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Speranze di convivenza

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Speranze di convivenza Un'antica storia mediorientale racconta di un viandante nel deserto che, a un certo punto, scorge di fronte a s un mostro orribile e violento ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Speranze di convivenza


1
Speranze di convivenza
2
  • Un'antica storia mediorientale racconta di un
    viandante nel deserto che, a un certo punto,
    scorge di fronte a sé un mostro orribile e
    violento che si dirige verso di lui. Ovviamente
    ha un moto di paura. In breve il mostro gli è più
    vicino ma il viandante, riuscendo a scorgerlo
    meglio, nota che non è un mostro ma un uomo un
    uomo mostruoso, ma pur sempre un uomo. Di lì a
    poco il viandante riesce a distinguerlo ancora
    meglio e vede che, in fin dei conti, quell'uomo
    che gli va incontro non è poi così brutto. Alla
    fine, quando finalmente lo può scorgere negli
    occhi, riconosce suo fratello.

3
  • Tanto nei paesi di tradizione islamica che in
    Europa, possiamo riscontrare la presenza di un
    Islam del dialogo e della convivenza che, oltre a
    porsi in ideale continuità con alcune esperienze
    storiche che tanto hanno arricchito l'area
    euromediterranea, produce uno sforzo
    interpretativo dei testi coranici e della
    tradizione nel contesto delle moderne società
    pluraliste e democratiche. È un'impresa culturale
    e teologica alla quale guardare con attenzione e
    con speranza. E lì, infatti, che si gioca il
    futuro della convivenza I processi di
    globalizzazione, oltre a portare l'Islam in
    Occidente, espongono l'Islam all'Occidente. Ne
    conseguono delle dinamiche sociali e culturali in
    buona parte inedite e per questo a volte
    frizionali la qualità e la quantità dei processi
    di globalizzazione in atto non hanno precedenti.

4
Crisi dellislam
  • Nel mondo musulmano non vi è stato
    Rinascimento, né Illuminismo, né Rivoluzione
    Francese, né affermazione della democrazia esso
    è come ripiegato su se stesso ormai da molti
    secoli e solo il contatto traumatico con gli
    occidentali ha messo in crisi tutto un mondo di
    valori che parevano immutabili.
  • I fondamentalisti si distinguono per negare
    qualsiasi possibilità positiva al progresso
    umano, destinato comunque a fallire se privato
    della guida della religione. Ma non sono solo i
    principi filosofici (di natura hegeliana potrebbe
    asserire un occidentale) ad essere messi al
    bando, quanto lintera impalcatura del pensiero
    occidentale dallIlluminismo ad oggi, che, posta
    sul banco degli imputati, rischia di diventare la
    pietra dello scandalo e non (come dovrebbe
    essere) il frutto di secoli di lotta contro
    lignoranza e il pregiudizio per laffermazione
    delle libertà individuali e collettive.
  • Il mondo musulmano si sente dominato ed
    egemonizzato dalloccidente ma questo significa
    che è egemonizzato dai cristiani o peggio ancora
    da atei.
  • La difesa delle nazioni, delle loro civiltà
    diviene la difesa della fede il fondamentalista
    appare irrimediabilmente chiuso nella sua
    coerenza. Niente conta, la volontà di Dio è
    superiore Allah Ahkbar, Dio è grande o meglio, è
    onnipotente.
  • I musulmani moderati, le elites culturali
    si sono resi conto della differenza che esiste in
    occidente fra religione e politica si rendono
    conto che le riforme politiche ed economiche
    europee non intaccherebbero affatto lIslam, che
    si può essere un buon musulmano anche
    integrandosi nel mondo moderno.
  • E quindi in atto una gigantesca lotta
    culturale e anche politica e militare fra queste
    due anime del mondo musulmano di cui il
    terrorismo islamico è laspetto più appariscente
    e pericoloso.

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  • Se il fenomeno religioso non si confronta
    con la scienza, con i diritti umani, con lo
    sviluppo della psicologia, delle scienze umane,
    con le culture del mondo, non sarà possibile un
    Islamismo aperto.
  • l'Islam sarebbe capace di un movimento
    illuministico? In teoria, sì. Ne abbiamo avuto un
    esempio nel IX e nel X sec. Allora ci fu un
    Illuminismo suscitato dai cristiani siriaci
    provenienti dalla Siria, dalla Palestina e
    dall'Iraq che assimilarono la cultura
    ellenistica, la trasmisero, la tradussero, la
    commentarono, ne trassero ispirazione, producendo
    così delle generazioni di pensatori musulmani che
    fecero lo stesso applicandolo al Corano, ai dogmi
    e alle tradizioni sacre.
  • Questo fenomeno è andato avanti fino all'XI
    sec. e poi lentamente è morto, perché c'è stata
    la reazione Islamistica, che si è tradotta in una
    reazione strettamente religiosa con la esclusione
    della filosofia, per esempio, e della critica
    religiosa storica.
  • Una precondizione è che sempre più
    musulmani studino tutte le scienze e accettino di
    studiare il testo del Corano come qualunque altro
    testo della letteratura araba, con gli stessi
    criteri.

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  • Oltre ai movimenti fondamentalisti, si
    muove qualcosaltro nella direzione opposta. Lo
    vediamo in Tunisia, ad esempio alla facoltà di
    teologia di Tunisi cè unapertura diversa che
    inizia con lobbligo per gli studenti di imparare
    obbligatoriamente una lingua non musulmana
    (inglese, francese, italiano, quello che uno
    vuole) per avere unapertura sul mondo non
    musulmano. La prima cosa perciò è la conoscenza
    attiva di una lingua occidentale che permetta di
    confrontarsi con un altro punto di vista sul
    mondo islamico, sugli studi, ecc. Poi cè un
    approccio diverso della storia, per uscire da una
    visione ripetitiva dove un buon imam è qualcuno
    che ripete perfettamente ciò che è stato detto
    nei primi secoli dellIslam. Si comincia a capire
    che non si deve solo imparare il Corano a memoria
    questo non è un male ma imparare a capirlo, a
    interpretarlo, a studiarlo.
  • Il mondo musulmano è oggi pieno di frustrazioni e
    di rancori che sono il brodo di coltura di uno
    smarrimento facilmente incline alla violenza.
    Stando così le cose, cè spesso un dovere
    immediato di legittima difesa, ma in prospettiva
    occorre impegnarsi innanzitutto in un confronto
    di idee e di esperienze che pacificamente
    stimolino per così dire la sua auto-riforma. A
    questo però non serve, e anzi è di scandalo, il
    relativismo e il nichilismo della cultura di
    massa occidentale. Occorre in primo luogo la
    fraterna ma ferma testimonianza dei cristiani, ma
    sarà un cammino ancora lungo e purtroppo molto
    probabilmente non immune da lacrime e da sangue
    operare per la pace e per la comprensione infatti
    è un lavoro magari gratificante ma di certo
    abbastanza pericoloso.

7
In Occidente
  • LOccidente deve rafforzare la propria
    identità, che non necessariamente deve essere di
    natura religiosa. È sufficiente che sia quella
    che è, anche solo culturale, ma che sia
    unidentità convinta e non debole e complessata.
    Occorre mettere da parte i complessi
    colonialismo, le crociate, ecc.
  • Deve ritrovare una società più cristiana,
    ritrovare la moralità ispirata dal Vangelo. Sono
    ben note le responsabilità della cultura e della
    politica occidentale nei confronti del mondo
    arabo e islamico dalle crociate al colonialismo
    la storia delle relazioni tra questi due mondi è
    intessuta di violenze fisiche e culturali.
    Tuttavia questa non è ragione sufficiente -
    crediamo - a giustificare il pregiudizio
    antioccidentale che riscontriamo in vari settori
    del mondo arabo-islamico.
  • Ma se i musulmani trovano degli occidentali
    cristiani, per i quali la religione è il punto di
    forza proprio per assimilare la modernità, allora
    è possibile che anch'essi siano spinti a trovare
    una loro strada di integrazione. Un cristiano che
    fa armonia fra modernità e fede, può aiutare un
    musulmano a fare questa armonia.

8
Immigrazione musulmana una chance per lIslam
  • Lemigrazione dei musulmani in Occidente
    potrebbe essere per loro unoccasione per
    ripensare la fede in termini moderni
    frequentando le nostre scuole, confrontandosi con
    le modernità cè la possibilità di un confronto
    tra fede e società, tra fede e ragione, tra fede
    e diritti delluomo.
  • La speranza sono i 15 milioni di musulmani
    che vivono in Europa. Sono una presenza
    provvidenziale su cui è possibile agire. Sono
    loro che, stando qui, possono rendersi conto che
    lOccidente non è tutto depravato e miscredente
    che lOccidente si fonda su valori umani e
    sociali condivisibili che la violenza non può
    essere una cosa voluta da Dio. Sono loro che
    potranno essere i messaggeri di pace tra
    lOccidente e lIslam.

9
Dialogo cristiano-islamico
  • Da alcuni anni un gruppo di personalità
    del mondo ecumenico ha promosso una giornata del
    dialogo cristiano-islamico è un'esperienza
    importante che, partita dal basso, sembra
    destinata a significativi sviluppi. Proprio il
    patrimonio accumulato in queste occasioni di
    conoscenza e fraternità ci dice che i tempi sono
    maturi per un salto di qualità del dialogo dalla
    fase della conoscenza e del riconoscimento a
    quella del confronto e dello scambio. Significa,
    insomma, tematizzare anche le differenze, senza
    assolutizzarle ma riconoscendo e rispettando le
    radici che le hanno generate.
  • In una fase "matura" del dialogo cristiani
    e musulmani hanno il dovere di interrogarsi
    reciprocamente su temi quali i diritti umani e il
    valore della persona, lo statuto delle minoranze
    o i modelli di laicità, l'idea di salvezza o la
    situazione delle coppie miste. Sono temi che
    dividono sia la comunità cristiana che quella
    islamica possono essere anche temi aspri e
    difficili, eppure costituiscono l'agenda
    imprescindibile di ogni società pluralista.

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  • La prospettiva del dialogo è quindi nella
    capacità di affrontarli con lucidità e fraternità
    ma anche con urgenza.
  • L'altro non deve più essere visto come un
    forestiero ma come un ospite nel nostro viaggio
    di fede. ( Giuseppe Scattolin LIslam della
    globalizzazione.). E l'altro oggi, almeno
    nell'Europa occidentale, spesso è proprio il
    musulmano. Altro come noi siamo altro da lui
    altro come noi, potremmo dire.

Strutture ufficiali di incontro e relazione tra
cristiani e musulmani sono state create, in un
ulteriore passo di istituzionalizzazione del
dialogo gli incontri regolari tra il Consiglio
pontificio per il dialogo e gli organismi
musulmani internazionali e gli incontri dello
stesso Consiglio con lUniversità di Al-Azhar del
Cairo. Ci sono anche scambi regolari di
professori tra la Gregoriana e facoltà musulmane
di teologia. In molti paesi sono state create
delle strutture permanenti di dialogo a livello
nazionale (Egitto, Francia, Spagna).
11
Scuole coraniche, ulema, mufti, imam
  • Se si vuole lottare contro il terrorismo,
    occorre impegnarsi per cambiare il processo
    educativo tradizionalista che viene dato agli
    imam e che questi diffondono nel mondo. Molte
    scuole (madrasa) addestrano al terrore e alla
    guerriglia, e soprattutto educano al
    fondamentalismo, presentando la religione come la
    soluzione a tutti i problemi lunica via
    duscita è la distruzione delloccidente!
  • Nellinsegnamento islamico si evidenziano
    due problemi
  • a) manca nellIslam una autorità centrale
    riconosciuta gli imam e i mufti (che lanciano le
    fatwa, le decisioni giuridiche) si moltiplicano a
    migliaia senza controllo
  • b) linsegnamento degli ulema (i dotti, i
    sapienti). Hanno imparato a memoria il Corano e
    migliaia di attributi a Maometto, migliaia di
    risposte giuridiche, ma non hanno mai studiato
    matematica, sociologia, psicologia, letterature
    straniere, altre lingue. La storia si limita al
    mondo islamico e lo studio delle religioni è solo
    in funzione di cosa rispondere se lIslam viene
    criticato. Gli ulema sono pertanto, in genere,
    incapaci di analizzare le culture delloccidente,
    di comprendere altre situazioni e incapaci di
    capire il mondo musulmano europeo.

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  • Quando gli imam arrivano in occidente (più
    del 90 di quelli in Europa occidentale), sono
    fuori dalla cultura del paese dove vivono spesso
    non conoscono neppure la lingua! Non possono
    comunicare con i giovani musulmani nati in
    Inghilterra, Francia, Italia, GermaniaPossono
    solo riproporre il sistema medievale, ma non
    potranno modernizzare lIslam. Si ripropone la
    frattura tra religione e società moderna.
  • Nasce quindi un disagio dei giovani di
    fronte a problemi sociologici, culturali,
    psicologici, nelle madrasah trovano una facile
    risposta religiosa e invece di lottare, magari
    insieme a cristiani e atei, per far emergere la
    giustizia, diranno facciamo la lotta in nome
    dellIslam!!! E cè un rigetto di tutto quanto è
    occidentale, a cominciare dagli abiti.

13
Formazione degli imam
Il problema è stato affrontato alla Mecca, ma
solo superficialmente. Con il dilagare delle
fatwa i governi si sono limitati a dire che non
tutti devono pronunciarle!! Di fatto molti mufti
e imam si sono auto-proclamati tali.
Molti musulmani e personalità politiche
riconoscono lignoranza dei loro imam la
formazione che danno al popolo è insoddisfacente,
così diversi stati stanno riformulando nuove
strutture educative. Un esempio è dato dal
Marocco, dove si è aperta una scuola anche per
donne murshidàt, donne che consigliano. Oltre
allo studio del Corano, si affrontano studi di
scienze umane, psicologia, diritti umani e il
nuovo diritto di famiglia, che garantisce
maggiore uguaglianza di diritti fra uomo e donna.
Dopo 12 mesi di formazione, le donne in
particolare sono mandate nelle moschee, nelle
prigioni, negli ospedali, nelle scuole, nelle
associazioni per parlare e predicare alle donne,
e non solo. E una specie di femminilizzazione
dellIslam!!! Lesperimento viene applicato anche
in Francia da parte di gruppi privati. E un
segnale importante di come lIslam, pregiudizi a
parte, si stia interrogando e lentamente
preparando al futuro.
14
"Noi femministe di Allah" Si chiamano murshidàt,
sono le prime donne imam del Marocco. Hanno un
doppio ruolo arginare il fondamentalismo
islamico e le seduzioni delle mode occidentali.
Ma anche una missione leggere nel Corano quel
che non piace ai maschi
15
Donne imam quindi, anche se esistono dei limiti,
come quello di non poter guidare la juma, la
preghiera del venerdì, ma per il resto possono a
tutti gli effetti predicare e guidare
spiritualmente dei gruppi di fedeli. Le 50 imam
diplomate, attraversano il Marocco recandosi
nelle moschee, nelle scuole, negli ospedali,
nelle prigioni a predicare e a guidare le
preghiere e persino in televisione e alla radio,
allinterno di trasmissioni molto seguite che
aiutano i fedeli a osservare correttamente i
precetti del Corano. Qualcuna di loro ha avuto
dei problemi a farsi accettare, altre hanno
ricevuto delle minacce da qualche fanatico, in
generale però lesperimento sembra riuscito.
Alcuni musulmani in anni recenti hanno rianimato
il dibattito, affermando che lo spirito del
Qur'an e la lettura di una hadith indicano che
alle donne dovrebbe essere concesso di guidare
tanto gruppi promiscui quanto di appartenenti ad
un solo sesso e che la proibizione si è
sviluppata nell'ambito del sessismo tipico della
società medioevale, principio contrario al vero
Islam. Una discussione, questa, che trova
fondamento nell'atto dello stesso Profeta
Muhammad di incaricare una donna, Umm Waraka, per
la guida della preghiera per tutta la sua casata,
senza discriminazioni legate al sesso dei fedeli.
16
  • Nel novembre 2003 Asra Nomani fu la prima
    donna nella sua moschea della West Virginia a
    chiedere di poter pregare nella sala principale
    riservata ai maschi. Successivamente organizzò la
    prima preghiera pubblica negli Stati Uniti di un
    gruppo promiscuo di fedeli guidata da una donna
    (lei stessa). Quel giorno (18 marzo 2005) esordì
    dicendo
  •  

  Stiamo affermando i nostri diritti come donne
nell'Islam. Non accetteremo più le porte di
servizio o l'ombra alla fine della giornata, noi
saremo guide del Mondo islamico. Noi stiamo
guidando l'Islam nel XXI secolo e reclamiamo il
diritto a parlare che il Profeta ci riconobbe
1400 anni fa"  
Si tratta di un autentico rinnovamento dei valori
fondanti della persona umana che scaturisce
allinterno stesso dellislam. Grazie alle
donne. Limmagine di una donna musulmana che
guida la preghiera collettiva mista, simboleggia
linizio di un risorgimento islamico allinsegna
della riscoperta del diritto individuale, del
recupero della ragione e della conquista della
libertà. Paradossalmente lIslam, proprio perché
si basa sul rapporto diretto tra il fedele e Dio
e disconosce la figura del sacerdote, del clero o
di un papa, consente in virtù dellinterpretazione
anche arbitraria dei singoli sia la deriva
terroristica sia la riscossa illuminista.
17
Interpretare il Corano
  • La grande sfida culturale, che richiede lo
    sforzo comune delle menti più lucide di
    musulmani, cristiani ed ebrei è quella di
    mostrare che i diritti umani non sono
    uninvenzione occidentale. Esiste la possibilità,
    attraverso linterpretazione di alcuni versetti
    del Corano, di dedurre la libertà religiosa. Il
    Corano in alcuni punti apre ai diritti umani,
    solo che non lo si dice perché la libertà
    religiosa è contraria alla sharia

Il Corano dice che non si può costringere la
persona a credere. Se Allah avesse voluto,
saremmo stati fatti tutti uguali, ma così non è
stato.
La grande sfida è quella dellinterpretazione del
Corano. E quello che alcuni stanno cercando di
fare, ma è un lavoro molto difficile perché tutta
la tradizione è contraria. Il termine tecnico è,
l 'ijtihad , cioè lo sforzo dellinterpretazione
. È un compito immane, perché dal XII secolo i
musulmani dicono che la porta dellinterpretazione
è chiusa. Ma perché e chi abbia il diritto di
chiuderla, nessuno sa spiegarlo.Occorre
riaprire quella porta dellinterpretazione
Quei musulmani, quei cristiani e quegli ebrei
che sono credenti ma non pregiudizialmente ostili
alla modernità devono mettersi insieme e cercare
tutto quello che, nelle rispettive tradizioni e
Scritture, conferma la Dichiarazione universale
dei diritti umani. La posta in gioco è mostrare
che i diritti umani non sono uninvenzione
occidentale, anche se è stato loccidente a
metterli nero su bianco nella Dichiarazione del
10 dicembre 1948.
18
26/01/2011
Università Coranica Al-Azhar, Il Cairo è il più
antico istituto accademico religioso del mondo
islamico. Fondata nel 970 circa
Ripensare alla mescolanza dei sessi aprire le
porte alle donne fino alla presidenza della
Repubblica garantire il diritto dei cristiani ad
accedere a posti di prestigio (anche alla
presidenza) reinterpretare e purificare i detti
del Profeta (le Hadith) avvicinare la gente a
Dio attraverso la gratitudine e la saggezza e non
con le minacce sono alcune delle proposte
davvero rivoluzionarie che un gruppo di
professori, teologi e imam egiziani fanno alla
loro comunità. Il tentativo è di modernizzare la
vita dei musulmani, frenando (e perfino
bloccando) le influenze fondamentaliste che
provengono dallArabia saudita. Al gruppo di
studiosi sta a cuore sia il rinnovamento
dellinsegnamento dellislam, sia un rapporto di
concordia con i cristiani.
 Una ventina di teologi e intellettuali di Al
Azhar hanno diffuso un testo di enorme importanza
dal titolo Documento per il rinnovamento del
discorso religioso. Il testo è stato postato
su internet lo scorso 24 gennaio, alle 18.27, sul
sito del settimanale Yawm al-Sâbi (Il settimo
giorno). Limportanza del documento deriva anche
dai suoi firmatari, tutti noti studiosi e
profondi fedeli islamici.
19
  • È la prima volta che avviene un tentativo del
    genere da parte di personalità islamiche
    riconosciute. Non appena pubblicato sul sito, il
    documento ha ricevuto in un giorno 153 commenti.
    La maggior parte (88,25) condannano il testo,
    dicendo che esso snatura lIslam o tenta di
    fondare una nuova religione. Solo 18 persone si
    congratulano con gli autori. Ciò significa che il
    cammino di rinnovamento sarà lungo e richiederà
    molto tempo e sforzi.
  •  

20
Ruolo dellIslam nel piano di salvezza
  • Di fronte a una modernità che tende spesso
    a dimenticare quando non a rimuovere Dio
    dall'orizzonte degli uomini, il ruolo affidato
    all'Islam nel piano di Salvezza potrebbe essere
    quello di stimolarci a rimettere la fede al
    centro della vita.
  • ( padre Samir Khalil Samir, gesuita, in una
    intervista concessa a ZENIT a margine
    dell'incontro annuale del Comitato scientifico
    della Fondazione Oasis, svoltosi dal 21 al 22
    giugno 2010 a Jounieh, in Libano).

In che modo possiamo inserire la nascita e la
diffusione dell'Islam all'interno del piano
salvifico? l'Islam ha un posto nel piano di Dio?.
Nel corso della storia, i cristiani dOriente si
sono fatti spesso questa domanda. La risposta dei
teologi arabi cristiani era Dio ha permesso la
nascita dellIslam per castigare i cristiani per
le loro infedeltà. Io penso che la verità
sull'Islam sia riconducibile alla divisione tra i
cristiani orientali, una divisione spesso dovuta
a motivi nazionalistici e culturali nascosti
dietro a formule teologiche. Questa situazione ha
impedito loro di annunciare ai popoli della
regione la Buona Novella, ciò che lIslam ha
fatto parzialmente!
21
  • L'Islam è servito a riaffermare la fede in
    un solo Dio, la chiamata a dedicarci
    completamente a lui, a modificare la nostra vita
    per adorarlo. Si è trattato di una reazione sana,
    nel prolungamento della tradizione biblica
    ebraica e cristiana. Ma in realtà per arrivare a
    questo ha eliminato tutto ciò che creava un po'
    di difficoltà in particolare la natura umana e
    al contempo divina di Cristo il Dio uno e trino,
    che è dialogo e amore e il fatto che Cristo si
    sia fatto obbediente fino alla morte sulla Croce,
    che si sia svuotato di se stesso come dice san
    Paolo, per amore nostro!

Credo che per noi cristiani lIslam sia uno
stimolante per riportarci al fondamento di tutto
Dio è lUnico, la Realtà Ultima! Che è
laffermazione ebraica e cristiana fondamentale,
ripresa dal Corano nella bella sura 112 Di
Dio è lUnico! Dio è lImpenetrabile! etc. Una
affermazione che la vita moderna rischia di farci
dimenticare. LIslam ci ricorda che, se Cristo è
il centro della fede cristiana, lo è sempre in
rapporto al Padre per rimanere nell'unicità,
anche se il Corano non è riuscito a capire cosa
fosse lo Spirito Santo.
22
  • Noi siamo interrogati ogni giorno dai
    musulmani sulla nostra fede e questo ci porta a
    ripensarla continuamente in funzione dell'Islam.
    Ringrazio i musulmani per le loro critiche,
    purché le facciano come riflessione e non come
    polemica. Lo stesso direi per le domande dei
    cristiani.
  • La nostra vocazione, di noi cristiani
    dOriente, è quella di vivere insieme ai
    musulmani, ci piaccia o no. E una missione! E'
    difficile, ma dobbiamo vivere insieme. Per questo
    direi che tocca al musulmano difendere la
    presenza cristiana e al cristiano difendere la
    presenza musulmana. Non tocca infatti ad ognuno
    di noi difenderci, perché altrimenti si arriva
    allo scontro.
  • Spero allora che il Sinodo sul Medio Oriente
    aiuterà noi cristiani d'Occidente e d'Oriente, ma
    possa aiutare anche i musulmani, nel ripensare il
    senso del Piano divino che dobbiamo riscoprire
    nell'amicizia e talvolta nel confronto perché
    siamo insieme su questa Terra del Medio Oriente,
    che è la Terra di Gesù - certo! - ma anche la
    terra di Mosè e di Maometto? Questa Terra deve
    diventare davvero Terra Santa!

23
  • Lalfabeto della convivenza preparazione
    allIncontro con esponenti musulmani, firmatari
    della Lettera dei 138 al Papa . (Samir Khalil
    Samir nov. 2008)

Tema principale dellincontro è amore di Dio,
amore del prossimo. Quali implicazioni pratiche
può avere la discussione su un tema così
impegnativo? Largomento rappresenta una vera
sfida per entrambe le comunità. Mi sembra molto
calzante la frase della "Lettera di San Giacomo"
"A che serve dire che ami Dio che non vedi, se
non ami i tuoi fratelli che vedi?". Lamore non è
una teoria, si esprime in atti concreti. Nel
dialogo che avremo nei prossimi giorni dovremo
affrontare con coraggio le difficoltà che
cristiani e musulmani incontrano nel testimoniare
che la loro religione si esprime
nellamore. Una delle "piste" di lavoro
previste negli incontri dei prossimi giorni
riguarda la dignità umana e il rispetto
reciproco. Sarà inevitabile affrontare il nodo
dei "diritti umani" e del loro rispetto, non
crede? Laffermazione della "dignità umana", per
non restare qualcosa di teorico, implica il
rispetto dei "diritti umani". Che riguardano, ad
esempio, il rapporto tra uomo e donna, tra i
fedeli di differenti religioni, tra credenti e
non credenti.Alla radice di tutto cè luso
corretto della ragione naturale grazie ad essa
luomo può operare le sue scelte usando la
libertà e facendola prevalere sullistinto. E la
libertà di coscienza è fondamento di tutte le
altre libertà, è qualcosa che "viene prima".
24
  • Ma in molti Paesi Islamici chi cambia
    religione rischia la morte o comunque gravi
    conseguenze
  • Col mondo musulmano cè un problema
    derivante dal fatto che, partendo dal principio
    che lIslam è la migliore delle tre religioni
    rivelate e che le religioni rivelate sono
    migliori di qualunque altra scelta religiosa o
    filosofica, si afferma che chi ha già conosciuto
    il meglio non può "tornare indietro" farebbe
    qualcosa che è contro natura. Da qui deriva la
    condanna di chi vuole abbandonare la "Fede
    Islamica". È necessario approfondire tutti
    insieme che la libertà è un dono fatto da Dio
    alluomo perché la eserciti, e questo esercizio
    può arrivare fino al punto di scegliere una
    strada diversa da quella in cui si è nati, o
    perfino di rifiutare Dio. Se non avesse la
    possibilità di scegliere, luomo sarebbe un
    animale. Dunque, se Dio accetta anche di essere
    rifiutato pur di non privare luomo della
    libertà, come può luomo pretendere di togliere a
    un suo simile luso della libertà che ha ricevuto
    in dono? Sarebbe come sostituirsi a Dio.

25
  • Come se ne esce?
  • La grande sfida, ripeto, è quella
    delleducazione, delluso della ragione. Se
    prendiamo la sharia, ad esempio, vediamo che a
    parte qualche eccezione - nessun paese islamico
    la applica quando si tratta di tagliare la mano a
    chi ruba. Tutti hanno sospeso questa
    applicazione. Ciò vuol dire che anche nei paesi
    islamici si ritiene che la sharia presa tale e
    quale non è applicabile, però nessuno vuole
    tirare le conclusioni e iniziare a ripensare un
    progetto di società islamica che faccia i conti
    con la modernità.
  • Per noi la riflessione continua sulla
    realtà è normale, ma nel mondo islamico è
    bloccata dal XII secolo, non cè più. E qui sta
    la sfida, riprendere questo cammino di
    riflessione. In Egitto, situazione che conosco
    bene, ci sono migliaia di personalità
    eccezionali, che sono già su questa strada. Il
    problema è che sono intellettuali, universitari
    laici, e non essendo religiosi non hanno peso. E
    importante ora che questo processo inizi anche
    tra i religiosi

p. Samir Khalil Samir
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  • Oggi la convivenza non può essere quella del
    pluralismo di identità chiuse e armate deve
    essere quella del dono reciproco di valori e
    tradizioni, magari per scoprire che tra tante
    diversità che li distinguono, gli uomini hanno
    anche qualcosa che li accomuna. Anche se non lo
    sanno.
  • Lo racconta con delicatezza un'antica storia
    sufi che narra di quattro viandanti, incontratisi
    per caso nel deserto, che litigano perché uno
    vuole l'uzum, un altro lo staffili, un terzo
    pretende l'inab, il quarto chiede dell'angur. La
    discussione degenera finché non arriva un sufi,
    il saggio, che conosce le lingue e capisce "che
    tutti bramavano la stessa cosa, cioè dell'uva
    rossa come petali di una fragrante rosa
  • Sul luogo - conclude il racconto - regnò allora
    una mistica pace".

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(No Transcript)
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