Title: L
1Loggetto di studio
2Obiettivi della lezione
- In quale misura e con quali strumenti possiamo
conoscere leconomia e la società di un mondo,
come quello antico, tanto distante da noi
cronologicamente e culturalmente?
3La storia economica e sociale una scienza moderna
- Lodierna storiografia politica e militare
affonda le sue radici nella civiltà greca. - Gli antichi, pur non ignorando limportanza
fattori economici e sociali, non hanno mai creato
una storiografia economica e sociale. - Due aspetti che sono divenuti oggetto di indagine
storica solo nel XIX secolo.
4Definizioni quale è loggetto della storia
economica e sociale?
- La storia economica studia le modalità con le
quali gli uomini acquisiscono i beni materiali
che gli consentono di vivere. - La storia sociale studia le modalità con le quali
gli uomini, come individui o come gruppi, entrano
in relazione allinterno di una comunità.
5Due oggetti di studio diversi ma correlati
- Linsegnamento di storia economica e sociale
tratta due diversi oggetti di studio, che
tuttavia sono profondamente intrecciati tra di
loro. - Le strutture economiche sono condizionate dal
quadro sociale in cui si inseriscono (e a loro
volta lo condizionano) per esempio leffetto
dellistituzione sociale della schiavitù. - La funzione economica svolta determina il ruolo
sociale dei singoli allinterno di una comunità
ed è un fattore importante nella formazione di un
gruppo sociale per esempio le classi.
6La storia degli studi
- La natura del nostro oggetto di studi
(particolarmente leconomia antica) è stata
oggetto di intenso dibattito, a partire dalla
fine del XIX secolo. - Ripercorrere rapidamente la storia degli studi
consente di comprendere i problemi legati
allindagine sulla storia economica del mondo
antico.
7Karl Bücher e i Primitivisti
- K. Bücher, Die Entstehung der Volkswirtschaft
(La genesi delleconomia nazionale) nel 1893
propose uno schema dellevoluzione delleconomia - Economia domestica chiusa (età antica)
- Economia urbana (età medievale)
- Economia nazionale (età moderna)
- Una differenza qualitativa tra leconomia antica
e quelle posteriori prevalenza dellagricoltura
per lautoconsumo, debolezza degli scambi,
arretratezza tecnologica, mancato accumulo di
capitali.
8Eduard Meyer e i Modernisti
- E. Meyer, Die wirt-schaftliche Entwicklung des
Altertums (Lo sviluppo economico
dellAntichità), 1895 un grande storico del
mondo antico guida la reazione alle teorie
primitiviste.
9Eduard Meyer e i Modernisti
- Leconomia antica si differenzia da quella
moderna solo per aspetti quantitativi. - Applicazione allo studio delleconomia antica
degli stessi metodi e della stessa terminologia
impiegata per lindagine sulleconomia moderna. - Insistenza sulle forme di produzione
industriale, sullintensità degli scambi,
sulleconomia monetaria nascita di una
oligarchia della ricchezza, contro laristocrazia
terriera. - Una politica estera condizionata da esigenze
economiche, come la volontà di aprire nuovi
mercati.
10Robert Von Pöhlmann e la visione modernista della
storia sociale
- La visione modernista delleconomia antica
influenzò anche le ricostruzioni della storia
sociale. - R. Von Pöhlmann in Geschichte der sozialen Frage
und des Sozialismus in der antiken Welt (Storia
della questione sociale e del socialismo nel
mondo antico), 19253, convinto di uno sviluppo
capitalistico delleconomia antica, applicò il
concetto marxista di lotta di classe alla storia
sociale dellAntichità.
11I riflessi del dibattito in Italia
- Gli echi del dibattito tra Primitivisti e
Modernisti si sentono anche in Italia,
soprattutto nella riflessione di studiosi legati
al movimento socialista - E. Ciccotti, Il tramonto della schiavitù nel
mondo antico, Torino 1899. - G. Salvioli, Il capitalismo antico. Storia
delleconomia romana, Bari 1929 ma pubblicato in
versione francese già nel 1906 la necessità di
distinguere il capitalismo antico da quello
moderno. - C. Barbagallo, Il materialismo storico, Milano
1916.
12Un dibattito nato male
- Una premessa erronea per Primitivisti e
Modernisti - Levoluzione economica è processo lineare e
omogeneo nel quale si può collocare con
precisione la fase antica? - È possibile studiare leconomia antica come
fenomeno a sé, con gli stessi metodi con i quali
si studia leconomia moderna? - È possibile ridurre la storia delleconomia
antica allo studio delle sue performance (modeste
per i primitivisti, notevoli per i modernisti)?
13Un tentativo di superare la querelle Max Weber
- Die protestantische Ethik und der Geist des
Kapitalismus (Letica protestante e lo spirito
del Capitalismo), 1904 i fenomeni economici
possono essere condizio-nati da fattori
extra-economici.
14Un tentativo di superare la querelle Max Weber
- In una serie di opere (che culminano in
Wirtschaft und Gesellschaft Economia e
società, 1922) mette in luce le differenze
strutturali di economia antica e moderna. - La città antica come consumatrice di beni, la
città medievale e moderna come produttrice. - Il concetto di cittadinanza slegato da fattori
economici nel mondo antico.
15Mestieri e cittadinanza nel mondo antico
- Lesercizio di alcuni mestieri infamanti limita
lesercizio dei diritti civici - Aristotele, Politica, 1278 a A Tebe vigeva una
legge che proibiva l'accesso alla magistratura a
chiunque non si fosse tenuto lontano dall'agorà
per dieci anni.
16Sulla scia di Weber Johannes Hasebroek
- Staat und Handel im alten Griechenland (Stato e
commercio nella Grecia antica), 1928, e
Griechische Wirtschafts- und Gesellschafts-geschic
hte bis zur Perserkriegen (Storia economica e
sociale della Grecia fino alle Guerre persiane),
1931 la subordinazione delleconomia alla
politica nelle poleis greche. - Gli stati antichi si interessavano solo ai
problemi dellapprovvigionamento alimentare, non
inter-venendo nelle altre questioni economiche.
17La lezione di Weber e Hasebroek
- È impossibile studiare leconomia antica
indipendentemente dal quadro istituzionale,
politico e culturale. - Una lezione non sempre ascoltata gli echi del
dibattito tra primitivisti e modernisti si
sentono ancora oggi. - Una conseguenza anche dellenorme impatto che
ebbero le ricerche di stampo modernistico di
M.I. Rostovzev.
18Un maestro del Modernismo Mikhail I. Rostovzev
- Social and Economic History of the Roman Empire,
1926. - Social and Economic History of the Hellenistic
World, 1941.
19Un maestro del Modernismo Mikhail I. Rostovzev
- Un magistrale e affascinante quadro delleconomia
antica, fondato sulla piena padronanza delle più
diverse classi di fonti. - Particolarmente in Roman Empire il quadro è
nettamente modernista industrializzazione e
intenso sviluppo commerciale. - Il quadro è più sfumato nel posteriore
Hellenistic World. - Sulla scia di Rostovzev An Economic Survey of
Ancient Rome, a cura di T. Frank, 1933-1940 una
grande raccolta di fonti sulleconomia romana,
priva di riflessioni teoriche.
20Uneconomia embedded Karl Polanyi
- Mentre oggi leconomia è un fenomeno
indipendente, nel mondo antico è un fattore
integrato nel quadro istituzionale, politico e
culturale (The Great Transformation, 1944). - Leconomia antica non può essere studiata con le
stesse categorie interpretative usate per il
mondo moderno. - Polanyi inaugura la scuola sostantivista, in
contrasto con quella formalista, che ritiene che
sia sempre esistita una sfera economica
indipendente.
21Moses Finley e la Nuova Ortodossia
- Sviluppo del pensiero di Weber e Polanyi da parte
di uno specialista della storia antica (The
Ancient Economy, 1973). - Le teorie di Finley sono talvolta etichettate
come neo-primitivismo. - La definizione di Nuova Ortodossia allude
alle-norme influenza del pensiero di Finley
nella ricerca contemporanea.
22Moses Finley e la Nuova Ortodossia
- Un modello interpretativo delle caratteristiche
dominanti dellintera economia greca e romana. - Un mondo essenzialmente rurale, con una
produzione agricola indirizzata allautoconsumo. - Scambi limitati, con un mercato dominato non da
leggi razionali, ma da convenzioni sociali e
politiche il dono e controdono, la
redistribuzione. - Fattori economici in politica estera non
lapertura di nuovi mercati, ma la conquista di
terre e bottino e la possibilità di imporre
tasse. - Uso del capitale per spese di consumo, per
affermare il proprio status sociale, non per
investimenti produttivi.
23Gli sviluppi della Nuova Ortodossia Keith
Hopkins
- Il riconoscimento del valore generale del modello
di Finley. - Ma la necessità di inserirvi una visione
diacronica, che tenga conto di unevoluzione di
oltre mille anni - Crescita del surplus prodotto (fino al II sec.
d.C.). - Crescita degli occupati in settori diversi
dallagricoltura. - La redistribuzione dei proventi delle tasse nelle
zone militari e nella città di Roma nel I-II sec.
d.C.
24Dopo Finley le critiche alla Nuova Ortodossia
- La scuola empirica studi su aspetti di
dettaglio, che non sempre si accordano con il
modello generale di Finley. - La scuola formalista non fermarsi alle
concezioni espresse nella letteratura antica e
verificare le forme concrete assunte
dalleconomia (soprattutto attraverso la ricerca
archeologica), che spesso hanno caratteri
moderni. - Un impulso di ricerca che nasce anche
dallattuale fenomeno della globalizzazione? - Un rinnovato interesse verso gli studi di
carattere quantitativo, nonostante i problemi di
questo approccio al mondo antico. - La scuola culturale studiare i testi di
rilievo per la storia economica e sociale come
una costruzione ideologica.
25La New Institutional Economics e lAntichità
- Un approccio alla storia economica che, piuttosto
che concentrarsi sulle performance di un sistema,
analizza i meccanismi istituzionali che ne
regolano il funzionamento le regole del gioco. - Regole che possono essere formali (norme
giuridiche) o informali (condizionamenti
sociali). - Una scuola fortemente orientata allo studio della
contemporaneità, anche attraverso linfluente
International Society for New Institutional
Economics. - Un indirizzo che forse non è poi così nuovo per
la Storia economica del mondo antico, poiché da
sempre in questo ambito lo studio delle
performance è ostacolato dalla condizione delle
fonti. - Piuttosto in ambito antichistico saranno da
valutare con prudenza alcuni assiomi della NIE. - Per esempio la regola secondo la quale le
istituzioni regolano leconomia in modo
razionale, avendo come obiettivo lefficienza.
26Connessioni interdisciplinari
- La storia sociale e la storia economica non solo
sono intrecciate tra di loro, ma hanno anche
connessioni con molte altre discipline - Geografia
- Demografia
- Storia del diritto
- Storia delle tecnica
- Storia delle idee e della mentalità
- Storia politica e militare
27La geografia
- Gli uomini vivono in un ambiente geografico e in
un clima che ne determinano le possibilità
economiche e la facilità delle comunicazioni - Le caratteristiche geomorfologiche della Grecia
hanno ostacolato la coltivazione di cereali e le
comunicazioni. - Gli uomini tuttavia possono anche trasformare
lambiente a seconda delle loro esigenze - La discussa ipotesi di una deforestazione di
vaste aree dellItalia centrale, per soddisfare
le enormi esigenze di legname della città di Roma.
28La demografia
- Lampiezza della popolazione e le sue dinamiche
hanno una rilevanza nello sviluppo della società
e delleconomia - Lesplosione demografica della Grecia arcaica
determina tensioni economiche e sociali, che
porteranno da un lato alla colonizzazione,
dallaltro a mutamenti di regime nelle poleis
greche. - Ma le dinamiche economiche e sociali hanno a loro
volta uninfluenza sullevoluzione della
demografia - Tendenze economiche (necessità di non suddividere
tra molti eredi le proprietà familiari) e sociali
(relativa emancipazione femminile, instabilità
dei legami matrimoniali) determinano il suicidio
demografico della vecchia aristocrazia romana
nella prima età imperiale.
29La storia del diritto
- La legislazione regola i rapporti sociali e, in
alcuni periodi, anche quelli economici, talvolta
dando riconoscimento giuridico alla situazione di
fatto - Nel 451-450 a.C. un provvedimento inserito nelle
Leggi delle XII tavole impedisce i matrimoni
misti patrizio-plebei. Nel 445 a.C. il plebiscito
Canuleio cancella questa norma. - Altre volte reagendo contro sviluppi indesiderati
- La legislazione dellimpero romano tardoantico
cerca di arrestare gli impulsi alla mobilità
sociale, bloccando le persone nella loro
condizione e nella loro professione, ai fini di
assicurare un gettito fiscale costante. - In genere gli interventi statali su economia e
società furono meno numerosi nel mondo antico che
in quello moderno.
30La storia della tecnica
- La tecnologia condiziona lo sviluppo economico
- Il sistema dei trasporti, le fonti di energia.
- Ma anche il progresso tecnico può essere
influenzato dalle condizioni economiche e
sociali - Secondo unopinione diffusa, listituto della
schiavitù avrebbe ostacolato la traduzione in
pratica delle notevoli conoscenze teoriche della
scienza antica.
31Storia delle idee e della mentalità
- Fattori ideologici hanno pesantemente
condizionato lo sviluppo economico del mondo
antico - il mancato apprezzamento del lavoro come valore
in sé, lassenza di uno spirito imprenditoriale e
di unideologia dellarricchimento. - Una differente sensibilità culturale rispetto
al mondo contemporaneo determina comportamenti
sociali per noi inaccettabili - La condizione di schiavitù sentita talvolta come
naturale, il ruolo marginale della donna.
32La storia politica e militare
- Gli sviluppi sociali ed economici devono molto
alle condizioni politiche vigenti e ai successi
(o agli insuccessi) militari di uno stato - La conquista dellegemonia nel Mediterraneo da
parte di Roma nel II sec. a.C. portò ad un
profondo cambiamento delle sue strutture sociali
ed economiche. - Daltra parte le strutture economiche e sociali
sono spesso il presupposto per una politica
estera di successo - Le conquiste romane della media età repubblicana
si spiegano soprattutto in ragione di un
potenziale militare straordinario, offerto da una
numerosa classe di contadini-soldati.
33Il fenomeno associativo nel mondo antico un
tentativo di classificazione
- La tendenza allassociazione come tendenza
connaturata alluomo. - Una tendenza limitata solo dalle istanze
superiori (lo stato), che cercano di regolare le
finalità delle associazioni, che possono essere
le più svariate, anche in contrasto con gli
obiettivi della comunità più ampia.
34Una definizione ampia di associazione
- Ogni gruppo di uomini che si riunisce per
raggiungere uno scopo condiviso (una comunità
politica, la società civile). - In senso ancora più ampio, ogni gruppo legato da
qualche vincolo e non necessariamente dal
perseguimento di una finalità comune (la
famiglia, un gruppo di vicinato). - Definizioni troppo ampie per avere una qualche
utilità in unanalisi scientifica i gruppi che
definiscono hanno caratteristiche troppo
disparate.
35Gli elementi peculiari che caratterizzano
unassociazione in senso stretto
- Libertà lindividuo è libero di aderire o meno
allassociazione (in contrasto con gruppi come la
famiglia). - Permanenza lo scopo comune che lassociazione si
propone di raggiungere si mantiene anche se uno
dei suoi aderenti ne esce (in contrasto con le
societates di affari del mondo antico). - Organizzazione le strutture che le associazioni
si danno per perseguire i loro obiettivi.
36Una classificazione delle associazioni in base
alle loro finalità
- Conviviali assicurare ai soci forme di svago.
- Religiose assicurare il culto di una particolare
divinità. - Funerarie assicurare ai soci degne esequie
funebri. - Politiche influenzare le scelte della comunità
statale in cui lassociazione agisce. - Professionali il vincolo tra i soci è assicurato
dal mestiere comune esercitato.
37I caratteri delle associazioni professionali
antiche
- Comprendono non solo artigiani e commercianti, ma
anche i funzionari amministrativi (scribi,
littori). - Le finalità economiche, preponderanti nelle
associazioni di età medievale e moderna, sono
meno evidenti nelle associazioni antiche. - Nella documentazione i collegi professionali
antichi sembrano perseguire spesso finalità
cultuali, funerarie, sociali in senso lato.
38Un criterio nominalistico per la definizione
delle associazioni professionali nel mondo antico
- Due tipologie di denominazione per le
associazioni antiche - Un termine di riferimento al concetto di
associazione il nome di una divinità per
esempio collegium Dianae. - Un termine di riferimento al concetto di
associazione il nome di un mestiere, in
genitivo plurale per esempio collegium fabrum. - Si considerano come professionali tutte le
associazioni che ricadono sotto questa seconda
tipologia di denominazione.
39Problemi di terminologia
- Il concetto di associazione poteva essere
espresso, in greco e in latino, con circa 50
termini diversi. - I termini più diffusi in latino collegium,
corpus, sodalicium o sodalitas. - I termini più diffusi in greco eJtairiva,
suvsthma, qiavso, erano o suvnodo. - Il nome dei membri in latino sodales, socii,
collegiati, corporati, più raramente collegae.
40La mancanza di un termine ufficiale per designare
le associazioni
- Il ricorso ad un elenco di sinonimi per definire
il concetto di associazione nella letteratura
giuridica - Digesto, III, 4, 1 (Gaio) Neque societas, neque
collegium, neque huiusmodi corpus passim omnibus
habere conceditur. - Digesto, IV, 2, 9, 1 (Ulpiano) ... sive
singularis persona, vel populus, vel curia, vel
collegium, vel corpus ...
41I termini più usati in latino per definire
unassociazione
- Collegium il termine più attestato in ogni tipo
di fonte, per tutta letà romana. - Corpus usato come sinonimo di collegium fino al
III sec. d.C. nel tardoantico designa
soprattutto le associazioni professionali di Roma
e Costantinopoli. - Sodalitas usato in età repubblicana a designare
associazioni di carattere privato, con scopi
politici, spesso con accezione negativa scompare
in età imperiale. - Sodalicium noto dalla tarda età repubblicana
(sostanzialmente come sinonimo di sodalitas), si
conserva nella documentazione epigrafica di età
imperiale, specialmente per le associazioni di
carattere religioso, ma anche professionale.
42Sodalicium e collegium sono sinonimi?
- CIL IX, 5450 A. Cristofori, Non arma virumque.
Le occupazioni nell'epigrafia del Piceno, Bologna
20042, pp. 346-360 da Falerio (seconda metà I
sec. d.C.). - D(is) M(anibus). / T(ito) Sillio T(iti) lib(erto)
/ Prisco, / mag(istro) colleg(i) / fabr(um) II et
q(uaestori) II, / mag(istro) et q(uaestori)
sodal(ici) / fullonum, / Claudiae Ti(beri)
lib(ertae), / uxori eius, matri/ sodalic(i)
fullon(um). / T(itus) Sillius Karus et /
Ti(berius) Claudius Phi/lippus, mag(istri) et /
q(uaestores)/ colleg(i) fabr(um), / fili,
parentib(us) / piissimis.
43Lineamenti di storia degli studi sulle
associazioni nel mondo antico
- La prima fase di fioritura degli studi sulle
associazioni del mondo antico tra la metà del
XIX e gli inizi del XX secolo - T. Mommsen, De collegiis et sodalicis Romanorum,
Kiliae 1843 aspetti giuridici, i collegia
funeraticia. - W. Liebenam, Zur Geschichte und Organisation des
römischen Vereinswesens, Leipzig 1890 il diritto
di associazione. - H.C. Maué, Die Vereine der fabri, centonarii und
dendrophori im römischen Reich, Frankfurt 1886
il ruolo delle associazioni professionali nella
lotta contro gli incendi. - J.-P. Waltzing, Étude sur le corporations
professionnelles chez les Romains depuis les
origines jusqu'à la chute de l'Empire d'Occident,
I-IV, Louvain 1895-1900 la summa degli studi
sulle associazioni professionali, largamente
fondata anche sulle fonti epigrafiche.
44Theodor Mommsen (1817-1903)
45Jean-Pierre Waltzing (1857-1929)
46I caratteri della prima fase della ricerca sul
fenomeno associativo
- Esigenza di classificazione sistematica delle
associazioni e delle loro attività. - Accento sugli aspetti giuridici.
- Rischio di privilegiare la descrizione
sistematica a scapito degli aspetti evolutivi.
47La seconda fase della ricerca sul fenomeno
associativo
- Fiorisce in Italia sotto il regime fascista, in
connessione con listituzione del regime
corporativo. - G. Monti, Le corporazioni nell'evo antico e
nell'alto medio evo, Bari 1934. - F. M. De Robertis, Il diritto associativo romano
dai collegi della Repubblica alle corporazioni
del Basso Impero, Bari 1938 - V. Bandini, Appunti sulle corporazioni romane,
Milano 1937. - A. Calderini, Le associazioni professionali in
Roma antica, Milano s.d. - S. Accame, La legislazione romana intorno ai
collegi nel I secolo a.C., Bullettino del Museo
dell'Impero Romano, 13 (1942), pp. 13-48.
48I caratteri della seconda fase della ricerca sul
fenomeno associativo
- Ancora una volta una prospettiva giuridica,
incentrata sul rapporto fra stato e
associazioni. - In quale modo lo stato romano aveva promosso e
controllato il fenomeno associativo? - Una prospettiva attualizzante, ma che non
possiamo liquidare semplicemente come ideologica
e apologetica.
49Aristide Calderini (1883-1968)
50La posizione di Aristide Calderini
- Signore e signori, vi sono alcuni istituti che
nellevolversi della civiltà e degli ordinamenti
civili si richiamano fra loro per una reale od
apparente affinità o per qualche loro tratto
comune o anche solo per la comunanza del nome.
Sorge allora spontanea nella mente delle persone
anche appena mediocremente colte e tende qui a
diffondersi tra il volgo la convinzione che tra
codesti istituti non possa non essere uno stretto
rapporto di dipendenza o materiale o ideale,
magnifico incentivo per intonarvi tutte le trombe
della retorica o per ricavarvi tutti i barbagli
non delloro ma dellorpello, non del sole ma di
qualche lampada di luce artificiale
51La posizione di Aristide Calderini
- Tale è stato ed è il caso delle corporazioni
professionali, che consacrate dalla carta del
lavoro e poste alla base del rinnovato regime
economico nazionale, hanno condotto scrittori ed
oratori, più spesso a sproposito che a proposito,
a rievocare i paragoni con le corporazioni di
Roma antica o con le arti medievali. Ho
desiderato perciò approfittare di questa
occasione per fissare brevemente e secondo le
informazioni di cui possiamo disporre fino ad
ora, la storia e alcune caratteristiche delle
corporazioni romane di mestiere, perché si veda
fino dove è lecito parlare, a proposito delle
moderne corporazioni, di affinità e dove invece
si fa del semplice sentimento, anzi del
sentimentalismo infondato. - A. Calderini, Le associazioni professionali in
Roma antica, Milano s.d, p. 3
52Una stasi negli studi
- Al di fuori dellItalia già agli inizi del XX
secolo, nel nostro paese dopo la II guerra
mondiale, si assiste ad una certa stasi negli
studi sul fenomeno associativo. - Fanno eccezione le pagine dedicate al tema in
studi più generali - M.I. Rostovzev, Social and Economic History of
the Roman Empire, Oxford 1926. - A.H.M. Jones, The Later Roman Empire, 284-602. A
Social, Economic, and Administrative Survey,
Oxford 1964. - Proseguono le ricerche di F.M. De Robertis
- Il fenomeno associativo nel mondo romano dai
collegi della Repubblica alle corporazioni del
Basso Impero, Napoli 1955 (rist. Roma 1981). - Storia delle corporazioni e del regime
associativo nel mondo romano, I-II, Bari 1971.
53La rinascita degli studi negli anni Settanta
- Un punto di vista più nettamente storico, con
maggiore attenzione agli aspetti sociali,
politici ed economici. - Maggiore attenzione alle specificità del fenomeno
in alcuni momenti e in determinate aree del mondo
romano. - Una protagonista della rinascita Lellia Cracco
Ruggini - Le associazioni professionali nel mondo
romano-bizantino, Settimane di studio del Centro
italiano di studi sull'alto medioevo. XVIII, I,
Spoleto 1971, pp. 59-193. - Stato e associazioni professionali nell'età
imperiale romana, Akten des VI. Internationalen
Kongresses für Griechische und Lateinische
Epigraphik, München 1973, pp. 271-311. - La vita associativa nelle città dell'Oriente
greco tradizioni locali e influenze romane,
Assimilation et résistance à la culture
gréco-romaine dans le monde ancien. Travaux du
VIe Congrès International d'Études Classiques, a
cura di D.M. Pippidi, Bucuresti - Paris 1976, pp.
463-491.
54La rinascita degli studi
- Gli studi di sintesi
- F.M. Ausbüttel, Untersuchungen zu den Vereinen im
Westen des römischen Reiches, Kallmünz 1982. - F. Diosono, Collegia. Le associazioni
professionali nel mondo romano, Roma 2007, - Le associazioni nelle province orientali
dellImpero - P. Van Minnen, Urban Craftsmen in Roman Egypt,
Münstersche Beiträge zur antiken
Handelgeschichte, 6 (1987), 2, pp. 31-88. - O. Van Nijf, The Civic World of Professional
Associations in the Roman East, Amsterdam 1997.
55La rinascita degli studi
- Studi su aspetti particolari
- G. Clemente, Il patronato nei collegi dell'impero
romano, Studi Classici e Orientali, 21 (1972),
pp. 142-229 (cf. anche Id., Arti, mestieri, vita
associativa, collegia, Civiltà dei Romani. Il
potere e l'esercito, a cura di S. Settis, Milano
1991, pp. 83-91). - H.L. Royden, The Magistrates of the Roman
Professional Collegia in Italy from the First to
the Third Century A.D., Pisa 1988. - N. Tran, Les membres des associations romaines
le rang social des collegiati en Italie et en
Gaules sous le Haut-Empire, Rome 2006. - R. Lafer, Omnes collegiati, concurrite!
Brandbekämpfung im Imperium Romanum, Frankfurt am
Main 2001. - L. De Salvo, Economia privata e pubblici servizi
nell'Impero romano i corpora naviculariorum,
Messina 1992. - J.S. Perry, The Roman collegia the Modern
Evolution of an Ancient Concept, Leiden 2006.
56Conclusioni
- I fenomeni economici e sociali del mondo antico
non possono essere studiati come oggetti isolati,
ma come integrati in una rete che coinvolge
fattori molto diversi. - Lo studio della storia economica e sociale del
mondo antico è quindi necessariamente uno studio
interdisciplinare. - I fattori che condizionarono levoluzione
delleconomia e della società antiche sono
peculiari di quel mondo non dobbiamo rinunciare
a porci domande moderne, ma le risposte devono
tenere conto delle condizioni antiche. - Le condizioni economiche e sociali del mondo
antico variarono a seconda dei luoghi e dei
periodi i modelli interpretativi generali hanno
dei limiti. - Nonostante le molte ricerche su singoli aspetti
(spesso di taglio empirico), ancora molto resta
da fare sulla storia economica e sociale del
mondo antico.