PROBLEMI? LI PORTO A SCUOLA! Le difficolt - PowerPoint PPT Presentation

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PROBLEMI? LI PORTO A SCUOLA! Le difficolt

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PROBLEMI? LI PORTO A SCUOLA! Le difficolt che fanno soffrire gli adolescenti. Il ruolo della scuola e il ruolo dei genitori. Sei anni di consulenza psicologica agli ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: PROBLEMI? LI PORTO A SCUOLA! Le difficolt


1
PROBLEMI? LI PORTO A SCUOLA!Le difficoltà che
fanno soffrire gli adolescenti. Il ruolo della
scuola e il ruolo dei genitori. Sei anni di
consulenza psicologica agli studenti del Liceo
Corradini di Thiene. Le difficoltà che fanno
soffrire gli adolescenti.
Dr.ssa Marzia Toselli Psicologa
Psicoterapeuta Specialista in Psicologia Clinica
2
LICEALI OVVERO ADOLESCENTI Ladolescenza in
quanto epoca di passaggio e di transizione
dallinfanzia alletà adulta rappresenta per
antonomasia un momento di profonda crisi è un
momento di specchio sia dei limiti che delle
risorse dellindividuo. Il periodo
adolescenziale è ricco di cambiamenti ed è
caratterizzato dal variare costante delle
situazioni e dei vissuti la persona che lo vive,
adesso più che mai, affronta un percorso tutto in
divenire, dove sono particolarmente frequenti le
delusioni, le frustrazioni e le preoccupazioni,
ma dove è anche possibile assaporare il gusto di
importanti conquiste. L'adolescente è quindi
messo continuamente sotto pressione e rischia più
di altri soggetti, impegnati in un'altra fase
della vita, di sviluppare un disagio e di
manifestare dei sintomi, emblema della sua
sofferenza interiore.
3
Il sostegno e la disponibilità all'ascolto e
alla comprensione da parte degli adulti
significativi nei confronti del giovane possono
essere un valido mezzo per diminuire il disagio
della persona che sta crescendo e per evitare che
una sua lieve sofferenza si trasformi in un
disturbo profondo. Molte ricerche hanno
dimostrato l importanza di un intervento
preventivo primario in adolescenza, così come è
stato anche raccomandato dall Organizzazione
Mondiale della Sanità.
4
IL PERCHE DELLO PSICOLOGO A SCUOLA Ladolescent
e trascorre più del 50 del suo tempo utile a
scuola senza contare il tempo che dedica alla
scuola anche fra le mura domestiche (compiti e
ore di studio). La scuola diviene spesso luogo
di manifestazione della sofferenza e del disagio
dei ragazzi è ormai risaputo, per esempio, come
frequentemente il crollo scolastico sia la punta
di un iceberg di altro problema, sintomo di
qualcosaltro. La scuola è dunque punto di
osservazione privilegiato per il comportamento
delladolescente e come tale non può ignorare o
nascondersi di fronte a richieste di aiuto o
segnali di sofferenza. Oggi, col suo ruolo
formativo ed educativo, la scuola è chiamata a
fornire una risposta concreta.
5

Avere uno psicologo a scuola non significa curare
né fare terapia. E utile perché si tratta di un
professionista che, per sua specifica formazione,
è in grado di affiancare e fornire consulenza e
modelli di intervento alle diverse parti dell
istituzione educativa (Consiglio d istituto,
preside, docenti, genitori, alunni) su tutta una
serie di problemi labbandono scolastico, la
diagnosi precoce del disagio, la motivazione
allapprendimento, gli stili di apprendimento, le
dinamiche e i problemi nel gruppo-classe, la
mediazione del conflitto, la comunicazione fra le
diverse componenti scolastiche, lorientamento
scolastico-professionale, lintegrazione di
alunni disabili o di altre culture. La scuola
non è e non deve diventare un luogo di diagnosi e
cura ma deve fornire ascolto specializzato. Tale
intervento rimane nellambito della prevenzione
del disagio.
6
COMPITI E RUOLO DELLO PSICOLOGO SCOLASTICO I
compiti, se non chiaramente definiti da una legge
che al momento non cè dipendono dal
contratto che lo psicologo fa con la singola
scuola. Infatti, grazie all autonomia, ogni
scuola potrà definire le tematiche che più le
interessano e chiederà al professionista una
proposta o un progetto limitatamente a certe
tematiche. Attualmente avere uno psicologo a
scuola non è obbligatorio, ma scelta
dellIstituto. L ingresso dello psicologo nell
istituzione scolastica è in realtà previsto per
le attività di Educazione alla salute e
prevenzione secondo la legge 162 del 26 giugno
1990. Per questo, a partire dagli anni Novanta,
nella scuola media inferiore e superiore sono
stati elaborati ed attuati progetti preventivi
per tutelare anche dal punto di vista psicologico
il benessere e la salute dei giovani.
7
Lo psicologo deve conoscere il mondo
scolastico, le leggi che lo governano, le
dinamiche istituzionali nelle strutture
educative, le dinamiche di gruppo, i modelli di
comunicazione e altro ancora. Si tratta, come si
vede, di una figura dalle conoscenze poliedriche,
come poliedrici possono e debbono essere i
progetti che si dovranno adattare a esigenze
diverse. Ogni scuola è ambiente a sé. A volte
occorrono anni per comprenderne clima e
dinamiche interne.
8
Il liceo è una scuola ad alta richiesta in
termini formativi. Nellambito del liceo la
dimensione culturale è fondamentale e si
accompagna ad una formazione umana ed
intellettuale continua. Il carico di studio è
elevato come elevato ne è il ritmo. Accanto a
questo impegno formativo ed educativo lo studente
si trova a dover far fronte alle dinamiche
relazionali con il gruppo dei pari (compagni) e
con gli adulti (insegnanti) che quotidianamente
frequenta e che non ha scelto. Il liceo è perciò
luogo ad alta densità di stress le richieste in
termini di performance si sommano alle
aspettative relazionali e personali di una
persona che sta cercando la propria identità
futura. Quando un individuo è sottoposto ad uno
stress costante è più vulnerabile ed esposto a
difficoltà e sofferenza.
9
LA RISPOSTA DEL LICEO CORRADINI al disagio
adolescenziale Dal gennaio 2007 il Liceo
Corradini offre consulenza psicologica gestita da
esperto del settore (psicologo- psicoterapeuta)
agli studenti. Tale servizio è noto come Spazio
Ascolto Studenti e si occupa di Sostegno
psicologico al singolo Attività rivolte al
gruppo-classe Orientamento Coinvolgimento della
famiglia (se necessario) Coinvolgimento e
formazione degli insegnanti Ogni anno il
servizio viene presentato personalmente dalla
psicologa a tutti gli studenti delle classi prime
delle tre sedi che vengono forniti di un
volantino illustrativo.
10
SPAZIO ASCOLTO STUDENTI Cosè? Spazio di
accoglienza e di ascolto riservata agli studenti
del Liceo Corradini per lespressione delle loro
problematiche, che possono riguardare la sfera
personale, il rapporto con la famiglia e con la
scuola. Non è esclusa la consulenza a genitori
ed insegnanti. Nasce nel gennaio 2007 per
volontà della Dirigente Scolastica e di un gruppo
di insegnanti e grazie allassociazione Accanto
a Silvia.
11
MODALITA E TEMPI Lattività di ascolto viene
effettuata seguendo la tecnica del colloquio
psicologico, accogliendo il richiedente in modo
non giudicante, aiutandolo nellanalisi del
problema e nella comprensione del suo vissuto.
Tale colloquio non ha finalità terapeutica, ma
di consulenza. (min. 1 max 3-4 incontri)   Gli
incontri possono essere a carattere individuale,
di gruppi di alunni o di classe. Durata degli
incontri (da 30 min. a 1 ora e mezza) Accesso
diretto previo appuntamento tramite sms 392
4603203
12
I contenuti delle singole consulenze sono
coperti dal segreto professionale. I genitori
acconsentono o meno al libero accesso al servizio
dei loro figli firmando una circolare ad inizio
di ciascun anno. Attenzione! La scuola non
chiede assistenza psicologica per gli alunni per
aggirare le resistenze dei genitori a ricorrervi
per loro conto.
13
DATI SULLATTIVITA (dati riferiti al periodo
aprile 2007-maggio 2013 compreso) N. totale
studenti incontrati nel corso degli anni
293 Colloqui totali con studenti 537 Colloqui
totali con gli insegnanti 42 Colloqui totali con
genitori 50 Totale interventi in classe
15 Classi in cui cè stata la presentazione del
Servizio 69
14
  • Strumenti attuali di promozione del Servizio
  • Volantino e presentazione nelle classi della
    psicologa 10
  • 2) Passaparola tra compagni 75
  • 3) Invio/ suggerimento da parte insegnanti 15
  • 8 studenti su 10 che vengono segnalati dagli
    insegnanti arrivanocoi loro tempiva bene così!
  • Meno efficace linvio dei genitori, vissuto come
    una costrizione.

15
(No Transcript)
16
(No Transcript)
17
Distribuzione per sesso del totale dei 293
studenti
18
Incremento popolazione maschile che ha richiesto
la consulenza presso lo Spazio Ascolto negli
anni 2007-2008 11 2008-2009 15 2009-2010
22 2010-2011 24 2011-2012
32 2012-201316
19

20
La privacy e il segreto professionale La scuola
tutela il più possibile la privacy di chi si
rivolge allo Spazio Ascolto. La privacy a scuola
resta comunque un punto debole del
Servizio. Il segreto professionale fa parte
dei doveri e del codice deontologico dello
psicologo nei confronti delladulto così come
del minore. Di fronte a gravi episodi che
mettono a rischio la vita e la salute del minore
lo psicologo scolastico, in quanto personale
sanitario, ha tuttavia il dovere di avvisare il
dirigente scolastico e la famiglia.
21
Il Servizio deve avvenire proprio tra le mura
scolastiche? I ragazzi trascorrono molte ore
negli edifici scolastici e se trovano una
risposta facilmente accessibile e comoda faranno
meno fatica a chiederne la consulenza. Avere un
servizio allinterno delledificio scolastico
permette di traghettare situazioni che se no
linsegnante non saprebbe segnalare a
nessuno. Permette inoltre di mantenere il ruolo
della scuola formativo/educativose no gli
insegnanti fanno gli psicologiil buon senso e le
buone intenzioni non bastano a dare una risposta
efficace.
22
INTERVENTI INDIVIDUALI DELLA PSICOLOGA Nessun
ragazzo/a può essere obbligato né deve essere
bollato perché si rivolge alla
psicologa. Lintervento è di consulenza, non è
un trattamento psicoterapeutico, che richiede
tempi e luoghi appositi diversi dalla
scuola. Qualora venga ravvisata la necessità di
un intervento di diagnosi/terapia la psicologa
orienta il ragazzo e la famiglia rispetto a
servizi terzi (ulss). Lo scorso anno (2012-2013)
4/37 sono stati i casi inviati a servizi terzi il
cui disagio è emerso a scuola.
23
INTERVENTI DELLA PSICOLOGA IN CLASSE Trattasi di
interventi spot che difficilmente hanno una
ricaduta in termini di risultati sulla
classe. MA possono essere utili agli insegnanti
per avere una lettura terza delle dinamiche
sottostanti la classe. e utili per i ragazzi
problematici che poi trovano il coraggio di
uscire dal loro guscio e chiedere aiuto. Non
sono mai una perdita di tempo a meno che siano
gli alunni a manifestare totale disinteresse.
24

PRINCIPALI PROBLEMI EMERSI NEGLI STUDENTI DEL
LICEO CORRADINI
25
I principali problemi oggetto di
consulenza DIFFICOLTA LEGATE ALLA SCUOLA 40
(soprattutto biennio di classico e
scientifico) -Ho sbagliato scuola?
-Difficoltà dintegrazione scolastica (problemi
di integrazione/relazione in classe con i
compagni o con i docenti cambio di scuola
malgrado il buon rendimento). PROBLEMI PERSONALI
40 -Studenti con problemi personali (problemi in
famiglia, problemi legati alla sfera sessuale,
relazionale, amorosa e di rapporto coi
pari). PATOLOGIA 20 -Disturbi dansia (disturbi
più rappresentati anche nello studio
Prisma) -Disturbi psicosomatici legati al vivere
scolastico (mal di testa, nausea, dissenteria,
etc.) - Altri disturbi (Disturbi del
comportamento, sintomi depressivi).
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COME RISPONDE LO SPAZIO ASCOLTO Problemi
scolastici Rivedere lorientamento scolastico in
primis. Sostenere e potenziare lautostima dello
studente. Lavorare sul clima scolastico (con gli
insegnanti e le classi). Problemi
personali Ascolto a sostegno. Coinvolgimento
famiglia e insegnanti se necessario. Invio a
servizi terzi. Patologia (sospetto) Coinvolgere
la famiglia e, se assente, i Servizi.

27
Un riferimento per capire meglio Studio PRISMA
(2004-2006) unico studio epidemiologico italiano
effettuato in ambito scolastico che indaga la
prevalenza dei disturbi mentali in
pre-adolescenza (10-14 anni). Progetto Italiano
Salute Mentale Adolescenti (screening effettuato
in 40 scuole italiane sul disagio psicologico,
esclusi i disturbi specifici di
apprendimento) Ogni 1000 adolescenti circa 90
soggetti soffrono di una patologia/disagio
psichico I disturbi dansia e disturbi
depressivi sono i più rappresentati seguiti dai
disturbi legati al corpo e al comportamento. Ogn
i anno al liceo Corradini si rivolgono alla
psicologa circa 40 studenti. Il totale degli
studenti frequentanti è 1000 circa Un disturbo
mentale non riconosciuto (e trattato) in
adolescenza ha una fortissima risonanza sulla
salute mentale ed il funzionamento in età
adulta.
28
I DISTURBI PSICOLOGICI IN ADOLESCENZA Spesso
sono transitori (crisi evolutive). Possono essere
sintomo di disturbo che solo in età adulta
evolverà in malattia (non cè certezza). Possono
essere malattia (ansia, depressione, disturbo
alimentare, etc.). Preoccupiamoci quando Cè
un crollo scolastico improvviso (soprattutto se
non giustificato da altri eventi). Ladolescente
non ha una vita sociale. Non ha interessi né
piaceri propri della sua età.
29
Una Persona è sana quando gode di buona salute
fisica, riesce a mantenere unattività (lavoro o
scuola) ed ha una vita sociale e relazionale
soddisfacente. (Definizione di salute,
OMS). Nelladolescente spesso il comportamento
è messaggio. Non vi dirà mai cosa gli succede e
sente a parole (a volte non lo sa con certezza o
non vuole dirvelo).
30
Ansia in Adolescenza Prevalenza in adolescenza
di disturbi dansia (ansia generalizzata, fobie,
attacchi di panico e disturbo ossessivo
compulsivo) 8. La caratteristica principale del
DAG è la preoccupazione eccessiva e persistente
che negli adolescenti riguarda soprattutto gli
impegni scolastici o le prestazioni in
generale. Laspetto che più preoccupa
ladolescente e gli crea ansia sono le difficoltà
interpersonali gli adolescenti infatti temono
nelle relazioni con gli altri soprattutto di
poter essere rifiutati o di non poter scegliere
liberamente. Su questi timori sviluppano il
rimuginio che caratterizza il Disturbo dAnsia
Generalizzato un adolescente che ha lacne può
temere di essere rifiutato da una ragazza che gli
piace. Inizierà a pensare a una serie di
soluzioni per evitare il rifiuto ad esempio
Potrei coprire la fronte con i capelli, però la
frangia mi ingrossa il visoallora potrei
utilizzare una pomata ma leffetto non sarà
immediato sono proprio stupido a pensare a
queste strategie però se non faccio qualcosa
verrò rifiutato Può essere presente una
tendenza al perfezionismo che genera uno stato di
tensione, che può causare o un impegno eccessivo
o comportamenti di evitamento.

31
L'ansia trova spesso espressione attraverso il
corpo, sotto forma di sintomi somatici, come
cefalea, vomito, dolori addominali o agli arti,
oppure può diminuire la capacità di attenzione e
manifestarsi in distrazione e svogliatezza,
palpitazioni, vertigini. Quando lansia crea
palpitazioni così forti da generare un senso di
oppressione al petto fino a timore di stare per
morire si parla di ATTACCHI DI
PANICO. Bögels e Brechman-Toussaint (2006)
hanno messo in evidenza che la sintomatologia del
DAG può svilupparsi sin dalletà adolescenziale e
spesso è associata a comportamenti interpersonali
problematici, soprattutto familiari (i genitori
sono vissuti come oppressivi o evitanti). Per
questo motivo è necessario conoscere meglio in
che modo nella famiglia si creino problemi che
rinforzano lansia in modo da aiutare i familiari
a ridurre il disturbo del figlio.

32
IN GENERALE Ladolescente ansioso vive
costantemente un sentimento d'oppressione,
associato ad un atteggiamento di attesa di un
avvenimento vissuto come spiacevole ed
imprevisto. A partire dalla preadolescenza
(11-12 anni) l'ansia si esprime anche attraverso
crisi di collera, atteggiamenti di continua
richiesta, alterazioni comportamentali.
33
I disturbi psicosomatici il corpo che
parla L'elemento psicosomatico consiste nella
trasformazione dei conflitti emotivi in sintomi
somatici. Sentire di avere forti dolori, ma non
trovarne un riscontro medico, diventa fonte di
ulteriore preoccupazione, altre al disagio nel
tollerare di star male, vi è quello di non
riuscire a trovarne le cause e sentirsi impotenti
davanti al proprio malessere. Dopo una serie di
analisi e inutili cure lultima spiegazione data
diviene spesso Il suo malessere ha
probabilmente origini psicologiche, dato che non
vi è nessuna condizione medica generale
diagnosticabile, a cui possano essere pienamente
attribuibili i suoi sintomi. Ladolescente
con disturbo psicosomatico viene spesso non
creduto ed etichettato come uno che racconta
balle per evitare le interrogazioni.

34
Sono numerosi i disturbi a cui si può attribuire
un origine psicosomatica e si possono manifestare
in differenti parti del corpo nell'apparato
gastrointestinale (gastrite, colite, ulcera)
nell'apparato cardiocircolatorio (aritmia,
ipertensione, tachicardia) nell'apparato
respiratorio (asma, iperventilazione)
nell'apparato urogenitale (impotenza,
eiaculazione precoce, anorgasmia, dolori
mestruali) nella pelle (psoriasi, acne,
dermatite, prurito, orticaria, secchezza cutanea
e delle mucose, sudorazione eccessiva) nel
sistema muscolare (cefalea, crampi, torcicollo,
mialgia, artrite). La persona che ne soffre,
non accetterà facilmente lipotesi che a
scatenare i suoi problemi fisici sia un conflitto
intrapsichico, unesperienza emotiva mal digerita
o qualche sentimento profondamente sepolto. Il
problema che sta alla base di chi ne soffre è la
difficoltà nellentrare in contatto col proprio
dolore emotivo e nellesprimerlo in modo
adeguato il corpo diviene lunico vettore per la
sua espressione.

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Depressione in adolescenza Prevalenza dei
disturbi depressivi nelle varie fasce di età
(OMS, 2004) 0,3-1 in età prescolare, 0,4-2,5
in età scolare, 4-8,3 in adolescenza. Ladolesce
nte ha una forte propensione ad esprimere la sua
sofferenza e i suoi conflitti attraverso il corpo
e gli agiti del comportamento. Così la
depressione, piuttosto che attraverso una
sofferenza interna o un vissuto psichico, si
esprimerà più facilmente attraverso
comportamenti quali rifiuti (per lo studio, gli
amici, il corpo sessuato, etc..), interruzioni di
attività (non vuole più andare a scuola o lascia
lo sport) o attraverso la manifestazione di
inquietudini corporee (cambiamento drastico del
look, piercing , tatuaggi, tagli o condotte
lesive).
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RUOLO E COMPITI DELLA SCUOLA E DELLINSEGNANTE 1)
CONTINUARE AD ISTRUIRE ED EDUCARE ma a fronte di
problematiche del gruppo o del singolo NON
SOBBARCARSI TUTTO IL CARICO DEL PROBLEMA (O
NESSUNA PARTE) ma segnalarlo allattenzione
dellesperto psicologo. Essere osservatori
attivi. Mediare/suggerire la richiesta
dellalunno (o genitore) quando timida o
avvalersi in prima persona della presenza del
consulente psicologo. Presentare e pensare la
consulenza psicologica come una OPPORTUNITA, una
OCCASIONE fruibile facilmente allinterno della
scuola. 2) MANTENERE IL DIALOGO CON LA
FAMIGLIA. 3) FORMAZIONE CONTINUA rispetto a
tecniche di gestione del gruppo classe e di
miglioramento del clima di classe. La scuola è
un fattore di protezione verso il disagio adulto.
37
RUOLO E COMPITI DELLA FAMIGLIA A fronte di un
problema emerso a scuola Se individuate un
problema in vostro figlio che deriva dalla scuola
o che si manifesta a scuola decidete se sia il
caso di parlarne con uno dei suoi insegnanti o, a
fronte di dubbi, con lo psicologo scolastico. Se
venite a conoscenza che vostro figlio/a ha
richiesto una consulenza psicologica rispettatene
la privacy. (Non cercate di interferire se non
espressamente richiesto dal figlio o dalla
scuola. Il genitore ha diritto di incontrare lo
psicologo scolastico che interagisce col figlio
ma deve rispettarne la privacy. NON assillare il
figlio/a con continue domande o allusioni alla
consulenza ricevuta). Non obbligate vostro
figlio a prendere appuntamento con lo psicologo.
Se il problema è impellente informatelo che
andrete voi perché siete preoccupati e soffrite
la situazione. Apprezzerà anche se non
manifestatamente.
38

Siate moderni! Lo psicologo spaventa ancora in
qualità di colui che cura i mattise la pensate
così probabilmente la penserà così anche vostro
figlio oppure non azzarderà mai a chiedere una
consulenza per timore che lo scopriate e di
deludervi. Rimarrà solo e soli sarete voi di
fronte alla prima problematica di difficile
gestione. Considerare e presentare sempre il
servizio psicologico come una risorsa. Spesso gli
adolescenti vivono una solitudine spietata e
non sanno con chi parlare. Un estraneo esperto
può rappresentare unoccasione per sfogarsi. Non
delegate alla scuola problematiche che vanno
gestite altrove. La consulenza psicologica
scolastica non può e non deve sostituire il
servizio pubblico. A scuola i figli non fanno
psicoterapia, se ravvisate la necessità di un
percorso terapeutico rivolgetevi ad un servizio
idoneo. Ricordate che lo psicologo è lì per
assicurarsi il benessere dei ragazzi (individui
ma anche gruppi classe).
39
QUALCHE CONSIGLIO PER IL VOSTRO BENESSERE
GENITORIALE NELLA GESTIONE DEL FIGLIO
ADOLESCENTE Sostenete vostro figlio nella
creazione e nella definizione della propria
identità, promuovendone lautonomia, lo sviluppo
dellautostima e la fiducia nelle proprie
capacità. Come concretamente? Cercate di
ascoltare sempre vostro figlio in modo attento e
non giudicante. Prestate attenzione agli
eventuali cambiamenti nel suo comportamento
quotidiano, alle manifestazioni fisiche ed
emotive di eventuali disagi e accogliete con
disponibilità i suoi tentativi di rapportarsi con
voi nei momenti in cui ne avverte
lesigenza. Evitate che il dialogo tra voi sia
caratterizzato da continui rimproveri
sforzatevi, piuttosto, di riconoscere e di
premiare i suoi sforzi e le sue qualità.
40
Cercate di conoscere i luoghi, i contesti e le
amicizie allinterno delle quali vostro figlio
vive e si muove. Nel rispetto dei giusti spazi di
autonomia, monitorate quanto accade (internet e
social network compresi) evitate di porvi sullo
stesso piano di vostro figlio, presentandovi come
amici dei vostri figli. Cercate sempre di
mantenere uno stile educativo coerente e, laddove
necessario, autorevole. Evitate di ostacolare le
occasioni di socializzazione con i coetanei gli
adolescenti con pochi amici o che hanno
difficoltà a instaurare relazioni damicizia si
ritrovano isolati ed esclusi da molte risorse
utili alla loro crescita e al loro sviluppo. Fate
comunque attenzione alle amicizie e ai gruppi
frequentati (anche online, su social network,
forum, ecc.). Responsabilizzate vostro figlio,
incoraggiandone lespressione dei pensieri e la
messa in atto di comportamenti propositivi, per
favorire lo sviluppo delle sue capacità
progettuali ed abilità sociali. Non sottovalutate
o banalizzate le sue emozioni (ad esempio, il
dispiacere per una lite con un coetaneo o la
gioia per un innamoramento) ascoltate i racconti
di vostro figlio mostrando rispetto e
comprensione per tutte le sue emozioni.
41
Ricordiamoci ogni tanto che anche noi siamo stati
adolescenti! Fine
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