Title: Mappa delle opportunit
1Mappa delle opportunità di Cooperazione
Territoriale Europea. Linee guida
2COOPERAZIONE TRANSNAZIONALE
COOPERAZIONE INTERREGIONALE opera a livello
paneuropeo
COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA
fonte Commissione Europea
3 La CTE nella Programmazione 2007-2013 assume
una dimensione centrale nelle politiche di
Coesione, diventa terzo obiettivo ed è
finalizzato a promuovere una più forte
integrazione del territorio UE per uno sviluppo
equilibrato e sostenibile
4 Obiettivo generale della CTE Promuovere una
più forte integrazione del territorio dellUnione
in tutte le sue dimensioni mirando a garantire,
attraverso la promozione della cooperazione fra i
Paesi UE e non UE uno sviluppo equilibrato e
sostenibile del territorio comunitario tramite un
flusso duraturo di benefici e il rafforzamento
della coesione economica e sociale
5I Livelli della CTE
- Tre livelli (per un finanziamento totale di 8.7
miliardi di euro) - Cooperazione transfrontaliera (ex Interreg III A,
6.44 miliardi) - Cooperazione a livello transnazionale (ex
Interrege IIIB, 1.83 miliardi) -
- Reti di cooperazione e scambio di esperienze
sullintero territorio dellUnione (ex Interreg
IIIC) 445 milioni
6È possibile Cooperare con i paesi dell'area
balcanica e con i territori della sponda Sud del
Mediterraneo?
Strettamente collegate alla cooperazione
territoriale europea sono le relazioni esterne
con i paesi dell'area balcanica e con i territori
della sponda Sud del Mediterraneo. Per queste
aree sono operativi specifici strumenti
finanziari europei istituiti nell'ambito della
Politica di Pre-Adesione (IPA) e di Vicinato
(ENPI).
7Ripartizione percentuale delle risorse dei FS per
obiettivo
Il Regolamento 1083 (articolo 21) assegna 7.750
milioni di euro alla CTE (2,52 del totale dei
fondi)
8- Perché lobiettivo della cooperazione?
- per contribuire al superamento delle disparità
persistenti tra territori europei - per contribuire con lapporto di nuovi
partenariati territoriali allo sviluppo
maggiormente armonioso ed equilibrato dellUE - per coinvolgere i molteplici attori (pubblici e
privati) rappresentativi delle istanze
territoriali - per favorire la costruzione dellEuropa
avvicinando territori e realtà locali
9- Le scelte strategiche attuali (2007-2013) per la
cooperazione territoriale - priorità di intervento focalizzate sulle
tematiche dellAgenda di Lisbona e Goteborg
(sviluppo sostenibile, società dellinformazione,
ricerca, ecc.) - Partecipazione dei nuovi Stati membri a pieno
titolo al nuovo obiettivo - Cooperazione con paesi candidati alladesione
(per, es. Croazia e Turchia) attraverso strumento
IPA (Instrument for Pre-Accession Assistance)
cooperazione con ex Stati URSS e Mediterraneo
attraverso strumento ENPI (European
Neighbourhood and Partnership Instrument)
10- Qual è il valore aggiunto della cooperazione
territoriale europea? - ricerca di soluzioni comuni per problemi comuni
(inquinamento, cambiamenti climatici,
migrazioni, sicurezza, ecc.) o comuni potenziali
(identità, storia, filiere produttive, beni
culturali e ambientali, ecc.) - costruzione dello spazio comune europeo aperto
ai paesi vicini - proiezione delle strategie territoriali nella
dimensione europea (superamento del localismo e
dei confini amministrativi, governo delle
interdipendenze) - diffusione di nuove conoscenze e apprendimento
reciproco (importanza del networking, del
trasferimentodi soluzioni e di ciò che funzion
) - cooperazione per rafforzare la coesione
territoriale (Libro Verde sulla Coesione
territoriale)
11- La dimensione territoriale nella cooperazione
europea - i processi di apertura internazionale
necessitano di radici territoriali - nelleconomia globale nessun territorio può
svilupparsi nellisolamento coordinamento di
attività, costruzione di legami, networking e
cooperazione sono essenziali - la diversità territoriale come potenziale di
crescita, di competitività e di benessere dellUE
- da trasformare in asset che contribuisce allo
sviluppo sostenibile dellintera Europa (Libro
Verde sulla Coesione territoriale) migliore uso
delle risorse, del potenziale e dei vantaggi
competitivi di ciascun territorio
12- LItalia e la CTE
- Quadro altamente differenziato per aree
geografiche, regioni e territori - Debole collegamento tra CTE e programmi regionali
- Estesa partecipazione degli attori regionali e
locali ai programmi ed alle reti - Dispersione dei progetti con riferimento alle
priorità ed alle alleanze strategiche - Progetti privi di massa critica adeguata e
capacità di incidere nei contesti di riferimento
e a scala europea - Partenariati che non rappresentano un
investimento di lungo periodo e spesso non
pertinenti rispetto agli obiettivi perseguiti - Scarsa capacità di capitalizzazione
dellesperienza - Difficoltà a rendere visibili i risultati
prodotti
13Come si costruiscono PROGETTI DI BUONA QUALITA ?
La preparazione di un progetto, in generale, è un
processo complicato, che richiede una serie di
azioni quali
- analizzare il contesto di riferimento,
- pianificare,
- individuare le risorse disponibili,
- definire una programmazione temporale,
- gestire e implementare il progetto nonché
seguirne gli effetti nel tempo.
14Come si costruiscono PROGETTI DI BUONA QUALITA ?
Vi sono inoltre alcune attività prioritarie da
svolgere con particolare attenzione a
- identificare unidea progettuale pertinente e
attuabile - ricercare e gestire le risorse umane necessarie,
- incoraggiare lo spirito di condivisione,
- visualizzare e pianificare le diverse attività
relative al progetto, definendo con precisione i
risultati attesi e le risorse finanziarie
necessarie
15Come si costruiscono PROGETTI DI BUONA QUALITA ?
Un progetto a livello transnazionale o
interregionale presenta maggiori problematiche in
quanto la cooperazione transfrontaliera implica
difficoltà ulteriori, per esempio
- differenze culturali tra le diverse regioni
coinvolte - differenze linguistiche
- differenze nei livelli di competenza
amministrativa e nella natura delle risorse tra
le diverse regioni coinvolte - distanza fisica tra gli attori coinvolti
- difficoltà nel definire obiettivi condivisi e
metodi di lavoro comuni.
16Principali problematicità dei progetti
presentanti nelle prime call 2007-2013
- Rilevanza della proposta
- Influenza diretta sulle politiche non dimostrata
(il progetto non impatta la sfera del
policy-making) - I progetti non individuano ambiti specifici di
policy (No specific policies targeted) - Focus su questioni non ricoperte dal programma di
riferimento - Enfasi su ricerca scientifica anzichè su
politiche regionali - Focus su attività locali e azioni pilota
17Principali problematicità dei progetti
presentanti nelle prime call 2007-2013
- Coerenza
- Definizione e interrelazione delle questioni
affrontate, obiettivi e risultati pianificati in
maniera vaga - Attività e prodotti (risultati) descritti in
maniera poco dettagliata nel piano di lavoro del
progetto
18Principali problematicità dei progetti
presentanti nelle prime call 2007-2013
- Qualità dei risultati
-
- Risultati e prodotti attesi non specificati con
chiarezza e/o quantificati con scarsa precisione - Misure riguardanti la diffusione dei risultati
del progetto oltre il partenariato inadeguate - Valore aggiunto del progetto in riferimento a
progetti già realizzati, strumenti esistenti e
funzioni non specificate con chiarezza
19Principali problematicità dei progetti
presentanti nelle prime call 2007-2013
- Management (gestione)
- Descrizione carente (insufficiente) delle
strutture di gestione del progetto - Le procedure di management indicate
(provvedimenti previsti in relazione alla
gestione) non garantiscono il coinvolgimento di
tutti i partner del progetto
20Principali problematicità dei progetti
presentanti nelle prime call 2007-2013
- Partenariato
- I Partner non hanno le giuste competenze a
risolvere/affrontare le questioni, i problemi - Copertura geografica limitata
- Descrizione dei partner carente (benefici e
contribuzioni non specificati con chiarezza)? - Divisione dei compiti/ruoli tra i partner poco
chiara (vaga)
21Principali problematicità dei progetti
presentanti nelle prime call 2007-2013
- Budget
- Value for money non dimostrato (budget troppo
elevato rispetto ai risultati e agli output
previsti)? - Costi non specificati con chiarezza e/o non
giustificati - Budget dei partner non basato chiaramente su
funzioni e responsabiliti concrete (reali)
22- In sintesi i requisiti essenziali per Buoni
progetti possono essere così definiti (I) - Rafforzamento della dimensione transnazionale
- Previsione di obiettivi ben definiti
- Garanzia di risultati visibili, concreti e
misurabili e valore aggiunto comunitario
nellarea del programma - Individuazione destinatari identificabili e
beneficiari diretti del progetto - Previsione di una composizione adeguata del
partenariato
23In sintesi i requisiti essenziali per Buoni
progetti possono essere così definiti (II)
- Costituzione di partnership strategiche e non
opportunistiche - Capitalizzazione delle esperienze pregresse
- Attivazione di un raccordo con programmi/progetti
esistenti a livello locale, regionale, nazionale - Cura degli aspetti burocratici
- Definizione di strutture gestionali appropriate
24Perché puntare su una qualità estremamente
elevata? Alcuni esempi di selezione (SEE)
821 MdI valide presentate alla prima fase (100)
95 proposte invitate alla seconda fase (12)
90 presentate (11)
71 ammesse (9)
42 finanziate (5)
25Perché puntare su una qualità estremamente
elevata? Alcuni esempi di selezione (MED)
524 progetti ricevuti (100)
108 progetti ammessi alla seconda fase (21)
50 progetti approvati (10)
26- Cosa cambierà nel futuro? (I)
- Budget fino a 3-4
- Conferma del valore aggiunto (interdipendenze
frontaliere , apprendimento collaborativo,
coinvolgimento di pubblico e privato) - Overall EU strategy on territorial cooperation
accompagnata da definite e verificabili nei
risultati strategie nazionali - Transnational/cross-border programmes
condizionati dallapprovazione degli Stati Membri
partecipanti di di un policy framework - Fonte Rapporto Barca per la CE
27- Cosa cambierà nel futuro? (II)
- Transnational/cross-border programmes con risorse
concentrate su priorità europee sostenute anche
con gli altri FS - Fondi per inter-regional cooperation concentrati
sul fare reti di organizzazioni regionali e
locali (Agenzie di sviluppo, Autorità Locali,
Associazioni di partener sociali, Università,
ecc.) - Monitoraggio e valutazione (disegno di sistema di
valutazione dimpatto)da parte della CE - Fonte Rapporto Barca per la CE
28- Cosa cambierà nel futuro? (III)
- Libro Verde per la coesione territoriale
- Attenzione su nuovi temi quali lo sviluppo
sostenibile e laccesso ai servizi - Molte delle nuove sfide richiedono una risposta
coordinata da diverse regioni o paesi, altre
devono essere affrontate da regioni e paesi
confinanti - Lapproccio territoriale integrato della politica
di coesione è ideale per rispondere a questioni
complesse e fortemente localizzate - ( anticipazioni della Commissaria D. Hubner
della 6 relazione sulla coesione economica e
sociale)
29- Cosa cambierà nel futuro? (IV)
- Posizione italiana sul Libro Verde per la
Coesione territoriale - CTE uno dei principali strumenti a sostegno
della coesione territoriale - Ruolo della CE più forte per interventi su grandi
aree transnazionali o sullintero territorio
europeo - Cooperazione territoriale come modalità ordinaria
di attuazione della programmazione regionale - Più flessibilità nellattuazione e negoziazione
più aperta alle istanze territoriali (es.
zonizzazione) - Programmi più focalizzati e migliori criteri di
selezione dei progetti - Identificazione indicatori effettivi per
valutazione risultati - GECT, esplorazione problemi gestionali dei
programmi di cooperazione - DG Regio più responsabile su programmi di
cooperazione alle frontiere esterne
30- Altri Programmi a supporto della Cooperazione
territoriale - Programmi gestiti direttamente dalla Commissione
Europea - ESPON prevede la realizzazione di studi, raccolta
dati e analisi delle tendenze di sviluppo del
territorio comunitario - INTERACT finanzia azioni per migliorare e
armonizzazione strumenti e procedure di gestione
dei programmi della Cooperazione territoriale
europea - URBACT promuove scambi di esperienze per
diffondere le buone pratiche sui temi dello
sviluppo urbano sostenibile - REGIONS FOR ECONOMIC CHANGE iniziativa volta a
promuovere lo scambio delle migliori pratiche in
materia di innovazione tra le Regioni europee.
31Spunti di riflessioni
- Per i partenariati territoriali, ottenere il
finanziamento di progetti sui programmi di CTE è
molto difficile ma non impossibile. - Entrare in alleanze forti, proporre progetti di
valore aggiunto comunitario e investire sulle
conoscenze per la CTE sono condizioni rilevanti
per competere. - I Programmi di CTE rimangono però strumenti
limitati per promuovere lapertura dei territori
del Mezzogiorno e la loro capacità di collocarsi
nello spazio europeo. - Accedere alle linee di cooperazione
inter-regionale nei POR o ad altre forme di
apertura allo spazio europeo sono interventi
necessari per prepararsi al post 2013.
32SITI UTILI
FORMEZ http//territori.formez.it/ COOPERAZIONE
TERRITORIALI EUROPEA http//ec.europa.eu/regional_
policy/cooperation/index_en.htm