Amplificatori Operazionali - PowerPoint PPT Presentation

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Amplificatori Operazionali

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Title: Nessun titolo diapositiva Author: Mister Last modified by: mister Created Date: 12/8/2002 10:19:42 AM Document presentation format: Presentazione su schermo – PowerPoint PPT presentation

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Title: Amplificatori Operazionali


1
Amplificatori Operazionali
teoria, parametri, configurazioni, applicazioni
e circuiti tipici
insomma tutto sugli Op Amp!
2
Indice generale
Amplificatori Operazionali
Indice generale
Op Amp
1 - Generalità (che cosè loperazionale)
2 - Le configurazioni di base (i circuiti con
simulazioni)
3 - OpAmp ideali e reali (i parametri dei fogli
tecnici)
è possibile accedere direttamente ad uno
specifico argomentocon un click sul testo
3
Indice - 1a e 2a sezione
Amplificatori Operazionali
Indice - 1a e 2a sezione
1 - Generalità 1.1 - lamplificatore
operazionale
Op Amp
2 - Le configurazioni di base
2.1 - amplificatore invertente
2.2 - amplificatore non invertente
2.3 - inseguitore
2.4 - amplificatore differenziale
2.5 - sommatore
2.6 - integratore
2.7 - derivatore
2.8 - trigger di Schmitt
2.9 - multivibratore astabile
2.10 - oscillatore a ponte di Wien
2.11 - raddrizzatore a una semionda
2.12 - è tutto chiaro? (test)
4
1 - Generalità
1.1 - Lamplificatore operazionale Lamplificatore
operazionale (Op Amp) è un circuito integrato di
tipolineare a due ingressi, detti invertente
(-) e non invertente () Esso fornisce una
tensione duscita Vo proporzionale alla
differenzafra le due tensioni V() e V(-)
applicate agli ingressi.
La relazione fra ingressi e uscita è quindi la
seguente Vo AVOL V() - V(-) dove il
coefficiente di proporzionalità AVOL è detto
guadagno di tensione.
continua...
5
1 - Generalità
Lamplificatore operazionale - 2
Per poter comprendere le affermazioni che
seguiranno, nonché accettare come valide le
formule utilizzate, occorre partire da un preciso
presupposto, ovvero che lamplificatore
operazionale deve essere considerato come
ideale, cioè deve possedere le seguenti
caratteristiche
E utile notare che dai parametri sopra descritti
deriva una proprietà molto importante, ovvero
che, grazie allelevato guadagno, i due ingressi
si possono ritenere pressoché equipotenziali.
Nelloperazionale ideale, inoltre, si escludono
variazioni dei parametri con la temperatura o con
la tensione di alimentazione, si immagina che la
tensione duscita sia nulla se non vi sono
segnali in ingresso, che luscita possa variare
istantaneamente e che non generi alcun rumore
elettrico.
Proprio basandoci sulloperazionali ideale,
vediamo ora le configurazioni di base, ovvero
quelle che permettono di realizzare in pratica
tutti i circuiti applicativi oggi utilizzati.
ritorna allindice
6
La risposta non è corretta! E preferibile
rivedere questo argomento
7
2 - Le configurazioni di base
2.1 - Amplificatore invertente Lanalisi di
questo circuito può essere facilitata ricordando
chelimpedenza dingresso di un operazionale
ideale è infinita.
Limpedenza dingresso infinita implica infatti
una corrente dingresso nulla.Grazie inoltre al
guadagno infinito tra i due ingressi non vi è
alcuna caduta di tensione e pertanto, essendo
lingresso non invertente a massa, anche la
tensione allingresso invertente sarà zero
(fig.1).
Z2

Z1
Z2
VIN
Z1
VIN
VO
VO
Si noti che le impedenze Z possono essere delle
semplici resistenze oppure delle reti reattive
anche complesse in entrambi i casi varranno le
formule dora in poi indicate
8
2 - Le configurazioni di base
Amplificatore invertente - 2
I2
I1

Z2
Z1
VIN
VO
IINV 0VINV 0
VO / VIN - Z2/ Z1
guadagno di tensione ad anello chiuso
è tutto chiaro? verifichiamo!
ritorna allindice
9
2 - Le configurazioni di base
2.2 - Amplificatore non-invertente Applicando il
segnale da amplificare allingresso non
invertente e collegando le impedenze di
retroazione fra uscita, ingresso invertente e
massa, si ottiene lo schema riportato in figura,
chiamato amplificatore non-invertente poiché il
segnale duscita risulta in fase con quello
dingresso.
Per analizzarne il funzionamento occorre partire
dai medesimi presupposti già visti per
linvertente ovvero che, grazie alla resistenza
dingresso infinita, risulta IIN 0. Ne
consegue che Z1 e Z2 sono percorse dalla medesima
corrente.
? 0 V ?
Ricordando poi che i due ingressi sono al
medesimo potenziale (Av infinito) si ha che la
tensione ai capi di Z1 è uguale al segnale
dingresso VIN. Z1I1VIN
continua...
10
2 - Le configurazioni di base
Amplificatore non-invertente - 2
Si noti che - in base alla formula ottenuta - il
guadagno non potrà mai essere inferiore
allunità, e se si desidera ottenere un guadagno
unitario occorre porre Z2 0 oppure Z1 infinita
(oppure ancora entrambe le condizioni).
AV 1 Z2 / Z1
I1 I2
Questa configurazione presenta unimpedenza
dingresso infinita ed una resistenza duscita
pressochè nulla per questo motivo
lamplificatore non-invertente viene spesso usato
come buffer per isolare la sorgente di segnale
dal carico, in modo da evitare effetti di
carico indesiderati.
ritorna allindice
11
2 - Le configurazioni di base
2.3 - Inseguitore Dalle considerazioni viste a
proposito dellamplificatore non-invertente circa
le condizioni che permettono di ottenere un
guadagno unitario, si può disegnare lo schema del
cosiddetto inseguitore, riportato in figura.
Spesso occorre infatti separare (si dice anche
disaccoppiare) il carico dalla sorgente del
segnale, ad esempio quando occorre un adattamento
di impedenza fra luno e laltro.
Proprio poiché questo circuito non modifica il
segnale applicato, a primo avviso può sembrare
che non serva a nulla. In realtà, invece, esso
presenta un notevole vantaggio amplifica la
corrente, ed è quindi in grado di pilotare un
carico di bassa impedenza, senza sovraccaricare
la sorgente del segnale, utile qualora essa sia
costituita da un trasduttore in grado di erogare
poca corrente.
ritorna allindice
12
2 - Le configurazioni di base
2.4 - Amplificatore differenziale Abbiamo visto
le principali configurazioni di amplificatori in
cui il segnale dingresso viene applicato ad un
solo ingresso, invertente oppure non invertente.
Applicando invece i segnali ad entrambi gli
ingressi dellOp Amp si realizza un particolare
tipo di amplificatore, detto differenziale,
proprio in quanto amplifica la differenza fra i
due segnali.
Per analizzare questo circuito si può applicare
il principio di sovrapposizione degli effetti,
per cui si ha che la tensione V- misurata
allingresso invertente vale V- V1R2/(R1R2)
VoR1/(R1R2) mentre V
V2R4/(R3R4) ma, grazie allequipotenzialità
degli ingressi, possiamo porre V V-
Uguagliando quindi le due espressioni, si può
notare in particolare che, se si fa sì che R2/R1
R4/R3 (ovvero si realizza un differenziale
bilanciato) si ottiene che Vo
(V2-V1)R2/R1 ovvero Ad Vo/(V1-V2) R2/R1
continua...
13
2 - Le configurazioni di base
Amplificatore differenziale - 2
Mentre le configurazioni invertente e
non-invertente vengono utilizzate con uno degli
ingressi a massa, nellamplificatore
differenziale viene amplificata leffettiva
differenza fra i due segnali V1 e V2, anche se
non riferiti a massa
Quindi, se a V1 e V2 viene applicata la medesima
tensione, essa non viene amplificata.
Si noti che i due segnali dingresso non sono
necessariamente continui, bensì la formula prima
ricavata vale anche nel caso in cui V1 e V2 siano
comunque variabili nel tempo.
Ciò significa che V1 e V2 possono essere anche
segnali fra di loro molto differenti ad esempio
V1 può essere sinusoidale e V2 triangolare,
oppure ancora V1 una tensione continua e V2
unonda quadra.Che succede in questi casi?
ritorna allindice
14
2 - Le configurazioni di base
2.5 - Sommatore
Il circuito detto sommatore può essere
considerato una variante dellamplificatore
invertente, nel caso in cui vengano applicati più
segnali dingresso. Nella figura a lato è
riportato lo schema di un sommatore a tre
ingressi.
Un tipico impiego di questo circuito è ad esempio
quello dei mixer audio, dove in uscita si
desidera avere una miscelazione di più sorgenti
sonore.
Il segnale duscita di questo circuito è, istante
per istante, proporzionale alla somma algebrica
(cambiata di segno) delle tensioni di ingresso
continua...
15
2 - Le configurazioni di base
Sommatore - 2
I1
I T
Funzionamento Le tensioni V1 V2 V3 applicate
agli ingressi danno origine alle rispettive
correnti I1 I2 I3. Grazie allimpedenza di
ingresso infinita e al concetto di massa
virtuale prima esposti, lingresso invertente si
trova allincirca a 0 V e pertanto nessuna
corrente entrerà in tale ingresso, ma fluirà
tutta verso luscita.
I2
I3
0 V
VO ( I1 I2 I3 ) RF
IT I1 I2 I3
e poiché VO IT R F
VO ( V1 / R V2 / R V3 / R ) R
se R1 R2 R3 Rf
Lequazione mostra che la tensione duscita,
istante per istante, è la somma delle tensioni
dingresso. Se gli ingressi fossero n,
lequazione diventerebbe
VO (V1 V2 Vn )
VO (V1 V2 V3 )
Ovvero
ritorna allindice
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2 - Le configurazioni di base
2.6 - Integratore Se la rete di retroazione di
un amplificatore invertente è di tipo capacitivo,
il circuito viene detto integratore, proprio
poiché si dimostra in grado di eseguire
loperazione matematica di integrazione nel tempo
del segnale dingresso.
La massa virtuale dellingresso invertente fa
sì che la resistenza R venga attraversata da una
corrente iR Vin / R. Lelevata impedenza
dingresso fa però sì che tale corrente
attraversi la capacità C, caricandola,per cui si
ha che iR iC.
Ciò significa che la tensione duscita varia
secondo la carica (o la scarica) del
condensatore, che infatti integra la corrente
nel tempo. Si può quindi scrivere che
continua...
17
2 - Le configurazioni di base
Integratore - 2
Ovvero sarà una tensione che varialinearmente in
funzione del tempo
Un circuito di questo tipo viene quindi anche
chiamato generatore di rampa, e trova largo
impiego ad esempio negli oscilloscopi, nei
convertitori A/D dei voltmetri digitali, ecc.
Osservando il circuito dellintegratore si può
notare che esso è essenzialmente un filtro
passa-basso Che succede a questo filtro se
variamo i valori di Vin, R e C?
continua...
18
2 - Le configurazioni di base
Integratore - 3
Premesso che lintegrazione è un procedimento
matematico che consente di calcolare larea
sottesa ad una curva, un circuito integratore ad
operazionale produce unuscita proporzionale
allarea sottesa alla curva individuata dalla
tensione di ingresso.
Ipotizziamo che lingresso dellintegratore sia
costituito da un impulso rettangolare di ampiezza
V e larghezza tW. A rappresenta larea sottesa
alla forma donda rettangolare.
Immaginando ora di suddividere larea A in
quattro aree A1, A2, A3,Aw, uguali, larea
complessiva risulterà dalla somma delle aree in
cui era stata inizialmente suddivisa e cioè A1
V ? t1 , A2 V ? t2 , . ecc.
A A1 A2 A3 A4
V
A1
A2
A3
AW
0 t1 t2 t3 t W
continua...
19
2 - Le configurazioni di base
Integratore - 4
Lintegrale può anche essere rappresentato
graficamente come di seguito. Il riferimento è
sempre lo stesso impulso rettangolare di ampiezza
V e larghezza t W
Procedendo da t 0 a t t1, larea A1 sottesa
fino a questo punto può essere rappresentata su
un grafico dal punto 1 avente ordinata KA1
proporzionale allarea stessa (K costante di
proporzionalità). Procedendo analogamente per
ciascun intervallo di tempo è possibile costruire
i punti 2, 3 e 4. Collegando i vari punti si può
verificare che lintegrale di un impulso
rettangolare è una retta (rampa) caratterizzata
da una certa pendenza. Questo procedimento può
essere applicato a qualsiasi tipo di segnale in
ingresso
V
A1
A2
A3
Aw
KA
4
K(A1 A2A3)
3
K(A1 A2)
2
KA1
1
0 t1 t2 t3 t W
continua...
20
2 - Le configurazioni di base
Integratore - 5
Quando allingresso invertente viene applicata
una tensione positiva a gradino (inizio di un
impulso rettangolare), la corrente attraverso la
resistenza R varrà I1 e sarà costante poiché VIN
ed R sono costanti.
I1 VIN/ R
Tutta la corrente fluisce nel condensatore,
caricandolo. Si ricorda che la velocità di
variazione della tensione ai capi del
condensatore è proporzionale allintensità di
corrente. Poiché I1 è costante, anche il
condensatore si caricherà a velocità costante
dando origine, come segnale duscita, ad una
rampa con pendenza negativa (il segnale
dingresso è infatti applicato al morsetto
invertente).
Velocità di variazione La velocità di carica del
condensatore - e quindi la pendenza della rampa
duscita - viene fissata dal rapporto I1/C Poiché
I1 VIN/R La velocità di variazione della
tensione in uscita sarà ?VO/ ?t - I1/C
?VO/ ?t - VIN / R C
ritorna allindice
21
2 - Le configurazioni di base
2.7 - Derivatore Se il segnale viene applicato
tramite un condensatore il circuito
vienedenominato derivatore, poiché si dimostra
in grado di eseguireloperazione matematica di
derivata nel tempo del segnale dingresso. Lo
schema è riportato qui a lato, ed è
complementare a quello dellintegratore
Anche in questa configurazione lelevata
impedenza dingresso delloperazionale fa sì che
la corrente che attraversa la capacità sia la
stessa che circola attraverso la resistenza,
ovvero iC iR
Si noti che nel caso in cui il segnale dingresso
sia una costante luscita è nulla (dVIN/dt 0),
mentre nel caso in cui sia una rampa (VIN K t
/ T) luscita assume valore costante pari a VO
- RC VIN / T
continua...
22
2 - Le configurazioni di base
Derivatore - 2
Nel caso invece in cui il segnale dingresso sia
di tipo sinusoidale si ottiene VO - jw RC VIN
Si noti quindi che se la pulsazione w è elevata
(segnale dingresso ad alta frequenza o presenza
di disturbi), luscita tende a saturare.Per
evitare questo effetto, si usa porre in serie
alla capacità C un resistore R1 di piccolo valore.
Grazie ad R1, se si applica un segnale a rampa
(VIN V0 t / R1C), la tensione duscita è di
tipo esponenziale con valore finale VFIN - VIN
R2 /R1
La tensione duscita avrà un andamento dato
da VOUT - VIN (1 - e-t/R1C) R2/R1In questo
caso la tensione duscita tende al suo valore
finale costante tanto più rapidamente quanto più
breve è la costante R1C in tal modo il
derivatore si avvicina al caso ideale.
Nonostante la presenza di R1, comunque, esso si
comporta da derivatore solo per frequenze
inferiori a fc 1/6,28R1C, mentre per
frequenze superiori si comporta da invertitore.
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23
2 - Le configurazioni di base
2.8 - Trigger di Schmitt (comparatore con
isteresi)
Generalità In molte situazioni pratiche, è
possibile che sulla linea dingresso compaiano
delle fluttuazioni di tensione indesiderate
(rumore)
Per comprendere meglio le conseguenze negative
del rumore in ingresso consideriamo un segnale
sinusoidale a bassa frequenza applicato
allingresso di un comparatore utilizzato come
rivelatore di livello zero (fig. a).
Dalla figura a lato è possibile vedere che quando
la sinusoide si avvicina allo 0, le fluttuazioni
dovute al rumore, costringono lingresso
complessivo a oscillare varie volte al di sopra e
al di sotto dello 0, producendo di conseguenza un
andamento irregolare delluscita (fig. b).
Landamento irregolare della tensione duscita si
verifica perché, a causa del rumore, il
comparatore è costretto a commutazioni
improprie. Linstabilità si innesca ogni volta
che la Vin si avvicina alla tensione di
riferimento.
continua...
24
2 - Le configurazioni di base
Trigger di Schmitt - 2
Riduzione dellinfluenza del rumore mediante
isteresi
Per rendere il comparatore meno sensibile al
rumore si può impiegare la tecnica chiamata
isteresi , basata sulla retroazione positiva.
IsteresiPer isteresi si intende sostanzialmente
il fatto che, quando la tensione dingresso sale
(passa da un livello minore a uno maggiore) , il
livello della tensione di riferimento risulta più
elevato di quando la tensione dingresso scende
(passa da un livello maggiore ad uno minore)
Si defiscono due livelli di riferimento UTP
Upper trigger point LTP Lower trgger point
La figura a lato illustra il funzionamento del
comparatore con isteresi
continua...
25
2 - Le configurazioni di base
Trigger di Schmitt - 3
Funzionamento
Se Vin Vout (max)
La tensione retroazionata allingresso non
invertente è UTP e vale
VUTP R2 / R1 R2 Vout(max)
Se Vin gt UTP
Vout - Vout(max)
La tensione retroazionata allingresso non
invertente è LTP e vale
VLTP R2 / R1 R2 -Vout(max)
Prima che il dispositivo possa commutare
nellaltro stato Vin dovrà scendere sotto LTP
continua...
26
2 - Le configurazioni di base
Trigger di Schmitt - 4
Funzionamento
Il risultato di quanto illustrato in precedenza è
che, come mostra la figura a lato, una tensione
di rumore di lieve entità non è in grado di
produrre alcun effetto sulluscita
Ampiezza dellisteresi
VHys VUTP - VLTP
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27
2 - Le configurazioni di base
2.9 - Multivibratore astabile
integratore
VC
Il generatore donda quadra o multivibratore
astabile rappresentato a lato è costituito in
pratica da un integratore e da un comparatore con
isteresi collegati in modo da realizzare lanello
chiuso. Allingresso invertente è direttamente
collegata la tensione del condensatore mentre
allingresso non invertente è applicata una parte
delluscita, retroazionata per mezzo di R2 e R1
Vf
Comparatore con isteresi
continua...
28
2 - Le configurazioni di base
Multivibratore astabile - 2
Funzionamento
VC
Quando viene fornita lalimentazione al circuito,
C è scarico e pertanto lingresso invertente è a
0 V. Questa condizione impone luscita al
massimo valore positivo, permettendo a C di
iniziare a caricarsi verso Vout attraverso
R. Quando VC raggiunge un valore uguale alla
tensione di retroazione presente sullingresso
non invertente, luscita delloperazionale
commuta al massimo valore negativo. A questo
punto C comincia a scaricarsi passando da Vf a
Vf . Nellistante in cui VC raggiunge Vf
luscita delloperazionale commuta nuovamente al
massimo valore positvo. Questo comportamento
continua a ripetersi consentendo la generazione
di una Vout a onda quadra, come in figura
Vf
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29
2 - Le configurazioni di base
2.10 - Oscillatore a ponte di Wien
Rete lead - lag
Loscillatore a Ponte di Wien è un tipo di
oscillatore sinusoidale. Sua parte fondamentale è
la rete lead lag (anticipatrice-ritardatrice)
del tipo in figura.
Il funzionamento del circuito in figura ( fig.1 )
è il seguente
A basse frequenze, è dominante la rete
anticipatrice, a causa dellelevata reattanza di
C2. Allaumentare della frequenza, XC2 diminuisce
consentendo di conseguenza lincremento della
Vout . In corrispondenza di una particolare
frequenza, inizia a prevalere la risposta della
rete ritardatrice e la conseguente diminuzione
del valore di XC1 impone la diminuzione della
Vout .
C2
R1
Vout
Vin
R2
C1
R1 , C1 rete ritardatrice (lag)
R1 , C1 rete anticipatrice (lead)
( Fig. 1 )
continua...
30
2 - Le configurazioni di base
Oscillatore a ponte di Wien - 2
La risposta complessiva della rete è illustrata
in figura (fig.2) dove
fr 1 / 2? RC
(Lespressione è calcolata nellipotesi R1R2R
e XC1XC2XC)
In corrispondenza di fr lattenuazione della
rete vale
( Fig. 2 )
Vout / Vin 1/3
Riassumendo la rete lead-lag presenta una
frequenza di risonanza, in corrispondenza della
quale lo sfasamento introdotto dalla rete vale 0
e lattenuazione vale 1/3. Al di sotto di fr
prevale la rete anticipatrice (l uscita anticipa
sullingresso), al di sopra di fr domina la rete
ritardatrice (luscita ritarda sullingresso).
continua...
31
2 - Le configurazioni di base
Oscillatore a ponte di Wien - 3
Schema circuitale
Questo circuito oscillatore può essere visto
come la configurazione di un amplificatore non
invertente il cui segnale dingresso è ottenuto
dal segnale duscita mediante la retroazione
effettuata per mezzo della rete lead-lag.
continua...
32
2 - Le configurazioni di base
Oscillatore a ponte di Wien - 4
Condizioni di retroazione positiva necessarie per
loscillazione
Affinché il circuito possa oscillare occorre
che- lo sfasamento lungo lanello di
retroazione positiva sia nullo 0 - il guadagno
lungo lanello deve essere almeno 1
Guadagno 1 per Acl 3(condizione verificata
per R1 2R2)
Lo sfasamento è 0 quando ffr
R1
R1
Acl 3
Acl 3
R2
R2
Anello della retroazione positiva
Guadagno danello 3(1/3) 1
? 0
1/3
1/3
Rete lead-lag
continua...
33
2 - Le configurazioni di base
Oscillatore a ponte di Wien - 5
Condizioni necessarie per linnesco
delloscillazione
Inizialmente il guadagno ad anello chiuso
dellamplificatore deve mantenersi ad un valore
maggiore di 1 (quindi Aclgt3) fino a che luscita
raggiunga il valore desiderato. Il guadagno deve
poi diminuire, riportandosi a 1, affinchè
luscita si stabilizzi al livello desiderato.
R1
R1
Acl 3
Acl 3
R2
R2
Guadagno danello 1
Guadagno danello gt 1
1/3
1/3
1/3
1/3
Il guadagno gt1 genera unuscita che si
autoincrementa
Il guadagno 1 genera unuscita costante che si
autosostiene
continua...
34
2 - Le configurazioni di base
Oscillatore a ponte di Wien - 6
Oscillatore a ponte di Wien autoinnescante
Il circuito in figura illustra uno dei metodi che
consentono di ottenere le condizioni di
funzionamento in precedenza descritte.
Allavvio entrambi i diodi Zener si comportano
come circuiti aperti. R3 risulta in serie con R1
incrementando il guadagno ad anello chiuso che,
essendo R12R2, diventa Acl
3 R3/R2 (1) La rete lead-lag consente
solo ad un segnale con frequenza uguale a fr di
presentarsi in fase allingresso non invertente.
Questo segnale viene continuamente rinforzato
dando origine alla progressiva generazione della
Vout.
Quando Vout raggiunge la tensione di breakdown,
i diodi Zener entrano in conduzione
cortocircuitando R3. In questo modo si abbassa il
guadagno che viene riportato a 3 (vedi formula
1). Luscita si stabilizza e loscillazione può
essere mantenuta. E possibile regolare la
frequenza di oscillazione utilizzando
condensatori variabili nella rete lead-lag
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35
2 - Le configurazioni di base
2.11 - Raddrizzatore di precisione a una semionda
Questo circuito rappresenta in realtà uno dei
tanti tipi di limitatori a operazionale e
diodo. Questa configurazione, in particolare,
realizza un rettificatore in grado di riprodurre
in uscita una sola semionda.
Infatti, se VIN è positiva, D2 è interdetto, D1
conduce e luscita è nulla, mentre se VIN è
negativa D1 è interdetto e D2 conduce, per cui si
ha che VOUT - VIN R2/R1
Si noti che la tensione duscita è pari
allatensione di soglia dei diodi. Se si ha
unOpAmp con un Av di 104 e diodi con unaVs di
0.6V, allora la minima tensione rettificabile
sarà di 60µV Per rettificare le semionde positive
occorre invertire i diodi..
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36
2 - Le configurazioni di base
2.12 - E tutto chiaro? Proviamo a
verificarlo!
1) Si abbia un OpAmp in configurazione invertente
con guadagno 10 si applichi ad entrambi gli
ingressi una tensione di 100mV che tensione
si misura in uscita?
1V
-1V
0V
2V
-2V
2) Si abbia un OpAmp in configurazione invertente
con guadagno 10 e le seguenti tensioni V
100mV, V- -100mV che tensione si misura in
uscita?
1V
-1V
0V
2V
-2V
3) Si abbia un OpAmp in configurazione
non-invertente con guadagno 10 e le seguenti
tensioni V 50mV, V- -100mV che tensione
si misura in uscita?
0,5V
-1V
1V
3V
-3V
4) Un OpAmp in configurazione non-invertente ha
unuscita pari a 2V poiché i due resistori
di reazione hanno uguale valore, che tensione è
presente allingresso V se V- è a massa?
0,5V
-1V
1V
2V
-2V
37
La risposta è giusta! Possiamo passare
allargomento successivo...
passa ad unaltra domanda
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