Rosario Livatino - PowerPoint PPT Presentation

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Rosario Livatino

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Title: Rosario Livatino Author: Parrocchia Cattedrale Last modified by *** Created Date: 5/18/2005 6:40:01 PM Subject: Presentazione di PowerPoint – PowerPoint PPT presentation

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Transcript and Presenter's Notes

Title: Rosario Livatino


1
Rosario LivatinoIl giudice Ragazzino
  • Un martire della giustizia e, indirettamente,
    anche della fede...
  • (Giovanni Paolo II)

2
(No Transcript)
3
La sua vita
  • Rosario Livatino, nato a Canicattì, in Sicilia,
    il 3 ottobre 1952, consegue la laurea in
    Giurisprudenza, diviene uditore giudiziario a
    Caltanissetta, e poi dal 29 settembre 1979 al 20
    agosto 1989 sostituto procuratore della
    Repubblica al Tribunale di Agrigento,uno dei più
    giovani in Italia anche per questo fu chiamato
    il giudice ragzzino.
  • Si occupa di indagini antimafia, di
    criminalità comune ma anche di quella che poi
    sarebbe scoppiata come la "Tangentopoli
    siciliana". Livatino è giudice al Tribunale di
    Agrigento e della sezione misure di
    prevenzione.Fu ucciso in un agguato mafioso, la
    mattina del 21 settembre 1990.

4
Eroe per caso
  • Un viso dai lineamenti dolci, il sorriso appena
    accennato, i capelli neri pettinati con la riga
    di lato. Gli occhi scuri e profondi lo sguardo
    fermo, penetrante. Un fisico minuto, da
    adolescente Semplice e austero. Sobrio persino
    nel vestire.
  • Rosario Livatino un giovane, un giudice, un
    cristiano. Non un santo a tutti i costi, ma un
    uomo come mille altri. Innamorato della vita,
    della giustizia, della verità. Eroe per caso

5
Uomo di legge, uomo di Cristo
  • Prima di entrare in ufficio, non tralasciava mai
    la visita puntuale alla chiesa di S. Giuseppe,
    vicino al Palazzo di Giustizia, dove si fermava a
    pregare raccolto e concentrato nelle sue
    preghiere.
  • I casi più difficili del suo lavoro di giudice,
    Rosario li risolveva lì, ai piedi dellaltare. Lì
    invocava lassistenza dello Spirito Santo per
    poter giudicare con retto giudizio, per scegliere
    ciò che era meglio da farsi.
  • Lavorava infaticabilmente al punto che, il
    giorno di ferragosto non esitò a presentarsi in
    Procura solo per poter firmare un ordine di
    scarcerazione, così da non lasciare neppure
    unora di più in prigione un imputato. Lavorava
    senza alcuna smania di protagonismo, senza
    ostentazione. Rifuggiva, anzi, con ogni mezzo la
    notorietà.
  • Non solo codici e leggi ma anche e soprattutto
    il Vangelo Rosario aveva voluto che nellaula
    delle udienze vi fosse sempre un crocefisso, come
    richiamo di carità e rettitudine. Inoltre egli
    teneva un crocefisso anche sul suo tavolo,
    insieme con una copia del Vangelo tutto annotato,
    segno che doveva frequentarlo piuttosto spesso.

6
  • Concretizzazione della sua fede era l impegno
    nell Azione Cattolica e lassiduità all
    Eucaristia domenicale.Inoltre lessere laico,
    chiamato da Dio a contribuire, mediante
    lesercizio del proprio ufficio e sotto la guida
    dello Spirito, a manifestare Cristo agli altri,
    principalmente con la testimonianza della propria
    vita.
  • Una vita spesa per gli altri, il suo Amore per
    gli ultimi e per i poveri che in segreto
    puntualmente aiutava un Amore che sarà metro per
    essere giudicati Saremo tutti, indistintamente,
    giudicati sullAmore. Non sulla ricchezza,
    sullintelligenza, sulle capacità personali o su
    altre cose, ma soltanto sullAmore. Il banco di
    prova è, e resta, la carità la carità nel
    giudicare, la carità nella verità, la carità che
    è sorella della contrizione, figlia dell'umiltà
  • la carità è tutto è un concetto molto caro a
    Livatino.
  • La sua era una missione e un missionario deve
    avere una sola meta, tendere ad un solo
    traguardo. Il suo profondo senso del dovere messo
    al servizio della giustizia ne fa una specie di
    missionario il "missionario" del diritto.

7
Dai suoi scritti
  • Il più alto simbolo e il più alto segno
    giuridico è la dettatura dei dieci comandamenti,
    il decalogo, nel quale il legislatore, il
    "facitore del diritto", è Dio della giustizia e
    dellamore

8
  • La vita è tutta tessuta di ideali, di fini da
    conseguire che, puri o impuri, hanno un solo
    scopo il raggiungimento del bene. Il bene per
    noi, per il prossimo

9
  • Tutto luniverso, per quanto immenso, si
    identifica in questo essere. Dio è come un perno
    su cui gira tutto ciò che è. Tutto viene e
    ritorna a Dio, Dio è principio e fine. L'uomo
    nella sua follia peccaminosa pensa spesso al
    principio, ma molto raramente alla fine...

10
  • La giustizia è necessaria, ma non sufficiente,
    e può e deve essere superata dalla legge della
    carità che è la legge dellamore, amore verso il
    prossimo e verso Dio, ma verso il prossimo in
    quanto immagine di Dio, quindi in modo non
    riducibile alla mera solidarietà umana.

11
  • Riformare la giustizia, in senso soggettivo ed
    oggettivo, è compito non di pochi magistrati, ma
    di tanti dello Stato, dei soggetti collettivi,
    della stessa opinione pubblica.Recuperare
    infatti il diritto come riferimento unitario
    della convivenza collettiva non può essere, in
    una democrazia moderna, compito di una minoranza.

12
  • Fine
  • Lequipe diocesana
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