Diapositiva 1 - PowerPoint PPT Presentation

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Diapositiva 1

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* Nel novembre del 1906 Alois Alzheimer descrisse per la prima volta una ... * Storia naturale della DA Modificata da Gauthier S. ed. Clinical Diagnosis and ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Diapositiva 1


1
(No Transcript)
2
(No Transcript)
3
(No Transcript)
4
"Come si chiama? - Augusta. Cognome? - Augusta.
Come si chiama suo marito? - Augusta, credo.
Suo marito? - Ah, mio marito... Lei è sposata?
- Con Augusta".
Auguste D and Alzheimers disease K. Maurer et
al. LANCET 1997 349 1546-49
5
(No Transcript)
6
INVECCHIAMENTO DEMOGRAFICO
INCREMENTO DELLA PROPORZIONE DEI SOGGETTI ANZIANI
INVECCHIAMENTO DI UNA POPOLAZIONE
AUMENTO DELLA VITA MEDIA
7
Le tre fasi della vecchiaia
8
Maschi / Femmine
  • alla nascita più maschi (6/100)
  • a 30 anni si pareggiano
  • a 60 anni 58 femmine
  • a 80 anni 67 femmine

9
Invecchiamento cognitivo di successo/1
  • A 1 anno e mezzo cominciamo a perdere neuroni a
    20 anni la memoria inizia a declinare. I neuroni
    diminuiscono ma le connessioni fra quelli rimasti
    possono rinfoltirsi.Gli studi più recenti
    smentiscono lassunto che linvecchiamento si
    debba accompagnare invariabilmente a declino di
    tutte le funzioni cognitive (es. memoria
    episodica vs semantica capacità di analisi vs
    sintesi, etc).
  • Vi sono anziani cognitivamente del tuttointegri,
    o addirittura in progressionecognitiva rispetto
    alletà giovanile-adulta (frai 70 e gli 80 aa
    almeno il 10 dei soggetticontinua a migliorare,
    perlomeno in alcunefunzioni cognitive).

F. Zeffirelli, 86 anni
M. Monicelli, 94 anni
A. Camilleri, 84 anni
10
Invecchiamento cognitivo di successo/2
M. Hack, 87 anni
Nonna Papera, anni ??
11
La prevalenza della demenza cresce solo alle
soglie della grande vecchiaia, per poi diminuire
nelle età molto avanzate
  • Se così non fosse la progressione verso la
    demenza sarebbe un evento praticamente
    ineluttabile e costante nella tarda età
  • Quindi non è una forma estrema o particolarmente
    florida di invecchiamento cerebrale, ma VERA
    PATOLOGIA

12
Rinunciare ad una concezione della vecchiaia
legata necessariamente alla patologia
  • Lerrore fondamentale da evitare è quello di
    considerare normale per la sua età unanziano
    deteriorato

13
DEMENZA
  • Sindrome caratterizzata da perdita delle funzioni
    cognitive, tra le quali invariabilmente la
    Memoria, di entità tale da interferire con le
    usuali attività sociali e lavorative del paziente
  • Geldmacher Ds 1997

14
CRITERI DIAGNOSTICI PER LA DEMENZA (DSM-IV)
A. Presenza di deficit cognitivi multipli
caratterizzati da 1. Compromissione mnesica (
deficit delle abilità ad apprendere nuove
informazioni e a richiamare informazioni
precedentemente apprese) 2. uno (o più) dei
seguenti deficit cognitivi - afasia (disturbi
del linguaggio) - aprassia (incapacità a eseguire
attività motorie nonostante lintegrità della
comprensione e della motricità) - agnosia
(incapacità a riconoscere o identificare oggetti
in assenza di deficit sensoriali) - deficit del
pensiero astratto e delle capacità di critica
(pianificare, organizzare, fare pensieri
astratti) B. I deficit cognitivi dei criteri
A1-A2 inteferiscono significativamente nel
lavoro, nelle attività sociali o nelle relazioni
con gli altri, con un peggioramento significativo
rispetto al precedente livello funzionale C. I
deficit non si manifestano esclusivamente durante
un Delirium
15
(No Transcript)
16
(No Transcript)
17
(No Transcript)
18
(No Transcript)
19
(No Transcript)
20
(No Transcript)
21
UN DEFICIT
UNA LESIONE
LINGUAGGIO
3 CIRCONV. FRONTALE SX LOBO TEMPORALE
COMPORTAMENTO
AREA INFEROMEDIALE POLO FRONTALE
ATTENZIONE
SIST. RETICOLARE E LOBI FRONTALI
PRASSIA
LOBI PARIETALI
IPPOCAMPO, AMIGDALA, CORT ENTORINALE PARAIPPOCAMPO
MEMORIA
GNOSIA
REGIONI OCCIPITALI OCCIPITO-TEMPORALI
22
(No Transcript)
23
Cause di demenza organica Diagnosi
neuropatologica in 400 pazienti Studio
longitudinale di Lund (1992) - DAT demenza tipo
Alzheimer
DAT
9
3
Miste (DAT demenza
26
8
vascolare)
Demenza vascolare
Degenerazioni fronto-
temporali non-DAT (incl.
morbo di Pick 1)
Encefaliti (incl. morbo di
12
Creutzfeldt-Jacob)
Altre demenze (incl. Tumori 1)
42
McKeith et al, Neurology 1996 47 1113-24
24
DEMENZE PRIMARIE
CORTICALI
  • ALZHEIMER
  • D. FRONTOTEMPORALE (degenerazione frontale,
  • m. di Pick , afasia progressiva primaria)

SOTTOCORTICALI
  • D. A CORPI DI LEWY
  • PARKINSON DEMENZA
  • PARALISI SOPRANUCLEARE PROGRESSIVA
  • DEGENERAZIONE CORTICO BASALE
  • COREA DI HUNTINGTON

25
DEMENZE SECONDARIE
  • DEMENZA VASCOLARE
  • IDROCEFALO NORMOTESO
  • DISTURBI ENDOCRINO METABOLICI
  • (Ipotiroidismo)
  • FORME INFETTIVE (HIV, neurosifilide,meningite
    batterica)
  • SOSTANZE TOSSICHE ( Alcool )
  • STATI CARENZIALI (B12 , Folati , ecc. )
  • PROCESSI ESPANSIVI ENDOCRANICI (Neoplasie,
  • ematomi , ascessi )
  • DEPRESSIONE MAGGIORE

26
FATTORI DI RISCHIO
  • Età
  • Fattori genetici
  • Livello di istruzione
  • Fumo e alcol
  • Fattori di rischio vascolare
  • Esposizione ambientale ed occupazionale
  • Stile di vita

27
Alzheimer/genetica Prodotto genico Cromosoma
21 precursore amiloide
14 presenilina 1 1
2 19 apo E
(allele e4) (allele e3 protettivo
?) ____________________ Crom. 21, 14, 1 forme
familiari precoci (geni causativi) Crom. 19
forme tardive, familiari e sporadiche (gene
di suscettibilità)
28
INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO
DI PARTICOLARE DIFFICOLTA
  • UN CERTO DECLINO COGNITIVO E
  • CARATTERISTICO DELLINVECCHIAMENTO
  • LESPRESSIVITA E DIVERSA DA SOGGETTO
  • A SOGGETTO
  • ESISTONO QUADRI INTERMEDI TRA
  • FISIOLOGIA E PATOLOGIA
  • POLIFATTORIALITA
  • COESISTENZA DI DIFFERENTI ENTITA CLINICHE
  • CHE SI MANIFESTANO CON DETERIORAMENTO

29
Malattia di Alzheimer criteri NINCDS-ADRDA work
group 1984 AD probabile - declino insidioso
della memoria e in almeno unaltra area
cognitiva - decorso progressivo - vigilanza
integra - esordio compreso tra 40 e 90 aa, più
spesso gt 65 aa AD possibile - insorgenza e
decorso atipici - in presenza di patologie
cerebrali o sistemiche che possono
generare una s. demenziale ma non considerate la
causa primaria - unico deficit
cognitivo senza altre cause identificabili AD
certa - evidenza bioptica
30
(No Transcript)
31
Larea grigia tra invecchiamento cerebrale e
demenza entità nosografiche proposte
32
(No Transcript)
33
  • Ridotta con letà è la capacità di spostare
    rapidamente lattenzione da un obiettivo
    allaltro.Da qui la frequente lagnanza che ci
    sono troppe cose da fare.

  • (Arieti 1985)

34
(No Transcript)
35
ESORDIO DELLA MALATTIA
  • FAMILIARI O AMICI NOTANO ALTERAZIONI
  • DELLA MEMORIA, DELLA PERSONALITA
  • IL SEGNO DELLA TESTA RUOTATA
  • PROBLEMI NEL RICORDARE DATE,ESITAZIONE
  • NEL LINGUAGGIO , ANSIA PRESTAZIONALE
  • MINIMIZZA E/O RAZIONALIZZA GLI ERRORI

36
ESORDIO DELLA MALATTIA
  • ECCETTO LA MEMORIA , LA SALUTE E BUONA
  • PROBLEMI DI MEMORIA PER FATTI RECENTI,
  • NON E ALTERATA LA MEMORIA IMMEDIATA
  • E REMOTA
  • ESAME CLINICO E NEUROLOGICO, IN GENERE,
  • NEGATIVI PIU ELEVATA FUNZIONE CORTICALE
  • LIEVE DETERIORAMENTO NEUROPSICOLOGICO
  • MMSE DA 20 A 27

37
(No Transcript)
38
Parliamo un po di memoria
39
  • TU SEI QUELLO CHE RICORDI

(Manifesto Salone del Libro-Torino Maggio 2010)
40
Tipi di memoria
Memoria implicita o procedurale apprendimenti
ripetuti, compiti automatizzati (abilità motorie
e cognitive, risposte abituali, associazione
risposta-ricompensa).
Memoria esplicita ippocampo,
temporo-mediale (dichiarativa richiamo ed
espressione con immagini o materiale
verbale) Memoria semantica (conoscenze dotate di
significato) Memoria episodica (ricordi legati ad
un contesto spazio-temporale)
Memoria semantica -memoria enciclopedica
-Rappresentazione di oggetto reale, astratto
-Attributi e Associazioni
alloggetto - memoria lessicale
(denominazione delloggetto)
n.base cervelletto neocortex
Memoria dellemozione Capacità di riflettere
coscientemente e richiamare le esperienze emotive
del passato. amigdala
Memoria episodica (ricordi legati ad un contesto
spazio-temporale) -Storica (eventi noti
allambiente socio-culturale) -Autobiografica
(eventi noti al soggetto)
41
Il quadro sintomatologico della Demenza
  • Deficit mnesici
  • Disorientamento temporale e spaziale
  • Aprassia,agnosia,afasia
  • Alessia, agrafia,acalculia
  • Deficit di ragionamento astratto,di logica e di
    giudizio
  • Psicosi(deliri paranoidei, allucinazioni)
  • Alterazioni dellumore (depressione,euforia,
    labilità emotiva)
  • Sintomi neurovegetativi (alterazioni ritmo
    sonno-veglia,dellappetito,del comportamento
    sessuale)
  • Disturbi dellattività psicomotoria(vagabondaggio,
    affacendamento afinalistico)
  • Agitazione(aggressività verbale o fisica,
    vocalizzazionepersistente)
  • Alterazioni della personalità(indifferenza,apatia,
    disinibizione,irritabilità)

42
Storia naturale della DA
Pre-DA
Lieve-Moderata
Intermedia
Grave
25
Sintomi cognitivi
Sintomi comportamentali
17
MMSE
10
Compromissione funzionale AADL IADL
ADL
5
istituzionalizzazione
morte
0
0
2
4
6
8
10
?
Anni
Modificata da Gauthier S. ed. Clinical Diagnosis
and Management of Alzheimers Disease. 1996.
43
Storia naturale della AD
Pre-DA
Lieve-Moderata
Intermedia
Grave
25
Sintomi cognitivi
Disturbi del comportamento
17
Perdita dellautosufficienza
MMSE
10
Ricovero in strutture sanitarie
5
Morte
0
0
2
4
6
8
10
Anni
Adattata da Gauthier S. ed. Clinical Diagnosis
and Management of Alzheimers Disease. 1996.
44
La Progressione dei Disturbi Neuropsicologici
MMSE
30
Disturbo di Memoria
Disturbo di Attenzione
25
Disturbo di Visuo-Spaziali
20
Disturbo di Astrazione
15
Disturbo di Linguaggio
10
Aprassia
Agnosia visiva
5
MCI
Demenza di Alzheimer
Normale
CDR 0.5
45
Aree di valutazione dellimpatto della malattia e
delle terapie sulla qualità di vita
  • Effetti fisici concomitanti
  • Disturbi indotti dalla malattia
  • Effetti collaterali ai trattamenti
  • Stato funzionale
  • Capacità di lavorare, di utilizzare il proprio
    tempo libero, di badare a se stesso
  • Effetti psicologici concomitanti
  • Ansia, depressione, aggressività
  • Stima e sicurezza di se
  • Modificazione dello schema corporeo
  • Sessualità
  • Interazione sociale
  • Relazione con i familiari ed altre persone
  • Relazione con i curanti
  • Ruolo sociale

46
(No Transcript)
47
Folstein et al., 1975
48
  • CLOX ( EXECUTIVE CLOCK DRAWING TASK)?
  • Disegni un orologio, che segnala l1 e 45, con
    tutti I numeri e le lancette

49
ADL Activity of Daily Living
Katz, 1970
50
IADL Instrumental Activity of Daily Living
Lawton, 1969
51
Progressione gerarchica della sintomatologia
nella malattia di AlzheimerDEMENZA LIEVE
  • Sintomi cognitivi
  • Minimo disorientamento temporale, possibile
    disorientamento topografico
  • Perdita memoria modesta per eventi recenti
    interferenza attività quotidiane
  • Difficoltà a trovare le parole con relativa
    conservazione della capacità di comprensione
  • Aprassia costruttiva per disegni tridimensionali
  • Difficoltà nellesecuzione di problemi complessi
    giudizio sociale adeguato
  • Sintomi non cognitivi
  • Spesso presenti ansia, depressione, negazione di
    malattia
  • Talora presenti alterazioni del pensiero
    (ideazione paranoidea) e della personalità
    (apatia, irritabilità)
  • Stato funzionale
  • Incapace di compiere indipendentemente le
    attività lavorative e quelle sociali complesse,
    ad esclusione di attività facili
  • Lieve ma sensibile compromissione nelle attività
    della vita domestica usualmente abbandonati
    hobbies ed interessi
  • Può richiedere supervisione, facilitazione o
    minimo aiuto per vestirsi e nelligiene personale
  • Assenza di alterazioni nelle funzioni motorie

52

Progressione gerarchica della sintomatologia
nella malattia di AlzheimerDEMENZA MODERATA
  • Sintomi cognitivi
  • Usualmente disorientamento temporale, spesso
    nello spazio
  • Perdita memoria di entità severa il materiale
    nuovo è perso rapidamente
  • Difficoltà severa nellesecuzione di problemi
    complessi giudizio sociale compromesso
  • Chiaro disturbo del linguaggio (parafasie,
    anomie, circumlocuzioni, deficit di comprensione)
  • Aprassia costruttiva
  • Aprassia ideativa e ideo-motoria, aprassia
    dell'abbigliamento
  • Agnosia
  • Sintomi non cognitivi
  • Accentuazione delle alterazioni comportamentali
    spesso presente vagabondaggio, alterazioni delle
    funzioni vegetative (insonnia, inappetenza)
  • Stato funzionale
  • Nessuna possibilità di attività indipendente
    fuori casa può essere portato fuori casa se
    accompagnato
  • Richiede molta assistenza per cura personale
    (vestirsi, igiene) generalmente assente
    lincontinenza urinaria
  • Necessità di essere stimolato alla cura della
    propria persona

53

Progressione gerarchica della sintomatologia
nella malattia di AlzheimerDEMENZA GRAVE

  • Sintomi cognitivi
  • Perdita memoria grave rimangono solo alcuni
    frammenti
  • Difficoltà nel riconoscere volti o luoghi
    familiari
  • Residua lorientamento personale
  • Perdita del linguaggio fino a gergo semantico o
    mutismo
  • Sintomi non cognitivi
  • Spesso presenti comportamenti stereotipati
    (affaccendamento, vagabondaggio, vocalizzazione
    persistente)
  • Talora agitazione, irritabilità, inappetenza,
    alterazione del ritmo sonno veglia
  • Stato funzionale
  • Non è in grado di uscire di casa nemmeno se
    accompagnato
  • Completa perdita dell'autosufficienza per
    lavarsi, vestirsi e alimentarsi
  • Incontinenza sfinterica

54
Progressione gerarchica della sintomatologia
nella malattia di AlzheimerDEMENZA TERMINALE
  • Totale incapacità di comunicare, anche in modo
    non verbale
  • Allettato
  • Incontinente
  • Deve essere alimentato, talora in modo
    artificiale
  • Talora in stato vegetativo

55
U.O. AlzheimerPresidio Ospedaliero Beata
Vergine Consolata Fatebenefratelli
  • Pazienti dementi n.
    151
  • Età
    82.70 /- 7.03
  • ADL perdita di 6 funzioni
    38,6
  • Provenienza dal territorio
    18.2

  • dallospedale 81.8
  • Principali patologie associate
  • Broncopneumopatie croniche 37.6
  • Lesioni da pressione
    5.6
  • Gravi cardiopatie
    29.5
  • Scompensi metabolici
    16.6
  • infezioni vie urinarie
    41.2
  • Disturbi comportamentali 38.1
  • - nel 40.9 dei pz. era presente allingresso
    severa malnutrizione
  • - n. medio di patologie per paziente 3.4

56
U.V.A. F.B.F./Frequenza di disturbi
comportamentali in soggetti dementi (427 pz
osservati consecutivamente anno 2009)
  • n
  • Deliri 49 11,4
  • Allucinazioni 22 4,7
  • Agitazioni e 74 17,3
  • Aggressività
  • Depressione 49 11,4
  • Ansia 26 6,9
  • Apatia e 65 15,2
  • Indifferenza
  • n
  • Attività motoria 23 5,38
  • aberrante
  • Disturbi sonno 29 6,79
  • Euforia 12 2,8
  • Disinibizione 17 3,4
  • Irritabilità 24 5,6
  • Uso neurolettici 118 27,6
  • MMSE 18,65/-5,789

57
Fase della STIMOLAZIONE
Fase della SEDAZIONE
La miglior gestione del demente dipende dal
cogliere il tempodel passaggio
58
Rispondere in maniera mirata ai bisogni dei
pazienti e dei loro familiari nelle diverse fasi
della malattia
  • Problemi medici associati
  • Rischi di infezione
  • Disidratazione
  • Piaghe da decubito
  • incontinenza
  • Problemi nelle attività della vita quotidiana
  • Igiene personale
  • Alimentazione problemi notturni
  • Disorientamento
  • aggressività

59
  • Mantenere il più a lungo possibile lautonomia
    funzionale del paziente
  • Prevenzione e controllo delle malattie
    concomitanti
  • Correzione dei disturbi comportamentali
  • Introduzione di modifiche ambientali
  • Prevenzione delle complicanze malnutrizione,disid
    ratazione,malattie infettive,lesioni
    decubito,incontinenza sfinterica,etc.
  • Supporto e informazione alla famiglia

60
DEMENZA Molti dei sintomi possono essere
trattati, controllati ed anche eliminati
61
LA PRESENZA DI UNO STATO DI CRONICITA E DEL SUO
EFFETTO INVALIDANTE HA PESANTI RIFLESSI
SULLEQUILIBRIO COMPLESSIVO DELLANZIANO E DELLA
SUA FAMIGLIA
  • CAREGIVER/RIDUZIONE DELLA CAPACITA DI PRODURRE
    REDDITO
  • Abbandono del posto di lavoro 66,7
  • Passaggio part time 10
  • Variazione attività lavorativa 10
  • Dati CENSIS 1999

62
La grande maggioranza dei dementi (80-90 ) vive
in famiglia.
63
Il malato Alzheimer con chi vive ?
  • Coniuge (45,1)
  • Figli (22,0)
  • Coniuge e figli (16,8)
  • Solo (7,8)
  • Altri parenti (5,4)
  • Personale pagato (2,9)

64
STRESS DEL CAREGIVER
  • Soggettivo (reazione emozionale)
  • Oggettivo (problemi pratici)
  • Incontinenza, costante controllo, aggressività,
    turpiloquio, girovagare.
  • Isolamento sociale ( il familiare si deve
    adattare alle esigenze del malato

65
(No Transcript)
66
RSS (Relatives Stress Scale)
67
CAREGIVER BURDEN INVENTORY/2
68
IL CAREGIVER Problemi assistenziali giudicati
più difficili(n. soggetti 423)
n.
Costante sorveglianza del malato 260 61,4
Difficoltà ad allontanarsi da casa 236 55,7
Riduzione della vita sociale 216 51
Ripercussione sulla vita fisica o psichica 156 36,8
Necessità di cura fisica completa 137 31,6
Ripercussioni negative sul rapporto con altri familiari 89 21
Difficoltà a trovare laiuto necessario da altri parenti 88 20.7
Difficoltà a trovare aiuto dalla società 74 17,6
Difficoltà economiche 49 11,7
69
Dare il privilegio alla DOMICILIARITA
  • Per mantenere il più a lungo possibile il demente
    nel suo ambiente
  • Per ritardarne od evitarne listituzionalizzazione
  • SEMPRE ?

70
  • .La casa può divenire fonte di pericolo e di
    confusione (barriere architettoniche ed
    ostacoli,spazi inadeguati).
  • .Il paziente può non riconoscere il caregiver e
    la propria abitazione.

71
FATTORI DI RISCHIO DI ISTITUZIONALIZZAZIONE NEI
PAZIENTI DEMENTI
  • RISCHI LEGATI AL PAZIENTE
  • Problemi comportamentali
  • Tipo e grado di declino cognitivo
  • RISCHI LEGATI AL CAREGIVER
  • Stato di salute
  • Capacità di portare aiuto
  • Uso della rete dei servizi
  • Reazione ai problemi comportamentali del pz.
  • Relazione col paziente
  • Problemi familiari

72
FATTORI PREDITTIVI DI ISTITUZIONALIZZAZIONE
  • Disturbi comportamentali del paziente
  • Precedente sintomatologia depressiva del
    caregiver
  • Utilizzo di servizi domiciliari
  • Ricorso al ricovero di sollievo
  • (Whitlach CJ et al.2003)

73
  • Caregivers tend to delay the use of respite care
    service until the patient is extremely
    impaired... C. Cox 1999

74
  • Nursing home staff often regard people with
    dementia as problemor heavy care,healty
    liabilityresidents who are difficult to manage.
    Sloane P.D.1998

75
  • Wandering,poor impulse control,and combativeness
    are among the many changes in behaviour,function
    personality and mood of Alzheimer patients for
    which many staff members are unprepared by
    training or experience.
    Berg L.1999

76
Items della scala di Gruetzner con punteggio
medio più alto
  • Everamente stancante per me lavorare con questo
    paziente (2.56)
  • Sono stanco di ripetergli così spesso le stesse
    cose (2.50)
  • Mi fa impazzire quando nega i suoi problemi e
    rimprovera gli altri (2.34)
  • Emolto difficile per me comunicare con lui(2.30)
  • Efrustrante e irritante per me lavorare con
    questo paziente (2.24)
  • Mi pare che il paziente debba apprezzare di più
    quello che faccio per lui (2.20)
  • Mi pare che occuparmi di lui richieda troppo
    tempo (2.14)

77
Le Convenzioni e i Diritti degli Ospiti
  • Diritto di cura e assistenza
  • Diritto di difesa
  • Diritto di prevenzione
  • Diritto di parola e di ascolto
  • Diritto di informazione
  • Diritto di partecipazione
  • Diritto di accettazione
  • Diritto alla critica
  • Diritto al rispetto e al pudore
  • Diritto di riservatezza
  • Diritto di pensiero e di religione

78
  • Lasciate ogni speranza o voi che entrate.
    ?

79
LO SVILUPPO DI UNA RETE DI SERVIZI INTEGRATI
SOCIOSANITARI, SIA DOMICILIARI CHE RESIDENZIALI,
E LA RISPOSTA PIU IDONEA ALLE DIFFICOLTA DI
RAPPORTO DELLANZIANO CON LA MALATTIA CRONICA
  • MALATI ALZHEIMER / RAPPORTO RETE SOCIALE E DEI
    SERVIZI
  • Percepiscono lassegno di accompagnamento
    34
  • Frequentano un centro diurno 7,6
  • Usufruiscono dellADI 6
  • Ricoverati in strutture sanitarie-assistenziali
    19,8
  • Circa 150000 Alzheimer sono di fatto esclusi da
    servizi indispensabili per loro e le loro
    famiglie
  • Dati CENSIS, 1999

80
Agli uomini abbiamo sostituito numeri e alla
compassione nei confronti delle sofferenze umane
abbiamo sostituito lassillo dei riequilibri
contabili
F.Caffè(Micromega 1986)
81
  • Tanto è
  • DEMENTE !!...
  • 17-05-2010

82
10 consigli per mantenersi giovanie con buona
memoria
  1. Esercita la mente
  2. Pratica attività fisica
  3. Mangia e bevi in modo salutare
  4. Sviluppa un sistema di suggerimenti
  5. Concediti tempo per ricordare le cose

83
10 consigli per mantenersi giovanie con buona
memoria
  1. Impara tecniche di rilassamento
  2. Pensa positivo
  3. Parlane con il tuo medico
  4. Controlla periodicamente gli esami ematochimici
    e la pressione arteriosa
  5. Affronta il problema con saggezza

84
  • Sono fattori protettivi nei confronti del rischio
    di demenza
  • Partecipare a giochi da tavolo e di società
  • Leggere
  • Suonare strumenti musicali
  • Fare parole crociate
  • Scrivere
  • Ballare
  • Dedicarsi alla cura della casa
  • Praticare ginnastica di gruppo
  • Dedicarsi alla cura dei bambini (fare il nonno o
    la nonna !!)
  • Nuotare

  • N Engl J Med 20033482508-16.

Hanno attività di socializzazione
85
  • Alzheimer / Farmaci
  • CURATIVI
  • Colinergici (inibitori delle colinesterasi -
    ChEI Donezepil, Rivastigmina,
    Galantamina)
  • (stimolanti recettori muscarinici e
    nicotinici post- sinaptici in studio)
  • Antiossidanti (Vit.E, ecc)
  • FANS
  • Estrogeni
  • Attivi su componente vascolare (aspirina, ecc.)
  • Altri (ginko - biloba, nootropi, ecc)

SINTOMATICI
86
(No Transcript)
87
MCI / POTENTIAL PHARMACOLOGICAL TREATMENT
Vitamin E Donepezil HCL (Aricept) Rivastigmine
tartrate (Exelon) COX-2 inhibitors Galantamine
(Reminyl) Piracetum (Nootropil)
88
Al di sotto dei 75 anni di età la prevalenza
risulta lievemente più alta nella popolazione di
sesso maschile, mentre il dato si inverte in età
più avanzata.
89
Il diritto a cure che siano finalizzate al
raggiungimento di un risultato (anche se
limitato) superando la tradizionale visione
assistenzialistica per la quale qualsiasi
intervento giustificava se stesso,
indipendentemente dagli obiettivi. (Culyer,1977)
  • Per un pregiudizio diffuso, i cronici sono
    considerati pazienti inguaribili,preferibilmente
    da ricoverare in case di cura o di riposo. La
    scorrettezza di tale concezione è evidente si
    confonde la riduzione dellautosufficienza e la
    dipendenza da altri con linguaribilità e
    lirrecuperabilità

90
  • Lasciate ogni speranza o voi che entrate.
    ?

91
Evoluzione della popolazione italiana per classe
di età, 1950-2020 (Lori, 1995, mod.)
92
La demenza è una sindrome clinica caratterizzata
da perdita acquisita delle abilità cognitive ed
emozionali di severità tale da interferire con le
funzioni quotidiane e la qualità di vita.
Whitehouse P.J., N.E.J.M. 1996.
93
Is it dementia? Dementia / Cognitive decline in
aging Dementia / Delirium Drug therapy
Dehydratation Cerebral hypoperfusion
Pain Infections Dementia / Depression DS
Geldmacher, PJ Whitehouse, Neurology, 1997
94
  • FASE PRECLINICA DELLA DEMENZA
  • utilizzo delle nozioni
  • memoria di fissazione (? memoria di
    rievoczione)
  • potere di critica (atteggiamenti regressivi)
  • Riconoscimento precoce
  • Protezione, ma non eccessiva
  • Responsabilizzazione, per quanto possibile

95
  • La presenza di uno stato di cronicità e del suo
    effetto invalidante ha pesanti riflessi
    sullequilibrio complessivo dellanziano e della
    sua famiglia.

96
Il livello di stress del caregiver professionale
non risulta correlato alla gravità del
deterioramento cognitivo o funzionale del demente
e neppure alla frequenza dei disturbi
comportamentali.
97
Il grado di stress pare condizionato dal non
saper affrontare in modo adeguato i comportamenti
tipici del demente,con conseguente frustrazione
ed insoddisfazione del caregiving prestato.Tale
dato può essere imputabile non tanto alle
caratteristiche personali del caregiver,quanto ad
una inadeguata preparazione al nursing del
paziente demente,per una scarsa conoscenza delle
caratteristiche proprie della demenza.
98
REALIZZAZIONE DEL MODELLO A RETE DEI SERVIZI PER
GLI ANZIANI
  • Il modello è costituito da 3 livelli di
    complessità degli interventi
  • Primo livello di interventi costituito dai
    servizi di assistenza e di cura domiciliare
  • Secondo livello di intervento costituito
    dallassistenza residenziale funzionalmente
    collegata con lospedale e da quella
    semiresidenziale (con particolare riferimento al
    centro Diurno Integrato - day hospital
    geriatrico)
  • Terzo livello di interventi costituito dallunità
    operativa di geriatria dellospedale per acuti e
    dallunità operativa di lungodegenza post-acuzie
    dellospedale per post-acuti
  • norme per la programmazione sanitaria e per il
    Piano sanitario regionale per il triennio
    1997-1999

99
caregivers tend to delay the use of the respite
care service until the patient is extremely
impaired C.Cox 1997
  • La crescente richiesta di istituzionalizzazione,
    quale unica modalità di risposta allo stato di
    disagio e di non autonomia dellanziano tradisce
    spesso una difficoltà del familiare di gestione
    della malattia
  • Ore giorno dedidate al malato (m/DS)
  • - Compagnia e controllo
  • 16.2/1.9
  • - Preparazione degli alimenti
  • 1.4/1.3
  • -Igiene
  • 1.3/1.2
  • -Somministrazione farmaci o medicazioni
  • 0.4/0.6

100
DEMENZE Corticali Alzheimer Pick Sottocortic
ali Parkinson Biswanger Paralisi
sopranucleare progressiva Huntinton Multifocal
i Corpi di Lewy Creutzfeld Jacob
101
POPOLAZIONE ITALIANA (1999)
lt 14 anni 14.3
15-64 anni 67.7
65 18
102
Evoluzione della popolazione giovane anziana in
Italia (1950-2020) (Lori, 1995 mod.)
103
(No Transcript)
104
PREVALENCE OF DEMENTIA IN THE OLDEST OLD Age
85-89 15,2 90-94 32,5 95 41,2 T.
J. Heeren, JAGS, 1991
105
DIVERSA LETTURA DEL DATO 5 DEGLI
ANZIANI AFFETTI DA DEMENZA OVVERO 95
ESENTI
106
  • Lo sviluppo di una rete di servizi integrati
    sociosanitari,sia domiciliari che residenziali,è
    la risposta più idonea alle difficoltà di
    rapporto dellanziano e della sua famiglia con la
    malattia cronica.
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