Le emorragie digestive - PowerPoint PPT Presentation

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Le emorragie digestive

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Title: Le emorragie digestive


1
Le emorragie digestive
2
Emorragie del tubo digerente (esofago?canale
anale).   Rappresentano 1-2 dei ricoveri
ospedalieri   Mortalità 15-20 (1998)   Arresto
spontaneo del sanguinamento complessivamente nel
75 dei casi.
3
Classificazione
Classificazione per sede   emorragie
digestive superiori ( a monte del Treitz)
emorragie digestive inferiori (a valle del
Treitz)
Classificazione per entità CRONICA più
tipicamente da lesioni neoplastiche o da
emorragie del tratto digestivo inferiore.
Astenia, pallore cutaneo, dispnea per sforzi
lievi, angina Anemia microcitica,
ipocromica, sideropenica   ACUTA progressivo
instaurarsi di shock emorragico.
4
Segni e Sintomi   ematemesi vomito di materiale
ematico o caffeano   melena feci
picee   proctorragia canalizzazione a sangue non
trasformato o a feci formate miste a
sangue   sangue occulto fecale sangue non
macroscopicamente apprezzabile   ? esplorazione
rettale!!! ? sondino naso-gastrico!!!
Sede, entità , velocità di transito
5
Cause principali di emorragie digestive
superiori   Ulcera duodenale 26 Ulcera
gastrica 17 Gastrite acuta emorragica 15 Vari
ci esofagee 10 Esofagite 5 Mallory-Weiss
4 K gastrico 2
6
Cause di emorragia digestiva inferiore   Divertic
olite colica 60 angiodisplasia
colica 12 neoplasia colorettale 7 emorroidi 5
altro 16 (colite
ulcerosa, ischemica, Crohn,.)
7
Sintomatologia dellemorragia acuta Quadro
clinico di shock emorragico   -        pallore
cutaneo, sudore -        tachicardia -       
riduzione della P differenziale,
ipotensione -        tachipnea -       
oligo-anuria -        agitazione psicomotoria
confusione perdita di coscienza -        ?
ematocrito ed emoglobina acidosi
metabolica
8
Principi di terapia
Paziente con emorragia digestiva....
E presente uno stato di shock ipovolemico?
Clinica valutazione del paziente, PA, FC. (stima
migliore delle perdite ematiche) Emocromo più
tardivo!!!!
9
Principi di terapia
Shock emorragico
SI
NO
Trattare lo shock (salvavita!)
Individuare (diagnosi) e trattare la fonte del
sanguinamento
Molto spesso il trattamento NON è chirurgico!!!
10
1) Trattare lo shock emorragico
  2 grosse vie infusionali periferiche, infusione
aggressiva con Ringer lattato (riscaldato),
prelievo per gruppo e compatibilità,
emotrasfusioni a seconda delle perdite. FC,
PA Frequenza respiratoria Coscienza del
paziente Diuresi
Parametri per valutare lefficacia del trattamento
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2) Diagnosi e trattamento definitivo
  • Spesso è necessario un approccio endoscopico
  • Il trattamento è differente in relazione alla
    causa identificata

12
Esempi di trattamento emorragie digestive acute
Varici esofagee Ematemesi spesso imponente,
condizionante shock, in pazienti noti per episodi
pregressi e/o cirrosi epatica sondino di
Blackemore terapia endoscopica (sclerosi o
legatura endoscopica)
13
Esempi di trattamento emorragie digestive acute
Ulcera gastrica o duodenale EGDS trattamento
con pomfi di adrenalina, clips metalliche o
coagulazione (elettrica, argon..)
Se lapproccio endoscopico non è praticabile o
lemostasi endoscopica è impossibile ? emostasi
chirurgica.
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NO segni di shock   Valutazione del paziente e
dei fattori di rischio in presenza di
anemizzazione (età, cardiopatia, terapie con
anticoagulanti o FANS). Valutare anemizzazione e
la necessità di ricovero ospedaliero ed eventuali
trasfusioni. Attivare COMUNQUE un processo
diagnostico adeguato.
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Esempi
Pazienti con PA, FC normali, cute calda,
eupnoici, modesta anemia, non evidenze di
sanguinamento attivo.   Riferita proctorragia,
non sangue allER   Riferita melena Sangue
occulto fecale positivo   Riferita astenia,
anemizzazione di ndd
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Esami strumentali diagnostici
EGDS COLONSCOPIA SCINTIGRAFIA CON EMAZIE
MARCATE TRANSITO CON MICROCAMERA
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Trattamento delle emorragie digestive non acute
Strettamente legato alla diagnosi!
  • ESEMPI
  • Ulcera gastrica benigna IPP, sucralfato
  • K gastrico Resezione chirurgica

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Conclusioni
  1. Individuare e trattare lo shock
  2. Stretta collaborazione con endoscopista
  3. Sanguinamenti frequentemente autolimitanti
  4. Spesso non è necessario il chirurgo nelliter
    terapeutico
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