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1Università degli Studi di VeronaFacoltà di
EconomiaCorso di laurea in Economia e Management
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dei Trasporti e della Mobilità
- LEZIONE DEL 24 NOVEMBRE 2010
2Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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- Ferrovie storia e organizzazione
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L'elettrotreno ETR 200 nel 1937 fu il primo
elettrotreno a potenza distribuita in servizio
commerciale ad alta velocitá della Storia. Nel
luglio 1939 stabilì il record mondiale di
velocitá media per la sua categoria di treni,
raggiungendo i 203 km/h nella tratta
Milano-Bologna.
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- Mondo antico
- Lesistenza di una sorta di ferrovia furono i
6-8.5 chilometri di lunghezza della Diolkos, via
attrezzata che ha trasportato le barche
attraverso Istmo di Corinto in Grecia intorno al
600 a.c. - I veicoli venivano trasportati su ruote e tirati
da uomini e da animali, attraverso le scanalature
dentro la pietra calcarea, la quale ha fornito
l'elemento fisso della pista, impedendo ai vagoni
di lasciare l'itinerario progettato. Il Diolkos
fu in uso per oltre 650 anni, fino al primo
secolo d.c. - Anche il concetto di treno non nasce con la
rivoluzione industriale. Già nei secoli
precedenti, sin dall'epoca Romana dei mezzi
primitivi simili a treni erano utilizzati nelle
miniere si trattava di corti convogli composti
da carrelli concatenati tra loro, senza binari
oppure con rudimentali guide in legno, trainate
da bestie da soma o da schiavi e operai. - L'usura delle guide di legno portò prima a
esperimenti di rinforzo con fodere metalliche,
poi a rotaie con una guida esterna per le ruote
dei carrelli.
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Agli effetti della circolazione sulle linee, costituisce treno qualsiasi mezzo di trazione con o senza veicoli che debba viaggiare da una ad altra località di servizio, o che parta da una località di servizio per disimpegnare un servizio lungo linea e faccia ritorno nella località stessa.
(Art. 2 Comma 13 del Regolamento per la Circolazione dei Treni)
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Ma questo tipo di rotaia aveva il difetto di
accumulare detriti nell'angolo interno della
guida, che annullavano il vantaggio di far
viaggiare i carrelli su superfici piane non
accidentate. Si spostò, quindi, la guida dalla
rotaia alla ruota, facendo nascere le ruote con
bordino, tipiche dei treni. La parola treno
deriva dal latino trahere tirare il termine si
è modificato nel tempo tramite il francese
provenzale (train). Il treno è stato il primo
vero e proprio veicolo di trasporto di massa, e
in molti casi ha rappresentato un punto di svolta
per l'evoluzione industriale delle nazioni
ottocentesche, arrivando quindi a rivestire per
molti anni un ruolo centrale nella struttura
politica, economica e sociale delle nazioni,
nonché conquistando un posto di primo piano
nell'immaginario collettivo. La diffusione delle
macchine a vapore portò a un sensibile aumento
della richiesta di carbone, e i produttori si
trovarono a dover rendere più efficiente e veloce
il trasporto del materiale estratto non erano
più sufficienti carri e cavalli. Si cominciò a
rimpiazzare la trazione animale con dei motori a
vapore fissi che tramite corde trainavano file di
carrelli da miniera tra queste le celebri
macchine costruite da James Watt contribuirono ad
affinare sensibilmente la tecnologia del vapore.
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Nel 1801 Richard Trevithick riuscì a costruire
una locomotiva automotrice (locomotiva
Coalbrookdale) adatta per il traino di carrelli,
che venne impiegata con successo nelle miniere di
Merthy-Tydwill. I successi dei motori di George
Stephenson e del figlio Robert Stephenson
(Blucher del 1814, Locomotion del 1825, e in
seguito la Rocket, 1829) portarono la neonata
tecnica ferroviaria a fiorire e diffondersi, fino
a creare le condizioni per il grande passo il
primo treno commerciale. Il 27 settembre 1825 la
Locomotion n.1 trainò il primo treno commerciale
della storia, sulla tratta tra Stockton on Tees e
Darlington. Sia la locomotiva che la tratta erano
state progettate da George Stephenson. Il treno
era composto da carri da miniera su cui venivano
caricati i passeggeri comuni, e dalla prima
carrozza passeggeri vera e propria, la
Experiment, su cui viaggiavano alcuni notabili
la velocità media era di circa 9 km all'ora.
Quattro anni dopo la Rocket raggiunse i 48 km/h.
Dopo il successo di Stephenson, che ebbe un
valore più dimostrativo che commerciale, il treno
come mezzo di trasporto pubblico si diffuse
rapidamente in tutta Europa.
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- In Inghilterra vi furono alcuni esperimenti con
convogli trainati su strada ma, a seguito di
alcuni incidenti e del pericolo oggettivo di
avere un mezzo meccanico in mezzo a cavalli e
folla, nel 1839 venne emanato un decreto che
limitava a 16 km/h la velocità massima al di
fuori delle città, e impediva la circolazione
all'interno dei centri abitati. Nel 1865 il
Locomotive Act (o Red Flag Act) impose anche di
far precedere i veicoli da un uomo con una
bandiera rossa per avvertire i passanti. - In meno di 30 anni il treno assunse un ruolo
fondamentale nella società industriale il
trasporto massiccio di merci permetteva di
espandere la cerchia dei commerci, il trasporto
rapido di persone consentiva agli uomini di
affari di curare meglio le loro attività sul
territorio. - Il treno consentiva alle bellicose potenze
europee di mandare le proprie truppe nelle
colonie o sui fronti lontani, dava ai ricchi
affaristi la possibilità di seguire i propri
affari con più efficienza, portava nobili dame in
lussuose località vacanziere, consegnava la posta
con rapidità ineguagliata.
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- Per l'epoca, l'introduzione e l'evoluzione del
treno fu quello che è stato negli anni novanta
l'avvento di Internet, un metodo per estendere i
confini e collegare mondi fino ad allora lontani.
La costruzione di linee ferroviarie e la
massificazione dell'offerta di trasporto
contribuì in maniera determinante all'emergere di
una nuova realtà sociale il pendolarismo. I
treni conquistarono spazi nuovi, dalle grandi
praterie ai sotterranei delle città (con le
metropolitane di Londra e New York), pur
rimanendo legati ai difetti della trazione a
vapore nonostante già nel 1879 la Siemens Haske
avesse presentato un piccolo treno mosso da una
motrice elettrica. - Le ferrovie in Italia nacquero nel Regno delle
Due Sicilie, prima ancora dell'unificazione dei
singoli stati di cui era composta la penisola.
Erano passati appena nove anni dall'inaugurazione,
in Inghilterra della Manchester-Liverpool ma già
per tutta l'Europa si erano accesi entusiasmi e
progetti per l'utilizzo di quello che si era
rivelato subito essere un formidabile mezzo di
trasporto al servizio sia delle persone che
dell'industria e del commercio.
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- In Italia, il primo tronco ferroviario, costruito
a doppio binario da Napoli a Granatello di
Portici (km 7,640), venne inaugurato il 3 ottobre
1839 dal re Ferdinando II di Borbone. Il 1º
agosto 1842 la ferrovia aveva raggiunto
Castellammare di Stabia e due anni dopo Pompei e
Nocera ma lo sviluppo successivo non fu
altrettanto celere, all'unità infatti la linea
arrivava soltanto a Capua e a Salerno. Questo in
quanto le caratteristiche del territorio
(notevoli rilievi nelle aree interne, scarsamente
popolate rispetto alle coste) rendevano più
convenienti i collegamenti via mare. Tuttavia nel
1846 il governo borbonico aveva rilasciato la
concessione per prolungare la ferrovia da Nocera
fino a San Severino e ad Avellino e all'epoca si
proponevano già collegamenti verso Bari, Brindisi
e Foggia. Di rilievo, però, e all'avanguardia per
anni, l'apparato tecnico produttivo che nacque a
monte sulla scorta delle esperienze già fatte
dal 1837 con l'Opificio Meccanico ubicato nel
Castel Nuovo (meglio noto come Maschio Angioino),
fu promossa nel 1840 la realizzazione
dell'Opificio di Pietrarsa che, nel giro di un
paio d'anni, avvierà una produzione di locomotive
(all'inizio su licenza britannica) che saranno
vendute anche al Regno di Sardegna.
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- Venne avviata, nello stesso stabilimento, anche
una scuola per macchinisti ferroviari e navali. - Nel 1838 anche il Granduca di Toscana aveva
autorizzato un consorzio privato per la
costruzione della linea Leopolda, tra Livorno,
Pisa e Firenze che fu, di fatto, la prima linea
ferroviaria internazionale. - E nel 1840 veniva inaugurata la Ferrovia
Milano-Monza, di poco più di 12 km, che
l'imperatore d'Austria aveva concesso di
costruire alla ditta Holzhammer di Bolzano,
concedendone "il privilegio". È necessario
precisare che il termine "privilegio" non è da
intendersi come "favore" ma deve essere tradotto,
in italiano corrente, come "monopolio".
Logicamente chi esponeva i propri capitali voleva
la massima garanzia possibile - che veniva data
dalla volontà del sovrano - che nessun
concorrente potesse servire le stesse località
vanificando o limitando i proventi in un settore
trasportistico ancora ai primi passi e quindi
esposto a notevoli rischi. Era il primo atto di
concessione.
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- Intanto, su richiesta degli industriali ma
soprattutto perché se ne vedeva l'enorme
potenzialità a scopi militari, era iniziata la
costruzione della Ferrovia Milano-Venezia nel
1842 venne inaugurato il tratto Padova-Mestre di
29 km, e nel 1846 i tratti Milano-Treviglio di
32 km, il tratto Padova-Vicenza di 30 km e il
ponte sulla laguna per Venezia. Nel 1854 venne
aperto il tratto tra Verona e Coccaglio,
nell'ottica di collegare il Veneto con Milano
passando per Bergamo. - Nel regno di Piemonte, con Regie Lettere Patenti
n 443 del 18 luglio 1844 il re Carlo Alberto
dispose la costruzione della ferrovia
Torino-Genova via Alessandria che venne
completata il 18 dicembre 1853 ed inaugurata il
16 febbraio 1854 seguiva l'apertura di altri
tronchi in Piemonte che, nel 1859, aveva così
collegato tra loro le frontiere svizzere e
francesi con quella austriaca del
Lombardo-Veneto. - Dietro impulso del conte di Cavour, allo scopo di
liberarsi dal monopolio inglese nel settore, nel
1853 venne fondata a Sampierdarena l'Ansaldo,
industria meccanica che dall'anno successivo
avrebbe avviato anche la fabbricazione di
locomotive e materiale ferroviario.
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- In Toscana nel 1842 il duca di Lucca firmò la
concessione a costruire la Lucca-Pisa, e nel 1845
il Ducato di Parma cominciò la costruzione di una
linea per Piacenza e una per Modena. - Nello Stato Pontificio, fino alla morte di papa
Gregorio XVI - che aveva definito opera diabolica
la prima ferrovia del Regno delle due Sicilie -
nulla si era mosso. L'elezione del nuovo papa Pio
IX, a metà del 1846, sbloccò le cose questi
infatti nominò una Commissione per le Strade
Ferrate dello Stato di Sua Santità e costituì una
società nazionale per lo sviluppo e la
costruzione delle ferrovie che diede inizio dopo
qualche anno alla costruzione di alcune linee
nell'odierno centro Italia, come la Ferrovia
Roma-Frascati in servizio dal 1856, la Ferrovia
Roma-Civitavecchia in servizio dal 1859 e la
Ferrovia Pio Centrale tra Roma ed Ancona, così
chiamata in onore del Papa, inaugurata il 29
aprile 1866. È necessario ricordare però che già
dal 1851 era iniziata - con alterne vicende e per
la tratta di competenza - la costruzione della
Strada Ferrata dell'Italia Centrale e il 21
luglio 1859 fu inaugurata la linea
Piacenza-Bologna di cui 25 chilometri circa, dal
confine con il Ducato di Modena nei pressi di
Castelfranco Emilia a Bologna, erano in
territorio papalino.
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- Della stessa Strada Ferrata dell'Italia Centrale
era inoltre in costruzione (e inaugurata da
Vittorio Emanuele II nel 1864) la tratta della
Porrettana che, da Bologna fino oltre Porretta,
correva anch'essa nelle terre del Papa. Infine è
necessario precisare che nel 1861 la neonata
Italia tenne a battesimo la linea Bologna-Ancona
che naturalmente aveva visto i lavori iniziare
quando ancora il pontefice regnava. - Gli ostacoli che ritardarono in Italia il
progresso del settore ferroviario sono quindi
ascrivibili in parte alle condizioni orografiche
e in parte a quelle politiche ed economiche lo
sviluppo delle linee ferroviarie nei singoli
Stati fu diverso perché diverse erano motivazioni
ed esigenze e ciascuno lo realizzò con sistemi e
mezzi differenti. Dato lo scopo prettamente
logistico e militare alcune ferrovie del nord
vennero, almeno all'inizio, costruite
direttamente dai vari stati. Si rivelarono
infatti determinanti nella sconfitta di Carlo
Alberto a Peschiera perché proprio con la
ferrovia affluirono ingenti truppe e in breve
tempo, e nella sconfitta austriaca di Palestro e
Magenta perché le truppe francesi di rinforzo
arrivarono rapidamente con la Torino-Milano e
stabilirono un campo di scontro lungo la
massicciata, usata come trincea.
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- Alla vigilia dell'unità d'Italia la rete
piemontese assommava a 802 km, quella del
Lombardo-Veneto a 522 km, quella Toscana a
257 km, quella del Regno delle Due Sicilie a
99 km e quella dello Stato Pontificio vedeva
oltre 100 km in esercizio nonché altri 300 km
circa (Bologna-Porretta e Bologna-Ancona) erano
in costruzione. La Sicilia avrà la sua prima,
brevissima, ferrovia solo nel 1863 con la
Palermo-Bagheria. - Alla costituzione del Regno d'Italia, nel 1861,
lo sviluppo complessivo della rete ferroviaria
era di km 2.035 di questa soltanto il 18 era di
proprietà dello Stato ed il 25 in sua gestione
diretta.
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- L'insieme delle linee non costituiva una rete
organica vi erano linee di proprietà ed
esercizio statale, linee di proprietà ed
esercizio privato, e di proprietà privata, ma con
esercizio affidato allo Stato. Era necessario
creare un sistema organico e razionale delle
ferrovie. Il 14 maggio 1865 venne emanata una
legge di riordino voluta dall'allora ministro
Stefano Jacini, dei Lavori Pubblici, e da
Quintino Sella delle Finanze con essa lo Stato
si prononeva, per favorire un ulteriore sviluppo
ferroviario e industriale, di accorpare le
numerose ma piccole società ferroviarie,
esistenti soprattutto al nord ove la rete era più
estesa, affidando le linee principali a cinque
società concessionarie - la Società per le Ferrovie dell'Alta Italia,
(SFAI) alla quale vennero assegnati 2.453 km di
linee - la Società per le strade ferrate romane, (SFR)
che ebbe 2.328 km - la Società per le Strade Ferrate Meridionali,
(SFM) 1.771 km - la Società Vittorio Emanuele, 1.474 km e
- la Compagnia Reale delle Ferrovie Sarde, 414 km.
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- In seguito a ciò i lavori di allacciamento tra i
tronchi esistenti e la costruzione di nuove
linee, iniziarono a creare una caratteristica di
rete in un certo qual modo organica anche se
oltremodo tortuosa e spesso palesemente
irrazionale. Tuttavia solo la SFAI aveva avute
linee in gran parte già pronte e in grado di
produrre utili le Romane e le Meridionali
dovevano ancora costruirne quasi la metà mentre
la Vittorio Emanuele e le ferrovie Sarde avevano
quasi tutto da costruire. Il sistema entrò quasi
subito in crisi la guerra del 1866 lo aggravò
ulteriormente data la grave crisi di tutta
l'economia italiana. Le società, Vittorio
Emanuele e Strade Ferrate Romane si ridussero in
stato fallimentare rendendo necessario
l'intervento dello Stato per proseguire i lavori
e per rilevarne poi l'esercizio. Al 1872
esistevano, in Italia, poco meno di 7.000 km di
linee ferroviarie complessivamente, il cui
esercizio veniva assicurato da 4 Società
principali per un complesso di 6.470 km - Società per le Strade Ferrate dell'Alta Italia,
km 3.006 - Società per le Strade Ferrate Romane, km 1.586
- Società per le Strade Ferrate Meridionali, km
1.327 - Società per le Strade Ferrate Calabro-Sicule, km
551.
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- Nel 1875 il governo Minghetti-Spaventa, fece un
primo tentativo di riscatto delle linee concesse,
per riunirle in un solo organo di gestione, ma il
Parlamento respinse la proposta e provocò la
caduta del governo. Intanto venivano accumulate
forti passività soprattutto da quelle linee
secondarie che non avevano traffici consistenti
di viaggiatori e di merci. Queste linee presto
determinarono il fallimento del regime delle
concessioni. - Nello stesso periodo, intanto, nel resto dEuropa
si affermava la tendenza ad affidare l'esercizio
delle ferrovie alla gestione diretta dello Stato
dato il fatto che le società concessionarie,
perseguendo fini esclusivamente economici,
trascuravano quelli sociali, lasciando
completamente sprovviste di comunicazioni le zone
depresse.L'intervento dello Stato italiano però
fu caratterizzato da quella lentezza burocratica
che ha sempre accompagnato la maggior parte degli
interventi statali dal 1861 ad oggi. Solo con le
leggi del 1878 e del 1880 si decise di assumere
l'esercizio delle linee gestite dalla Società
dell'Alta Italia e da quella delle Strade Ferrate
Romane, che presentavano un gravissimo deficit,
pur costituendo la parte più importante
dell'intera rete ferroviaria italiana.
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- Venne finalmente approntata una Commissione
parlamentare d'inchiesta le proposte e le
conclusioni di tale commissione, pur se poco
coerenti, si pronunciarono a favore
dell'esercizio privato e furono per la maggior
parte accolte. Il 23 aprile 1884 furono
stipulate, per la durata di 60 anni le
Convenzioni tra lo Stato e tre Società private e
approvate il 6 marzo 1885. Le Convenzioni
ripartivano le linee in senso longitudinale e
assegnavano alla Società Italiana per le strade
ferrate meridionali l'esercizio della rete
gravitante sull'Adriatico ( Rete Adriatica) e
alle Società per le Strade Ferrate del
Mediterraneo e Società per le Strade Ferrate
della Sicilia, la (Rete Mediterranea e la Rete
Sicula) l'esercizio della rete gravitante sui mar
Ligure, Ionio e Tirreno e la rete siciliana. - Le linee concesse a dette Società, distinte in
principali e secondarie, avevano uno sviluppo di
km 8.510. Il nuovo ordinamento prevedeva che la
vigilanza sulle costruzioni e sull'esercizio,
venisse assunta dal Ministero dei lavori
pubblici, a mezzo di un Ispettorato Generale
delle Ferrovie. Precedentemente questa era
esercitata da un Regio Commissariato Generale.
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- Lo Stato però non riuscì a risanare la difficile
situazione economica della rete ciò paralizzava
lo sviluppo riflettendo i propri effetti negativi
anche sul turismo. Il regime delle convenzioni,
presentato nel 1885 come rimedio ai mali delle
ferrovie, contribuì invece ad aggravarli
lasciando allo Stato una pesante eredità. - Le Società furono costrette a mantenere in vita
linee la cui passività superava i proventi
forniti dalle linee a maggior traffico e
assorbiva quasi per intero i contributi dello
Stato. I proventi che le Società potevano
assicurare allo Stato, attivi per le reti
principali e passivi per quelle secondarie, erano
nettamente inferiori all'onere sostenuto dallo
Stato per la costruzione e l'esercizio delle
ferrovie che superava i trecento milioni di lire
all'anno. Le strade ferrate, intanto, non
cessavano di svilupparsi e avevano raggiunto i
10.510 km. Il riscatto delle reti delle predette
Società avvenne il 1 luglio del 1905, con il R.D.
15 giugno 1905 n 259. Lo Stato assunse la
gestione diretta di 10.557 km di linee (di cui
9.868 già di sua proprietà), denominando il nuovo
organismo come Azienda Autonoma delle Ferrovie
dello Stato. L'anno dopo, con la confluenza della
rete SFM rimasta, l'estensione della Rete di
Stato raggiunse i 13.075 km, di cui 1.917 a
doppio binario.
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- A perché proprio Azienda Autonoma delle Ferrovie
dello Stato? - per Azienda s'intende, nel senso statale, un
complesso di beni materiali e soggetti
organizzati al fine di espletare un servizio
particolarmente sentito dalla collettività. La
collettività, con tale forma istituzionale,
ritiene di realizzare una maggiore somma
d'utilità pubblica complessiva, di là dalla pura
gestione finanziaria. - per Autonoma (termine adottato dall'esigenza di
coniugare lunicità di indirizzo tecnico, che
caratterizzava lesercizio ferroviario, con le
impersonali norme contabili degli enti di Stato)
non si intendeva una vera manifestazione della
volontà aziendale, cui peraltro faceva supplenza
la volontà del Ministro.
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- Lautonomia concessa era limitata a
- lattività del C.d.A., composto anche da membri
esterni alle F.S. - lattività del direttore generale, specie in
materia di governo del personale - i pareri del Consiglio di Stato, per taluni
atti, venivano sostituiti da pareri del C.d.A. - lesclusione, per gli atti dellazienda, del
controllo preventivo espletato dalla Corte dei
Conti - lapplicazione al personale di uno stato
giuridico del personale, anziché dello statuto
per gli impiegati civili dello Stato - lautonomia finanziaria, la quale permetteva di
ricorrere direttamente al mercato finanziario,
per le proprie esigenze di finanziamento (es.
emissione di prestiti obbligazionari) - lautonomia contabile, che consentiva
allazienda di utilizzare i metodi della partita
doppia e della partita semplice, applicati al
sistema patrimoniale e del reddito che consentono
di mostrare, con il conto profitti e perdite, i
risultati di gestione
23Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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- la presentazione di un proprio bilancio, portato
allapprovazione del Parlamento, allegato a
quello del Ministero dei Trasporti ma con proprie
voci. - Lazienda ferroviaria non possedeva un patrimonio
disponibile ed indisponibile, ma si limitava a
gestire quello affidatogli dallo Stato. - L'organizzazione della nuova Rete si presentò
molto gravosa. Le condizioni degli impianti fissi
e del materiale rotabile ereditati dalle cessate
Società erano pessime si rendeva necessario
coordinare i regolamenti di esercizio ed
unificarli, elaborare il nuovo inquadramento
funzionale e disciplinare per il personale che
proveniva da Società differenti e con differenti
regolamenti. - Fu creata una Direzione Generale, con 13 Servizi
Centrali e 2 Ispettorati Generali, con Sede in
Roma alla periferia vennero istituite 8
Direzioni Compartimentali. Con la legge 7 luglio
1907 n 429 venne stabilito lordinamento
definitivo dellesercizio di stato delle
ferrovie. Tale legge attribuiva al Ministro dei
LL.PP. non solo la responsabilità
dellamministrazione, ma anche la direzione.
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- Furono preposti un direttore generale ed un
consiglio d'amministrazione composto di otto
membri presieduto dallo stesso direttore
generale. Direttore Generale dell'Azienda F.S.
venne designato l'ingegnere piemontese Riccardo
Bianchi, che era stato già Direttore Generale
della Rete Sicula. Questi univa alle qualità di
tecnico di grande valore anche grande capacità
amministrativa. Bianchi fu coadiuvato, fino al
1907, da un Comitato di Amministrazione e poi da
un Consiglio di Amministrazione, sotto la
presidenza del Ministro dei Lavori Pubblici.
Sotto la guida dell'ing. Bianchi le F.S. si
misero rapidamente in grado di rispondere alle
maggiori esigenze pubbliche. Fra le altre
iniziative prese, l'attivazione sulle principali
linee del segnalamento semaforico (e graduale
soppressione dei dischi girevoli ), l'impianto
delle prime cabine di apparati centrali
idrodinamici di manovra degli scambi e dei
segnali (in sostituzione dei più antichi apparati
centrali Saxby ), dovuti all'ing. Bianchi, la
creazione o l'ammodernamento di grandi stazioni
per viaggiatori e per merci, costruzione di nuovo
e più moderno materiale rotabile (fra cui le
prime carrozze a carrelli).
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- La direzione Bianchi durò 10 anni, ma poco dopo
la sostituzione con l'ing. De Cornè, le F.S.
furono coinvolte nella prima guerra mondiale (24
maggio 1915 - 4 novembre 1918). Uscite seriamente
danneggiate, nelle aree coinvolte dalle azioni
belliche, le Ferrovie dovettero riorganizzarsi
per assolvere i propri compiti, aumentati nelle
dimensioni tecniche e commerciali, anche per
effetto dell'acquisizione di nuove linee
(ex-austriache), diversamente attrezzate, e di
personale con differenti regolamenti. L'avvento
del fascismo produsse importanti cambiamenti. Nel
1922 venne sciolto il Consiglio di
Amministrazione e imposto un Commissario
Governativo nel 1924 venne costituito il
Ministero delle Comunicazioni, il Ministro
divenne il capo delle FS e il consiglio di
amministrazione solo un organo consultivo. Le
nuove costruzioni passarono invece al Ministero
dei Lavori Pubblici a cui sono rimaste fino a
tempi recenti. - Il periodo dal 1920 al 1939 fu uno dei più
importanti e densi di grandi lavori e
perfezionamenti agli impianti fissi di linee e
stazioni, nuove applicazioni tecniche, di mezzi
di trazione più potenti e veloci, di materiale
trainato più moderno e confortevole, di nuovi
sistemi di esercizio (Dirigenza Centrale e
Dirigenza Unica).
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- Venne inoltre dato l'avvio all'elettrificazione a
corrente continua a 3.000 Volt, che poi
soppianterà il sistema a corrente trifase,
adottato specialmente sulle linee
liguri-piemontesi, alla estensione del blocco
elettrico manuale ed alle prime applicazioni di
quello automatico, alla introduzione dei segnali
luminosi e dei primi apparati centrali elettrici
a leve singole, alla nuova costruzione o
all'ammodernamento di numerose stazioni (Milano
Centrale, Milano Smistamento, Roma Ostiense,
Napoli Mergellina, Roma Termini ecc.). - Progressi venivano fatti tanto nel settore delle
locomotive a vapore, gradualmente destinato a
cedere il posto alla trazione elettrica, che del
materiale rimorchiato in particolare, la
comparsa dei mezzi leggeri - automotrici termiche
ed elettriche (1933) - - che dava un nuovo apporto
- all'ammodernamento dei mezzi di
- trazione, e quello del materiale
- viaggiatori, con l'adozione delle
- carrozze a cassa metallica e
- l'estensione dei carrelli.
27Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
- Ricordiamo che sia nel decennio sotto la guida
tecnica dell'ingegner Giuseppe Bianchi che, in
seguito, sotto la direzione gestionale del
Commissario Straordinario Edoardo Torre, nominato
nel 1923 per l'esercizio provvisorio, dopo lo
scioglimento del Consiglio di Amministrazione
alla fine del 1922, venne sviluppata la prima
generazione di locomotive elettriche, subito
seguita dalle prime automotrici termiche e dalle
elettromotrici rapide che ebbero grande successo
e contribuirono a posizionare lo stato fascista
tra le potenze economiche ed industriali
dell'epoca. Il parco dei carri merci subiva
importanti trasformazioni, con lo sviluppo di
traffici interni ed internazionali, e l'impiego
di materiale refrigerante per l'esportazione dei
prodotti ortofrutticoli. - Il decennio degli anni trenta vide in opera il
massimo impegno del regime fascista nello
sviluppo dei trasporti ferroviari e nel loro
controllo attuato anche grazie alla soppressione
di qualunque forma di protesta sindacale ciò
portò ad una quasi maniacale ricerca della
puntualità al punto che ancor oggi viene ancora
detto che durante il fascismo i treni arrivavano
in orario.
28Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
- Ma è vero che ai mezzi moderni e alle linee
ancora poco affollate era unita una disciplina
durissima per i macchinisti che lavoravano in
condizioni di lavoro molto pesanti, con
disciplina prussiana e orari prolungati e
rispondevano economicamente, tramite multe e
sanzioni, dei ritardi dei treni anche se a volte
non erano dipendenti da loro. - I Direttore Generali che seguirono all'ingegner
De Cornè dal febbraio 1928 al 1939-1940 furono
gli ingegneri Crova, Alzona (per poco più di 1
anno), Oddone e Velani. A questo punto però
scoppiò la 2 guerra mondiale che costituì il
periodo più triste per le Ferrovie Italiane, e
per tutto il Paese, col suo orrore e le sue
devastazioni. Limmediato dopoguerra trovava la
rete gravemente sconvolta e mutilata in seguito
agli eventi bellici. Intere linee risultavano
inagibili e il parco rotabili sconvolto e
semidistrutto. Molte delle nuove locomotive
elettriche erano state danneggiate e andavano
sostituite o riparate in maniera radicale. Grazie
anche all'aiuto del Piano Marshall si riuscì
con pochi mezzi finanziari (e scarsa fiducia di
governi e di opinione) a superare lentamente la
situazione. Ricostruita gran parte della rete
sia pure imperfettamente giorno per giorno
ripresero a circolarvi i treni carichi di uomini
e cose.
29Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
- La scarsa attenzione al problema della
ricostruzione e la miopia dei politici non
permisero tuttavia, ora che si sarebbe potuto, di
rimediare alle incongruenze della conformazione
della rete che erano retaggio del passato,
correggendo tracciati non più funzionali,
costruendone di interamente nuovi si preferì far
presto e riattivare tutto il possibile. - Con gli anni cinquanta cominciò la costruzione di
carrozze unificate europee e nacquero i primi
esperimenti di interoperabilità tra le diverse
linee ferroviarie nazionali, che culminarono
nella creazione dei cosiddetti treni TEE (Trans
Europ Express). - Un primo piano quinquennale, studiato ed attuato
dall'Azienda tra il 1957 ed il 1962, pianificava
i pochi mezzi finanziari erogati. Nel 1961, con
la programmazione del piano decennale di
riclassamento, adeguamento e potenziamento della
rete F.S. veniva decisamente affrontata sotto
tutti i suoi aspetti l'ulteriore sistemazione
della Rete poté essere finanziato per 1.500
miliardi di Lire e realizzato tra il 1962 ed il
1972 nel periodo iniziava la costruzione della
nuova linea Direttissima Firenze-Roma, con
ulteriore finanziamento di 220 mlrd.
30Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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- Alla fine del 1970, le F.S. prevedevano di
disporre di un parco di 53 locomotive E.444 atte
alla velocità massima di 200 km/h per poter
effettuare treni di carrozze su linee con blocco
automatico a correnti codificate, impostati in
orario a 160 km/h e con velocità massima di
200 km/h. - Per garantire l'arresto dei convogli nello spazio
di frenatura previsto di 2.700 m venne
implementato l'uso della frenatura elettrica
reostatica del mezzo di trazione al di sopra dei
160 km/h e con la frenatura meccanica, sussidiata
da quella elettrica, dai 160 km/h all'arresto. - Oltre a ciò, vennero condotti perfezionamenti al
freno convenzionale esistente e al sistema di
freno a dischi per il materiale rimorchiato. - Il 25 giugno 1970 si apriva la storia della
direttissima Firenze-Roma, la prima vera linea ad
alta velocità della rete italiana e la prima del
genere in Europa. Ma uno dei problemi più urgenti
era rappresentato dall'obsolescenza generale del
materiale rotabile ormai inadeguato allo standard
qualitativo richiesto. - Il periodo a cavallo tra anni settanta e ottanta
fu per le ferrovie uno dei più controversi e
difficili.
31Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
- Nonostante fossero stati fatti degli investimenti
notevoli questi vennero dispersi a pioggia in una
miriade di lavori interminabili e spesso inutili. - Si teorizzava che le ferrovie dovessero essere,
fondamentalmente, dei mezzi di trasporto di massa
a carattere pendolare e suburbano ma la
dispersività degli interventi e l'irrazionale
programma di costruzione di nuovi rotabili portò
a fenomeni di esubero in certi settori e di
carenza in altri facendo perdere l'occasione
propizia alle industrie italiane di punta del
settore, dato che il loro maggior committente
erano proprio le FS, preparandone la definitiva
uscita di scena nei successivi anni novanta. - Le tecnologie sviluppate nei mezzi di trazione e
le avveniristiche tecniche di pendolamento attivo
non trovarono più spazio nelle commesse
determinando presto l'uscita dal mercato di molte
di esse per perdita di competitività. - Ciò, in seguito, sarebbe stato pagato duramente
dall'industria ferroviaria nazionale con
l'unificazione dei mercati europei. Il 1985 è
l'anno in cui cessa definitivamente
l'amministrazione autonoma FS che, con la legge
210 del 17 maggio viene trasformata in "Ente
Ferrovie dello Stato" sotto la vigilanza del
Ministero dei Trasporti.
32Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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- Iniziò così il complesso e travagliato cammino
che nel 1992 la vide trasformarsi in Società per
Azioni con unico azionista, al 100, lo Stato,
che tuttavia dovrà trasferirle, questa volta in
concessione, le attività già svolte. Il periodo
successivo vedrà costituirsi, sulle ceneri della
vecchia Azienda Autonoma, una miriade di società
con finalità ed intenti perfino estranei
all'attività ferroviaria vera e propria. La nuova
fase organizzativa dovette misurarsi con la
Direttiva 440/91/CEE, che stabiliva la divisione
amministrativa tra il gestore della rete e il
gestore del servizio. Venne scorporata quindi
l'infrastruttura ferroviaria, cioè il complesso
degli impianti e delle linee ferroviarie dalla
gestione dei servizi, in ossequio al principio
della liberalizzazione del mercato, in analogia a
quanto avviene nel trasporto su strada, nel quale
l'infrastruttura viaria permette la circolazione
di vettori diversi. Per quanto riguarda il
trasporto locale, assegnato alle regioni dalle
leggi e dai decreti del 1997, apposite società
regionali, provinciali o consortili si iniziarono
a costituire a macchia di leopardo, determinando
in alcuni casi situazioni di rapido sviluppo e in
altri situazioni di inaccettabile ritardo con
conseguenze non facilmente quantificabili nel
tempo.
33Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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- Il 1 giugno 2000 il processo di trasformazione
vide la nascita di Trenitalia, la società a cui
venne attribuita l'attività di trasporto
ferroviario di persone e di merci assieme alla
dotazione di rotabili e di personale di condotta
e di scorta dei treni all'interno di questa fu
mantenuta la ripartizione delle divisioni
Passeggeri, Cargo e Trasporto Regionale. - L'anno successivo, il 2001, divenne operativa
RFI, la società proprietaria delle
infrastrutture. A seguito di ciò si concretizzò
quanto previsto dalla direttiva comunitaria e
cioè la possibilità per più soggetti di usufruire
delle infrastrutture nazionali previa
certificazione CESIFER, (il certificato che
attesta l'idoneità dell'impresa ferroviaria a
poter circolare sulla rete RFI), rilasciata
dall'ufficio apposito di RFI (divenuto nel 2007
Agenzia Italiana per la Sicurezza delle Ferrovie)
e il pagamento di un canone per le tracce orario
assegnate.
34Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
- L'inizio del secolo XXI è caratterizzato dalla
ripresa del programma e dello sviluppo delle
linee ad alta velocità in Italia con i relativi
collegamenti con l'Europa secondo la filosofia
progettuale definita Alta velocità/Alta capacità
che identifica la scelta costruttiva di linee con
caratteristiche atte anche al trasporto pesante e
merci speciale con interconnessioni frequenti
alla rete ferroviaria classica e, soprattutto al
passaggio definitivo dall'alimentazione elettrica
a corrente continua a 3.000 volt a quella a
corrente alternata a 25 kVolt. Si tratta di una
scelta epocale che se da una parte le rende più
versatili, moderne ed interoperabili, d'altro
canto ne aumenta considerevolmente i costi di
costruzione.
ETR 500 "Frecciarossa" delle Ferrovie italiane.
In occasione dell'entrata in servizio della nuova
linea ad alta velocità Milano-Bologna, nel
dicembre 2008, alcuni ETR 500 Politensione hanno
ricevuto il nome "Frecciarossa"
35Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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- Il programma attuale della RFI S.p.A. del Gruppo
FS S.p.A. attuato sia direttamente che tramite la
controllata TAV S.p.A. prevede le linee Alta
Velocità-Alta Capacità (AV-AC) lungo le
direttrici Torino-Trieste e Milano-Salerno, di
cui è già in funzione la maggior parte.È stata
inoltre operata la scelta, (prima in Europa per
le linee AV), dell'avanzatissimo sistema ERTMS di
2º livello che incrementa particolarmente la
sicurezza e la gestione della circolazione dei
treni nel resto della rete tradizionale è stata
estesa l'applicazione dei sistemi SCC e SCMT. - Sono in corso di finanziamento o costruzione la
Voghera/Novi Ligure-Genova ed i collegamenti
internazionali con Lione (Galleria di base Torino
Lione), Innsbruck (Galleria di base del Brennero)
e Lubiana (ferrovia AV "Trieste-Lubiana"). - La linea ad alta capacità tra Salerno e Reggio
Calabria (ed il suo successivo proseguimento
tramite il ponte sullo Stretto di Messina in
Sicilia, con la tratta "Messina-Catania-Palermo")
sono ancora in fase di progettazione. Altri
progetti riguardano il potenziamento dell'asse
Napoli-Bari ad alta capacità.
36Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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- Per quanto riguarda i rotabili l'Italia continua
a fare largo uso della tecnologia della cassa
oscillante ("Pendolino"), basata sui brevetti
della Fiat Ferroviaria degli anni sessanta, ma il
grosso del trasporto sulle nuove linee AV/AC è
svolto dagli ETR 500 politensione con le loro
eccellenti prestazioni. Il Cesifer è stato
demandato alla nuova Agenzia Italiana per la
Sicurezza delle ferrovie divenuta operativa dal
16 giugno 2008. Dopo la quasi automatica
certificazione dal 2000 di Ferrovie dello Stato
S.p.A. e Trenitalia S.p.A. le imprese Ferroviarie
autorizzate a circolare nella rete RFI (previo
possesso del Certificato di Sicurezza) sono
divenute, anno dopo anno
37Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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- Nel 2001 sono state certificate
- Metronapoli S.p.A.
- Ferrovie Nord Milano Esercizio S.p.A.
- Rail Traction Company SpA (merci)
- Nel 2002
- GTT SpA (ex SATTI) (passeggeri)
- SERFER Servizi Ferroviari Srl (passeggeri e
merci) - Hupac SpA (merci)
- Del Fungo Giera Servizi Ferroviari SpA passeggeri
e merci ha cessato l'attività nel 2008 ed è stata
conseguentemente rinominata Impresa Ferroviaria
Italiana SpA (IFI). - Nel 2003
- Ferrovie Emilia Romagna Srl (passeggeri e merci)
- La Ferroviaria Italiana SpA (passeggeri e merci)
- Nord Cargo Srl - (merci) (ex Ferrovie Nord Cargo
Srl) - Ferrovie Adriatico Sangritana Srl (passeggeri e
merci) - Sistemi Territoriali SpA (passeggeri e merci)
- Strade Ferrate del Mediterraneo Srl (poi Railion,
poi DB Schenker Italia) - Swiss Rail Cargo Italy Srl (merci)
38Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
- Nel 2004
- SBB Cargo Italia Srl
- Ferrovie Nord Cargo Srl.
- Azienda Consorziale Trasporti di Reggio Emilia
(confluita in FER) - MetroCampania NordEst Srl (ex Ferrovia Alifana e
Benevento Napoli) (passeggeri) - Ferrovie Nord Milano Trasporti Srl
- Nel 2005
- Trasporto Ferroviario Toscano SpA (ex La
Ferroviaria Italiana SpA) (passeggeri e merci) - Ferrovia Centrale Umbra srl (Passeggeri)
- Railion Italia Srl (ex Strade Ferrate del
Mediterraneo) - Rail One SpA (merci)
- Azienda Trasporti Collettivi e Mobilità SpA (dal
2008 confluita in FER) - A.T.C. Bologna SpA (dal 2009 confluita in FER)
- Monferail Srl (ora Sncf Fret Italia) (merci)
- Nel 2006
- SAD - Trasporto Locale SpA. (passeggeri)
- NordCargo Srl (ex Ferrovie Nord Cargo Srl)
39Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
- Nel 2007
- Crossrail Italia srl (per trasporti merci su
tratte della rete RFI) - Ferrotramviaria Spa (merci)
- Ferrovia Udine-Cividale srl (merci)
- Linea-Smart business ways, detta anche Linea srl
- Nel 2008
- Ferrovie del Gargano srl (passeggeri)
- Veolia Transport Cargo srl (merci)
- Nel 2009
- Arenaways (passeggeri)
- CFI - Compagnia Ferroviaria Italiana srl (merci)
- Ferrovie della Calabria srl (passeggeri e merci)
- GTS - General Transport Service SpA (merci)
- Inrail SpA (merci)
- Interporto Servizi Cargo SpA (merci)
- NTV- Nuovo Trasporto Viaggiatori SpA (passeggeri)
- Rail Italia srl (merci)
40Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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- Trasporto ferroviario - Tecnica
41Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
- Caratteristiche fondamentali
- trasporto a guida vincolata
- utilizzabile per trasporti su distanze brevi
(trasporto urbano e metropolitano), medie
(trasporto pubblico locale e regionale) e
medio-lunghe (intercity, eurostar e treni ad alta
velocità) - la regolazione della marcia non è a vista, come
per il trasporto stradale, ma su sistemi di
segnalamento, che consentono una elevata
sicurezza della marcia - In generale i veicoli ferroviari sono raggruppati
e collegati tra loro per formare un convoglio,
che può comprendere uno o più veicoli motori ed
uno o più veicoli rimorchiati La lunghezza totale
del convoglio può essere teoricamente qualunque
essa è limitata dai vincoli imposti dalle
caratteristiche della via (ad esempio la
lunghezza dei binari nelle stazioni) e dalla
potenza del sistema di trazione.
42Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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- Infrastrutture ferroviarie
43Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
- In primo luogo si distinguono infrastrutture di
tipo lineare (i tratti di linea compresi fra due
stazioni) e puntuale (le stazioni stesse,
destinate a svolgere servizi terminali per gli
spostamenti di passeggeri e merci e/o operazioni
funzionali alla circolazione dei treni). - I più usuali criteri di classificazione delle
linee ferroviarie si basano su alcune
caratteristiche fondamentali che le
contraddistinguono, fra le quali le principali
sono lo scartamento (Ordinario 1.435 mm,
Ridotto es. metrico950 mm. - Largo es.
russo1.524 mm. o iberico1.676 mm. tranne AV),
il numero dei binari (uno, due o più di due) ed
il tipo di trazione su di esse impiegato
(elettrica, diesel o a vapore). Le differenze di
scartamento sono state adottate - per risparmiare sui costi di costruzione,
manutenzione, esercizio (es. scartamento metrico
africano) - per risparmiare sugli spazi, sui raggi di
curvatura, sui tratti acclivi/acclini assistiti
da cremagliera (es. metrico montano) - per impedire le invasioni degli eserciti nemici
(es. russo, baltico, finlandese (Finlandia già
granducato dello zar Alessandro I), iberico) - per minori sollecitazioni stagionali e zonali
sul ballast (es. russo, tibetano)
44Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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45Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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Scartamento Normale o Standard ed è direttamente
derivato dallo scartamento usato da George
Stephenson (4' 8 1/2") per presentare al mondo la
prima locomotiva
46Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
- La sede ferroviaria è, quindi, costituita da
- il corpo stradale
- la sovrastruttura ferroviaria, che a sua volta è
composta da - rotaie
- materiale minuto metallico di fissaggio
- traverse
- massicciata.
- Rotaie, materiale minuto di fissaggio e traverse
formano larmamento ferroviario. - La classificazione dellarmamento viene fatta in
base al peso per metro lineare delle rotaie. - Gli armamenti adottati dalle FS per i binari di
corsa e di circolazione sono - il tipo 50 UNI con rotaie da 49,86 kg/m
- il tipo 60 UNI con rotaie da 60,34 kg/m.
47Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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- La classificazione internazionale delle rotaie
non portuali od industriali è - 21 UNI 12 m
- 27 UNI 12, 15, 18 m
- 30 UNI 12, 15, 18 m
- 36 UNI 12, 15, 18 m
- 46 UNI 12, 18, 36 m
- 50 UNI 18, 36 m
- 60 UNI 36, 48 m.
- Negli Stati Uniti le norme sono differenti, per
cui si possono trovare rotaie da 57 kg/m, 66
kg/m, 67 kg/m, 69 kg/m si tenga presente che in
questo caso le masse sono espresse secondo il
sistema imperiale, quindi i pesi precedenti
possono essere indicati come 115, 133, 136 o 140
libbre per iarda. I tipi più usati sono il 36 UNI
ed il 50 UNI per linee tranviarie e metropolitane
e il 60 UNI per linee ferroviarie principali.
Oggi, su tutte le nuove linee e per il rinnovo di
quelle esistenti, si utilizzano le UIC-60. Il
profilo delle rotaie presenti sull'intera rete
nazionale è definito Vignoles.
48Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
- Esistono altri tipi di rotaia utilizzati
all'interno di stabilimenti industriali e porti
per i carro-ponte (rotaia Burbach), definite in
sede internazionale dalla norma DIN536, o nelle
ferrovie da cantiere o da miniera (ferrovie
Decauville) definite in sede internazionale dalla
norma DIN 5901.
49Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
50Università degli Studi di VeronaFacoltà di
EconomiaCorso di laurea in Economia e Management
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dei Trasporti e della Mobilità
sezione di rotaie di vario tipo
sezione di rotaia standard
51Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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- La rotaia in dettaglio
- La rotaia è un profilato di acciaio con funzione
di sostegno e guida dei rotabili ferroviari. La
sezione di rotaia generalmente usata è quella
tipo Vignole. Questa è caratterizzata da - un fungo, parte superiore su cui insistono le
ruote dei rotabili - una suola, parte inferiore con larghezza e forma
che garantiscono appoggio e ancoraggio alle
traverse - un gambo, parte centrale interposta tra fungo e
suola per aumentare il modulo di resistenza - I piani di steccatura servono da riscontro alle
stecche di giunzione tra rotaie consecutive. La
parte superiore del fungo costituisce la
superficie di rotolamento (tavola di
rotolamento). Le rotaie sono normalmente prodotte
in verghe da 12, 18, 24 o 36 m. Il loro
collegamento in opera avviene tramite giunti o
saldature. I giunti hanno la funzione di
garantire la robustezza del binario, consentendo,
almeno in parte, la dilatazione termica delle
rotaie. Se la dilatazione termica non fosse
consentita, infatti, la rotaia potrebbe subire,
per ingenti sforzi di compressione, disassamenti,
sollevamenti.
52Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
53Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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54Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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59Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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61Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
62MOVIMENTO DEI TRENI NELLE STAZIONI LOGICA DI BASE
DEGLI APPARATI CENTRALI
CONIUGAZIONE DELLE CHIAVI In questi casi
lassicurazione del deviatoio in una determinata
posizione è condizionata dal posizionamento della
chiave coniugata del deviatoio (o scarpa
fermacarri) che forma la comunicazione.
Possesso della sola chiave m
n
y
(n/y)
comunicazione tra binari contigui
x
(x)
x
m
(m/x)
y
(y)
Possesso della sola chiave n
n
y
x
m
(x)
collegamento con binario tronco dotato di scarpa
fermacarri
y
m
Possesso della sola chiave n
n
m
63Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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64Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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65Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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dei Trasporti e della Mobilità
- Veicoli
- I veicoli ferroviari possono essere distinti in
funzione della loro struttura in veicoli ad assi
ed a carrelli, mentre in relazione alla capacità
di trazione si hanno veicoli esclusivamente
motori (locomotive elettriche e diesel), veicoli
con funzioni motori e di trasporto (automotrici
diesel, elettromotrici, ecc.) e veicoli
rimorchiati (carrozze passeggeri e carri merci).
I veicoli possono essere raggruppati e collegati
tra loro per comporre convogli comprendenti uno o
più veicoli motori ed un numero di veicoli
rimorchiati, il cui limite superiore è dato dai
vincoli imposti dalle caratteristiche
dellinfrastruttura e dei mezzi di trazione
(lunghezza dei binari di stazione, pendenza della
linea, potenza dei mezzi di trazione, ecc.).
66Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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- Veicoli ferroviari
- Classificazioni
- in relazione alla struttura
- veicoli ad assi
- veicoli a carrelli
- in relazione alla capacità di trazione
- veicoli motori
- locomotive (se hanno solo funzione di trazione)
- automotrici (se anche anche funzione di carico)
- veicoli rimorchiati
- in relazione alla alimentazione
- motori elettrici
- motori diesel
- in relazione al carico trasportato
- passeggeri
- merci
67Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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Viene indicato con rodiggio il numero di assi ed
il loro accoppiamento nei carrelli si possono
avere carrelli ad 1, 2 o 3 assi il numero di
carrelli per ogni veicolo è, tranne casi
particolari, pari a 2 o 3
68Università degli Studi di VeronaFacoltà di
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69Università degl