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ALCUNI ESEMPI DI INTELLETTUALI DONNE Ricordiamo in ambito matematico Marie Sophie Germain (1776-1831), nel campo della psicoanalisi Anna Freud (1895-19829), ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: L


1
  • LIIS Vaccarini
  • in rete con lITISCannizzaro
  • realizza il progetto
  • Identità di genere e pari opportunità
    nellapprendimento tecnologico-scientifico

2
Il territorio etneo territorio, miti,
storia.
  • Il contributo delle donne alla ricerca geologica
    nel territorio etneo.

3
LE DONNE E LA SCIENZA
4
NELLANTICHITA
  • Fin dai tempi più antichi la storia delle donne
    nei vari campi della conoscenza è stata
    caratterizzata da un esclusione sociale molto
    rigida, che ha causato una marcata differenza di
    genere a favore di quello maschile, che dura
    tuttoggi.

5
EN HEDUANNA
  • Il caso di En HeduAnna, la figlia di Sargon I
    (il Grande Re di Akkad 2335-2279 a.C.), è un
    fatto isolato e, comunque, spiegabile con
    lappartenenza della scienziata alla famiglia
    reale. Nella storia dellumanità essa è la prima
    donna che si sia occupata di scienza e di cui ci
    sia testimonianza. Sappiamo che alla corte del
    padre studiava i movimenti della Luna e delle
    stelle, ma nulla di più.

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AGLAONIKE
  • Un altro caso è quello di Aglaonike,astronoma
    della Tessaglia del II sec. A. C.

7
IPAZIA
  • Emblema dellesclusione delle donne dal sapere
    scientifico è la figura di Ipazia dAlessandria
    (IV-V sec. d.C.), figlia del matematico Teone,
    grande matematica anche lei e astronoma, uccisa
    barbaramente da un gruppo di fanatici nel 415 per
    ordine di Cirillo, vescovo di Alessandria
    dEgitto.

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LE DIFFICOLTA
  • Le scienziate che sono riuscite ad affermarsi nel
    corso dei secoli sono quelle che hanno prodigato
    un impegno maggiore a quello dei colleghi maschi
    e che hanno dovuto affrontare numerosi ostacoli o
    hanno potuto contare su un maggiore sostegno
    familiare o su uno status economico agiato.

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XIX SECOLO
  • Sul piano internazionale nel 1800 alcune donne
    riuscirono a frequentare le facoltà scientifiche
    inserendosi quindi nella comunità scientifica.

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ALCUNI ESEMPI DI INTELLETTUALI DONNE
  • Ricordiamo in ambito matematico Marie Sophie
    Germain (1776-1831), nel campo della psicoanalisi
    Anna Freud (1895-19829), nel settore medico
    pedagogico la figura di Maria Montessori
    (1870-1952), la prima donna dellItalia unita a
    laurearsi in medicina a Roma (1896) e ad
    esercitare la professione di medico.

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IN ITALIA
  • Per quanto riguarda lItalia, solo nel 1874
    venne permesso laccesso alle donne nei licei e
    nelle università, ma ci vollero molti anni prima
    che il fenomeno ottenesse una certa rilevanza.

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LITALIA NEL 9OO
  • Nellanno 1900 si registrarono 250 iscritte alle
    università italiane, più di mille ai ginnasi e 10
    000 alle scuole professionali e commerciali.
  • Nel 1945 il voto alle donne fu un altro passo in
    avanti. La legge 66 del 1963 garantì alla donna
    di accedere a tutte le professioni e agli
    impieghi pubblici senza limitazione di carriera.

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I PREMI NOBEL
  • Dal 1901, anno dellistituzione del premio Nobel
    ad oggi, su 500 premi assegnati nel corso del XX
    secolo solo 12 sono stati attribuiti alla scienza
    femminile. Per esempio si pensi a Marie
    Sklodowska Curie (1867-!934), polacca, nobel per
    la Fisica e la Chimica o a Rita Levi Montalcini
    (nata nel 1909), nobel per la Medicina (1986).

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ALLOMBRA DEGLI UOMINI
  • Daltra parte le donne, anche quando non sono
    state escluse dagli studi, spesso hanno lavorato
    allombra di grandi uomini e in privato,
    lasciando comparire in pubblico solo la presenza
    maschile. Di solito le donne non emergono,
    specialmente quando si tratta di ricevere il
    riconoscimento dei loro studi. Così è accaduto,
    per fare un esempio, a Milena Maric (1875-19489),
    prima moglie di Albert Einstein, che aiutò il
    marito nei suoi studi d Fisica, ma che si rifiutò
    di citare il proprio nome nelle pubblicazioni
    dello scienziato, dicendo di ritenersi un
    tuttuno con il marito.

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I RICONOSCIMENTI RUBATI
  • Altre donne, invece, sono state
    deliberatamente defraudate dei loro meriti. Basti
    citare la biologa Rosalind Franklin (1920-1958),
    che diede un contributo rilevante alla scoperta
    della struttura a doppia elica del DNA in
    questo caso il premio Nobel fu assegnato ai suoi
    colleghi Francis Crick e James Watson,
    appropriatisi dei risultati delle sue ricerche.

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OGGI IN ITALIA
  • Oggi la situazione è migliorata. Nel nostro
    Stato, secondo un inchiesta, curata da Rossella
    Palomba (ricercatrice del CRN), tra il 1995 e il
    1998, le studentesse italiane hanno ottenuto il
    52 delle lauree in discipline scientifiche,
    superando i ragazzi anche per la qualità, perché
    hanno ottenuto i voti migliori. Gli enti statali
    hanno assunto però il 63 di uomini. Dal 1999 le
    ricercatrici sono diventate il 60,4 , ma sono
    rimaste ferme ai gradini più bassi. Infine solo
    il 6,8 di donne fa carriera.

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A CATANIA
  • Laura Branciforte ricostruisce landamento di
    tale presenza. Ella segnala unintensificazione,
    in sintonia con i dati nazionali, di presenze
    femminili a partire dal 1919-20 in tutti i corsi
    di laurea, tranne in Giurisprudenza, facoltà
    rigidamente maschile. Negli anni Trenta il numero
    di donne iscritte allAteneo catanese diminuisce.
    Nel periodo bellico e postbellico (fino al 1955)
    le donne iscritte a Catania aumentano,
    conformemente alla forte concentrazione avvenuta
    sul piano nazionale. E interessante notare
    lorientamento delle donne verso le Lettere, la
    Matematica, la Farmacia e, persino, verso le
    facoltà tradizionalmente maschili
    (Giurisprudenza, Medicina, Economia), un fenomeno
    che diventerà più rilevante negli anni Settanta.

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LE PRIME LAUREATE CATANESI
  • La prima donna laureata catanese spetta alla
    facoltà di Giurisprudenza, Maria Caterina Bruno
    (1893-1894) la prima docente dellAteneo fu
    Grazia Caldarera Moscatello, da ricordarsi anche
    come la prima laureata in Scienze matematiche,
    fisiche e naturali, attiva dal 1917 presso
    listituto di Botanica. Si ricordi anche Pia
    Nalli, incaricata di calcolo superiore, dal 1921
    al 1927 titolare della cattedra di Analisi
    algebrica. Ciononostante nella facoltà di Scienze
    le donne appaiono per lo più nel ruolo di aiuti,
    assistenti, volontarie.

19
LAUREATE IN LETTERE A CATANIA
  • . A Lettere le donne docenti sono, allinizio, in
    numero minore rispetto alla facoltà di Scienze.
    Fino al 1950 possiamo ricordare solo due nomi
    illustri Carmelina Naselli (titolare della
    cattedra di Storia delle tradizioni popolari dal
    1949) e Gina Fasoli (titolare della cattedra di
    Storia medievale dal 1950). Solo dal 1968-69 le
    cose cambiarono, anche se le donne docenti (70)
    rivestivano per lo più ancora il ruolo di
    assistenti.

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A CATANIA OGGI
  • In conclusione a Catania si riscontra oggi un
    numero di donne nelle Università sempre in
    incremento e paritario rispetto a quello
    maschile, ma ancora debolmente presente nei
    vertici delle carriere. Questo accomuna la nostra
    città alla maggioranza delle situazioni
    accademiche italiane..

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GEOLOGIA
  • Nel settore della Geologia cè ancora molta
    strada da fare. Accanto a illustri nomi maschili,
    come quello di C. Gemmellaro e di G. Recupero,
    mancano nomi di scienziate donne. Unica eccezione
    è Doroty Hill (1907/1997), geologa e paleontologa
    australiana, docente delluniversità di Queesland
    dal 1952 al 1972. Comunque bisogna giungere ai
    giorni nostri per riscontrare un numero cospicuo
    di iscritte in Geologia nelle nostre università

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ALCUNE BIOGRAFIE ILLUSTRI
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La Compiuta Donzella
(XIII sec.)
  • Vissuta a Firenze, è lautrice di tre sonetti,
    ma è soprattutto lunico nome femminile nella
    letteratura delle origini. In una sua poesia, A
    la stagion che l mondo foglia e fiora, lamenta
    come per lei larrivo della primavera non porti
    amore e allegria, come per tutti i finamanti,
    ma tristezza e dolore perché il padre lha
    promessa in sposa contro il suo volere a un uomo
    che lei non ama.

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. In un altro sonetto, Una voce di donna, la
poetessa esprime la sua tristezza per la perdita
di gentilezza e cortesia nella società
contemporanea. Ella vorrebbe ritirarsi dal mondo
e votarsi a Dio pur di sottrarsi al matrimonio
con uno sconosciuto, cui lha destinata il padre.
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E significativo come nella poesia lirica dei
primi secoli (almeno fino al XVI) le donne, che
sono le protagoniste indiscusse, le ispiratrici e
le destinatarie, siano lontane dal campo della
produzione poetica.
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. Cè dunque una profonda contraddizione tra il
ruolo determinante esercitato dalla donna
nellimmaginario maschile e una sua profonda
difficoltà a diventare in prima persona soggetto
di produzione poetica. Questa contraddizione
attraversa tutta la nostra tradizione letteraria
e arriva fin quasi ai nostri giorni, salvo alcune
rilevanti eccezioni.
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Tale situazione è dovuta in larga parte alle
condizioni sociali e antropologiche della donna
scarsa alfabetizzazione e reclusione nel
ristretto ambito familiare. Sullo stato di
deprivazione socio-culturale delle donne nel
periodo delle origini della nostra letteratura è
interessante losservazione di Dante nel capitolo
XXV della Vita nova . In essa si afferma che da
circa centocinquantanni i poeti avevano
cominciato ad usare la lingua parlata, il
volgare, allo scopo di far intendere le loro
parole a donna, cioè allamata o allamante,
partendo dal presupposto che le donne erano in
grandissima maggioranza ignoranti della lingua
latina, privilegio dei dotti e degli uomini di
cultura.
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Sonia Calvari Sonia Calvari è responsabile
dellUnità funzionale di Vulcanologia e
Geochimica dellINGV di Catania, un istituto che
svolge attività di monitoraggio nellambito della
sismologia e della vulcanologia nel territorio
etneo.
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Ha conseguito la laurea in Geologia
allUniversità degli Studi della Calabria a
Cosenza. Ha poi effettuato il dottorato di
ricerca in Inghilterra allUniversità di
Lancaster, quando già lavorava come
ricercatrice. In una intervista (rilasciata il
14-10-2008) ha affermato che non esistono lavori
femminili e lavori maschili.
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Ciò che la interessa nel suo lavoro è la sfida di
affrontare situazioni nuove e di rendersi utile
alla terra che la ospita, cioè la Sicilia.
Lattività più interessante che ha svolto è
stata losservazione della colata lavica del
1991-93, effetto di uneruzione pericolosa che ha
minacciato Zafferana Etnea. Il frutto di quella
esperienza è stato una migliore comprensione
della formazione dei tunnel lavici, le cui grotte
in tanti visitano sullEtna.
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Giusy Pedalino
  • E una donna interessante per la sua biografia,
    ricca di molteplici risvolti.
  • Iscrittasi in Ingegneria elettronica al
    Politecnico di Torino, piena di nostalgia per la
    sua terra, è tornata a Catania dove si è iscritta
    in Geologia. Contemporaneamente si iscrive al
    WWF, per partecipare alla lotta per la difesa
    dellambiente.
  • Per mantenersi agli studi fa linsegnante di
    baseball ai bambini e diventa prima Allenatore,
    poi Educatore sportivo.

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Laureatasi in Geologia, continua a lottare per
lambiente e crea con altre due amiche
lAssociazione Orione. Organizza il primo Campo
Avventura per bambini esistente in Sicilia e,
oltre a seguire gli studi di Geologia, svolge
lattività di guida del WWF. Il suo motto è Non
fermarsi mai e rinnovarsi sempre Il suo
desiderio. Far sentire a tutti il respiro
dellEtna.
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Il contributo di due RICERCATRICI allo studio
delle eruzioni etnee.
EMANUELA GUIDOBONI E CECILIA CIUCCARELLI
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Delleruzione del 1669 E. Guidoboni (studiosa
della SGA di Bologna) dà una descrizione
dettagliata e fornisce una descrizione dei danni
subiti dalla struttura urbanistica della città di
Catania
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C. Ciuccarelli,a sua volta, esegue uno studio sul
terremoto del 1693 e dei conseguenti danni subiti
dai monumenti catanesi, primo fra tutti la
cattedrale di SantAgata.
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LE DONNE NEI MITI ETNEI
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AETNA
  • Nellimmaginario antico lEtna, lenorme e
    spaventoso vulcano, che terrorizzava con le sue
    eruzioni e i suoi boati, si popolò subito di
    personaggi mitologici Tifone, i Ciclopi, Aci, e
    lo stesso dio del fuoco Efesto (o Vulcano). Sul
    monte era venerato persino Giove con lattributo
    di Etneo, in onore del quale venivano celebrate
    le feste Etnee. Cera anche una ninfa, Aetna,
    figlia di Urano e di Gea, i progenitori del mondo
    secondo i Greci, che avrebbe dato il nome al
    monte

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La presenza femminile è notevole nei miti etnei
sia nellonomastica del monte, sia come forza
progenitrice (Gea, madre di Etna), sia come
motore di molti eventi eruttivi, che vedremo in
seguito.
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ACI E GALATEA
  • Narra Ovidio che Polifemo era innamorato della
    ninfa Galatea. Invano egli la supplicava e
    implorava. Galatea non rispondeva alle sue
    proposte amorose sia perché il Ciclope era
    brutto, sia perché la ninfa era innamorata di
    Aci, un pastorello, figlio di Fauno, che
    pascolava il suo gregge presso il mare.

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. Quando il Ciclope sorprese i due amanti che si
baciavano, per la rabbia prese un grosso masso di
lava e lo scagliò con immensa forza sul giovane
amante, schiacciandolo. Galatea pianse tutte le
sue lacrime sul corpo del pastorello. Gli dei
ebbero pietà di Aci e Galatea e trasformarono Aci
in un fiume, che, sfociando nel mare, potè
ricongiungersi eternamente con la sua ninfa.
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ROSEMARINE E IL PASTORELLO MASCALI
  • Sulle pendici orientali dellEtna, in una
    vallata ricchissima di palme e irrigata da
    fresche acque, viveva una ninfa leggiadra di nome
    Rosemarine. Di lei era innamorato il pastorello
    Mascali e la fanciulla lo ricambiava di cuore,
    disprezzando le offerte amorose dello zoppo
    Vulcano, il dio del fuoco che aveva la sua
    risonante officina dentro le viscere dellEtna.

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Vulcano, ingelositosi, scagliò un ruscello
incandescente di lava sul giovinetto e lo
incenerì ma, per non farsi vedere troppo
crudele, ne risparmiò la casa nella vallata ricca
di palme e di acque. Rosamarine disperata
si lanciò in mezzo alle lave incandescenti,
scomparendo così per sempre in essa. In
ricordo di questo amore,fu dato il nome di
Mascali al piccolo centro urbano che sorse in
quei luoghi.
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In ricordo di questo amore,fu dato il nome di
Mascali al piccolo centro urbano che sorse in
quei luoghi. Quando il borgo di Mascali nel 1928
fu distrutto dalla lava scaturita dai crateri
Montarsi, una palma rimase intatta, sebbene
completamente circondata di lava. E stato forse
dalla visione delle palme isolate in mezzo alla
lava dellEtna che avuto origine la leggenda di
Rosemarine, che i vecchi Mascalesi hanno
tramandato oralmente interpretando questo fatto
come un omaggio del dio Vulcano alla bella e
infelice Rosemarine.
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