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Presentazione di PowerPoint

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Title: Presentazione di PowerPoint Author: Fabio Filippi Last modified by: Dr. Fabio Filippi Created Date: 7/24/2005 8:24:58 AM Document presentation format – PowerPoint PPT presentation

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Title: Presentazione di PowerPoint


1

Legge 12 marzo 1999, n. 68 Norme per il diritto
al lavoro dei disabili (pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale n.68 del 23 marzo 1999
Supplemento Ordinario n. 57)
2
Capo I DIRITTO AL LAVORO DEI DISABILI Art.
1.(Collocamento dei disabili)     1. La presente
legge ha come finalità la promozione
dell'inserimento e della integrazione lavorativa
delle persone disabili nel mondo del lavoro
attraverso servizi di sostegno e di collocamento
mirato
3
Art. 2.(Collocamento mirato)     1. Per
collocamento mirato dei disabili si intende
quella serie di strumenti tecnici e di supporto
che permettono di valutare adeguatamente le
persone con disabilità nelle loro capacità
lavorative e di inserirle nel posto adatto,
attraverso analisi di posti di lavoro, forme di
sostegno, azioni positive e soluzioni dei
problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti
e le relazioni interpersonali sui luoghi
quotidiani di lavoro e di relazione. 
4
Capo II SERVIZI DEL COLLOCAMENTO
OBBLIGATORIO Art. 6.(Servizi per l'inserimento
lavorativo dei disabili e modifiche al decreto
legislativo 23 dicembre 1997, n. 469)       1.
Gli organismi individuati dalle regioni ai sensi
dell'articolo 4 del decreto legislativo 23
dicembre 1997, n. 469, di seguito denominati
"uffici competenti", provvedono, in raccordo con
i servizi sociali, sanitari, educativi e
formativi del territorio, secondo le specifiche
competenze loro attribuite, alla programmazione,
all'attuazione, alla verifica degli interventi
volti a favorire l'inserimento dei soggetti di
cui alla presente legge nonchè all'avviamento
lavorativo, alla tenuta delle liste, al rilascio
delle autorizzazioni, degli esoneri e delle
compensazioni territoriali, alla stipula delle
convenzioni e all'attuazione del collocamento
mirato.
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    2. All'articolo 6, comma 3, del decreto
legislativo 23 dicembre 1997, n. 469, sono
apportate le seguenti modificazioni    
omissis     b) sono aggiunti, in fine, i
seguenti periodi "Nell'ambito di tale organismo
è previsto un comitato tecnico composto da
funzionari ed esperti del settore sociale e
medico-legale e degli organismi individuati dalle
regioni ai sensi dell'articolo 4 del presente
decreto, con particolare riferimento alla materia
delle inabilità, con compiti relativi alla
valutazione delle residue capacità lavorative,
alla definizione degli strumenti e delle
prestazioni atti all'inserimento e alla
predisposizione dei controlli periodici sulla
permanenza delle condizioni di inabilità. Agli
oneri per il funzionamento del comitato tecnico
si provvede mediante corrispondente riduzione
dell'autorizzazione di spesa per il funzionamento
della Commissione di cui al comma 1".
6
Art. 10.(Rapporto di lavoro dei disabili
obbligatoriamente assunti)     ... Omissis    
3. Nel caso di aggravamento delle condizioni di
salute o di significative variazioni
dell'organizzazione del lavoro, il disabile può
chiedere che venga accertata la compatibilità
delle mansioni a lui affidate con il proprio
stato di salute. Nelle medesime ipotesi il datore
di lavoro può chiedere che vengano accertate le
condizioni di salute del disabile per verificare
se, a causa delle sue minorazioni, possa
continuare ad essere utilizzato presso l'azienda.
omissis. Il rapporto di lavoro può essere
risolto nel caso in cui, anche attuando i
possibili adattamenti dell'organizzazione del
lavoro, la predetta commissione accerti la
definitiva impossibilità di reinserire il
disabile all'interno dell'azienda.
7
Tralasciando ogni altro commento al disposto
legislativo vigente Affrontiamo in questa sede
un discorso inerente i problemi pratici che
loperatore incontra quotidianamente al momento
di indirizzare un soggetto disabile ad un
lavoro che possa essere confacente alle sue
capacità psico-fisiche residue
Alcuni argomenti saranno trattati in maniera più
approfondita perché, secondo la mia ottica di
medico del lavoro, di più rilevante importanza
mentre altri saranno solo accennati per temi
generali e lapprofondimento sarà eventualmente
conseguente al dibattito che ne scaturirà.
8
  • INVALIDITA CIVILE
  • NON INVALIDO (assenza di patologia o con
    riduzione della capacità lavorativa in misura
    INFERIORE AD 1/3 o minore deambulate
  • INVALIDO con riduzione permanente della capacità
    lavorativa in misura SUPERIORE AD 1/3 (art. 2
    legge 118/71), (L. 23/11/88 n. 509)
  • INVALIDO con riduzione permanente della capacità
    lavorativa in misura non inferiore ad 1/3 (L.
    118/71 e D.Lgs. 509/88)
  • INVALIDO con riduzione permanente della capacità
    lavorativa in misura SUPERIORE AI 2/3 (art. 2 e
    13 legge 118/71), (L. 23/11/88 n. 509)
  • INVALIDO con TOTALE e PERMANENTE inabilità
    lavorativa (art. 2 e 12 legge 118/71) 100

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Immagine copertina manuale
10
Nel manuale vengono descritti i principali cicli
tecnologici del settore tessile, indicando per
ognuno di essi quelle che possono essere
considerate le residue capacità psico-fisiche
necessarie per la collocazione al lavoro di un
soggetto disabile Nelle premesse di carattere
generale del manuale vengono evidenziati invece
alcuni problemi, relativi alla persona ed al suo
stato di salute, che si presentano
indipendentemente dalla mansione designata e che
sono fortemente condizionanti la possibilità di
una sua collocazione in un qualsiasi posto di
lavoro. Il lavoro non deve essere mai causa di
nocumento per la salute. Questa parte necessita
di una analisi un po più approfondita in quanto
sicuramente fa parte dei vostri problemi
quotidiani. Alcuni problemi verranno più
estesamente trattati movimentazione manuale dei
carichi, microclima, cardiopatia, uso dei D.P.I.
(dispositivi di protezione individuali).
11
  • UN CORRETTO APPROCCIO VALUTATIVO DEVE
    NECESSARIAMENTE FONDARSI SUI SEGUENTI CRITERI
  • DIAGNOSI CLINICA CERTA ED ACCURATA, SOPRATTUTTO
    NEI TERMINI DELLA INFERMITA, ESAMINANDO LA SUA
    EVENTUALE EMENDABILITA TERAPEUTICA E LA SUA
    POTENZIALE EVOLUTIVITA.
  • INQUADRAMENTO DELLA MENOMAZIONE RAPPORTANDOLA
    ALLATTIVITA LAVORATIVA ED ALLEVENTUALE USURA
    VERIFICANDO CONTEMPORANEAMENTE IL REQUISITO DELLA
    SUA PERMANENZA, QUALE STATO SOMATO-PSCICHICO
    DUREVOLE SENZA PREVISIONE DI CAMBIAMENTO A BREVE
    SCADENZA.
  • Vale il principio per cui è indispensabile
    valutare la capacità complessiva individuale
    residua, in quanto conta non tanto quanto si è
    perso , ma, soprattutto, quel che è residuato al
    fine di consentire il recupero e di attribuire al
    singolo caso la valenza assistenziale che gli
    compete nella prospettiva di una sua idonea
    integrazione lavorativa

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  • IN ALTRI TERMINI
  • IL PUNTO DI PARTENZA E COSTITUITO DALLA
    MENOMAZIONE DELLA INTEGRITA PSICO-FISICA CHE
    RAPPRESENTA LELEMENTO VALUTATIVO FONDAMENTALE,
    UNIFORME ED OMOGENEO.
  • IL PUNTO DI ARRIVO IL DISABILE DEVE ESSERE
    DEFINITO NON SOLO PER LA CAPACITA FUNZIONALE
    PERDUTA, MA ANCHE E SOPRATTUTTO PER LA SUA
    CAPACITA FUNZIONALE RESIDUA AL FINE DI
    CONSENTIRE IL SUO RECUPERO ED IL SUO POSSIBILE
    COLLOCAMENTO LAVORATIVO IN MANSIONE CONGRUE AL
    SUO STATO
  • E del tutto evidente che una precisa
    quantificazione medico-legale di una menomazione
    rappresenta la fase preliminare per
    lapprezzamento di un eventuale danno.
  • E indispensabile a tale scopo poter disporre di
    linee-guida valutative utili ad omogeneizzare i
    comportamenti ed a garantire equità.
  • Abitualmente criticate le tabelle orientative
    possono soddisfare questa esigenza semprechè
    siano consultate con flessibilità, nel rispetto
    del principio della personalizzazione del danno.
    Le linee guida devono essere considerate una
    fonte culturale e non un vincolo per loperatore,
    giacchè esse cercano solo di tracciare un
    percorso valido per la maggior parte dei casi.
  • IL CONTRIBUTO DI QUESTO LAVORO NON HA LA PRETESA
    DI TABELLARE ESAURIENTEMENTE LE INFERMITA, MA
    ESPRIME UNICAMENTE IL TENTATIVO DI PROPORRE UN
    APPROCCIO METOLOGICO.

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  • ANALISI DELLE PATOLOGIE CHE PIU FREQUENTEMENTE
    PRESENTANO PROBLEMI PER LINSERIMENTO AL LAVORO
    DI UN DISABILE
  • PATOLOGIE MUSCOLO-SCHELETRICHE
  • PATOLOGIE CARDIO-VASCOLARI
  • PATOLOGIE RESPIRATORIE
  • PATOLOGIE DI INTERESSE PSICHIATRICO E NEUROLOGICO
  • ANALISI DEI PROBLEMI INERENTI IL LAVORO CHE PIU
    FREQUENTEMENTE PRESENTANO DIFFICOLTA PER
    LINSERIMENTO AL LAVORO DI UN DISABILE
  • MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
  • MOVIMENTI RIPETITIVI DEGLI ARTI SUPERIORI
  • MICROCLIMA
  • ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI PERICOLOSI
  • LAVORO NOTTURNO
  • STRESS DA LAVORO

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Mantenimento della postazione eretta Praticamente
quasi tutte le mansioni esistenti in
unindustria, tessile o di altro comparto,
prevedono la necessità di mantenere la stazione
eretta costantemente per tutto il turno di
lavoro. La funzionalità dellapparato
muscolo-scheletrico degli arti inferiori e del
rachide deve essere pertanto sufficiente allo
scopo.
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Movimentazione manuale dei carichi Difficile
pensare che esista una mansione in unazienda che
non preveda lo spostamenti di oggetti più o meno
pesanti. Anche per leffettuazione della
movimentazione manuale è prevista una
funzionalità dellapparato muscolo-scheletrico
degli arti inferiori e del rachide, ed in questo
caso anche degli arti superiori, sufficiente allo
scopo.
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IL D.Lgs. 626/94 PONE LATTENZIONE DEL MEDICO E
DELLAZIENDA SUI RISCHI CONNESSI ALLA
MOVIMENTAZIONE MANUALE DI UN CARICO. LALLEGATO
VI DEL D.Lgs. 626 INTENDE RICAVARE QUALE
CONSIDERAZIONE ABBIA LAZIENDA SULLOPERAZIONE
DEL SOLLEVAMENTO E SU COME ESSO VENGA SVOLTO AL
SUO INTERNO, ED E PERTANTO UN GIUDIZIO PURAMENTE
SOGGETTIVO CHE DEVE VENIRE ESPRESSO. IL MODELLO
NIOSH E IN GRADO INVECE, IN MODO OGGETTIVO, DI
IDENTIFICARE QUALI SARANNO I RISCHI INERENTI
ALLOPERAZIONE DELLA MOVIMENTAZIONE MANUALE DI UN
CARICO E PERMETTE DI SELEZIONARE LE PERSONE
IDONEE ALLA MANSIONE E PUO INOLTRE SUGGERIRE
QUALI SARANNO I PROVVEDIMENTI DA ATTUARE.
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  • MOVIMENTAZIONE MANUALE DI UN CARICO
  • ALLEGATO VI del D.Lgs. 626/94
  • CARATTERISTICHE DEL CARICO
  • Il carico e troppo pesante (30 Kg)
  • E ingombrante o difficile da tenere
  • E in equilibrio instabile o il suo contenuto
    rischia di spostarsi
  • E collocato in una posizione tale per cui deve
    essere tenuto o maneggiato ad una certa distanza
    dal tronco o con una torsione o inclinazione del
    tronco
  • Puo, a motivo della struttura esterna e/o della
    consistenza, comportare lesioni per il
    lavoratore, in particolare in caso di urto

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  • MOVIMENTAZIONE MANUALE DI UN CARICO
  • ALLEGATO VI del D.Lgs. 626/94
  • SFORZO FISICO RICHIESTO
  • E eccessivo
  • Puo essere effettuato soltanto con movimento di
    torsione del tronco
  • Puo comportare un movimento brusco del carico
  • E compiuto con il corpo in posizione instabile

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  • MOVIMENTAZIONE MANUALE DI UN CARICO
  • ALLEGATO VI del D.Lgs. 626/94
  • CARATTERISTICHE DELLAMBIENTE DI LAVORO
  • Lo spazio libero, in particolare verticale, e
    insufficiente per lattivita richiesta
  • Il pavimento e ineguale, quindi presenta rischi
    di inciampo o di scivolamento per le scarpe
    calzate dal lavoratore
  • Il posto o lambiemte di lavoro non consentono al
    lavoratore la movimentazione manuale dei carichi
    a unaltezza di sicurezza o in buona posizione
  • Il pavimento o il piano di lavoro presenta
    dislivelli che implichino la manipolazione del
    carico a livelli diversi
  • Il pavimento o il punto di appoggio sono
    instabili
  • La temperatura, lumidità o la circolazione
    dellaria sono inadeguate

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  • MOVIMENTAZIONE MANUALE DI UN CARICO
  • ALLEGATO VI del D.Lgs. 626/94
  • ESIGENZE CONNESSE ALLATTIVITA
  • Lattività può comportare sforzi fisici che
    sollecitano particolarmente la colonna
    vertebrale, troppo frequenti o troppo prolungati
  • Lattività concede periodi di riposo o di
    recupero insufficienti
  • Lattività comporta distanze troppo grandi di
    sollevamento, di abbassamento o di trasporto
  • Lattività comporta un ritmo imposto da un
    processo che non puo essere modulato dal
    lavoratore

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  • MOVIMENTAZIONE MANUALE DI UN CARICO
  • ALLEGATO VI del D.Lgs. 626/94
  • FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO
  • Il lavoratore e idoneo fisicamente a svolgere il
    compito in questione
  • Gli indumenti, le calzature e gli altri effetti
    personali portati dal lavoratore sono adeguati
  • Il lavoratore e sufficientemente formato e
    informato sui rischi costituiti nello svolgere
    il compito in questione

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MOVIMENTAZIONE MANUALE DI UN CARICO MODELLO
NIOSH PER IL CALCOLO DEL LIMITE DEL PESO
RACCOMANDATO NEL SOLLEVAMENTO AGGIORNATO ALLA
NORMA EN 1005-2 (relativa a Prestazioni fisiche
umane)
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  • IL MODELLO NIOSH PER IL CALCOLO DEL PESO LIMITE
    RACCOMANDATO
  • TIENE INVECE CONTO DI VARIE CARATTERISTICHE
    INERENTI LE MODALITA CON CUI VIENE EFFETTUATO
    ILL SOLLEVAMENTO
  • COSTANTE DI PESO
  • ALTEZZA DA TERRA DELLE MANI ALLINIZIO DEL
    SOLLEVAMENTO (FATTORE ALTEZZA)
  • DISTANZA VERTICALE DI SPOSTAMENTO TRA INIZIO
    E FINE DEL SOLLEVAMENTO (FATTORE
    DISLOCAZIONE)
  • DISTANZA ORIZZONTALE TRA LE MANI E IL
    PUNTO DI MEZZO DELLE CAVIGLIE DISTANZA DEL
    PESO DAL CORPO (distanza massima raggiunta
    durante il sollevamento) (FATTORE ORIZZONTALE)
  • DISLOCAZIONE ANGOLARE DEL PESO (FATTORE
    ASIMMETRIA)
  • GIUDIZIO SULLA PRESA DEL CARICO (FATTORE PRESA)
  • LIMITAZIONE DELLO SPAZIO VERTICALE
  • LAVORO IN AMBIENTI CALDO-UMIDI
  • PRECISIONE DI COLLOCAZIONE DEL CARICO
  • FREQUENZA DEI GESTI IN RELAZIONE A DURATA
    espressa in atti al minuto (FATTORE FREQUENZA)
  • FATTORI AGGIUNTIVI (sollevamento con uno o due
    arti una o due persone
  • AD OGNUNA DI QUESTE CARATTERISTICHE VIENE
    ATTRIBUITO UN FATTORE DEMOLTIPLICATIVO CHE
    RAPPORTANDOSI AD UNA COSTANTE DI PESO LEGATA
    ALLETA ED AL SESSO DI CHI OPERA IL SOLLEVAMENTO
    PERMETTE LA DETERMINAZIONE DI UN PESO IDEALE ED
    IL CALCOLO DI UN INDICE DI SOLLEVAMENTO
  • PESO SOLLEVATO
  • I.S. (INDICE DI
    SOLLEVAMENTO)
  • PESO LIMITE RACCOMANDATO

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CRITERI DI VALUTAZIONE I.S. lt
0,85 intervallo di riferimento antecedente alla
NORMA EN 1005-2 I.S. lt 0,75 (fino a 0,75 forze
compressive esercitate sul disco intervertebrale
inferiori a 350 Kgr AREA DI SICUREZZA) SITUAZION
E ACCETTABILE gt NESSUN PROVVEDIMENTO 0,85 lt
I.S. lt 1,00 intervallo di riferimento antecedente
alla NORMA EN 1005-2 0,75 lt I.S. lt 1,25 (tra
0,75 e 1,25 forze compressive esercitate sul
disco intervertebrale tra 350 e 650 Kgr AREA DI
ATTENZIONE) ATTENZIONE gt ATTIVARE SORVEGLIANZA
SANITARIA controlli con periodicita al massimo
triennale, a seconda del giudizio medico -
formazione ed informazione del personale. I.S. gt
1,00 intervallo di riferimento antecedente alla
NORMA EN 1005-2 I.S. gt 1,25 (oltre 1,25 forze
compressive esercitate sul disco intervertebrale
maggiori di 650 Kgr AREA DI RISCHIO) RISCHIO
gt INTERVENTI DI PREVENZIONE necessitano
interventi di prevenzione immediati, dando la
prorita alle situazioni con indice piu elevato,
nel frattempo attivare la sorveglianza sanitaria
ravvicinata e avviare la formazione e
linformazione del personale. SONO PRESENTI
CONDIZIONI DI SOLLEVAMENTO PERICOLOSE QUANDO I.S.
E UGUALE O SUPERIORE A 3 NON VA ADIBITO A
MOVIMENTAZIONE MANUALE CON QUESTO INDICE NEMMENO
IL SOGGETTO PERFETTAMENTE SANO. PESI DI
RIFERIMENTO PER SOGGETTI IPERSUSCETTIBILI Giovani
ed anziani 15 Kgr - Donne in gravidanza 5 Kgr
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  • Pressocchè tutte le patologie che coinvolgono il
    rachide, indipendentemente dai meccanismi
    etiopatogenetici che le determinano, sono di
    nostro interesse, se non altro ai fini
    dellespressione di un giudizi di idoneità al
    lavoro.
  • Tuttavia è bene suddividere anche grossolanamente
    tali patologie in due diversi gruppi
  • Patologie non etiologicamente correlabili con
    lattività di lavoro (come patologie su base
    costituzionale, metabolica o genetica di tipo
    prevalentemente malformativo, ma che sono
    influenzate negativamente dal sovraccarico
    biomeccanico e che pertanto rappresentano una
    condizione di ipersuscettibilità nei soggetti che
    ne sono portatori.
  • Patologie ad etiologia multifattoriale nelle
    quali condizioni di sovraccarico biomeccanico
    lavorativo possono agire come cause primarie o
    secondarie rilevanti. Tali sono le forme che si
    incentrano su processi di degenerazione
    intervertebrale , come discopatie e protrusioni
    od ernie del disco, nonché le forme generiche
    acute come le lombalgie da sforzo.

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  • PATOLOGIE GRAVI (A CARICO DEL RACHIDE
    LOMBO-SACRALE)
  • ERNIA DISCALE
  • ERNIA DISCALE RIDOTTA CHIRURGICAMENTE
  • STENOSI DEL CANALE CON COMPROMISSIONE RADICOLARE
  • SPONDILOLISTESI DI 2 GRADO (SCIVOLAMENTO gt 25 )
  • SINDROME DI KLIPPEL-FEIL
  • SCOLIOSI IMPORTANTI
  • MORBO DI SCHEUERMANN CON DORSO CURVO STRUTTURATO
    DI CIRCA 40 CON PRESENZA DI DISCOPATIA NEL
    TRATTO LOMBARE
  • LESIONI DELLA STRUTTURA OSSEA E ARTICOLARE DI
    NATURA DISTRUTTIVA O NEOFORMATIVA (es.
    osteoporosi grave, angioma vertebrale, ecc.)
  • SPONDILITE ANCHILOSANTE
  • QUALSIASI ALTRA CAUSA DI INSTABILITA VERTEBRALE
    GRAVE
  • ESCLUDERE PERMANENTEMENTE
  • da lavori che comportino sollevamenti o
    spostamenti di carichi superiori a quelli
    indicati in figura (sollevabili dal 99,9 della
    popolazione sana). I sollevamenti consentiti
    devono essere occasionali con frequenza di
    sollevamento massima di 1 volta ogni 5 minuti per
    non più di 2 ore nel turno lavorativo.

27
SINDROME DI KLIPPEL-FEIL patologia malformativa
del rachide cervicale e del primo tratto dorsale
e talvolta anche lombare, dovuta alla fusione
delle vertebre e con alto indice di instabilità,
caratterizzata dalla presenza di scoliosi e
cifosi, associate spesso ad alterazioni renali e
sordità. MORBO DI SCHEUERMANN osteocondrosi
giovanile dovuta a distrofia epifisaria e
caratterizzata dalla presenza di marcata
ipercifosi (gt 40 ) a determinare un vero dorso
curvo strutturato con deformazione a cono delle
vertebre. SINDROME DI BAASTRUP la malattia è
caratterizzata da forte dolore lombare ai
movimenti di flesso-estensione e da una evidente
iperlordosi lombare formazione di
pseudoarticolazione tra le apofisi
spinose SPONDILOLISI difetto di saldatura
dellistmo dellarco vertebrale su base
malformativa che configura la predisposizione
alla spondilolistesi SPONDILOLISTESI
scivolamento vertebrale anteriore di una vertebra
su quella sottostante, porta a rapida
degenerazione del disco intervertebrale il grado
è determinato dalla percentuale di scivolamento
1 lt 24 - 2 lt 49 - 3 lt 74 - 4 gt
74 SPONDILITE ANCHILOSANTE malattia
infiammatoria cronica caratterizzata da dolore e
rigidità ed atteggiamento cifotico fa parte
delle malattie reumatiche.
28
Limitazione ai sollevamenti I.S. inferiore a
0,75 o comunque
inferiori a 9 Kgr (immagine tratta da DOSSIER
AMBIENTE)
29
  • PATOLOGIE DI MEDIA GRAVITA (A CARICO DEL RACHIDE
    LOMBO-SACRALE)
  • SCOLIOSI SIGNIFICATIVA
  • SINDROME DI BAASTRUP
  • MORBO DI SCHEUERMANN CON DORSO CURVO STRUTTURATO
  • SINDROME DI KLIPPEL-FEIL
  • SPONDILOLISTESI 1 GRADO
  • SPONDILOLISI
  • EMISACRALIZZAZIONE CON PSEURO-ARTICOLAZIONE
  • STENOSI DEL CANALE IN ASSENZA DI SEGNI
    NEUROLOGICI
  • DISCOPATIA LOMBARE GRAVE
  • INVERSIONE LORDOSI LOMBARE IN PRESENZA DI
    DISCOPATIA
  • INSTABILITA VETEBRALI LIEVI
  • ESCLUDERE PERMANENTEMENTE
  • da lavori che comportino sollevamenti o
    spostamenti di carichi superiori a quelli
    indicati in figura (sollevabili dal 99,9 della
    popolazione sana). Frequenza di sollevamento
    consigliata pari a 1 volta ogni 5 minuti per non
    più di 4 ore nel turno lavorativo non
    continuativa.

30
Limitazione ai sollevamenti I.S. inferiore a
0,75 o comunque
inferiore a 15 Kgr (immagine tratta da DOSSIER
AMBIENTE)
31
Il rischio da movimenti ripetuti degli arti
superiori Le patologie muscolo-scheletriche degli
arti superiori possono essere definite come
alterazioni delle unità muscolo-tendinee, dei
nervi periferici e del sistema vascolare.
Riconoscono nella loro etiologia sia cause
generiche, sia cause occupazionali. Possono
comunque essere aggravate o precipitate da
movimenti e sforzi ripetuti legati allattività
lavorativa svolta.
32
  • Affezioni muscolo-scheletriche dellarto
    superiore più frequenti
  • Tendinite della spalla o periartrite
    scapolo-omerale
  • Epicondilite e epitrocleite
  • Tendinite mano polso, s. di DeQuervain, dito a
    scatto
  • S. del tunnel carpale e altre sindromi
    canalicolari
  • S. dello stretto toracico
  • Borsiti e cisti tendinee
  • Artrosi

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  • Lavorazioni e comparti produttivi interessati al
    problema movimenti ripetuti degli arti superiori
  • Confezionamento
  • Macelleria
  • Maglieria
  • Industria meccanica
  • Addetti alle pulizie
  • Autotrasporto
  • Uso di forbici ed altri utensili
  • Uso del mouse e della tastiera

34
  • REINSERIMENTO LAVORATIVO DI SOGGETTI PORTATORI DI
    PATOLOGIE MUSCOLO-SCHELETRICHE DEGLI ARTI
    SUPERIORI
  • Il reinserimento lavorativo di soggetti affetti
    da patologie muscolo-scheletriche degli arti
    superiori rappresenta uno dei problemi più
    rilevanti in quei contesti di lavoro in cui sono
    molteplici i compiti comportanti un potenziale
    sovraccarico biomeccanico degli arti superiori.
  • CRITERI PER LINDIVIDUAZIONE DI COMPITI E POSTI
    DI LAVORO PER SOGGETTI PATOLOGICI
  • Formazione
  • Predisposizione di una lista di compiti e posti
    di lavoro potenzialmente adatti a soggetti
    patologici
  • Analisi e valutazione dei posti individuali
  • Predisposizione dei suggerimenti di modifica del
    posto di lavoro per linserimento dei soggetti
    portatori di patologia
  • Verifica della fattibiltà e dei tempi di
    attuazione dei provvedimenti di riprogettazione

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  • ESEMPIO criteri minimi per lidentificazione di
    un posto di lavoro per soggetto patologico
  • Frequenza di azione non superiore a 20
    azioni/minuto
  • Uso di forza minimale e comunque inferiore al 5
    della MCV scala di Borg
  • Assenza sostanziale di posture e movimenti che
    comportino elevato impegno delle principali
    articolazioni, soprattutto per larticolazione
    portatrice di patologia
  • Presenza, allinterno di ogni ora di lavoro, di
    un adeguato tempo di recupero
  • INDICI PER LA VALUTAZIONE DELLESPOSIZIONE A
    MOVIMENTI RIPETUTI tra i più usati
  • Scala di Borg
  • Indice O.C.R.A.

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E assolutamente pacifica, e banalmente evidente,
limportanza primaria e peculiare propria delle
patologie dellapparato cardiovascolare
nellambito del giudizio tecnico concernente la
validità psico-fisica e la capacità di lavoro di
un soggetto. Sebbene lo sviluppo tecnologico
degli ultimi anni abbia profondamente modificato
il mondo industriale, mutando radicalmente il
lavoro e le modalità di estrinsecazione delle
prestazioni lavorative, sebbene siano richiesti
soltanto per talune speciali e ben definite
attività il possesso e limpiego della forza
muscolare ed il ricorrere di atti di forza e di
sforzi molto ripetuti, tuttavia non vè alcun
dubbio che permane e permarrà ancora a lungo la
concezione clinica (e il correlato impegno
valutativo) secondo cui le condizioni
dellapparato cardiocircolatorio sono essenziali
per il giudizio tecnico sullo stato di salute del
soggetto e le patologie dello stesso apparato
costituiscono oggetto della valutazione
dellinvalidità del lavoratore.
37
  • LE INFERMITA CARDIOVASCOLARI SONO PARADIGMATICHE
    PER LA COMPLESSITA DELLAPPROCCIO
    CLINICO-VALUTATIVO NONSTANTE LUNIVERSALE
    ADOZIONE DELLA STADIAZIONE NYHA (classificazione
    funzionale definita dalla New York Heart
    Association)
  • I CLASSE la persona è portatrice di una malattia
    cardiaca che non influisce sulla sua attività
    fisica ordinaria
  • II CLASSE la malattia determina una lieve
    limitazione dellattività fisica ordinaria ed il
    soggetto può svolgere unattività fisica di lieve
    entità
  • III CLASSE la malattia determina una marcata
    limitazione di ogni attività fisica ed il
    soggetto può svolgere solo unattività fisica
    sedentaria
  • IV CLASSE il soggetto può presentare anche a
    riposo affaticamento, dispnea, palpitazioni,
    cianosi e dolore di tipo anginoso
  • AI FINI DI UNA CORRETTA VALUTAZIONE E PERO
    COMUNQUE NECESSARIO INQUADRARE COMPIUTAMENTE IL
    GRADO DI INVALIDITA RAPPORTANDOLO ALLIMPEGNO
    ERGOMETRICO, ALLUSURA ED OGNI ALTRO FATTORE
    CONOSCIUTO DELLATTIVITA LAVORATIVA.
  • NELLA VALUTAZIONE DI UNA CARDIOPATIA RISULTA
    IMPORTANTE LA MISURA DELLA CAPACITA DI
    ESERCIZIO E DELLA SOGLIA ISCHEMICA (COMPETENZA
    QUESTA DEL MEDICO COMPETENTE DELLAZIENDA CHE
    DOVRA POI ACCOGLIERE IL LAVORATORE DISABILE, CUI
    COMUNQUE SPETTA SEMPRE IL GIUDIZIO FINALE).

38
  • SOGLIA ISCHEMICA
  • LA SOGLIA ISCHEMICA CORRISPONDE AL LIVELLO DI
    SFORZO AL QUALE COMPARE ISCHEMIA MIOCARDICA
    DURANTE UNO STRESS-TEST.
  • LA COMPARSA DI ISCHEMIA AD ALTO CARICO E
    INDICATIVA DI
  • UNA RISERVA CORONARICA SUFFICIENTE PER SFORZI
    SUB-MASSIMALI
  • UNA CORONAROPATIA LIEVE
  • DI UNA PROGNOSI FAVOREVOLE
  • ALLOPPOSTO DI UNA FORMA RIVELATASI A BASSO
    CARICO CARATTERIZZATA DA
  • UNA RISERVA CORONARICA ADEGUATA SOLO A SFORZI DI
    LIEVE ENTITA
  • UNARTERIOSCLEROSI CORONARICA SEVERA
  • UNA PROGNOSI SFAVOLREVOLE

39
IMPEGNO ERGONOMICO LIMPEGNO ERGONOMICO PRIVO DI
RISCHIO DEVE ESSERE INDIVIDUATO SULLA BASE DELLA
PRESTAZIONE AL TEST DA SFORZO AD UN LIVELLO PARI
A QUELLO DELLATTIVITA LAVORATIVA CONFACENTE AL
SOGGETTO. AI FINI DEL GIUDIZIO E PERTANTO
DETERMINANTE LA STIMA DEL REALE IMPEGNO
ERGONOMICO CONNESSO ALLATTIVITADI LAVORO
40
  • PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI
  • ANGINA
  • RIVASCOLARIZZAZIONE MIOCARDICA TRAMITE
    ANGIOPLASTICA CORONARICA
  • ARITMIE VASCOLARI
  • CARDIOPATIA IPERTENSIVA
  • INSUFFICIENZA VALVOLARE
  • CARDIOMIOPATIA IPERTROFICA
  • TRAPIANTO CARDIACO
  • ANEURISMA AORTICO
  • ALTRE PATOLOGIE VASCOLARI
  • ISCHEMIA CRONICA DEGLI ARTI INFERIORI
  • CEREBROPATIA ISCHEMICA

41
Un rischio per la salute è connesso anche alla
permanenza di un soggetto affetto da cardiopatia
vascolare o meno ma di rilievo in un ambiente
caratterizzato da sfavorevoli condizioni
microclimatiche, in particolare si pensi livelli
di temperatura elevati, specialmente se uniti ad
un tasso di umidità anchesso elevato, o a
livelli di temperatura eccessivamente
bassi. Considerazioni analoghe si possono fare
anche per altre patologie vascolari che tutte, in
genere, risentono in modo negativo dei disagi
legati a condizioni di microclima sfavorevole.
42
  • IL MICROCLIMA
  • IL BILANCIO TERMICO
  • IL BENESSERE TERMICO
  • PARAMETRI AMBIENTALI
  • MECCANISMI TERMOREGOLATORI

43
IL BILANCIO TERMICO Luomo è avvolto per tutta
la sua superficie corporea ed in ogni sua
attività da una coltre daria in mezzo alla quale
vive, respira e vegeta, compiendo con essa
continui adattamenti ed interscambi, in modo da
mantenere costante la sua temperatura corporea, a
prescindere dai frequenti o anche repentini
mutamenti dei diversi fattori climatici e
microclimatici, ovvero dalla sua più o meno
intensa attività lavorativa. Lintimo contatto
con laria ambiente che si verifica su tutta la
superficie cutanea e sulle vie respiratorie (a
mezzo della circolazione dei distretti cutanei e
della ventilazione polmonare) permette di
compensare attraverso i meccanismi
termoregolatori dellorganismo umano le eventuali
variazioni dellazione strettamente congiunta dei
fattori individuali (quale può essere il grado di
lavoro svolto) e dei fattori fisici
dellambiente di lavoro (temperatura, umidità e
ventilazione) senza compromettere la sensazione
di benessere termico dellindividuo. Lomeotermia
del nucleo centrale a 36,7 è necessaria
allorganismo umano per ul regolare svolgimento
delle reazioni biochimiche. Lorganismo perciò è
fornito di validi sistemi (meccanismi
termoregolatori calore metabolico e
termodispersione) atti a mantenere lomeotermia
44
IL BENESSERE TERMICO E una sensazione
soggettiva legata fondamentalmente allo sforzo
maggiore o minore imposto al sistema
termoregolatore per la conservazione
dellequilibrio termico ed è in stretto rapporto
con lattività metabolica del soggetto a seconda
che egli si trovi in stato di riposo o di lavoro.
Esso di fatto esprime la soddisfazione per le
condizioni microclimatiche e corrisponde alla
neutralità termica dellorganismo. Al contrario
il disagio o disconfort indica linsoddisfazione
per le condizioni microclimatiche che sarà tanto
maggiore quanto più saranno impegnati i
meccanismi di termoregolazione. Permettere ai
lavoratori, specialmente se portatori di
condizioni patologiche che li rendano
ipersuscettibili, di operare in condizioni di
confort termico equivale a prevenire danni alla
loro salute. Una review di pubblicazioni
scientifiche mostra che le capacità
neuromuscolari e cognitive sono alterate mano a
mano che ci si allontana dalla neutralità
termica e le alterazioni sono più rapide se la
temperatura varia verso il caldo piuttosto che
versi il freddo.
45
MECCANISMI TERMOREGOLATORI PRODUZIONE DI
CALORE La principale sorgente di calore per
lorganismo umano è rappresentata dai processi
ossidativi delle sostanze alimentari (calore
metabolico). A seconda del grado di attività
fisica si distingue un calore metabolico basale
che corrisponde alla condizione di riposo ed un
calore metabolico energetico che corrisponde alla
condizione di attività fisica. PERDITA DI
CALORE E determinata quasi esclusivamente da
due fattori La rapidità con la quale il calore è
trasportato dal nucleo centrale alla cute
(vasodilatazione e frequenza cardiaca). La
rapidità con la ,quale il calore può essere
dissipato dalla cute allambiente circostante
(irraggiamento, conduzione, convenzione ed
evaporazione)
46
In considerazione di quanto peso possano avere le
caratteristiche personali dei lavoratori nel
determinare la risposta dellorganismo alle varie
condizioni di stress termico si rivela
fondamentale la necessità di una valutazione del
rischio espositivo e di una valutazione della
condizione individuale di suscettibilità e
resistenza allo stress termico Indicazioni in
merito alla valutazione di disabilità e di
ipersuscettibilità in esposizione a clima
caldo-umido o a basse temperature sono nelle
norme UNI EN ISO 9886-2004, ISO 12894, ISO 7243
e nel protocollo SIMLII 1978. In relazione ad
attività gravosa in stress termico, tra le
patologie più rilevanti, seppur non
necessariamente causa di non idoneità assoluta,
oltre alle malattie cardio-vascolari erano ivi
riportate anche una significativa riduzione della
funzione polmonare, alcune patologie
gastro-enteriche o nefropatie croniche,
metaboliche o psichiche, labuso di alcoolici.
Tra le patologie meno rilevanti invece, oltre
alletà superiore ai 40 anni, il sovrappeso. Per
esposizioni a basse temperature erano indicate le
seguenti patologie rilevanti patologie
cardio-vascolari e respiratorie, disturbi del
circolo periferico, lem oglobinuria parossistica
da freddo, la crioglobulinemia elorticaria da
freddo.
47
Un rischio evidente esiste per chi sia affetto
da patologia dellapparato respiratorio, in
quanto tale situazione sicuramente ne
controindica lesposizione, oltre che a
microclima sfavorevole, anche allinalazione di
vapori acidi o di altre sostanze irritanti
(etichettatura R20-nocivo per inalazione,
R23-tossico per inalazione, R26-molto tossico per
inalazione, R37-irritante per le vie
respiratorie, R42-può provocare sensibilizzazione
per inalazione, R49-può provocare il cancro per
inalazione). Anche un tasso elevato di
polverosità ambientale può essere controindicato
per tale patologia, in particolare per certi tipi
di fibre (per esempio quelle vegetali) o per
polveri di granulometria piuttosto ridotta, e
quindi capaci di penetrare in profondità
nellalbero respiratorio.
48
  • PATOLOGIE DELLAPPARATO RESPIRATORIO
  • ASMA BRONCHIALE
  • ASMA BRONCHIALE CRONICO
  • B.P.C.O. (BRONCO PNEUMO PATIA CRONICA OSTRUTTIVA)
  • IPERSUSCETTIBILITA BRONCHIALE ASPECIFICA
  • ENFISEMA
  • FIBROSI POLMONARI
  • TABAGISMO
  • altro

49
  • ESEMPI DI SOSTANZE IRRITANTI BRONCO-POLMONARI
  • ISOCIANATI
  • ACIDI ORGANICI ED INORGANICI ac. Solforico, ac.
    Solfidrico, ac. Foforico, ac. Ossalico, ecc.
  • ALCALI E LORO SALI Ammoniaca, Idrossido di Sodio
    e di Potassio, ecc.
  • ALDEIDI EALCOLI Acroleina, Aldeide Formica,
    Alcol Furfurilico, ecc.
  • ALOGENO-DERIVATI Cloro e ac. Cloridrico, Bromo e
    ac. Bromidrico, ecc.
  • AMINE ALIFATICHE Idrazina, ecc.
  • CIANODERIVATI Acrilonitrile, ecc.
  • METALLI E LORO SALI Argento, Berillio, Cadmio,
    Cromo, Ferro, Vanadio, Rame, Selenio, Stagno,
    ecc.
  • OSSIDI DI AZOTO sono numerosi, indicati ingenere
    come gas nitrosi, sono inquinanti ambientali ed
    industriali.
  • PEROSSIDI Ozono, ecc.
  • TERPENI E RESINE NATURALI Colofonia, ecc.

50
  • POLVERI
  • LE PARTICELLE, SOLIDE E LIQUIDE, AERODISPERSE CHE
    SI AFFACCIANO ALLINGRESSO DELLE VIE RESPIRATORIE
    POSSONO ESSERE INALATE (FRAZIONE INALATORIA).
  • DEFINIREMO COME PERICOLOSE PER LA SALUTE SOLO
    QUELLE CHE, PER LA LORO PICCOLA GRANULOMETRIA,
    POSSONO GIUNGERE SINO AL COMPARTO ALVEOLARE
    (FRAZIONE RESPIRATORIA).

51
  • POLVERI DANNOSE PER LA SALUTE
  • SILICE LIBERA CRISTALLINA
  • SILICATI (silicati di alluminio, talco, mica,
    caolino e altre argille, ecc.)
  • CARBONE
  • ASBESTO
  • POLVERI INERTI (ferro, stagno, bario, terre rare,
    cemento, marmo, ecc.)
  • METALLI DURI
  • BERILLIO
  • DERIVATI DERMICI
  • FARINE E POLVERI VEGETALI

52
ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI PERICOLOSI DECRETO
LEGISLATIVO N.626/94 TITOLO VII-bis PROTEZIONE DA
AGENTI CHIMICI secondo le LINEE GUIDA del
Coordinamento Tecnico per la Sicurezza nei Luoghi
di Lavoro delle Regioni e delle Province
Autonome RISULTA UTILISSIMO IL PROCEDIMENTO DI
ANALISI PROPOSTO CHE PUO ESSERE SINTETIZZATO
COME SEGUE
53
(No Transcript)
54
STATO PSICHICO STRESS DA LAVORO
55
STATO PSICHICO La manipolazione di sostanze
chimiche, in particolare di quelle ad azione
caustica o comunque di sostanze ad azione
irritante, o di acqua bollente, necessita che il
soggetto adibito a tale mansione debba essere in
condizioni psichiche tali da essere sempre
cosciente e presente allambiente circostante.
Tale attenzione è necessaria anche per
leventuale utilizzo del paranco e per la
conduzione di macchinari robotizzati che
prevedano una sequenza prestabilita di operazioni
e tempi di svolgimento delle stesse. Il
lavoratore che per il suo stato psichico non
fosse nelle condizioni di integrità accennate, si
dimostrerebbe pericoloso sia per sè stesso che
per gli altri lavoratori. (Non si fa cenno al
pericolo di essere catturati da organi meccanici
in movimento, in quanto si presume lazienda tipo
abbia provveduto alla loro incarcerazione, come
previsto dalle normative vigenti).
56
STRESS DA LAVORO Negli ultimi anni il progresso,
lacquisizione di nuove tecnologie, le modifiche
portate allorganizzazione del lavoro come la
maggior flessibilità hanno determinato la
crescente esigenza di sviluppare interventi e
modalità di lavoro diversi dal passato e
caratterizzati da più ampia disponibilità,
maggiore specializzazione, spesso accelerazione
degli impegni anche in relazione a studi, nuove
tecnologie utilizzate, aggiornamenti, percorsi,
sedi di lavoro, associati impegni familiari e
sociali. Il sovraccarico di nuove richieste così
determinato è stato ed è causa di fenomeni che
definiamo con il concetto di stress e che hanno
sempre più crescente importanza nella valutazione
delle condizioni di benessere. Negli ultimi 10
anni, lo stress collegato al lavoro è diventato
una delle maggiori preoccupazione per gli
imprenditori che ne subiscono i costi e per tutti
i cultori della prevenzione. Gli studi effettuati
dalla Fondazione Europea tra il 1996 ed il 2000
hanno evidenziato come almeno il 28 dei
lavoratori abbia in quegli anni denunciato
sintomi collegati allo stress. Altre indagini
hanno segnalato come almeno il 50-60 delle
giornate persia sia riconducibile allo stress da
lavoro. Secondo ulteriori indagini effettuate
negli U.S.A. e riportate dal N.I.O.S.H. dal 26-29
al 40 dei lavoratori avrebbe segnalato di
essere molto o estremamente stressato a causa del
proprio lavoro.
57
LO STRESS DA LAVORO PUO ESSERE DEFINITO COME un
insieme di reazioni emotive, cognitive,
comportamentali e fisiologiche collegate ad
aspetti negativi e nocivi del contenuto,
dellorganizzazione e del luogo di lavoro o
secondo unaltra definizione come la risposta non
specifica dellorganismo davanti a qualsiasi
sollecitazione si presenti, innestando una
normale reazione di adattamento che può arrivare
ad essere patologica in situazioni estreme
58
Rischi psico-sociali I rischi psico-sociali ai
quali può essere correlato lo stress possono
essere definiti in sostanza come gli aspetti
della concezione dellorganizzazione e della
gestione del lavoro che, come il contesto sociale
ed ambientale, possono provocare disturbi
psicologici o fisici. Se consideriamo lesistenza
di condizioni di predisposizione individuale ed
il fatto che nella nostra vita quotidiana e di
relazione possiamo essere sempre esposti in
continuità a stressors risulta evidente come il
soggetto portatore di disturbi di ordine
psichiatrico sia particolarmente esposto a
sviluppare vere e proprie condizioni di
inadeguata soddisfazione e benessere lavorativo
che portano inevitabilmente a sviluppare sintomi
dovuti allo stress da lavoro.
59
Rapporto tra mobbing e stress occupazionale
Occorre fare molta attenzione a non confondere il
mobbing con lo stress ed è necessario tracciare
una netta distinzione, un specie di linea di
confine da non valicare mai, tra loro. Sono
due entità da tenere decisamente distinte ma il
rapporto tra esse è tuttavia estremamente
complesso nel senso che se è vero che il mobbing
può essere causa di stress è anche vero che lo
stress (derivante da impegni gravosi, da
superlavoro, da cattiva distribuzione dei
compiti, da cattiva organizzazione del lavoro e
da fattori relazionali) in determinate occasioni
può a sua volta essere causa di mobbing. Va
tenuto presente comunque che il mobbing non è nè
una sindrome ansioso-depressiva, nè uno stress
occupazionale, nè tantomeno un disadattamento
lavorativo. Tutte e tre queste condizioni possono
essere conseguenza di una situazione di mobbing,
come possono essere conseguenza, allo stesso
modo, di altri problemi di lavoro, organizzativi
o relazionali, come la disorganizzazione del
lavoro, le mancanze ergonomiche, leccessivo
carico di lavoro, lo stress, le difficoltà nei
rapporti interpersonali, ecc. Così come anche
la sindrome da affaticamento cronico ed i
bournout (definito come una condizione di
esaurimento emotivo, di depersonalizzazione, di
ritirata psicologica dal lavoro in risposta ad un
eccessivo stress) possono essere a tutti gli
effetti conseguenze di mobbing. Attenzione
quindi a non confondere la causa con leffetto.
Importante, anzi iportantissima, è la mancanza
di finalità in caso di stress, cito parte della
definizione di mobbing la finalità o la
conseguenza del mobbing è lestromissione del
lavoratore dal posto di lavoro.
60
LAVORO NOTTURNO - (D.L. 532/99) Larticolo 5 del
D.Lgs. 532/99 prevede che i lavoratori notturni
devono essere sottoposti a cura e spese del
datore di lavoro, per il tramite del medico
competente omissis a) ad accertamenti
preventivi volti a constatare lassenza di
controindicazioni al lavoro notturno a cui sono
adibiti b) ad accertamenti periodici almeno ogni
due anni per il controllare il loro stato di
salute c) ad accertamenti in caso di evidenti
condizioni di salute incompatibili con il lavoro
notturno.
61
  • CONFERIMENTO DELLIDONEITA AL LAVORO NOTTURNO
  • malattie cardiache, come insufficienza coronarica
    o cardiaca, con funzione cardiaca alterata o da
    ipertensione arteriosa grave
  • malattie del tratto gastroenterico, come cirrosi
    epatica, colite ulcerosa o morbo di Chron
  • malattie del sistema nervoso centrale, come
    epilessia, malattie cerebrali con sequele o
    malattie che richiedano terapia importante a base
    di psicofarmaci e sonniferi.
  • Essere dedito alluso di sostanze stupefacenti o
    affetto da etilismo.
  • malattie endocrine, come diabete
    insulino-dipendente, tireotossicosi o patologie
    della surrene
  • malattie respiratorie, come asma bronchiale grave
    o bronco-pneumo-patia cronica ostruttiva in fase
    di riacutizzazione
  • essere sottoposto a dialisi
  • essere sottoposto a chemioterapia o radioterapia
  • essere al momento attuale in stato di gravidanza
    (per le lavoratrici in età fertile)

62
CONDIZIONI UDITIVE Viene inoltre sempre richiesta
a qualsiasi soggetto (abile o disabile) che
presti la propria opera in unazienda una
condizione delludito tale da permettergli non
solo di rendersi conto di quanto sta accadendo
attorno a lui (come per esempio il transito di un
carrello elevatore) ma anche di avvertire il
rumore del macchinario al quale è stato adibito,
al fine di cogliere anomalie di funzionamento
tali da poter determinare un danno al macchinario
stesso, nei casi più gravi, ma anche un danno al
tessuto lavorato.
63
  • CONDIZIONI VISIVE
  • Unultima considerazione, sempre di carattere
    generale, va fatta per chi sia affetto da deficit
    visivo importante, in quanto potrebbe risultare
    difficile, se non addirittura impossibile,
  • la sua mobilità allinterno di una azienda (che
    comunque presenta rischi di varia natura dal
    semplice inciampamento fino alla possibilità di
    collisione contro ostacoli vari)
  • lutilizzo di macchinari comandati da tastiere o
    pulsantiere.

64
  • D.P.I. Dispositivi di protezione individuale
  • IDONEITA DEI D.P.I. dispositivi di protezione
    individuale,
  • le normative principali possono essere riassunte
    dai
  • D.L. 475/92 requisiti dei D.P.I.
  • D.L. 626/94 uso dei D.P.I. (in particolare Titolo
    IV uso dei dispositivi di protezione
    individuale, artt. 40-41-42-43-44-45-46)
  • D.M. 02/maggio/2001 individuazione e uso dei
    D.P.I.

65
D.P.I. Dispositivi di protezione
individuale CORRETTO USO DEI D.P.I. (tra gli
obblighi del datore di lavoro elencati nellart.
43 comma 4 lettera g del Titolo IV del D.L.
626/94 assicura una formazione adeguata e
organizza, se necessario, uno specifico
addestramento circa luso corretto e lutilizzo
dei D.P.I., in particolare vige lobbligo
delladdestramento per i D.P.I. di terza
categoria, dispositivi complessi, e per quelli
destinati a proteggere ludito) ecc.
Laccettabilità e lutilizzo dei D.P.I. da parte
dei lavoratori sono strettamente legati
allefficacia dei metodi impiegati durante le
fasi di informazione, formazione e addestramento
attuate dal datore di lavoro.
66
D.P.I. Dispositivi di protezione
individuale POSSIBILITA DELLUTILIZZO DEI
D.P.I. Va da se che le condizioni psico-fisiche
del soggetto considerato devono necessariamente
essere tali da permettere un corretto
indossamento, e conseguentemente un corretto uso,
dei D.P.I. (dispositivi di protezione
individuale) come previsto dalle normative
vigenti. Limpossibilità alluso di uno di tali
dispositivi, se ritenuto necessario in base
allanalisi dei rischi effettuata dallazienda,
prevede la non idoneità alla mansione specifica e
quindi limpossibilità di essere adibiti alla
lavorazione in esame. Lidoneità alla mansione
specifica viene determinata da tutta una serie di
fatto di fattori, non ultimo dei quali è appunto
la POSSIBILITA DELLUTILIZZO DEI D.P.I.
67
IL REQUISITO DELLA PERMANENZA, QUALE STATO
SOMATO-PSCICHICO DUREVOLE SENZA PREVISIONE DI
CAMBIAMENTO A BREVE SCADENZA E IL MECCANISMO
DELLA RIVEDIBILITA ALCUNE PATOLOGIE, BENCHEA
BREVE SCADENZA NON PRESENTINO GENERALMENTE
VARIAZIONI SIGNIFICATIVE SUL PIANO CLINICO TALI
DA DETERMINARE VARIAZIONI DEL GRADO DI
INVALIDITA, IN TEMPI PIU LUNGHI, POSSONO INVECE
PRESENTARE SOSTANZIALI MUTAMENTI, SIA IN SENSO
POSITIVO, GRAZIE ALLA LORO EMENDABILITA
TERAPEUTICA, CHE IN SENSO NEGATIVO, PER LA LORO
NATURALE EVOLUZIONE, TALI DA DETERMINARE, AI
GRADI ESTREMI DI VARIABILITA, UNA CONDIZIONE DI
INABILITA ASSOLUTA A QUALSIASI LAVORO O, AL
CONTRARIO, LA PERDITA DELLO STATO DI INVALIDITA
IN QUANTO LINCIDENZA FUNZIONALE SULLA CAPACITA
LAVORATIVA NON RAGGIUNGE PIU LA MISURA RICHIESTA
DAL DISPOSTO LEGISLATIVO
68
  • Il meccanismo della rivedibilità appare molto più
    chiaro sia nella disciplina I.N.P.S. che in
    quella I.N.A.I.L. in quanto, in questi casi, il
    soggetto viene regolarmente richiamato a visita
    periodica per la conferma del grado di invalidità
    precedentemente riconosciuto.
  • E tipico lesempio fornito da una parte
  • dalla malattia neoplastica dopo il trattamento
    chemioterapico coronato da successo terapeutico
  • dal post-infarto
  • Dallaltra
  • dalle cardiopatie che progrediscono nella
    stadiazione NYHA
  • del diabete che progredisca verso una forma
    insulino-dipendente comoplicata
  • nellevoluzione sempre purtroppo peggiorativa
    della sclerosi multipla

69
  • DECRETO MINISTERIALE 5/febbraio/1992
  • APPROVAZIONE DELLA NUOVA TABELLA INDICATIVA DELLE
    PERCENTUALI DINVALIDITà PER LE MINORAZIONI E
    MALATTIE INVALIDANTI
  • TABELLA DELLE PERCENTUALI DI INVALIDITA ORDINATA
    PER APPARATI
  • DIABETE MELLITO TIPO 1 O 2 CON COMPLICANZE
    MICRO-MACROANGIOPATICHE CON MANIFESTAZIONI
    CLINICHE DI MEDIO GRADO (CLASSE III)
    Percentuale di
    invalidità min 41 - max 50
  • DIABETE MELLITO INSULINO-DIPENDENTE CON MEDIOCRE
    CONTROLLO METABOLICO E IPERLIPEMIA O CON CRISI
    IPOGLICEMICHE FREQUENTI NONOSTANTE TERAPIA
    (CLASSE III)


    Percentuale di invalidità min 51 - max 60
  • DIABETE MELLITO COMPLICATO DA GRAVE NEFROPATIA
    E/O RETINOPATIA PROLIFERATIVA, MACULOPATIA,
    EMORRAGIE VITREALI E/O ARTERIOPATIA OSTRUTTIVA
    /CLASSE IV)

    Percentuale di invalidità min 91 -
    max 100
  • (Noterete, curiosamente, che manca una patologia
    che comprenda lintervallo tra 61 e 90)

70
  • DECRETO MINISTERIALE 5/febbraio/1992
  • APPROVAZIONE DELLA NUOVA TABELLA INDICATIVA DELLE
    PERCENTUALI DINVALIDITà PER LE MINORAZIONI E
    MALATTIE INVALIDANTI
  • TABELLA DELLE PERCENTUALI DI INVALIDITA ORDINATA
    PER APPARATI
  • NEOPLASIE A PROGNOSI FAVOREVOLE CON MODESTA
    COMPROMISSIONE FUNZIONALE


    Percentuale di invalidità fissa 11
  • NEOPLASIE A PROGNOSI FAVOREVOLE CON GRAVE
    COMPROMISSIONE FUNZIONALE


    Percentuale di invalidità fissa 70
  • NEOPLASIE A PROGNOSI INFAUSTA O PROBABILMENTE
    SFAVOREVOLE NONOSTANTE LASPORTAZIONE CHIRURGICA


    Percentuale di invalidità fissa 100

71
  • DECRETO MINISTERIALE 5/febbraio/1992
  • APPROVAZIONE DELLA NUOVA TABELLA INDICATIVA DELLE
    PERCENTUALI DINVALIDITà PER LE MINORAZIONI E
    MALATTIE INVALIDANTI
  • TABELLA DELLE PERCENTUALI DI INVALIDITA ORDINATA
    PER APPARATI
  • SINDROME DEPRESSIVA ENDOGENA LIEVE

    Percentuale di invalidità fissa 30
  • SINDROME DEPRESSIVA ENDOGENA MEDIA

    Percentuale di invalidità min 41 -
    max 50
  • SINDROME DEPRESSIVA ENDOGENA GRAVE

    Percentuale di invalidità min 71 -
    max 80

72
  • DA QUANTO SINO AD ORA ESPOSTO EMERGE QUINDI LA
    NECESSITA DI ACQUISIRE QUANTE PIU POSSIBILE
    NUMEROSE INFORMAZIONI RIGUARDANTI
  • LA MENOMAZIONE DEL SOGGETTO DISABILE (DIAGNOSI
    CLINICA CERTA ED ACCURATA)
  • LA VALUTAZIONE DEI RISCHI CUI SARA ESPOSTO IL
    SOGGETTO PER LO SVOLGIMENTO DELLA PROPRIA
    MANSIONE IN AZIENDA (INQUADRAMENTO DELLA
    MENOMAZIONE RAPPORTANDOLA ALLATTIVITA
    LAVORATIVA) )))
  • DEVE QUINDI ESSERE APPRONTATA UNA IDONEA
    CHECK-LIST CHE RACCOLGA TUTTE LE INFORMAZIONI
    NECESSARIE

73
CHECK-LIST UNA CORRETTA INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI
CONNESSI ALLA MANSIONE DA SVOLGERE ALLINTERNO
DELLAZIENDA SI PUO RICAVARE SOLO DA UNA ATTENTA
LETTURA DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI,
OBBLIGATORIAMENTE REDATTA DAL DATORE DI LAVORO AI
SENSI DEL D.Lgs. 626/94 SAREBBE COMUNQUE UTILE
POTER PREDISPORRE UNA CHECK-LIST DA SOTTOPORRE
ALLAZIENDA IN PREVISIONE DELLIMMISSIONE AL
LAVORO DI UN SOGGETTO DISABILE RESTA COMUNQUE
INSOSTITUIBILE IL GIUDIZIO FINALE DEL MEDICO
COMPETENTE DELLAZIENDA CIRCA LIDONEITA DEL
DISABILE A SVOLGERE LA MANSIONE DETERMINTA
74
Proposta di una CHECK-LIST La raccolta delle
notizie, al di là delle veste grafica, deve
comprendere, oltre allindicazione di mansione e
reparto, notizie relative a tutti i rischi cui
sarà sottoposto il lavoratore disabile, sia
generici (legati alla semplice presenza del
lavoratore in azienda) che specifici (legati allo
svolgimento della mansione specifica).
75
  • Rischi generici
  • 1- Rischi relativi allambiente di lavoro
  • Condizioni microclimatiche eccessivo calore o
    freddo, umidità, ricambio daria, presenza di
    mezzi di condizionamento della temperatura ed
    umidità, ecc.
  • Struttura dellazienda presenza di barriere
    architettoniche, fatiscenza delle strutture
    murarie, idoneità dei servizi, disponibilità di
    ambienti di ristoro, ecc.
  • 2 - Rischi legati ai ritmi di lavoro
  • Lavoro straordinario
  • Lavoro notturno
  • Lavoro atipico
  • Cottimo
  • Catena di montaggio
  • ecc.
  • 3 - Rischi relativi al percorso casa-lavoro
  • Viabilità
  • Mezzo proprio
  • Disponibilità di mezzo pubblico, in relazione
    anche allorario di lavoro

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  • Rischi specifici
  • Rischi relativi allesposizione al rumore
    (D-Lgs.277/91) calcolo del LEP-D
  • Rischi relativi alla movimentazione manuale
    calcolo dellIndice di Sollevamento (modello
    NIOSH)
  • Rischi relativi alla necessita di compiere
    movimenti ripetuti degli arti superiori (modello
    OCRA)
  • Rischi connessi allesposizione a polveri
    misurazione dellesposizione professionale
  • Rischi connessi allesposizione a sostanze
    chimiche pericolose misurazione dellesposizione
    professionale
  • Rischi connessi alla possibile esposizione ad
    agenti cancerogeni o mutageni
  • Rischi connessi allesposizione ad agenti
    biologici
  • Rischi connessi allesecuzione di lavori in
    altezza e/o in precarie condizioni di equilibrio
  • Rischi connessi allutilizzo di strumenti
    vibranti
  • Rischi connessi allesposizione a campi
    elettromagnetici
  • Rischi connessi allesposizione a strumenti
    muniti di videoterminale

77
LA CHECK-LIST deve inoltre individuare altre
caratteristiche di svolgimento del lavoro delle
quali tener conto e che siano adattabili al
soggetto disabile, quali per esempio la
necessità di relazionarsi con i colleghi ed i
superiori o con il pubblico, lavorare in squadra,
ecc. Più ogni altra notizia che interessi
specificatamente il vostro lavoro che al medico
del lavoro può non apparire evidente numero
dipendenti, referente aziendale, motivo della
richiesta, titolo di studio richiesto, qualifica
richiesta, precedenti esperienze lavorative,
percorso formativo, ecc. e necessariamente i dati
anagrafici dellazienda
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