Title: Emigrazione
1Emigrazione
Immigrazione
Bibliografia
CHIARA TOLDO, ADELE BUSATO, DORA STEFANI
2L'emigrazione verso la metà dell'Ottocento
Poesia
L'emigrazione in Italia
Un esempio locale l'emigrazione da Rotzo
L'emigrazione nel '900
I flussi migratori nel mondo
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3 ____________ ___ _____
Gli extracomunitari in cifre
Non solo venditori ambulanti
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4Mio padre, l'emigrante
di Vincente Gerbasi
Veniamo dalla notte e nella notte andiamo. Dietro
rimane la terra con i suoi vapori dove vive il
mandorlo, con il bimbo e il leopardo. Dietro
rimango i giorni con laghi, nevi e renne, con
vulcani ormai spenti e selve insidiose dove
abitano le ombre azzurre del terrore.
Dietro rimangono le tombe ai piedi dei
cipressi solitari nella pena di lontane
stelle dietro rimangono le porte che gemono al
vento. Dietro rimane langoscia come dramma
delluomo. Dietro rimane la luce che bagna le
montagne, i parchi dei bambini e i candidi altari.
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5L'emigrazione verso la metà dell'800
Verso la metà dell800, nellEuropa devastata
dalle guerre napoleoniche e messa in movimento
dalle nuove forze economiche, industriali e
finanziarie si è verificata una partenza in massa
verso le Americhe. Si calcola che dal 1840 al
1900 circa 600 milioni di europei si siano
trasferiti nel Nuovo Mondo. E il più grande
esodo nella storia. Lemigrazione italiana si
inserisce in questa colossale migrazione. Questo
movimento tumultuoso è provocato anzitutto dal
forte aumento della popolazione e dalla crisi
dellagricoltura. La terra perciò non è in grado
di dare nutrimento a coloro che labitano e
quindi milioni di contadini sono costretti a
cercare nuove terre in America.
Contemporaneamente arrivano le macchine. Cambia
il volto della società. Nascono nuove città, le
ferrovie accorciano le distanze. Il mercato
internazionale del lavoro sposta milioni di
operai al di là dellAtlantico. Un altro
elemento importante è la fine delle terre comuni
un tempo i contadini lavoravano le terre
appartenenti ai nobili o alla Chiesa, mentre ora
queste terre non esistono più. I poveri quindi
diventano miserabili e sono costretti ad emigrare
o a rifugiarsi nelle periferie delle città. Cè
infine un problema fondamentale! LAmerica è
vista come la nuova terra promessa.
Nellimmaginario collettivo il continente
americano garantisce a tutti pane e libertà. Ma
non è soltanto la miseria che spinge gli
emigranti a varcare loceano è il desiderio di
tentare lavventura, il bisogno di vivere in una
società meno oppressiva, di mettere alla prova le
proprie capacità. Il 1840 è considerato lanno di
nascita dellemigrazione moderna perché in questo
periodo partivano le famiglie e i lavoratori con
strumenti di lavoro. Prima, invece, partivano
soldati, avventurieri, mercanti e funzionari.
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6L'EMIGRAZIONE IN ITALIA
In Italia il grande esodo comincia nel 1875 le
cause sono le stesse che in tutta Europa. In
Italia lemigrazione assume però una
caratteristica precisa. E un emigrazione
diversa, la più numerosa di tutte, la più
sfruttata è un esodo infinito. Thomas Sowell,
uno studioso americano, lo definisce il più
grande esodo di un popolo nella storia moderna.
Nella penisola lemigrazione inizia 20 anni in
ritardo rispetto allEuropa settentrionale essa
coincide di fatto con la nascita dellItalia,
perché al momento dellunificazione essa non è
ancora pronta al confronto con i vari mercati
europei. Ha una popolazione di 26 milioni di
abitanti dei quali l80 è analfabeta.
Lindustrializzazione è appena avviata e
lagricoltura è molto arretrata. LItalia è
afflitta da antiche piaghe la malaria uccide
40.000 persone ogni anno (anche Cavour è morto di
malaria), la pellagra 100.000. Mancano strade,
ospedali, scuole, ferrovie per far fronte a
questi problemi lo Stato è costretto a premere
sulla popolazione con forti tasse. Lemigrazione
inizia così.
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7Un esempio locale l'emigrazione a Rotzo
Visto che non abbiamo trovato notizie su
Valdastico, abbiamo deciso di parlare di un
comune vicino Rotzo. Nel comune di Rotzo all
inizio del 900 le risorse economiche locali non
sono più sufficienti. Si deve emigrare. Inizia
lavventura di tanti rotzesi! Nellondata
migratoria di fine 800, verso lAmerica del Sud,
anche molte famiglie di Rotzo partono in cerca di
una migliore sistemazione. Li attendono le
immense pianure dellArgentina, dellUruguay, del
Brasile. Questi paesi, lAustralia e alcuni stati
dellEuropa sono diventati la loro terra
dadozione. Lemigrazione è un mondo di
sentimenti, una penosa frattura, uno strappo
violento dalla famiglia, dalle persone e luoghi
cari. Ma quanti sono andati in cerca di
fortuna? Un primo gruppo ha lasciato Rotzo tra
il 1870 e il 1880, attirato dalle lusinghiere
prospettive in un periodo in cui lItalia era in
grave difficoltà. Si preparano le valigie e ci
si imbarca su una vecchia nave nel porto di
Genova. Giunti alla terra promessa ci si rende
conto della dura realtà. Ma non ci si lascia
abbattere dallo scoraggiamento. Si resiste, il
terreno coltivato diventa produttivo, si
costruiscono paesi che poi si trasformano in
città che portano nomi italiani, i nomi della
terra lasciata (per esempio San Pedro
Encantado)
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8Dal 1886 al 1891 sono emigrati nell America del
sud (Brasile, Uruguay e Argentina)
complessivamente 148 cittadini di Rotzo.
- Dalla fine dell800 fino alla vigilia
della prima guerra mondiale, emigravano ogni anno
in Westfalia (Prussia) più di 100
rotzesi. - Dalla fine dell800 fino
allultimo dopo guerra sono emigrati negli Stati
Uniti 65 persone. - Dopo la prima e la
seconda guerra mondiale sono emigrati in
Australia 220 rotzesi. Di questi 40 hanno fatto
ritorno in Italia. - Dopo la prima e la
seconda guerra mondiale sono emigrati in Europa
95 rotzesi 42 in Francia, 27 in Belgio, 12 in
Svizzera, 5 in Germania, 5 in Svezia, 3 in
Olanda, 2 in Austria e 1 in Inghilterra.
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9L'emigrazione nel '900
Dall'esame dei dati relativi al periodo che va
dal 1946 al 1960, si può constatare che
l'emigrazione italiana permanente ha registrato
2.618.068 espatri di cui 1.628.170 verso i Paesi
transoceanici e 989.898 verso i Paesi europei.
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10Sin dai primi anni del XX secolo, quando i paesi
di tutta Italia, ma soprattutto del Mezzogiorno,
si spopolavano a causa delle continue emigrazioni
verso Paesi preferibilmente oltreoceano, la
figura dell'emigrante, - di colui cioè che con un
impeto di coraggio aveva abbandonato tutto ciò
che gli era noto e caro, per tentare la fortuna
in Paesi lontani, di cui il più delle volte non
sapeva nulla - era considerata, da chi rimaneva,
piena di fascino.
Foto di gruppo di emigranti
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11Non era raro trovare nelle case, custoditi con
cura da madri, mogli, sorelle rimaste a casa in
attesa di notizie, i ritratti di coloro che
avevano lasciato il suolo natio per trovare soldi
ed emancipazione altrove. Le mete scelte erano le
più svariate, raggiunte dopo viaggi estenuanti
fatti in condizioni disagiate ed il lavoro che si
andava a svolgere molte volte era umile e
malpagato.
Pochi ammettevano, anche con loro stessi che la
permanenza all'estero sarebbe stata definitiva, i
più speravano che la lontananza dall'Italia
sarebbe stata transitoria.
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12I flussi migratori nel mondo
In tutto il mondo, circa 150 milioni di persone
risiedono e lavorano in paese diverso da quello
in cui sono nate. La maggioranza di questi
emigrati ha realizzato le pratiche burocratiche
per risiedere legalmente nel paese di
destinazione, ma circa 20 milioni di persone non
hanno potuto farlo e sono quindi diventati
immigrati clandestini.
Gli spostamenti di una popolazione da un paese
ad un altro sono una delle conseguenze dirette
delle disuguaglianze economiche che interessano
la comunità internazionale e dei conflitti che
ininterrottamente portano morte e fame in diverse
aree del pianeta. La rottura di equilibri
sociali, religiosi o culturali conducono masse di
persone sulla strada dellesilio per cercare un
luogo sicuro dove ripararsi. La stragrande
maggioranza di coloro che emigrano lo fanno per
motivi economici si sono trasferiti dal proprio
paese in un altro alla ricerca di possibilità di
lavoro migliori. Per questo i flussi migratori
hanno come punto di partenza le zone più depresse
del sud del mondo (Africa equatoriale, Africa del
nord, Asia insulare, America centrale e Carabi) e
quelle europee di recente impoverimento (Polonia,
ex Iugoslavia, Romania, Bulgaria) e si dirigono
verso i paesi più industrializzati del nord (Usa,
Europa occidentale, Canada).
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13Il flusso migratorio che va dal sud al nord del
mondo non è il più consistente, ma è quello più
studiato. Meno conosciuta, invece, è la realtà
degli immigrati che si sono spostati in direzione
sud-sud, cioè dalle zone più povere dei
continenti africano, asiatico e
centro-sudamericano verso paesi economicamente
più sviluppati della stessa area
sviluppata. Infine, un terzo tipo di flusso
migratorio è collegato a eventi storici di grande
portata. La decomposizione del blocco dei paesi
socialisti dellEuropa dellest e la divisione
della Iugoslavia, infatti, hanno spalancato la
porta ad un nuovo tipo di immigrazione nord-nord,
un flusso che va dallEuropa impoverita verso
lEuropa ricca Laltra categoria importante di
persone che vivono fuori dal proprio paese sono i
cosiddetti profughi, vale a dire coloro che hanno
dovuto fuggire de guerre, persecuzioni etniche,
religiose o politiche per salvare la propria
vita. Il loro numero è di circa 15 milioni
allinterno dei rispettivi paesi (i cosiddetti
sfollati) e di altri 20 milioni, rifugiati invece
in paesi stranieri.
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14Immigrazione
Il problema dellimmigrazione incontrollata è uno
dei più attuali per la società italiana, ma anche
uno dei più gravosi e difficili da superare,
forse perché strettamente legato a tante altre
problematiche che affliggono un paese
moderno. Dopo il boom economico avvenuto in
Italia negli anni 50, il nostro paese è riuscito
ad emergere da una pesante situazione di
arretratezza economica, che per diversi decenni
aveva costretto migliaia di persone ed emigrare
verso paesi più sviluppati. Ma perché le
popolazioni tendono a spostarsi verso luoghi nei
quali è presente un maggiore benessere materiale?
Lo sviluppo economico avanzato permette ad una
società di organizzarsi secondo un ordine
altamente democratico ed assistenziale (da non
confondere con "assistenzialista"), garantendo
anche a chi non è direttamente in grado di
produrre lavoro (bambini, anziani, malati, ecc.)
di vivere una vita dignitosa sotto ogni punto di
vista. In caso di malattia, per esempio, lo Stato
provvederà ad aiutare le fasce di popolazione
meno agiate dopo un certo numero di anni
lavorativi si è sicuri di poter ricevere un certo
reddito anche quando non si è più in grado di
lavorare.
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15Sono tutti aspetti della società che appaiono
banalmente scontati a molti, ma che assumono
unimportanza fondamentale se consideriamo il
fatto che solamente una piccola percentuale dei
paesi nel mondo offrono ai propri abitanti un
tale benessere. La maggioranza della popolazione
mondiale, invece, è suddivisa in diversi "filoni"
di sviluppo si va dallarretratezza più assoluta
dei paesi del terzo e quarto mondo, ai paesi ex
comunisti, che tuttora, dopo un decennio dalla
caduta del regime, non sono riusciti a
raggiungere un livello di sviluppo nemmeno
lontanamente paragonabile a quello dei vicini
occidentali. Detto questo, è importante chiarire
un altro elemento chiave come regola generale,
meno benessere cè, meno democrazia cè. È una
sorta di catena senza fine perché larretratezza
porta spesso e volentieri allistituzione di un
governo autoritario o dittatoriale a sua volta,
unamministrazione statale non democratica e
violenta porta un paese ad isolarsi dal resto
della comunità mondiale, perché non conforme alle
generali regole di diritto e rispetto della
persona. Questa condizione tende a peggiorare nel
tempo ed ha come espressioni ultime guerre ed
intolleranze etniche
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16Ecco quindi spiegate le cause che provocano
limmigrazione. Per quanto riguarda lItalia,
limmigrazione è ulteriormente favorita per altri
fattori, geografici e politici. Dei paesi
europei, il nostro è quello più vicino alle "zone
calde" del Mediterraneo, come gli stati del nord
Africa a sud, lAlbania e la Iugoslavia ad est
inoltre è il paese di più facile approdo per i
disperati che con improbabili mezzi di trasporto
giungono dalla penisola anatolica e dal mar Nero.
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17Da quanto detto, è ovvio il conseguente drastico
aumento della criminalità legata allo spaccio di
droga, prostituzione, sfruttamento minorile e
tanto altro che spesso e volentieri rimane
"sottoterra". Ma i problemi derivati
dallimmigrazione mal controllata non si ferma
alla criminalità. Lincontro scontro della
popolazione autoctona con le etnie straniere,
dagli usi e dai costumi molto diversi, purtroppo
è fonte di incomprensioni ed intolleranze, che a
volte si trasformano in razzismo. Inoltre, chi
proviene da un paese povero, è disposto a
lavorare in cambio di salari anche bassissimi, e
questo fatto comporta una sorta di "sfruttamento
moderno" degli extracomunitari ecco quindi che
questi ultimi vengono accusati di "rubare il
lavoro" agli italiani, e questo è nuovamente
fonte di problemi sociali più o meno gravi.
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18È difficile individuare una soluzione a questa
infinita serie di problemi Indubbiamente le
leggi che regolano lingresso degli stranieri
dovranno col tempo irrigidirsi per diventare
molto più selettive di adesso, dividendo chi
entra per lavorare da chi lo fa con disoneste
intenzioni, anche se proporre la soluzione in
questo modo sembrerà sicuramente irreale. Inoltre
chi commette reati e non è regolarmente
registrato (non ha quindi il permesso di
soggiorno) dovrà essere espulso e/o punito con
sempre maggiore severità, con lo scopo di creare
un valido deterrente contro chi vede lItalia
come un fertile terreno per le proprie attività
illegali.
Chi invece immigra per fuggire ai drammi del
proprio paese, devessere adeguatamente inserito
nella società e non abbandonato a se stesso o
semplicemente mantenuto per tempi indeterminati
nei campi di accoglienza. È indubbiamente un
problema arduo da risolvere che sicuramente
richiederà ancora molto tempo prima di
prospettare una soluzione concreta. Se tuttavia
le istituzioni capiranno che la base di una larga
parte dei problemi sta proprio in Italia, forse,
iniziando dalle basi sopra citate, si potrebbe
migliorare notevolmente una situazione che oggi
appare a molti come un pesante disagio sociale.
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19Non solo venditori ambulanti
Nonostante gli immensi problemi e i continui
sbarchi di clandestini sulle nostre coste siamo
ad una svolta. Gli stranieri partecipano sempre
più direttamente allattività economica
dellItalia, attraverso la creazione di imprese
che hanno toccato la cifra record di 125000 e
crescono al ritmo del 20 lanno. Questo fenomeno
è noto dagli anni 90, ma è meno noto invece il
fatto che le etnoimprese hanno creato 80000
posti di lavoro, molti dei quali sono occupati da
italiani. Di solito sono piccole imprese che si
occupano di esercizi pubblici o aziende di
servizi. Ma ci sono tantissime aziende che
operano nel campo dellartigianato e nel settore
industriale. Il capitalismo del futuro è gia
multietnico! Comunque la diffidenza rimane alta.
Lo straniero è visto spesso come un problema di
ordine pubblico. I lavoratori immigrati o quelli
che hanno scelto di mettersi in proprio
conquisteranno sempre più spazio. Ma non bisogna
temere la loro concorrenza o vederli solo in
termini assistenziali. È proprio il fiorire di
attività economiche fondate e gestite da
immigrati rappresentano il segnale più evidente
della fase più matura dellimmigrazione.
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20Gli extracomunitari in cifre
Il numero Secondo i dati del Ministero
dellInterno, al primo gennaio del 2000 gli
immigrati in regola con il permesso di soggiorno
erano 1.340.655. Per la Caritas alla fine del
2000 erano 1.678.000. In Europa LItalia è il
quarto paese dellunione europea, dopo Germania,
Francia e Gran Bretagna, per numero di
immigrati Le nazionalità Gli immigrati arrivano
prevalentemente dal Marocco, dallAlbania, dalla
Romania, dalle Filippine e dalla Cina Gli
illegali Limmigrazione illegale equivale a circa
il 20 della popolazione straniera che risiede
nel nostro paese. Le quote Il governo italiano ha
stabilito della quote dingresso per gli
extracomunitari in base alle esigenze del mercato
del lavoro.
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21BIBLIOGRAFIA
- Le informazioni sono state tratte da
- La valigia dellemigrante
- Famiglia Cristiana (numeri vari).
- Alcune schede informative consegnateci dalla
nostra prof.
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