Title: COMUNITA
1COMUNITA MONTANA VAL PELICE
- FARE SALUTE IN MONTAGNA
- VERSO LA COSTRUZIONE DEI DISTRETTI E DEI PIANI DI
SALUTE - 29 SETTEMBRE 2007
QUALE MODELLO DI DISTRETTO? RELATORE DR. FOSCO
FOGLIETTA
2IL DISTRETTO
GODE DI UNA RICCA PRODUZIONE NORMATIVA DI
RIFERIMENTO
DAL P.S.N. 1998/2000 (UN PATTO PER LA SALUTE)
- LUOGO ORGANIZZATIVO IN CUI REALIZZARE LA
INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA - INVERTENDO LA PRIMAZIA FRA OSPEDALE E
TERRITORIO - GARANTENDO LA CONTINUITÀ DELLA ASSISTENZA
- SVILUPPANDO LASSISTENZA DI BASE PER IL TRAMITE
DEI M.M.G.
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3D. LEG.VO 229/93
IL DISTRETTO
ASSICURA I SERVIZI di ASSISTENZA PRIMARIA
RELATIVI ALLE ATTIVITA SANITARIE E
SOCIOSANITARIE, NONCHE IL COORDINAMENTO DELLE
PROPRIE ATTIVITA CON QUELLA DEI DIPARTIMENTI E
DEI SERIVI SOCIALI, INCLUSI I PRESIDI OSPDALIERI,
INSERENDOLE ORGANICAMENTE NEL PROGRAMMA delle
ATTIVITA TERRITORIALI. AL DISTRETTO SONO
ATTRIBUITE RISORSE DEFINITE IN RAPPORTO AGLI
OBIETTIVI di SALUTE della POPOLAZIONE di
RIFERIMENTO (.) (ART.3 quarter , c 2 , D.Lgvo
229/99)
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4- INOLTRE, (ART.3 QUINQUIES) FUNZIONI E RISORSE
DEL DISTETTO - LE REGIONI DISCIPLINANO LORGANIZZAZIONE DEL
DISTRETTO IN MODO DA GARANTIRE - LASSISTENZA PRIMARIA, IVI COMPRESA LA CONTINUITÀ
ASSISTENZIALE, ATTRAVERSO IL NECESSARIO
COORDINAMENTO E LAPPROCCIO MULTIDISCIPLINARE,
IN AMBULATORIO E A DOMICILIO, TRA MEDICI DI
MEDICINA GENERALE, PEDIATRI DI LIBERA SCELTA,
SERVIZI DI GUARDIA MEDICA NOTTURNA E FESTIVA E I
PRESIDI SPECIALISTICI AMBULATORIALI - IL COORDINAMENTO DEI MEDICI DI MEDICA GENERALE E
DEI PEDIATRI DI LIBERA SCELTA CON LE STRUTTURE
OPERATIVE A GESTIONE DIRETTA , ORGANIZZATE IN
BASE AL MODELLO DIPARTIMENTALE, NONCHÉ CON I
SERVIZI SPECIALISTICI AMBULATORIALI E LE
STRUTTURE OSPEDALIERE ED EXTRAOSPEDALIERE
ACCREDITATE. - LEROGAZIONE DELLE PRESTAZIONI SANITARIE A
RILEVANZA SOCIALE, CONNOTATE DA SPECIFICA ED
ELEVATA INTEGRAZIONE, NONCHÉ DELLE PRESTAZIONI
SOCIALI DI RILEVANZA SANITARIA SE DELEGATE DAI
COMUNI. - 2. IL DISTRETTO GARANTISCE
- ASSISTENZA SPECIALISTICA AMBULATORIALE
- ATTIVITÀ O SERVIZI PER LA PREVENZIONE E LA CURA
DELLE TOSSICODIPENDENZE - ATTIVITÀ O SERVIZI CONSULTORIALI PER LA TUTELA
DELLA SALUTE DELLINFANZIA, DELLA DONNA E DELLA
FAMIGLIA - ATTIVITÀ O SERVIZI RIVOLTI A DISABILI ED ANZIANI
- ATTIVITÀ O SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE
INTEGRATA - ATTIVITÀ O SERVIZI PER LE PATOLOGIE DA HIV E PER
LE PATOLOGIE IN FASE TERMINALE . -
- TROVANO INOLTRE COLLOCAZIONE FUNZIONALE NEL
DISTRETTO LE ARTICOLAZIONI ORGANIZZATIVE DEL
DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE E DEL DIPARTIMENTO
DI PREVENZIONE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI
SERVIZI ALLA PERSONA.
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5DALLA LETTURA DELLA LEGISLAZIONE NAZIONALE DALLA
LETTURA DI QUELLE REGIONALI (PRIMA CONCORRENTI,
POI ESCLUSIVE) E DALLA OSSERVAZIONE DELLE
MOLTEPLICI, EMPIRICHE REALIZZAZIONI IN AMBITO
AZIENDALE.. SI PUO DEDURRE CHE IL NEL SUO
DISPIEGARSI ORGANIZZATIVO DEVE GANTIRE,
ESSENZIALMENTE LO SVILUPPO
DISTRETTO,
DI UNA IMPEGNATIVA, CORPOSA, UNICA NEL PANORAMA
AZIENDALE FUNZIONE PROGRAMMATORIA
DI UN ASSETTO ORGANIZZATIVO CHE INGLOBI LA
PRODUZIONE DEI SERVIZI ALLINTERNO DI UN CONTESTO
DIPARTIMENTALE
DI TUTTE LE FORME DELLA INTEGRAZIONE SOCIO
SANITARIA
DI MODALITA STRUTTURATE E STABILI DI
COINVOLGIMENTO DEI M.M.G. E DEI P.d.L.S.
TRATTIAMO PARTITAMENTE DI QUESTI ASPETTI,
ATTRAVERSO CUI SI MODULANO LE CARATTERISTICHE DI
ASSETTO ORGANIZZATIVO E DI FUNZIONAMENTO DEL
DISTRETTO
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6LA FUNZIONE PROGRAMMATORIA
1.
IN PRESSOCHE TUTTE LE NORMATIVE REGIONALI SI
ATTRIBUISCE AL
IL COMPITO DI
DISTRETTO
ORGANIZZARE LA PRODUZIONE DIRETTA DEI SERVIZI E
DELLE ATTIVITA CHE DEVONO SODDISFARE BUONA PARTE
DELLA DOMANDA ESPRESSSA DALLA POPOLAZIONE
RESIDENTE. SERVIZI E ATTIVITA PRIMARIE CHE SI
AFFIANCANO A QUELLE DI 1 E 2 LIVELLO .
PRODOTTE DIRETTAMENTE DAL PRESIDIO OSPEDALIERO E
DAI DIPARTIMENTI DI SALUTE MENTALE E DI
PREVENZIONE
a)
ASSICURARE COMUNQUE AI RESIDENTI LE RESTAZIONI
NON PRODOTTE DIRETTAMENTE CHE DEVONO ESSERE
ACQUISTATE PRESSO ALTRI PRODUTTORI (pubblici o
privati), INTERNI ED ESTERNI ALLA ASL DI
APPARTENENZA
b)
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7STIMARE IL FABBISOGNO DI TALI SERVIZI, ATTIVITA,
PRESTAZIONI E VALUTARE NEL CASO IN CUI NON SIA
GARANTITO IN TUTTO O IN PARTE SE CONVENGA
RICORRERE ALLA PRODUZIONE DIRETTA (MAKE) O AL
LORO ACQUISTO (BUY), CONFIGURA UNA FONDAMENTALE
RESPONSBAILITA DEGLI ORGANI DI GOVERNO DEL
DISTRETTO (DIRETTORE DEL DISTRETTO E COMITATO DI
DISTRETTO)
LA FUNZIONE PROGRAMMATORIA DEL DEVE DEFINIRE I
CONTENUTI CHE SOSTANZIANO LE SCELTE SOPRA
ACCENNATE SPECIFICANDONE IL DETTAGLIO
ORGANIZZZATIVO, GESTIONALE, OPERATIVO E
FINANZIARIO.
DISTRETTO
LA FUNZIONE PROGRAMMATORIA DEL SI
DENOMINA (PROGRAMMA DELLE ATTIVITA
TERRITORIALI) ED E UNICA, NEL SUO GENERE,
PERCHE E LA SOLA IN AMBITO AZIENDALE CHE
FACCIA RIFERIMENTO NON SOLO ALLO SVILUPPO DEI
SISTEMI DI PRODUZIONE DIRETTA (COME AVVIENE IN
RAPPORTO ALLE ALTRE MACRO-STRUTTURE AZIENDALI) MA
ANCHE ALLESERCIZIO DELLA
DISTRETTO
PAT
FUNZIONE DI COMMITTENZA
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8IN RAGIONE DI CIO LIMPIANTO METODOLOGICO DEL
PAT NON PUO NON SEGNARE UNA PROFONDA REVISIONE
RISPETTO ALLA VECCHIA, CLASSICA IMPOSTAZIONE
DELLA PROGRAMMAZIONE DEI SERVIZI. SI PASSA,
INFATTI
DA UNA VECCHIAAD UNA NUOVA IMPOSTAZIONE
NON PIU
UNA ELABORAZIONE CENTRATA ESCLUSIVAMENTE SULLA
OFFERTA IN PRODUZIONE DIRETTA
UNA VISIONE CHE STORICIZZAVA LOFFERTA COME
PREMESSA AD ULTERIORI INCREMENTI
UNA SOMMATORIA DISORGANICA di PEZZI di
PROGRAMMAZIONE SETTORIALE
UNA PROGRAMMAZIONE SANITARIA DISTINTA DA QUELLA
ECONOMICA
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9BENSI
UNA RAPPRESENTAZIONE DETTAGLIATA NON SOLO della
OFFERTA direttamente prodotta, ma anche DEI
CONSUMI COMPLESSIVI di PRESTAZIONI
(specialistiche diagnostiche farmaceutiche) da
parte di ogni CITTADINO
UNA RAPPRESENTAZIONE COMPARATA (COMUNE PER
COMUNE) di TALI CONSUMI (FACENDO EMERGERE LE
ABNORMITA)
UNA IDENTIFICAZIONE PRECISA DEI SOGGETTI CHE
FORNISCONO LE PRESTAZIONI CONSUMATE E SE
COLLOCATI FUORI AZIENDA ALIMENTANO I FLUSSI di
MOBILITA PASSIVA
UNA CORREDO INFORMATIVO CHE PARTENDO dalle
DIFFORMITA di CONSUMO e dalle EVIDENZE
SCIENTIFICHE CONSENTE di FISSARE OBIETTIVI di
MAGGIORE APPROPRIATEZZA
UN CORRETTIVO ALLE DISEGUAGLIANZE STORICHE NELLA
ALLOCAZIONE delle RISORSE, PARTENDO da SEMPLICI
INDICATORI (COSTO-PRO/CAPITE PER SERVIZIO) PER
VALUTARE I MARGINI di RIEQUILIBRIO POSSIBILI
UN INSIEME ORGANICO da CONTENUTI IN CUI LA
DIMENSIONE ASSISTENZIALE E QUELLA ECONOMICA SONO
INTEGRATE
IN BUONA SOSTANZA LA PROGRAMMAZIONE DI DISTRETTO
FONDA LA PROPRIA CAPACITA PREVISIONALE SU TRE
PRESUPPOSTI
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10LA PUNTUALE, DETTAGLIATA MISURAZIONE DELLA
DOMANDA SODDISFATTA CHE QUANTIFICA IL CONSUMO DI
PRESTAZIONI EFFETTUATO DAI CITTADINI RESIDENTI
1.
DOMANDA SODDISFATTA
ATTRAVERSO LACQUISTO di PRODUZIONE
ATTRAVERSO PRODUZIONE DIRETTA
ESTERNA ALLA AZIENDA
ESTERNA AL DISTRETTO
CONSUMI COMPLESSIVI DA PARTE DELLA POPOLAZIONE
/UTENTE
CONSUMI RAPPRESENTABILI
- COSTI
- ARTICOLATI ( IN RAPPORTO
- AD OGNI RAPPRESENTAZIONE di DETTAGLIO) IN
- PRODUZIONE DIRETTA
- ACQUISTO IN MOBILITA
A QUALE LIVELLO di DETTAGLIO?
COMUNALE
INTER/COMUNALE (ASSOCIATIVO)
DISTRETTUALE/ AZIENDALE
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11LA MISURAZIONE DELLA DOMANDA INSODDISFATTA (LISTE
E TEMPI DI ATTESA)
2.
Azienda USL di Ferrara Residenze Sanitarie
Assistite rapporto tra offerta e tempi di attesa
P.L. per 1000 gt 65 anni
Tempo di Attesa per accedere alle Residenze
Sanitarie Assistite
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12LA PREDETERMINAZIONE DI PARAMETRI CHE
STABILISCANO LA SOGLIA DI APPROPRIATEZZA DEI
CONSUMI
3.
Per PROGRAMMARE CON IL MASSIMO di RAZIONALITA
POSSIBILE NON BASTA CONOSCERE (QUANTIFICANDOLA)
LA DOMANDA SODDISFATTA e INSODDISFATTA, OCCORRE
CONFRONTARE I CONSUMI (variamente soddisfatti)
CON I CHE NE SANCISCONO LA (CLINICA e
ORGANIZZATIVA)
PARAMETRI
APPROPRIATEZZA
LA RAPPRESENTA, OGGI -
in particolare NEI SISTEMI SANITARI REGIONALI
BASATI SULLA PIANIFICAZIONE del RAPPORTO
DOMANDA/OFFERTA IL CHE definisce i
CONTENUTI del GOVERNO della EFFICACIA/EFFICIENZA
CLINICA.
APPROPRIATEZZA
MACRO OBIETTIVO STARTEGICO
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13TALE MACRO-OBIETTIVO, per divenire OGGETTO
CONCRETO di AZIONI progettate allo scopo di
SODDISFARLO, deve ARTICOLARSI IN UNA SERIE DI
CHE
SUB-OBIETTIVI
QUANTITA
DEFINISCANO LE VIRTUOSE
DEI CONSUMI DI VARIE TIPOLOGIE DI OFFERTA DI
PRESTAZIONI SANITARIE E SOCIOSANITARIE DA PARTE
DELLA UTENZA DI UN DATO TERRITORIO
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14LA APPROPRIATEZZA dei CONSUMI
LA VALUTAZIONE DI QUESTO TIPO DI APPROPRIATEZZA
PRESUPPONE LA PREDETERMINAZIONE DI
PARAMETRI DI RIFERIMENTO
DESUNTI DALLA LETTERATURA SCIENTIFICA (E.B.M) CHE
STABILISCE STANDARD OTTIMALI
INDOTTI, IN TERMINI RELATIVI, DALLA COMPARAZIONE
FRA LA REALTÀ CONSIDERATA E VALORI MEDI E/O
BEST-PRACTICE RILEVATI NELLAMBITO DI UN DATO
CONTESTO (NAZIONALE, REGIONALE, AZIENDALE,
DISTRETTUALE, INTER-COMUNALE, COMUNALE)
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15GLI STANDARD OTTIMALI MAL SI CONCILIANO CON LE
ESIGENZE DELLA PROGRAMMAZIONE
PER DIFETTO, PROPONENDO VALORI COSÌ RIDUTTIVI DA
NON ESSERE REALISTICAMENTE PERSEGUIBILI (TASSI DI
OSPEDALIZZAZIONE)
PER ECCESSO, INDICANDO PERFORMANCE QUANTITATIVE
COSÌ INCREMENTALI DA METTERE IN CRISI I VINCOLI
DI COMPATIBILITÀ FINANZIARIA (TRATTAMENTI
FARMACOLOGICI DI ULTIMA GENERAZIONE)
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16MEGLIO RIFERIRSI ALLE CONDIZIONI REALI DI CONSUMO
ESPRESSE A LIVELLO REGIONALE, AZIENDALE,
DISTRETTUALE O DI N.C.P. (IN TERMINI MEDI O DI
BEST PERFORMANCE). QUESTO APPROCCIO EMPIRICO
PARTE DA UN PRESUPPOSTO LOGICO/CONCETTUALE LA
INVERSIONE DELLONERE DELLA PROVA. IN ALTRI
TERMINI NEL PROPORRE UN DATO LIVELLO DI CONSUMO
DI PRESTAZIONI INFERIORE A QUELLO STORICAMENTE
RILEVATO NON SI DEVE DIMOSTRARE CHE NON PROVOCHI
DANNI DI SALUTE. ALLOPPOSTO, CHI LO VOLESSE
CONTESTARE DEVE DIMOSTRARE CHE LÌ OVE TALE
LIVELLO, ASSUNTO COME PARAMETRO DI CONFRONTO, È
STATO PRATICATO SI SONO RISCONTRATE CONDIZIONI DI
SALUTE PEGGIORI RISPETTO ALLA REALTÀ OGGETTO DI
PROGRAMMAZIONE
NE CONSEGUE CHE GLI STANDARD OTTIMALI, MANTENGONO
UN VALORE DI MERO CONFRONTO TENDENZIALE, UNO
SFONDO DI PROSPETTIVA SU CUI LAVORARE
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17PER POTER PORRE LAPPROPRIATEZZA DEI CONSUMI (DI
PRESTAZIONI DI RICOVERO AMBULATORIALI E
FARMACEUTICHE) COME OBIETTIVI MISURABILI DI
PROGRAMMAZIONE (AZIENDALE E, SOPRATTUTTO,
DISTRETTUALE) OCCORRE
DISPORRE DI UN SISTEMA INFORMATIVO CHE CONSENTA
DI QUANTIFICARE I VALORI (MEDI O DI BEST-
PRACTICE) DI RIFERIMENTO
DISPORRE DI UN SERVIZIO INFORMATIVO CHE CONSENTA
DI QUANTIFICARE IL CONSUMO REALE AL MIGLIOR
LIVELLO DI DETTAGLIO POSSIBILE (DIMENSIONE
COMUNALE)
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18PARTENDO DA UN TALE DETTAGLIO RISULTA POSSIBILE
MAPPARE I CONSUMI ALLINTERNO DI UN DATO
TERRITORIO DISTRETTUALE E/O PROVINCIALE/AZIENDALE
FAR EMERGERE, DAL CONFRONTO, LE SITUAZIONI PIÙ O
MENO DISTANTI DAL PARAMETRO DI RIFERIMENTO
ASSUNTO, CON CIÒ DEFINENDO UNA GRADUATORIA
RELATIVA DI VIRTUOSITÀ
VALUTARE PRIORITARIAMENTE,ALLA LUCE DELLA
CONSISTENZA DI TALI DISTANZE, QUALE SIA IL
PARAMETRO PIÙ OPPORTUNAMENTE PROPONIBILE COME
OBIETTIVO
LAVORARE SULLE SITUAZIONI PIÙ CRITICHE (IN QUANTO
PIÙ LONTANE DAL PARAMETRO) ALLO SCOPO DI
INDIVIDUARE LE CAUSE CHE LE HANNO DETERMINATE E
DI PROGETTARE I NECESSARI CORRETTIVI.
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19Media Aziendale
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20Media Aziendale
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21GLI OBIETTIVI PROGRAMMATORI CHE QUALIFICANO OGNI
PAT POSSONO ESSERE
TIPICI E PROPRI DEL DISTRETTO (SVILUPPO DEL
SERVIZIO A)
COMUNI A PIU DISTRETTI (RIORGANIZZAZIONE DELLA
SPECIALISTICA)
IMPEGNATIVI DI ALTRE MACRO STRUTTURE AZIENDALI
(COMMITTENZA OSPEDALIERA AZIENDALE)
IMPEGNATIVI DI RISORSE FINANZIARIE AZIENDALI
(MOBILITA PASSIVA).
DI TALI OBIETTIVI OCCORRE FARE SINTESI E
STABILIRE PRIORITA NELLA PROGRAMMAZIONE
AZIENDALE SOTTESA AL BILANCIO DI PREVISIONE
I CONTENUTI DEL PAT DEVONO ESSERE DEL TUTTO
COERENTI CON QUELLI DI ALTRE PROGETTUALITA
TERRITORIALI (AD. ESEMPIO PIANI PER LA SALUTE
P.d.Z. ETC...)
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22LASSETTO ORGANIZZATIVO
2.
DISTRETTO
- LASSETTO ORGANIZZATIVO DEL
- - ANCHE SULLA BASE DI QUANTO PREVISTO DAL 229
DEVE - DISTINGUERE LE FUNZIONI E LA RESPONSABILITA DEL
DIRETTORE DEL DISTRETTO DALLE FUNZIONI E
RESPONSABILITA DEL DIRIGENTE CUI COMPETE
GARANTIRE LA PRODUZIONE DIRETTA - ORGANIZZARE TALE PRODUZIONE ATTRAVERSO LA
COSTITUZIONE DI UN ASSETTO DIPARTIMENTALE
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23AD ESEMPIO
ORGANIZZAZIONE DISTRETTUALE
PRIMA
DIRETTORE DISTRETTO
DISTRETTO
SERVIZI SANITARI E SOCIOSANITARI
DOPO
DIRETTORE DISTRETTO
DISTRETTO
DIP. CURE PRIMARIE
DIRETTORE del DIPART.
SERVIZI Di BASE
SERVIZI SOCIOSANITARI
SERVIZI SANITARI
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24DUNQUE, IL SVILUPPA COMPETENZE CHE TRASCENDONO
LA MERA PRODUZIONE DIRETTA E SI COLLOCA IN UNA
ZONA INTERMEDIA FRA GOVERNO E GESTIONE (UNA SORTA
DI VICERE).
DIRETTORE DI DISTRETTO
IN SINTESI, TALI COMPETENZE SI SOSTANZIANO,
FONDAMENTALMENTE NELLA
TITOLARITA DELLA PROGRAMMAZIONE (PAT) CON
PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA FUNZIONE DI
COMMITTENZA.
CONCORRENZA ALLA DEFINIZIONE IN SEDE DI
COLLEGIO DI DIREZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE
STRATEGICA AZIENDALE
NEGOZIAZIONE E GESTIONE DEL BUDGET DI DISTRETTO
IMPLEMENTAZIONE DEI PROCESSI DI INTEGRAZIONE
(CONTINUITA ASSISTENZIALE)
CON LOSPEDALE
FRA SERVIZI DISTRETTUALI E M.M.G.
FRA MACRO-ARTICOLAZIONI AZIENDALI E M.M.G.
DI NATURA SOCIO SANITARIA
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25ATTIVAZIONE DI MODALITA DI RAPPORTO PRIMARIO CON
LA DIMENSIONE ISTITUZIONALE DEI COMITATI DI
DISTRETTO
INTEGRAZIONE ISTITUZIONALE
INTESE SULLA ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DEI
SERVIZI SOCIO SANITARI
PASSAGGIO DELLE INFORMAZIONI NECESSARIE PER FARE
DEL COMITATO DI DISTRETTO IL TERMINALE
(APPROVAZIONE) DELLA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE
E DELLA VALUTAZIONE DEI RISULTATI
CONCORRENZA ALLA DEFINIZIONE DEI CONTENUTI DI UN
GOVERNO CLINICO (TRASVERSALE, FRA OSPEDALE E
TERRITORIO COINVOLGENTE SPECIALISTI E M.M.G.
ETC..) ORIENTATO ALLA APPROPRIATEZZA SIA CLINICA
CHE ORGANIZZATIVA
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26CONCORRENZA NELLAPPLICARE LE NORMATIVE
CONTRATTUALI (NAZIONALI E/O REGIONALI) CHE
RIGUARDANO I RAPPORTI CON I M.M.G. E P.d.L.S.
(ACCORDI LOCALI)
SUPERVISIONE DEGLI IMPEGNI GESTIONALI ATTRAVERSO
CUI SI REALIZZA LA PRODUZIONE DIRETTA (RAPPORTO
GERARCHICO)
SIA NEGLI ASSETTI ORGANIZZATIVI, SIA NELLA
PRECISAZIONE DELLE COMPETENZE DEL DIRETTORE DI
DISTRETTO, EMERGONO GLI ALTRI 2 ASPETTI
FONDAMENTALI DI UN POSSIBILE MODELLO DISTRETTUALE
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27LA INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA
3.
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28PERCORRERE LE STRADE DELLA INTEGRAZIONE
SOCIO-SANITARIA
IDEA FORTE
P.S.N.
CONDIZIONE ESSENZIALE PER MIGLIORARE LA
EFFICACIA DEGLI INTERVENTI, INCIDENDO SULLA
CONTINUITA ASSISTENZIALE
VALORE AGGIUNTO DELLA INTEGRAZIONE
INVERTENDO I RAPPORTI FRA OSPEDALE E TERRITORIO,
FRA CURE RESIDENZIALI E DOMICILIARI, FRA MEDICINA
GENERALE E SPECIALISTICA
LA PROGRAMMAZIONE ZONALE PRIORITA
STRATEGICA NEI P.S.R.
LE PREMESSE DEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE
RISORSE VINCOLATE NELLE AREE AD ELEVATA
INTEGRAZIONE SANITARIA
LE TRE DIMENSIONI DELLA INTEGRAZIONE
ISTITUZIONALE GESTIONALE
PROFESSIONALE
IL DISTRETTO
IL LUOGO ORGANIZZATIVO
LA STRUTTURA OPERATIVA CHE MEGLIO CONSENTE DI
GOVERNARE I PROCESSI INTEGRATI FRA ISTITU-ZIONI
GESTENDO UNITARIAMENTE DIVERSE FONTI DI
RISORSE LA STRUTTURA OPERATIVA CHE GARANTISCE
LA INTEGRAZIONALE GESTIONALE
Elettivamente destinato alla integrazione
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293.1.
LA INTEGRAZIONE ISTITUZIONALE
LA FORMA PIU INCISIVA DELLA INTEGRAZIONE
ISTITUZIONALE E RAPPRESENTATA DAI PROCESSI DI
PROGRAMMAZIONE LOCALE
LA PROGRAMMAZIONE LOCALE E IL CONTESTO
ELETTIVO IN CUI SVILUPPARE UN PROCESSO DI
INTEGRAZIONE ESSENZIALMENTE ORIZZONTALE
CONNESSIONE INTER-ISTITUZIONALE INTER-DISCIPLINA
RE INTER-PROFESSIONALE ALLO SCOPO DI ELABORARE
UNITARIAMENTE PRODOTTI PROGRAMMATORI COMUNI
X
INTEGRAZIONE
QUESTO TIPO DI INTEGRAZIONE SI SVILUPPA
SOSTANZIALMENTE NELLAREA DEI SERVIZI E DELLE
ATTIVITA SOCIO-SANITARIE
LE NORME NAZIONALI (229/99 328/2000) PREVEDONO
CHE LA PROGRAMMAZIONE S.S. POSSA ESSERE ELABORATA
ALLINTERNO SIA DEL PAT SIA DEL P.d.Z. PER LA
SALUTE E IL BENSSERE SOCIALE E CHE LA
INTEGRAZIONE FRA QUESTE, DUE ELABORAZIONI AVVENGA
CON INTESESUCCESSIVE FRA COMUNI E ASL
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30E APPARSO OPPORTUNO OVUNQUE INDIVIDUARE UN SOLO
LUOGO DELLA PROGRAMMAZIONE SOCIO SANITARIA IL
P.d.Z.
- NE CONSEGUE CHE
- LA COMPOSIZIONE DEI TAVOLI TECNICI PER AREA
DI ASSISTENZA CONTEMPLI , ACCANTO AGLI OPERATORI
DEI SERVIZI COMUNALI ANCHE QUELLI, SANITARI, DEI
SERVIZI DISTRETTUALI (ALTRE ALLE RAPPRESENTANZE
DEL 3 SETTORE) - LA VALIDAZIONE DEI CONTENUTI, COSI PROGRAMMATI,
SIA AFFIDATA AI COMITATI DI DISTRETTO (CUI
AFFERISCONO TERRITORIALMENTE UNA O Più ZONE
INTERCOMUNALI) - LE AZIONI DI NATURA SANITARIA (CON GLI EVENTUALI
ONERI) SIANO MECCANICAMENTE TRASPOSTE ALLINTERNO
DEL PAT.
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31I CONTENUTI PROGRAMMATORI UNITARIAMENTE ESPRESSI
NEL P.d.Z. ATTENGONO ESSENZIALMENTE AL COME
PROMUOVERE E CONSOLIDARE LE FORME DELLA
INTEGRAZIONE S.S. IN PARTICOLARE
LA PREDISPOSIZIONE DEI PROTOCOLLI VOLTI A
REGOLARE LA GESTIONE UNITARIA DEI SERVIZI IN CUI
CONVIVONO FATTORI PRODUTTIVI SIA SANITARI CHE
SOCIALI
IL DIMENSIONAMENTO QUANTITATIVO E LA DISLOCAZIONE
TERRITORIALE DEI SERVIZI DI RETE
LA DEFINIZIONE DELLE MODALITA TRAMITE CUI
STRUTTURARE I PROCESSI DI CONTINUITA
ASSISTENZIALE
LA PRECISAZIONE DEI CRITERI CHE REGOLANO LE
CONDIZIONI DI ACCESSO ALLE RETI
LA INDICAZIONE DI ALCUNE SOLUZIONI GESTIONALI CHE
RENDANO PIU EFFICIENTE LUSO DELLE RISORSE
LA ELABORAZIONE DI PROTOCOLLI CUI AFFIDARE LA
FORMALIZZAZIONE DEI COMPORTAMENTI INTER
PROFESSIONALI
LA INDIVIDUAZIONE DI PERCORSI FORMATIVI COMUNI E
DELLE FORME DI IMPLEMENTAZIONE DEI SUPPORTI
TECNOLOGICI ALLA NON AUTOSUFFICIENZA (E-CARE
DOMOTICA ETC.)
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32LA INTEGRAZIONE GESTIONALE
3.2.
SI SOSTANZIA PRINCIPALMENTE IN 2 FATTISPECIE
X
LA UNICITA GESTIONALE DEI FATTORI ORGANIZZATIVI
E DELLE RISORSE CHE ASSICURANO LA PRODUZIONE DEI
SERVIZI SOCIO SANITARI
LA COSTITUZIONE E LA REGOLAZIONE DEL
FUNZIONAMENTO DELLE RETI DEI SERVIZI SANITARI,
SOCIO SANITARI E SOCIALI
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33LA UNICITA GESTIONALE DEI SERVIZI SOCIO SANITARI
COMPORTA LA IDENTIFICAZIONE, PER OGNI TIPOLOGIA
DI SERVIZIO
- LE PRESTAZIONI
- SANITARIE
- SANITARIE A RILEVANZA SOCIALE
- SOCIALI A RILEVANZA SANITARIA
LA CONSEGUENTE IDENTIFICAZIONE DELLE FIGURE
PROFESSIONALI SANITARIE E SOCIALI, NONCHE DEI
BENI E SERVIZI NECESSARI PER REALIZZARE TALI
PRESTAZIONI (FATTORI PRODUTTIVI A CARICO DEL
F.S.N. E/O DEI CITTADINI/COMUNI)
LA ESPLICITAZIONE DELLE MODALITA GESTIONALI CHE
CONSENTONO LA GESTIONE UNICA
LA ESPLICITAZIONE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO
(ANCHE A SEGUITO DEL PERCORSO DI ACCREDITAMENTO)
E DEL QUANTUM DI RISORSE (PROGRAMMAZIONE LOCALE)
TUTTO CIO SI SVILUPPA PROGETTUALMENTE SU BASE
AZIENDALE NON AFFERENDO, QUINDI, DIRETTAMENTE
ALLE COMPETENZE DISTRETTUALI
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34RETI DEI SERVIZI
LE SI PROGETTANO E ATTIVANO, INVECE, IN
LARGHISSIMA PARTE SU BASE DISTRETTUALE
LE RETI SI COSTITUISCONO PER
ORGANIZZARE UNA OFFERTA COMPLESSIVA SECONDO
LOGICHE di INTEGRAZIONE (COMPLEMENTARIETA dei
SERVIZI) E di APPRIATEZZA (PER OGNI BISOGNO IL
SERVIZIO GIUSTO)
GARANTIRE UNA EVOLUZIONE ORGANICA COSTANTEMENTE
IN GRADO di RITARARSI RISPETTO ALLA MODIFICAZIONE
dei BISOGNI (E quindi, dei TARGET) di UTENZA
ASSICURARE OMOGENEITA di TRATTAMENTO
ASSISTENZIALE A PARITAdi BISOGNO
GARANTIRE REGOLE CERTE E TRASPARENTI di ACCESSO
RENDERE FORMALMENTE VISIBILI I CRITERI E LE
MODALITA di PASSAGGIO da UN SERVIZIO ALLALTRO
IN UNA LOGICA di CONTINUITA
FAR INTERAGIRE TUTTI I SOGGETTI - PUBBLICI E
NON CHE GESTISCONO I SERVIZI RICOMPRESI NELLA
RETE
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35GLI STRUMENTI INDISPENSABILI PER OTTENERE
QUESTE FINALITA SONO
UNA UNICA PROGRAMMAZIONE INTEGRATA
SANITARIA/SOCIOSANITARIA SU BASE DISTRETTUALE
(AD ESEMPIO PIANI DI ZONA) CHE INTERCONNETTA
BISOGNO/DOMANDA/OFFERTA E STABILISCA IL RAPPORTO
APPROPRIATO FRA SERVIZI E TARGET ELETTIVI di
UTENZA
UN SISTEMA INFORMATIVO DEDICATO
- CHE
- DESCRIVA LANDAMENTO dei CONSUMI di PRESTAZIONI
(DOMICILIARI SEMIRESIDENZIALI RESIDENZIALI) IN
CHIAVE COMPARATIVA - CONSENTA LA VALUTAZIONE DELLA CORRETTA
REALIZZAZIONE dei PROCESSI ASSISTENZIALI - CORRELI LA DIMENSIONE QUALI/QUALITATIVA della
OFFERTA CON I COSTI DI GESTIONE
UNA UNICA PORTA DI ACCESSO ALLA RETE
UNICA STRUTTURA di VALUTAZIONE MULTIMODALE di
FILTRO e di INDIRIZZO
SCALE VALUTATIVE UNICHE CONDIVISE E VALIDATE da
TUTTI I SOGETTI (PUBBLICI E PRIVATI) GESTORI
dei SERVIZI di RETE
GESTIONE UNITARIA, SU BASE TERRITORIALE, delle
LISTE di ATTESA
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36LA INTEGRAZIONE PROFESSIONALE
3.3.
REALIZZA CONDIZIONI OPERATIVE UNITARIE FRA FIGURE
PROFESSIONALI DIVERSE (SANITARIE E SOCIALI) SIA
ATTRAVERSO LA COSTITUZIONE DI EQUIPE MULTI
PROFESSIONALI, SIA MEDIANTE LEROGAZIONE
CONGIUNTA DI ATTIVITA ASSISTENZIALI
ORDINARIAMENTE AFFERENTI A SERVIZI SANITARI,
SOCIO SANITARI E SOCIALI AUTONOMI
LA PROGETTAZIONE DEI PROCESSI (PER POI GIUNGERE
ALLA LORO FORMALIZZAZIONE) SI SVILUPPA IN AMBITO
AZIENDALE, CON LAPPORTO PRIMARIO DEI DISTRETTI
CUI SPETTA, IN LARGHISSIMA PARTE. LA SUCCESSIVA
APPLICAZIONE E IL MONITORAGGIO DEL CORRETTO E
CONTINUO DISPIEGARSI DI TALI PROCESSI
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37IL PIENO COINVOLGIMENTO DEI M.M.G. E DEI P.d.L.S.
4.
- SE VOGLIAMO
- MIGLIORARE LACCESSIBILITA AI SERVIZI
- ASSICURARE LA CONTINUITA DELLA ASSISTENZA
NELLARCO DELLA GIORNATA - ASSICURARE LA CONTINUITA DELLA ASSISTENZA FRA
OSPEDALE E TERRITORIO - ASSICURARE LA PRESA IN CARICO CONTINUATIVA DELLE
PATOLOGIE CRONICHE - ASSICURARE LO SVILUPPO DELLE DOMICILIARITA
- PERSEGUIRE MAGGIORI MARGINI DI APPROPRIATEZZA
NEI CONSUMI DELLE PRESTAZIONI SANITARIE
E INDISPENSABILE GARANTIRE STABILMENTE IL
COINVOLGIMENTO DEI M.M.G.
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38- NELLA ORGANIZZAZIONE DISTRETTUALE
- UNA LINEA DI PRODUZIONE DEDICATA
- LA STRUTTURAZIONE DI FORME AGGREGATIVE
INTERMEDIE (AD ES. NUCLEI DELLE CURE PRIMARIE)
CHE FACILITINO LO SVILUPPO DELLASSOCIAZIONISMO
MEDICO
NELLA SEDE COLLEGIALE IN CUI SI DEFINISCONO LE
STRATEGIE AZIENDALI IL COLLEGIO DI DIREZIONE
(PARTECIPANO I REFERENTI DELLE FORME AGGREGATIVE
INTERMEDIE)
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39- LINCARDINAMENTO DEI M.M.G. E DEI P.d.L.S. NELLA
ORGANIZZAZIONE DISTRETTUALE E LA LORO PIENA
PARTECIPAZIONE AL FUNZIONAMENTO DEL DISTRETTO
COMPORTA UN VIRAGGIO CULTURALE CHE - IMPONE IL COLLEGAMENTO INFORMATICO/TELEMATICO
DEI M.M.G ( IN PARTICOLARE, DELLE LORO FORME
ASSOCIATIVE) FRA DI LORO E CON LE ALTRE
COMPONENTI EROGATIVE DEL SISTEMA AZIENDALE - STIMOLA LINTEGRAZIONE PROFESSIONALE NELLE SUE,
VARIE ESPRESSIONI SANITARIE E SOCIO SANITARIE - SVILUPPA LAPPROCCIO AD UN LAVORO ORIENTATO AL
RAGGIUNGIMENTO DI OBIETTIVI E ALLUSO
RESPONSABILE DELLE RISORSE - POSTULA LA PRATICA DELLA VALUTAZIONE CRITICA DEI
CASI, DEI PROCESSI E DEI RISULTATI CLINICI
(AUDIT) - RIVALUTA LIMPORTANZA DELLA FORMAZIONE CONTINUA.
Fosco Foglietta