Title: Trattamento dei campioni
1Trattamento dei campioni
- Le fasi del procedimento analitico precedenti
alla determinazione - campionamento
- pretrattamento
- conservazione dei campioni
2Considerazioni preliminari
3Approcci allanalisi
- Sono possibili tre tipi di approccio allanalisi
- analisi diretta sul campione, senza
pretrattamento o con semplici manipolazioni
meccaniche (es. pastiglia per analisi IR) - analisi per via umida, portando preventivamente
il campione o lanalita in soluzione - analisi in fase non omogenea (rari casi, es.
nefelometria)
4Il pretrattamento
- Lanalisi di gran parte dei campioni richiede
generalmente uno stadio preliminare che consiste
nel portare il campione o piuttoato lanalita
nella forma più opportuna ai fini della
determinazione analitica. Linsieme delle
procedure richieste per avere lanalita o gli
analiti di interesse in forma determinabile è
definito pretrattamento. Esso è un punto
essenziale del metodo analitico, importante
quanto la determinazione quali-quantitativa - La grande maggioranza delle analisi si effettuano
per via umida. Ciò significa che il campione, se
non è già liquido, va portato in soluzione o
quantomeno va solubilizzata la parte che contiene
lanalita o gli analiti di interesse.
Generalmente, quindi, il pretrattamento coincide
o termina con uno stadio di solubilizzazione. In
rari casi è possibile effettuare lanalisi sul
campione tal quale, utilizzando tecniche non
distruttive es. la spettrometria Raman o NIR - La varietà delle matrici considerate in chimica
analitica fa sì che sia difficile enunciare
regole valide per ogni tipo di campione. A
seconda della sua natura chimica (organica o
inorganica acida, basica o neutra solubile in
solvente acquoso o in solventi organici) e della
tecnica analitica utilizzata, si dovrà
selezionare il metodo di pretrattamento più
opportuno
5Pretrattamento dei campioni
- Dipende strettamente dagli analiti di interesse,
dalla matrice e dalla tecnica analitica scelta - Tecniche cromatografiche
- Tecniche spettroscopiche
- Tecniche elettrochimiche
- Tecniche volumetriche
- Saggi qualitativi
6Tipi di pretrattamento
- I metodi di pretrattamento più frequentemente
utilizzati sono i seguenti
- Digestione umida con reattivi di solubilizzazione
e/o ossidazione - In sistemi chiusi
- Con microonde
- Separazione con membrane
- Ultrafiltrazione
- Dialisi
- Estrazione
- Con solvente
- Con solvente accelerata (ASE)
- Con un fluido supercritico (SFE)
- Con fase solida (SPE)
- Fotolisi ossidativa
7Digestione umida
Si tratta di una tecnica di pretrattamento molto
utilizzata per la determinazione di specie
inorganiche (metalli, anioni), mentre non è
adatta per la determinazione di specie organiche
che subiscono degradazione chimica e termica. Il
processo di digestione avviene allinterno di un
contenitore nel quale sono introdotti il campione
finemente suddiviso e i reattivi di
solubilizzazione, eventualmente coadiuvati da
reattivi di ossidazione. Generalmente sono
utilizzati acidi puri o in miscela
- Acido nitrico, esercita azione ossidante a caldo
ed è in grado di rompere i legami glicosidici - Acido solforico, esercita azione ossidante e
disidratante - Acido perclorico, esercita azione ossidante
- Acqua regia (acido nitrico cloridrico 13),
esercita azione ossidante molto forte - Acqua ossigenata, esercita azione ossidante
8Precauzioni nella digestione
- Le quantità di reagenti e di campione introdotte
devono essere compatibili con il volume del
sistema. Un occhio di riguardo va messo per
lanalisi di matrici contenenti sostanze
organiche, nel qual caso va considerata la
liberazione di composti gassosi conseguenti alla
digestione, che può provocare sovrapressioni - (C, H, O) O2 (acido ossidante) ? H2O CO2
- Il volume dei gas liberati è ovviamente molto
maggiore rispetto alla miscela campione-reagenti
di partenza - Il contenuto di carbonio nei campioni è quindi un
valore da tener presente nel progettare un
pretrattamento per digestione umida
9Applicazioni della digestione
- La reazione di digestione può avvenire a
temperatura controllata. Lavorando in sistema
chiuso, è possibile raggiungere temperature
superiori a quelle di ebollizione degli acidi a
temperatura ambiente, con aumento delle proprietà
solubilizzanti e ossidanti dei reagenti
impiegati inoltre il sistema chiuso limita le
perdite di campione per volatilizzazione - Nel dettaglio delle varie matrici, la digestione
umida è particolarmente efficace per il
pretrattamento di alimenti a base di carboidrati
(zuccheri, amidi, cellulosa, ecc.) che sono
facilmente mineralizzati con acido nitrico a
180C più complessa è la solubilizzazione di
matrici contenenti grassi e proteine, che può
richiedere laddizione di acido perclorico per
avere una dissoluzione completa. In questo caso
il trattamento va effettuato con cautela
10Digestione umida con microonde
- Una variante più efficace della semplice
digestione umida prevede lutilizzo di microonde
per il riscaldamento del sistema. Lenergia
associata alle microonde (600-1500 W nelle
apparecchiature da laboratorio) non è in grado di
rompere direttamente i legami molecolari, ma può
essere assorbita da sostanze come lacqua e gli
acidi minerali, che in questo modo si scaldano
rapidamente e, in un sistema chiuso, sono in
grado di solubilizzare il campione in maniera più
efficiente e in tempi minori - La digestione avviene generalmente in contenitori
di materiale inerte e trasparente alle microonde
come il Teflon o Politetrafluoroetilene (PTFE) e
il Perfluoroalcossifluorocarbonio (PFA). Il
trattamento delle matrici organiche va effettuato
con grande attenzione, visto linnalzamento
rapido di temperatura e pressione che si ha
allinterno dei contenitori. Per evitare che si
inneschino reazioni incontrollabili se non
esplosive, generalmente è possibile controllare
con dei sensori temperatura e pressione dei
contenitori
11Esempi di trattamento con microonde
- La maggior parte delle matrici organiche può
essere solubilizzata con acido nitrico
concentrato 2 ml sono sufficienti per la
digestione di 100-200 mg di campione di tessuti
animali come alimenti, bevande con alto contenuto
di sostanze organiche (the, vino, birra), latte
Nei casi più difficoltosi è possibile addizionare
acqua ossigenata, acido perclorico o solforico,
ma sono necessarie particolari precauzioni per
evitare reazioni esplosive
Ciò è necessario, ad esempio, per la
solubilizzazione di farine e prodotti da forno e
in generale per alimenti con alto contenuto di
grassi e proteine Spesso i sistemi di digestione
con microonde esistenti in commercio prevedono la
possibilità di trattare contemporaneamente più
campioni, ciascuno nel proprio contenitore, e ciò
abbrevia notevolmente i tempi di analisi
12Estrazione con solvente
Si tratta di una tecnica di pretrattamento molto
comune, utilizzata in tutti i casi in cui non è
necessaria o è anzi controindicata la
solubilizzazione totale del campione. Permette di
portare in soluzione selettivamente gli analiti
di interesse, lasciando la matrice quasi intatta.
Si effettua in contenitore chiuso ponendo il
campione a contatto con un solvente con esso
immiscibile, nel quale siano però solubili gli
analiti. Si può avere
- Estrazione liquido/liquido se sono liquidi sia il
campione sia il solvente estraente - Estrazione liquido/solido se si effettua con un
solvente liquida su un campione solido
13Esecuzione dellestrazione
Lestrazione si effettua ponendo in agitazione il
campione (A) e il solvente per un tempo
determinato, attendendo la separazione di fase
(B) e recuperando la fase solvente che contiene
gli analiti estratti di interesse (C) Lampia
gamma di solventi disponibili permette di
effettuare estrazioni molto selettive. Va sempre
considerato il fatto che si utilizzano spesso
solventi organici e quindi tossici
14Estrazione con Soxhlet
Un strumento molto utilizzato nel pretrattamento
di campioni solidi è lestrattore Soxhlet, che
consente di effettuare lunghi cicli di estrazione
in modalità semiautomatica con buon recuperi. Il
campione è posto allinterno di un ditale poroso
permeabile al solvente estraente. Attraverso un
sistema ciclico di ebollizione, condensazione e
ricaduta, il solvente è
in grado di agire sul campione più volte,
estraendo gli analiti con maggiore efficienze
rispetto allestrazione classica in imbuto
separatore La procedura è automatizzabile in
batteria per poter agire su più campioni
contemporaneamente
15Estrazione accelerata (ASE)
Lestrazione con solvente tradizionale, pur
garantendo ottime prestazioni, presenta alcuni
inconvenienti tra cui i tempi lunghi di
trattamento, le elevate quantità di solvente
utilizzato e la scarsa adattabilità
allautomazione. Per questo motivo, sono state
sviluppate alcune varianti
Nellestrazione pressurizzata o accelerata con
solvente (PSE o ASE) si utilizza un solvente in
condizioni sub-critiche, nelle quali lefficienza
di estrazione è molto maggiore. Si lavora in
recipiente chiuso, pressurizzato e termostatato.
Ciò consente di ridurre i tempi di estrazione e
la quantità di solvente necessaria inoltre è
possibile automatizzare il processo
16Applicazioni dellASE
La tecnica ASE è ormai duso corrente per il
trattamento di campioni solidi. Esempi di
applicazioni in cui la tecnica è preliminare
allanalisi cromatografica sono
- Estrazione di pesticidi fosforici da frutta e
verdura con acetato di etile - Estrazione di idrocarburi policiclici aromatici
(PAH) da terreni con miscela diclorometano/acetoni
trile - Estrazione di composti organico-arsenici da pesce
con miscela acqua/metanolo
17Estrazione con fluidi supercritici
In questa variante dellestrazione liquido/solido
si utilizza, al posto del solvente, un fluido
supercritico, cioè una sostanza portata al di
sopra della pressione e della temperatura
critiche, quindi con un comportamento intermedio
tra gas e liquidi la diffusione nei solidi è
paragonabile a quella dei gas, mentre la capacità
di solubilizzazione è quella dei liquidi inoltre
i fluidi supercritici possono solvatare
molecole grandi non volatili Queste
caratteristiche rendono i fluidi supercritici
estremamente efficienti nel processo di
estrazione, senza presentare gli inconvenienti
dei solventi liquidi dal punto di vista di prezzo
e pericolosità
18Applicazioni della SFE
- Il fluido più utilizzato per lestrazione è la
CO2 che ha caratteristiche di prezzo e inerzia
chimica ottime e valori critici molto bassi a
40C e 378 Atm il suo potere solvatante è
paragonabile a quello del benzene - La tecnica SFE è utilizzata già da tempo in campo
agroalimentare per lestrazione della caffeina
dai chicchi di caffè e degli olii essenziali dai
prodotti vegetali. Attualmente le applicazioni
sono numerose la tecnica (preliminare
allanalisi con cromatografia fluida
supercritica, SFC) risulta particolarmente
efficiente nellestrazione di grassi dagli
alimenti, ma è impiegata anche per pesticidi,
glucosidi, vitamine, ecc.
19Estrazione con fasi solide (SPE)
- Lestrazione con fasi solide prevede lutilizzo
di una fase estraente, appunto, solida,
normalmente costituita da una colonnina impaccata
con materiale avente proprietà sorbenti. Si
tratta di una tecnica molto diffusa e utilizzata
in tutti campi della chimica analitica, sia per
estrarre selettivamente gli analiti di interesse,
sia per purificare i campioni che si vogliono
analizzare (es. precolonne per cromatografia) - La tecnica sfrutta quindi laffinità di una fase
sorbente per alcune sostanze presenti nel
campione, che possono essere sia gli analiti di
interesse sia sostanze interferenti che si
desidera eliminare dal campione. La scelta del
materiale sorbente più opportuno rende possibile
modulare la procedura a seconda delle necessità
20Passaggi nella SPE
- Il procedimento consta delle seguenti fasi
- Se si desidera eliminare gli interferenti anzichè
trattenere gli analiti, è sufficiente usare una
fase solida con affinità per i composti che si
vuole eliminare dal campione
Attivazione del materiale sorbente
Passaggio del campione sulla colonnina con
trattenimento selettivo degli analiti
Lavaggio per eliminare specie indesiderate
Desorbimento (eluizione) degli analiti trattenuti
con un opportuno solvente
21Fasi sorbenti
- I meccanismi su cui si basa il trattenimento di
sostanze su fase solida sono tre
- Adsorbimento, dovuto a forze di Van der Waals,
legami idrogeno, interazioni dipolo-dipolo - Ripartizione di un soluto tra due fasi
immiscibili - Interazione coulombiana tra cariche di segno
opposto
22Scelta della fase sorbente
- Sui principi citati funziona la maggior parte
delle fasi solide utilizzate per la SPE, che sono
molto simili a quelle impiegate in cromatografia
liquida. A seconda del tipo di composto che si
vuole trattenere (non polare, polare o ionico) si
possono scegliere le seguenti fasi - La fase non polare Si-C18 è una delle più
utilizzate come filtro per la rimozione di
interferenti idrofobici - Le fasi a scambio ionico sono utilizzate per il
trattenimento di analiti ionici o ionizzabili
come pesticidi, erbicidi, tossine, ecc.
Non polari Polari a scambio ionico
Silice-C18 Si-CN SCX, a scambio cationico con gruppi SO3-
Silice-C8 Silice a scambio cationico con gruppi chelanti
Silice -fenile Allumina SAX, a scambio anionico con gruppi ammonio
23Fasi eluenti
- Il desorbimento degli analiti o eluizione è
effettuato facendo passare sulla colonnina un
piccolo volume di solvente che recupera le
sostanze trattenute. Il volume delleluente può
essere ridotto per incrementare la sensibilità
del metodo analitico - Per la scelta delleluente è necessario tenere
conto del tipo di interazione stabilito tra la
fase solida sorbente e lanalita leluente deve
avere uninterazione con lanalita maggiore di
quella che questultimo ha con la fase sorbente - Eluenti tipici possono essere
- una soluzione acida (HNO3, HCl) per eluire ioni
metallici da una fase a scambio ionico - un solvente organico a polarità varia (metanolo,
diclorometano, acetonitrile) per eluire composti
organici da una fase Si-C18
24Compatibilità con la tecnica analitica
- Un parametro importante per scegliere il sistema
SPE e in particolare la fase eluente consiste
nella compatibilità con la tecnica analitica. In
particolare, se successivamente al pretrattamento
si impiega una tecnica cromatografica possono
esserci dei vincoli - Ad esempio, se dopo il trattamento SPE è prevista
la separazione su una colonna Si-C18, stabile
fino a pH 7, non si potrà evidentemente
utilizzare un sistema SPE che preveda luso di un
eluente basico
- tolleranza del sistema cromatografico a solventi
organici - tolleranza a valori di pH estremi (eluente molto
acido o molto basico) - tolleranza a contenuto salino elevato
25Applicazioni della SPE
- Le applicazioni della tecnica SPE in campo
analitico sono numerosissime. Naturalmente i
campioni liquidi sono quelli più idonei al
trattamento con SPE preliminare allanalisi vera
e propria nellanalisi di campioni solidi è
necessario uno stadio di solubilizzazione o di
estrazione con solvente. Alcuni esempi di
applicazioni sono i seguenti
- Estrazione di composti volatili, acidi grassi ed
esteri dal vino si ottiene con una fase
estraente a fase inversa del tipo Si-C18 o Si-C8 - Estrazione di antocianine e polifenoli dal vino
si ottiene con una fase estraente polimerica a
base di polivinilpirrolidone (PVP) - Purificazione di un campione liquido da cloruri
si ottiene con una fase estraente contenente ioni
Ag, con i quali lo ione Cl- forma AgCl insolubile
26Verifica delle condizioni
- Per ottenere un trattenimento efficiente, è
sempre opportuno verificare il campo di
applicazione della fase estraente. In particolare
il pH del campione può essere decisivo nel
successo di una procedura SPE, in quanto a
seconda del pH molte sostanze possono avere un
comportamento ionico o non ionico, acido o
basico, ecc. - Nel caso, ad esempio del trattenimento di acidi
carbossilici su fase inversa Si-C18, esso si può
realizzare già a pH debolmente acido, al quale
gli acidi carbossilici sono protonati e quindi
hanno un comportamento non ionico per valori di
pH elevati nel campione, invece, gli acidi
potrebbero essere parzialmente deprotonati e
quindi non essere trattenuti su una fase
estraente apolare
27Preconcentrazione con SPE
- Un impiego importante della SPE consiste nel
preconcentrare gli analiti di interesse
preliminarmente allanalisi, cioè
nellincrementare la concentrazione degli analiti
nel campione se questa è troppo bassa per poter
essere misurata con gli strumenti a disposizione - La preconcentrazione si ottiene facendo fluire
volumi elevati di campione sulle colonnine se
lanalita o gli analiti sono completamente
trattenuti dalla fase estraente, è possibile
ottenerne il rilascio utilizzando un piccolo
volume di eluente. Se il volume di eluente è
inferiore al volume di campione caricato e se il
trattenimento e il rilascio degli analiti sono
quantitativi, si avrà un incremento della
concentrazione degli analiti che può essere
quantificato in ragione del rapporto Vc/Ve (Vc
volume di campione caricato sulla fase estraente,
Ve volume di eluente) - Naturalmente leluente dovrà essere scelto in
modo che sia sufficientemente forte da desorbire
tutto lanalita trattenuto in un piccolo volume - Il sistema fase solida estraente/eluente può
essere scelto in modo da ottenere
contemporaneamente la preconcentrazione degli
analiti e la rimozione delle sostanze interferenti
28Tecniche cromatografiche
- campioni solidi
- analisi diretta impossibile
- dissoluzione (digestione acida, fusione)
- estrazione in solvente
- campioni liquidi
- analisi diretta
- correzione di alcuni parametri (pH, salinità)
- estrazione in solvente
29Opzioni nella preparazione del campione
- Filtration
- Centrifugation
- Solvent extraction
- Solid Phase Extraction (SPE)
- Supercritical Fluid Extraction (SFE)
- Preparative Chromatography
- Column Switching
- Derivatization
30Linee-guida
- Minimum sample purity required
- Free of particulates
- Completely soluble in mobile phase
- Start with minimal sample prep
- Filtration is often sufficient
- Additional sample prep needs may be identified
during preliminary separations
31Schema preparazione del campione
Selezione sistema cromatografico
32Tecniche spettroscopiche
- campioni solidi
- analisi diretta (IR, Raman, XRF)
- slurry sampling (spettroscopia atomica)
- dissoluzione (digestione acida, fusione)
- estrazione in solvente
- campioni liquidi
- analisi diretta
- correzione di alcuni parametri (pH, salinità)
- estrazione in solvente
33Tecniche elettrochimiche
- campioni solidi
- analisi diretta impossibile
- dissoluzione (digestione acida, fusione)
- estrazione in solvente
- campioni liquidi
- analisi diretta
- correzione di alcuni parametri (pH, salinità,
elettrolita di supporto) - estrazione in solvente
34Tecniche volumetriche
- campioni solidi
- analisi diretta impossibile
- dissoluzione (digestione acida, fusione)
- estrazione in solvente
- campioni liquidi
- analisi diretta
- correzione di alcuni parametri (pH, salinità,
elettrolita di supporto) - estrazione in solvente
35Saggi qualitativi
- campioni solidi
- analisi diretta impossibile
- dissoluzione (digestione acida, fusione)
- estrazione in solvente
- campioni liquidi
- analisi diretta
- correzione di alcuni parametri (pH, salinità,
elettrolita di supporto) - estrazione in solvente
36Conservazione dei campioni
- Una volta effettuato il campionamento e/o il
processo di pretrattamento, è opportuno
conservare i campioni, prima dellanalisi, in
contenitori che ne preservino il più possibile le
caratteristiche chimico-fisiche. La scelta dei
contenitori va fatta in primo luogo valutando la
possibilità che i materiali alterino la
concentrazione degli analiti che si va a
determinare - I materiali più comuni per lo stoccaggio dei
campioni sono i seguenti - vetro
- polietilene (PE)
- polipropilene (PP)
- politetrafluoroetilene o Teflon (PTFE)
37Conservazione dei campioni
- Vetro (borosilicato)
- Analisi organica
- Campioni acquosi
- Plastica (PP, PE, HDPE, PTFE)
- Analisi di metalli
- Campioni solidi
- Analiti volatili
- Contenitori chiusi senza spazio di testa
- Analisi sensibili alla luce
- Vetro marrone
- Analisi facilmente ossidabili
- Evitare esposizione allaria
38Vetro
- Il vetro ha ottime caratteristiche di resistenza
termica e chimica, essendo attaccabile soltanto
da HF concentrato. Per questo motivo è adatto
allo stoccaggio di campioni liquidi di ogni
genere, in particolare a matrice organica. - Va però considerato attentamente il suo impiego
nel caso si sia interessati alla determinazione
elementare in tracce o ultratracce. Il vetro è
generalmente composto da miscele di ossidi di
metalli alcalini e alcalino-terrosi e di Si, Al,
B, Pb. La superficie esposta al campione contiene
gruppi silanolici che sono bilanciati da cationi
potenzialmente scambiabili in condizioni di pH o
salinità estremi - Si-O-Ba2 2(Na, H) ? Si-O-2(Na, H) Ba2
- Ciò significa che, in presenza di campioni molto
aggressivi, la superficie del contenitore in
vetro può rilasciare al campione ioni metallici
alcalini o alcalino-terrosi, alterandone la
concentrazione originale. Parallelamente, alcuni
cationi del campione possono essere sorbiti dalla
superficie del vetro
39Controindicazioni del vetro
- La maggior parte della vetreria è adatta
allimpiego nellanalisi FAAS, GF-AAS o ICP-AES,
ma diventa da evitare se si impiega la tecnica
ICP-MS. Dovendo determinare metalli del I e II
gruppo a livelli di concentrazione molto bassi è
necessario tenere presente le seguenti
controindicazioni - Se non è possibile evitare luso del vetro, è
opportuno mantenere i contenitori in soluzione
acida prima delluso oppure pulire regolarmente
la vetreria con acido cromico e detergenti
commerciali
- Vetri a composizione classica soda-calce possono
rilasciare Si. Na, Ca, Mg, Al (elementi maggiori)
oltre a Zr, Li, Ba, Fe, K, Mn (elementi minori e
tracce) - Vetri al borosilicato possono rilasciare B
40Contenitori in plastica
- Attualmente i contenitori più utilizzati per
lanalisi in tracce sono quelli costituiti da
materiali plastici. Polipropilene, polietilene,
polistirene, Teflon e altri disponibili negli
ultimi 20 anni hanno sostituito il vetro per gli
usi più sofisticati. Generamente si tratta di
materiali a basso costo e quindi possono essere
utilizzati in ogni occasione per quando riguarda
la determinazione di specie inorganiche mentre
non sono adatti nella determinazione di specie
organiche che possono essere adsorbite sulla
superficie
41Polietilene
- Il polietilene o PE è chimicamente inerte, come
tutte le poliolefine solo reagenti fortemente
ossidanti sono in grado di renderlo fragile, o di
causarne rammollimento o rigonfiamento, effetti
che sono comunque reversibili. Il PE è molto
economico
Esistono due versioni, a bassa densità (LDPE) e
ad alta densità (HDPE), con il secondo più rigido
e meno permeabile Il PE è adatto allanalisi di
metalli in tracce, ma può adsorbire ioni
metallici sulla superficie se la soluzione non è
acidificata. In alternativa, è possibile
condizionare i contenitori mantenendoli in acido
nitrico per desorbire eventuali ioni
42Polipropilene
- Il polipropilene (PP) ha caratteristiche di
resistenza chimica analoghe al PE e a temperatura
ambiente non è sciolto da alcun solvente. I
contenitori in PP sono economici - Il PP è adatto alla conservazione dei campioni
per lanalisi dei metalli in tracce, previa
acidificazione dei campioni stessi o
condizionamento in acido nitrico
43PTFE
- Il politetrafluoroetilene o PTFE ha
caratteristiche uniche tra i materiali per
contenitori, in quanto è resistente a
praticamente tutti i reagenti chimici solo sodio
fuso, potassio fuso,
fluoro e fluoroderivati sono in grado di
attaccarlo. La sua resistenza è legata ovviamente
alla sua struttura chimica il legame
carboniofluoro è uno dei più forti in natura. La
resistenza termica è elevata, in quanto resiste
fino ad almeno 300C senza degradarsi Il PTFE si
prepara come polvere bianca fine dalle
caratteristiche meccaniche inferiori, e viene poi
trattato in forno per dare blocchi sinterizzati
da cui è possibile ottenere fogli, nastri e altre
forme commerciali
44Caratteristiche del PTFE
- Il PTFE è molto indicato per lanalisi di metalli
in tracce in quanto contiene quantità limitate di
contaminanti e ha scarsa tendenza
alladsorbimento. Queste caratteristiche si
pagano caro in quanto il PTFE è decisamente più
costoso dei polimeri citati in precedenza
45Altri polimeri fluorurati
- Esistono polimeri fluorurati che hanno
caratteristiche ancora migliori del PTFE
- Il Tetrafluoroetilene-perfluoropropilene (FEP,
sx) è un copolimero avente resistenza chimica
ancora maggiore - Il PerfluoroAlcossido (PFA, dx) ha
caratteristiche meccaniche e termiche eccellenti
Si tratta di materiali molto costosi