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Benedetto Spinoza

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Benedetto Spinoza Degli alunni della IV E del Liceo Scientifico di Capo d Orlando e di Rinaldo Anastasi Testo di riferimento: Nicola Abbagnano Giovanni Fornero ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Benedetto Spinoza


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Benedetto Spinoza
  • Degli alunni della IV E del Liceo Scientifico
  • di Capo dOrlando
  • e di Rinaldo Anastasi

Testo di riferimento Nicola Abbagnano Giovanni
Fornero, Protagonisti e Testi della Filosofia,
Volume B, tomo 1, Paravia,
2
  • 1632 - 1677

In una libera Repubblica é lecito a chiunque di
pensare quello che vuole e di dire ciò che pensa
3
  • La vita

Baruch Spinoza nacque ad Amsterdam il 24 novembre
1632 da famiglia ebraica di origine portoghese.
Spinoza venne istruito nella conoscenza
approfondita dei testi sacri e della lingua
ebraica. Giovane dalle enormi capacità all'inizio
fu criticato e condannato poiché metteva in
discussione la tradizione ebraica. Scomunicato fu
costretto ad abbandonare l'attività commerciale
che svolgeva con il fratello e a dedicarsi alla
politura di lenti per telescopio e microscopio.
Andò a vivere in una piccola città dove poteva
studiare liberamente i suoi libri, rinunciando a
qualsiasi cosa del mondo (compresa una cattedra
universitaria). Spinoza passò gli ultimi anni
della sua vita all'Aia. Ammalatosi di tisi non
cambiò le sue abitudini. Morì il 21 febbraio
1677. I suoi manoscritti furono affidati
all'amico Jan Rieuwertsz che ne curò la
pubblicazione nel corso dello stesso anno. La
biblioteca di Spinoza fu messa all'asta per
pagare i suoi funerali.
4
  • Le opere
  • Principi della filosofia di Cartesio
  • Pensieri Metafisici
  • Ethica ordine geometrico demonstrata
  • Methodus inveniendi argumenta redatta ordine et
    tenore geometrico
  • Opera Posthuma (1677), voluta e messa a punto dai
    suoi discepoli a pochi mesi dalla sua scomparsa,
    e che comprende anche il Trattato
    sull'emendazione dell'intelletto, il Trattato
    Politico, l'Epistolario e una grammatica ebraica,
    il Compendium grammatices linguae hebreae.

5
Nel 1670 Spinoza aveva pubblicato, anonimo, il
Trattato Teologico-Politico, opera che suscita un
clamore ed uno sdegno generali, in quanto
presenta un'accurata analisi dell'Antico
Testamento, tendente a negare la sua origine
divina. La Scrittura viene infatti definita come
prodotto storico, come insieme di testi redatti
da uomini in diverse epoche storiche, e non come
il mezzo privilegiato della rivelazione di Dio
all'uomo. Le profezie narrate nel testo sacro
vengono spiegate ricorrendo alla facoltà della
immaginazione di coloro che le hanno
pronunciate, mentre gli eventi miracolosi privati
di qualsiasi consistenza reale, vengono definiti
come accadimenti che gli uomini non riescono a
spiegarsi e che per questo, per l'ignoranza delle
cause che li hanno prodotti, finiscono per
attribuire ad un intervento soprannaturale.
Infine, il Trattato sostiene la necessità per uno
Stato di garantire ai suoi cittadini libertà di
pensiero, di espressione e di religione
attraverso una politica di tolleranza di tutte le
confessioni e di tutti i credi, e di non
interferire in questioni che non ledano la
sicurezza e la pace della società. Spinoza viene
presto riconosciuto come autore dell'opera, che
viene messa al bando dalle autorità olandesi a
partire dal 1674, insieme con il Leviatano
diThomas Hobbes.
6
  • La filosofia come catarsi (purificazione)
    esistenziale ed intellettuale

La filosofia è uno strumento di salvezza
anzi, è una via di salvezza esistenziale
Perché la delusione nei confronti dei comuni
valori della vita è forte. Per cui diventa
necessaria la ricerca di un bene vero, capace di
appagare totalmente lanima.
pag. 293
7
Beni universalmente agognati dagli uomini
ricchezze
onori
piaceri
cose vane
perché non appagano veramente lanimo e i suoi
bisogni profondi
perché sono transeunti ed esteriori
perché generano per lo più inquietudini ed
inconvenienti vari
8
onori
eppure nonostante la loro natura ingannevole
piaceri
ricchezze
essi hanno la forza di incatenare la mente,
oscurandone le facoltà ed ostacolando la sua
ricerca di valori superiori
pag. 293
9
per il raggiungimento del
I beni comuni
Il filosofo non li condanna
sono scambiati per il
e perciò sono
sommo bene
impedimenti
Il filosofo condanna lassolutizzazione dei beni
comuni, la loro quotidiana trasformazione da
mezzi in fine!
Di conseguenza, lascesi, cioè lastensione dai
beni comuni, non implica un loro rifiuto totale,
ma solo una loro relativizzazione in vista di
qualcosa di più alto!
pag. 294
10
Per cui
è bene lasciare il certo, ossia i beni volgari,
per lincerto, cioè lipotetica perfezione
ideale,
che è tale perché soddisfa appieno lanimo,
procurandogli lagognata serenità e letizia.
Meta-temporale, meta-finito
pag. 294
11
Tuttavia, mentre per il filosofo cristiano la
cosa eterna ed infinita si identifica con Dio e
la gioia suprema con il suo raggiungimento
celeste, per Spinoza linfinito e leterno si
identificano con il Cosmo ( panteismo) e la
gioia suprema con lunione della mente con la
natura.
12
LA METAFISICA IL PANTEISMO
IL METODO GEOMETRICO
CONCETTO DI SOSTANZA
13
Ethica ordine geometrico demonstrata
Etica dimostrata secondo l ordine geometrico
Questa enciclopedia delle scienze filosofiche,
grande capolavoro di Spinoza, tratta dei vari
problemi che la metafisica si è sempre posti
antropologici, psicologici, morali, e
soprattutto, come si può notare dal titolo,
etici. Spinoza nella sua opera usa un metodo
geometrico, com è facile dedurlo dal titolo,
infatti utilizza un procedimento espositivo che
si scandisce secondo definizioni, assiomi,
proposizioni, teoremi, dimostrazioni, corollari e
delucidazioni.
MOTIVI DELLA SCELTA METODO GEOMETRICO
  1. Spinoza è influenzato dalla moda matematizzante
    dell epoca, come ad esempio Hobbes, che
    perseguiva l ideale di un sapere rigoroso ed
    universalmente valido
  2. Spinoza è un ammiratore delle matematiche e vede
    nella trattazione geometrica, come nel latino,
    una garanzia di precisione e di sinteticità
    espositiva, nonché di distacco emotivo nei
    confronti dellargomento trattato
  3. Spinoza è convinto che il reale costituisce una
    struttura necessaria, di tipo geometrico, in cui
    tutte le cose sono concatenate logicamente fra di
    loro e quindi deducibili sistematicamente luna
    dallaltra.

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SOSTANZA
Sostanza forma (l essenza necessaria di una
cosa) sìnolo (lindividuo concreto in cui è
incarnata. Nella filosofia aristotelica era la
sostanza, cioè lunione di materia e forma)
Mondo insieme di sostanze gerarchicamente
ordinate.
Concezione greco-medievale
Sostanza ciò che esiste di per se stessa Dio,
cioè realtà originaria ed autosufficiente, che
essendo causa sui non riceve lesistenza da
altro. Ma accanto alla sostanza prima di Dio
ammette, come sostanze seconde, la res extensa e
la res cogitans, realtà che per esistere hanno
bisogno unicamente di Dio. Lambiguità
cartesiana è evidente da un lato la sostanza è
ciò che per esistere non ha bisogno che di se
medesima ( Dio) e dallaltro è ciò che per
esistere ha bisogno soltanto di Dio ( le
creature).
Concezione di Cartesio
Sostanza ciò che è in sé e per sé si
concepisce, vale a dire ciò il cui concetto non
ha bisogno del concetto di un altra cosa da cui
debba essere formato
Concezione di Spinoza
Con la prima parte della formula Spinoza intende
dire che la sostanza, essendo da sé, in quanto
deve unicamente a se stessa la propria esistenza,
rappresenta una realtà autosussistente ed
autosufficiente, che per esistere non ha bisogno
di altri esseri. Con la seconda parte della
formula egli intende dire che la nozione di
sostanza, essendo concepibile soltanto per mezzo
di se medesima, rappresenta un concetto che per
essere pensato non abbisogna di altri concetti.
15
Proviamo ad essere più chiari!
  • Spinoza accetta la concezione cartesiana della
    Sostanza, ma esclude le distinzioni fatte da
    Cartesio la Sostanza è una, infinita il
    pensiero e lestensione sono solo i modi nei
    quali quella si manifesta.

16
Le proprietà della sostanza e lidentificazione
di Dio con la natura.
Dalla definizione di sostanza Spinoza deriva una
serie di proprietà di base che la caratterizzano
Unica poiché non esistono sostanze nella natura
con lo stesso attributo.
Infinita in quanto la sua essenza non ha limiti
e non dipende da altro.
Increata in quanto per esistere non ha bisogno
di altro, essendo causa di sé.
Eterna in quanto possiede l esistenza poiché
non la riceve da altro.
17
La sostanza è Dio
Questa Sostanza increata, eterna, infinita e
unica non può che essere Dio, in quanto è
increato, eterno, infinito e unico.
La prova a posteriori afferma che le cose
esistono o per virtù propria o per mezzo di un
ente necessario che avendo in sé la causa del
proprio esistere è pure la causa degli esseri
contigenti.
La prova ontologica o a priori afferma che Dio è
una realtà che ha in sé la propria ragion
dessere, quindi non può non esistere.
Prove che dimostra-no che la sostanza è Dio
18
L unicità della Sostanza
Spinoza fonda sull unicità della Sostanza il
principio che Dio e il mondo costituiscono uno
stesso ente, poiché Dio non è fuori dal mondo, ma
nel mondo, e forma, con esso, quella realtà
globale che è la Natura.
Tutto ciò che è, è in Dio, e senza Dio nessuna
cosa può essere concepita (Etica, I, prop. 15)
Panteismo identifica Dio o la Sostanza con la
Natura, considerata come realtà increata, eterna,
infinita, ed unica, da cui derivano ed in cui
sono tutte le cose.
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Attributi e modi
Qualità essenziali o strutturali della Sostanza
essendo questultima infinita, in quanto la sua
essenza è illimitata, infiniti saranno pure i
suoi attributi
Specificazioni della Sostanza e dei suoi
attributi, modi di essere, manifestazioni o
concretizzazioni particolari degli attributi, che
si identificano con i singoli corpi e le singole
idee, che non hanno sostanzialità, in quanto
esistono e possono essere pensati soltanto in
virtù della Sostanza e dei suoi attributi. Se la
Sostanza è ciò che è in sé e per sé si
concepisce, i modi saranno invece ciò che è in
altro, per il cui mezzo è pure concepito
Di conseguenza, in virtù dellequazione Sostanza
Natura, questultima risulterà costituita da
uninfinità di dimensioni, simile ad un unico
immenso prisma dalle illimitate facce. Tuttavia,
degli infiniti attributi della Sostanza, e quindi
degli infiniti volti della natura, noi ne
conosciamo soltanto due
modi infiniti, cioè proprietà strutturali degli
attributi
modi finiti, ossia gli essere particolari, questo
corpo o quella idea, che derivano gli uni dagli
altri secondo una catena infinita
lestensione, ossia la materia
il pensiero, cioè la coscienza
dato linfinto attributo dellestensione, ne
seguono il movimento o la quiete
dato linfinto attributo del pensiero, ne
seguono lintelletto e la volontà
il mondo come totalità
20
Ricapitolando Sostanza Dio Natura
Sostanza (ciò che è in sé e si concepisce per sé
Dio è increata, eterna, infinita, unica)
21
Per portare un esempio
Ora, mentre le singole onde, come le cose finite
del mondo, vanno e vengono in quanto
rappresentano pieghe e modi di essere transeunti
dellunica massa marina, loceano e le sue
proprietà, come il sistema Sostanza-attributi-modi
infiniti, permane in eterno tale quale, pur
continuando incessantemente a specificarsi nella
serie infinita delle onde.
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Ritraducendo il tutto in termini filosofici la
Sostanza di Spinoza è la Natura come realtà
infinita ed eterna, che si manifesta in una
infinità di dimensioni ( gli attributi) e che si
concretizza in una infinità di maniere dessere
( i modi). Per cui, quando Spinoza distingue fra
la Natura naturante ( Dio e gli attributi,
considerati come causa) e la Natura naturata (
linsieme dei modi, visti come effetto), non fa
che ribadire panteisticamente che la Natura è
madre e figlia di se medesima, in quanto è
unattività produttrice il cui prodotto non
esiste fuori di essa, secondo lo schema di ciò
che Spinoza chiama causalità transitiva, bensì in
essa stessa, secondo lo schema di ciò che Spinoza
definisce causalità immanente. Secondo Spinoza,
nel Dio-Natura coincidono libertà e necessità.
Dio, infatti, è libero perché agisce senza alcun
condizionamento esterno, ma è necessitato perché
agisce necessariamente in virtù delle leggi
immanenti del suo essere (pag. 298).
23
È Chiaro? Se sì saltiamo diapositive, se non
leggiamola insieme!
Spinoza deriva da Cartesio ed è molto importante
perché elimina il dualismo cartesiano di res
cogitans e res extensa, fondando il
panteismo. Spinoza riprende la definizione
cartesiana scrive Giannantoni - e la svolge
in modo rigoroso Sostanza è ciò che è in sé e
che si concepisce per sé, o in altri termini, ciò
che non ha bisogno del concetto di unatra cosa
da cui debba essere formato. Consegue da questa
definizione che solo Dio, e non - come voleva
Cartesio - anche il pensiero e lestensione, è
veramente Sostanza. Solo Dio, infatti è causa
sui, è ciò la cui essenza implica lesistenza e
la cui natura non si può concepire se non come
esistente. Tale sostanza è una e quindi è nello
stesso tempo Dio e natura.
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oltre che essere una
La Sostanza
è eterna, infinita, libera e necessaria
Possiede innumerevoli attributi, infiniti ed
eterni, ma noi ne conosciamo soltanto due il
pensiero e lestensione
Un essere pensante non è altro che un modo del
pensiero infinito
Gli attributi si manifestano attraverso
innumerevoli modi, finiti e contingenti, che sono
modificazioni degli stessi attributi
Un corpo in movimento nello spazio non è altro
che un modo dellestensione infinita
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Dio è nel mondo come
La natura naturans o naturante è la Natura vista
come causa, ossia Dio e i suoi attributi
NATURA NATURANS cioè come immanente e attiva
potenza generatrice
Il mondo è in Dio come
La natura naturata è la Natura vista come
effetto, ossia linsieme dei modi
NATURA NATURATA cioè come prodotto che non si
distacca, ma resta intrinseco alla potenza che
lha generato
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La Natura madre e figlia di se stessa
Con la distinzione fra natura naturante e natura
naturata, Spinoza ribadisce panteisticamente che
la Natura, essendo lunica realtà esistente,
risulta simultaneamente madre e figlia di se
stessa!
27
I due problemi fondamentali dello spinozismo
  • Gli interrogativi di base che emergono dall'Etica
    sono essenzialmente due
  • 1) che cos'è, in definitiva, la Sostanza
    di Spinoza?
  • 2) che rapporti esistono, precisamente,
    fra la sostanza e i suoi modi?
  • Per quanto riguarda la prima questione bisogna
    dire che la sostanza è la Natura, ma non intesa
    come forza generatrice, quanto come ordine
    geometrico delluniverso, ossia il Sistema o
    lOrdine immanente delle cose.
  • Il Dio-Natura di Spinoza è quindi l'ordine
    geometrico dell'universo, cioè il Sistema o la
    Struttura globale delle leggi e delle relazioni
    necessarie fra le cose.
  • Per quanto riguarda il secondo punto, relativo ai
    rapporti tra sostanza e modi, si deve dire che
    Spinoza ha scartato i due modelli tradizionali
  • -la dottrina della creazione
  • -la dottrina dellemanazione
  • Egli ha escluso formalmente la prima, in quanto
    si fonda sull'impossibile riduzione del modo
    d'agire della Sostanza al modo d'agire umano.
  • La creazione supporrebbe intelletto, volontà,
    arbitrio, scelta, tutte cose che, secondo
    Spinoza, non hanno senso riferite al suo
    Dio-Natura.
  • Qual è il motivo per cui Spinoza non attribuisce
    a Dio l'intelletto, la volontà e l'amore? La
    ragione sta nel fatto che Dio è la sostanza,
    mentre intelletto, volontà e amore sono "modi"
    del pensiero assoluto (che è un "attributo")
    essi appartengono al mondo.
  • D'altro canto in Spinoza non c'è traccia della
    seconda dottrina, quella dell'emanazione, che
    avrebbe fatto della sua teoria la ripetizione
    esatta di quella di Bruno, secondo cui la natura
    infinita, per la sua sovrabbondanza di potenza,
    genera infiniti mondi.
  • La Sostanza spinoziana è piuttosto un Teorema o
    un Ordine cosmico, da cui le cose scaturiscono o
    seguono in modo necessario, esattamente come
    dalla definizione del triangolo segue che la
    somma dei suoi angoli interni è un angolo piatto.
    Quindi i singoli modi derivano dalla Sostanza
    esattamente come i singoli teoremi, corollari
    derivano dalla geometria e dai suoi principi.
  • La necessità, matematicamente pensata, diventa
    quindi, per Spinoza, la fondamentale categoria
    esplicativa della realtà.

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SPINOZA CRITICA ALLA VISIONE FINALISTICA DEL
MONDO E AL DIO BIBLICO
  • Spinoza pose la concezione di Dio come ordine
    geometrico delluniverso in antitesi a quella
    finalistica del mondo che aveva un Dio che creava
    liberamente il mondo secondo progetti implicanti
    la subordinazione intenzionale delle cose
    alluomo (finalismo antropocentrico). Egli
    affermò che le cause finali non esistevano, né in
    natura né in Dio infatti ritenne che ammettere
    lesistenza di cause finali fosse un pregiudizio
    dovuto alla costituzione dellintelletto umano .
    Inoltre, egli sostenne che gli uomini ritenessero
    di agire in vista di un fine, ovvero di un loro
    vantaggio. E proprio perché ebbero a loro
    disposizione un certo numero di mezzi per
    conseguire i loro fini, furono portati a
    considerare le cose naturali come il mezzo per
    raggiungerli. E dal momento che erano coscienti
    che tali mezzi non erano stati prodotti da loro,
    pensarono che Dio li avesse preparati per
    consentire loro di usarli. Per queste ragioni
    nacque il pregiudizio che la divinità producesse
    e governasse le cose per luso degli uomini, per
    farli legare a sé e per farsi onorare.

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Ma, dallaltro lato, gli uomini vedevano che la
natura non offriva loro solo comodità ma anche
disagi e svantaggi di ogni genere (malattie,
terremoti, intemperie, ecc.), portandoli così a
credere che questi malanni derivassero dallo
sdegno della divinità per le loro mancanze nei
suoi riguardi. Daltronde , anche se
lesperienza di ogni giorno dimostrava che
vantaggi e danni erano ugualmente distribuiti fra
pii ed empi, gli uomini preferivano, anziché
abbandonare il loro pregiudizio, ricorrere ad un
altro per puntellare il primo e ammettevano che
il pregiudizio divino superasse di gran lunga
lintelletto delluomo. Da ciò, Spinoza notò
infatti che, questo sarebbe bastato a far sì che
la verità si nascondesse in eterno al genere
umano, se la matematica non avesse loro mostrato
quell altra norma di verità, ovvero la visione
a-finalistica delle cose. Per Spinoza, il limite
maggiore del finalismo era di considerare come
causa ciò che in natura era effetto, esempio non
era il calore trasmesso agli esseri viventi causa
del Sole ma viceversa.
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Inoltre il finalismo rendeva imperfetto ciò che
era perfetto così era perfetto leffetto che era
prodotto immediatamente da Dio e imperfetto
quello che per esser prodotto necessitava di
cause intermedie. Infatti, se queste cose
fossero state fatte da Dio come mezzi per
raggiungere un fine, sarebbero state meno
perfette delle altre. In definitiva, la dottrina
delle cause finali non solo toglieva la
perfezione del mondo, ma anche quella di Dio
quindi la concezione finalistica del mondo non
era altro che un prodotto dellimmaginazione.
Infine, la critica che egli fece al finalismo fu
accompagnata da un deciso rifiuto di ogni
riduzione di Dio nei limiti dellumano e quindi
nel rigetto di ogni antropomorfismo religioso.
Egli ritenne che la visione biblica di Dio,
considerato come un super-uomo che aveva mente e
sensibilità simile alla nostra e con sentimenti
fosse solo il prodotto dellimmaginazione
superstiziosa degli uomini. Spinoza infatti,
sostituì la propria idea filosofica di un Dio
sovra-personale coincidente con il Tutto cosmico.

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Pensiero ed estensione il parallelismo
Il determinismo che per Spinoza vale per tutti i
modi della sostanza, non vale nel rapporto tra
modi di attributi diversi il corpo non determina
la mente, né la mente il corpo. Muovendo da
Cartesio, Spinoza ritiene che pensiero ed
estensione siano due realtà qualitativamente
eterogenee, in quanto lo spirito non può mai
essere materiale e la materia non può mai essere
spirituale. Come tali, esse non possono
influenzarsi a vicenda. Tant'è vero che la causa
di un'idea è sempre un'altra idea, come la causa
di un corpo è sempre un'altro corpo. Come si
spiega, allora, la connessione, che pure esiste,
fra pensiero ed estensione, mente e
corpo? Spinoza ritiene che pur non influenzandosi
a vicenda, ossia pur non trovandosi mai in un
rapporto di causalità, le serie dei corpi e delle
idee convengano necessariamente fra di loro,
quasi come in una sorta di corrispondenza
biunivoca in senso matematico, nella quale ad
ogni mutamento corporeo corrisponde un'idea del
mutamento stesso e viceversa, nulla potendo
accadere al corpo "che non sia percepito dalla
mente".
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Ciò accade in quanto il corpo è nient'altro che
l'aspetto esteriore della mente, così come la
mente è nient'altro che l'aspetto interiore del
corpo. Questo parallelismo psico-fisico
costituisce un nuovo modo filosofico di
rappresentare i rapporti corpo-psiche, che si
differenzia sia da quello cartesiano della
ghiandola pineale, sia da quello materialistico
di Hobbes. Il parallelismo psico-fisico di
Spinoza trova la sua ultima giustificazione nel
parallelismo metafisico, ovvero nella dottrina
secondo cui pensiero ed estensione non sono due
sostanze, ma due attributi distinti di una
medesima sostanza, e quindi due traduzioni
diverse e simultanee della stessa realtà di
fondo. Il parallelismo metafisico giustifica
anche, in Spinoza, il parallelismo gnoseologico
di soggetto-oggetto, ossia la convinzione che la
struttura del pensiero riflette fedelmente la
struttura dell'essere (realismo). Per cui, nello
spinozismo, il rapporto idea-realtà cessa di
essere un problema, poiché se l'ordine e la
connessione delle idee si identificano con
l'ordine e la connessione delle cose, resta
garantita la validità della nostra conoscenza.
Ovviamente non di qualunque conoscenza, ma
soltanto di quella che Spinoza chiama conoscenza
adeguata, cioè della conoscenza che sa riprodurre
esattamente, tramite l'intelletto, l'ordine
oggettivo delle cose.
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Pensiero Ordine delle idee Estensione Ordine
delle cose
La serie delle idee A B C D La serie dei
corpi A1 B1 C1 D1
La causa (A) di unidea (B) è sempre unidea, la
causa (A) di un corpo (B) è sempre un corpo
(non si dà azione causale e reciproca)
Lordine delle idee corre parallelo a quello dei
corpi. Il corpo è lespressione esteriore della
mente, la mente lespressione interiore del
corpo.
Ciò che garantisce la corrispondenza fra le
dimensioni eterogenee del pensiero e
dellestensione è lunicità della Sostanza, di
cui gli attributi sono espressioni distinte e
simultanee.
34
Letica
La metafisica, ars vivendi, risulta finalizzata
alletica di Spinoza con lamore della ricerca
filosofica.
Egli afferma che la razza umana costituisce una
formazione naturale, sottoposta alle comune leggi
delluniverso.
Per Spinoza lunico atteggiamento filosofico
conveniente di fronte alle passioni è quello di
comprenderle.
  • Spinoza costruisce la sua geometria delle
    emozioni, proponendosi
  • di individuare le leggi e le forze basilari che
    reggono la condotta pratica degli individui
  • di studiare la schiavitù e la libertà umana,
    considerando la potenza delle passioni sulluomo
    e la potenza delluomo sulle passioni.

35
Effetti primari
Il principio dello spinozismo tende a perseverare
nel proprio essere e quindi costituisce lessenza
attuale della cosa stessa.
Quando è riferito alla mente umana è detto
Volontà, invece quando è riferito sia alla mente
che al corpo è detto Appetito. Quando questo è
cosciente di sé si chiama Cupidità.
Dallo sforzo della Cupidità o dallautoconservazio
ne seguono la Letizia che è laffetto e la
Tristezza che è il passaggio di unemozione
maggiore ad una minore.
Da questi tre affetti primari derivano tutte le
passioni. Tra queste anche il bene e il male.
Il bene è ciò che giova allo sforzo di
autoconservazione, il male ciò che nuoce ad esso.
36
Gli effetti secondari
Quando Letizia e Tristezza sono accompagnate
dallidea di una causa esterna danno origine a
quei due basilari affetti secondari che sono
lAmore e lOdio.
Schiavitù e libertà delluomo il vangelo
naturalistico e razionalistico di Spinoza.
Lautoconservazione porta Spinoza a non concepire
la rottura del determinismo naturale e a
rappresentarne la comune legge di comportamento
degli essere viventi, identificandosi con la
ricerca del proprio utile da parte di ogni
individuo.
Spinoza di chiede se luomo, senza pretendere
levasione dal determinismo naturale, possa
raggiungere una forma di autodominio e di libertà.
37
LA RELIGIONE COME OBBEDIENZA
  • Analizzando criticamente Il trattato teologico
    politico, Spinoza sosteneva che la Bibbia
    concerne la vita pratica e lesercizio della
    virtù, ma per nulla affatto la verità. La fede
    secondo Spinoza non è né vera né falsa , ma
    soltanto un atto pratico di obbedienza. Egli
    dice La fede consiste nellavere , nei
    confronti di Dio, quei sentimenti tolti i quali
    viene tolta lobbedienza a Dio e che sono posti
    necessariamente quando è posta tale obbedienza.
    Inoltre il Nuovo e Vecchio Testamento non sono
    altro che una disciplina dellobbedienza e non
    servono a nullaltro. Infatti lunico precetto
    che la Scrittura insegna è lamore per il
    prossimo sicché in base alla Scrittura non si è
    tenuti a credere a nulla se non a ciò che è
    necessario per ottemperare a questo precetto.
    Così la riduzione della fede allobbedienza
    toglie ogni pericolo di dissenso religioso poiché
    riduce la fede religiosa a pochi fondamenti, che
    esprimono le condizioni necessarie dell
    obbedienza. In questo modo, inoltre, si rende
    impossibile il conflitto tra fede e ragione, tra
    teologia e filosofia.
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