In questo modo la Virtù umana può imbrigliare la
Fortuna impedendole di fare danno o limitandone
gli effetti negativi
23I modi di opporsi alla Fortuna
- Vi è infine un terzo modo teorizzato da M. per
opporsi alla fortuna - Il riscontrarsi con i tempi
- Cioè la duttilità nelladattare il proprio
comportamento alle varie esigenze oggettive che
via via si presentano, alle varie situazioni, ai
vari contesti in cui si è obbligati ad operare - In certi casi occorre lastuzia della volpe, in
altri la forza del leone - Questa duttilità è una dote auspicabile, ma quasi
mai si ritrova negli uomini (nota pessimistica)
24La sfasatura tra il pensiero di Machiavelli e il
contesto storico
- M. costruisce le fondamenta teoriche di uno Stato
moderno, unito e forte, libero dalle spinte
disgregatrici del particolarismo feudale e
municipale - Ma le condizioni per dar vita a tutto questo In
Italia non esistevano più - Le idee di M. troveranno invece applicazione
fuori dItalia, in contesti più avanzati, e
contribuiranno a creare i fondamenti teorici dei
grandi Stati moderni
25La lingua e lo stile
- M rifiuta lo stile alto, aulico
- Si serve di una prosa agile, chiara, di immediata
presa (funzionale allo stretto rapporto che
lopera vuole avere con la prassi, con la realtÃ
politica effettuale, per incidere sul reale e per
fornire uno strumento da applicare
immediatamente) - Il lessico è fatto di latinismi tecnici e
letterari, ma anche di parole comuni e
quotidiane, addirittura di termini plebei
(poliglottismo di M.) - Il linguaggio di M. rifugge dallastratto e dal
vago e ama le immagini corpose, concrete,
materiali (fortuna fiume, principe centauro,
volpe e leone etc.) - M. non è solo il fondatore della scienza
politica, ma anche del moderno linguaggio della
prosa scientifica
26Machiavelli sul web
- http//www.letteratura.it/machiavelli
- http//www.lastoria.org/progetto/
- http//www.iisf.it/scuola/Machiavelli/machiavelli.
htm - http//www.liberliber.it/biblioteca/m/machiavelli/
il_principe/html/sommario.htm