Title: Speranze di convivenza
1Speranze di convivenza
2-
- Un'antica storia mediorientale racconta di un
viandante nel deserto che, a un certo punto,
scorge di fronte a sé un mostro orribile e
violento che si dirige verso di lui. Ovviamente
ha un moto di paura. In breve il mostro gli è più
vicino ma il viandante, riuscendo a scorgerlo
meglio, nota che non è un mostro ma un uomo un
uomo mostruoso, ma pur sempre un uomo. Di lì a
poco il viandante riesce a distinguerlo ancora
meglio e vede che, in fin dei conti, quell'uomo
che gli va incontro non è poi così brutto. Alla
fine, quando finalmente lo può scorgere negli
occhi, riconosce suo fratello.
3-
- Tanto nei paesi di tradizione islamica che in
Europa, possiamo riscontrare la presenza di un
Islam del dialogo e della convivenza che, oltre a
porsi in ideale continuità con alcune esperienze
storiche che tanto hanno arricchito l'area
euromediterranea, produce uno sforzo
interpretativo dei testi coranici e della
tradizione nel contesto delle moderne societÃ
pluraliste e democratiche. È un'impresa culturale
e teologica alla quale guardare con attenzione e
con speranza. E lì, infatti, che si gioca il
futuro della convivenza I processi di
globalizzazione, oltre a portare l'Islam in
Occidente, espongono l'Islam all'Occidente. Ne
conseguono delle dinamiche sociali e culturali in
buona parte inedite e per questo a volte
frizionali la qualità e la quantità dei processi
di globalizzazione in atto non hanno precedenti.
4Crisi dellislam
- Nel mondo musulmano non vi è stato
Rinascimento, né Illuminismo, né Rivoluzione
Francese, né affermazione della democrazia esso
è come ripiegato su se stesso ormai da molti
secoli e solo il contatto traumatico con gli
occidentali ha messo in crisi tutto un mondo di
valori che parevano immutabili. - I fondamentalisti si distinguono per negare
qualsiasi possibilità positiva al progresso
umano, destinato comunque a fallire se privato
della guida della religione. Ma non sono solo i
principi filosofici (di natura hegeliana potrebbe
asserire un occidentale) ad essere messi al
bando, quanto lintera impalcatura del pensiero
occidentale dallIlluminismo ad oggi, che, posta
sul banco degli imputati, rischia di diventare la
pietra dello scandalo e non (come dovrebbe
essere) il frutto di secoli di lotta contro
lignoranza e il pregiudizio per laffermazione
delle libertà individuali e collettive. - Il mondo musulmano si sente dominato ed
egemonizzato dalloccidente ma questo significa
che è egemonizzato dai cristiani o peggio ancora
da atei. - La difesa delle nazioni, delle loro civiltÃ
diviene la difesa della fede il fondamentalista
appare irrimediabilmente chiuso nella sua
coerenza. Niente conta, la volontà di Dio è
superiore Allah Ahkbar, Dio è grande o meglio, è
onnipotente. - I musulmani moderati, le elites culturali
si sono resi conto della differenza che esiste in
occidente fra religione e politica si rendono
conto che le riforme politiche ed economiche
europee non intaccherebbero affatto lIslam, che
si può essere un buon musulmano anche
integrandosi nel mondo moderno. - E quindi in atto una gigantesca lotta
culturale e anche politica e militare fra queste
due anime del mondo musulmano di cui il
terrorismo islamico è laspetto più appariscente
e pericoloso.
5- Se il fenomeno religioso non si confronta
con la scienza, con i diritti umani, con lo
sviluppo della psicologia, delle scienze umane,
con le culture del mondo, non sarà possibile un
Islamismo aperto. - l'Islam sarebbe capace di un movimento
illuministico? In teoria, sì. Ne abbiamo avuto un
esempio nel IX e nel X sec. Allora ci fu un
Illuminismo suscitato dai cristiani siriaci
provenienti dalla Siria, dalla Palestina e
dall'Iraq che assimilarono la cultura
ellenistica, la trasmisero, la tradussero, la
commentarono, ne trassero ispirazione, producendo
così delle generazioni di pensatori musulmani che
fecero lo stesso applicandolo al Corano, ai dogmi
e alle tradizioni sacre. - Questo fenomeno è andato avanti fino all'XI
sec. e poi lentamente è morto, perché c'è stata
la reazione Islamistica, che si è tradotta in una
reazione strettamente religiosa con la esclusione
della filosofia, per esempio, e della critica
religiosa storica. - Una precondizione è che sempre più
musulmani studino tutte le scienze e accettino di
studiare il testo del Corano come qualunque altro
testo della letteratura araba, con gli stessi
criteri.
6- Oltre ai movimenti fondamentalisti, si
muove qualcosaltro nella direzione opposta. Lo
vediamo in Tunisia, ad esempio alla facoltà di
teologia di Tunisi cè unapertura diversa che
inizia con lobbligo per gli studenti di imparare
obbligatoriamente una lingua non musulmana
(inglese, francese, italiano, quello che uno
vuole) per avere unapertura sul mondo non
musulmano. La prima cosa perciò è la conoscenza
attiva di una lingua occidentale che permetta di
confrontarsi con un altro punto di vista sul
mondo islamico, sugli studi, ecc. Poi cè un
approccio diverso della storia, per uscire da una
visione ripetitiva dove un buon imam è qualcuno
che ripete perfettamente ciò che è stato detto
nei primi secoli dellIslam. Si comincia a capire
che non si deve solo imparare il Corano a memoria
questo non è un male ma imparare a capirlo, a
interpretarlo, a studiarlo.
- Il mondo musulmano è oggi pieno di frustrazioni e
di rancori che sono il brodo di coltura di uno
smarrimento facilmente incline alla violenza.
Stando così le cose, cè spesso un dovere
immediato di legittima difesa, ma in prospettiva
occorre impegnarsi innanzitutto in un confronto
di idee e di esperienze che pacificamente
stimolino per così dire la sua auto-riforma. A
questo però non serve, e anzi è di scandalo, il
relativismo e il nichilismo della cultura di
massa occidentale. Occorre in primo luogo la
fraterna ma ferma testimonianza dei cristiani, ma
sarà un cammino ancora lungo e purtroppo molto
probabilmente non immune da lacrime e da sangue
operare per la pace e per la comprensione infatti
è un lavoro magari gratificante ma di certo
abbastanza pericoloso.
7In Occidente
- LOccidente deve rafforzare la propria
identità , che non necessariamente deve essere di
natura religiosa. È sufficiente che sia quella
che è, anche solo culturale, ma che sia
unidentità convinta e non debole e complessata.
Occorre mettere da parte i complessi
colonialismo, le crociate, ecc. - Deve ritrovare una società più cristiana,
ritrovare la moralità ispirata dal Vangelo. Sono
ben note le responsabilità della cultura e della
politica occidentale nei confronti del mondo
arabo e islamico dalle crociate al colonialismo
la storia delle relazioni tra questi due mondi è
intessuta di violenze fisiche e culturali.
Tuttavia questa non è ragione sufficiente -
crediamo - a giustificare il pregiudizio
antioccidentale che riscontriamo in vari settori
del mondo arabo-islamico. - Ma se i musulmani trovano degli occidentali
cristiani, per i quali la religione è il punto di
forza proprio per assimilare la modernità , allora
è possibile che anch'essi siano spinti a trovare
una loro strada di integrazione. Un cristiano che
fa armonia fra modernità e fede, può aiutare un
musulmano a fare questa armonia.
8Immigrazione musulmana una chance per lIslam
-
- Lemigrazione dei musulmani in Occidente
potrebbe essere per loro unoccasione per
ripensare la fede in termini moderni
frequentando le nostre scuole, confrontandosi con
le modernità cè la possibilità di un confronto
tra fede e società , tra fede e ragione, tra fede
e diritti delluomo. - La speranza sono i 15 milioni di musulmani
che vivono in Europa. Sono una presenza
provvidenziale su cui è possibile agire. Sono
loro che, stando qui, possono rendersi conto che
lOccidente non è tutto depravato e miscredente
che lOccidente si fonda su valori umani e
sociali condivisibili che la violenza non può
essere una cosa voluta da Dio. Sono loro che
potranno essere i messaggeri di pace tra
lOccidente e lIslam.
9Dialogo cristiano-islamico
-
- Da alcuni anni un gruppo di personalitÃ
del mondo ecumenico ha promosso una giornata del
dialogo cristiano-islamico è un'esperienza
importante che, partita dal basso, sembra
destinata a significativi sviluppi. Proprio il
patrimonio accumulato in queste occasioni di
conoscenza e fraternità ci dice che i tempi sono
maturi per un salto di qualità del dialogo dalla
fase della conoscenza e del riconoscimento a
quella del confronto e dello scambio. Significa,
insomma, tematizzare anche le differenze, senza
assolutizzarle ma riconoscendo e rispettando le
radici che le hanno generate. - In una fase "matura" del dialogo cristiani
e musulmani hanno il dovere di interrogarsi
reciprocamente su temi quali i diritti umani e il
valore della persona, lo statuto delle minoranze
o i modelli di laicità , l'idea di salvezza o la
situazione delle coppie miste. Sono temi che
dividono sia la comunità cristiana che quella
islamica possono essere anche temi aspri e
difficili, eppure costituiscono l'agenda
imprescindibile di ogni società pluralista. -
10- La prospettiva del dialogo è quindi nella
capacità di affrontarli con lucidità e fraternitÃ
ma anche con urgenza. - L'altro non deve più essere visto come un
forestiero ma come un ospite nel nostro viaggio
di fede. ( Giuseppe Scattolin LIslam della
globalizzazione.). E l'altro oggi, almeno
nell'Europa occidentale, spesso è proprio il
musulmano. Altro come noi siamo altro da lui
altro come noi, potremmo dire.
Strutture ufficiali di incontro e relazione tra
cristiani e musulmani sono state create, in un
ulteriore passo di istituzionalizzazione del
dialogo gli incontri regolari tra il Consiglio
pontificio per il dialogo e gli organismi
musulmani internazionali e gli incontri dello
stesso Consiglio con lUniversità di Al-Azhar del
Cairo. Ci sono anche scambi regolari di
professori tra la Gregoriana e facoltà musulmane
di teologia. In molti paesi sono state create
delle strutture permanenti di dialogo a livello
nazionale (Egitto, Francia, Spagna).
11Scuole coraniche, ulema, mufti, imam
- Se si vuole lottare contro il terrorismo,
occorre impegnarsi per cambiare il processo
educativo tradizionalista che viene dato agli
imam e che questi diffondono nel mondo. Molte
scuole (madrasa) addestrano al terrore e alla
guerriglia, e soprattutto educano al
fondamentalismo, presentando la religione come la
soluzione a tutti i problemi lunica via
duscita è la distruzione delloccidente! - Nellinsegnamento islamico si evidenziano
due problemi - a) manca nellIslam una autorità centrale
riconosciuta gli imam e i mufti (che lanciano le
fatwa, le decisioni giuridiche) si moltiplicano a
migliaia senza controllo - b) linsegnamento degli ulema (i dotti, i
sapienti). Hanno imparato a memoria il Corano e
migliaia di attributi a Maometto, migliaia di
risposte giuridiche, ma non hanno mai studiato
matematica, sociologia, psicologia, letterature
straniere, altre lingue. La storia si limita al
mondo islamico e lo studio delle religioni è solo
in funzione di cosa rispondere se lIslam viene
criticato. Gli ulema sono pertanto, in genere,
incapaci di analizzare le culture delloccidente,
di comprendere altre situazioni e incapaci di
capire il mondo musulmano europeo.
12- Quando gli imam arrivano in occidente (più
del 90 di quelli in Europa occidentale), sono
fuori dalla cultura del paese dove vivono spesso
non conoscono neppure la lingua! Non possono
comunicare con i giovani musulmani nati in
Inghilterra, Francia, Italia, GermaniaPossono
solo riproporre il sistema medievale, ma non
potranno modernizzare lIslam. Si ripropone la
frattura tra religione e società moderna. - Nasce quindi un disagio dei giovani di
fronte a problemi sociologici, culturali,
psicologici, nelle madrasah trovano una facile
risposta religiosa e invece di lottare, magari
insieme a cristiani e atei, per far emergere la
giustizia, diranno facciamo la lotta in nome
dellIslam!!! E cè un rigetto di tutto quanto è
occidentale, a cominciare dagli abiti.
13Formazione degli imam
Il problema è stato affrontato alla Mecca, ma
solo superficialmente. Con il dilagare delle
fatwa i governi si sono limitati a dire che non
tutti devono pronunciarle!! Di fatto molti mufti
e imam si sono auto-proclamati tali.
Molti musulmani e personalità politiche
riconoscono lignoranza dei loro imam la
formazione che danno al popolo è insoddisfacente,
così diversi stati stanno riformulando nuove
strutture educative. Un esempio è dato dal
Marocco, dove si è aperta una scuola anche per
donne murshidà t, donne che consigliano. Oltre
allo studio del Corano, si affrontano studi di
scienze umane, psicologia, diritti umani e il
nuovo diritto di famiglia, che garantisce
maggiore uguaglianza di diritti fra uomo e donna.
Dopo 12 mesi di formazione, le donne in
particolare sono mandate nelle moschee, nelle
prigioni, negli ospedali, nelle scuole, nelle
associazioni per parlare e predicare alle donne,
e non solo. E una specie di femminilizzazione
dellIslam!!! Lesperimento viene applicato anche
in Francia da parte di gruppi privati. E un
segnale importante di come lIslam, pregiudizi a
parte, si stia interrogando e lentamente
preparando al futuro.
14"Noi femministe di Allah" Si chiamano murshidà t,
sono le prime donne imam del Marocco. Hanno un
doppio ruolo arginare il fondamentalismo
islamico e le seduzioni delle mode occidentali.
Ma anche una missione leggere nel Corano quel
che non piace ai maschi
15Donne imam quindi, anche se esistono dei limiti,
come quello di non poter guidare la juma, la
preghiera del venerdì, ma per il resto possono a
tutti gli effetti predicare e guidare
spiritualmente dei gruppi di fedeli. Le 50 imam
diplomate, attraversano il Marocco recandosi
nelle moschee, nelle scuole, negli ospedali,
nelle prigioni a predicare e a guidare le
preghiere e persino in televisione e alla radio,
allinterno di trasmissioni molto seguite che
aiutano i fedeli a osservare correttamente i
precetti del Corano. Qualcuna di loro ha avuto
dei problemi a farsi accettare, altre hanno
ricevuto delle minacce da qualche fanatico, in
generale però lesperimento sembra riuscito.
Alcuni musulmani in anni recenti hanno rianimato
il dibattito, affermando che lo spirito del
Qur'an e la lettura di una hadith indicano che
alle donne dovrebbe essere concesso di guidare
tanto gruppi promiscui quanto di appartenenti ad
un solo sesso e che la proibizione si è
sviluppata nell'ambito del sessismo tipico della
società medioevale, principio contrario al vero
Islam. Una discussione, questa, che trova
fondamento nell'atto dello stesso Profeta
Muhammad di incaricare una donna, Umm Waraka, per
la guida della preghiera per tutta la sua casata,
senza discriminazioni legate al sesso dei fedeli.
16- Nel novembre 2003 Asra Nomani fu la prima
donna nella sua moschea della West Virginia a
chiedere di poter pregare nella sala principale
riservata ai maschi. Successivamente organizzò la
prima preghiera pubblica negli Stati Uniti di un
gruppo promiscuo di fedeli guidata da una donna
(lei stessa). Quel giorno (18 marzo 2005) esordì
dicendo - Â
 Stiamo affermando i nostri diritti come donne
nell'Islam. Non accetteremo più le porte di
servizio o l'ombra alla fine della giornata, noi
saremo guide del Mondo islamico. Noi stiamo
guidando l'Islam nel XXI secolo e reclamiamo il
diritto a parlare che il Profeta ci riconobbe
1400 anni fa" Â
Si tratta di un autentico rinnovamento dei valori
fondanti della persona umana che scaturisce
allinterno stesso dellislam. Grazie alle
donne. Limmagine di una donna musulmana che
guida la preghiera collettiva mista, simboleggia
linizio di un risorgimento islamico allinsegna
della riscoperta del diritto individuale, del
recupero della ragione e della conquista della
libertà . Paradossalmente lIslam, proprio perché
si basa sul rapporto diretto tra il fedele e Dio
e disconosce la figura del sacerdote, del clero o
di un papa, consente in virtù dellinterpretazione
anche arbitraria dei singoli sia la deriva
terroristica sia la riscossa illuminista.
17Interpretare il Corano
- La grande sfida culturale, che richiede lo
sforzo comune delle menti più lucide di
musulmani, cristiani ed ebrei è quella di
mostrare che i diritti umani non sono
uninvenzione occidentale. Esiste la possibilità ,
attraverso linterpretazione di alcuni versetti
del Corano, di dedurre la libertà religiosa. Il
Corano in alcuni punti apre ai diritti umani,
solo che non lo si dice perché la libertÃ
religiosa è contraria alla sharia
Il Corano dice che non si può costringere la
persona a credere. Se Allah avesse voluto,
saremmo stati fatti tutti uguali, ma così non è
stato.
La grande sfida è quella dellinterpretazione del
Corano. E quello che alcuni stanno cercando di
fare, ma è un lavoro molto difficile perché tutta
la tradizione è contraria. Il termine tecnico è,
l 'ijtihad , cioè lo sforzo dellinterpretazione
. È un compito immane, perché dal XII secolo i
musulmani dicono che la porta dellinterpretazione
è chiusa. Ma perché e chi abbia il diritto di
chiuderla, nessuno sa spiegarlo.Occorre
riaprire quella porta dellinterpretazione
Quei musulmani, quei cristiani e quegli ebrei
che sono credenti ma non pregiudizialmente ostili
alla modernità devono mettersi insieme e cercare
tutto quello che, nelle rispettive tradizioni e
Scritture, conferma la Dichiarazione universale
dei diritti umani. La posta in gioco è mostrare
che i diritti umani non sono uninvenzione
occidentale, anche se è stato loccidente a
metterli nero su bianco nella Dichiarazione del
10 dicembre 1948.
1826/01/2011
Università Coranica Al-Azhar, Il Cairo è il più
antico istituto accademico religioso del mondo
islamico. Fondata nel 970 circa
Ripensare alla mescolanza dei sessi aprire le
porte alle donne fino alla presidenza della
Repubblica garantire il diritto dei cristiani ad
accedere a posti di prestigio (anche alla
presidenza) reinterpretare e purificare i detti
del Profeta (le Hadith) avvicinare la gente a
Dio attraverso la gratitudine e la saggezza e non
con le minacce sono alcune delle proposte
davvero rivoluzionarie che un gruppo di
professori, teologi e imam egiziani fanno alla
loro comunità . Il tentativo è di modernizzare la
vita dei musulmani, frenando (e perfino
bloccando) le influenze fondamentaliste che
provengono dallArabia saudita. Al gruppo di
studiosi sta a cuore sia il rinnovamento
dellinsegnamento dellislam, sia un rapporto di
concordia con i cristiani.
 Una ventina di teologi e intellettuali di Al
Azhar hanno diffuso un testo di enorme importanza
dal titolo Documento per il rinnovamento del
discorso religioso. Il testo è stato postato
su internet lo scorso 24 gennaio, alle 18.27, sul
sito del settimanale Yawm al-Sâbi (Il settimo
giorno). Limportanza del documento deriva anche
dai suoi firmatari, tutti noti studiosi e
profondi fedeli islamici.
19- È la prima volta che avviene un tentativo del
genere da parte di personalità islamiche
riconosciute. Non appena pubblicato sul sito, il
documento ha ricevuto in un giorno 153 commenti.
La maggior parte (88,25) condannano il testo,
dicendo che esso snatura lIslam o tenta di
fondare una nuova religione. Solo 18 persone si
congratulano con gli autori. Ciò significa che il
cammino di rinnovamento sarà lungo e richiederÃ
molto tempo e sforzi. - Â
20Ruolo dellIslam nel piano di salvezza
- Di fronte a una modernità che tende spesso
a dimenticare quando non a rimuovere Dio
dall'orizzonte degli uomini, il ruolo affidato
all'Islam nel piano di Salvezza potrebbe essere
quello di stimolarci a rimettere la fede al
centro della vita. - ( padre Samir Khalil Samir, gesuita, in una
intervista concessa a ZENIT a margine
dell'incontro annuale del Comitato scientifico
della Fondazione Oasis, svoltosi dal 21 al 22
giugno 2010 a Jounieh, in Libano).
In che modo possiamo inserire la nascita e la
diffusione dell'Islam all'interno del piano
salvifico? l'Islam ha un posto nel piano di Dio?.
Nel corso della storia, i cristiani dOriente si
sono fatti spesso questa domanda. La risposta dei
teologi arabi cristiani era Dio ha permesso la
nascita dellIslam per castigare i cristiani per
le loro infedeltà . Io penso che la veritÃ
sull'Islam sia riconducibile alla divisione tra i
cristiani orientali, una divisione spesso dovuta
a motivi nazionalistici e culturali nascosti
dietro a formule teologiche. Questa situazione ha
impedito loro di annunciare ai popoli della
regione la Buona Novella, ciò che lIslam ha
fatto parzialmente!
21-
- L'Islam è servito a riaffermare la fede in
un solo Dio, la chiamata a dedicarci
completamente a lui, a modificare la nostra vita
per adorarlo. Si è trattato di una reazione sana,
nel prolungamento della tradizione biblica
ebraica e cristiana. Ma in realtà per arrivare a
questo ha eliminato tutto ciò che creava un po'
di difficoltà in particolare la natura umana e
al contempo divina di Cristo il Dio uno e trino,
che è dialogo e amore e il fatto che Cristo si
sia fatto obbediente fino alla morte sulla Croce,
che si sia svuotato di se stesso come dice san
Paolo, per amore nostro!
Credo che per noi cristiani lIslam sia uno
stimolante per riportarci al fondamento di tutto
Dio è lUnico, la Realtà Ultima! Che è
laffermazione ebraica e cristiana fondamentale,
ripresa dal Corano nella bella sura 112 Di
Dio è lUnico! Dio è lImpenetrabile! etc. Una
affermazione che la vita moderna rischia di farci
dimenticare. LIslam ci ricorda che, se Cristo è
il centro della fede cristiana, lo è sempre in
rapporto al Padre per rimanere nell'unicità ,
anche se il Corano non è riuscito a capire cosa
fosse lo Spirito Santo.
22- Noi siamo interrogati ogni giorno dai
musulmani sulla nostra fede e questo ci porta a
ripensarla continuamente in funzione dell'Islam.
Ringrazio i musulmani per le loro critiche,
purché le facciano come riflessione e non come
polemica. Lo stesso direi per le domande dei
cristiani. - La nostra vocazione, di noi cristiani
dOriente, è quella di vivere insieme ai
musulmani, ci piaccia o no. E una missione! E'
difficile, ma dobbiamo vivere insieme. Per questo
direi che tocca al musulmano difendere la
presenza cristiana e al cristiano difendere la
presenza musulmana. Non tocca infatti ad ognuno
di noi difenderci, perché altrimenti si arriva
allo scontro. - Spero allora che il Sinodo sul Medio Oriente
aiuterà noi cristiani d'Occidente e d'Oriente, ma
possa aiutare anche i musulmani, nel ripensare il
senso del Piano divino che dobbiamo riscoprire
nell'amicizia e talvolta nel confronto perché
siamo insieme su questa Terra del Medio Oriente,
che è la Terra di Gesù - certo! - ma anche la
terra di Mosè e di Maometto? Questa Terra deve
diventare davvero Terra Santa!
23- Lalfabeto della convivenza preparazione
allIncontro con esponenti musulmani, firmatari
della Lettera dei 138 al Papa . (Samir Khalil
Samir nov. 2008)
Tema principale dellincontro è amore di Dio,
amore del prossimo. Quali implicazioni pratiche
può avere la discussione su un tema così
impegnativo? Largomento rappresenta una vera
sfida per entrambe le comunità . Mi sembra molto
calzante la frase della "Lettera di San Giacomo"
"A che serve dire che ami Dio che non vedi, se
non ami i tuoi fratelli che vedi?". Lamore non è
una teoria, si esprime in atti concreti. Nel
dialogo che avremo nei prossimi giorni dovremo
affrontare con coraggio le difficoltà che
cristiani e musulmani incontrano nel testimoniare
che la loro religione si esprime
nellamore. Una delle "piste" di lavoro
previste negli incontri dei prossimi giorni
riguarda la dignità umana e il rispetto
reciproco. Sarà inevitabile affrontare il nodo
dei "diritti umani" e del loro rispetto, non
crede? Laffermazione della "dignità umana", per
non restare qualcosa di teorico, implica il
rispetto dei "diritti umani". Che riguardano, ad
esempio, il rapporto tra uomo e donna, tra i
fedeli di differenti religioni, tra credenti e
non credenti.Alla radice di tutto cè luso
corretto della ragione naturale grazie ad essa
luomo può operare le sue scelte usando la
libertà e facendola prevalere sullistinto. E la
libertà di coscienza è fondamento di tutte le
altre libertà , è qualcosa che "viene prima".
24- Ma in molti Paesi Islamici chi cambia
religione rischia la morte o comunque gravi
conseguenze - Col mondo musulmano cè un problema
derivante dal fatto che, partendo dal principio
che lIslam è la migliore delle tre religioni
rivelate e che le religioni rivelate sono
migliori di qualunque altra scelta religiosa o
filosofica, si afferma che chi ha già conosciuto
il meglio non può "tornare indietro" farebbe
qualcosa che è contro natura. Da qui deriva la
condanna di chi vuole abbandonare la "Fede
Islamica". È necessario approfondire tutti
insieme che la libertà è un dono fatto da Dio
alluomo perché la eserciti, e questo esercizio
può arrivare fino al punto di scegliere una
strada diversa da quella in cui si è nati, o
perfino di rifiutare Dio. Se non avesse la
possibilità di scegliere, luomo sarebbe un
animale. Dunque, se Dio accetta anche di essere
rifiutato pur di non privare luomo della
libertà , come può luomo pretendere di togliere a
un suo simile luso della libertà che ha ricevuto
in dono? Sarebbe come sostituirsi a Dio.
25- Come se ne esce?
- La grande sfida, ripeto, è quella
delleducazione, delluso della ragione. Se
prendiamo la sharia, ad esempio, vediamo che a
parte qualche eccezione - nessun paese islamico
la applica quando si tratta di tagliare la mano a
chi ruba. Tutti hanno sospeso questa
applicazione. Ciò vuol dire che anche nei paesi
islamici si ritiene che la sharia presa tale e
quale non è applicabile, però nessuno vuole
tirare le conclusioni e iniziare a ripensare un
progetto di società islamica che faccia i conti
con la modernità . - Per noi la riflessione continua sulla
realtà è normale, ma nel mondo islamico è
bloccata dal XII secolo, non cè più. E qui sta
la sfida, riprendere questo cammino di
riflessione. In Egitto, situazione che conosco
bene, ci sono migliaia di personalitÃ
eccezionali, che sono già su questa strada. Il
problema è che sono intellettuali, universitari
laici, e non essendo religiosi non hanno peso. E
importante ora che questo processo inizi anche
tra i religiosi
p. Samir Khalil Samir
26- Oggi la convivenza non può essere quella del
pluralismo di identità chiuse e armate deve
essere quella del dono reciproco di valori e
tradizioni, magari per scoprire che tra tante
diversità che li distinguono, gli uomini hanno
anche qualcosa che li accomuna. Anche se non lo
sanno. - Lo racconta con delicatezza un'antica storia
sufi che narra di quattro viandanti, incontratisi
per caso nel deserto, che litigano perché uno
vuole l'uzum, un altro lo staffili, un terzo
pretende l'inab, il quarto chiede dell'angur. La
discussione degenera finché non arriva un sufi,
il saggio, che conosce le lingue e capisce "che
tutti bramavano la stessa cosa, cioè dell'uva
rossa come petali di una fragrante rosa - Sul luogo - conclude il racconto - regnò allora
una mistica pace".
27(No Transcript)