Title: PIANI DI PREVENZIONE E BONIFICA AMBIENTALE NELL
1PIANI DI PREVENZIONE E BONIFICA
AMBIENTALENELLINDUSTRIA ALIMENTARE
- DISINFEZIONI DISINFESTAZIONI
- DERATTIZZAZIONI
- T.D.P. Dr. Salvatore Romaniello
2Perché pulire?
- Una corretta pulizia (sanificazione) degli
ambienti di lavorazione e degli impianti
alimentari è un requisito imprescindibile
nellottica della produzione di alimenti salubri,
cioè consumabili in piena sicurezza, e durevoli,
cioè idonei a rimanere sul mercato per il
prescritto periodo di tempo di commercializzazione
.
3SANIFICAZIONE
- Tutti gli alimenti contengono batteri, i quali,
in idonee condizioni, tendono a proliferare. Le
materie prime che entrano nello stabilimento e si
avviano lungo la linea di lavorazione si
caratterizzano per cariche microbiche spesso
elevate. - Questa contaminazione primitiva, delle materie
prime e dei semilavorati utilizzati nelle
industrie alimentari, è il bersaglio degli
interventi tecnologici che caratterizzano i
diversi tipi di lavorazioni al fine di ridurla ai
livelli più bassi possibili o addirittura di
eliminarla.
4- Nello stabilimento alimentare il prodotto prima
e dopo la lavorazione può subire un ulteriore
apporto di microrganismi sotto forma di
contaminazione secondaria. La contaminazione
secondaria segue la dinamica - sorgente gt vettore primario gt focolaio gt
- vettore secondario gt bersaglio
- Assume particolare rilevanza la presenza
allinterno dello stabilimento ed in particolare
a livello di macchine e impianti, di focolai ove
i microrganismi, comunque giunti, trovano
condizioni ideali per una indisturbata
proliferazione disponibilità di acqua, di
sostanze nutritizie rappresentate dai residui del
prodotto lavorato, eventuale protezione dagli
effetti della pulizia.
5- Progettare ambienti di lavorazione, protetti, il
più possibile isolati dalle sorgenti di
contaminazione esterna, privi di anfratti,
realizzare macchine ed impianti lineari, sgombri
da recessi e punti morti, facilmente smontabili
per la pulizia, sono attività fondamentali che
preesistono allavvio dello stabilimento. - Impedire giorno dopo giorno che si creino, in
macchine ed ambienti, pericolosi focolai di
contaminazione secondaria è compito prioritario
dellazienda che produce.
6- Con il termine sanificazione si intende una
riduzione della contaminazione microbica fino a
livelli compatibili con la salvaguardia della
salute del consumatore e con la sicurezza del non
deterioramento entro il tempo previsto di
utilizzazione o consumo degli alimenti stessi. - Le attività di sanificazione comprendono tutti i
procedimenti e le operazioni atte a rendere sani
determinati ambienti ed attrezzature mediante le
attività di detergenza e disinfezione
7- La detersione ha lo scopo di
- Staccare il sudiciume (residui dellattivitÃ
lavorativa) dalla superficie - Mantenere in sospensione nel veicolo acquoso i
medesimi residui, prevenendone la rideposizione - Allontanare il veicolo acquoso ed i residui in
esso sospesi. - Lentità di deposito di sporco sulle superfici
dipende dallequilibrio tra le forze di
attrazione e repulsione che le particelle di
sporco di diversa composizione chimica esercitano
le une verso le altre, e tutte verso la
superficie.
8- Lacqua esercita unattività di rimozione dello
sporco molto limitata, in essa sono solubili solo
gli zuccheri e taluni sali, mentre insolubili o
poco solubili sono grassi, proteine ed altri
sali. Il risciacquo con la semplice acqua di
ambienti ed impianti ha il compito meccanico di
allontanare i residui grossolani non tenacemente
adesi alle superfici. E da evitare unacqua a
temperatura troppo alta (gt70C), in quanto
causerebbe la coagulazione delle proteine,
rendendone enormemente più difficile il
successivo distacco ad opera dei detergenti.
9- Il distacco dei residui adesi presuppone una
modificazione delle loro molecole, in particolare
un indebolimento dei legami chiave che
conferiscono stabilità strutturale e che
intervengono nelladesione alla superficie.
Risultano quindi indispensabili - Lemulsionamento dei grassi ed oli, cioè la loro
riduzione in particelle molto piccole che
risultano così più facilmente degradabili o
direttamente eliminabili in sospensione nel
solvente acquoso - La saponificazione dei grassi ad opera di
sostanze alcaline, secondo la reazione - grassosodio idratosapone glicerina
- 3. La peptizzazione, ossia la trasformazione
degli ammassi proteici solo parzialmente solubili
in fini soluzioni colloidali, che restano
facilmente in sospensione e vengono lavate via
col solvente acquoso. -
10- Laggressione dei residui rende necessari
linstaurazione dei fenomeni chimico-fisici
citati. Pertanto, allo scopo, risulta utile una
miscela di - Sostanze tensioattivanti (detergenti) dotati di
capacità emulsionante, e capaci di modificare
abbassandola la tensione superficiale - Sostanze alcaline forti o deboli in funzione
della maggiore o minore tenacità dei residui
grassi (saponificazione) e di quelli proteici
(peptizzazione) - Sostanze sequestranti (chelanti),
11Alcune categorie di sporco
12- Operazioni di lavaggio manuale di recipienti,
serbatoi, caldaie e tubazioni precedentemente
smontate, stanno cedendo il passo a moderne
tecniche di lavaggio. - In particolare, la procedura chiamata C.I.P.
(dalla terminologia anglosassone Cleaning in
Place o anche Cleaning Integrated Process),
consiste in un lavaggio a ciclo chiuso ed
automatico, utilizzando soluzioni di lavaggio
che, inviate sotto pressione nelle tubazioni e
nei serbatoi, tolgono lo sporco in tal modo non
è necessario alcuno smontaggio.
13- In genere i lavaggi C.I.P. sono eseguiti con la
seguente metodologia operativa - 1.     risciacquo con acqua della tubazione
sporca di latte - 2.     passaggio di una soluzione di soda
caustica alla concentrazione dell'1,5 (per
saponificare i grassi ed allontanare la maggior
parte possibile di sostanza organica presente) - 3.     risciacquo
14- 4.     passaggio di soluzione di acido nitrico
alla concentrazione dell'1,5 (per eliminare la
cosiddetta pietra del latte, cioè i sali
inorganici insolubili) - 5.     risciacquo
- Talvolta seguono altre due fasi
- 6.     passaggio di soluzione disinfettante o di
acqua quasi bollente - 7.     risciacquo.
15- Nei caseifici più moderni, la tendenza è quella
di dotare di coperchi le caldaie polivalenti e
quelle di produzione della ricotta, in modo da
poterle pulire in C.I.P. - Le operazioni di sanificazione giornaliera,
quando non sono realizzate attraverso il C.I.P.,
sono svolte manualmente e talvolta possono
richiedere lo smontaggio di alcune parti
dell'impianto. - In ogni caso, anche quando la pulizia avviene in
C.I.P., alcune macchine e attrezzature vengono
sottoposte ad una prima pulizia grossolana,
avente lo scopo di rimuovere eventuali coaguli di
latte che potrebbero rimanere attaccati alle
macchine da pulire. Questa pulizia preliminare è
svolta manualmente con lausilio di lunghe
spazzole e di idropulitrici a getto dacqua e
vapore in pressione. - Â
16- Impianto di pulizia C.I.P.
- L'impianto è costituito essenzialmente da una o
più pompe per la circolazione delle soluzioni
detergenti, dai serbatoi dove esse sono
contenute, dagli scambiatori termici dove esse
vengono riscaldate e dalle linee di ritorno che
vengono fatte seguire ad ogni linea di processo
produttivo. - Ad esempio, ad una linea di flusso del processo
produttivo, costituita da serbatoio - tubazione -
caldaia, si fa seguire una tubazione dalla
caldaia ritorni al serbatoio, in modo da
realizzare un circuito chiuso continuo. - Il tutto è corredato di un sistema di controllo e
comando automatico elettronico o computerizzato.
17- Per supportare ed amplificare lazione chimica
dei detergenti è necessario lintervento di
energia meccanica, fornita da olio di gomito
nel lavaggio manuale, dalla pressione di impatto
nei lavaggi meccanici e dalla velocità di
circolazione del liquido nei sistemi a circuito
chiuso. - Un efficace sistema di detersione è
lespressione di un equilibrio ottimale delle
variabili della detersione - energia chimica,
- energia termica,
- tempo,
- energia meccanica.
18- La temperatura è quella che più favorevolmente
influenza lefficienza della detersione ove
tuttavia è necessario il suo contenimento, ad
esempio nel lavaggio degli ambienti freddi (celle
frigorifere), o nel lavaggio manuale, risulta
utile recuperare la componente mancante di
energia termica tramite un aumento della
concentrazione del detergente e/o il ricorso a
detergenti più aggressivi.
19- La disinfezione persegue lobiettivo di
inattivare le cellule vegetative, ma non
necessariamente le spore, al fine di ridurre le
possibilità di infezione, o in senso lato
consentire che un oggetto o una superficie
risultino idonei ad entrare in contatto con un
alimento senza trasmettere ad esso agenti di
infezione (come agenti di malattie da alimenti) o
di deterioramento (intesi come agenti dello
scadimento organolettico dellalimento).
20- La disinfezione con mezzi fisici, in particolare
quella che ricorre alluso del calore, in
analogia con quanto avviene per la
pastorizzazione degli alimenti, risulta
applicabile con successo negli impianti a
circuito chiuso, ove le perdite di energia
termica sono limitate. Si considerano sufficienti
combinazioni tempi/temperatura comprese tra 65C
per 15 minuti e 82C per 1 minuto. - Le caratteristiche inattivanti dei disinfettanti
chimici variano in considerazione del principio
attivo utilizzato e della sua concentrazione, che
generalmente viene indicata dalla casa
produttrice.
21- I principi attivi proposti allindustria
alimentare sono - 1) alcuni tipi di surfattanti (cationici come i
sali quaternari di ammonio, ed anfoteri) - 2) composti del cloro 3) composti dello iodio
4) composti del perossido di idrogeno (acqua
ossigenata) 5) le aldeidi (glutarica e formica)
6) le biguanidi 7) i derivati fenolici.
22Disinfettanti Meccanismi d'azione Attività antimicrobica Attività antimicrobica Attività antimicrobica Attività antimicrobica Attività antimicrobica Attività antimicrobica Indicazioni d'uso
Disinfettanti Meccanismi d'azione Gram Gram- Micobatteri Spore Miceti Virus Indicazioni d'uso
CLORO Inattiva le proteine enzimatiche Potabilizzazione acqua, disinfezione stoviglie, biancheria, superfici, gabinetti
IODIO Inattiva le proteine enzimatiche Disinfezione cute, strumenti, oggetti, superfici
ALCOLI Coagulano le proteine del protoplasma batterico 0 Disinfezione cute, termometri
ALDEIDI Determinano alchilazioni sui gruppi amminici, carbossilici, idrossilici e sulfidrilici delle proteine Come aldeide formica disinfezione ambientale terminale come aldeide glutarica oggetti di gomma, plastica
FENOLI Alterano la membrana cellulare, alevate concentrazioni coagulano le proteine del protoplsma batterico attività variabile secondo i composti attività variabile secondo i composti attività variabile secondo i composti attività variabile secondo i composti attività variabile secondo i composti attività variabile secondo i composti Disinfezione mani, oggetti, superfici
DETERGENTI CATIONICI (composti quaternari dell'ammonio) Alterano la membrana citoplasmatica, inattivano i sistemi enzimatici, denaturano le proteine del protoplasma batterico 0 0 Disinfezione cute
CLOREXIDINA Blocca le funzioni della membrana citoplasmatica batterica, favorisce la fuoriuscita di materiale cellulare inattiva le proteine enzimatiche 0 0 0 Disinfezione mani e cute integra
23PROGRAMMA DI PULIZIA E DISINFEZIONE
- E necessario stabilire e pianificare un adeguato
programma di pulizia e disinfezione in relazione
alla tipologia dei locali, al tipo di alimento e
rischio associato, quantità di prodotto lavorato,
superfici a contatto, attrezzature, tipo di
lavorazioni, ecc.-
24- In una procedura di pulizia e disinfezione
dovrebbero essere indicati - il responsabile delle pulizie e chi le effettua
- individuazione degli elementi da pulire e/o
disinfettare - quali sostanze detergenti e/o disinfettanti
devono essere utilizzate e quali apparecchiature
utilizzare - procedure specifiche di applicazione
- modalità di distribuzione
- tempi di contatto con le superfici
- frequenza di trattamento
- descrizione dei fattori di rischio e dei D.P.I.
da utilizzare - come e chi effettua la verifica delle operazioni
di pulizia. - La procedura dovrebbe essere sottoposta
periodicamente a verifiche da parte del
responsabile dellautocontrollo.
25- FATTORI DI RISCHIO
- Nella fase lavorativa della sanificazione, sono
individuabili i seguenti fattori di rischio - Â Manipolazione di sostanze chimiche pericolose
- DESCRIZIONE
- La preparazione e limpiego di soluzioni di soda
caustica, acido fosforico, acido nitrico,
ipoclorito di sodio ed altri prodotti nocivi,
possono comportare gravi rischi per gli addetti.
26- DANNO ATTESO
- Il contatto con soda caustica può provocare gravi
ustioni alla pelle e agli occhi per inalazione
intensa irritazione del naso e della gola,
broncopolmonite chimica ed edema polmonare per
ingestione lesioni gravi con pericolo di morte. - Il contatto con ipoclorito di sodio può
provocare gravi ustioni alla pelle e agli occhi
per inalazione intensa irritazione del naso e
della gola, broncopolmonite chimica ed edema
polmonare per ingestione lesioni gravi con
pericolo di morte. Lodore pungente del prodotto
rende meno probabile il rischio di ingestione
accidentale. - Il contatto con acido nitrico può provocare
ustioni alla pelle e agli occhi per inalazione
può provocare grave irritazione alle membrane e
alle mucose per ingestione ustioni. - Il contatto con acido fosforico può provocare
irritazione della pelle e degli occhi per
inalazione irritazione delle membrane e delle
mucose per ingestione moderatamente tossico. - Le parti del corpo maggiormente esposte al
contatto con le suddette sostanze possono essere
occhi, volto, mani, piedi.
27- Utilizzo di attrezzature ad acqua calda o vapore
in pressione - DESCRIZIONE
- Per la pulizia di contenitori o parti di
impianto, è frequente lutilizzo di idropulitrici
manuali a getto di acqua calda e vapore, con
possibilità di bagnarsi e di scottarsi. Si
possono verificare rischi di investimento di
schizzi di acqua calda, anche per fuoriuscire
accidentali da rubinetti allentati e mal
rimontati dopo la pulizia manuale. - DANNO ATTESO
- Ustioni da acqua calda e vapore in pressione.
28- Lavoro in postazioni sopraelevate
- DESCRIZIONE
- Talvolta è necessario smontare e rimontare parti
di macchine ed impianti posti in altezza, per
effettuare la loro pulizia, pertanto può esistere
per gli addetti il rischio di cadute dallalto. - DANNO ATTESO
- Lesioni traumatiche per cadute dallalto.
29- Transito su pavimenti resi scivolosi
- DESCRIZIONE
- In tutti i reparti del caseificio, specialmente
quelli di produzione, il pavimento tende
costantemente a bagnarsi, determinando il rischio
di cadute per scivolamento. A tale rischio
contribuisce anche il quotidiano uso di soluzioni
saponate utilizzate per la pulizia dei pavimenti
e limpiego di idropulitrici a getto dacqua e
vapore in pressione. - DANNO ATTESO
- Lesioni traumatiche per cadute da scivolamento.
30- Esposizione a microclima sfavorevole caldo -
umido - DESCRIZIONE
- Lutilizzo di idropulitrici manuali a getto di
acqua calda e vapore, può comportare la
determinazione di un microclima sfavorevole caldo
- umido nell'ambiente di lavoro. - DANNO ATTESO
- Disturbi da scomfort termico, riduzione della
capacità lavorativa, stress psico fisico.
31- Esposizione a rumore
- DESCRIZIONE
- In questa fase lavorativa il rumore dovuto
essenzialmente a - -Â Â impatto del getto d'acqua (o delle soluzioni
utilizzate per la pulizia) sulle attrezzature e
macchine in lavaggio. - -Â Â utilizzo di idropulitrici manuali a getto
d'acqua o vapore in pressione. - DANNO ATTESO
- Lesposizione continuativa a livelli di rumore
medio-alti, può essere causa di danni uditivi
(ipoacusia da rumore) e di danni extrauditivi che
si possono manifestare anche per esposizione ai
livelli inferiori a quelli per i quali la
normativa prescrive particolari misure
preventive. - Oltre ai disturbi della comunicazione e della
prestazione lavorativa, possono insorgere
effetti cardiovascolari (aumento della pressione
sanguigna, ecc) disturbi psichici (astenia,
irritabilità , depressione, insonnia) disturbi a
carico dellapparato digerente.
32- Installazioni elettriche in locali soggetti a
spruzzi d'acqua - DESCRIZIONE
- L'utilizzo di idropulitrici a getto d'acqua e
vapore in pressione durante la fase di pulizia
delle apparecchiature, comporta il rischio di
cortocircuiti e contatti indiretti con parti in
tensione. - DANNO ATTESO
- Elettrocuzione.
33DISINFESTAZIONI
- Il controllo e la lotta agli infestanti delle
derrate alimentari si basano su di un insieme di
azioni che devono essere attuate congiuntamente
per aumentare le probabilità di successo. - In base al ciclo di lavorazione occorre attuare
opportune misure volte ad ostacolare lingresso e
linsediamento di parassiti e animali in grado di
contaminare gli alimenti, unitamente ad un
programma di lotta che prevede il ricorso ad
appropriati mezzi per la soppressione degli
agenti infestanti già penetrati o in fase di
penetrazione.
34- Per tenere sottocontrollo gli infestanti è
necessario prevedere interventi di - - prevenzione (stoccaggio derrate scostato dai
muri e sollevate da terra, idoneo stoccaggio dei
rifiuti, zanzariere, doppie porte a tenuta, lame
d'aria, sifoni agli scarichi, sigillatura
interstizi e fori di passaggio delle condotte dei
servizi, eccetera) - - monitoraggio (conoscenza dei costumi di vita e
del comportamento delle principali specie
parassite, modalità di ricerca e strumenti
utilizzabili per la verifica della presenza dei
potenziali parassiti)
35- lotta (in base ai risultati del monitoraggio si
effettuano gli interventi di lotta, Le
applicazioni con i formulati liquidi è opportuno
siano realizzate con pompe a bassa pressione
verificando attentamente la dispersione del
formulato negli ambienti. I trattamenti mediante
apparecchi termonebbiogeni od aerosolizzatori
devono essere eseguiti solo dopo un attento esame
dei flussi d'aria presenti nellambiente ove deve
essere operata la disinfestazione.Deve sempre
essere evitata la contaminazione di superfici che
vengono in diretto contatto con gli alimenti. Se
ciò avviene deve essere predisposta un idonea
opera di bonifica. Quando è impossibile evitare
il trattamento di macchinari che lavorano
direttamente gli alimenti si dovranno impiegare
solo estratti di piretro o piretroidi a veloce
degradazione (ad es. d-phenotrin).
36Negli altri casi è bene privilegiare l'impiego di
formulati privi di solventi del tipo
microemulsioni acquose o le sospensioni
concentrate al posto delle tradizionali emulsioni
concentrate. I principi attivi solitamente
impiegati sono alfametrtina, deltametrina,
tetrametrina, piretrine naturali. I prodotti ad
elevata tensione di vapore (ad es. naled) è bene
siano utilizzati in piccole quantità e solo per
ottenere un iniziale effetto snidante (ad es. per
il controllo delle blatte). Le polveri
insetticide per quanto a volte utili per il
trattamento delle canalette di passaggio dei cavi
elettrici devono essere utilizzate con grande
attenzione dato il possibile successivo
spostamento della polvere stessa ad opera di
flussi d'aria, insetti, passaggio di macchine ed
operatori).
37- E necessario utilizzare unesaustiva
documentazione per evidenziare lattività di
disinfestazioni, come per esempio - Pianta dellazienda pianta topografica delle
aree coperte e scoperte ove sono riportate le
postazioni permanenti e/o temporanee per il
monitoraggio e contenimento delle infestazioni - Schede di monitoraggio hanno lo scopo di
registrare la presenza degli infestanti,
attraverso la loro compilazione è possibile
valutare nel tempo landamento di eventuali
infestazioni e gli effetti su di esse delle
contromisure messe in atto
38- Schede di intervento servono ad individuare e
documentare le misure dirette utilizzate per la
riduzione degli infestanti nel caso di
intervento con mezzi chimici, la scheda indica il
giorno dellintervento, il principio attivo
utilizzato, la formulazione del prodotto, la dose
di impiego, lattrezzatura adoperata e le aree
oggetto del trattamento,nel caso di ricorso a
mezzi alternativi al mezzo chimico, è necessario
registrare tutto ciò che può servire per
identificare lintervento (numero di trappole,
strisce adesive distribuite, ecc.)
39- Insetti che vivono lontano dal substrato
alimentare e che vi si portano solo per
alimentarsi.Blatte Blattella germanica, Blatta
orientalis, Periplaneta americana, Supella
longipalpa .Per il controllo delle blatte è
essenziale la ricerca dei siti di annidamento e
passaggio, considerare il possibile effetto di
repellenza suscitato da alcuni formulati
insetticidi, ricordarsi della presenza delle
ooteche che non vengono devitalizzate dagli
interventi insetticidi.
40- Formiche Iridomyrmex humilis, Monomorium
pharaonisPer il controllo delle formiche è
essenziale l'individuazione del nido. Anche le
formiche percepiscono la presenza dei normali
formulati insetticidi (tipo E.C.) e modificano i
percorsi cibo lt-gt nido. I formulati
microincapsulati possono aiutare nel loro
controllo perché le formiche operaie possono
veicolarne piccole quantità all'interno del nido
in prossimità della regina e delle larve in
sviluppo.
41- DITTERI BRACHICERI (MOSCHE) Musca domestica,
Muscina stabulans, Fannia canicularis, Calliphora
vicina ... - Il controllo delle mosche è un'operazione
complessa, non sempre facile, che si basa su - predisposizione di barriere all'entrata
- allontanamento e gestione attenta dei tutti i
rifiuti e residui di lavorazione - installazione di lampade attrattive per la
cattura degli adulti (con griglia elettrica o
meglio con piastre collanti) - esecuzione di trattamenti abbattenti con
rotazione dei principi attivi
42- Insetti che vivono a stretto contatto con il
substrato alimentare. - Tra quelli in grado di attaccare le granaglie
distinguiamo quelli che attaccano i grani dal
loro interno, tra questi - COLEOTTERI Sitophilus granarius, S. oryzae, S.
zeamais, Rhizoperta domenica. - Adulto di S. oryzae
Rhizoperta domenica - LEPIDOTTERI Sitotroga cerealella.
- Tignola
del grano
43- da quelli che attaccano i grani dall'esterno
- COLEOTTERI le varie specie di Tribolium,
Tenebrioides mauritanicus -
Struggigrano - LEPIDOTTERI Plodia interpunctella, Tinea
granella ... - ed ancora quelli che attaccano i grani giÃ
alterati, rotti, ammuffiti (i detriti) - COLEOTTERI genere Cryptolestes e genere
Oryzaephilus
44- Insetti mangiatori di detriti organici
- Psocotteri (Liposcelis divinatorius e il Trogium
pulsatorium) , Lepisma, Thermobia, - Liposcelis
Lepisma - Sono piccoli insetti che prediligendo luoghi
umidi vivono in luoghi riparati del terreno,
sotto le scorze di alberi, nelle abitazioni, tra
le carte, nelle biblioteche, nelle imbottiture di
mobili, nei magazzini di imballaggi di farine o
paste alimentari. Si nutrono di detriti di
origine animale e vegetale, oppure di muffe.
45- A volte si verificano imponenti infestazioni in
silos di cereali, risultando dannosi sia per le
lesioni prodotte, sia per il trasporto di
microrganismi patogeni e responsabili di
dermatiti allergiche.La Thermobia domestica
predilige ambienti più riscaldati cucine,
ristoranti, forni di cottura è ricoperta di
squame più scure ed antenne e cerchi più lunghi.Â
46- Acari Hanno colonizzato ogni habitat piante,
terreno, esseri viventi, derrate immagazzinate e
perfino gli ambienti domestici.Gli acari possono
essere causa di reazioni allergiche di varia
entità (rinite, asma, dermatiti). Spesso ci si
accorge dell'insorgere di forti infestazioni
allaggravarsi di tali reazioni allergiche. Ciò di
solito coincide con la fine dell'estate e
l'inizio dell'autunno si creano infatti le
condizioni ottimali per lo sviluppo degli acari
della polvere, cioè un'elevata umidità ambientale
(U.R. 6090) ed una buona dose di caldo
(20-250C). Inoltre ambienti caldoumidi possono
incrementare la presenza di muffe e spore
fungine base alimentare di alcuni acari
Glicifagidi. Rappresentanti della famiglia degli
Acaridi si possono reperire nella polvere, ma in
misura limitata, prediligendo come habitat le
derrate alimentari.
47- Tyrophagus putrescentiae
- Forse lacaro più dannoso per le derrate
conservate, è cosmopolita e comunemente vive di
micelio fungino. Frequentemente si trova
associato a prodotti contenenti forti percentuali
di grassi e proteine per questo motivo
aggredisce semi di lino, polvere di uova,
formaggio, prosciutto, copra, arachidi, banane e
pasta dacciughe.La presenza di un gran numero
di individui, escrementi e spoglie, determina
odore sgradevole alle farine rendendole
inutilizzabili. Le infestazioni provocano
malattie, quali dermatiti.
48- Vertrebrati
- Ratti (Rattus rattus, Rattus norvegicus, Mus
musculus, ecc.) I ratti, nel luogo in cui
sostano inquinano pesantemente l'ambiente
lasciando tracce di urina ed escrementi che
possono provocare diverse malattie malattie, tra
cui alcune veramente gravi. Inoltre distruggono i
prodotti alimentari mangiando o semplicemente
inquinando alimenti di tutti i tipi. L
Organizzazione Mondiale della Sanità ha
effettuato ampi studi che dimostrano come in
tutto il mondo circa 33 milioni di tonnellate
all'anno di alimenti vengano avariati dai topi.
In un anno, un singolo topo è in grado di
mangiare da 12 a 28 Kg di alimenti, contagiandone
nel contempo almeno altri 150 Kg.
49- Volatili Piccioni, stormi, colombi, corvi,
gabbiani e passeri ormai sempre più presenti
nelle aree urbane, costituiscono una seria
minaccia non solo per edifici, monumenti,
cornicioni ecc, ai quali causa danni permanenti,
ma anche e soprattutto per la salute pubblica. - Attraverso i loro escrementi, questi volatili
sono portatori di circa 60 malattie, alcune delle
quali mortali, contagiose per l'uomo e per
l'animale domestico, come la salmonella, la
criptococcosi (infezione polmonare) la
istoplasmosi (simile alla tubercolosi), la
ornitosi (polmonite atipica). Inoltre sono anche
portatori di pulci, zecche, acari, che spesso
causano forti infestazioni all'interno di edifici
ove sono posti i nidi, soprattutto all'interno
dei sottotetti. -
50Bibliografia
- L. Suss, D.P. Locatelli, I PARASSITI DELLE
DERRATE Calderini Ed. Agricole - B. Casadei, G.L. Dalla Pozza, AMBIENTE URBANO E
LOTTE ANTIPARASSITARIE Maggioli Editore - F. Ottaviani, LA SANIFICAZIONE NELLA INDUSTRIA
ALIMENTARE. FONDAMENTI APPLICATIVI E DELLA
VERIFICA Università degli Studi di Bologna - ARPA Toscana PROFILI DI RISCHIO NEI CASEIFICI