Title: I gesti religiosi
1I gesti religiosi
2Le diverse posizioni delle mani
- La mani hanno un alto potere espressivo,
attraverso i gesti che compiono è facile
riconoscere i sentimenti della persona a cui
appartengono, esse costituiscono un prolungamento
della sua intimità. - Possono muoversi con dolcezza, o in maniera
concitata mentre parliamo, o anche restare quiete
mentre si ascolta laltro stando chiuse a pugno
indicano la rabbia o il rifiuto di chi ci sta
davanti tenute aperte trasmettono accoglienza,
disponibilità.
3- Le mani non servono soltanto per accompagnare il
linguaggio, ma esse stesse hanno una capacita
comunicativa e con linguaggio non verbale sono
capaci di esprimere sentimenti, idee, o
manifestare unintenzione
4- Nella vita sociale tutti riusciamo a capire la
grammatica delle mani che si tendono per
chiedere, che minacciano, che fermano il
traffico, che salutano, che si alzano a pugno
chiuso, che indicano con le dita la V della
vittoria, che stringono in silenzio la mano della
persona amata, che si aprono allamico, che
offrono un regalo, che disegnano nellaria un
congedo...1 - 1Adazabal J., Gesti e simboli...., op. cit. p.
94.
5- Il linguaggio delle mani costituisce, come nella
vita di tutti i giorni, il discorso più
espressivo anche nella preghiera o allinterno
della celebrazione liturgica. La liturgia si
svolge anche attraverso i gesti delle mani, mani
che offrono, che mostrano, che ricevono, che si
tendono verso il fratello e che si alzano
fiduciose a Dio.
6Pregare con le mani alzate
- Pregare innalzando le mani al cielo era un gesto
consueto sia per gli Ebrei (Lamen. 3,41 Sal.
140,2) che per i pagani. I cristiani conservarono
questo gesto e i Padri della Chiesa vollero
vedere in esso la raffigurazione di Gesù sulla
croce Se metti un uomo con le braccia aperte,
ottieni la figura della croce (Tertulliano,
1,12,7 ).
7- Le mani alzate al cielo esprimono un gesto di
intercessione per se stessi e per gli altri, ma
possono anche essere segno di lode e di
ringraziamento. Latteggiamento attuale del
sacerdote durante la preghiera è una forma
ridotta di questantica posizione le braccia
sono più aderenti al corpo e le palme delle mani
rivolte in dentro.
8- I fedeli che partecipavano alla celebrazione,
durante i primi secoli, imitavano gli
atteggiamenti e i gesti del celebrante.
Ascoltavano la preghiera eucaristica in piedi e
in alcuni momenti alzavano le mani al cielo. - In seguito le cose cambiarono e divenne normale
per i fedeli stare in ginocchio, solo il
presidente stava in piedi e poteva muovere le
braccia.
9- Nella liturgia odierna sono riservati
allassemblea soltanto pochi gesti con le mani,
come battersi il petto, darsi la mano per
scambiarsi il segno di pace, tenderle per
ricevere la comunione e usarle per farsi il segno
di croce.
10- Le mani dellassemblea si sono, oggi, come
atrofizzate, sarebbe bello riscoprire il valore
del loro uso, e lasciarle libere di esprimere il
linguaggio della fede.
11- Si sta iniziando a fare qualche passo avanti in
questo senso, e in questa linea, il Messale del
1983 afferma che durante il canto o la recita
del Padre nostro possono tenere le braccia
alzate questo gesto, opportunamente spiegato,
deve essere fatto con decoro in un clima di
fraterna preghiera. Quale gesto più eloquente
potrebbe, infatti, utilizzare un figlio nel
rivolgersi al padre, esprimendo così la pienezza
della sua fiducia e la sicurezza di essere,
comunque, accolto.
12Pregare con le mani giunte
- Questo gesto è sconosciuto presso i cristiani dei
primi secoli, è probabile che la sua introduzione
sia dovuta ad influssi della cultura germanica,
dove il gesto di tenere le mani giunte veniva
utilizzato come forma di rispetto verso le più
importanti autorità.
13- Tale atteggiamento venne introdotto nella
preghiera privata a partire dal IX secolo, ed
entrerà a far parte della celebrazione liturgica
nel XII secolo. Tenere le mani giunte vuole
essere segno di raccoglimento e di meditazione.
La mani unite sono raccolte, non distratte da
alcunaltra attività e anchesse pronte ad
esprimere la nostra volontà di volerci rivolgere,
nel corpo e nellanima, soltanto a Dio.
14Percuotersi il petto
- Battersi il petto in segno di pentimento e di
dolore è un gesto che i primi cristiani hanno
ereditato sia dal mondo giudaico che da quello
pagano. - I primi cristiani utilizzarono questo gesto per
imitare lesempio del pubblicano che si
percuoteva il petto nellaccusare i suoi peccati
(Lc 18, 9-14), e quello dei presenti alla morte
in croce di Gesù Cristo Tutte le folle che
erano accorse, davanti a questo spettacolo,
ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano
percuotendosi il petto (Lc 23,48).
15- Nel IV secolo, associato al Confitebor, il
battersi il petto è stato riferito al triplice
mea culpa, dove la confessione dei peccati
raggiunge il suo punto più alto. - In seguito questo gesto venne poi esteso a tutte
le parole o formule che esprimevano il senso del
peccato, del pentimento o di richiesta del
perdono (Agnello di Dio, Signore non sono degno,
ecc.)
16- Dopo la riforma luso di percuotersi il petto è
stato notevolmente ridimensionato e si utilizza
soltanto al momento del Confesso, e mentre il
vecchio messale parlava di tre colpi al petto, il
nuovo dice soltanto Battendosi il petto.
17- Questo gesto viene anche utilizzato quando, come
preghiera eucaristica, si usa il Canone romano
il presidente e i concelebranti si percuotono il
petto con la mano alle parole anche noi
peccatori, che riferiscono a loro stessi che in
riconoscendosi peccatori di fronte allassemblea.
18- Battersi il petto è guardare in se stessi
riconoscendo la propria colpa, ma è anche
manifestazione della volontà di conversione.
Questo gesto è un forte richiamo a risvegliarsi,
attraverso il dolore, e ad impegnarsi nella
propria crescita personale.
19Il gesto della pace
- Il gesto della pace prima di arrivare alla sua
forma attuale ha avuto una storia quanto mai
movimentata. - Nei primi secoli veniva compiuto alla fine della
proclamazione della Parola, così come ci viene
testimoniato dagli scritti dei Padri della
Chiesa.
20- Il segno della pace non era, quindi, in relazione
con la comunione, ma con la liturgia della
Parola. Era stato collocato prima della preghiera
eucaristica tenendo presenti le parole di Gesù
nel discorso della montagna, che invitavano a
riconciliarsi con il fratello prima di presentare
la propria offerta a Dio (Mt 5, 23-24).
21- Ancora oggi nel rito ambrosiano, nelle liturgie
orientali e in quella ispano-mozarabica il segno
di pace è rimasto collocato nel punto di
appartenenza originario.
22- Fu papa Innocenzo I, nel V secolo, a cambiare la
collocazione di questo gesto mettendolo dopo la
preghiera eucaristica La pace deve essere
proclamata dopo ( la celebrazione dei misteri).
E chiaro infatti che, per mezzo di essa, il
popolo dà il suo consenso a ciò che è stato
realizzato nei misteri e celebrato nella Chiesa
il compimento di tutto questo è messo in evidenza
per mezzo della pace che viene a suggellare la
conclusione.1 - 1Questa affermazione di Innocenzo I la troviamo
riportata in una sua lettera scritta nellanno
416 e indirizzata al vescovo Decenzio di Gubbio,
che lo aveva interrrogato in merito alla
collocazione del gesto di pace.
23- La pace quindi viene vista come dono, e frutto
del mistero eucaristico, e viene utilizzata quasi
per avvallare quanto è stato celebrato. - Al tempo di Gregorio Magno la collocazione di
questo segno cambiò ancora e fu messo dopo la
recita del Padre nostro, diventando in questo
modo un gesto di preparazione alla comunione e
così è rimasto fino ad oggi nella liturgia romana
ed africana.
24- Cè da far notare ancora una cosa importante che
riguarda il valore che veniva assegnato a questo
gesto. Fino allundicesimo secolo il segno della
pace aveva una dimensione orizzontale, esso
veniva scambiato vicendevolmente fra tutti i
presenti alla celebrazione, ma poi è iniziato a
verificarsi un profondo cambiamento nel suo
significato, cambiamento, che si manifesterà
anche nei movimenti che erano ad esso collegati.
25- Infatti il sacerdote, in segno di ricevimento
della pace da Cristo stesso, baciava laltare,
poi abbracciava i diaconi, e questi a loro volta
abbracciavano i ministri inferiori, e così via
finché la pace non giungeva ai presenti
attraverso un incaricato della pace. - La pace dunque aveva assunto questa dimensione
discendente, da Cristo, attraverso i ministri
al popolo. Questo rito si compiva soltanto nelle
cerimonie più solenni e riguardava soltanto il
clero, i fedeli ne restavano esclusi.
26- Dopo la riforma il segno di pace ha riacquistato
la sua originaria dimensione orizzontale ci si
scambia reciprocamente la pace prima di ricevere
lEucaristia. - Come ultima cosa vogliamo far notare che,
insieme alla collocazione e al significato,
questo gesto ha subito delle variazioni anche per
quanto riguarda la sua forma. Originariamente era
un bacio che poi è stato trasformato in
abbraccio oggi, per conformarsi agli usi della
nostra società, è diventato una stretta di mano.
27- Il segno di pace non vuole però essere un gesto
di cortesia o soltanto di fraterna amicizia, ma
attraverso di esso i presenti implorano la pace
e lunità per la Chiesa e per tutta la famiglia
umana, e si manifestano mutuamente la carità,
prima di partecipare allo stesso pane ( PNMR
n. 56b). - La pace che ci scambiamo è la pace di Cristo, che
ci viene donata attraverso lo Spirito nella
partecipazione al mistero eucaristico Vi lascio
la pace, vi do la mia pace, non come la dà il
mondo (Gv 14, 17). Su questa pace si fonda
lunità della Chiesa, che si manifesta attraverso
la fraternità dei presenti.
28- Questa pace ha, però, in sé una dimensione
dinamica, è una pace in costruzione i cristiani
implorano la pace e lunità. Ma non debbono
fermarsi allimplorazione poiché la pace e
lunità della Chiesa e di tutti i figli di Dio,
si pongono come meta della missione di ogni
cristiano.
29- La pace di Cristo non è mai realizzata
completamente da nessuna comunità. E in
costruzione. Dipende anche da noi. Per questo
iniziamo ogni Eucaristia realizzando un piccolo
ma significativo gesto profetico in un mondo
diviso noi vogliamo essere fermento di unità e di
pace in Cristo Gesù.1 - 1Aldazabal J., Simboli e gesti..., op. cit.
p.122.
30- Questo gesto non deve essere relegato dai noi
cristiani alla sola celebrazione Eucaristica, ma
deve accompagnarci durante tutta la nostra
giornata, e durante tutte le giornate della
nostra vita.
31- Uno scrittore polacco ha narrato in un
settimanale cattolico del suo paese (1984) una
specie di parabola. La scena si svolge in una
macelleria dove si forma una lunga fila di
persone per la spesa. A poco a poco, con il
passare del tempo e il venir meno della
disponibilità della carne, che non sarà
sufficiente per tutti, il rapporto tra le persone
si fa più acido, affiorano i nervi e
laggressività. Nel momento di maggiore tensione
e lotta per avere ciò che resta, si alza la voce
autorevole di uno di loro Scambiatevi un segno
di pace.
32- Cè un istante di sorpresa e indecisione. Ma il
suggerimento ottiene presto il suo effetto e
torna la pace. Quando laggressività sorprende
anche noi, sia nella vita familiare, che nel
lavoro o nel traffico o persino nella vita
ecclesiale, è interessante ricordare che,
celebrando lEucaristia, abbiamo compiuto, con
semplicità ma anche con impegno, il gesto della
pace. E questo non valeva solo mentre eravamo in
chiesa, ma per tutta la vita.1 - 1Aldazabal J., Simboli e gesti...., op. cit. p.
125.
33Le azioni sacre
34Il segno di croce1
- 1Cf. Huscenot J., Il segno di croce. Storia e
catechesi , Ed. San Paolo, Milano, 1993.
35- Già nel terzo secolo il segno di croce veniva
usato in tutte le comunità cristiane e nelle
situazioni più diverse così come ci testimonia
Origene Il Vecchio Testamento ci insegna che la
lettera thau (EZ 9,4) è una raffigurazione della
croce, e un preannunzio di questo segno che
presso i cristiani è tracciato sulla fronte, e
che i fedeli fanno prima di ogni lavoro e
specialmente nellincominciare le preghiere e le
sante letture (Origene 1369).
36- Il brano a cui egli fa riferimento è un testo del
profeta Ezechiele che ci presenta Dio mentre
ordina ai suoi angeli di segnare la fronte di
coloro che soffrono per le ingiustizie subite con
il segno salvifico del tau1 Passa in mezzo alla
città, in mezzo a Gerusalemme e segna un tau
sulla fronte degli uomini che sospirano e
piangono per tutti gli abomini che vi si
compiono...Seguitelo attraverso la città e
colpite...solo non toccate chi abbia il tau in
fronte (Ez. 9, 4-6). - 1Origene in questo caso si riferisce al tau così
come risulta nella traduzione greca dei LII e non
al tau ebraico che ha una ben altra conformazione
morfologica.
37- Nella celebrazione liturgica, sempre nello stesso
periodo, il segno do croce veniva utilizzato nei
riti di iniziazione cristiana, durante gli
esorcismi e veniva usato come segno per
sconfiggere il male. In seguito troverà una
collocazione in tutti i riti liturgici.
38- Per quanto riguarda la forma del segno di croce,
nei primi secoli veniva tracciato con un dito
della mano destra sulla fronte. Dopo il nono
secolo questo segno veniva tracciato con tre dita
in onore della Trinità. - E difficile stabilire a quale epoca risalga il
grande segno di croce che noi utilizziamo,
possiamo soltanto dire che lo troviamo nelle
forme di devozione privata a partire dal XI
secolo.
39- I liturgisti hanno rintracciato anche un altro
tipo di segno di croce in Spagna risalente al X
secolo, é il segno di croce medio che va dalla
fronte al mento, alcuni lo chiamavano il casco
di Cristo, proprio perché simbolizzava un elmo
che aveva il ruolo di proteggere il cristiano
nelle battaglie contro il male.
40- Il segno di croce è un gesto semplice e nello
stesso tempo carico di significato poiché
rappresenta la professione di fede di ogni
cristiano è nella croce di Cristo che Dio ci ha
salvato. Questo gesto è inoltre un sigillo che
vuole esprimere la nostra appartenenza a Dio, per
il Figlio, nello Spirito Santo. - Ogni segno di croce vuole essere anche una
esplicita richiesta di benedizione che facciamo
al Padre.
41- Con la riforma liturgica è stato notevolmente
ridotto il numero dei segni di croce allinterno
della celebrazione Eucaristica. - Noi oggi troviamo il segno di croce allinizio
della celebrazione poiché essa è memoriale della
morte salvifica di Cristo, inoltre, con questo
gesto vogliamo ricordare anche il nostro
Battesimo, quando su di noi è stato impresso per
la prima volta questo segno per suggellare la
nostra appartenenza alla Chiesa di Cristo.1 - 1Cf. Weidinger G-Weidinger N., Gesti e segni...
pp.126-130
42- Allinizio della proclamazione del Vangelo ci
segniamo ancora con un triplice segno di croce
sulla fronte, sulle labbra e sul cuore, in segno
di accoglienza della Parole che andiamo ad
ascoltare.
43- Ci segniamo con il segno di croce la fronte,
affinché quanto andiamo ad ascoltare lasci un
segno indelebile nella nostra mente le labbra,
perché la nostra bocca sia capace di annunciare
agli altri il Vangelo il cuore, perché quanto
abbiamo ascoltato possa cambiarlo e renderci
capaci di vivere il Vangelo. Il segnarsi con il
segno di croce ci ricorda che tutto questo può
essere possibile solo grazie alla croce
traboccante damore di Cristo.
44- Il segno di croce accompagna la benedizione che
impartisce il celebrante allassemblea alla fine
della celebrazione essendo la croce fonte di
ogni benedizione e la causa di tutte le grazie
(S. Leone Magno, Sermones, 59, 7). - Il segno di croce accompagna anche tutte le
benedizioni consacratorie di persone e cose.
45- Questo gesto ha un ruolo fondamentale nei riti di
iniziazione cristiana dove vuole essere un vero e
proprio sigillo di appartenenza a Cristo lo
ritroviamo, poi, nellunzione sacramentale e nel
rito funebre il segno della croce vittoriosa di
Cristo accompagna tutta la nostra vita cristiana,
dallinizio alla fine.
46- Ripetere il segno di croce vuol dire impegnarsi,
perché la croce è il simbolo più chiaro dello
stile di vita che Cristo ci ha insegnato....E
facile cantare alla croce Sei vessillo glorioso
di Cristo. E ancora facile fare, più o meno
distrattamente, il segno di croce nei momenti
abituali. Difficile è ascoltare e assimilare
tutto il messaggio predicato da questo simbolo.
47- Un messaggio di salvezza e speranza, di morte e
risurrezione. Di vita cristiana intesa come
servizio. E inoltre un ricordo non soltanto di
Cristo, ma anche di tutti quelli che hanno
sofferto e che continuano a soffrire in questo
mondo sulla croce, Cristo è come il portavoce di
tutti quelli che piangono e soffrono e muoiono, e
nello stesso tempo è la garanzia e il manifesto
di vittoria per tutti.
48- Noi cristiani dobbiamo riconoscere alla croce
tutto il suo significato, perché non sia un
simbolo vuoto. Allora può costituire un segno che
alimenta continuamente la nostra fede e lo stile
di vita che Cristo ci ha insegnato. Se
comprendiamo la croce, se quel piccolo gesto è
fatto coscientemente, la nostra vita sarà
costantemente orientata nella direzione giusta1. -
- 1Aldazabal J. , Simboli e gesti...., op. cit. pp.
138-139.
49Dopo le feste finiremo il capitolo sui gesti e
parleremo di come rendere più comunicativi tutti
i segni liturgici
50A tutti Buon Natale e felice ripresa nel nuovo
anno
Colui che era adagiato nella mangiatoia è
divenuto debole, ma non ha perduto la sua
potenza assunse ciò che non era,ma rimase ciò
che era. Ecco, abbiamo davanti il Cristo bambino
cresciamo insieme con lui.