Title: PROBLEMATICHE DI FINE VITA IN RIANIMAZIONE
1PROBLEMATICHE DI FINE VITA IN RIANIMAZIONE
- R. Tetamo
- A.R.N.A.S. CIVICO PALERMO Direttore U.O. II
ANESTESIA E RIANIMAZIONE - G.Trombino
Vengono qui riportati i risultati preliminari
della ricerca sul fine vita nei reparti di
terapia intensiva italiani aderenti al GiVITI
(www.giviti.marionegri.com). I dati ufficiali
della ricerca sono di prossima pubblicazione.
2PREMESSA
- Nuove possibilità di intervento in TI (abolizione
della coscienza,sostituzione di funzioni
vitali,possibilità di diagnosticare la morte con
criteri neurologici) spesso limitate e con
effetti collaterali talvolta gravi - La finalità dei trattamenti è quella di sostenere
temporaneamente le funzioni vitali - Lobiettivo è quello di guadagnare tempo,mentre
si cerca di curare la malattia di base.Talvolta
essa non è più curabile e ciò rende la
sostituzione delle funzioni vitali
progressivamente inefficace
3PREMESSA
- Circa 8 su 10 ricoverati nelle Terapie Intensive
Italiane sopravvivono, ma 2 su 10 muoiono.La
morte di essi può essere un evento inatteso anche
se le condizioni erano dallinizio molto
compromesse.Spesso invece la morte diventa
espressione della impossibilità di guarire ed i
trattamenti intrapresi non fanno altro che
prolungareun processo di morte divenuto ormai
inarrestabile. - Quando ciò accade è doveroso modificare
lapproccio assistenziale passando dalla
prospettiva terapeutica a quella della assistenza
terminale del paziente
4 PROBLEMI
- Frequente preclusione al paziente in TI di
decidere in piena autonomia se avviare e fino a
quando continuare i trattamenti intensivi. - Discussione allinterno della equipe e con i
familiari - di fare tutto il possibile
- di accanimento terapeutico
- di limitazione di trattamenti intensivi
-
5http//www.giviti.marionegri.it
TERAPIE INTENSIVE ISCRITTE 324
Il GiViTI è un gruppo collaborativo di Terapie
Intensive italiane che promuove e realizza
progetti di ricercaindipendenti orientati alla
valutazione e al miglioramento della qualità
dell'assistenza
6- 2002 progetto MARGHERITA valutazione continua
della qualità della assistenza e del consumo di
risorse nelle TI partecipanti (report annuale
generale e personalizzato).Possibilità di
confronto. Nel 2005 valutazione su 55246 pti e
180 TI.Riduzione della mortalità del 10 delle TI
partecipanti negli ultimi 10 anni. - 2005 studio sulle problematiche di fine vita cui
hanno aderito 84 TI distribuite sul territorio
nazionale.
7- PERCHE QUESTA RICERCA ?
- Per tutti i pazienti deve essere fatto il
possibile per ottenere la guarigione e la
migliore qualità di vita possibile. - Laccanimento terapeutico o meglio il ricorso a
trattamenti intensivi inappropriati in eccesso è
un rischio reale in TI e va considerato improprio
clinicamente ed eticamente - Tali termini non sono spesso così facilmente
determinabili e questo porta spesso ad
atteggiamenti molto diversi.
8RICERCA FINE VITA
- Indagine metodologica su cosa succede e come
succede nelle TI in Italia - Dati relativi a
- 1)Partecipazione dei pazienti alle decisioni e
loro consenso alle cure - 2)Decisioni terapeutiche nei pti deceduti in TI
- 3)Coinvolgimento dei familiari nelle decisioni
- 4)Problematiche relative alle donazioni dorgano
9RICERCA FINE VITA
- Ricerca qualitativa in 6 TI che ha coinvolto
- Bioeticisti,sociologi,pedagogisti,psicologi.
- Analisi dei processi decisionali
- dei vissuti
- delle risonanze emotive
- delle elaborazioni culturali degli operatori
10I RISULTATI DELLA RICERCA QUANTITATIVA
- 3782 pti in 84 TI
- Deceduti in TI 3648
- Dimessi in condizioni preterminali 99
- Presa decisione di desistenza o insistenza 35
11IL PIANO DI CURE ALLINGRESSO IN TERAPIA
INTENSIVA
- Terapia piena con tutti i supporti disponibili
(74) - Terapia piena con unica limitazione della
rianimazione cardiopolmonare in caso di arresto
cardiaco (18) - Limitazione di uno o più trattamenti intensivi
(8)
12LE LIMITAZIONI DEI TRATTAMENTI INTENSIVI DURANTE
IL DECORSO CLINICO
- Trattamento intensivo senza limitazioni o con la
sola eventuale limitazione alla RCP assicurato in
oltre il 60 dei pti fino al momento del decesso - Nel rimanente gruppo vi è stata una qualche forma
di desistenza terapeutica in cui la motivazione
riportata più frequentemente è stata quella di
evitare cure inappropriate in eccesso
13LE LIMITAZIONI DEI TRATTAMENTI INTENSIVI DURANTE
IL DECORSO CLINICO
- Frequenza variabile nellambito delle varie TI
italiane - Nelle TI dove è più frequente la limitazione
delle cure la mortalità complessiva,al netto
della diversa gravità dei pti,è tendenzialmente
più bassa - Nelle TI dove si attuano meno limitazioni
terapeutiche non muoiono meno pti ma muoiono più
tardivamente,con un utilizzo inefficace di risorse
14CHI PRENDE LE DECISIONI?
- IL PAZIENTE
- Pazienti in grado di esprimere un valido consenso
al piano di cure al momento del ricovero in TI
20 - Successivamente nel corso della degenza il numero
dei pti in grado di esprimere un consenso è
diventato praticamente nullo.
15CHI PRENDE LE DECISIONI?
- IL MEDICO INTENSIVISTA
- Coinvolto principalmente con collegialità
variabile - LINFERMIERE
- Coinvolgimento incostante in rapporto alla
politica di Reparto - I FAMILIARI
- Coinvolti in misura variabile in funzione dei
diversi centri
16LA DONAZIONE DORGANI
- Aspetto di fine vita più definito in termini
legislativi è quello della morte cerebrale - 440 pti (12 delle morti osservate nel periodo)
considerati possibili donatori dorgano - In 310 (70) si è realizzata la donazione
- La causa di non donazione più frequente è stata
la opposizione espressa dalla famiglia (59)
17CONCLUSIONI
- Ogni giorno nelle circa 500 TI italiane si deve
decidere se e quanto insistere con i
trattamenti,evitando cure in eccesso - La desistenza terapeutica è una scelta non
infrequente ed essa,unita alle cure
palliative,rappresenta un atto medico dovuto
quando i trattamenti intensivi hanno come
conseguenza una inutile e penosa prolungata
agonia di un ammalato giunto alla fase terminale - Porre dei limiti al trattamento intensivo di
pazienti senza alcuna speranza di sopravvivenza è
in linea con i più autorevoli documenti in
materia (Comitato Nazionale di Bioetica,SIAARTI,Co
dice di Deontologia Medica)
18CONCLUSIONI
- La Desistenza Terapeutica non deve essere in
alcun modo confusa con la Eutanasia,da intendersi
esclusivamente come la soppressione intenzionale
della vita di una persona che ne fa richiesta. - Questa ricerca ha messo in evidenza come il
comportamento degli Intensivisti Italiani è in
linea con quello descritto a livello
internzaionale ed in particolare nei paesi della
Europa Occidentale. - Le variabilità evidenziate in termini di
comportamento fra le varie TI obbligano ad una
attenta riflessione e ad una assunzione di
responsabiltà da parte di tutte le figure
professionali coinvolte