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IL BUON USO DEL SANGUE

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Title: LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE ITALIANA Author: lr Last modified by: a.tognaccini Created Date: 9/18/2004 2:50:14 PM Document presentation format – PowerPoint PPT presentation

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Title: IL BUON USO DEL SANGUE


1
IL BUON USO DEL SANGUE
  • LA SICUREZZA TRASFUSIONALE

2
LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE
  • DECRETO LEGISLATIVO 6 novembre 2007, n. 191
    "Attuazione della direttiva 2004/23/CE sulla
    definizione delle norme di qualità e di sicurezza
    per la donazione, l'approvvigionamento, il
    controllo, la lavorazione, la conservazione, lo
    stoccaggio e la distribuzione di tessuti e
    cellule umani."  
  • DECRETO LEGISLATIVO 9 novembre 2007, n.
    207"Attuazione della direttiva 2005/61/CE che
    applica la direttiva 2002/98/CE per quanto
    riguarda la prescrizione in tema di
    rintracciabilità del sangue e degli emocomponenti
    destinati a trasfusioni e la notifica di effetti
    indesiderati ed incidenti gravi.

3
LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE
  • DECRETO LEGISLATIVO 9 novembre 2007, 208
    "Attuazione della direttiva 2005/62/CE che
    applica la direttiva del 2002/98/CE per quanto
    riguarda le norme e le specifiche comunitarie
    relative ad un sistema di qualità per i servizi
    trasfusionali."  
  • DECRETO MINISTERIALE 26 Aprile 2007 (G.U.
    25.06.07 n. 145) ISTITUZIONE DEL CENTRO
    NAZIONALE SANGUE
  • RACCOMANDAZIONE MINISTERO DELLA SALUTE -
    Dipartimento Qualità (05.03.2007)
    "Raccomandazione per la prevenzione della
    reazione trasfusionale da incompatibilità AB0 "

4
LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE ITALIANA
  • Legge n 219 del 21 OTTOBRE 2005 Nuova
    disciplina delle attività trasfusionali e della
    produzione nazionale degli emoderivati
  • Decreto Legislativo 19 AGOSTO 2005 n. 191
    Attuazione della Direttiva 2002/98/CE che
    stabilisce norme di qualità e di sicurezza per la
    raccolta, il controllo, la lavorazione, la
    conservazione e la distribuzione del sangue umano
    e dei suoi componenti
  • Decreto Ministeriale 3 MARZO 2005
    Caratteristiche e modalità per la donazione del
    sangue e di emocomponenti
  • Decreto Ministeriale 3 MARZO 2005 Protocolli
    per l'accertamento della idoneità del donatore di
    sangue ed emocomponenti

5
LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE ITALIANA
  • Accordo tra il Ministero della Salute, le regioni
    e le provincie autonome di Trento e Bolzano
    "Linee guida sulle modalità di disciplina delle
    attività di reperimento, trattamento,
    conservazione e distribuzione di cellule e
    tessuti umani a scopo di trapianto

6
LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE ITALIANA
  • Ordinanza Ministeriale 29 MARZO 2004 Non
    idoneità alla donazione di sangue di coloro che
    hanno soggiornato nel Regno Unito
  • Accordo tra il Ministro della Salute, le regioni
    e le province autonome di Trento e Bolzano "Linee
    guida in tema di raccolta, manipolazione e
    impiego delle cellule staminali emopoietiche
    (CSE)
  • Ordinanza Ministeriale 10 GIUGNO 2003 Misure
    precauzionali atte ad evitare il rischio di
    trasmissione di SARS attraverso la trasfusione di
    sangue o di emocomponenti

7
LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE ITALIANA
  • Direttiva 2005/61/CE della COMMISSIONE del 30
    Settembre 2005 applica la Direttiva 2002/98/CE
    del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto
    riguarda le prescrizioni in tema di
    rintracciabilità e la notifica di effetti
    indesiderati ed incidenti gravi.
  • Direttiva 2005/62/CE della COMMISSIONE del 30
    Settembre 2005 recante applicazione della
    Direttiva 2002/98/CE del Parlamento europeo e del
    Consiglio per quanto riguarda le norme e le
    specifiche comunitarie relative ad un sistema di
    qualità per i servizi trasfusionali.
  • Racc. CoE Rec(2004)18 Recommendation (2004) 18
    of the Commitee of Ministers to member states on
    teaching transfusion medicine to nurses

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LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE ITALIANA
  • Direttiva 2004/23/CE del Parlamento Europeo e del
    Consiglio del 31 marzo 2004 Norme di qualità e
    di sicurezza per la donazione, l'approvvigionament
    o, il controllo, la lavorazione, la
    conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione
    di tessuti e cellule umani.
  • Direttiva 2004/33/CE della Commissione del 22
    marzo 2004 Applicazione della Direttiva
    2002/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio
    relativa a taluni requisiti tecnici del sangue e
    degli emocomponenti.
  • Direttiva 2002/98/CE del Parlamento Europeo e del
    Consiglio del 27 gennaio 2003 Norme di qualità
    e di sicurezza per la raccolta, il controllo, la
    lavorazione, la conservazione e la distribuzione
    del sangue umano e dei suoi componenti e che
    modifica la direttiva 2001/83/CE.

9
- Ministero della Sanità Commissione Nazionale
per il Servizio Trasfusionale- D.M. 25 gennaio
2001
  • I RESPONSABILI DI REPARTO
  • Responsabilità del medico
  • Responsabilità dellinfermiere
  • Corresponsabilità del medico e dellinfermiere

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IL FLUSSO OPERATIVO
  • Accertamento dellindicazione alla trasfusione
    (medico)
  • Valutazione della possibilità di autotrasfusione
    (medico)
  • Richiesta di consenso alla trasfusione (medico e
    infermiere)
  • Compilazione della parte anagrafica della
    richiesta (infermiere)
  • Prelievo e firma dei campioni (infermiere/medico)
  • Compilazione della parte clinica e firma della
    richiesta (medico)
  • Verifica della correttezza dei dati (medico)
  • Invio al Servizio Trasfusionale della richiesta
    e dei campioni (infermiere)

11
IL FLUSSO OPERATIVO
  • Trasporto in reparto in contenitore idoneo
    (personale del reparto)
  • Conservazione idonea dellunità fino al
    momento della trasfusione (infermiere)
  • Verifica dellidentità tra il paziente che
    deve ricevere la trasfusione e il nominativo
    riportato sullunità e sul modulo di
    accompagnamento (infermiere)
  • Seconda verifica dellidentità tra il
    ricevente e il nominativo riportato sullunità
    e sul modulo e controllo della compatibilità
    teorica (medico)

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IL FLUSSO OPERATIVO
  • Ispezione della sacca prima della trasfusione
    (medico)
  • Registrazione dellora di inizio della
    trasfusione , del numero della unità e firma
    del medico responsabile della trasfusione
    (medico)
  • Esecuzione della trasfusione (medico
    /infermiere)
  • Sorveglianza del paziente e monitoraggio della
    trasfusione (medico e infermiere)
  • Registrazione dellora di fine trasfusione e
    eliminazione del contenitore (infermiere)

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IL FLUSSO OPERATIVO
  • Segnalazione al Servizio Trasfusionale
    dellavvenuta trasfusione e di eventuali reazioni
    avverse (medico/infermiere)
  • In caso di reazione trasfusionale, invio al
    Servizio Trasfusionale dellunità e dei campioni
    del paziente per i necessari controlli
    (infermiere)

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I RESPONSABILI DI REPARTORESPONSABILITA
DELLINFERMIERE
  • Compilazione della parte anagrafica della
    richiesta
  • Esecuzione del prelievo dei campioni,
    compilazione delle etichette e firma delle
    provette e della richiesta (per la parte di sua
    competenza)
  • Invio delle richieste e dei campioni al Servizio
    Trasfusionale
  • Gestione in reparto delle unità fino al momento
    della trasfusione
  • Trasfusione sorveglianza del paziente ( insieme
    al medico)
  • Registrazione dellora di termine della
    trasfusione ed eliminazione della sacca
  • Invio al Servizio Trasfusionale del modulo di
    assegnazione della trasfusione

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I RESPONSABILI DI REPARTOCORRESPONSABILITA DEL
MEDICO E DELLINFERMIERE
  • Identificazione del paziente al momento dei
    prelievi del sangue e della trasfusione
  • Verifica dellidentità tra il paziente che deve
    ricevere la trasfusione e i dati riportati
    sullunità
  • Esecuzione della trasfusione e sorveglianza del
    paziente
  • Registrazione dei dati

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Ministero della SanitàCommissione Nazionale per
il Servizio Trasfusionale INDICAZIONI ALLUSO
DEL SANGUE
  • EMOCOMPONENTI sono componenti del sangue che
    possono essere ottenuti con tecniche semplici,
    utilizzabili in un Centro Trasfusionale
  • Emazie concentrate
  • Plasma fresco congelato
  • Concentrati piastrinici

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EMAZIE CONCENTRATE
  • Sono indicate per aumentare rapidamente
    lapporto di ossigeno ai tessuti
  • Il valore soglia di Hb che giustifica la
    trasfusione di globuli rossi nel paziente adulto
    è in genere di 6-7 g/dl, ad eccezione di quei
    casi che presentano marcata diminuzione della
    ossigenazione tissutale (anormalità della
    funzione cardiocircolatoria, respiratoria..). In
    tali pazienti la soglia può essere innalzata fino
    a 9 10 g/dl a seconda delle condizioni cliniche

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TRASFUSIONE OMOLOGAEMAZIE CONCENTRATE
  • NON SONO INDICATE
  • PER ESPANDERE IL VOLUME PLASMATICO
  • IN SOSTITUZIONE DI EMATINICI
  • A SCOPO RICOSTITUENTE

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PLASMA FRESCO CONGELATO
  • È indicato
  • In presenza di emorragia nei deficit congeniti o
    acquisiti di singoli fattori della coagulazione
    quando non sono disponibili i concentrati
    inattivati degli specifici fattori (per es nel
    deficit del fattore V e XI)
  • Nella fase acuta della CID
  • Nel trattamento della porpora trombotica
    trombocitopenica
  • Come antagonista degli anticoagulanti orali in
    presenza di manifestazioni emorragiche maggiori
    se non disponibile il concentrato di complesso
    protrombinico

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PLASMA FRESCO CONGELATO
  • NON è indicato
  • Nei deficit congeniti o acquisiti della
    coagulazione non accompagnati da emorragia
  • Per espandere il volume plasmatico
  • Come apporto nutritivo
  • A scopo profilattico in caso di circolazione
    extracorporea o di trasfusione massiva
  • Nella correzione della terapia eparinica in caso
    di PTT eccessivamente allungato

21
CONCENTRATI PIASTRINICI
  • Sono indicati
  • per il trattamento (e la profilassi) delle
    emorragie dovute a carenza quantitativa o
    qualitativa delle piastrine

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CONCENTRATI PIASTRINICI
  • Per i pazienti medici in condizioni stabili e
    senza complicazioni il valore soglia è 10.000
  • Per i pazienti chirurgici, il valore soglia è
    50.000.
  • Se il conteggio è compreso tra 50.000 e 100.000
    la trasfusione di piastrine è indicata solo in
    particolari condizioni (procedure a cielo
    coperto, neurochirurgia, campi operatori
    altamente vascolarizzati)

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EMODERIVATI
  • Si tratta di prodotti derivati dal sangue che
    richiedono una lavorazione complessa di tipo
    industriale. I più importanti sono
  • ALBUMINA
  • GAMMAGLOBULINE
  • CONCENTRATI DI ANTITROMBINA III
  • CONCENTRATI DI FATTORE VII
  • CONCENTRATI DI FATTORE VIII
  • CONCENTRATI DI FATTORE IX
  • CONCENTRATI DI COMPLESSO PROTROMBINICO

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TRASFUSIONE AUTOLOGA
  • PREDEPOSITO
  • RECUPERO INTRAOPERATORIO
  • RECUPERO POST OPERATORIO

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TRASFUSIONE AUTOLOGA
  • PREDEPOSITO il paziente si auto-dona 1- 2 unità
    di sangue in previsione di un intervento
    chirurgico
  • E INDICATO
  • Quando il paziente debba essere sottoposto a un
    intervento di chirurgia maggiore, con perdite
    previste superiori al 20 del volume ematico
    iniziale
  • Quando sia richiesto per quel tipo di intervento
    un fabbisogno standard uguale o superiore a 2
    unità
  • Lemoglobina al momento del predeposito deve
    essere almeno di 11,5 gr/dl

26
TRASFUSIONE AUTOLOGA
  • RECUPERO INTRAOPERATORIO
  • Gli ambiti duso sono prevalentemente i seguenti
  • Cardiochirurgia
  • Chirurgia vascolare maggiore
  • Chirurgia ortopedica
  • Trapianto di fegato
  • Interventi durgenza in pazienti con
    emoperitoneo rottura di milza, gravidanza
    extra-uterina, rottura di A.A.A.

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TRASFUSIONE AUTOLOGA
  • RECUPERO INTRAOPERATORIO
  • E CONTROINDICATO
  • - in caso di infezioni acute
  • in caso di neoplasia
  • in caso di contaminazione del campo operatorio
    con liquidi organici dellintestino o delle vie
    urinarie,in caso vi sia bile o enzimi pancreatici

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TRASFUSIONE AUTOLOGA
  • RECUPERO POST OPERATORIO
  • E INDICATO
  • - in alcuni interventi ortopedici, in
    particolare nelle protesi di ginocchio

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Il Consenso
  • Latto sanitario, ancorché comportante una
    lesione, è lecito purché vi sia il consenso
    dellavente diritto, cioè del paziente, ove
    questi sia maggiorenne, non interdetto, capace di
    intendere e di volere al momento della
    espressione del consenso, sempre nei limiti posti
    dallart.5 C.C., con lesclusione solo di casi
    particolari contemplati da norme speciali (cfr
    trapianto di rene tra viventi)

30
Il Consenso
  • Nessuna prestazione medica è, quindi, lecita
    senza il consenso del paziente.
  • Lapplicazione di provvedimenti diagnostici o
    terapeutici, in tal caso, potrebbe configurare
    diversi tipi di reato, dal sequestro di persona
    alla violenza privata, alle lesioni personali
    lievi o gravi

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CONSENSO GENERICO
  • o tacito allatto sanitario che è implicito nella
    richiesta di visita o di prestazione sanitaria in
    genere, nonché nella richiesta di ricovero
    ospedaliero si riferisce a pratiche diagnostiche
    e/o terapeutiche normali, in senso lato prive di
    particolari rischi per il paziente (atto medico
    ordinario)

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CONSENSO SPECIFICO
  • od esplicito che deve essere richiesto ogni
    qualvolta i sanitari ritengano di dover procedere
    a manovre diagnostiche complesse e rischiose, ad
    interventi chirurgici demolitori e/o menomanti, a
    pratiche terapeutiche comunque non prive di
    pericoli

33
Dovere di informativa
  • Precedente al consenso e come fattore di validità
    giuridica dello stesso, vi è il dovere di
    informativa del medico (con la eventuale
    collaborazione del personale infermieristico) nei
    riguardi del paziente, in merito al trattamento
    terapeutico specifico oggetto della richiesta di
    consenso

34
  • Il consenso ha la sola funzione di rendere lecito
    latto sanitario, ma non solleva in alcun modo il
    personale sanitario da eventuali responsabilità
    penali e civili da comportamento colposo

35
IL CONSENSO ALLA TRASFUSIONE
  • Decreto Ministero della Sanità 3 marzo 2005
  • Art. 11. Consenso informato del ricevente 
  • 1. Il ricevente la trasfusione di sangue o di
    emocomponenti e/o la somministrazione di
    emoderivati, preventivamente informato che tali
    procedure possono non essere comunque esenti da
    rischio, e' tenuto ad esprimere per iscritto il
    proprio consenso o dissenso. 

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IL CONSENSO ALLA TRASFUSIONE
  • PROCEDURA
  • Informare correttamente il paziente sulle sue
    possibili necessità trasfusionali, sui rischi
    della trasfusione omologa e sulle conseguenze
    che può comportare il mancato consenso a
    sottoporsi al trattamento trasfusionale,
    correlando il tipo di informativa al livello
    culturale e intellettuale del malato
  • Far firmare al paziente il modulo di consenso.

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LA RICHIESTA DI SANGUE
  • La non corretta identificazione del paziente e
    dei suoi campioni di sangue è la principale causa
    di incompatibilità AB0 e può determinare reazione
    trasfusionale emolitica acuta e, nei casi più
    gravi, la morte del paziente

38
LA RICHIESTA DI SANGUE
  • Lidentità del paziente non può essere accertata
    direttamente dal Servizio Trasfusionale, ma viene
    stabilita indirettamente in base ai dati
    riportati sui campioni e sulla documentazione
    (richiesta di gruppo e di terapia trasfusionale)
  • Pertanto è indispensabile che in reparto vengano
    adottate tutte le misure necessarie a garantire
    la corretta identificazione del paziente e dei
    suoi campioni di sangue (accertamento
    dellidentità al letto del paziente,
    possibilmente chiedendogli di fornire le
    generalità, contemporanea identificazione delle
    provette, uso di portaprovette separati per
    pazienti diversi ecc)

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LENTITA DELLA RICHIESTA
  • Ai fini pratici è bene ricordare che in un
    paziente adulto di media corporatura, senza
    complicanze emorragiche ed in condizioni stabili,
    la trasfusione determina i seguenti incrementi
  • Una unità di emazie concentrate aumenta
    lemoglobina di 1 g/dl circa
  • Un concentrato piastrinico da aferesi
    (corrispondente a 6 concentrati piastrinici da
    singola unità) con un contenuto medio di
    piastrine di 4x1011 aumenta la conta piastrinica
    di circa 35000/µl

40
IL PRELIEVO DEI CAMPIONI
  • Tutti i campioni diretti alla tipizzazione
    eritrocitaria , alla ricerca di anticorpi
    irregolari e allesecuzione delle prove crociate
    di compatibilità devono essere perfettamente
    identificati e FIRMATI DAL RESPONSABILE DEL
    PRELIEVO
  • (D.M.S. 25 gennaio 2001)

41
IL PRELIEVO DEI CAMPIONI
  • IL RESPONSABILE DEL PRELIEVO SI IDENTIFICA NEL
    SANITARIO CHE LO ESEGUE
  • LINFERMIERE CHE PRELEVA I CAMPIONI FIRMA LE
    PROVETTE CORRISPONDENTI

42
IL PRELIEVO DEI CAMPIONI
  • Il campione di sangue che accompagna la richiesta
    trasfusionale deve essere in quantità non
    inferiore a 5 ml
  • Il campione deve essere raccolto in provetta
    sterile (in Litio eparina) entro le 72 ore
    precedenti la trasfusione

43
LASSEGNAZIONE DEL SANGUE
  • E NECESSARIO ESSERE CERTI DEL GRUPPO SANGUIGNO
    DEL PAZIENTE
  • Deve risultare da 2 determinazioni effettuate su
    2 diversi campioni prelevati in due momenti
    diversi e possibilmente da diversi operatori
  • Le due determinazioni di gruppo devono essere
    effettuate prima di procedere alla trasfusione

44
LASSEGNAZIONE DEL SANGUE
  • Qualora la doppia determinazione non sia
    possibile, si può utilizzare, in luogo della
    prima determinazione, un documento che riporti il
    gruppo del paziente eseguito in precedenza
  • Se neppure questo è possibile, si consiglia luso
    di sangue di gruppo 0, possibilmente Rh negativo

45
IL TRASPORTO
  • Il personale addetto al ritiro delle unità deve
  • - Recapitare immediatamente lunità in reparto
  • Conservare lunità nellapposito contenitore
  • Non esporre lunità a traumatismi o a temperature
    elevate
  • Non lasciarla incustodita
  • Non prolungare i necessari tempi di trasporto
  • Consegnare lunità direttamente allinfermiere di
    reparto

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LA CONSERVAZIONE IN REPARTO
  • LE UNITA RITIRATE DEVONO ESSERE TRASFUSE NEL
    PIU BREVE TEMPO POSSIBILE E COMUNQUE ENTRO 30
    MINUTI

47
LA CONSERVAZIONE IN REPARTO
  • I FRIGORIFERI DI REPARTO IN GENERE NON HANNO LE
    CARATTERISTICHE PREVISTE DALLA NORMATIVA PER LA
    CONSERVAZIONE DEI CONCENTRATI ERITROCITATI E
    QUINDI NON POSSONO ESSERE UTILIZZATI

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LA CONSERVAZIONE IN REPARTO
  • Non esporre a fonti di calore
  • Rispettare assolutamente lintegrità della sacca
    evitare traumatismi, cadute
  • Linserimento del set da trasfusione deve
    avvenire solo immediatamente prima della
    trasfusione

49
LA RESTITUZIONE
  • unità non trasfuse possono essere restituite al
    Centro Trasfusionale solo se accompagnate da
    dichiarazione firmata attestante la conservazione
    delle unità in maniera conforme ai protocolli

50
ASSISTENZA AL PAZIENTE DURANTE LA TRASFUSIONE
51
LA TRASFUSIONE
  • GLI ERRORI AL MOMENTO DELLA TRASFUSIONE SONO
    LA CAUSA PIU FREQUENTE DI TRASFUSIONE DI SANGUE
    SBAGLIATO

52
IDENTIFICAZIONE
  • PRIMA DI INZIARE LA TRASFUSIONE VERIFICARE CHE
  • I PARAMETRI IDENTIFICATIVI DEL PAZIENTE
    CORRISPONDANO A QUELLI DELLETICHETTA E DEL
    MODULO CHE ACCOMPAGNA LA SACCA
  • IL GRUPPO AB0 E Rh E IL NUMERO DI SACCA SIANO
    IDENTICI SU SACCA, ETICHETTA E MODULO DI
    ACCOMPAGNAMENTO
  • SE VI SONO DISCREPANZE LA SACCA NON DEVE ESSERE
    TRASFUSA

53
ISPEZIONE
  • CONTROLLARE CHE LA SACCA NON SIA SCADUTA, NON
    MOSTRI SEGNI DI DANNEGGIAMENTO, DI EMOLISI O UN
    COLORE INSOLITO

54
INFUSIONE
  • NON E NECESSARIO DI ROUTINE RISCALDARE IL
    SANGUE LINFUSIONE DI 1 3 UNITA DI SANGUE
    REFRIGERATO IN ALCUNE ORE NON CAUSA NESSUN DANNO
  • IL SANGUE FREDDO INFUSO AD UNA VELOCITA gt 100
    ml/min PUO DETERMINARE ARRESTO CARDIACO
  • TENERE IL PAZIENTE CALDO E PIU IMPORTANTE CHE
    RISCALDARE IL SANGUE

55
INFUSIONE
  • LE REAZIONI AVVERSE DELLA TRASFUSIONE SONO DI
    SOLITO DOSE- DIPENDENTE PERCIO LA VELOCITA DI
    INFUSIONE INIZIALE DEVE ESSERE MOLTO BASSA 15
    50 ml DURANTE I PRIMI 15 MINUTI (25 GOCCE/MINUTO)
  • SUCCESSIVAMENTE LA VELOCITA DI INFUSIONE PUO
    ESSERE AUMENTATA A 60/80 GOCCE AL MINUTO
  • LA MAGGIOR PARTE DELLE TRASFUSIONI SI CONCLUDE
    ENTRO 2 ORE
  • SI CONSIGLIA DI NON SUPERARE LA DURATA DI 4 ORE
    (RISCHIO DI PROLIFERAZIONE BATTERICA)

56
INFUSIONE
  • AL SANGUE NON DEVONO ESSERE AGGIUNTI FARMACI O
    SOLUZIONI INTRAVENOSE DIVERSE DALLA SOLUZIONE
    FISIOLOGICA

57
MONITORAGGIO DEL PAZIENTE
  • I PAZIENTI CHE RICEVONO LE TRASFUSIONI DEVONO
    ESSERE MONITORATI PER EVIDENZIARE I SEGNI DI
    POTENZIALI COMPLICAZIONI ALLA TRASFUSIONE

58
MONITORAGGIO DEL PAZIENTE
  • FORNIRE AL PAZIENTE INFORMAZIONI SU POSSIBILI
    REAZIONI AVVERSE E LIMPORTANZA DI RIFERIRE
    IMMEDIATAMENTE QUALSIASI REAZIONE COME TREMORI,
    BRIVIDI, VAMPATE, DIFFICOLTA RESPIRATORIE,
    DOLORI ALLE ESTREMITA O NELLA REGIONE LOMBARE
  • ESEGUIRE LE TRASFUSIONI IN AREE CLINICHE DOVE IL
    PAZIENTE PUO ESSERE FACILMENTE OSSERVATO

59
MONITORAGGIO DEL PAZIENTE
  • PRIMA DELLINIZIO DELLA TRASFUSIONE VALUTARE LE
    CONDIZIONI CLINICHE DEL PAZIENTE RIPORTARE IN
    CARTELLA I SEGNI VITALI POLSO, PRESSIONE
    ARTERIOSA, TEMPERATURA
  • INDICARE IN CARTELLA LINIZIO DELLA TRASFUSIONE
  • INIZIARE LA TRASFUSIONE CONTROLLANDO ATTENTAMENTE
    IL PAZIENTE PER I PRIMI 15 MINUTI
  • DOPO I PRIMI 15 MINUTI DEVONO ESSERE RIVALUTATI
    LE CONDIZIONI CLINICHE E I PARAMETRI VITALI DEL
    PAZIENTE
  • OSSERVARE IL PAZIENTE PER TUTTO IL RESTO DELLA
    TRASFUSIONE, PER EVIDENZIARE LINSORGENZA DI
    REAZIONI
  • AL TERMINE DELLA TRASFUSIONE RICONTROLLARE E
    RIPORTARE IN CARTELLA I PARAMETRI VITALI

60
REGISTRAZIONI
  • PER OGNI TRASFUSIONE, REGISTRARE IN CARTELLA
  • DATI IDENTIFICATIVI DEL TRASFUSORE
  • DATA E ORA DI INIZIO E DI FINE DELLA TRASFUSIONE
  • TIPO DI EMOCOMPONENTE TRASFUSO E NUMERO
    IDENTIFICATIVO
  • SEGNI VITALI PRESI PRIMA, DURANTE E DOPO LA
    TRASFUSIONE
  • EVENTUALI REAZIONI TRASFUSIONALI E LORO
    TRATTAMENTO
  • IL PAZIENTE DOVREBBE RIMANERE SOTTO OSSERVAZIONE
    PER ALMENO UNORA DOPO LA FINE DELLA TRASFUSIONE

61
FASE SUCCESSIVA ALLA TRASFUSIONE
  • LA SITUAZIONE DEL PAZIENTE DOPO LA TRASFUSIONE
    E QUELLA DI UNA SOGGETTO CUI E STATO EFFETTUATO
    UN TRAPIANTO DORGANO CON
  • EFFETTI SUL SISTEMA IMMUNITARIO
  • IMPATTO EMODINAMICO

62
Il Rischio Trasfusionale
  • La trasfusione di sangue allogenico gioca un
    ruolo terapeutico essenziale sia nel campo medico
    che chirurgico
  • Espone però il paziente a diversi tipi di rischi
  • Si sono ottenuti significativi progressi verso la
    sicurezza del rischio virologico
  • Il rischio maggiore è ora costituito dalle
    reazioni avverse non attese a dagli errori
    trasfusionali.
  • Questi rischi devono sempre essere comparati ai
    benefici che ci aspettiamo dalla trasfusione

63
Reazioni Trasfusionali

64
Reazioni trasfusionali
Immediate
Ritardate
Immunologiche Non immunologiche Immunologiche Non immunologiche
Emolitiche Contaminazione batterica Emolitiche ritardate emosiderosi
Febbrili non emolitiche Sovraccarico circolatorio Alloimmunizzazione Trasmissione malattie infettive
Allergiche Emolisi fisico/chimica Immunomodulazione
TRALI Danni da conservazione GVHD
65
Reazioni Trasfusionali GraviDati SHOT 1996-2003
su 2087 incidenti
66
Reazioni Immediate Reazione allergica
(orticarioide)
  • Reazione abbastanza frequente, che si presenta
    con ogni tipo di emocomponente contenente plasma
  • La reazione orticarioide si accompagna a prurito,
    eritema e arrossamento cutaneo
  • Ulteriori sintomi possono complicare il quadro
    clinico
  • Vie aeree superiori (edema laringeo) raucedine,
    stridore
  • Vie aeree inferiori (broncocostrizione) dispnea e
    cianosi
  • App. gastroenterico nausea, vomito, dolori
    addominali
  • Diagnosi differenziale reazione a farmaci, TRALI

67
Reazioni Immediate Reazione febbrile non
emolitica
  • reazione acuta abbastanza frequente
  • Aumento della temperatura pari o superiore a 1 C
    30-120 dallinizio della trasfusione di GRC o
    CP
  • usualmente accompagnata da brividi e cefalea
    meno frequenti nausea e vomito
  • Reazione innocua e di breve durata
  • Causata da anticorpi diretti contro antigeni
    leucocitari oppure dallaccumulo di citochine ad
    attività pirogena (TNF-alfa, IL-1, IL-6) durante
    la conservazione dellemocomponente
  • Diagnosi differenziale Reazione emolitica acuta,
    Contaminazione batterica, Febbre causata da
    malattia di base o da altri trattamenti

68
Complicanze Acute Reazione anafilattica
  • Rara (1 ogni 20.000-170.000 unità trasfuse),
    potenzialmente fatale
  • Si manifesta più frequentemente in pazienti con
    deficit di IgA che sviluppano anticorpi anti-IgA
  • Sintomatologia tipica reazione allergica con
    interessamento cardiovascolare (tachicardia e/o
    altre aritmie fino allarresto cardiaco,
    ipotensione, shock). Linteressamento
    respiratorio può essere molto pronunciato. In
    genere la febbre è assente
  • Diagnosi differenziale TRALI, reazione
    emolitica, contaminazione batterica

69
Complicanze Acute Reazione emolitica acuta
  • Si manifesta generalmente entro pochi minuti
    dallinizio della trasfusione di pochi ml di GRC
    ABO-incompatibili (interessati anche antigeni di
    altri sistemi, quali ad esempio il Kidd)
  • Frequenza stimata 138000 170000 unità
    trasfuse
  • Sintomatologia febbre e brividi, nausea e
    vomito, dolore, ipotensione, dispnea,
    sanguinamento (DIC), emoglobinuria, insufficienza
    renale
  • In pazienti anestetizzati, diffuso sanguinamento
    nel sito chirurgico, ipotensione, emoglobinuria

70
Complicanze Acute Reazione emolitica acuta
  • Dati di laboratorio emoglobinemia,
    emoglobinuria, rialzo LDH, iperbilirubinemia,
    aptoglobina bassa, Coombs diretto positivo
  • Diagnosi differenziale emolisi non immune,
    reazione trasfusionale febbrile o anafilattica,
    contaminazione batterica

71
Complicanze Acute Contaminazione batterica
  • Rappresenta una delle più importanti cause di
    morbilità e mortalità causate dalla trasfusione
    (rischio di shock settico)
  • E più frequente nei concentrati piastrinici
  • La contaminazione può avvenire tramite
  • Batteri presenti sulla cute del donatore al
    momento del prelievo non rimossi dalla
    disinfezione
  • Batteriemia, di solito asintomatica, nel donatore
  • Trattamento improprio nella preparazione e
    manipolazione degli emocomponenti
  • Uso di materiale contaminato nella raccolta o
    somministrazione

72
Complicanze Acute Contaminazione batterica
  • Molti degli effetti sistemici associati allo
    shock settico acuto come febbre e vasodilatazione
    sono provocati da citochine (TNF-alfa, IL-1beta,
    IL-6, IL-8) secrete dai macrofagi attivati dalle
    endotossine batteriche piuttosto che dalla
    proliferazione attiva dei microrganismi nel
    ricevente.
  • Frequenza
  • RBC 1 200.000
  • Platelets 1 50.000 5.000
  • Mortalità
  • RBC 1 10.000.000
  • Platelets 1 1.000.000

73
Complicanze Acute Contaminazione batterica
  • La sintomatologia inizia durante o subito dopo il
    termine della trasfusione con febbre alta,
    brividi, rigidità, ipotensione, nausea, vomito,
    dispnea. Shock,oliguria e DIC possono complicare
    il quadro clinico. In questi casi la mortalità è
    alta.
  • Diagnosi differenziale con reazioni emolitiche
    intravascolari acute, reazioni febbrili non
    emolitiche, TRALI, anafilassi, sepsi non
    correlate a trasfusione.
  • La diagnosi viene accertata dalla emocoltura sul
    sangue del paziente e sulle unità incriminate

74
Complicanze Acute Transfusion-Related Acute Lung
Injury(TRALI)
  • Grave sindrome respiratoria che interviene
    durante o entro 6 ore dal termine della
    trasfusione con una frequenza variabile 15000
    -1190000 (le forme lievi frequentemente non
    vengono diagnosticate)
  • E causata da
  • Anticorpi nel plasma dellunità trasfusa diretti
    contro antigeni HLA o granulocitari del ricevente
  • Oppure dalla presenza di lipidi biologicamente
    attivi che si liberano durante la conservazione
    di emocomponenti cellulati
  • Se la reazione si verifica in pazienti con
    preesistente danno endoteliale a livello dei
    capillari polmonari, si ha un importante aumento
    della permeabilità che instaura il quadro tipico
    di edema polmonare acuto

75
Complicanze Ritardate Alloimmunizzazione
  • E la più comune complicanza trasfusionale
  • Possibile immunizzazione
  • Verso Ag dei globuli rossi circa 1
  • Verso Ag di leucociti e piastrine (circa 10)
  • Clinicamente silente, ma
  • in caso di ulteriori necessità trasfusionali
  • Possibilita di reazione emolitica ritardata
  • Difficoltà a reperire sangue compatibile
  • Reazioni trasfusionali febbrili
  • Refrattarietà a trasfusioni piastriniche
  • in caso di futura gravidanza
  • Possibilita di malattia emolitica del neonato

76
Complicanze Ritardate Reazione emolitica
ritardata
  • Per definizione si manifesta dopo 24 ore dalla
    trasfusione (usualmente entro 2 settimane) con
    una frequenza di 15000 111000 unità di GRC
    trasfusi.
  • Sintomatologia calo inatteso dellemoglobina,
    febbre, modesto ittero, occasionalmente
    emoglobinuria, raramente insufficienza renale
  • Laboratorio anemia, iperbilirubinemia, rialzo
    LDH, emoglobinemia, emoglobinuria, Cooms diretto
    positivo, rilevazione dellanticorpo in causa
  • Diagnosi differenziale sanguinamento di altra
    origine come causa del calo di emoglobina,
    infezione occulta, malattie emolitiche

77
Complicanze Ritardate Porpora post-trasfusionale
  • Improvvisa, severa ed auto limitante
    trombocitopenia che si verifica 5-10 giorni dopo
    la trasfusione di un emocomponente dovuta ad un
    anticorpo antipiastrinico (HPA-1a) presente nel
    siero del ricevente. (lt2 della popolazione manca
    dellAg)
  • Le piastrine autologhe vengono distrutte come
    conseguenza di
  • Immunocomplessi tra Ab del paziente e Ag solubili
    nel plasma del donatore si legano alle piastrine
    del ricevente tramite recettore Fc
  • Ag solubili del donatore si assorbono sulle
    piastrine del ricevente
  • Cross-reattività tra Ab e piastrine autologhe
  • Trattamento plasma-exchange, IGIV, Piastrine
    compatibili

78
Complicanze Ritardate Transfusion Associated
Graft vs Host Disease(TA-GVHD)
  • Rara, ma spesso fatale (gt90)
  • Causata dallattecchimento ed espansione clonale
    di linfociti T del donatore in
  • pazienti immunocompromessi
  • Pazienti immunocompetenti trasfusi con
    emocomponenti provenienti da donatori che
    condividono aplotipi HLA (di solito consanguinei)
  • I linfociti sviluppano una risposta immune contro
    i tessuti dellospite e, con laiuto di citochine
    rilasciate da cellule immunoreattive (TNF-beta,
    IL-1, IL-2, Gamma-interferon) provocano lesioni
    in diversi organi

79
Complicanze Ritardate Transfusion Associated
Graft vs Host Disease (TA-GVHD)
  • Inizia generalmente 10-12 giorni dopo la
    trasfusione
  • Sintomatologia febbre, dermatite o eritroderma ,
    epatite, enterocolite con diarrea profusa,
    pancitopenia con ipoplasia midollare
  • La pancitopenia si complica spesso con sepsi che
    è la maggior responsabile dellalta mortalità in
    questi pazienti
  • Diagnosi
  • Documentazione della presenza di linfociti del
    donatore nel sangue del paziente
  • Biopsia cutanea

80
Complicanze Ritardate(TA-GVHD)
  • Terapia nessun trattamento si è dimostrato
    veramente efficace per cui la prevenzione è
    indispensabile
  • Prevenzione utilizzo di emocomponenti irradiati
    al fine di impedire la proliferazione dei
    linfociti trasfusi (dose 2500 cGy)
  • Indicazioni allirradiazione
  • Trasfusioni intrauterine, exanguinotrasfusione,
    trasfusione in neonati
  • Trapianto autologo/allogenico di CSE
  • Pazienti in terapia per malattie
    onco-ematologiche
  • Immunodeficienze cellulari congenite
  • Trasfusioni di granulociti

81
Complicanze RitardateTRIMTransfusion Realated
IMmunomodulation
  • Studi in vivo suggeriscono che gli effetti siano
    mediati dai leucociti o da fattori solubili
    che derivano dai leucociti inducendo uno stato
    di anergia nel ricevente attraverso
  • Rilascio di citochine e proteine solubili
  • aumento dei CD8 T-suppressor
  • Alterazione funzionale dei macrofagi e monociti
  • Alterazione del rapporto CD4/CD8
  • Alterazione della funzione NK
  • Delezione clonale di linfociti T
  • Leffetto sarebbe quindi funzione di
  • numero dei linfociti presenti negli emocomponenti
  • tipo di emocomponente
  • Tipo di preparazione e stato di conservazione
  • quantità trasfusa

82
Complicanze RitardateTRIM effetti clinici
  • POSITIVI
  • Aumento della sopravvivenza nei trapiantati
    dorgano
  • Prevenzione degli aborti ricorrenti
  • Soppressione di alcune patologie infiammatorie su
    base autoimmune
  • NEGATIVI
  • Aumento delle recidive di neoplasie quali
  • Colon
  • Colon-retto
  • Polmone
  • Testa-collo
  • Mammella
  • Aumento della suscettibilità alle infezioni
    post-operatorie
  • Riattivazione di infezioni latenti (CMV, HIV)

83
Complicanze RitardateTRIM
  • Esiste l effetto trasfusione ?
  • Probabilmente sì ma i meccanismi con cui si
    innesca non sono chiari e, quasi sicuramente,
    sono multipli nelle diverse manifestazioni
    cliniche
  • Quali le possibili soluzioni
  • Leucodeplezione ? ( benefico effetto contestato
    per npl del colon-retto e in cardiochirurgia)
  • Irradiazione ?
  • Ma soprattutto caratterizzazione e conoscenza
    dellimpatto clinico della trasfusione

84
Complicanze Ritardate Infezioni
post-trasfusionali
  • Il RISCHIO ZERO NON ESISTE
  • periodo finestra
  • Virus emergenti
  • Varianti di virus noti
  • Sensibilità dei test disponibili

85
Il processo trasfusionale
Area paziente
Area donatore
SELEZIONE DEL DONATORE
ACCETTAZONE PAZIENTE
SELEZIONE DEL DONATORE
ACCETTAZONE PAZIENTE
RACCOLTA DEL SANGUE
INDICAZIONE TRASFUSIONE
DISTRIBUZIONE EMOCOMPONENTI
RACCOLTA DEL SANGUE
INDICAZIONE TRASFUSIONE
DISTRIBUZIONE EMOCOMPONENTI
TEST SUL DONATORE
PRELIEVO CAMPIONE SANGUE
IDENTIFICAZIONE PAZIENTE
TEST SUL DONATORE
PRELIEVO CAMPIONE SANGUE
IDENTIFICAZIONE PAZIENTE
TRASFUSIONE EMOCOMPONENTI
TRASFUSIONE EMOCOMPONENTI
PREPARAZIONE EMOCOMPONENTI
INVIO CAMPIONE E MOD. RICHIESTA
PREPARAZIONE EMOCOMPONENTI
INVIO CAMPIONE E MOD. RICHIESTA
FOLLOW UP PAZIENTE
CONSERVAZIONE EMOCOMPONENTI
TEST PRE-TRSFUSIONALI E SELEZIONE EMOCOMPONENTI
FOLLOW UP PAZIENTE
CONSERVAZIONE EMOCOMPONENTI
TEST PRE-TRSFUSIONALI E SELEZIONE EMOCOMPONENTI
Safety blood
Transfusion safety
Sicurezza trasfusionale totale
86
Total Transfusion Process safety
Transfusion Safety
Blood Safety
Rischio virale trasfusionale residuo HIV
1/1.000.000 HCV 1/2.000.000 HBV 1/72.000 (no
NAT)
Rischio trasfusionale Errori trasfusionali
1/19.000 Trasf. ABO incompatibili 1/33.000
di cui fatali 1/600.000
  • Nuovi Test sierologici (EIA)
  • Tecnche ampl. acidi nucleici (NAT)
  • Adozione GMPs (Good manufactoring Practices)ecc..

Trasf. errate ABO comp. 1/12.000 La maggior
parte delle trasfusioni AB0 incompatibili sono il
risultato di un errore umano (clerical errors).
Riduzione periodo finestra con test NAT Riduzione periodo finestra con test NAT Riduzione periodo finestra con test NAT Riduzione periodo finestra con test NAT
Virus P.F. Giorni P.F. Giorni Rid.
HCV 70 12 83
HIV 22 11 50
HBV 59 35 41
Il 51 dei casi di morte trasfusione correlati
(dopo aver escluso quelli da AIDS o epatite) sono
da attribuire a emolisi secondaria a trasfusione
di unità AB0-incompatibili
Velati et al., 2005 - Velati C et al.
Transfusion 2002 - Tosti ME et al. Br J
Haematol 2002
Linden et al. 1992 - Sazama 1990
87
Incidenti trasfusionali 457 casi anno 2004
IBCT 76
quasi esclusivamente dovuta a errore umano!
Legenda IBCT trasfusione non corretta di
emocomponenti
88
Tipi di errori in caso di reazione emolitica
acuta (da Sarzana, 1990, modificato)
51 AB0
72 dei casi nei reparti di degenza
89
ERRORE TRASFUSIONALE
Report su 104 casi di errori trasfusionali di New
York su 1.784.600 trasfusioni (Linden et al.
1992, modificato)
gt 50 gli errori in reparto
Periodo di osservazione 22 mesi Periodo di osservazione 22 mesi
Unità di globuli rossi trasfusi 1.784.600
N di errori trasfusionali 92 (1/19.000)
Trasfusioni ABO incompatibili 54 (1/33.000)
di cui a esito fatale 3 (1/600.000)
Trasfusioni errate AB0-compatibili Stimate1/12.000
Proiezione dei dati di NY sul territorio USA n di errori ABO 800 - 900
Errore di identificazione del pz e/o dellunità prima della trasfusione 43
Errore del flebotomista 11
Errore della Banca del Sangue 25
Errori di altri servizi 17
90
Cause degli errori Trasfusionali
New York State, 1990 -1999 (Linden JV, 2000)
91
ERRORE TRASFUSIONALE
  • Lincidenza dellerrore trasfusionale riferita in
    letteratura è largamente sottostimata, in quanto
    i dati pubblicati corrispondono a quelli
    segnalati dai clinici solamente in seguito a
    complicanze clinicamente gravi o rilevanti della
    trasfusione
  • In Italia vige lobbligo di segnalazione al
    Servizio di immunoematologia e trasfusione (SIT)
    di tutti gli eventi avversi, ma non esistono dati
    ufficiali a livello nazionale in quanto il
    Sistema di emovigilanza italiano è ancora in fase
    di implementazione

92
Tratto da Wilai Chalermchan - National Institute
of Health --At National Blood Center, 23 March
2007
93
Sicurezza trasfusionale totale
  • Negli ultimi 40 anni si è quasi azzerata
    lincidenza delle infezioni da trasfusione,
    mentre non si è minimamente ridotto il tasso
    degli errori trasfusionali (Rubertelli, Borzini,
    Molaro, 2002)
  • In Europa, le sepsi batteriche trasmesse per via
    trasfusionale causano un maggior numero di morti
    delle infezioni da HIV, HBV ed HCV (M. Contreras,
    2003)
  • Ogni sforzo teso a raggiungere il traguardo della
    disponibilità di sangue a rischio zero produce
    scarsi risultati ed assorbe risorse, che, se
    dirette altrove, potrebbero dare migliori
    risultati per la salute pubblica (R.Y. Dodd, 92)
  • Gli sforzi per aumentare la sicurezza
    trasfusionale dovrebbero orientarsi su temi
    diversi dalle infezioni virali

94
GESTIONE DELLE RAZIONI TRASFUSIONALI
  • TUTTE LE TRASFUSIONI DEVONO
  • ESSERE MONITORATE CON
  • ACCURATEZZA E INTERROTTE AL
  • PRIMO SOSPETTO DI REAZIONE

95
GESTIONE DELLE REAZIONI TRASFUSIONALI
  • PORRE ATTENZIONE A OGNI SEGNO O SINTOMO CHE
    COMPAIA NEI PRIMI 15 MINUTI DELLA TRASFUSIONE
  • SENSO DI ANGOSCIA
  • BRIVIDI
  • FEBBRE
  • DOLORI LOMBARI
  • TREMORI
  • ORTICARIA

96
GESTIONE DELLE REAZIONI TRASFUSIONALI
  • QUANDO SI SOSPETTA UNA REAZIONE
  • interrompere immediatamente la trasfusione
  • Tenere pervia la vena utilizzando una soluzione
    salina con un nuovo set da infusione
  • Documentare i segni vitali
  • Controllare letichetta della sacca e i dati del
    paziente
  • Avvisare il medico responsabile

97
GESTIONE DELLE REAZIONI TRASFUSIONALI
  • IN CASO DI REAZIONE TRASFUSIONALE
  • .- inviare la sacca al Centro Trasfusionale
  • - inviare un campione di sangue del paziente al
    Centro Trasfusionale
  • - inviare campioni di sangue e urine per gli
    accertamenti di laboratorio
  • - segnalare la reazione trasfusionale
    sullapposito modulo e inviarlo al Centro
    Trasfusionale

98
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