Title: definizioni e scopi dell'epidemiologia.
1definizioni e scopi dell'epidemiologia.
- L'epidemiologia è la scienza che ha per oggetto
il fenomeno della insorgenza delle malattie nelle
popolazioni di esseri umani, con particolare
riguardo allo studio delle condizioni e dei
fattori che le determinano.
2definizioni e scopi dell'epidemiologia.
- Intervento terapeutico
- Conoscere
- ?
- PATOGENESI delle
- Malattie
- Intervento preventivo
- Conoscere
- ?
- EZIOLOGIA delle
- Malattie
Per PREVENIRE l'INSORGENZA delle MALATTIE Occorre
intervenire RIMUOVERE le CAUSE
3livelli della ricerca epidemiologia.
- Conoscitivo relativo alle generalizzazioni
scientifiche circa la storia naturale delle
malattie
- Di intervento relativo alla messa a punto e alla
valutazione di interventi pratici finalizzati
alla difesa della salute delle popolazioni
4L'epidemiologia si differenzia dalla clinica
medica per due aspetti
- Gli epidemiologi studiano un gruppo di soggetti,
non i singoli individui
- Gli epidemiologi studiano una popolazione sana
ed una malata e cercano di trovare le differenze
cruciali tra i sani e i malati.
5L'EPIDEMIOLOGO.
- Osserva il fenomeno oggetto di studio
- Descrive il fenomeno oggetto di studio,
ricorrendo ad appropriate misure di esposizione e
di insorgenza di malattia - Studia la distribuzione nel tempo e nello spazio
del fenomeno - Formula ipotesi circa le sue cause, sulla base
delle caratteristiche osservate o sulla base di
osservazioni cliniche e/o di laboratorio
6L'EPIDEMIOLOGO.
- Disegna e conduce studi appropriati a saggiare la
bontà delle ipotesi formulate, preoccupandosi di
valutare attenta-mente la qualità dei dati
raccolti - Analizza i dati raccolti e interpreta i risultati
ottenuti, considerando attentamente le possibili
fonti di distorsione e concludendo circa la
plausibilità o meno di una relazione causale - Stima l'impatto dell'utilizzazione, a fini
preventivi, dei risultati - Valuta l'impatto reale, sulla popolazione, delle
misure adottate.
7L'EPIDEMIOLOGO utilizza procedure valide e si
occupa del loro miglioramento
- Quanto è valida la rilevazione della
concentrazione urinaria di un definito metabolita
come misura dell'esposizione lavorativa ad un
certo solvente? - Quanto è valido il ricorso all'età anagrafica per
caratterizzare il fenomeno dell'invecchiamento
biologico di un individuo? - Quanto è valido considerare la mortalità per una
causa definita quando è di interesse la
valutazione del rischio di insorgenza della
malattia?
8L'EPIDEMIOLOGO utilizza misure accurate e precise.
- Definizione
- La tecnica di misura ottenere valori che
approssimano il valore vero (accuratezza) - La tecnica di misura deve fornire valori molto
simili tra loro, se rilevati più volte
(precisione)
9Definizione di accuratezza diagnostica.
- Probabilità con cui un test diagnostico consente
di identificare correttamente i soggetti
"affetti" e "non affetti" dalla malattia in
studio. - Accuratezza nella definizione del grado di
esposizione a fattori di rischio.
(le stesse proprietà valgono per la precisione)
10qualità totale della procedura.
- La qualità delle conclusioni non può mai essere
superiore a quella dei dati raccolti!...
11RELAZIONE CAUSA-EFFETTO.
12RELAZIONE CAUSA-EFFETTO (1).
- Il signor X si abbassa per sbloccare il sedile
della sua auto che era stato spostato e bloccato
da sua moglie, e si prende una lombaggine. - Il signor X non può più lavorare.
- Si riempie di aspirina e nel giro di pochi giorni
si ritrova con forti dolori di ulcera al duodeno. - Gli vengono prescritte delle radiografie (allo
stomaco e al rachide lombare).
relazione causa-effetto _ 1
13RELAZIONE CAUSA-EFFETTO (2).
- Il signor X è molto seccato poiché "non ama farsi
curare". - La signora X mal sopporta le malattie del suo
dolce sposo che sono l'occasione di una grave
crisi coniugale amplificata dai bambini. - Le vacanze del signor X sono compromesse.
- Il signor X sta sempre peggio.
- Concudendo qual è la causa del suo male ?
relazione causa-effetto _ 2
14Relazione uni- o multi- fattoriale.
- Per le malattie infettive si richiede che la
causa (l'agente infettivo) sia sempre
riscontrabile in associazione alla malattia e non
si presenti mai in associazione con altre
malattie (se non per sovrapposizione
accidentale), - L'interpretazione del nesso tra causa ed effetto
può essere di tipo univoco - Una causa ? un effetto,
- Come si credeva che valesse per le malattie
infettive, o di tipo multi-fattoriale come accade
per le relazioni tra malattia e ambiente. - Molte cause ? un effetto.
relazione causa-effetto _ 3
15Osservazioni.
- Al primo tipo di interpretazione si può applicare
correttamente il termine di nesso causale, mentre
- per il secondo sarebbe più corretto parlare di un
nesso probabilistico tra una o più manifestazioni
patologiche. - La causa, nell'interpretazione classica, veniva
descritta come necessaria e sufficiente, mentre
in una interpretazione probabilistica può avere
nessuno di questi due attributi.
relazione causa-effetto _ 4
16Sintesi deiPostulati di Henle-Kock (Lagente di
una malattia infettiva)
Lo schema di Henle-Koch ha consentito - nel
passato - di associare numerosi microrganismi
alle rispettive malattie
- Deve essere presente in tutti i casi di quella
malattia - Non deve essere presente in caso di altre
mamattie né in individui sani - Non deve essere isolato dai tessuti in coltura
pura - Deve essere capace di riprodurre la malattia
attraverso invezione sperimentale
- I principi di Henle-Kock sono
- Ogni malattia viene associata ad un singolo
agente e viceversa - Non si tiene in conto di altri fattori in
aggiunta al singolo agente (es. malattia ad
eziologia multipla, fattori ambientali etc)
Oggi, tuttavia, la visione di Henle-Koch non è
più accettabile per la maggior parte delle
malattie
In effetti, oggi esistono molte malattie
infettive che non rispondono del tutto allo
schema rigido di Koch, che ignora i fattori
ambientali e associa una sola causa ad una
malattia e una sola malattia ad una causa. Il
principale limite dei postulati è proprio quello
di non considerare la possibilità di una
eziologia multipla (una malattia, molte cause - o
meglio determinanti) né l'eventualità che
una stessa causa possa indurre malattie
differenti.
relazione causa-effetto _ 5
17Per il tumore polmonare, i postulati di
Henle-Koch, derivati dalle malattie infettive non
sono applicabili.
- In relazione, ad esempio, al fumo di sigaretta
- Il carattere non necessario del nesso causale
è indicato non solo dal fatto che il cancro può
insorgere nei non-fumatori (sebbene con una
frequenza molto più bassa che nei fumatori), ma
dall'esistenza di numerose altre "cause" - Nel caso specifico dei tumori polmonari cause ben
note, al di là di ogni ragionevole dubbio, sono
l'asbesto, alcuni metalli pesanti, gli
idrocarburi aromatici policiclici, le radiazioni
ionizzanti e poche altre. - "In sintesi, i criteri per il riconoscimento
della relazione causa-effetto in medicina si sono
contemporaneamente complicati e indeboliti, e
tale relazione ha assunto un carattere
probabilistico".
La proprietà centrale di ogni processo
probabilistico è l'impossibilità di predire la
sorte individuale. NB non è possibile predire
chi, tra gli esposti a un certo agente nocivo,
svilupperà la malattia, ma è possibile predire
quanti la svilupperanno.
relazione causa-effetto _ 6
18Criteri di Causalità Interna.
- Antecedenza temporale della causa rispetto
all'effetto. L'esposizione all'ipotetico agente
causale precede l'evento di interesse. - Completezza. Devono essere indagati tutti i
gruppi possibili, e non solo quei gruppi il cui
studio reca sostegno all'ipotesi in discussione. - Coerenza interna dei risultati richiede
lesistenza di un legame causa-effetto univoco A
fronte di risultati di studi condotti con
tecniche, tempi e luoghi diversi. - Specificità dell'associazione se un tipo di
esposizione si associa a una sola patologia, pur
essendo state indagate più esposizioni e
patologie, allora la relazione causale della
relazione risulta più plausibile.
(B.Hill, 1971)
19Criteri di Causalità Interna.
- Relazione dose-effetto l'associazione tra un
fattore causale sospetto e una malattia risulta
più plausibile se vale non solo nel senso "tutto
o nulla" ma anche in senso quantitativo. - A incidenze diverse o a gravità diverse della
malattia corrispondono gradi diversi della
intensità desposizione all'agente causale
sospetto. - NB non è possibile predire chi, tra gli esposti
a un certo agente nocivo, svilupperà la malattia,
ma è possibile predire quanti la svilupperanno. - Ad esempio, l'incidenza del cancro polmonare non
solo è maggiore tra i fumatori, ma tra i fumatori
va crescendo con l'aumentare della quantità di
fumo consumata. Si dovrebbe cioè poter
evidenziare una relazione del tipo di quella
intercorrente, in un esperimento, tra la dose di
una sostanza somministrata e l'entità
dell'effetto biologico.
(B.Hill, 1971)
20Osservazioni.
- Unicità dell'associazione.
- Il sospetto fattore di rischio è associato
esclusivamente con la malattia in esame (la
presenza di unicità aggiunge peso all'evidenza,
ma la sua assenza ha poca importanza).
relazione causa-effetto _ 9
21CRITERI ESTERNI.
- 1) Coerenza con i risultati di altri studi per
giungere a conclusioni affidabili è essenziale
vagliare attentamente i risultati di molti studi
e presentare globalmente le conclusioni sotto
forma di una revisione critica. - Infatti, anche nella più completa buona fede, si
tende a privilegiare i risultati favorevoli
all'ipotesi che è coerente con l'esperienza
personale.
relazione causa-effetto _ 10
22CRITERI ESTERNI.
- 2) plausibilità biologica i nessi causali devono
essere coerenti con processi biologici noti. - Un divertente aneddoto, riferito da Wallis e
Roberts, riguarda la correlazione positiva, nel
tempo, tra il numero dei nidi di cicogna e il
numero di nascite nell'Europa nord-occidentale.
Poiché l'interpretazione romantica è poco
plausibile, gli autori ipotizzano che l'aumento
del numero delle abitazioni causato dall'aumento
della popolazione dia più opportunità alla
nidificazione delle cicogne.
relazione causa-effetto _ 11
23CRITERI ESTERNI.
- 3) effetto della rimozione della sospetta causa.
- Lo studio dei gruppi in cui l'esposizione ad un
sospetto agente di malattia è durata per qualche
tempo venendo poi a cessare fornisce ulteriori
elementi di chiarificazione. È necessaria una
sperimentazione controllata "di rimozione" della
causa che dimostri la prevenzione dalla malattia. - Ad esempio,
- Un'ulteriore prova dell'associazione esistente
tra fumo di sigaretta e tumore del polmone è data
dalla diminuzione relativa del rischio di cancro
negli ex-fumatori rispetto a coloro che
continuano a fumare. .
relazione causa-effetto _ 12
24Una causa e
Una causa è un atto o evento o uno stato di
natura che inizia o permette, da solo o in unione
con altre cause, una sequenza di eventi che
evolvono in un effetto.
- Dai postulati di Henle-Koch si è così giunti a
criteri più complessi e certamente meno
inattaccabili da un punto di vista logico-formale.
Evans ha descritto le analogie con il
procedimento istruttorio in sede giuridica non
si tratta solamente di un parallelo
esemplificativo, ma vi è una più profonda
relazione legata al carattere indiziario e non
sperimentale di entrambe le procedure.
Una causa che inevitabilmente produce un effetto
è detta sufficiente.
relazione causa-effetto _ 13
25UN FATTORE di RISCHIO e
- Un fattore di rischio è un evento al quale è
associata una probabilità di sviluppare una
malattia in un determinato periodo di tempo. - In questo ambito, è importante definire il
rischio degli individui esposti a particolari
fattori eziologici. Si può cominciare col
distinguere semplicemente gli individui in
esposti e non esposti, per cercare poi di
quantificare il rischio in rapporto al livello di
esposizione.
26Tipi di studi
27Due tipi di studi
- Studi sperimentali
- di difficile applicazione nello studio
delleziologia della malattia - ? analisi del beneficio prodotto dalla rimozione
di un agente nocivo - ? effetti collaterali di un farmaco di cui si sta
valutando lefficacia - Studi osservazionali
- studi trasversali o di prevalenza
- studi di coorte
- studi caso-controllo
28STUDI TRASVERSALI o di prevalenza.
- Rilevazione istantanea da una popolazione
definita dei dati su i fattori di rischio, gli
atteggiamenti dei soggetti, le loro malattie, i
loro disturbi. - Obiettivi principali
- Descrivere il carico di malattie in una
comunità, a scopo di pianificazione sanitaria - Ottenere informazioni sugli atteggiamenti della
popolazione nei confronti dei servizi sanitari,
sui bisogni di assistenza percepiti,
sull'utilizzo dei servizi sanitari stessi - Descrivere la distribuzione di una variabile
fisiologica in una comunità - Analizzare l'associazione di un fattore con una
malattia (spesso primo stadio di uno studio
longitudinale che prosegue sui non malati)
29STUDI TRASVERSALI o di prevalenza.
- Vantaggi
- ? Il ricercatore è completamente padrone della
scelta sia della popolazione, sia dei metodi di
rilevazione (ad es. Questionario e/o accertamenti
clinici), sia dei criteri diagnostici - ?Relativamente poco costoso e di breve durata se
eseguito su un campione e/o in due fasi (ad es.
Questionario compilato con visita solo dei
soggetti che danno particolari risposte) - ?Se il campionamento è corretto, i risultati sono
generalizzabili a tutta la popolazione.
30STUDI TRASVERSALI o di prevalenza.
- Svantaggi
- ? Non adatto per condizioni molto rare o di corta
durata - ? Proporzione di non partecipazione talora
elevata - ? Se i usa la sola intervista i dati sulle
diagnosi possono essere poco attendibili - ?Non fornisce indicazioni sull'incidenza ma solo
sulla prevalenza.
31STUDI TRASVERSALI o di prevalenza.
- Con riferimento all'ultimo punto, può succedere
che, negli studi eziologici - A) se la malattia è di breve durata o porta
all'allontanamen-to del gruppo esaminato o ha un
lungo periodo di latenza, può dar luogo a
conclusioni negative erronee - B) solo se si può assumere che la durata media
della ma-lattia sia la stessa nei gruppi che si
vogliono confrontare si può stimare il rischio
relativo - C) è possibile interpretare come causa della
malattia un suo effetto o un fattore legato
piuttosto alla sopravviven-za.
32STUDI LONGITUDINALI di coorte (prospettivi).
- Rilevazione dei possibili fattori di rischio in
una popolazione e suo follow-up. - Obiettivi principali
- Descrivere il cambiamento nel tempo di variabili
quantitative in rapporto alla intensità di
esposizione a possibili fattori di rischio - Analizzare l'associazione di un possibile
fattore di rischio con l'incidenza futura della
malattia - Indagare il destino a distanza di tempo di
pazienti trattati da differen-ti istituzioni
sanitarie. - SORGENTI di DISTORSIONE
- Perdite al follow-up (sforzarsi di ottenere una
proporzione di follow- up di almeno il 90) - La conoscenza dell'esposizione o meno ai
fattori di rischio può influenzare l'accertamento
della malattia.
33STUDI LONGITUDINALI di coorte (prospettivi).
- Vantaggi
- Da un punto di vista metodologico, è il metodo
di gran lunga migliore per le indagini
eziologiche Infatti - Tutti i casi di malattia o di complicazioni che
si verificano in un periodo di tempo definito
possono essere accertati, - Si possono calcolare direttamente i tassi di
incidenza nei gruppi esposti in modo differente
ai fattori di rischio in esame - La rilevazione dei fattori di rischio non può
essere distorta dalla presenza della malattia e
le loro modificazioni possono essere misurate. - Svantaggi
- Di lunga durata, difficile e costoso. È
difficile mantenere costanti nel tempo le
modalità di rilevazione - Non può saggiare ipotesi suggerite recentemente
- Non adatto per malattie rare nella coorte in
esame.
34STUDI CASO-CONTROLLO o retrospettivi .
- Rilevazione "retrospettiva" di dati da due
gruppi paragonabili, di cui uno con una specifica
malattia o esito ed uno senza. - OBIETTIVI PRINCIPALI
- ? Iniziale esplorazione del ruolo di possibili
fattori di rischio, particolarmente per le
condizioni patologiche rare. - SORGENTI di DISTORSIONE
- ? Scelta errata dei casi e soprattutto dei
controlli (la scelta dei controlli e dei criteri
di appaiamento ai casi è la chiave di volta dello
studio) - ? atteggiamenti psicologici e ricordi diversi
nei casi e nei controlli mancano quasi sempre
dati "obiettivi" sull'esposizione, - ? atteggiamento diverso dell'intervistatore
35STUDI CASO-CONTROLLO o retrospettivi .
- Vantaggi
- ? Organizzativamente semplice, rapido e poco
costoso, - ? Permette di indagare facilmente su molti
possibili fattori - ? Permette si saggiare ipotesi attuali suggerite
recentemente - ? Può essere usato per malattie molto rare
- ? Poiché dura poco, è facile mantenere costante
nel tempo le modalità di rilevazione. - Svantaggi
- ? Non permette di calcolare rischi assoluti, ma
solo rischi relativi - ? Grande facilità di distorsione
- ? Non adatto se il rischio attribuibile
percentuale nella popolazione non è elevato.
36relazione causa effetto in studi epidemiologici.
37Principi di classificazione nosologica.
38Principi di classificazione nosologica.
classificazione di individui. (AFFETTI , NON
AFFETTI) Due criteri di classificazione
- ? Fenomenologici.
- Gli individui sono raggruppati per analogie di
segni, sintomi e manifestazioni cliniche. - Diabete, schizofrenia, cancro della cervice
uterina, ecc.
- ?Eziologici
- Gli individui sono raggruppati per analogie di
esperienze ritenute causa della loro malattia. - silicosi, sifilide, saturnismo, trauma da parto,
ecc
La classificazione eziologica è più utile alla
prevenzione che alla clinica infatti non esiste
La malattia del fumatore come esiste lasma,
la tubercolosi , ecc
39ESEMPI di malattia
VITTIME di INCIDENTI.
- Criteri fenomenici
- (Pronto soccorso)
- ? Fratture,
- ? Ferite,
- ? Emorragie interne
- Criteri eziologici
- (Servizio di epidemiologia)
- ? Incidenti stradali,
- ? Incendi,
- ? Violenze,
- ? Infortuni sul lavoro
40MODELLI di MALATTIA
- Occorre conoscere o ipotizzare
- ? L'intervallo temporale tra esposizione e
insorgenza della malattia - Durata della fase di induzione
- ? L'intero intervallo temporale tra inizio del
processo patologico e manifestazione clinica - Durata del periodo di latenza
- ? La durata del decorso clinico acuto o cronico
- Durata della fase clinica
- ? L'eventuale evoluzione per studi caratterizzati
da diverse probabilità di transizione e durate - ? La relazione tra intensità della esposizione ed
entità del rischio - Relazione dose-risposta
- ? La relazione fra cessazione dell'esposizione e
rischio di insorgenza di malattia.
41Classificazione.
- Nessuna tassonomia è definitiva, consideriamo ad
esempio, l'epidemiologia descrittiva - ? Dei tumori vescicali.
- Può essere svolta in modo soddisfacente
ricorrendo a statistiche correnti di mortalità - ? Dei tumori epatici primitivi.
- Richiede la conoscenza delle diagnosi poste in
vita - ? Della sclerosi multipla.
- Richiede non solo la conoscenza della diagnosi
clinica ma anche un giudizio circa il suo grado
di certezza.
42ESEMPIO.
- Rischio di infortunio
- È legato alla persistenza dell'esposizione
- Viene meno
- Con il cessare di questa
- Rischio di Mesotelioma pleurico
- L'insorgenza della malattia
- Può verificarsi anche molti anni
- Dalla cessata esposizione ad asbesto
43EVOLUZIONE della MALATTIA
Tempo a b c d e inizio esposizione ini
zio processo patologico comparsa segni
precoci diagnosi precoce comparsa segni
sintomi diagnosi clinica instaurarsi
condizione finale esito Fase di
induzione Fase di latenza Fase clinica
44accertamento della condizione patologica.
- ?In fase preclinica, con un test di screening
- ?In fase clinica, con un test di diagnostico.
- Nel secondo caso ciò può verificarsi
- ?All'inizio del decorso clinico,
- Prima diagnosi, caso incidente, transizione di
stato. - ?In qualsiasi punto del decorso clinico,
- Caso prevalente, stato di malattia.
- ?Alla fine del decorso clinico,
- Esito guarigione, invalidità, decesso.
- Per approfondimento vai a (testdiagnostico.ppt).
45La popolazione viene studiate tramite
losservazione di sottogruppi
Dati epidemiologici sono le frequenze con cui gli
eventi morbosi si manifestano in seno a gruppi
definiti di individui, caratterizzati per una
qualche esposizione di interesse.
- Coorti fisse
- Popolazioni dinamiche
46COORTI FISSE. Esempio
- Un certo numero di soggetti, in un definito
istante temporale, subisce un'esposizione a
rischio. - La durata del periodo "a rischio" può essere
ridotta o estesa tanto quanto la sopravvivenza
individuale all'esposizione. - Il gruppo così definito resta chiuso nei
confronti dell' esterno dopo il momento della sua
costituzione. Non può cioè aversi ricambio dei
membri via via che i soggetti esposti divengono
malati (casi).
47COORTI FISSE (2).
- In una coorte fissa i soggetti entrano nella
coorte in un istante e ne escono soltanto come
casi o per cessazione del rischio Per questo il
gruppo si riduce di numerosità nel tempo e cambia
di struttura di età, di suscettibilità alla
malattia, ecc. - Suscettibilità individuale alla malattia ? al
passare del tempo, - Si selezionano fra i "sopravvissuti."
- Soggetti sempre meno suscettibili.
48COORTI FISSE (3).
- Esempi di coorti fisse
- ? Gli abitanti di Hiroshima sopravvissuti
all'esplosione atomica del 6 agosto 1946. - ? I residenti al 10 luglio 1976 nel comune di
Seveso. - ? I residenti a Chernobyl al 26 aprile 1986.
49POPOLAZIONI DINAMICHE.
- Osserviamo, in un definito periodo di tempo,
- Gli addetti ad una catena di montaggio.
- Se il periodo è lungo e il turnover elevatoin
ogni istanteil gruppo in osservazione sarà
costituito da individui in tutto o in parte
diversi. - Inizio dell'osservazione ? n definito di
soggetti. - Durante il periodo di osservazione
- Alcuni contraggono la malattia (escono?.
- Altri escono sani dall'azienda (escono?.
- Altri entrano a far parte dell'azienda
(entrano? .
50POPOLAZIONI DINAMICHE.
- Esempi di popolazioni dinamiche
- ? I dipendenti di una azienda nel periodo
6.6.30-15.9.60. - ? I fumatori di sigarette nel periodo
1.1.60-31.12.69. - ? I residenti a Roma fra il 1.1.71 e il 31.12.80.
51COORTI FISSE E POPOLAZIONI DINAMICHE Ad ogni
istante la dimensione del gruppo può
- ?
- variare
- e anche
- la struttura per età, suscettibilità, ecc. può
- ?
- variare
- ?
- popolazione dinamica
- ?
- rimanere costante
- ?
- coorte stabile
- e anche
- la struttura per età, suscettibilità, ecc. può
- ?
- rimanere costante
- ?
- coorte fissa
52associazione tra rischio e malattia.
- Studio longitudinale.
- Vi è un lasso di tempo tra il momento in cui si
considera l'esposizione e quello in cui si rileva
la condizione di malattia. - ? È reclutato un appropriato numero di soggetti
(su base fissa o dinamica). - ? I soggetti reclutati sono seguiti per un
prestabilito periodo di tempo. - ? Si conteggia il numero di casi insorti.
- Casi incidenti.
- Studio trasversale.
- Stato di malattia e condizione di esposizione
sono rilevati nello stesso istante temporale. - ? La popolazione è osservata, idealmente, in un
istante. - ? Si conteggiano i casi presenti in quel momento.
- Casi prevalenti.
53STIMA DEL RISCHIO E DELL'INCIDENZA.
- Il significato delle stime calcolate nei
diversi tipi di studi epidemiologici varia a
seconda della schema seguito nella selezione dei
soggetti osservati. - Quando si stima il rischio o l'incidenza
- ? i soggetti sono considerati fin tanto che sono
suscettibili di ammalare (candidati a rischio) - ? individui immuni, privi dell'organo bersaglio
(donne isterectomizzate, nel caso di studio dei
tumori dell'utero) o affetti dalla malattia in
studio (casi prevalenti) non sono da considerare - ð la durata dell'osservazione
(periodo di follow-up), per ogni individuo, va
dal reclutamento - ? all'insorgenza della malattia,
- ? alla morte per altra causa,
- ? al momento in cui se ne perdono le tracce,
- ? all'uscita dalla condizione di rischio,
- ? alla conclusione dello studio stesso.
Vedi Misure di Odds, Tassi e Rischi (ciclo 1)