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LE ATTESE MESSIANICHE AL TEMPO DI GESU

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LE ATTESE MESSIANICHE AL TEMPO DI GESU * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * IL MONDO GIUDAICO AL TEMPO DI GES Credo che possa essere utile farsi un'idea ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: LE ATTESE MESSIANICHE AL TEMPO DI GESU


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LE ATTESE MESSIANICHE AL TEMPO DI
GESU
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IL MONDO GIUDAICO AL TEMPO DI GESÙ
  • Credo che possa essere utile farsi un'idea
    anzitutto dell'ambiente "culturale " in cui è
    nato e vissuto Gesù, per poter inquadrare i vari
    tipi di attese messianiche nel contesto in cui
    andavano sviluppandosi in modo che si possa
    comprendere meglio il fatto che Gesù ha operato
    una vera e propria scelta, in rapporto ad altre
    possibili (e sicuramente più popolari) nella sua
    epoca. La finalità di questa appendice dunque non
    è di soddisfare una curiosità di tipo
    intellettuale invece è quella di mostrare sino
    in fondo cosa è significato, per Gesù, vivere il
    suo essere il Messia alla maniera del Servo
    sofferente di JHWH. D'altronde, poiché nel mondo
    giudaico la dimensione religiosa non è
    distinguibile dall'apparato istituzionale e
    ideologico, mi pare opportuno delinearne un
    quadro, per poter comprendere le implicazioni
    soggiacenti ai diversi modi di concepire il
    messianismo.

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LA SOCIETA GIUDAICA
  • La Palestina al tempo di Gesù era abitata da poco
    più di mezzo milione di persone, distribuite in
    piccoli villaggi. Accanto alla gran parte che
    viveva in condizioni modeste del proprio lavoro
    quotidiano vi erano ricchi commercianti,
    proprietari terrieri, usurai e i cosiddetti
    pubblicani, ovvero gli esattori delle tasse per
    conto dei romani, che facevano di questa attività
    una fonte di lucro personale.
  • Numerosi erano i poveri, i mendicanti, i malati,
    i portatori di handicap fisici e psichici che
    erano disprezzati ed emarginati in quanto
    ritenuti peccatori e impuri il ruolo della donna
    era analogo a quello diffuso nelloriente antico
    non poteva partecipare alla vita pubblica, né
    partecipare attivamente al culto (al Tempio le
    donne non potevano oltrepassare il vestibolo a
    loro riservato, e nella sinagoga non
    intervenivano né per la lettura della Torah né
    per le preghiere), né poteva valere come
    testimone nei processi.

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LA SITUAZIONE POLITICA
  • Al tempo di Gesù la Palestina faceva parte
    dell'impero di Roma, e precisamente della
    provincia di Siria. Pompeo la conquistò nel 63
    aC. e Roma in seguito affidò il governo a un
    amico fidato Erode il Grande, che fu re dal 37
    al 4 aC. Alla sua morte la Palestina fu suddivisa
    tra i quattro figli
  • Archelao ereditò la Giudea, la Samaria e
    lIdumea, ma fu un sovrano talmente crudele che
    i romani lo deposero ed esiliarono in Gallia nel
    6 d.C. e nominarono al suo posto un governatore o
    procuratore romano che doveva rispondere del
    suo operato direttamente allimperatore
  • Erode Antipa era tetrarca della Galilea (il
    tetrarca indicava nellantichità il re che
    dominava sulla quarta parte del regno).
  • Filippo era il tetrarca delle regioni a nord-est
    del fiume Giordano (Iturea, Gaulanitide,
    Auranitide, Batanea e Traconitide). Sua moglie
    Erodiade laveva lasciato per il fratello Erode.
  • Lisania invece aveva lultima parte del
    territorio (Abilene) che confinava coi
    possedimenti di Filippo.
  • Salome , la figlia, ebbe le città di Azotus,
    Jamnia e Fasaele.

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LA SITUAZIONE POLITICA
  • Lattività pubblica di Gesù ebbe inizio in
    Galilea sotto il regno di Erode Antipa, mentre
    era imperatore a Roma Tiberio, e si concluse a
    Gerusalemme allora governata dal procuratore
    romano Ponzio Pilato.
  • La "pax romana" consentiva al popolo giudaico una
    certa autonomia governava religiosamente e anche
    civilmente il sinédrio, un consiglio di 70
    anziani con a capo il sommo sacerdote. Roma però
    manteneva l'ordine con le sue truppe, imponeva le
    sue tasse e si riservava la decisione nelle cause
    che comportavano la pena di morte. La religione
    ebraica godeva del particolare statuto di
    "religio licita" (religione ammessa) nell'impero
    romano per questo gli ebrei erano esentati dal
    rendere omaggio religioso all'imperatore e alle
    divinità dell'impero. Anche il cristianesimo agli
    inizi godrà di questa situazione, essendosi
    sviluppato come una ramificazione del giudaismo. 
  • Gesù annunciò il suo regno spirituale aperto a
    tutti i popoli non fu creduto, fu perseguitato e
    ucciso. La ribellione però covava sotto la cenere
    e scoppiò in rivolta armata nel 65 dC. Le legioni
    romane la domarono duramente, e nel 70 dC.
    Gerusalemme venne distrutta la Palestina come
    nazione era finita.

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IL GRAN CONSIGLIO O SINEDRIO
  • Il governo giudaico vero e proprio era nelle mani
    di un Gran Consiglio o Sinedrio (dal greco
    synedrion, che significa assemblea, consiglio),
    composto da 70 membri, oltre al Sommo Sacerdote
    primate, suo presidente. Era formato da tre
    gruppi
  • i Sommi Sacerdoti. La loro figura era sacra e
    la loro carica originariamente vitalizia ed
    ereditaria al tempo di Gesù i romani avevano
    preso a destituirli e nominarli secondo le loro
    convenienze politiche. Venivano eletti fra un
    ristretto numero di famiglie. Nonostante i loro
    poteri nelle faccende civili fossero limitati,
    potevano ancora considerarsi i capi politici,
    oltre che religiosi, della nazione. Inoltre,
    attraverso il Gran Consiglio da loro presieduto,
    governavano anche gli affari civili di loro
    competenza. Appartenevano a famiglie che
    derivavano il loro potere dal fatto che
    occupavano le alte cariche dell'amministrazione
    del Tempio.
  • I Senatori (o "presbiteri", o "anziani") erano
    secolari e scelti tra le famiglie
    dell'aristocrazia. Erano per lo più grandi
    proprietari e costituivano la forza dei
    "sadducei".
  • I Dotti ("scribi"), esperti in teologia o
    diritto, appartenevano per lo più alla fazione
    dei "farisei", che esercitavano una forte
    influenza spirituale sul popolo.
  • Il Gran Consiglio rappresentava il potere in ogni
    aspetto politico-economico, ideologico-spirituale
    e religioso-cultuale. Al tempo di Gesù, sua
    autorità civile era limitata al solo territorio
    della Giudea, ma quella morale sestendeva a
    tutte le comunità ebraiche del mondo. Gli erano
    riconosciute notevoli competenze penali (per le
    pene legate a "reati religiosi") e perciò poteva
    contare su una forza indipendente di polizia e
    poteva praticare detenzioni per le pene capitali
    le sue sentenze dovevano essere ratificate dal
    governatore romano.

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IL TEMPIO DI GERUSALEMME E LA SINAGOGA
  • Il Tempio era il segno della presenza di Dio in
    mezzo agli uomini. Il primo Tempio fu fatto
    costruire da Salomone, durante il periodo
    monarchico nel X sec. a.C. Distrutto dal
    babilonese Nabucodonosor, il conquistatore di
    Gerusalemme, fu nuovamente ricostruito dopo
    lesilio. Raggiunse una magnificenza senza pari
    sotto Erode il Grande (ai tempi di Gesù) e venne
    definitivamente distrutto dai Romani nel 70 d.C.
  • Durante lesilio a Babilonia gli Ebrei, orfani
    del Tempio, iniziarono a radunarsi nelle
    sinagoghe, luoghi di culto e di preghiera. Dopo
    la distruzione definitiva del Tempio nel 70 d.C.,
    luso della Sinagoga divenne una consuetudine.
    Ancora oggi gli Ebrei si radunano nelle sinagoghe.

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LA LEGGE O TORÀH
  • Al tempo di Gesù, la Legge (la Toràh) dominava
    l'intera vita della comunità ebraica ed il fine
    dell'educazione di famiglia, Sinagoga e società
    civile era quello di convertire tutti in
    discepoli del Signore, attraverso la conoscenza e
    la pratica della Legge.
  • Questa rappresentava l'espressione suprema della
    volontà di JHWH, per cui attorno ad essa
    gravitava tutta la vita individuale e sociale
    inoltre, sotto l'influsso farisaico, era diffusa
    la convinzione che l'osservanza dei Comandamenti
    era l'essenza della religione.

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IL MESSIA
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LATTESA DI UN LIBERATORE
  • A quell epoca era molto forte lattesa della
    liberazione da parte di un Messia (la parola
    messia è la trascrizione italiana della parola
    ebraica masìah, che significa unto di Dio), che
    alcuni interpretavano come un liberatore politico
    dal giogo di Roma che avrebbe realizzato
    finalmente le promesse di Dio e instaurato un
    regno di benessere e di pace.
  • NellA.T. il Messianismo era di tipo regale,
    profetico e apocalittico.
  • Lattesa di un Messia è molto radicata nella
    storia ebraica gli ebrei pensavano che, quando
    vi fosse stata una situazione di pericolo, JHWH
    (Il Signore) avrebbe inviato un Messia con il
    compito di salvare il suo popolo.
  • Erano anche piuttosto diffusi movimenti che si
    proponevano un risveglio religioso. Tra questi
    si distingueva il movimento di Giovanni il
    Battista, che dai Vangeli è presentato come il
    preparatore dellavvento di Cristo.

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I GRUPPI RELIGIOSI
  • La società giudaica al tempo di Gesù era
    frammentata in gruppi religiosi che, pur
    accomunati dalla fede in JHWH, davano
    interpretazioni diverse della tradizione e della
    Legge. Gesù ebbe spesso con alcuni di loro
    incontri e scontri.
  • Le classi più abbienti della popolazione erano
    favorevoli al dominio romano fortemente
    antiromani erano i ceti più popolari, che della
    dominazione straniera maggiormente subivano le
    conseguenze sociali e economiche.
  • Parlando di queste suddivisioni il N.T. le
    definisce sette .

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I GRUPPI RELIGIOSI
  • Sulla base di quanto esposto sinora, sarà ora
    facile inquadrare le ideologie delle varie sétte
    e fazioni, che di seguito delineeremo nei tratti
    essenziali, e le modalità secondo cui si
    articolavano le rispettive "attese messianiche",
    corrispondenti sostanzialmente alla concezione
    che avevano circa il "Regno di Dio".

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PARTITI RELIGIOSI E CORRENTI POLITICHE AL TEMPO
DI GESÙ
  • I Farisei
  • Gli Scribi
  • Gli Anziani
  • I Sadducei
  • I Sacerdoti
  • Gli Zeloti
  • Gli Esseni
  • I Samaritani
  • Gli Erodiani
  • I Movimenti Battisti

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I FARISEI
  • Il nome dei Farisei deriva dalla parola ebraica
    perûšîm, ovvero separati, divisi, in ossequio al
    loro ideale di purità si separavano dalla gente
    comune, e da tutto ciò che non era giudaico ed
    impuro. Il termine "fariseo" al tempo di Gesù,
    nel suo linguaggio, è un termine onorifico che
    caratterizza persone molto religiose, impegnate,
    serie. Tra di loro ci sono i dottori della legge
    e gli scribi.
  • L'origine di questo gruppo risale al periodo dei
    Maccabei, quando questa famiglia difese, con la
    vita, la fede giudaica dalla cultura pagana
    ellenistica.
  • Sono laici appartenenti alla classe media
    artigiani, contadini e commercianti. Giudei
    osservanti della legge, della Tôrâh, attribuivano
    la massima importanza a tutto quanto fosse
    collegato alla osservanza delle leggi di purezza
    rituale anche fuori del Tempio. L'interesse dei
    farisei è concentrato nello zelo per la legge di
    Dio e per tutte le norme dei maestri. Si
    proponevano di applicare le pratiche religiose
    sino ai più piccoli particolari della vita.
  • Aspettavano un Messia legislatore , un nuovo Mosè
    che restaurasse nei minimi particolari la Legge.

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I FARISEI
  • Essi mostravano massimo rispetto per la Torah,
    ovvero il Pentateuco, la legge di Mosè, scritta e
    da essi interpretata ma consideravano
    altrettanto fondamentale la legge o torah orale,
    una tradizione che interpretava e completava
    lopera mosaica.
  • Esercitano una notevole influenza sul popolo.
    Erano sostenuti dalla maggioranza del popolo che
    ne ammirava anche la scrupolosa osservanza della
    legge ed i costumi per cui nel Sinedrio essi
    godevano di grande autorità.
  • Latteggiamento di Gesù verso di loro fu di
    accusa e criticaGuai a voi , ipocriti
    ,dicono e non fanno? , ?serpenti, razza di
    vipere ?.. (Mt 23,1-33) e scontro, soprattutto
    nelle cinque controversie o dispute Galilaiche
    espresse nei sinottici in Mt 9,1-12,14 Mc
    2,1-3,6 Lc 5,17-6,11 e nelle cinque
    controversie a Gerusalemme (Mc 11,1-12,44 Mt
    19,1-22,46 Lc 19,1-20,40).
  • Ma vi furono anche alcuni Farisei con cui strinse
    rapporti amichevoli (Simeone (Lc 2,25-33),
    Nicodemo (Gv 3,1-21), Giuseppe dArimatea (Mc
    15,43)

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DOTTRINA FARISAICA
  • Osservanza meticolosa della Legge essi
    mostravano rispetto per la torah, ovvero il
    Pentateuco, la legge di Mosè, scritta e da essi
    interpretata ma consideravano altrettanto
    fondamentale la legge o torah orale, una
    tradizione che interpretava e completava lopera
    mosaica.
  • l'immortalità dell'anima dopo la morte, le
    anime dei giusti aspettano di passare a una nuova
    vita, in un mondo sotterraneo quelle dei
    peccatori subiscono lì la punizione
  • Credevano nella vita dopo la morte sostengono
    la risurrezione e lesistenza di angeli (At
    23,6-8).
  • Netta opposizione a romani e sadducei
    alimentano la speranza messianica. Religione e
    politica non si separano.
  • Dio interviene nel destino dell'uomo pur senza
    privare la libertà umana nel suo agire.

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GLI SCRIBI
  • Detti rabbì (maestro), o dottori della
    Legge.
  • Il nome Scriba (dallebraico sofer che
    corrisponde al greco grammatéus scrivente)
    indica chi è specializzato nella trascrizione
    della Legge e dei testi relativi al culto altri
    termini usati nel Nuovo Testamento sono giurista,
    didascalo o dottore della legge.
  • Gli scribi al tempo di Gesù erano gli studiosi
    del giudaismo ufficiale tramandato nella Toràh
    scritta (bibbia) e nella Toràh orale (la
    tradizione dei saggi, che verrà raccolta per
    iscritto nella Mishnàh e Talmud). Lo scriba era
    il teologo ufficiale del tempo incaricato di
    leggere, tradurre e interpretare la Sacra
    Scrittura al popolo.
  • Gli Scribi insegnavano la legge in scuole da loro
    fondate (At 22,3), nelle sinagoghe
    (cfr. At 18,4 ), nella casa del rabbi o nel
    cortile del Tempio (Lc 2,46), circondati dai loro
    scolari. Essi provenivano da classi sociali
    disparate cerano anzitutto membri del ceto
    sacerdotale, ma la maggioranza di essi era di
    origine laicale.

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GLI SCRIBI
  • Appartenevano soprattutto alla corrente
    farisaica nei Vangeli e nella tradizione
    giudaica Scribi e Farisei sono continuamente
    associati, ed è normale, tenendo conto della
    realtà contemporanea ma non tutti gli scribi
    erano Farisei, come non ogni Fariseo era uno
    Scriba.
  • Lautorità di cui godevano questi legisti è
    dimostrata anzitutto dal titolo di rabbi
    maestro (da Rav grande, da cui rabbino) che fu
    loro attribuito. Avevano un grande influsso sul
    popolo e un grande potere spirituale sulle
    coscienze.
  • Esaminando la Legge, avevano elaborato, col
    tempo, un immenso commentario che spiegava il
    senso degli antichi precetti e osservanze e
    definiva ciò che si doveva fare in ogni minima
    circostanza. Erano giunti a scoprirvi ben 613
    comandamenti divini, 365 dei quali negativi e
    indicanti proibizioni, e 248 positivi, da cui
    nasce il legalismo religioso.

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DOTTRINA - SCRIBI
  • La loro dottrina era incentrata su un
    devozionismo verso Dio distinto dall'amore per
    l'uomo, per cui il culto di JHWH esonerava dagli
    obblighi verso il prossimo. Concepivano il
    rapporto con JHWH in termini di colpa-merito,
    sicché Dio diveniva creditore del colpevole e
    debitore verso il giusto e, poiché i meriti
    dipendevano dal rispetto minuzioso dei precetti,
    l'attenzione veniva concentrata su di essi.
  • Questa concezione della Legge soffocava ogni
    iniziativa dell'uomo, perché l'ideale era quello
    di una vita programmata nei minimi dettagli. Ne
    emergeva l'immagine di un dio-giudice, che premia
    o punisce l'uomo a seconda dell'osservanza o meno
    dei precetti ma, data l'impossibilità
    dadeguarsi completamente al gran numero di
    norme, sull'uomo pesava continuamente la minaccia
    del castigo divino.

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GLI SCRIBI
  • La loro menzione ricorre specialmente a proposito
    delle polemiche con Gesù o dei rimproveri che
    loro rivolge Gesù con la massa delle loro
    prescrizioni minute, pesi impossibili da
    portare, facevano perdere di vista ai fedeli ciò
    che era essenziale nella legge stessa (Mt 15,1
    Lc 11,26) la giustizia e la carità (Mt 23,25 Lc
    11,42). Dimentichi dei doveri primordiali ed
    essenziali della religione, vivevano nellinganno
    di una giustizia puramente esteriore, che
    facevano apparire come giustizia vera erano
    quindi vanitosi (Mc 12,38-40), ipocriti e iniqui,
    avari, rapinatori e ingannatori, che toglievano
    il moscerino con il filtro e ingoiavano il
    cammello (Mt 23,13-39).
  • La loro ostilità per Gesù, dapprima come
    scandalo per la sua familiarità con i
    pubblicani e peccatori (Lc 5,31 15,2), cieca
    invidia per i suoi miracoli e gelosia della sua
    popolarità (Mt 22,15), diventa odio sempre più
    deciso gli scribi lo accusano, gli aizzano
    contro la folla, preparano i momenti della sua
    Passione. Tra loro, tuttavia non vi furono solo
    perversi, come Gesù riconobbe, ammaestrando
    quello che gli chiese di seguirlo (Mt 8,19), e
    dicendo a un altro che non era lontano dal regno
    di Dio (Mc 12,28-34).

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GLI ANZIANI
  • Accanto agli Scribi va menzionato il gruppo degli
    Anziani ai quali i Vangeli alludono spesso (cfr.
    Mc 15,1 Mt 16,21 Lc 22,52).
  • Non si tratta di Dottori della Legge, ma di
    patrizi, persone altolocate, indicati dalle fonti
    come capi del popolo, notabili, nobili.
  • Essi avevano un ruolo predominante nel
    governo della nazione dopo lesilio, ma la loro
    influenza nel Sinedrio al tempo di Gesù era
    alquanto diminuita.

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I SADDUCEI
  • Nome derivante da Sadoq, sacerdote al tempo di
    Salomone. E il gruppo più
    potente. Rappresentano la classe aristocratica
    ricchi latifondisti i Sadducei provenivano
    soprattutto dalla classe sacerdotale e vi faceva
    parte il Sommo Sacerdote (capo del Sinedrio e
    quindi massima autorità) Al tempo di Gesù sono
    collaboratori della casa regnante. Sono dei
    "conservatori" e, poiché amano il potere, sono
    politicamente scaltri e raffinati. Controllano il
    Tempio ci Gerusalemme.
  • Aspettavano un messia regale che restaurasse la
    monarchia di Davide, ma cercavano di mantenere la
    situazione in cui si trovavano, godendo di
    numerosi privilegi e vantaggi. Accettavano le
    situazioni di ingiustizia e di oppressione, per
    non compromettere la loro posizione.
  • Osservanza rigida della Legge accettavano come
    libro sacro solo il Pentateuco. Legati alla
    tradizione e al servizio del Tempio, erano
    piuttosto snobbati dal popolo, e non avevano
    grande autorità al di là di quella derivante dal
    servizio liturgico. Nel Sinedrio, la presenza
    degli Scribi e dei Farisei ne limitava assai
    linfluenza. Farisei e Sadducei non andavano
    daccordo, ma insieme decisero di uccidere Gesù
    (Mc 11,16 Gv 11,45-54). Conosceranno fortuna
    sotto i romani, fino alla strage del 70. Poi
    scompaiono.

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I SADDUCEI
  • Osservanza rigida della Legge accettavano come
    libro sacro solo il Pentateuco. Legati alla
    tradizione e al servizio del Tempio, erano
    piuttosto snobbati dal popolo, e non avevano
    grande autorità al di là di quella derivante dal
    servizio liturgico.
  • Nel Sinedrio, la presenza degli Scribi e dei
    Farisei ne limitava assai linfluenza. Farisei e
    Sadducei non andavano daccordo, ma insieme
    decisero di uccidere Gesù (Mc 11,16 Gv 48,50).
    Conosceranno fortuna sotto i romani, fino alla
    strage del 70. Poi scompaiono.
  • Gesù a proposito della dottrina dei Sadducei (e
    dei Farisei) dirà Fate bene attenzione e
    guardatevi dal lievito dei Farisei e Sadducei
    (Mt 16, 6 ss.).

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DOTTRINA SADDUCEA
  • Non credevano nella resurrezione dei morti o in
    altro tipo di sopravvivenza personale (Mt 22,23
    Mc 12,18-27) e neppure negli angeli e spiriti (At
    23,8)). I sadducei nel vangelo cercano di trarre
    in inganno Gesù a proposito della risurrezione
    (Lc 20,27-40).
  • Osservanza della Legge ma sono per la sola
    tradizione scritta (Mc 7,3s.). Secondo loro
    losservanza religiosa consisteva in una adesione
    rigorosa alla lettera della Torah e si
    rifiutavano di accettare qualsiasi precetto che
    non fosse scritto nella legge di Mosè. Erano
    legatissimi al Tempio e alla liturgia.
  • Libero arbitrio, fatica a vedere la presenza di
    Dio sostenevano che bene e male dipendono
    esclusivamente dalle scelte dell'uomo e che
    quindi Dio non può esercitare nessuna influenza.
  • Separazione di religione e politica.

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I SACERDOTI
  • In Israele il sacerdozio costituisce
    un'istituzione permanente di uomini dedicati al
    servizio di YHWH. L'organizzazione del sacerdozio
    era strettamente gerarchica ed ereditaria
    appartenendo alla tribù di Levi, i sacerdoti
    erano tali in quanto discendenti di Aronne ed
    erano i soli che potevano officiare al Tempio
    fra questi il Sommo Sacerdote rappresentava la
    linea primogenita. Egli aveva funzioni religiose
    ed insieme civili e politiche ed era, dopo
    l'esilio, il vero capo della comunità di Israele.
    Solo il Sommo Sacerdote poteva entrare nel luogo
    Santissimo nel giorno delle espiazioni.
  • Divisi in gruppi, servivano nel Tempio per una
    settimana lanno e durante le feste annuali.
    Potevano svolgere altri lavori, ma non quelli
    agricoli, e dovevano rispettare le regole di
    purità prescritte nella Bibbia. Usufruivano delle
    decime e delle offerte fatte al Tempio.

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GLI ZELOTI
  • Zeloti ossia zelanti applicatori della Legge.
    Sono nati dopo la morte di Erode I il grande (4
    a.C.), allinizio soprattutto per ribellione
    verso il totalitarismo dei suoi successori.
  • Erano fanatici nazionalisti, che formavano gruppi
    clandestini di resistenza e attendevano un Messia
    politico-militare, liberatore di Giuda
    dall'oppressione dei romani e dei loro complici
    nazionali. Secondo gli esegeti, pare che Simone
    "il Cananeo", uno dei Dodici apostoli (Lc 6,15),
    provenisse da questa sètta mentre l'ipotesi che
    Giuda "l'Iscariota" vi appartenesse sembra
    piuttosto un tentativo di spiegare il suo
    tradimento.
  • Fra gli Zelòti vi era un gruppo di terroristi,
    armati di pugnali, chiamati i "sicàri" (il nome
    sicario deriva da sica il pugnale corto che i
    romani usavano come arma) costoro, profittando
    degli assembramenti durante le feste religiose,
    uccidevano alle spalle i loro nemici i soldati
    romani ed i loro collaboratori ebrei, primi fra
    tutti i pubblicani, per il loro mestiere di
    esattori delle tasse in favore di Roma. Alcuni
    ipotizzano che Barabba appartenesse a questo
    gruppo.

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DOTTRINA - ZELOTI
  • Sul piano dottrinale erano completamente
    daccordo con i Farisei, ma dai quali differivano
    per la scelta della violenza e per una fervente
    attesa escatologica del Messia essendo giunto il
    momento di imporre il regno di Dio attraverso la
    lotta armata.
  • Sostenevano che pagare il tributo ai romani
    significasse riconoscere il loro dominio e che
    questo fosse tradire il primo Comandamento della
    Legge, dell'unicità di Dio.

28
GLI ESSENI
  • I Pii, i Puri cioè quel gruppo di sacerdoti
    che aveva rotto col potere politico e religioso,
    si erano staccati dal clero di Gerusalemme,
    perché in disaccordo, e si erano ritirati nella
    zona desertica di Qumran, a nord-ovest del Mar
    Morto, in Palestina. Qui avevano iniziato una
    vera e propria vita monastica (anche se
    probabilmente vi erano delle intere famiglie) che
    abbracciava tutto il corso della propria
    esistenza e si basava su idee ben precise. La
    Legge aveva valore assoluto e veniva interpretata
    dal maestro di giustizia. Compivano riti di
    abluzione e purificazione.
  • Lideale della povertà e condivisione , vissuto
    comunitariamente affiancato da una vita pura
    avrebbe favorito lavvicinarsi del regno di Dio
    che avrebbe eliminato i malvagi. Aspettavano un
    messia legislatore e sacerdote che sarebbe
    venuto a purificare la Legge, il Tempio e il
    sacerdozio.

29
DOTTRINA - ESSENI
  • La loro teologia includeva il credo
    nell'immortalità dell'anima e il fatto che
    avrebbero ricevuto indietro le loro anime dopo la
    morte
  • Il loro integralismo li portava a considerarsi il
    vero popolo di Dio e ad attendere il "Giudizio
    divino", che, mediante un Messia venuto
    dall'alto, avrebbe salvato solo loro e condannato
    tutti gli altri.
  • Tipicamente essena è la dottrina dualistica che
    prevede due potenze della luce e delle tenebre in
    lotta fra loro la futura vittoria delle prime è
    descritta con le caratteristiche di una
    liberazione militare.
  • Essi aspettavano la risurrezione dei morti, e
    avevano unangelologia molto sviluppata, nella
    convinzione che angeli e demoni influissero sulla
    storia, a discapito del libero arbitrio umano
    predicavano lavvento di un Messia sacerdotale e
    di uno non sacerdote, della stirpe di Davide.

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I SAMARITANI
  • La Samaria era la provincia del centro ed era
    abitata da una popolazione che non era di "pura"
    razza ebraica, perché, dai tempi dell'invasione
    assira (721 a.C.), in quella regione s'erano
    istallati coloni di altre nazioni e le etnie e le
    religioni si erano mescolate. Per questo, dai
    giudei erano considerati "impuri".
  • All'epoca di Gesù, l'odio tra Samaritani e Giudei
    era molto forte (per questo Gesù, rivolgendosi ai
    Giudei, dedica una parabola al buon samaritano
    Lc 10,25-37, e incontra la Samaritana al pozzo
    Gv 4, 1-42 ) e per un giudeo era pericoloso
    viaggiare attraverso la Samaria. I Giudei, da
    parte loro, consideravano i Samaritani come
    eretici e pagani e non volevano avere a che fare
    con loro, per non macchiarsi di impurità.
  • I Samaritani compivano i loro sacrifici sul monte
    Garizim essi ritenevano che il monte Garizim,
    situato nella loro regione, e non il Tempio di
    Gerusalemme, fosse il luogo prescelto da Dio per
    i sacrifici riconoscevano come libri sacri
    soltanto i primi cinque libri della Bibbia e
    attendevano la venuta di un nuovo Mosè.

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DOTTRINA - SAMARITANI
  • Anch'essi attendevano un Messia (Taheb colui
    che viene), liberatore politico (simile a Mosè),
    che avrebbe restaurato l'unità del Regno di
    Israele che avrebbe compreso di nuovo tutta la
    Terra promessa, sino all'instaurazione di un
    Regno universale.

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GLI ERODIANI
  • Gli Erodiani (Mc 3, 6 12, 13 Mt 22, 16) erano
    una corrente politica diametralmente opposta a
    quella degli zeloti. Erano i partigiani della
    dinastia di Erode il Grande. Erano
    particolarmente forti in Galilea, dove regnava da
    molti anni Erode Antipa. A Gerusalemme alcune
    importanti famiglie erano rimaste fedeli alla
    dinastia idumea.
  • Gli Erodiani erano vicini ai farisei e ai
    sadducei, con cui condividevano l'opinione che
    era opportuno collaborare con le autorità romane
    allo scopo di evitare danni maggiori ad Israele.
  •  

33
I MOVIMENTI BATTISTI
  • In Palestina esistevano movimenti popolari di
    risveglio religioso che annunciavano limminenza
    della salvezza escatologica, annunciata a tutti
    senza distinzioni, anche ai pagani (Lc 3,7-14),
    tramite limmersione nellacqua viva. Aspettavano
    un messia giudice.
  • Giovanni Battista certamente radunò attorno a sé
    un gruppo (Gv 3,22 4,1-2).
  • Il rito del battesimo (da baptìzein, immergere)
    nellacqua viva è differente dalle abluzioni
    farisaiche nellacqua purificata esso è più
    direttamente legato allidea della cancellazione
    del peccato nellimminenza dellera escatologica.
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