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D1

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D1 Infermieristica Pediatrica * * * * SOCIETA ITALIANA di SCIENZE INFERMIERISTICHE PEDIATRICHE ho diritto a non provare mai dolore SOCIETA ITALIANA di SCIENZE ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: D1


1
D1 Infermieristica Pediatrica
2
Filippo FESTINI Professore Associato di Ruolo di
Scienze Infermieristiche Generali, Cliniche e
Pediatriche Università di Firenze, Dipartimento
di Scienze per la salute della donna e del
bambino, LABORATORIO DI SCIENZE INFERMIERISTICHE
Ospedale Meyer, ala Universitaria, piano 2,
stanza 9 Tel. 055 5662577 Email
filippo.festini_at_unifi.it Skype filippo.festini
3
Un bambino può insegnare 3 cose ad un adulto a
essere felice senza motivo a essere sempre
occupato in qualche cosa a perseguire con ogni
sua forza ciò che desidera
4
Florence Nightingale Primo testo di
Infermieristica 1859 Notes on Nursing
5
Charles West Primo testo di Infermieristica
Pediatrica 1854 How to Nurse Sick Children
Great Ormond Street Hospital for Sick Children
1852
6
le condizioni di vita dei bambini allepoca di
West e Nightingale
  • Famiglie numerose
  • Case sovraffollate
  • Altissima mortalità infantile, accettata come
  • ineluttabile
  • Lavorano per sostenere le proprie famiglie
  • gtmaggiore vulnerabilità alle malattie,
  • adulti in miniatura
  • I bambini inabili al lavoro non sono ancora
  • persone compiute
  • Posizione ai gradini più bassi della scala
  • sociale

7
adulti in miniatura
8
Le cure mediche per i bambini sono minime
  • Il 40 delle morti registrate a Londra
    riguardavano bambini sotto i 10 anni.
  • Trovare bambini morti abbandonati per strada non
    era raro
  • La Pediatria non è ancora riconosciuta come
    disciplina

9
Thomas Coram
  • 1739 Coram è scandalizzato dal modo con cui i
    bambini vengono trattati dalla società e cerca
    di sensibilizzare lopinione pubblica
  • 1741 Ospedale dei Trovatelli a Londra

10
Mortalità altissima
  • - solo il 30 dei bambini ospitati negli spedali
    per trovatelli raggiungeva letà adulta
  • - epidemie, ignoranza sulla trasmissione delle
    malattie
  • - discariche di bambini terminali
  • i bambini morenti vi venivano portati per
    risparmiare le spese del funerale e seppellimento

11
George Armstrong, 1767
Primo testo di pediatria e puericultura
12
I Dispensari
  • In assenza di luoghi di cura dedicati ai bambini,
    lunica possibilità di assistenza erano i
    dispensari
  • Promossi da George Armstrong a partire dal 1769
  • Armstrong era contrario al ricovero dei bambini
    se allontanate un bambino dai suoi genitori, lo
    ferirete nel cuore
  • Antesignani della pediatria di comunità Molto
    diffusi in Uk
  • La pediatria come disciplina nasce e si sviluppa
    qui
  • Continuano ad esistere fino ai primi del 900,
    molti si evolvono in ospedali

13
Charles West
Charles Dickens
  • Fondatore dellHospital for Sick Children di
    Londra, 1852

14
14/2/1852 apre lOspedale dei bambini di C. West
in Great Ormond Street
15
Il GOSH era dotato di giocattoli, un giardino e
una stanza giochi
  • I suoi tre obiettivi dichiarati erano
  • la cura dei bambini
  • lo sviluppo delle conoscenze pediatriche
  • la formazione di Infermiere dei bambini

16
  • I dottori non sono presenti h24
  • Ruolo fondamentale delle Infermiere dei Bambini
    autonomia e responsabilità

Dopo la nascita del GOSH nasce un movimento per
listituzione di Ospedali per bambini
  • The Hospital for Sick Children, Great Ormond
    Street, London (1852)
  • Childrens Hospital of Philadelphia (Francis
    Lewis, 1855)
  • The Royal Manchester Childrens Hospital (1855)
  • Ospedale Infantile Burlo Garofolo, Trieste (1856)
  • Royal Hospital for Sick Children, Edinburgh
    (1860)
  • Birmingham Childrens Hospital (1862)
  • Boston Childrens Hospital (1869)
  • Ospedale Bambino Gesù, Roma (1869)
  • Ospedale Meyer, Firenze (1891)

17
Il primo corso per Infermiere dei Bambini al
GOSH 1853
La prima scuola per Infermiere di F. Nightingale
1860
18
  • Importanza del gioco e dellallegria per il
    bambino malato le infermiere devono tenere
    allegri i bambini e giocare con loro
  • Importanza delligiene dei bambini
  • Importanza di riconoscere segni e sintomi
  • Importanza di comprendere il linguaggio del
    bambino e le differenze del pianto e del
    comportamento
  • Ruolo dellinfermiera nel mantenimento del
    microclima
  • Necessario che le infermiere leggano le
    disposizioni mediche e scrivano appunti accurati
    sulle condizioni del bambino
  • Riconosce le difficoltà emotive delle infermiere
    dei bambini

19
F.Nightingale e C.West ebbero una corrispondenza
su aspetti dellassistenza infermieristica al
bambino FN era però contraria alliniziativa di
CW e sostenne sempre che negli ospedali non ci
dovessero essere reparti per bambini e che i
bambini dovessero essere ricoverati in reparti
per adulti avendo per vicino di letto una
donna Sostenne anche che i bambini non dovessero
avere ospedali propri perché questo avrebbe
aumentato la mortalità
20
Children they are affected by the same things
as adults but much more quickly and seriously.
bambino adulto in miniatura
Le scuole per Infermiere create da FN furono
sempre orientate alladulto. La riserva di FN
per lassistenza ai bambini ha i suoi effetti
ancora oggi il paziente bambino visto come
adulto in miniatura
21
(No Transcript)
22
  • L'infermieristica pediatrica
  • non è una specialità dell'infermieristica ma una
    disciplina assistenziale generale con una sua
    specificità storica e scientifica che si applica
    e si svolge ad un determinato stadio dello
    sviluppo dell'uomo, e che ha proprie
    specializzazioni
  • pretermine
  • neonato a termine
  • lattante
  • bambino prescolare
  • bambino scolare
  • adolescente

23
Dal 1940 la normativa italiana prevede due
diverse professioni infermieristiche, ciascuna
con il proprio distinto albo professionale e con
una propria formazione di base distinta
LINFERMIERE (ex Infermiere Professionale) DM
739/1994 - Laurea in Infermieristica LINFERMIERE
PEDIATRICO (ex Vigilatrice dInfanzia) DM
70/1997 - Laurea in Infermieristica Pediatrica
24
Profilo dell INFERMIERE PEDIATRICO
1. È individuata la figura professionale
dell'infermiere pediatrico con il seguente
profilo l'infermiere pediatrico è l'operatore
sanitario che, in possesso del diploma
universitario abilitante e dell'iscrizione
all'albo professionale, è responsabile
dell'assistenza infermieristica pediatrica.2.
L'assistenza infermieristica pediatrica,
preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa
è di natura tecnica, relazionale, educativa. Le
principali funzioni sono la prevenzione delle
malattie, l'assistenza dei malati e dei disabili
in età evolutiva e l'educazione sanitaria.
25
Profilo dellINFERMIERE
1 - E' individuata la figura professionale
dell'infermiere con il seguente profilo
l'infermiere è l'operatore sanitario che, in
possesso del diploma universitario abilitante e
dell'iscrizione all'albo professionale è
responsabile dell'assistenza generale
infermieristica. 2 - L'assistenza infermieristica
preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa
è di natura tecnica, relazionale, educativa. Le
principali funzioni sono la prevenzione delle
malattie, l'assistenza dei malati e dei disabili
di tutte le età e l'educazione sanitaria.
26
Linterpretazione corrente Linfermiere
pediatrico non può assistere il paziente con più
di 18 anni Linf.generale può assistere tutti i
pazienti
27
Laurea in Infermieristica
Pediatrica (3 aa.)
Master di 1 livello in Infermieristica
Pediatrica (1 aa.)
Laurea in Infermieristica (3
aa.)
28
Le principali nazioni europee prevedono la
professione di infermiere pediatrico, distinta da
quella di Infermiere (Gran Bretagna, Germania,
Irlanda, Austria...) e con formazione di base
separata (Laurea in Infermieristica
Pediatrica). In altri stati dellUE lassistenza
è prestata da Infermieri di cure generali dotati
di specializzazione post laurea
(Post-registration Nurses). In tutti i casi,
linfermiere pediatrico ha competenza ESCLUSIVA
sul paziente in età evolutiva perchè dotato di
competenze specifiche
29
Il paziente bambino NON E un paziente adulto in
miniatura
Ha bisogno della sua mamma sempre accanto a lui
fino ad almeno 3 anni, poi di qualcuno della
famiglia Non è capace di riferire i propri
sintomi (del tutto fino a circa 2 anni, poi
sempre di più) I suoi segni spesso sono poco
specifici (es. il pianto) Non è autonomo nel
soddisfacimento dei suoi bisogni di base neppure
quando è in salute del tutto fino a circa 2 anni
poi aumenta lautonomia Ha alcuni bisogni di
base specifici che ladulto non ha ad es.
giocare, essere coccolato e ricevere calore
umano, essere regolato, imparare, crescere,
muoversi in continuazione. Ha reazioni verso la
malattia e lospedale differenti rispetto
alladulto E in generale molto più vulnerabile
delladulto
30
Il paziente bambino NON E un paziente adulto in
miniatura
Ha un organismo non ancora completamente formato
e funzionante (es neonato) Ha competenze
relazionali e comunicative limitate Ha una
comprensione limitata delle cose dovuta alla
mancanza di esperienza E molto più vulnerabile
agli errori di terapia E una spugna
31
Il paziente bambino NON E un paziente adulto in
miniatura
differenze anatomiche e fisiopatologiche
malattie diverse prevalenze e incidenze diverse
organizzazione delle cure diversa approccio
clinico-assistenziale diverso trattamenti e
terapie diverse dosaggi diversi
32
9.825.000 cittadini della Repubblica sotto i 18
anni 17 della popolazione 543.000 nati vivi
ogni anno
indice di vecchiaia 147
Il nostro paese è da tempo disabituato a scelte
ragionate in campo materno infantile. I Piani
sanitari nazionali più recenti, trascurano
lambito dellinfanzia sebbene le maggiori
organizzazioni internazionali sottolineino, da
tempo, la necessità di investire risorse
essenziali sui primi anni di vita.
Rapporto Centro Salute Bambino (Burlo) - 2005
33
La malattia cronica nei bambini una condizione
fisica, psicologica o cognitiva che determina
limitazioni nelle attività quotidiane e richiede
trattamenti specifici per un periodo prolungato
34
Patologie croniche
  • Asma ed allergie (10)
  • Celiachia (1)
  • Malattie infiammatorie croniche intestinali
  • Epilessie
  • Cardiopatie congenite
  • Patologie reumatologiche, autoimmuni e del
    connettivo
  • Nefropatie croniche
  • HIV (in calo)
  • Malattie genetiche rare (0,5)
  • Tumori (stabile)
  • Gravi prematurità
  • Danni neuromotori da parto
  • Spina bifida
  • Talassemia
  • Malattie neurologiche degenerative
  • Malattie endocrine
  • Malattie metaboliche
  • Diabete giovanile
  • Fibrosi cistica
  • Obesità (33)

35
disabilità significativa
che comporti importanti limitazioni funzionali,
circa 15 per mille dei bambini in età scolare
(6-14 anni).
Rapporto CSB - 2005
36
Disturbi mentali
Le stime europee non si discostano da questi
dati. Suicidio - dati molto inferiori alla
media europea (6 per 100.000 soggetti tra i 15 e
i 18 anni contro una media di 15) - il tasso di
suicidi nei maschi è di circa 4 volte superiore
che nelle ragazze.
37
progressi medici ed assistenziali aumento
sopravvivenza e prognosi aumento incidenza delle
condizioni croniche
Complessivamente sono interessati da una
condizione cronica il 15 dei cittadini in età
evolutiva
-gt AUMENTO DEL FABBISOGNO DI ASSISTENZA
38
Le due colonne su cui si basa lassistenza
infermieristica al bambino
family-centered care
atraumatic care
39
family-centered care filosofia assistenziale che
riconosce la centralità della famiglia nella vita
del bambino e linclusione del contributo e del
coinvolgimento della famiglia nel piano
assistenziale (1987, ACCH) Nasce dalla
necessità di mantenere la relazione tra il
bambino ospedalizzato e la sua famiglia e dalla
constatazione che il benessere del bambino è
inestricabilmente legato al benessere della sua
famiglia e della comunità in cui vive
(minori i livelli di stress, più veloce la
ripresa e la guarigione - Heller 1996)
40
il concetto di fondo è che occorre prestare
attenzione e cercare di soddisfare i bisogni non
solo del bambino ma quelli di tutta la famiglia
impegnata accanto a lui
nellinfermieristica pediatrica il nostro
paziente è la famiglia
41
evoluzione della definizione di F-cC La F-cC
consiste nelloffrire alla famiglia la
possibilità di prendersi cura del bambino
ospedalizzato sotto la supervisione
dellinfermiere. Lobiettivo della F-cC è
mantenere e rinforzare i ruoli allinterno della
famiglia ed i legami tra di essa ed il bambino
ricoverato, per promuovere la normalità del
funzionamento familiare Brunner Suddarth 1986 La
F-cC è il supporto professionale fornito al
bambino ed alla sua famiglia attraverso un
processo di coinvolgimento, partecipazione e
collaborazione paritetica, in un contesto di
empowerment e negoziazione

Smith 2002
42
  • Elementi essenziali della Family-centered care
  • la famiglia è la costante della vita del
    bambino, le strutture ed il personale sanitario
    sono solo delle presenze transitorie
  • promuovere la collaborazione tra famiglia e
    personale sanitario ad ogni livello
    dellassistenza ospedaliera, territoriale e
    domiciliare nella cura del singolo bambino come
    nella formazione delle scelte di politica
    sanitaria
  • reale scambio di informazioni bidirezionale tra
    famiglia e personale sanitario senza distorsioni
    e omissioni, ad ogni momento
  • riconoscimento e rispetto dei punti di forza e
    delle caratteristiche specifiche di ciascuna
    famiglia (aspetti culturali, etnici, spirituali,
    economici...)

Shelton Stepanek, 1994
43
  • Elementi essenziali della Family-centered care
  • saper riconoscere e rispettare le strategie di
    coping di ciascuna singola famiglia,
    valorizzarle, supportarle e includerle nella
    painificazione assistenziale
  • incoraggiare il supporto tra famiglie
  • garantire la maggior flessibilità ed
    accessibilità possibile nellerogazione dei
    servizi sanitari in particolar modo per le
    famiglie di bambini che necessitano di cure
    specialistiche e croniche
  • tenere sempre presenti nelle attività
    assistenziali le emozioni, le preoccupazioni, le
    aspirazioni della famiglia

Shelton Stepanek, 1994
44
nessun coinvolgimento coinvolgimento partecipazione collaborazione paritetica pieno controllo
predominanza ruolo infermiere predominanza ruolo infermiere predominanza ruolo infermiere pariteticità infermiere consulente
  • La famiglia non è capace o non vuole essere
    coinvolta
  • Linfermiere si concentra sullerogazione delle
    cure in assenza della f.

45
nessun coinvolgimento coinvolgimento partecipazione collaborazione paritetica pieno controllo
predominanza ruolo infermiere predominanza ruolo infermiere predominanza ruolo infermiere pariteticità infermiere consulente
  • La famiglia è coinvolta nelle cure di base
    nutrizione, igiene, supporto emozionale
  • Linfermiere mantiene un controllo

46
nessun coinvolgimento coinvolgimento partecipazione collaborazione paritetica pieno controllo
predominanza ruolo infermiere predominanza ruolo infermiere predominanza ruolo infermiere pariteticità infermiere consulente
  • si stabilisce un rapporto di collaborazione
  • la famiglia partecipa in alcuni aspetti delle
    cure, dopo negoziazione
  • linfermiere mantiene la supervisione e insegna
    elementi di cure infermieristiche rilevanti

47
nessun coinvolgimento coinvolgimento partecipazione collaborazione paritetica pieno controllo
predominanza ruolo infermiere predominanza ruolo infermiere predominanza ruolo infermiere pariteticità infermiere consulente
  • si ha lempowerment della famiglia, che sa di
    essere il caregiver primario del bambino
  • linfermiere è un facilitatore e un elemento di
    supporto
  • infermiere e famiglia hanno un ruolo paritetico

48
nessun coinvolgimento coinvolgimento partecipazione collaborazione paritetica pieno controllo
predominanza ruolo infermiere predominanza ruolo infermiere predominanza ruolo infermiere pariteticità infermiere consulente
  • la famiglia è esperta in ogni aspetto della cura
    del bambino. Lo stesso b. è in grado di prendersi
    cura di se stesso, talvolta.
  • linfermiere è un consulente

49
Controllo I bambini e le loro famiglie debbono
poter mantenere un certo grado di controllo sulle
diverse situazioni e la famiglia deve essere
messa in grado di prendere decisioni per
lassistenza del bambino. Accresce la fiducia
della famiglia in sé stessa e accresce la
conoscenza tra infermiere e famiglia creando un
rapporto di reciproca Negoziazione Si deve porre
attenzione principalmente sul bisogno della
famiglia di adattarsi alla diagnosi, alla
prognosi e alle terapie del bambino offrire vari
livelli di comunicazione alla famiglia
(ascoltare, rispondere, fare domande, accertare
che abbiano capito quanto detto, ecc.).
50
modello tradizionale dipendenza valutazione contro
llo
family-centered care promuovere lautonomia nella
scelta promuovere la capacità di
scegliere promuovere il controllo promuovere
lautocura
51
resistenze e ostacoli paura di perdere il
controllo sul processo di cura paura di sentirsi
sminuiti nel proprio ruolo di professionisti diffi
denza e sfiducia verso i genitori impossibilità
organizzativa
52
Assistenza atraumatica
(Atraumatic care) è una modalità di erogazione
dellassistenza infermieristica che consiste
nellincludere in ogni attività assistenziale una
costante attenzione a prevenire, minimizzare o
eliminare ogni stress fisico e psichico nel
bambino ospedalizzato e nella sua famiglia
53
Assistenza atraumatica
In ogni singolo atto assistenziale, dobbiamo
sempre chiederci se ciò che stiamo per fare può
essere fatto in modo meno traumatico per il
bambino
54
  • determinanti fisici di stress
  • dolore o disagio fisico (iniezioni, venipunture
    MA ANCHE aspirazione, cambio di medicazioni,
    altre procedure invasive, prelievi di campioni
    biologici)
  • immobilità o costrizione (uso di contenzioni,
    obbligo di riposo a letto)
  • perdita di sonno
  • impossibilità a bere o mangiare
  • alterazioni del ritmo nelleliminazione

55
  • determinanti psicologici di stress
  • separazione del bambino dalla famiglia
  • mancanza di privacy
  • incapacità a comunicare
  • inadeguata comprensione della situazione
  • comportamento dei genitori (preoccupazione)

56
  • determinanti ambientali di stress
  • ambiente non familiare, affollamento
  • rumori estranei (monitor, telefoni, aspirazione,
    rumori umani come il parlare, ridere, piangere,
    camminare ecc)
  • persone estranee attorno
  • odori forti e sgradevoli
  • luci sempre accese
  • attività svolte da o su altri pazienti
  • senso di fretta o di mancanza di attenzione da
    parte degli operatori

57
Assistenza atraumatica
Minimizzare lo stress fisico esempi
  • terapia ev
  • mettere cannula per somministrazioni refratte
  • coordinare gli interventi da compiere per
    evitare buchi inutili (prelievo e incannulamento
    sempre accoppiati)
  • sapere lesatta quantità di sangue necessario
    per ogni esame far conservare i campioni in Lab
  • usare lago più sottile possibile per i prelievi
    (g23, g25)
  • inserimento precoce di CVC
  • terapia IM
  • evitare sempre IM. Se possibile e preferire ev
  • usare lago più sottile possibile
  • preferire la sede ventroglutea per IM, meno
    dolorosa
  • riscaldare il tallone prima di bucarlo
  • usare sempre dispositivi automatici invece di
    lancette a mano libera

58
Assistenza atraumatica
Minimizzare lo stress fisico esempi
  • contenzione
  • usare solo se necessario (solo ferule, abbraccio
    terapeutico ecc.)
  • digiuno preoperatorio
  • limitare al massimo il digiuno
  • liquidi chiari consentiti fino a 2 ore prima,
  • latte di mamma fino a 4 ore prima.
  • rumore
  • ridurre i rumori ambientali,
  • cuffie o paraorecchi ai neonati,
  • garantire ore di silenzio....
  • aspirazione
  • misurare prima la lunghezza del sondino da
    infilare (max 0,5 cm oltre lestremità del
    tubo)...

59
Assistenza atraumatica
Minimizzare lo stress fisico esempi
  • traumi della pelle
  • evitare il più possibile i cerotti,
  • staccare i cerotti usando i solventi disponibili
  • controllare spesso la cute
  • evitare suture di piccole ferite...
  • sonno
  • organizzare lassistenza in modo da lasciare
    almeno 60-120 minuti continui di sonno senza
    interruzioni...
  • odori eliminarli quando possibile (profumi,
    odori di cibo...
  • febbre non fare spugnature per ridurre la
    febbre....
  • e ovviamente sempre lanalgesia per le procedure
    invasive !

60
Minimizzare lo stress ambientale e psicologico
  • garantire sempre la presenza di un familiare
    accanto al bambino in ogni circostanza
  • il nostro paziente è la famiglia
  1. garantire comfort a bambino e famiglia
  1. garantire un ambiente adatto al bambino
  1. cercare di far assistere il bambino e la famiglia
    possibilmente dagli stessi infermieri

61
  1. promuovere il senso di controllo e ridurre la
    paura dellignoto.
  • favorire la conoscenza della famiglia sulle
    condizioni del bambino
  • favorire la collaborazione tra famiglia e
    operatori
  • favorire lempowerment della famiglia
  • fornire spiegazioni sullambiente del reparto,
    la diagnosi, ciò che si sta per fare (es.
    simulare su bambolotti).
  • far portare gli oggetti di casa ed i giocattoli
    del bambino
  • adattare gli orari ai ritmi della famiglia

62
il DOLORE
Una sensazione spiacevole associata con un danno
tissutale in atto o potenziale o descritta in
termini di tale danno IASP (International
Association for the Study of Pain) Dolore è ciò
che ognuno dice di provare come tale ed esiste
finchè ognuno dice che il dolore cè.
Difficoltà a riconoscere il dolore nel bambino
63
Errori nellapproccio al problema-dolore I
bambini piccoli non provano dolore perché il loro
sistema nervoso è immaturo e non trasmette gli
stimoli dolorosi Il dolore fortifica il
bambino Alcuni bambini simulano il dolore I
bambini non ricordano il dolore a causa della
immaturità corticale Ai bambini non vanno dati
antidolorifici perché possono predisporli alla
dipendenza e gli effetti collaterali sono
pericolosi
64
  • Chi non ha mai sofferto non è degno della propria
    felicità (Foscolo)
  • 1968 Swafford e Allen (i bambini raramente
    necessitano di terapia antalgica perché tollerano
    il dolore molto bene)
  • 1976 Lipmann e collaboratori (non vi è bisogno
    di analgesia o anestesia per la chiusura
    chirurgica del dotto di Botallo pervio nel
    prematuro)
  • 1987 Anand (A partire dalla 24 settimana di
    età gestazionale, sono presenti le basi
    anatomiche e fisiologiche per la percezione del
    dolore).

65
ho diritto
Il contenimento degli stati di sofferenza e di
dolore è un obiettivo da raggiungere di per sé, e
risponde al principio fondamentale di umanità ed
è parte del diritto alla salute del bambino
a non provare mai dolore
66
  • Se sono disponibili tecniche per ridurre il
    dolore causato al bambino da una procedura -sia
    pur minima- non è eticamente né deontologicamente
    corretto non utilizzarle

67
Situazioni associate a dolore nel bambino
  • Associate ad una condizione morbosa (artrite,
    tumore invasivo, malattie del connettivo ed
    autoimmuni, osteoporosi)
  • Associate ad un trauma (ferite, ustioni,
    fratture)
  • Non associate ad una condizione morbosa definita
    o ad un trauma (cefalea, dolore addominale
    ricorrente)
  • Procedure terapeutiche invasive
  • Condizioni specifiche eruzione dei denti,
    coliche gassose

68
Esempi di procedure dolorose
  • Prelievo ematico, iniezioni IM e sc
  • Incannulamento venoso periferico
  • EGA arterioso
  • Aspirazione nasale e bronchiale
  • Inserimento di SNG
  • BOM
  • Puntura lombare
  • Toilette e medicazione delle ustioni
  • Fase postoperatoria

69
Limpatto del dolore sul bambino
70
Limpatto del dolore nel bambino con patologia
cronica
Possibilità di sviluppo di sensi di colpa
71
DOLORE e ANSIA
esiste una relazione diretta tra grado di dolore
riportato e ansia anticipatoria durante le
procedure mediche
dolore
ansia
I bambini che hanno avuto esperienze ripetute di
controllo efficace del dolore sviluppano meno
paura anticipatoria e riportano un grado minore
di dolore durante le procedure mediche
72
La SOGLIA del DOLORE
Aumenta allaumentare delletà
73
La SOGLIA del DOLORE
Si abbassa nei bambini sottoposti a ripetute
procedure invasive non trattate
Bambini FC Controlli p
Età media 8,5 8,5 ns
M/F 9/6 9/6 ns
Media OSBDa (SD) 26,8 (22,6) 5,5 (7.9) 0,0002
Media VAS (SD) 5,4 (3,5) 1,5 (1,8) 0,0006
74
Il dolore non trattato nel bambino
Dolore dovuto alla patologia
Dolore per le ripetute procedure
Angosce, paura, ansia anticipatoria
Aumento secrezione catecolamine, glucagone e
corticosteroidi
agitazione, irritabilità, insonnia, nausea,
inappetenza
depressione, rabbia, impotenza
Senso di colpa regressione
Rallentamento del processo di guarigione
75
  • Non è vero che i bambini sopportano il dolore
    meglio degli adulti la tolleranza al dolore
    aumenta con letà
  • Non è vero che i bambini si abituano al dolore
  • la tolleranza al dolore diminuisce quanto più
    frequenti sono le
  • procedure a cui vengono sottoposti
  • I bambini sono in grado di spiegare dove sentono
    male
  • I bambini talvolta non dicono che hanno dolore
  • hanno paura di ricevere una iniezione,
  • hanno dolore costante,
  • pensano che i grandi sappiano già dove sente
    male
  • I genitori sono i veri esperti della sofferenza
    dl proprio bambino. collaboratori nella
    misurazione del dolore (istruiti dagli infermieri
    nelluso degli strumenti di misurazione)
  • La valutazione del dolore fatta routinariamente
    aumenta la conoscenza del bambino da parte
    dellinfermiere

76
il concetto di Total Pain Management
  • avere sempre attenzione a 4 dimensioni
  • fisica
  • psicologica
  • sociale
  • spirituale

Pain dolore ma anche sofferenza spirituale e
psicologica
77
6 cose da fare sempre per il dolore nel bambino
QUESTA
  • Question the child
  • Use pain rating scale
  • Evaluate behavior and physiologic signs
  • Secure familys involvement
  • Take cause of pain into account
  • Act and assess effectiveness

CHIEDI al bambino se ha dolore
usa le SCALE di misurazione
valuta SEGNI e comportamento
coinvolgi la FAMIGLIA
tieni conto delle possibili CAUSE
AGISCI contro il dolore e verifica lefficacia
78
Primo valutare la presenza di dolore
  • Neonato e lattante
  • Indicatori fisiologici
  • aumento frequenza cardiaca
  • aumento pressione arteriosa
  • sudorazione (palmare)
  • atti respiratori frequenti e superficiali
  • riduzione SaO2

79
Primo valutare la presenza di dolore
  • Neonato e lattante
  • Indicatori comportamentali
  • fronte aggrottata
  • occhi serrati, bocca serrata o spalancata
  • sopracciglia abbassate
  • con solchi verticali
  • gote innalzate
  • naso allargato
  • piega nasolabiale approfondita

80
Primo valutare la presenza di dolore
  • Neonato e lattante
  • Indicatori comportamentali
  • postura rigida
  • stringere pugni
  • posizione antalgica
  • movimento parossistico degli arti
  • agitazione
  • inconsolabilità

81
(No Transcript)
82
Primo valutare la presenza di dolore
  • Bambino oltre i 18-24 mesi

Pianto non consolabile Posizione
antalgica Abbattimento Disappetenza Non si stacca
dalla mamma Tocca la parte dolente INTERROGARE se
sente male e dove
83
Secondo MISURARE il dolore
  • Significa renderlo visibile nella sua intensità
  • La misura del dolore deve produrre valori
    numerici confrontabili e le scale algometriche
    diventare uno strumento di lavoro al pari dello
    sfigmomanometro o del termometro.
  • Lalgometria deve diventare parte integrante
    della grafica diaria di ogni paziente.
  • Il dolore va misurato routinariamente come un
    parametro vitale

84
  • Scale di autovalutazione
  • Il bambino descrive rispetto ad un modello
    figurativo o a dei valori numerici il dolore che
    prova, esegue unautovalutazione del proprio
    dolore
  • Scale comportamentali o di eterovalutazione
  • Con queste scale è linfermiere-osservatore che
    verifica lintensità, raffrontando il
    comportamento e i parametri vitali del soggetto
    che osserva- ad una tipologia di situazioni,
    alle quali viene attribuito un valore numerico.

85
  • Scale di autovalutazione

Scala delle facce (Wong)
3-7 anni
86
  • Scale di autovalutazione

Scala di valutazione numerica
Dai 6-7 anni in poi
87
  • Scale di autovalutazione

Scala Eland
88
  • Scale di autovalutazione

89
  • Scale di autovalutazione

Termometro del dolore
90
  • Scale di autovalutazione

Oucher
91
Strumenti di eterovalutazione
  • per neonati e bambini pre-verbali
  • se il bambino è privo di coscienza o è
  • sedato
  • bambini intubati
  • per bambini cerebrolesi o con ritardo

92
PIPP Premature Infant Pain Profile 28-40
settimane EG
93
CRIES(Crying - Requires O2 - Increased vital
signs - Expression - Sleepless) Neonati a
termine e pretermine
3 è il punteggio dal quale è necessario trattare
il dolore
94
  Item Comportamento Punteggio     Item Comportamento Punteggio     Item Comportamento Punteggio  
  Pianto Assente 0
  Pianto Lamenti 1
  Pianto Urla 2
  Espressione del viso Rilassato/Sorridente 0
  Espressione del viso Imbronciato 1
  Espressione del viso Smorfie (bocca e occhi) 2
  Posizione del tronco Indifferente 0
  Posizione del tronco Continui cambiamenti 1
  Posizione del tronco Inarcato 2
  Posizione del tronco
  Posizione del tronco
  Postura delle gambe Neutrale/Rilassata 0
  Postura delle gambe Scalcia 1
  Postura delle gambe Gambe rigide 2
  Postura delle gambe
  Postura delle gambe
  Postura delle gambe
  Agitazione motoria Assente 0
  Agitazione motoria Moderata 1
  Agitazione motoria Incessante 2
  Agitazione motoria
  Agitazione motoria
CHIPPS (Childrens and Infant Postoperative Pain
Scale
95

    Pianto Non piange 1
    Pianto Geme 2
    Pianto Piange 2
    Pianto Urla 3
  Espressione Sorride 0
  Espressione Composto 1
  Espressione Smorfie 2
    Verbale Positiva 0
    Verbale Nessuna 1
    Verbale Si lamenta di altro 1
    Verbale Si lamenta di dolore 2
    Verbale Entrambi 2
  Torso Neutro 1
  Torso Cambia posizione 2
  Torso Teso 2
  Torso Tremante 2
  Torso Eretto 2
  Torso Controllato 2
    Tatto Non tocca 1
    Tatto Cerca 2
    Tatto Tocca 2
    Tatto Afferra 2
    Tatto Bloccato 2
    Gambe Neutro 1
    Gambe Si agita/scalcia 2
    Gambe Piegate/tese 2
    Gambe In piedi 2
    Gambe Bloccato 2
CHEOPS (Childrens Hospital of Easten
Ontario Pain Scale) 1-5 anni
7 è il punteggio dal quale è necessario trattare
il dolore
96
FLACC bambini preverbali o con disabilità
cognitiva
Il dolore va trattato quando la somma dei punti è
superiore a 5
97
(No Transcript)
98
Prevenire e controllare il doloreDA PROCEDURA
  • Metodi farmacologici
  • Metodi non farmacologici

99
Farmaci
- Anestetici locali - Analgesici - Ansiolitici -
Sedativi o combinazioni di questi
Non cè alcuna evidenza di rischio di dipendenza
nei bambini a causa di somministrazione di
oppiacei per dolore acuto di breve durata Ad
ORARI, non al bisogno
Via di somministrazione non traumatica ! orale,
rettale, sublinguale, transdermica
100
EMLA Eutectic Mixture of Local Anesthetics
  • lidocaina prilocaina
  • almeno 45 - 60 prima, con bendaggio occlusivo
  • effetto analgesico dura per almeno 1 h dopo
    rimozione
  • dosaggio circa 2 g (bambini piccoli dosaggio
    0.5-1 g)
  • può essere usato anche in neonati pretermine
  • Vasocostrizione locale
  • - Lentezza di azione

101
(No Transcript)
102
EMLA
  • iniziale vasocostrizione (picco a 1.5 hr)
  • vasodilatazione dopo 3 hr, (rilassamento
    muscolatura liscia)
  • La vasocostrizione può essere contrastata con
    applicazione di calore

103
Vapocoolants o crioanalgesici
  • es. spray al cloruro di etile
  • produce una temporanea riduzione di sensibilità
    delle terminazioni nervose superficiali
  • dura solo 15 secondi
  • rischio di ustioni da freddo se ripetuto.
  • non sempre gradito ai pz
  • non causa vasocostrizione

104
  • Protossido dazoto premiscelato (Entonox,
    Kalinox)

Protossido dazoto 50, 02 50 sedativo,
ansiolitico, analgesico 3 per linduzione, 3
per leliminazione completa Largamente usato in
Francia e GB anche per procedure minori Richiede
impianto di aspirazione del gas espirato
105
Neonati e Lattanti Saturazione sensoriale
Ciuccio La suzione non nutritiva riduce il pianto
e i punteggi del dolore rilevati su scale
comportamentali Curtis. BMC Pediatr. 2007 Jul
18727.
106
Neonati e Lattanti Saturazione sensoriale
Glucosio Stevens B. Cochrane Database Syst Rev.
2010 Jan 20(1) efficace sia nei neonati a
termine che nei pretermine per procedure invasive
minori ((puntura tallone, ev) concentrazione/dose.
Non chiaro bambini instabili eVLBW beneficio
non chiaro Ha un effetto duraturo nel
lattante Taddio A. Pediatrics. 2009
Mar123(3)e425-9. Funziona anche dopo ripetute
tecniche e in ospedalizzazioni lunghe Harrison D
. Nurs Res. 2009 Nov-Dec58(6)427-34. E
efficace nella venipuntura del neonato Taddio A.
CMAJ. 2008 Jul 1179(1)37-43.
107
Neonati e Lattanti Saturazione sensoriale
Allattamento Attaccamento al seno 5 prima,
durante e 5 dopo la procedura vs solo in braccio
della mamma Leite AM. Clin J Pain.
200925(9)827-32. Gradin M. Early Hum Dev.
20047757-65
108
Neonati e Lattanti Saturazione sensoriale
Contenimento e wrapping Yamada J. Pain Res Manag.
2008 Sep-Oct13(5)413-20. Skin to skin Efficace
nellintramuscolo nei neonati a
termine Kashaninia Z . J Spec Pediatr Nurs. 2008
13(4)275-80.
Massaggio Massaggio a pressione moderata durante
rimozione elettrodi Diego MA. Infant Behav Dev.
2009 Apr32(2)226-9.
Tecniche consolatorie dopo la procedura
109
Metodi non farmacologici
Nei bambini più grandi
  • Tecniche di distrazione (da1-2 a 6 anni)
  • Tecniche di desensibilizzazione (dai 3 anni)
  • Tecniche di respirazione (dai 4 anni in su)
  • Visualizzazione guidata (dai 5 anni in poi)
  • Rilassamento (dai 3 anni in su)

110
Distrazione
Distrazione attiva e passiva MacLaren JE. J
Pediatr Psychol 200530387-96. La distrazione
passiva sembra più efficace di quella attiva,
perché questa è più influenzata da ansia del
genitore Lefficacia dipende dalla sorpresa che
determina e dalla novità per il bambino. Si
basa su lestrema attrazione e piacevolezza che
riesce a produrre nel bambino Carlson KL. J Soc
Pediatr Nurs 2000575-85. I genitori devono
essere partecipi alle attività di distrazione,
essere adeguatamente preparati a ciò ed
addestrati a farla loro stessi. Cavender K. J
Holist Nurs 20042232-56. Manne SL. Health
Psychol 199413556-66.
111
Distrazione
Video di cartone animato Efficace nella
venipuntura Bellieni CV. Arch Dis Child.
2006911015-7. Bolle di Sapone Efficaci nella
vaccinazione IM 4-12 anni, insieme a analgesico e
preparazione Bolvin JM. Fam Pract. 2008
Dec25(6)423-9 Caleidoscopio Vessey JA. Nurs
Res 199443369-72. Musica è efficace ma con
limitato impatto clinico. Cepeda. Cochrane
Database Syst Rev. 2006 Apr 19(2)
112
Distrazione
Michael Christensen- 1986 la "The Clown Care Unit

113
Distrazione
ANIMAL ASSISTED ACTIVITIES interventi di tipo
educativo e/o ricreativo che, finalizzati al
miglioramento della qualità della vita, possono
essere erogati in vari ambienti da professionisti
opportunamente formati, para-professionisti e/o
volontari, insieme con animali che rispondono a
precisi requisiti. Le AAA sono costituite da
incontri e visite di animali da compagnia e a
persone in strutture di vario genere.
  • ANIMAL ASSISTED THERAPIES
  • attività terapeutica vera e propria finalizzata a
    migliorare le condizioni di salute di un paziente
    mediante specifici obiettivi. E una terapia di
    supporto che integra, rafforza e coadiuva le
    terapie normalmente effettuate per il tipo di
    patologia considerato. Obiettivi Cognitivi,
    comportamentali, Psicosociali, Psicologici in
    senso stretto.

114
Tecniche di desensibilizzazione
  • Il GUANTO MAGICO. Si mostra al bambino un guanto
    immaginario che ha il potere di non far sentire
    dolore e glielo si fa indossare lentamente, dito
    dopo dito, poi la mano ed il braccio con un
    delicato massaggio.
  • per bambini dai 3 ai 6 anni
  • LINTERRUTTORE. Si aiuta il bambino ad immaginare
    di avere un interruttore con cui abbassa il
    volume del dolore per tutto il tempo del
    prelievo.
  • Per bambini dai 7 ai 12 anni
  • Particolarmente efficaci in associazione con
    farmaci

115
Tecniche di respirazione
  • Può potenziare la distrazione e il rilassamento
  • 2 tipi
  • Ritmico, respiri profondi
  • Adatto ai bambini più grandi
  • soffia via il dolore
  • Modellato, superficiale
  • Adatto ai bambini più piccoli
  • Usare con immagini come il treno (tuu-tuu)
  • senso di controllo

116
Respirazione
Gonfiare un palloncino Prelievo ev Gupta D.
Anesth Analg 2008 102 1372-5 Manovra di
Valsalva Basaranoglu G. Eur J Anaesthesiol. 2006
(1)1-3 Cough Trick Vaccinazione IM Wallace
DP. Pediatrics 2010125(2)e367-73.
117
Visualizzazione guidata
  • Rilassamento e concentrazione focalizzata su
    immagini di fantasia e piacevoli
  • Si porta il bambino a concentrare la sua
    immaginazione sul posto che preferisce ed
    allattività che preferisce.
  • Riduce il consumo di 02, la frequenza cardiaca,
    la tensione muscolare.
  • Richiede un operatore esperto

118
Tecniche di rilassamento muscolare
  • Per i bambini più grandi e gli adolescenti con
    dolore di lunga durata
  • Tecnica
  • Tendere un muscolo per 10 poi rilasciarlo, in
    modo da far confrontare la sensazione di tensione
    con quella di rilassamento.
  • Serve a riconoscere la tensione associata a
    dolore
  • Riduce anche lansia

119
Presenza e coinvolgimento attivo dei
genitori Ross M. Pain 1984 20(2)179-191. Festini
F. J Cyst Fibros 2006 5 (suppl1)
91 Posizionamento durante la procedura La
posizione col bambino seduto in braccio al
genitore diminuisce lo stress nellinserimento di
CVP nei bambini Sparks LA. Journal of Pediatric
Nursing 2007 22 Preparazione (in base
alletà) -Valutare le precedenti esperienze
negative di procedura invasiva -Spiegare la
procedura in termini di sensazioni che il bambino
proverà e sentirà, usare modelli e
bambolotti -Incoraggiare la partecipazione del
bambino offrire possibilità di scelta, chiedere
di esprimere quello che prova, di piangere.
Chiedere la sua collaborazione Riduce ansia Dà
senso di controllo
Duff. Arch Dis Child 200388931-937 Uman. J
Pediatr Psychol. 2008 Sep33(8)842-54 (Cochrane
2006)
120
Contenimento dolce
Wong 1989
121
ETA ETA METODI METODI
0-2 anni 0-2 anni Contatto fisico con il bambino toccare, accarezzare, cullare. Ascoltare musica, giocattoli sopra la culla  
2-4 anni 2-4 anni Giocare con pupazzi, raccontare storie, leggere libri, respirazione e bolle di sapone, guanto magico  
4-6 anni 4-6 anni Respirazione, racconto di storie, gioco con pupazzi, parlare dei luoghi preferiti, guardare la televisione, guanto magico, visualizzazione, coinvolgimento  
6-11 anni 6-11 anni Musica, respirazione, contare, parlare dei luoghi preferiti, guardare , visualizzazione, gioco dellinterruttore  
1113 anni Musica, respirazione, visualizzazione, gioco dellinterruttore  
122
  • Lefficacia sia della valutazione che del
    controllo del dolore dipende dalla relazione che
    si riesce ad instaurare con il bambino e la sua
    famiglia.

123
ShotBlocker
124
Buzzy
125
  • Il dolore deve essere sempre prevenuto, ove
    possibile, e non trattato dopo che è insorto
  • Il bambino che lamenta dolore deve essere sempre
    creduto
  • Nel dubbio, si tratta
  • Quando si deve trattare il dolore va fatto subito
    e con la massima efficacia
  • Il dolore va trattato quando il paziente lo
    chiede
  • Abbinare SEMPRE una tecnica farmacologica con una
    non farmacologica

126
  • I diritti del Bambino in Ospedale
  • ciò che i bambini possono e devono attendersi da
    qualsiasi operatore sanitario
  • Il bambino è cittadino che ha pienezza di tutti i
    diritti salvo il diritto di voto
  • In particolare, ha titolarità piena del diritto
    alla libertà personale (art. 13)
  • Art. 31 La Repubblica protegge la maternità,
    l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti
    necessari a tale scopo.
  • Art. 32 Nessuno può essere obbligato a un
    determinato trattamento sanitario se non per
    disposizione di legge

127
ho diritto
SOCIETA ITALIANA di SCIENZE INFERMIERISTICHE PED
IATRICHE
al rispetto della mia identità personale,
culturale e religiosa
Shutterstock
128
ho diritto
SOCIETA ITALIANA di SCIENZE INFERMIERISTICHE PED
IATRICHE
a ricevere sempre la migliore qualità delle cure
Shutterstock
129
ho diritto
SOCIETA ITALIANA di SCIENZE INFERMIERISTICHE PED
IATRICHE
a giocare e a divertirmi
130
ho diritto
SOCIETA ITALIANA di SCIENZE INFERMIERISTICHE PED
IATRICHE
a non provare mai dolore
131
ho diritto
SOCIETA ITALIANA di SCIENZE INFERMIERISTICHE PED
IATRICHE
al mio normale sviluppo fisico, psichico e
relazionale
Shutterstock
132
ho diritto
SOCIETA ITALIANA di SCIENZE INFERMIERISTICHE PED
IATRICHE
a essere ricoverata in un reparto pediatrico
133
ho diritto
SOCIETA ITALIANA di SCIENZE INFERMIERISTICHE PED
IATRICHE
ad avere sempre accanto a me la mia mamma e i
miei cari
134
ho diritto
SOCIETA ITALIANA di SCIENZE INFERMIERISTICHE PED
IATRICHE
ad essere informata sulla mia salute e a dire la
mia opinione
135
ho diritto
SOCIETA ITALIANA di SCIENZE INFERMIERISTICHE PED
IATRICHE
al rispetto della mia privacy
136
ho diritto
SOCIETA ITALIANA di SCIENZE INFERMIERISTICHE PED
IATRICHE
ad essere difesa da ogni forma di oltraggio e di
violenza
137
ho diritto
SOCIETA ITALIANA di SCIENZE INFERMIERISTICHE PED
IATRICHE
ad essere assistito da personale con preparazione
pediatrica
138
ho diritto
SOCIETA ITALIANA di SCIENZE INFERMIERISTICHE PED
IATRICHE
a seguire la scuola anche quando sono ricoverata
Shutterstock
139
  1. Il bambino ha diritto al godimento del massimo
    grado raggiungibile di salute.
  2. Il bambino ha diritto ad essere assistito in modo
    globale.
  3. Il bambino ha diritto a ricevere il miglior
    livello di cura e di assistenza.
  4. Il bambino ha diritto al rispetto della propria
    identità, sia personale che culturale, ed al
    rispetto della propria fede religiosa.
  5. Il bambino ha diritto al rispetto della propria
    privacy.

6. Il bambino ha diritto alla tutela del proprio
sviluppo fisico, psichico e relazionale. Ha
diritto alla sua vita di relazione anche nei casi
in cui necessiti di isolamento. Il bambino ha
diritto a non essere trattato con mezzi di
contenzione.
140
  • 7. Il bambino ha diritto ad essere informato
    sulle proprie condizioni di salute e sulle
    procedure a cui verrà sottoposto, con un
    linguaggio comprensibile ed adeguato al suo
    sviluppo ed alla sua maturazione. Ha diritto ad
    esprimere liberamente la sua opinione su ogni
    questione che lo interessa. Le opinioni del
    bambino devono essere prese in considerazione
    tenendo conto della sua età e del grado di
    maturazione.
  • 8. Il bambino ha diritto ad essere coinvolto nel
    processo di espressione dellassenso/dissenso
    alle pratiche sanitarie che lo riguardano.

9. Il bambino ha diritto ad essere coinvolto nel
processo di espressione dellassenso/dissenso ad
entrare in un progetto di ricerca -
sperimentazione clinica. 10. Il bambino ha
diritto a manifestare il proprio disagio e la
propria sofferenza. Ha diritto ad essere
sottoposto agli interventi meno invasivi e
dolorosi.
141
  • 11. Il bambino ha diritto ad essere protetto da
    ogni forma di violenza, di oltraggio o di
    brutalità fisica o mentale, di abbandono o di
    negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento,
    compresa la violenza sessuale.
  • 12. Il bambino ha diritto ad essere educato ad
    eseguire il più possibile autonomamente gli
    interventi di auto-cura e in caso di malattia
    ad acquisire la consapevolezza dei segni e dei
    sintomi specifici.

13. Il minore ha diritto di usufruire di un
rapporto riservato paziente- medico, ha diritto
altresì di chiedere e di ricevere informazioni
che lo aiutino a comprendere la propria
sessualità.Ha diritto inoltre di chiedere e di
ricevere informazioni sulluso di farmaci,
sostanze nocive ed eventuali evoluzioni verso le
tossicodipendenze, nonché a essere adeguatamente
indirizzato ai servizi di riabilitazione se
necessario. 14. Il bambino e la famiglia hanno
diritto alla partecipazione.

142
1. I bambini e gli adolescenti hanno diritto
ad avere sempre la migliore qualità delle cure.
Possibilmente a domicilio o in ambulatorio e,
qualora non esistessero alternative valide, in
ospedale. A tale fine deve essere garantita loro
una assistenza globale attraverso la costruzione
di una rete organizzativa che integri ospedale e
servizi territoriali, con il coinvolgimento dei
pediatri di famiglia. 2. I bambini e gli
adolescenti hanno il diritto di avere accanto a
loro in ogni momento (giorno, notte, esecuzione
di esami, anestesia, risveglio, terapia
intensiva) i genitori o un loro sostituto
adeguato al compito e a loro gradito (nonni,
fratelli, persona amica, volontari), senza
alcuna limitazione di tempo o di orario. 3.
Lospedale deve offrire facilitazioni (letto,
bagno, spazio per effetti personali, pasti a
prezzo convenzionato) ai genitori dei bambini e
adolescenti ricoverati e deve aiutarli e
incoraggiarli se ciò è compatibile con le loro
esigenze familiari - a restare in ospedale.
Inoltre, perché possano adeguatamente prendersi
cura del loro figlio, i genitori devono essere
informati sulla diagnosi, sullorganizzazione del
reparto e sui percorsi terapeutici in atto. 4.
I bambini e gli adolescenti hanno diritto ad
essere ricoverati in reparti pediatrici - e mai
in reparti per adulti possibilmente aggregati
per fasce detà omogenee affinché si possano
tenere in debita considerazione le differenti
esigenze di un bambino o di un adolescente. Non
deve essere posto un limite alletà dei
visitatori, compatibilmente con il rispetto delle
esigenze degli altri bambini e adolescenti
ricoverati e alle necessità assistenziali del
bambino o adolescente stesso
EACH - European Association for Children in
Hospital (Leida 1988)
143
5. Ai bambini e agli adolescenti deve essere
assicurata la continuità dellassistenza
pediatrica da parte delléquipe multidisciplinare
ospedaliera 24 ore su 24 sia nei reparti di
degenza sia in pronto soccorso. 6. I bambini e
gli adolescenti hanno diritto ad avere a loro
disposizione figure specializzate (pediatri,
infermieri pediatrici, psicologi, mediatori
culturali, assistenti sociali, volontari) in
grado di creare una rete assistenziale che
risponda alle necessità fisiche, emotive e
psichiche loro e della loro famiglia. 7. I
bambini e gli adolescenti devono avere
quotidianamente possibilità di gioco, ricreazione
e studio - adatte alla loro età, sesso, cultura e
condizioni di salute - in ambiente adeguatamente
strutturato ed arredato e devono essere assistiti
da personale specificatamente formato per
accoglierli e prendersi cura di loro. 8. I
bambini e gli adolescenti devono essere trattati
con tatto e comprensione e la loro intimità deve
essere rispettata in ogni momento. A bambini e
adolescenti devono essere garantiti il diritto
alla privacy e la protezione dallesposizione
fisica e da situazioni umilianti, in relazione
alletà, alla cultura e al credo religioso loro e
della loro famiglia. 9. I bambini e gli
adolescenti e i loro genitori - hanno diritto
ad essere informati riguardo la diagnosi e
adeguatamente coinvolti nelle decisioni relative
alle terapie. Le informazioni ai bambini e agli
adolescenti, specie quando riguardano indagini
diagnostiche invasive, devono essere date quando
possibile in presenza di un genitore e in modo
adeguato alla loro età, capacità di comprensione
e sensibilità manifestata. 10. Nellattività
diagnostica e terapeutica che si rende
necessaria, devono essere sempre adottate tutte
le pratiche finalizzate a minimizzare il dolore e
lo stress psicofisico dei bambini e degli
adolescenti e la sofferenza della loro famiglia.
144
Ospedale 3 Livello Pediatrico Strutture
  • - stanze singole o a due posti, con bagno interno
  • - unità letto e spazi- per il b. e per il
    familiare
  • - spazio giochi in ciascun reparto
  • - reparto o sezione per adolescenti
  • reparto o sezione per adulti
  • connettività di rete (scuola, contatti esterni)
  • - spazi per degenza di dimensione DOPPIA

145
  • caratteristiche estetiche
  • mancano studi
  • problema delle diverse età pediatriche

146
Ospedale 3 Livello Pediatrico Servizi non
Clinici
  • Servizio prima accoglienza e orientamento
  • Servizio di mediazione linguistica
  • Servizio informazione sulla salute prevenzione
    (sito internet)
  • Ludoteca Centrale
  • Servizio di animazione, gioco e prestito
    giocattoli - itinerante
  • Albergo sanitario
  • Servizio mensa per i familiari
  • Servizio scolastico
  • Play therapist
  • Child Life Specialist
  • Soccorso Clown
  • Animal Assisted activities

147
(No Transcript)
148
Ospedale 3 Livello Pediatrico Servizi non
Clinici
  • Servizio prima accoglienza e orientamento
  • Servizio di mediazione linguistica
  • Servizio informazione sulla salute prevenzione
    (sito internet)
  • Ludoteca Centrale
  • Servizio di animazione, gioco e prestito
    giocattoli - itinerante

149
Uniformi
150
Ospedale 3 Livello Pediatrico Servizi Clinici
  • Servizio Terapia del Dolore e cure palliative
  • Adolescentologia
  • Servizio Abusi
  • Servizi sostegno genitorialità
  • Psicologia Clinica
  • Second Opinion
  • Banca del Latte Umano
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