Title: STUDIO DI
1- STUDIO DI
- STAR FORMATION HISTORY
- DA
- SPETTRI COSMICI
- Martinelli Federica
- Seminario finale per il corso di
- COSMOLOGIA OSSERVATIVA
- Prof. Guido Chincarini
2SFR e IMF
- Per tasso di formazione stellare (Star Formation
Rate) si intende il numero di stelle
nell'intervallo di massa M,MdM formatesi
nellunità di tempo - Il SFR è legato ad un elevato numero di parametri
fisici, nonché a fenomeni di ambiente. In
particolare, dipende dalla distribuzione iniziale
in massa delle stelle, o initial mass function
(IMF) - Le forme più utilizzate di IMF sono state
proposte da Salpeter (1955) e Scalo (1979) e
riproducono una semplice legge di potenza in
funzione della massa per valori superiori ad una
massa solare.
3Star Formation History e cosmologia
- Lo studio dellevoluzione temporale del SFR o
Star Formation History (SFH) rientra in un
progetto più ambizioso di comprensione di
meccanismi e tempi scala di formazione ed
evoluzione delle galassie. - Il metodo piu' diretto per studiare tali processi
consisterebbe nell'osservazione di oggetti
giovani ad alto redshift , ma si rendono
necessarie strumentazioni sempre piu'
sofisticate. - Un'alternativa e' offerta dall'analisi delle
galassie vicine evolute, valida nell'ipotesi che
gli oggetti mantengano memoria del loro passato. - Attualmente, i modelli più dibattuti di
evoluzione delle strutture sono due - - MONOLITICO o closed box prevede la
formazione contemporanea di strutture dal
collasso di fluttuazioni primordiali su diversa
scala le galassie risultano in questo caso come
entità isolate (Sandage 1986). - - GERARCHICO prevede formazione da fluttuazioni
primordiali di sole galassie dwarf strutture
massive rappresentano il frutto di merging
successivi di oggetti su scala inferiore (Cole
et al. 1994).
4Modello monolitico e SF
- Le protogalassie, soggette a collasso
gravitazionale e frammentazione, formano prima
nubi di Idrogeno molecolare e successivamente
stelle. La riserva di gas viene progressivamente
trasformata in stelle e inquinata da metalli
pesanti e polvere sintetizzati dalle esplosioni
di supernova. Il processo prosegue fino al
completo esaurimento del combustibile.
Gavazzi et al.. , 2002
E' prevista una SF continua nel tempo,
caratterizzata da un burst inziale e un
decadimento diverso in funzione del tipo
morfologico (Sandage ,1986) molto rapido per le
ellittiche, in cui l'attivita' e' praticamente
cessata, e sempre piu' graduale proseguendo lungo
la sequenza di Hubble, fino alle spirali late
con SF attuale superiore a quella passata.
5Sandage (1986)
- In grafico sono riportate le curve previste da
Sandage (1986) per levoluzione della SF in
funzione del tipo morfologico.
6Modello gerarchico e SF
- La formazione di oggetti morfologicamente
differenti si giustifica con la seguente
distinzione tra - - Major Merging eventi rari di collasso di
strutture di massa simile producono galassie
ellittiche e spirali early, con componente di
bulge dominante.
- Minor Merging eventi più frequenti di
collasso di strutture piccole formano galassie a
disco (spirali late) - E' prevista una crescita della massa di una
galassia con il tempo e una mancanza di
equilibrio tra gas e stelle. L'evoluzione della
SF risulta discontinua, caratterizzata da burst
improvvisi innescati dalle interazioni mareali.
Gavazzi et al. , 2002
7Indicatori di SF
- Un metodo di studio della SFH consiste nel
tracciare levoluzione cosmica (in funzione del
redshift) della densità di luminosità delle
galassie lemissione integrata di radiazione per
unità di volume dallintera popolazione galattica
è una media nel tempo cosmico degli episodi di
formazione stellare a cui è stata soggetta . - In altre parole, lemissione in diversi
intervalli di frequenza risulta proporzionale al
SFR in particolare, costituiscono INDICATORI di
SF - il continuo UV a 1500-3000 Å (emissione
da stelle giovani) - emissione (nebulare) in righe di
ricombinazione ( H? , H? ) - il continuo radio ( bremsstrahlung
termica) - emissione in righe proibite ( OII )
- emissione termica della polvere nel FIR.
8Calibrazione di indicatori di SF
- Il procedimento generale per la determinazione
delle relazioni tra SFR e luminosità in diverse
bande si basa sull'utilizzo di modelli di sintesi
di popolazione stellare. - . si ricavano temperatura e luminosità
bolometrica per stelle di diversa massa - . da modelli di atmosfera stellare si deduce la
forma dello spettro di emissione per una stella
in funzione della sua massa - . si sommano gli spettri di stelle a diversa
massa, pesando i diversi contributi per l' IMF
scelta, in modo da ottenere informazioni sulle
proprietà della galassia in funzione del tempo - . si sommano eventualmente spettri corrispondenti
a eta' diverse per simulare in un modello finale
i segni della storia evolutiva di un oggetto
sull'emissione nelle bande interessate.
9Emissione in Ha
- Nellipotesi che la regione HII abbia spessore
ottico sufficientemente elevato da assorbire la
totalità del continuo Lyman, emesso dalle stelle
OB di recente formazione, e convertirlo in fotoni
della serie di Balmer (Case B), lemissione
integrata in Ha può rappresentare un indicatore
diretto di SF. - Chiaramente si tratta di unapprossimazione, ed è
necessario fare attenzione a diverse possibili
sorgenti di errore, oltre alle incertezze
strumentali - . La scelta di unadeguata IMF
- . Leffettiva conversione in flusso UV, che
dipende dai modelli di - atmosfere stellari.
- . Lassorbimento dellemissione UV da parte
della polvere lestinzione - risulta essere la principale fonte di
incertezza in questo genere di - misure.
- . La contaminazione dellemissione in NII, in
particolare per sorgenti - attive ( AGN )
10Kennicutt, 1983 (1)
- Da calcoli di fotoionizzazione, utilizzando una
IMF intermedia tra una Scalo e una Salpeter - Kennicutt ha ricavato nel 1983 la semplice
relazione - e con essa determinato il SFR per 170 galassie
vicine di campo e di Virgo. I risultati ottenuti,
come si deduce dai grafici, sono i seguenti - a. lattuale SFR nelle galassie late-type (Sbc,
Sc , Sd) è confrontabile con il rate medio
passato in altre parole le spirali late si sono
evolute a tasso circa costante - b. Il tempo scala di consumo del gas rimasto
risulta piccolo per il SFR misurato (da 0 a 20 Mo
/yr ), a suggerire che siamo in un periodo di
rapida evoluzione nei dischi delle spirali.
11Kennicutt, 1983 (2)
A lato distribuzione della SF delle galassie del
campione nel tempo, espressa con il rapporto tra
il SFR attuale e SFR passato (ltRgt). R è stata
ricavata dividendo la massa del disco per la sua
età,dove la massa è data dal prodotto tra la
luminosità blu (Sandage e Tammann, 1981) e un M/L
empirico (Faber e Gallagher 1979) con opportune
correzioni.
A lato distribuzione del tempo scala di consumo
del combustibile (HI), ottenuto dividendo la
massa attuale di gas con il presente SFR.
12Kennicutt et al., 1994 (3)
Lavoro analogo al precedente, ma su un campione
più ampio, con lutilizzo di informazioni date
dalle bande UBV oltre allHa
13Emissione in UV
- In tutte le galassie, ad eccezione delle più
vecchie, lemissione in continuo UV è dominato
dalle stelle massive di vita breve, pertanto
risulta essere, fissata lIMF e il contenuto di
polvere, un indicatore diretto di star formation
istantanea. - Il grafico mostra le curve attese per la
relazione tra SFR e luminosità UV, ottenute da
modelli di popolazione stellare per SFR a exp (
-t / t ), a diversi valori di t e per due diverse
IMF (Salpeter a destra, Scalo a sinistra) Madau
et al. 1998
14Madau et al., 1996
- Dal grafico precedente si osserva che, dopo un
fase transiente iniziale in cui il flusso UV
cresce rapidamente, la luminosità risulta
direttamente proporzionale, appunto, al SFR.. - Madau et al. (1996-1998) ne hanno ricavato la
seguente relazione - con const per una Salpeter IMF.
A lato prima versione del Madau plot, già
comparso in Lilly et al. (1996) con meno punti (i
pallini pieni nel grafico).
15Madau et al., 1998
- Madau et al. 1998 evoluzione del primo Madau
plot con misure di diversi autori (indicati con
simboli differenti) nelle bande UV, B, IR.. - Le curve rappresentano gli andamenti attesi a
diverse frequenze per la densità di luminosità
comovente, assumendo una Salpeter IMF, polvere di
tipo SMC e unestinzione universale E(B-V)0.1.
16Studio di SFH con uno spettro cosmico
- Al fine di studiare la SFH, Baldry et al. (2005)
hanno adottato una differente tecnica basata
sulla determinazione di spettri medi di galassie
vicine (zlt0.3), uno per intervallo di redshift
scelto, e sul confronto con modelli di sintesi di
popolazione stellare. - Tali spettri medi contengono proprietà di
assorbimento di stelle di tutte le età e consente
uno sguardo nel passato di 0.2-10 Gyr. - Questo metodo, non essendo fondato su misure di
luminosità in funzione del tempo, come invece
avviene nelluso degli indicatori di SF visti in
precedenza, è agevolato da una riduzione
dellincertezza introdotta nelle misure
dallestinzione, che abbiamo già detto essere la
principale fonte di errore. - Tecniche di questo tipo sono oggi concepibili
grazie allavvento di survey estese, in grado di
fornire fino a spettri di
galassie.
17- La TWO-DEGREE FIELD GALAXIES REDSHIFT SURVEY
(2dFGRS) è una grande survey spettroscopica
effettuata tramite utilizzo del sistema 2dF ,
costruito dallOsservatorio Anglo- Australiano
(AAO). - Il 2dF è un sistema complesso in grado di
ottenere simultaneamente 400 spettri di oggetti
entro unarea di due gradi quadrati di cielo.
18La 2dFGRS (2)
- La survey ha ottenuto spettri di circa 250.000
oggetti, principalmente galassie, più brillanti
di bJ 19.45, magnitudine corretta per
lestinzione. La survey copre circa 1500 deg² di
cielo distribuiti ad alte latitudini galattiche
tra il NGP e il SGP.
19Riduzione degli spettri
- Gli spettri cosmici sono stati ottenuti a partire
ad 166.000 spettri corrispondenti allintervallo
di redshift 0.03 , 0.25, con una copertura
spettrale che va da 3700 a 7860 Å ( FWHM 90Å ).
La procedura eseguita per ottenere uno spettro
per ogni intervallo di redshift ?z è la seguente - correggere per la risposta strumentale
- portare a redshift nullo ( rest frame )
- correggere per differenze di tempo di
esposizione, estinzione, frazione - di flusso della galassia raccolto dalla
griglia, in maniera da avere un - campione omogeneo
- sommare gli spettri in ?z
- Lo spettro finale rappresenta lemissione
spettrale per unità di volume nellintervallo z
z ?z fino alla magnitudine limite della
survey.
20- Spettri medi corrispondenti a diversi intervelli
di z. - Risultano normalizzati a 1 nellintervallo
4200-5800Å e visualizzati con un offset di 1. - Dagli spettri appare un universo con emissione
media simile ad una galassia di tipo morfologico
Sb-Sbc (Kennicutt, 1992).
21Scelta di modelli
- a. Cosmologia
- Si confrontano i risultati in relazione a
due modelli cosmologici, - caratterizzati da Co ( h ,Omo , O?o )
- b. IMF Salpeter
- c. Estinzione E(B-V) 0.2 0.1 Si assume
un valor medio dal momento - che interessa un confronto a diverso
redshift.
C1 ( 0.7 , 0.3 , 0.7 ) cosmologia standard
attuale, parametri che si adattano meglio alle
recenti osservazioni (Silk,1999)
C2 ( 0.55 , 0.2 , 0.8 ) cosmologia più longeva. I
parametri sono stati adattati in modo da
rientrare nei limiti moderni
Per galassie a z0.1 con zform5 i modelli
forniscono rispettivamente unetà di 11.0 e 15.7
Gyr.
22Parametrizzazione di SFH
Per analizzare il campione e interpretarne i
risultati è fondamentale definire dei modelli di
scenari evolutivi e dei parametri che descrivano
la SFH. In questo lavoro si sono scelte 2 diverse
parametrizzazioni
- Modello (fisico) di infall
-
Modello empirico
23Modello naturale di infall (1)
Prevede la formazione della galassia con la
caduta graduale di gas in regioni
sufficientemente dense da innescare la formazione
stellare il tempo scala di infall ti è tale che
Il tasso di formazione stellare (SFR) è
proporzionale alla quantità di gas disponibile
nelle regioni più dense (la SF è possibile entro
nubi di H molecolare) dove ts è il tempo
scala di SF. Il modello include unevoluzione
consistente della metallicità nellapprossimazion
e di un riciclo istantaneo di gas, il SFR evolve
come dove f è la frazione in massa di stelle
che non ritorna nel mezzo interstellare.
24Modello naturale di infall (2)
Con la condizione iniziale S0 a t0, si ottiene
la soluzione vista in precedenza La
normalizzazione è tale da rendere unitaria la
massa totale di gas disponibile. Landamento
previsto è visualizzato in figura.
25Modello empirico
Questo modello di semplice modello a legge di
potenza è stato scelto per confrontare i
risultati con altri lavori precedenti, che
forniscono limiti alla pendenza della curva di
SFR a basso redshift (ß) Lilly et al. 1996,
Madau et al. 1996 In questo scenario le
galassie partono completamente formate da gas, la
cui massa è normalizzata allunità, non sono
soggette ad infall e si ipotizza unevoluzione
della metallicità consistente. La massa totale in
stelle formatesi dal redshift di formazione (r)
può assumere valori superiori allunità per
effetto del riciclo del gas espulso dalle stelle
evolute. Maggiori valori di r corrispondono ad
una più alta metallicità in quanto i prodotti
delle fusioni rilasciati nellISM sono in
proporzione superiori in relazione alla quantità
di gas disponibile.
26Analisi degli spettri (1)
- Fissate IMF, estinzione e modello cosmologico, si
sono sintetizzati modelli di spettro a diverso
redshift utilizzando il codice PEGASE,da
confrontare con gli spettri medi ottenuti dai
dati della 2dF. - Prima di eseguire il fit, linformazione
spettrale è stata separata in due componenti - low-pass spectrum (A) spettro smussato
con una funzione top-hat di ampiezza 200Å
rappresenta lemissione nel continuo. - high-pass spectrum (B) ottenuto dal
rapporto tra spettro originale e smussato
contiene le informazioni relative alle righe di
assorbimento. - Le righe di emissione intense sono state escluse
dagli spettri in quanto di origine nebulare,
mentre lobiettivo è studiare la SFH da emissione
stellare, più semplicemente simulata con il
codice PEGASE. Inoltre, lemissione in righe
potrebbe essere contaminata da proprietà
specifiche di una classe di oggetti (AGN, ad
esempio)
27Analisi degli spettri (2)
- Esempio di modelli e spettri originali distinti
in componente A (low) e B (high). Il primo
grafico mostra un buon adattamento dei dati al
modello, ovvero FOM (Figure Of Merit) A e B
dellordine dellunità il secondo è un esempio
di fit non buono ( 17 ). - per FOM si intende il valore del ?² ridotto
28 Infall model log ts vs log ti
- Regioni di miglior fit per due diversi intervalli
di z. I contorni rappresentano i limiti di
confidenza a 2s e 3s (linee continue FOM A,
puntini per FOM B). I diamanti corrispondono ai
valori dei parametri del best fit per FOM B. - Si osservi che, a differenza del FOM A, le
regioni contenute dal FOM B sono simili nei due
grafici. In effetti lhigh-pass (B) fornisce
limitazioni più affidabili sulla SF in quanto
risulta meno affetto da incertezze sistematiche
di spettrofotometria ed estinzione. - Il modello che meglio fitta i dati ha ts 4000
Myr e ti ? 200 Myr.Si osservi la degenerazione
dei parametri. In generale ti ? ts ( linfall è
più rapido della star formation )
29Infall model log ts vs log zform
C1
C2
- ti è fissato a 100Myr per entrambi i modelli
cosmologici. - Si osservi che al limite di 3s la zform ? 0.65
per C1 ( log zform ? - 0.19 ).
30- La figura mostra possibili scenari di SF dai
risultati precedenti nel limite a 3s per il solo
modello cosmologico C1. Il primo corrisponde a ti
ltlt ts (la regione a sinistra nel primo grafico
alla slide 28), il secondo a ti ts e
rappresenta unevoluzione più graduale. Si
osserva che - mentre zform varia entro un ampio intervallo,
a z0 il SFR normalizzato è dellordine di
0.02-0.04 1/Gyr in entrambi i casi, e 84-92 di
stelle si forma prima di 0.3 (per C1) - è possibile fissare dei limiti alla pendenza
della curva di SFR solo per zlt1. In particolare,
fittando una doppia legge di potenza come nel
modello empirico, si ottiene 1? ß ? 4.5 per C1 e
1? ß ?4 per C2 ,mentre a ? 1, non ha un limite
minimo in quanto almeno uno dei modelli descrive
SF nulla o scarsa prima di z1.
31Empirical model a vs ß
- La figura mostra le regioni di miglior fit per a
, ß con r 1.1 fissato per entrambe le
cosmologie. La parametrizzazione empirica offre
scenari che sono impossibili da ottenere con il
modello naturale di infall. Ad esempio, soluzioni
con ß lt 0 e a gt 2.5 implicano un minimo nel SFR
attorno a z1, in disaccordo con molti studi
basati sulla fotometria. Se si assume a? 0 (
ovvero che la SF descresca o rimanga costante per
zgt1) si ottiene 1.5 lt ß lt 5, in accordo con un
precedente lavoro (Hogg 2002) che ricava ß gt 1.3
da indicatori di SF .
32Empirical model a vs r con ß 3
- I grafici sono relativi alla cosmologia C1, con ,
ß 3 fissato e si differenziano per scelta di
IMF. Si osservi il limite massimo per a 0.5 per
una Salpeter e 1 per una IMF alla Kennicutt
(meno ricca di stelle massive) slide 10.
33Empirical model a vs r con ß 2
- Analogo al precedente, ma con ß 2 . Mostra un
plateau di SF precedente a z 1, o con una
marginale crescita o decrescita. Limite massimo
per a 1.5.
34Conclusioni (1)
- Si è sviluppato un metodo per determinare la
formazione stellare relativa basato
esclusivamente sulle informazioni spettrali,
assumendo che una media degli spettri forniti
dalla 2dFGRS, suddivisi in opportuni intervalli
di redshift, rappresentino la popolazione delle
galassie nellUniverso locale. - Lattuale spettro cosmico è ben determinato a
z 1 e può essere fittato solo con modelli che
considerino unevoluzione chimica consistente.Una
metallicità costante è fortemente esclusa. - Il tempo di formazione stellare ts è più lungo,
o al più dello stesso ordine, del tempo scala ti
di infall e assemblamento del gas. slide 28 - La maggior parte delle galassie vicine, mediate
sulla loro luminosità, hanno z di formazione
zform ? 0.65. slide 29 - La SF ha avuto un picco nel passato, previsto in
0.6 lt z lt 10 dal modello di infall ( con ti gt100
Myr) e a z1 oppure z5 ( con una crescita
istantanea del SFR a tale z ) dalla
parametrizzazione empirica.
35Conclusioni (2)
- E possibile porre dei forti limiti superiori
alla SF ad alto redshift (zgt1) fissando la
pendenza ß a basso z con valori ottenuti in altri
lavori (ad es., Lilly et al. 1996). Se si assume
ßgt3 (ovvero un SFR a z1 almeno 8 volte il valore
attuale), si ricava a lt 0.5 per una Salpeter e
cosmologia C1 slide 32. Questi valori sono
consistenti con i modelli di Madau et al.(1998)
slide 15
e,come già ricavato nello stesso lavoro (figura a
lato),escludono lipotesi di una superiore SF ad
alto redshift nascosta da un aumento dellopacità
della polvere in funzione di z.Questa assunzione
risulta inconsistente anche con i valori ottenuti
per il modello C2, che ha a lt -1 per ßgt3. Si
noti, inoltre,che se ci fosse una SF
significativa per zgt5, questo abbasserebbe i
valori di a e ß necessari per ottenere un buon
fit tra modelli e spettro cosmico.
36Conclusioni (3)
- Alternativamente, fissando la pendenza del SFR
ad alto redshift, in modo da avere un declino o
un plateau (a? 0), risulta un picco in SF
intorno a z1 e 1.5 lt ß lt 5 slide 31, in
accordo con altri lavori. - Restringendo i modelli ai fit migliori (ßgt1.5 e
a gt-3), per una cosmologia C1 si ottiene un
Ostarh nel range di 0.0020-0.0062 per una
Salpeter e 0.0013-0.0033 con una Kennicutt. Per
una cosmologia C2 sono previsti valori 1.2 volte
superiori. - Questa tecnica basata sulle informazioni
spettrali presenta ancora degenerazione troppo
ampia per poter descrivere la SFH discriminando
tra diversi scenari e cosmologie.
Tuttavia,risulta essere in generale accordo con
lavori alternativi basati sulla luminosità e può
essere migliorato con lutilizzo integrato di
entrambi i metodi di lavoro.
37Conclusioni (4)
- Confronto di diversi studi di SFH
- -linee solide Baldry et al.slide31
- -trattini insieme di lavori su luminosità UV
(Lilly et al. 96, Madau et al. 96, Connoly et
al.97, Steidel et al. 99), con distizione tra
modello senza estinzione (sotto) e con (sopra). - -puntini misure UV da Cowie et al. 99, Loveday
et al. 92, Sawicki et al. 97, Treyer et al. 98)
-regione verticale limiti al parametro ß
ottenuti da diversi lavori( ad esempio Hogg
2002), con esclusione delle misure in UV.
38Bibliografia
- Baldry et al.The 2dFGRS constrains on cosmic
star formation history - from the cosmic spectrum,
2005 - Gavazzi et al. the structure of Galaxies 2002
- Kennicutt The rate of star formation in normal
disk galaxies, 1983 - Kennicutt A spectrophotometric atlas of
galaxies , 1992 - Kennicutt Past and future SFH in disk galaxies
1994 - Lilly et al. The Canada-France redshift survey
the luminosity density - and SFH of theUniverse to z
1 1996 - Madau et al. High redshift galaxies in the
HDFcolour selection and star - formation history to z 4
1996 - Madau et al. Star formation history of field
galaxies 1998 - Sandage SFRs, galaxy morphology and the Hubble
sequence 1986 - www.aao.gov.au/2dF/
- www.mso.anu.edu.au/2dFGRS/