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ENDOCRINOLOGIA

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ENDOCRINOLOGIA Tiroide Paratiroidi Ipofisi Surrenali La renina La renina prodotta dal rene dai seguenti stimoli: riduzione del volume sanguigno circolante ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: ENDOCRINOLOGIA


1
ENDOCRINOLOGIA
  • Tiroide
  • Paratiroidi
  • Ipofisi
  • Surrenali

2
Anatomia della tiroide
  • 2 lobi, 1 istmo, peso 15-20 gr.
  • Deriva dal dotto tireoglosso, il cui residuo può
    dare nel 15 dei casi il lobo piramidale
    (struttura contigua allistmo tiroideo, non
    solitamente evidenziabile)

3
Istologia
  • Stroma connettivale
  • Parenchima ? follicolo di 15-20 ? sferico,
    circondato da una membrana basale con uno strato
    di cellule epiteliali e qualche cellula
    parafollicolare (cellule C) che secerne
    calcitonina. Le cellule parafollicolari sono
    cuboidali in stato di riposo, e cilindriche
    quando sono attive.
  • Nei follicoli o acini è contenuta la colloide,
    deposito di tireoglobulina in quantità
    sufficienti per circa 100 giorni
  • favorisce la iodazione, sintetizza e
    immagazzina gli ormoni tiroidei

4
TIROIDE
  • La tiroide è unica, tra le ghiandole endocrine
    per 2 motivi
  • mantiene un abbondante deposito di ormone
  • richiede iodio per la sintesi ormonale

5
TIROIDE gli ormoni tiroidei
  • Produce la L-tiroxina o tetraiodo-L-tironina (T4)
    e la triiodo-L-tironina (T3), ormoni
    indispensabili per lo sviluppo fetale e molti
    processi metabolici
  • I numeri 3 e 4 indicano il numero di atomi di
    iodio presenti
  • Dopo la sintesi sono immessi nel circolo ematico,
    dove viaggiano principalmente legati a proteine
    plasmatiche la TBG (Thyroxine Binding Globulin)
    ne lega il 75, il resto è legato all'albumina e
    alla prealbumina

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TIROIDE gli ormoni tiroidei
  • la T4 rappresenta il 90 del totale degli ormoni
    tiroidei, e la sua emivita è relativamente
    elevata (6 giorni), contro 1 giorno per T3
  • la T4 viene convertita in parte in T3 per
    esplicare i suoi effetti
  • la T3 è la forma più attiva dell'ormone, avendo
    un'affinità 10 volte maggiore per il recettore
    degli ormoni tiroidei

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TIROIDE gli ormoni tiroidei
  • Una piccola quota (circa lo 0,03 di T4 e lo 0,3
    di T3) viaggia come ormone libero, le cosiddette
    fT4 e fT3 (ffree, cioè libere), che
    rappresentano la frazione fisiologicamente
    attiva, cioè capace di legarsi al proprio
    recettore

8
Malattie della tiroide
  • Alterazioni qualitative e quantitative della
    secrezione ormonale
  • Ingrandimento della tiroide (gozzo)
  • Entrambe le condizioni

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Malattie della tiroide
Insufficiente secrezione ormonale
Secrezione eccessiva
Ipotiroidismo o mixedema
ipertiroidismo
tireotossicosi
Iperfunzione tiroidea
ipometabolismo
Eccesso di ormoni tiroidei circolanti
ipermetabolismo
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Metabolismo degli ormoni tiroidei
dopamina
Inibitori fisiologici
ipotalamo
somatostatina
TRH (ormone tireotropina stimolante)
Feedback negativo
Ipofisi anteriore
sangue
TSH (ormone tireotropo)
iodio
T4
Tiroide

TBG
T3
Thyroxine-binding globulin
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Metabolismo dello iodio
Apporto alimentare 500 ?grammi 0,5 mg/die-1 mg/die
Tubo digerente ioduro
Tiroide Concentrazione sino a 20-40 volte il
valore plasmatico
Pool di ioduro plasmatico 0,04-0,50 ?g/dl
(emivita di 8 ore)
Escrezione urinaria
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Azione degli ormoni tiroidei
  • Influenzano
  • la crescita e la maturazione dei tessuti
  • la respirazione cellulare
  • il consumo totale energetico
  • il ricambio di tutti i substrati, le vitamine e
    gli ormoni
  • Nello sviluppo fetale
  • in particolare il sistema nervoso e scheletrico
  • gli ormoni materni non passano la placenta
  • il feto è in grado di secernere ormoni tiroidei
    dall11a settimana di gestazione
  • la mancanza di ormoni tiroidei può portare a
    cretinismo

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Azione degli ormoni tiroidei
  • SISTEMA CARDIOVASCOLARE
  • con marcato effetto cronotropo (tachicardia) e
    inotropo (? gittata) sul cuore. Per cui
    nellipotiroidismo bradicardia e ? gettata
  • EFFETTI SISTEMICI
  • gli ormoni tiroidei aumentano il numero di
    recettori per le catecolamine nelle cellule
    muscolari cardiache e ne amplificano lazione
    post-recettoriale. Il blocco ? annulla alcuni di
    questi effetti adrenergici

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Azione degli ormoni tiroidei
  • EFFETTI POLMONARI
  • gli ormoni tiroidei sono importanti per la
    normale azione dellipossia e dellipercapnia sui
    centri respiratori. Perciò nellipotiroidismo
    marcato si ha ipoventilazione con ipossia e
    ipercapnia
  • EMOPOIESI
  • con ? eritropoiesi per ? produzione di
    eritropoietina. Nellipotiroidismo vi può essere
    anemia.

15
Azione degli ormoni tiroidei
  • SISTEMA ENDOCRINO
  • con ? metabolismo e clearance di molti ormoni
    cortisolo, PRL, GH, LH, FSH
  • SISTEMA SCHELETRICO
  • con effetto stimolante sul turnover osseo e
    aumento sia della formazione che del
    riassorbimento. Per cui si può avere ?
    escrezione idrossiprolina con le urine, ?
    calcemia. Inoltre ? il tempo di latenza dei
    riflessi tendinei

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Azione degli ormoni tiroidei a livello molecolare
  • TRASCRIZIONE RNA
  • T3 e T4 si legano a specifici recettori
    intracellulari stimolando sia la trascrizione che
    la sintesi del RNA
  • TRASCRIZIONE PROTEICA
  • T3 e T4 stimolano la sintesi di proteine
    interessate, come gli enzimi, in processi
    ossidativi

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Azione degli ormoni tiroidei a livello molecolare
  • MEMBRANA CELLULARE
  • T3 e T4 stimolano lattività Na- K ATP-asi che
    è legata al trasporto attraverso la membrana di
    Na e K. Ciò aumenta lutilizzazione di ATP
  • MITOCONDRI
  • T3 e T4 si legano ai recettori specifici
    recettoriali con effetto ancora poco noto, ma che
    porta a ? sintesi di ATP.

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Effetti metabolici
  • grassi? ?sintesi e degradazione colesterolo
  • (? degradazione LDL ? ipocolesterolemia)
  • ? lipolisi?? FFA
  • CHO ??glicogenolisi e gluconeogenesi ?
    iperglicemia
  • ? fabbisogno insulinico nei diabetici

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Prove dirette della funzione tiroidea
  • La prova più comunemente usata è la misurazione
    della captazione tiroidea di iodio radioattivo
    (131I)
  • La captazione varia inversamente alla
    concentrazione plasmatica di iodio e direttamente
    allo stato funzionale della tiroide

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Gozzo semplice (non tossico)
  • Qualsiasi ingrandimento della ghiandola tiroidea
    che non derivi da un processo infiammatorio o
    neoplastico e che non sia inizialmente associato
    con tireotossicosi o mixedema
  • Gozzo endemico (oltre 10 della popolazione)
  • Gozzo sporadico

21
Eziologia
  • Deficit di iodio
  • Difetti ereditari della biosintesi ormonale
  • Ingestione di sostanze gozzigene (indotto da
    farmaci p.e. acido aminosalicilico)
  • in Italia la causa più frequente è rappresentata
    dalla carenza iodica, ma non viene effettuata
    alcuna profilassi sistematica. E consentita la
    produzione e la vendita di sale da cucina
    addizionato con iodio, ma il suo consumo resta su
    base volontaria. Necessità di una azione di
    informazione e di convincimento

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Quadro clinico
  • Le manifestazioni cliniche derivano unicamente
    dallingrandimento della tiroide (compressione e
    spostamento della trachea o dellesofago)
  • Lo stato metabolico è normale
  • Nellipotiroidismo gozzigeno (nelle regioni dove
    il deficit di iodio è marcato) i sintomi causati
    dalla tireomegalia sono accompagnati da segni e
    sintomi di insufficienza ormonale

23
Terapia
Eliminazione dei fattori esterni che riducono la
sintesi ormonale
Somministrazione di dosi di ormone esogeno
(levotiroxina)
Inibizione della secrezione di TSH
Approvvigionamento di sale e di acqua iodati
Periodica somministrazione di soluzioni
iniettabili di olio iodato
Mettere a riposo la ghiandola tiroidea
i fattori gozzigeni più importanti
24
IPOTIROIDISMO
  • Insufficiente sintesi di ormone tiroideo
  • Cretinismo quadro caratterizzato da un
    ipotiroidismo presente sin dalla nascita, che
    abbia determinato anomalie nello sviluppo
  • Mixedema grave ipotiroidismo, nel quale
    laccumulo di mucopolisaccaridi idrofilici nella
    sostanza fondamentale del derma e di altri
    tessuti, provoca lispessimento del volto e
    lindurimento pastoso della pelle

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Ipotiroidismo nel bambino durante laccrescimento
e cretinismo
  • Neonato
  • ittero fisiologico prolungato
  • pianto rauco
  • stipsi
  • sonnolenza
  • difficoltà della nutrizione
  • Mesi successivi
  • ritardo psicomotorio
  • tratti fisici tipici del cretinismo (bassa
    statura, lineamenti grossolani, protrusione della
    lingua, naso allargato e appiattito, sviluppo
    mentale compromesso)
  • Bambino più grande
  • bassa statura
  • insorgenza tardiva della pubertà

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Ipotiroidismo nelladulto
  • Affaticamento
  • letargia
  • stipsi
  • intolleranza al freddo
  • rigidità
  • crampi muscolari
  • attività psicomotoria rallentata
  • incremento ponderale
  • diminuzione dellappetito

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Esami di laboratorio e terapia
  • TSH esame più utile (aumentato nella forma
    tireopriva o in quella con gozzo normale o
    indosabile nellipotiroidismo ipofisario o
    ipotalamico)
  • ? T4
  • La terapia prevede lutilizzo della levotiroxina
  • Dose media giornaliera 125 ?g

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Terapia
  • Nellipotiroidismo ipofisario o ipotalamico
    conclamato o fortemente sospetto
  • non si dovrebbe impostare la terapia sostitutiva
    prima di iniziare il trattamento con
    idrocortisone
  • Un aumento del metabolismo può far precipitare
    uninsufficienza surrenalica acuta
  • Pazienti con coma da mixedema e soggetti
    ipotiroidei in preparazione per interventi
    chirurgici di emergenza devono essere trattati
    prontamente

29
Tireotossicosi
  • Definizione aspetti clinici, fisiologici e
    biochimici che insorgono quando lorganismo viene
    esposto a un eccesso di ormone tiroideo
  • La causa più comune di tireotossicosi è il morbo
    di Graves, ma lelenco è lungo

30
Tireotossicosi
  • Morbo di Graves o tireotossicosi primitiva (gozzo
    diffuso tossico, morbo di Parry, morbo di
    Basedow)
  • Gozzo multinodulare tossico
  • Adenoma tossico (morbo di Plummer)
  • Tiroidite subacuta (tiroidite granulomatosa o a
    cellule giganti o di de Quervain)
  • Tiroidite cronica con tireotossicosi transitoria
  • Fase ipertiroidea della tiroidite di Hashimoto
    (gozzo linfoadenoideo)
  • Tireotossicosi factitia (non associata a
    ipertiroidismo, hamburger tireotossicosi,
    ingestione di framaci)
  • Rare forme di tireotossicosi struma ovario,
    carcinoma tiroideo metastatico (follicolare),
    mola idatiforme, tumore ipofisario TSH-secernente

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Manifestazioni della tireotossicosi
  • Nervosismo
  • Labilità emotiva
  • insonnia
  • Tremori
  • Evaquazioni frequenti
  • Sudorazione profusa
  • Intolleranza al caldo
  • Calo ponderale (appetito aumentato)
  • Difficoltà nel salire le scale
  • Oligomenorrea o amenorrea

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Manifestazioni della tireotossicosi
  • Dispnea
  • Cardiopalmo
  • Nei pazienti più anziani peggioramento di
    unangina pectoris preesistente o scompenso
    cardiaco
  • I sintomi neurologici dominano il quadro clinico
    nei giovani
  • Negli anziani i sintomi prevalenti sono quelli
    cardiovascolari e neuromuscolari

33
Morbo di Graves
  • Patologia relativamente frequente (60-80 delle
    tireotossicosi), che insorge in qualsiasi età, ma
    specialmente nel terzo e quarto decennio di vita
  • Il sesso femminile è più frequentemente colpito
    (fino a 101)
  • I fattori genetici rivestono un ruolo eziologico
    importante
  • La causa è sconosciuta alterazione dei
    meccanismi omeostatici (presenza nel plasma di
    LATS, long-acting thyroid stimulator)

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Morbo di Graves
  • Triade di manifestazioni principali
  • ipertiroidismo associato a gozzo diffuso
  • oftalmopatia infiltrativa (esoftalmo)
  • dermopatia (mixedema localizzato o pretibiale,
    pelle a buccia darancia)
  • Interessamento cardiovascolare
  • tachicardia sinusale
  • aritmie atriali (fibrillazione atriale)
  • soffi sistolici
  • Tutti i pazienti con insufficienza cardiaca
    inspiegata o aritmie di origine atriale,
    dovrebbero essere valutati nel sospetto di una
    tireotossicosi

35
Terapia
  • La maggioranza dei soggetti può essere trattata
    con un farmaco tireostatico metimazolo
    (Tapazole, alla dose di 5 mg ogni 4-6 ore)
  • Propranololo (Inderal)
  • Lo iodio radioattivo (131I) offre un mezzo
    relativamente semplice ed efficace per trattare
    la tireotossicosi (alle dosi usate non produce
    effetti cancerogeni o leucemogeni nei soggetti
    adulti)

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Gozzo multinodulare tossico
  • E una patologia dellanziano perché compare nel
    gozzo semplice datante da lungo tempo
  • Non è chiaro se esista un fattore che determina
    la progressione verso la fase tireotossica
  • Il passaggio da non tossico a tossico implica la
    comparsa di una autonomia funzionale
    (indipendenza dalla stimolazione di TSH)
  • Il quadro clinico differisce dal morbo di Graves
  • Quadro meno grave prevalgono lastenia e il
    deperimento
  • Lo iodio radioattivo rappresenta il trattamento
    di scelta

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Adenoma tossico
  • Presenza di nodulo caldo con TSH soppresso.
  • Lo stato tireotossico insorge abitualmente in
    questo tipo di adenomi
  • Successivamente scompare la capacità funzionale
    delladenoma e alla scintigrafia compare un
    nodulo freddo (che può essere scambiato con un
    carcinoma)

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Tiroidite subacuta
  • Eziologia virale (infezione delle vie
    respiratorie superiori)
  • Astenia, malessere, dolore a livello della
    tiroide o irradiato, febbre, sintomi della
    tireotossicosi
  • Dolorabilità e nodularità della tiroide
  • Inizialmente T3 e T4 elevati
  • TSH non dosabile
  • Aumento della VES
  • Efficace la somministrazione di glicocorticoidi
  • La malattia può perdurare per mesi, ma alla fine
    si ha il ripristino di una normale funzione
    tiroidea

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Tiroidite cronica con tireotossicosi transitoria
  • Eziologia sconosciuta
  • Quadro istologico di tiroidite linfocitaria
    cronica diverso da quello della malattia di
    Hashimoto
  • Tiroide non dolente, fissa, solo moderatamente
    ingrandita
  • Concentrazioni elevate di ormoni tiroidei
  • Diagnosi biopsia tiroidea

40
Tiroidite di Hashimoto
  • Patologia infiammatoria cronica di frequente
    riscontro (familiare?)
  • I fattori autoimmunitari rivestono un ruolo
    preminente
  • Prevalente nelle donne di mezza età
  • Il gozzo rappresenta la manifestazione più
    rilevante
  • Col procedere della malattia si manifesta
    linsufficienza tiroidea (infiltrato linfocitario
    o di tessuto fibroso)
  • Le tiroiditi autoimmuni e tra queste la tiroidite
    di Hashimoto, costituiscono almeno il 90 dei
    casi di ipotiroidismo

41
Principali complicanze della tireotossicosi
  • Cardiopatia
  • lavoro e gittata cardiaca risultano aumentati
    (linsufficienza circolatoria può precipitare o
    aggravarsi)
  • Crisi tireotossica
  • la tempesta o crisi tireotossica determina un
    aggravamento acuto della sintomatologia
    tireotossica

42
Metabolismo del calcio ed effetti sulla massa
ossea
  • Il corpo umano adulto contiene in media da 1 a 2
    kg di calcio
  • Il 98 si trova nello scheletro
  • Il calcio influenza la massa ossea a tutte le
    età, riducendo la perdita ossea attraverso la
    diminuzione dei livelli serici di paratormone
    (PTH)

43
Metabolismo del calcio
Assorbimento intestinale del 50
dellapporto 600-800 mg/die
Con supplemento 800-1500 mg/die
Riassorbimento osseo 250-500 mg/die
Deposizione nella fase minerale ossea 250-500
mg/die
Plasma 1-2 g
Escrezione urinaria 50-300 mg/die
Riassorbimento e neoformazione ossea la
quantità di calcio che esce è pari a quella
assorbita
Tratto gastroenterico endogeno 100-200 mg/die
50 dellapporto (250-750)
Sudorazione fino a 100 mg/die
44
Livelli di assunzione raccomandati di calcio
  • 9-18 anni?1300 mg/die
  • 19-50 anni ?1000 mg/die
  • gt50 anni ?1200 mg/die
  • gt65 anni ?800 mg/die (dati europei)
  • Gravidanza e allattamento ?1200 mg/die
  • Effetto combinato di introito di calcio ed
    esercizio fisico positivo sullosso

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Fonti di calcio
  • Le maggiori sorgenti di calcio nella dieta sono
    rappresentate da
  • prodotti caseari (latte, yogurt, formaggi)
  • pesce (sardine)
  • alcuni vegetali
  • frutta
  • alcune acque minerali
  • supplementi di calcio (calciocarbonato)

46
Vitamina D
  • La 25-idrossivitamina D (25(OH)D)
  • è il maggior metabolita circolante
  • rappresenta la forma di deposito della vitamina D
  • Favorisce
  • lassorbimento intestinale del calcio
  • la mineralizzazione della matrice ossea

47
Deficit di vitamina D
  • Un cronico e severo deficit di vitamina D con
    livelli sierici determina rachitismo nei bambini
    e osteomalacia caratterizzate da
  • ridotta mineralizzazione della matrice ossea
  • aumento del volume osteoide
  • Il deficit di vitamina D è frequente negli
    anziani, soprattutto negli istituzionalizzati

48
La vitamina D non è una vitamina, ma un ormone
pro-steroide biologicamente inerte fino a che non
viene metabolizzato
Cute (steroidi precursori) pre-vitamina D
Raggi ultravioletti
Fegato metabolizzata a 25(OH)D
Rene metabolizzata a 1,25 diidrossivitamina
D 1,25(OH)2D
Effetti biologici
49
Principali cause di deficit di vitamina D
  • Ridotta idrossilazione a livello renale
  • Scarsa nutrizione
  • Ridotta esposizione al sole
  • Declino della sintesi cutanea della vitamina D

50
Vitamina D e osso
  • La maggiore sorgente di vitamina D è la pelle
  • La vitamina D è presente anche in un numero
    limitato di cibi
  • pesci grassi (salmone, sardine, tonno)
  • oli derivati da pesci grassi
  • fegato
  • uova
  • funghi selvatici

51
Mantenimento di livelli ottimali di 25(OH)D
  • E necessario un quantitativo giornaliero di
    almeno di 400-600 UI
  • Oppure 15-30 minuti al giorno di esposizione alla
    luce solare

52
Ciclo di controllo ormonale del metabolismo e
della funzione della vitamina D
VITAMINA D
Rimodellamento osseo
osso
fegato
calcio
25(OH)D
Calcio ?
1,25(OH)2D
PTH
calcificazione
rene
Calcio sierico lt8,8 mg/dl
Feedback negativo
1,25(OH)2D
paratiroidi
PTH
?Clearance renale
calcio
1,25(OH)2D
Intestino ?assorbimento
53
Malattie metaboliche dellosso OSTEOPOROSI
  • Definizione è una condizione caratterizzata da
    una riduzione della massa ossea per unità di
    volume e da alterazioni della microarchitettura
  • E' una malattia demineralizzante sistemica
    caratterizzata da un ridotto volume di tessuto
    osseo
  • Vi è riduzione di spessore della corticale
  • La composizione mineraria del tessuto osseo
    rimane normale
  • Le singole trabecole ossee risultano
    assottigliate e la connessione tra le trabecole è
    ridotta

54
OSTEOPOROSI
  • A sinistra i contorni vertebrali normali di una
    donna sana di 28 anni.
  • A destra le vertebre di una donna di 65 anni
    affetta da osteoporosi. Le frecce indicano
    l'allargamento dei dischi intervertebrali,
    conseguenza dell'insufficienza strutturale dei
    corpi vertebrali

55
OSTEOPOROSI FATTORI DI RISCHIO 1
  • Età avanzata (15 delle donne di 50 anni, ed 50
    delle donne di 80 anni)
  • Sesso femminile (massa ossea minore rispetto agli
    uomini, interessa la donna con un rapporto 8 a 2
    nei confronti dell'uomo)
  • Razza caucasica o asiatica
  • Costituzione magra
  • Fattori menopausali (riduzione degli estrogeni)

56
OSTEOPOROSI FATTORI DI RISCHIO 2
  • Abitudini di vita (regime dietetico povero di
    calcio, il fumo anticipa l'età della menopausa
    labuso di alcool è causa di malnutrizione e di
    compromissione dell'equilibrio)
  • Storia familiare positiva
  • Farmaci (corticosteroidi, eparina, anticoagulanti
    orali, anticonvulsionanti, sali di litio)
  • Vita sedentaria (favorisce una progressiva
    riduzione della massa ossea)

57
RIDUZIONE DELL'ATTIVITA' FISICA E DIMINUZIONE
DELLA MASSA OSSEA
  • Una prolungata immobilizzazione, qualunque sia il
    motivo che l'ha causata, determina un bilancio
    del calcio negativo
  • Soggetti immobilizzati forzatamente vanno
    incontro ad osteopenia da disuso
  • Soggetti che vanno progressivamente incontro ad
    una diminuzione della mobilità a causa della
    riduzione delle capacità fisico-psichiche
    (anziani in età molto avanzata) osteoporosi
    senile
  • Soggetti che si muovono normalmente, ma in
    condizioni ambientali particolari che provocano
    una diminuzione dello sforzo fisico e subiscono
    quella che viene definita una osteopenia da
    ridotto carico gravitario (pazienti allettati o
    astronauti durante la permanenza nello spazio).

58
Esercizio fisico
  • Negli anni sono stati sperimentati vari metodi
    per rallentare la perdita di massa ossea da
    diminuita attività fisica. Oltre ad ausili
    farmacologici e integrazioni dietetiche sono
    risultate razionali quelle metodiche che tentano
    di incrementare il carico gravitario
  • Negli allettati si è rivelato di una certa
    importanza il restare in posizione eretta, sia
    pure senza muoversi, per qualche ora al giorno,
    mentre è insufficiente restare seduti
  • Attualmente gli astronauti utilizzano di routine
    per almeno 16 ore al giorno una tuta elastica
    dotata di apposite pulegge che obbliga in ogni
    movimento a sforzi costanti che sono stati
    quantificati nel 50 del normale peso corporeo

59
Esercizio fisico
  • Negli allettati è risultato inutile condurre
    degli esercizi intensi su una cyclette da supino
    o da seduto per quattro ore al giorno, mentre più
    importanti si sono rivelati la forza di gravità e
    il carico ponderale nonché le attività o le
    esercitazioni effettuate sotto carico gravitario
  • Gli astronauti eseguono
  • un allenamento precedente la missione spaziale,
    che provoca un incremento della massa ossea già
    prima del volo
  • un allenamento che permette di recuperare la
    deambulazione dopo 6-7 mesi di volo in soli 3
    giorni e una completa ripresa a 3 settimane di
    distanza 2,5 ore giornaliere di esercizio
    (cyclette, tapis-roulant dotato di cinghie che
    simulano il carico gravitario, macchine per body
    building per gli arti superiori)

60
Osteoporosi e prevenzione
  • Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della
    Sanità (OMS), nel 1990 si sono verificate circa
    1.700.000 fratture di femore nel mondo ne sono
    previste 6.300.000 per il 2050
  • La prevenzione rappresenta l'approccio più
    razionale e moderno al problema dell'osteoporosi
    e la diagnosi precoce costituisce uno dei
    fondamenti indispensabili
  • l'attività fisica si propone prepotentemente come
    un'adeguata proposta terapeutica in fase
    preventiva (ineguagliabile effetto sulla
    prevenzione dell'evento ultimo per cui si vuole
    intervenire la frattura)
  • Ciò che non si usa si perde

61
Terapia
  • Nelle donne in menopausa, che non assumono
    estrogeni, lassunzione giornaliera di 1500 mg di
    calcio per os ha un effetto nel preservare la
    massa ossea corticale, ma non sulla trabecolare
  • Un adeguato apporto di calcio prima delletà di
    30-35 anni ha un effetto importante nel
    raggiungimento di un buon picco di massa ossea

62
Terapia
  • La somministrazione orale (20 ?g o 800 UI/die) di
    calcitriolo (1,25(OH)2D) è efficace nel
    preservare la massa ossea e nel diminuire
    lincidenza delle fratture dellanca in donne
    anziane ricoverate in casa di riposo
  • La calcitonina e i bifosfonati diminuiscono
    lassorbimento osseo

63
Osteoporosi e fratture
  • E una malattia che causa un indebolimento delle
    ossa che divengono più fragili ed esposte ad un
    maggior rischio di frattura per traumi anche
    minimi
  • Le fratture possono avvenire per una caduta,
    quelle vertebrali per il tentativo di sollevare
    oggetti pesanti, o dopo un brusco movimento di
    rotazione del busto.Qualche volta, attivita'
    considerate leggere come piegarsi per raccogliere
    un oggetto anche non pesante, tossire o
    sternutire, o ricevere un caloroso abbraccio,
    possono causare un frattura
  • Le fratture costituiscono l'evento clinico più
    rilevante dell'osteoporosi e interessano con
    maggiore frequenza il polso, le vertebre, il
    femore e le coste.

64
Frattura di femore
  • Il ricovero in ospedale è indispensabile e nella
    maggior parte dei casi è necessario l'intervento
    chirurgico con inserimento di protesi
  • I dati epidemiologici dimostrano che solo il 50
    dei pazienti rimane autosufficiente dopo una
    frattura di femore e che la qualità di vita
    successiva viene comunque compromessa

65
Frattura vertebrale 1
  • Non e' necessaria una correzione chirurgica della
    frattura
  • La frattura vertebrale può determinare
  • Dolore continuo alla schiena
  • Riduzione della motilità
  • Cifosi
  • Riduzione della statura
  • Difficoltà respiratorie
  • la frattura puo' determinare deformita' della
    vertebra interessata, e conseguente
    interessamento di muscoli, tendini, ligamenti e
    nervi in prossimita' della lesione

66
Frattura vertebrale 2
  • Un vertebra fratturata impiega circa da sei ad
    otto settimane per consolidarsi e fino a 12
    settimane per guarire del tutto
  • La ripresa funzionale e' un processo che richiede
    piu' tempo rispetto al consolidamento vertebrale
  • E' importante il riposo a letto per i primi 2-3
    giorni dopo la frattura
  • In generale è bene ridurre al minimo il periodo
    di immobilità

67
Frattura vertebrale 3
  • Durante il periodo di consolidamento della
    lesione, il paziente può avere bisogno di un
    aiuto per le attività ordinarie quali alzarsi dal
    letto, vestirsi, sedersi od alzarsi da una sedia
  • Nei giorni seguenti è altrettanto importante
    ricominciare ad essere attivi e muoversi il più
    presto possibile
  • La ripresa del movimento favorisce un rapido
    recupero della forza muscolare e della mobilita'
    articolare
  • Quando è possibile avere accesso ad una piscina,
    il camminare in acqua è un grande aiuto per
    mantenere in attivita' muscoli ed articolazioni
    senza sottoporre a carichi elevati la colonna

68
Paratiroidi
  • Posizionate sopra i due lobi tiroidei (4
    ghiandole, due a destra e due a sinistra)
  • Secernono il paratormone (PTH)
  • ormone che regola il metabolismo di
  • Calcio
  • Fosforo
  • Magnesio
  • insieme alla calcitonina (prodotta dalla tiroide)
  • e alla vitamina D

69
Ormone paratiroideo
  • Ha la funzione di mantenere stabile la
    concentrazione del calcio nel liquido
    extracellulare
  • Svolge una duplice azione a livello osseo
  • mobilizzazione del calcio
  • rimodellamento osseo

70
Calcitonina
  • Ormone peptidico con potenti effetti
  • ipocalcemici
  • ipofosfatemici
  • Non sono stati descritti effetti sicuri
    attribuibili a deficit o eccesso di calcitonina
  • Utile nel ridurre il riassorbimento osseo nel
    morbo di Paget (eziologia sconosciuta, fase
    osteoporotica, osteolitica o distruttiva e fase
    osteoplastica o sclerotica, rimaneggiamento osseo
    con modificazioni radiologiche, sintomatologia
    dolorosa) e nellosteoporosi

71
Ipercalcemia di origine paratiroidea
iperparatiroidismo primitivo
  • Conseguente a ? PTH
  • ? riassorbimento del calcio a livello osseo
    (sopravvento sulla neoformazione)
  • ? clearance renale del calcio
  • ? assorbimento intestinale
  • ? P (alterata mineralizzazione ossea)
  • ? livelli plasmatici di calcio
  • Le cause sono
  • un tumore di una paratiroide (adenomi solitari
    80 dei pazienti)
  • una iperplasia di tutte le ghiandole (neoplasie
    endocrine multiple)

72
Malattie delle paratiroidi segni e sintomi
  • Ipercalcemia conseguente a iperparatiroidismo
  • il 50 dei pazienti è asintomatico
  • nefrolitiasi
  • nefrocalcinosi con insufficienza renale
  • osteite fibrosi cistica (perdita selettiva di
    osso corticale)
  • manifestazioni neuromuscolari (astenia, atrofia
    muscolare)
  • fastidi addominali vaghi
  • condrocalcinosi
  • pseudogotta

73
Iperparatiroidismo
  • Malattia determinata da un aumento di secrezione
    del paratormone.
  • Incide soprattutto dopo i 60 anni 0.2.
  • Spesso le manifestazioni cliniche sono subdole e
    la malattia ha un decorso cronico e benigno

74
Eziologia
  • adenomi della paratiroide unici 80
  • iperplasia delle paratiroidi 15
  • adenomi multipli 5
  • carcinoma della paratiroide
  • nella maggior parte dei casi questa forma è
    ereditaria e può associarsi ad altre alterazioni
    endocrine
  • raro, di solito non aggressivo, a crescita
    lenta e ad estensione locale per cui anche in
    caso di recidiva si può intervenire
    chirurgicamente.
  • Si caratterizza per livelli molto elevati di
    calcemia. Quando metastatizza le sedi sono
    polmone, fegato, scheletro.

75
Sintomi e segni
  • Asintomatico (50)
  • Interessamento renale
  • calcoli di ossalato e fosfato di Ca ?
  • episodi ripetuti di coliche renali, ostruzione
    delle vie urinarie e infezioni, compromissione
    della funzione renale
  • Interessamento osseo
  • osteite fibrocistica caratterizzata da riduzione
    delle trabecole ossee, aumento osteoclasti
    giganti e sostituzione dei normali elementi
    cellulari e midollari con tessuto fibroso
  • osteopenia osteoporosi (TAC e densitometria
    ossea)

76
Sintomi e segni
  • Manifestazioni neuromuscolari
  • astenia a carico dei muscoli prossimali
  • facile affaticamento, atrofia muscolare
  • Manifestazioni gastroenteriche
  • dolori addominali vaghi, anoressia, nausea,
    vomito, stipsi
  • Manifestazioni cerebrali
  • depressione, confusione mentale

77
Diagnosi e Terapia
  • Ipercalcemia
  • Ipercalciuria
  • Ipofosforemia
  • ? PTH
  • Ecografia, TAC, scintigrafia con tecnezio
  • La terapia è chirurgica

78
Trattamento acuto dellipercalcemia
  • Idratazione
  • Aumento dellintroito salino (K e Mg per la
    possibile deplezione)
  • Modesta diuresi forzata
  • Bifosfonati
  • Calcitonina

79
Altre cause di ipercalcemia
  • Distruzione ossea locale da parte delle cellule
    tumorali, mieloma multiplo e linfomi
  • Produzione ectopica da parte delle cellule
    tumorali di paratormone o di agenti umorali che
    simulano lazione del paratormone
  • neoplasie polmonari
  • neoplasie renali
  • neoplasie mammarie
  • neoplasie apparato urogenitale
  • Sono anche dette

80
Ipercalcemie paraneoplastiche
  • Ipercalcemia in corso di neoplasie
  • È frequente (10-15 per alcune neoplasie quali il
    carcinoma polmonare)
  • Spesso di grave entità
  • Spesso la neoplasia è nascosta ? bisogna
    cercarla, diagnosticarla e trattarla

81
Diagnosi e Terapia
  • Spesso assieme allipercalcemia vi sono i sintomi
    della neoplasia
  • Se si sospetta invece una neoplasia occulta
    bisogna cercarla
  • Ipercalcemia-ipofosforemia
  • Dosaggio paratormone (PTH) PTH normale ma ?
    PTHrp (cioè la proteina correlata al PTH che ha
    le stesse azioni del PTH)
  • Trattamento della neoplasia

82
Altre ipercalcemie
  • intossicazione da Vit D (50-100 volte)
  • alterata regolazione dei metaboliti attivi
    (malattie granulomatose sistemiche come la
    sarcoidosi)
  • elevato rimaneggiamento osseo (ipertiroidismo,
    immobilizzazione)
  • insufficienza renale (parziale resistenza alle
    azioni metaboliche dellormone)
  • osteomalacia (carenza di vitamina D)
  • sindrome da latte e alcali (milk-alkali
    syndrome)
  • eccessiva ingestione di calcio e antiacidi
    assorbibili come il latte e il carbonato di
    calcio
  • debolezza, mialgie, irritabilità e apatia

83
Fisiopatologia dellipocalcemia
  • Viene meno lazione omeostatica del PTH
  • Lipocalcemia è meno frequente dellipercalcemia
    alcune possibili cause comprendono
    linsufficienza renale, lipoparatiroidismo
    ereditario o acquisito
  • Ipoparatiroidismo conseguente a ? PTH
  • ? riassorbimento del calcio
  • ? P
  • ? livelli plasmatici di calcio
  • Le cause sono per lo più chirurgiche

84
Sintomi
  • Neuromuscolari e neurologici
  • spasmi muscolari
  • spasmi carpo-pedali
  • contrazioni dei muscoli facciali
  • in casi estremi spasmo laringeo e convulsioni
  • può verificarsi un arresto respiratorio
  • stato di irritabilità
  • depressione e psicosi
  • stato di tetania latente

85
Terapia dellipocalcemia
  • Vitamina D o suoi metaboliti
  • Supplementi di calcio

86
Ipofisi
ipofisi
87
Ipofisi
88
(No Transcript)
89
Ipofisi
  • Situata nella sella turcica dello sfenoide alla
    base del cranio
  • Due lobi
  • anteriore (adenoipofisi)
  • posteriore (neuroipofisi)
  • il lobo intermedio nelluomo è rudimentale
  • Il peso è tra 0,4 e 0,8 g

90
Ipofisi
  • La comunicazione tra ipotalamo e ipofisi
    anteriore è di natura chimica
  • I releasing factor ipotalamici raggiungono
    lipofisi anteriore attraverso il sistema portale
    per stimolare o inibire la produzione di ormoni
    (circolazione portale ipotalamoipofisaria)
  • E chiamata ghiandola coordinatrice, produce 6
    ormoni principali ed è luogo di deposito per
    altri 2 ormoni

91
Adenoipofisi
  • 5 tipi di cellule producono 6 differenti ormoni
  • cellule lattotrope (prolattina o PRL)
  • necessaria per lallattamento
  • somatotrope (growth hormone o GH o somatotropo)
  • regola laccrescimento e interviene nel
    metabolismo intermedio
  • gonadotrope (luteinizing and follicle-stimulating
    hormones o LH e FSH)
  • controllano le gonadi maschili e femminili
  • tireotrope (thyroid-stimulating hormone o TSH)
  • controlla la funzionalità della tiroide
  • corticotrope (ormone adrenocorticotropo o ACTH)
  • controlla la funzione glucocorticoide del surrene

92
Ipofisi posteriore o neuroipofisi
  • Il lobo posteriore dell'ipofisi o neuroipofisi,
    più che una ghiandola vera e propria, è
    un'appendice secretoria di due nuclei encefalici
    (nei quali probabilmente avviene la sintesi degli
    ormoni), da cui riceve le fibre nervose che la
    costituiscono
  • Immagazzina ormoni prodotti in neuroni
    ipotalamici
  • Vasopressina (AVP arginine vasopressine, ADH
    antidiuretic hormon)
  • gioca un ruolo importante nella regolazione del
    volume plasmatico, favorendo il riassorbimento di
    acqua a livello renale
  • Ossitocina
  • necessaria per la fuoriuscita del latte durante
    la lattazione e può intervenire nel parto

93
Sistema di controllo a feedback di un organo
endocrino (surrene, tiroide, gonadi) da parte
dellipofisi
ipotalamo
ipofisi
Ormone periferico
tropina
Ghiandola bersaglio
94
(somatostatina, GIH)
95
Caratteristiche generali degli ormoni
  • Una caratteristica comune è la rapidità di azione
  • La maggior parte risponde a variazioni delle
    richieste metaboliche entro minuti od ore per
    mantenere il controllo omeostatico enro un range
    ristretto
  • Le eccezioni principali sono
  • gametogenesi nellovaio e nel testicolo

96
Iperprolattinemia
  • Leccesso di prolattina si associa a ipogonadismo
    e/o galattorea
  • Sintomo importante di adenoma ipofisario o di
    malattia ipotalamica
  • Il 30 dei casi di amenorrea e galattorea sono
    causati da adenomi ipofisari prolattino-
    secernenti
  • In gravidanza la concentrazione comincia a salire
    durante il secondo trimestre e raggiunge il picco
    al momento del parto i valori massimi sono da
    100 a 300 ?g/L
  • Nella donna normalmente lt 20 ?g/L, nelluomo lt 15
    ?g/L

97
Deficit di prolattina
  • Si manifesta con incapacità allallattamento
  • La mancanza della montata lattea è spesso il
    primo sintomo di panipopituitarismo secondario
    alla distruzione della ipofisi nel postpartum

98
Eccesso di ormone della crescitaacromegalia e
gigantismo
  • Acromegalia malattia insidiosa, cronica e
    debilitante (astenia e debolezza) associata a
    sviluppo eccessivo del tessuto osseo e dei
    tessuti molli
  • Compare più frequentemente nella mezza età, con
    unetà media alla diagnosi di 40 anni negli
    uomini e 45 nelle donne
  • Aumento delle dimensioni di mani e piedi,
    prognatismo, macroglossia, diastasi dentaria,
    lineamenti grossolani
  • Quando leccesso di GH si sviluppa prima della
    chiusura delle epifisi nei bambini, si verifica
    un aumento dellaccrescimento lineare chiamato
    gigantismo
  • Fisiopatologia adenomi ipofisari ben definiti

99
Terapia
  • Lintervento chirurgico è la procedura
    terapeutica di scelta
  • Locteotride, analogo a lunga durata dazione
    della somatostatina (2000 volte più potente di
    questa) ? 50 di responders, farmaco costoso

100
Deficit di GH e nanismo ipofisario
  • Negli adulti il deficit di GH è solitamente
    subclinico
  • Nei bambini provoca rallentamento della crescita
    e ipostaturismo ? spesso conseguenza di un
    deficit ipotalamico di GHRH

101
Ormone adrenocorticotropo (ACTH)
  • Controlla la secrezione di cortisolo della
    corteccia surrenale
  • Stimola in modo acuto la liberazione di
    aldosterone (anche se questultimo è soprattutto
    controllato dal sistema renina-angiotensina)
  • Concentrazione massima nelle prime ore del
    mattino (intorno alle 4) e minima nella tarda
    serata

102
Ormone adrenocorticotropo o corticotropina (ACTH)
  • Il caratteristico ritmo circadiano del cortisolo
    rappresenta la risposta fisiologica alle
    variazioni di ACTH
  • Nellinsufficienza surrenalica primitiva (morbo
    di Addison) il cortisolo è ridotto e lACTH
    elevato (questo determina una iperpigmentazione
    dovuta alle proprietà melanocito-stimolanti
    dellACTH)
  • In seguito a somministrazione di glucocorticoidi
    per lungo tempo lasse ipotalamo-ipofisi-surrene
    può rimanere soppresso anche per mesi dopo
    linterruzione (a causa della soppressione di
    CRH)
  • In soggetti normali i livelli sono bassi e il
    dosaggio è difficile

103
? ACTH morbo di Cushing e sindrome di Nelson
  • Eccesso di cortisolo (per la maggior parte dei
    casi dovuta a iperplasia surrenalica bilaterale
    secondaria a eccessiva secrezione ipofisaria di
    ACTH)
  • Segni e sintomi da ipercortisolismo e
    iperandrogenismo
  • aumento ponderale e distribuzione centripeta del
    tessuto adiposo
  • faccia a luna piena, gibbo a dorso di bufalo,
    obesità a mela
  • ipostenia e facile affaticabilità
  • strie rubre addominali e facilità alle ecchimosi
  • ipertensione (gt150/90)
  • amenorrea, irsutismo, ipertrofia del clitoride
  • osteoporosi
  • glicosuria (poliuria e polidipsia)
  • problemi psichiatrici (modificazioni della
    personalità)
  • Iperproduzione ipofisaria per adenoma (morbo di
    Cushing) o ectopica, tumori surrenalici,
    somministrazione di glucorticoidi

presenza di iperpigmentazione nonostante una
adeguata terapia sostitutiva in surrenectomia
bilaterale per crescita di un tumore ipofisario
ACTH secernente
104
Deficit di ACTH (insufficienza surrenalica
secondaria)
  • La mancanza di ACTH può essere isolata o
    associata ad altri deficit di ormoni ipofisari
  • Dopo terapia a lungo termine con glicocorticoidi
    è comune uninsufficienza di ACTH reversibile e
    isolata
  • I sintomi comprendono
  • nausea, vomito, astenia, artralgie, vertigini,
    febbre, ipotensione, iponatremia, ipoglicemia

105
Oppioidi endogeni
  • Encefaline, endorfine e dinorfine
  • Lipofisi è la sede più ricca di endorfina
  • Le azioni fisiologiche di tali ormoni possono
    comprendere
  • proprietà analgesiche morfino-simili
  • euforia e altri effetti sul comportamento
  • funzioni di neurotrasmettitori e neuromodulatori

106
Ipopituitarismo
  • Mancanza congenita o acquisita di uno o più
    ormoni ipofisari (GH, ACTH) per varie cause
  • tumori (adenomi ipofisari)
  • intervento chirurgico ipofisario
  • malattie infiammatorie (sarcoidosi, tubercolosi,
    sifilide)
  • malattie vascolari (sindrome di Sheehan o necrosi
    postpartum, dovuta a severa emorragia)
  • traumi gravi e destruenti
  • anomalie di sviluppo

107
Test di stimolo insulinico
  • Dopo la somministrazione di insulina si
    verificano una caduta glicemica (fino a 40 mg/dl)
    e un aumento della cortisolemia e del GH
  • E il test più affidabile

108
Terapia
  • In caso di panipopituitarismo si devono
    somministrare i vari ormoni mancanti
  • Il più importante è il cortisolo
  • Alcuni impiegano il prednisone, altri il
    cortisone acetato o lidrocortisone (cortisolo)

109
Sindrome della sella vuota (empty sella syndrome)
  • La sella appare arrotondata, senza erosione ossea
  • Si riempie di liquido cererebrospinale
    allinterno di una erniazione aracnoidea
  • Lipofisi è appiattita e sospinta da un lato, ma
    in genere funziona normalmente
  • La maggior parte dei pazienti con sella vuota
    sono donne obese, multipare, sofferenti di
    cefalea nel 30 dei casi hanno ipertensione
    arteriosa
  • La diagnosi si pone con TAC o RMN
  • Ulteriori indagini sono inutili e la terapia
    consiste nel rassicurare le pazienti

110
CRH (corticotropin-releasing hormone) e pelle
  • Il CRH è il principale regolatore della risposta
    sistemica allo stress e viene prodotto anche
    dalle cellule cutanee.
  • La sua produzione è regolata dalla radiazione
    ultravioletta B, sia direttamente, sia
    indirettamente attraverso la stimolazione della
    POMC (CRH-pro-opiomelanocortina), oltre che dai
    glicocorticoidi
  • LMSH (melanocortina o intermedina) e lACTH
    (ormone adrenocorticotropo) sono fattori
    melanogenici derivati dalla POMC prodotta dai
    cheratinociti e dai melanociti
  • I raggi UV stimolano la melanogenesi nella pelle
  • attivando lup-regulation dei geni per la
    tirosinasi, lenzima limitante la sintesi della
    melanina
  • aumentando il numero dei recettori per lMSH,
    così inducendo la sintesi della melanina.
  • Labbronzatura è più scura se il sole viene preso
    a piccole dosi in tempi lunghi

111
UVB e GH
  • Una maggiore esposizione alla luce naturale con
    UVB nellultimo periodo di gravidanza e del
    neonato nei primi mesi di vita determina una
    maggiore altezza da adulto grazie alla maggiore
    secrezione di GH (Grow Hormon)

112
Ghiandole surrenali
113
Ghiandole surrenali
  • Sono ghiandole composte, in numero di due,
    situate in prossimità del rene
  • Sono costituite da due porzioni distinte
  • la corticale, che deriva da un abbozzo del
    mesoderma del celoma situato in prossimità della
    cresta genitale ha funzione steroidea
    (glicorticoidi, mineralcorticoidi, androgeni)
  • la midollare, origina dalla migrazione di cellule
    ectodermiche della cresta neurale (di fatto è
    simile ad un ganglio simpatico modificato). Le
    cellule dette anche "cromaffini" secernono
    catecolamine
  • Il colesterolo proveniente dalla dieta o dalla
    sintesi endogena è il composto di partenza della
    steroidogenesi

114
Corticale
  • La corteccia surrenale è la parte più esterna del
    surrene e ne costituisce il 90-95
  • Si presenta distinta in tre zone che hanno anche
    diversa specializzazione funzionale
  • glomerulare la più esterna, sottile con le
    colonne disposte parallelamente alla capsula
    secerne mineralcorticoidi (aldosterone)
  • fascicolata molto ampia con le colonne disposte
    verticalmente, secerne i glicocorticoidi
    (cortisolo)
  • reticolare a contatto con la midollare,
    disposizione irregolare delle sue cellule,
    secerne androgeni (deidroepiandrosterone, DHEA)

115
Steroidi
  • Gli steroidi isolati dalla ghiandola sono più di
    50
  • Solo pochi di essi hanno attività biologica
  • Vengono sintetizzati a partire dal colesterolo,
    sia di origine plasmatica sia sintetizzato dalle
    cellule surrenaliche stesse a partire dall'acetato

116
Ormoni glicoattivi
  • I principali sono cortisolo e corticosterone
  • Sono ormoni steroidei e hanno azione pressoché
    ubiquitaria
  • La principale funzione e quella di controllare le
    attività cataboliche ed anaboliche nell'arco
    delle 24 ore

117
Regolazione e azione dei glicocorticoidi
118
Azioni dei glicorticoidi
  • Azione metabolica ha effetto iperglicemizzante
  • Deprime la sintesi proteica in tutto l'organismo
    eccettuato il fegato, dove viene stimolata anche
    la gluconeogenesi a partire da fonti non
    semplicemente carboidratiche. Infatti avviene
    anche a spese di quote aminoacidiche, che
    presuppongono una degradazione delle proteine
  • gli aminoacidi resisi disponibili vengono
    transaminati a chetoacidi quelli chetogenetici
    determinano un aumento dei corpi chetogeni,
    quelli glucogenetici forniscono materiale per la
    sintesi epatica del glucosio

119
Azioni dei glicorticoidi
  • Azione sui lipidi pur non avendo azione
    lipolitica diretta essi potenziano quella di
    altri ormoni (GH, PRL, catecolamine) favorendo
    una caratteristica ridistribuzione dei grassi di
    deposito dell'organismo e determinando un aumento
    della complessiva mobilitazione dei grassi di
    deposito e della loro utilizzazione
  • la lipemia aumenta in tutte le sue componenti
    trigliceridi, acidi grassi liberi, glicerolo,
    colesterolo
  • Azione sinergica sulle catecolamine dovuta
    all'effetto dei glicocorticoidi sull'aumento
    dell'AMPc nelle cellule bersaglio delle
    catecolamine

120
Azioni dei glicorticoidi
  • Sulle cellule del sangue principalmente
    influenzano vistosamente la formula leucocitaria
    determinando un aumento dei neutrofili ed una
    netta diminuzione degli eosinofili, dei linfociti
    e monociti
  • Azione antiinfiammatoria le cellule danneggiate
    da qualsiasi causa (fisica o chimica) liberano
    nell'ambiente circostante i prodotti del loro
    disfacimento e della autolisi, derivante dalla
    liberazione di enzimi litici lisosomiali.
  • Alcune di queste sostanze stimolano una reazione
    locale, che tende ad eliminare e a circoscrivere
    le cause del danno, ad eliminare i tessuti
    danneggiati e a stimolare i processi di
    riparazione.

121
Il processo infiammatorio comporta
  • Un aumento della sensibilità nervosa locale
  • Un maggior afflusso di sangue, con aumento della
    temperatura locale, delle imbibizione, della
    permeabilità vasale
  • Proteine plasmatiche addensandosi in coaguli
    formano una prima protezione contro la diffusione
    del processo
  • Alcune sostanze liberate dalle proteine
    plasmatiche o dai tessuti degenerati richiamano
    i leucociti circolanti e ne stimolano le diverse
    attività di difesa
  • Le cellule del tessuto connettivo vengono
    stimolate a riprodursi attivamente e a migrare
    per sostituire le zone distrutte e per circondare
    il processo con connettivo di nuova formazione

122
Azione antiinfiammatoria
  • Si ritiene che i glicocorticoidi
  • stabilizzino i componenti fosfolipidici delle
    membrane e degli organuli citoplasmatici,
    lisosomi, proteggendo le cellule dagli enzimi
    litici in essi contenuti
  • inibiscano l'attività di alcune fosfolipasi che
    determinano la liberazione di acido arachidonico,
    precursore della sintesi di prostaglandine,
    leucotreni, e trombossani (che hanno un ruolo
    importante nell'infiammazione)
  • in ultima analisi deprimono il processo
    infiammatorio riducendone le fasi iniziali

123
Regolazione e azione dei glicocorticoidi
  • Le afferenze nervose determinano il rilascio del
    CRH ipotalamico ? liberazione di ACTH ipofisario
    ? secrezione di glicocorticoidi da parte della
    corticale surrenalica
  • Determinano un aumento della concentrazione
    ematica di glucosio e del glicogeno epatico in
    seguito alla conversione in glucosio degli
    aminoacidi e grassi
  • Un feedback negativo è operato dai
    glicocorticoidi sia sullipotalamo sia
    sullipofisi che può limitare il rilascio di ACTH
  • Negli animali diurni e nelluomo, il livello
    ematico è massimo alle prime ore del mattino,
    prosegue con valori medi, con picchi secondari in
    corrispondenza dei pasti (nelle vacche in
    occasione delle mungiture). Sono minimi la sera e
    la notte.

124
Regolazione e azione dei glicocorticoidi
  • A concentrazioni fisiologiche interferiscono poco
    nei processi riparativi
  • A dosi terapeutiche possono inibire totalmente la
    proliferazione dei fibroblasti, la deposizione
    del collagene e la cicatrizzazione
  • Solo prolungate ed intense concentrazioni
    ormonali deprimono la capacità di difesa locale
    dell'organismo
  • l'immunità acquisita non viene modificata, ma la
    capacità di risposta a nuovi antigeni diminuisce
    sensibilmente
  • specialmente diminuisce l'immunità
    cellulo-mediata dei linfociti T (azione
    immunodepressiva azione sfruttata nelle terapie
    antirigetto dei trapianti)

125
Altri effetti
  • Effetto antitossico potenzia l'azione
    detossificante del fegato
  • Effetto antiallergico deriva dalla diminuzione
    delle liberazione e della soppressione degli
    effetti dell'istamina e di altre sostanze
    vasoattive
  • Effetti gastrointestinali aumentano la
    secrezione di acido cloridrico e di pepsina
    (stress ulcera). Anche la secrezione
    pancreatica viene stimolata

126
I mineralcorticoidi
  • Il principale è l'aldosterone , ormone steroideo,
    secreto esclusivamente nella zona glomerulare
    questi circola per lo più libero nel sangue

127
Azioni dellaldosterone
  • Ha importanti azioni
  • stimola il trasporto (riassorbimento) di Na
    attraverso varie strutture epiteliali (tubulo
    renale, intestino, ghiandole salivari, sudoripare
    e intestinali)
  • favorisce lescrezione tubulare del K e dellH
  • Meccanismo dazione
  • regola l'espressione di geni specifici per la
    sintesi delle proteine, che a livello renale
    (membrana luminale, mitocondri, membrana
    basolaterale) portano a modificazioni biologiche
    interessate al trasporto di Na e di K

128
Funzione dellaldosterone
  • Mantenimento della quantità del liquido
    extracellulare, della volemia, e conseguentemente
    della pressione sanguigna, della natremia e
    kaliemia e quindi dell'eccitabilità
    neuromuscolare e cardiaca
  • Il meccanismo più importante è il sistema
    renina-angiotensina.
  • Se diminuisce la perfusione dell'Apparato
    iuxtaglomerulare dei reni, le cellule
    iuxtaglomerulari rilasciano un enzima, la renina.

129
La renina
  • La renina è prodotta dal rene dai seguenti
    stimoli
  • riduzione del volume sanguigno circolante
    (ipovolemia)
  • bassa pressione arteriosa (ipotensione)
  • stimoli da parte del sistema nervoso
    ortosimpatico
  • altri stimoli anche di natura patologica.

130
La renina
  • La renina converte un peptide inattivo,
    l'angiotensinogeno, in angiotensina I
    quest'ultimo peptide viene convertito a sua volta
    in angiotensina II dall'enzima di conversione
    dell'angiotensina I o ACE (dall'inglese
    angiotensin-converting enzyme), presente
    principalmente a livello dei capillari polmonari.
  • Langiotensina II nella corteccia della ghiandola
    surrenale, causa il rilascio di aldosterone.

131
Aldosterone
  • Sensibilità diretta delle cellule surrenaliche di
    rispondere direttamente alle variazioni ematiche
    di sodio e potassio ? meccanismo importante per
    equilibrare il rapporto di Na/K di natura
    alimentare
  • Controllo nervoso (in tutti i casi di stress)
    fattori ipotalamici ? ipofisi ? ACTH ? surrene ?
    aldosterone

132
Aldosterone
  • Tre principali meccanismi controllano la
    secrezione di aldosterone
  • il sistema renina-angiotensina
  • il potassio
  • lACTH (svolge un ruolo minore)
  • aumenta lescrezione di potassio
  • aumenta il riassorbimento degli ioni sodio
  • lacqua segue passivamente il sodio riassorbito
  • L'aldosterone agisce a livello del Sistema
    nervoso centrale, contribuendo ad aumentare il
    senso di appetito per il salato ed il senso della
    sete.

133
Sistema renina-angiotensina
  • Mantiene costante il volume sanguigno circolante
  • Il controllo della secrezione della renina è
    complesso ed è costituito da
  • meccanismi intrarenali (barocettori)
  • meccanismi extrarenali (sistema nervoso
    simpatico, potassio, angiotensina)
  • Langiotensina II (potente azione ipertensiva)
  • agisce direttamente sulla muscolatura liscia
    arteriolare
  • stimola la produzione di aldosterone, che svolge
    due importanti azioni
  • principale regolatore del volume dei liquidi
    extracellulari
  • principale fattore che regola il metabolismo del
    potassio

134
Iperfunzione della corticale surrenale
  • Un eccesso di cortisolo è associato alla sindrome
    di Cushing
  • Un eccesso di aldosterone causa
    liperaldosteronismo (p.e. sindrome di Conn)
  • Un eccesso di androgeni surrenali provoca
    virilizzazione

135
SINDROME DI CUSHING
  • Eziologia iperplasia surrenalica bilaterale (da
    adenoma ipofisario secernente ACTH)
  • Caratteristiche
  • Obesità a livello del tronco
  • Ipertensione
  • Astenia e facile affaticabilità
  • Amenorrea
  • Irsutismo
  • Strie rubre addominali
  • Edema
  • Glicosuria
  • Osteoporosi

136
Iperaldosteronismo
  • Sindrome associata allipersecrezione di
    aldosterone
  • Primitivo adenoma surrenalico secernente
    aldosterone (sindrome di Conn)
  • Leccesso di aldosterone determina
  • Progressiva deplezione di potassio dallorganismo
    e sviluppo di ipokaliemia
  • Debolezza e affaticamento muscolare
  • Poliuria e nicturia
  • Ipertensione diastolica (generalmente non molto
    grave) e in generale valori pressori gt 160/110
    mmHg
  • Cefalea

137
Sindrome di Conn
  • Si valuta che dal 10 al 30 dei soggetti
    ipertesi possa soffrire di questa sindrome
  • Colpisce giovani adulti in età compresa fra i 30
    e 50 anni (più frequentemente donne)
  • Lipertensione è il sintomo principale e spesso
    lunico
  • La conferma diagnostica richiede la
    determinazione dei livelli di aldosterone (?) e
    di renina (?)

138
Dieta iposodica
  • La dose giornaliera raccomandata è compresa tra
    575 e 3500 mg/giorno
  • Alimenti ricchi di sodio (mg/100 gr)
  • Prosciutto crudo (2600)
  • Salame (1600)
  • Coppa (1500)
  • Formaggio
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