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Infezione da CMV

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Infezione da CMV Aspetti clinici Elementi virologici -herpesvirus Fra i virus che infettano l uomo HCMV dispone del genoma pi esteso, 240 ~kbasi con codifica di ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Infezione da CMV


1
Infezione da CMV
  • Aspetti clinici

2
Elementi virologici
  • ß-herpesvirus
  • Fra i virus che infettano luomo HCMV dispone del
    genoma più esteso, 240 kbasi con codifica di 230
    proteine
  • La replicazione è lenta, ma simile a quella di
    HSV, con lattivazione sequenziale di prodotti
    genici immediate early, early e late

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Eterogeneità
  • CMV dimostra una considerevole polimorfismo
    genomico e fenotipico
  • Lanalisi del DNA virale consente di identificare
    diversi ceppi (utilità epidemiologica)
  • Variazioni antigeniche sono state documentate ma
    non sono importanti ai fini classificativi o
    clinici

4
Fluidi e cellule implicati nellinfezione
  • CMV può essere isolato da
  • saliva
  • secrezioni cervicali
  • seme
  • urine
  • leucociti

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Epidemiologia
  • HCMV infetta solo luomo, ma è ubiquitario
  • Nei Paesi economicamente evoluti il 50 degli
    adulti è portatore di anticorpi specifici
  • La sieroprevalenza nel primo quinquennio di vita
    è 10-15, elevandosi nel giovane adulto

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Escrezione del virus
  • Prolungata nel caso di bambini infettati in sede
    connatale o perinatale (anche per oltre 5 anni)
  • La trasmissione ai coetanei nellasilo è stata
    documentata
  • Anche gli adulti che siano affetti da infezione
    primaria o da riattivazione, soprattutto se
    immunodepressi, possono eliminare per lunghi
    periodi il virus

7
Trasmissione
  • Contatto mucoso (bacio)
  • Atto sessuale
  • Contagio verticale
  • Via parenterale (leucociti), trapianto dorgano

8
Infezione primaria e latenza
  • CMV ha la capacità di causare uninfezione
    primaria acuta, permanendo quindi nellorganismo
    ospite in stato latente
  • Leucociti, endotelio, tubuli renali e ghiandole
    salivari possono dare ricetto al virus latente o
    in forma lentamente replicativa.
  • Il virus latente è infettante

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Riattivazione
  • Lattivazione virale dallo stato latente può aver
    luogo
  • dopo immunosoppressione,
  • in corso di altri eventi morbosi,
  • in seguito alluso di agenti chemioterapici

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Infezione secondaria
  • Consiste nella riattivazione di uninfezione
    latente, oppure
  • nella reinfezione causata da un nuovo ceppo virale

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Latenza ed impatto sullimmunità
  • I meccanismi che controllano la latenza non sono
    noti
  • Il virus deprime lespressione di antigeni del
    complesso maggiore distocompatibilità,
    prevenendo la lisi cellulare mediata
    immunologicamente
  • Questo può contribuire alla persistenza del virus
    nellorganismo

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Patogenesi delle lesioni dorgano
  • Causate direttamente dalleffetto citopatico
    virale o indirettamente dalla risposta
    immunitaria
  • Un esempio del primo meccanismo è la retinite
    nellimmunodepresso grave (effetto benefico del
    ganciclovir)
  • Nella polmonite la replicazione virale nel
    tessuto polmonare è modesta, linfiammazione è
    intensa e la sintomatologia è minacciosa per la
    vita

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Tropismo endoteliale?
  • Linfezione da CMV è stata collegata a diverse
    malattie vascolari
  • vasculopatia post-trapianto
  • ristenosi
  • aterosclerosi

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Meccanismi
  • Un prodotto genico di CMV (IEA2) sarebbe in grado
    di bloccare un fattore che controlla la
    progressione nel ciclo cellulare, p53
  • US28 (codificante un omologo di un recettore per
    le chemochine) sembra mediare la migrazione di
    cellule muscolari lisce in presenza di chemochine
    C-C

15
Tropismo endoteliale
  • Il virus selvaggio è provvisto di un fattore che
    conferisce tropismo verso le cellule endoteliali
    umane
  • Tale fattore può transcomplementare il ceppo
    Toledo (difettivo quanto a capacità di infettare
    le cellule endoteliali)
  • Detto fattore svolge un ruolo durante gli eventi
    successivi alla penetrazione del virus nella
    cellula

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Diagnosi
  • Può essere accertata con metodi indiretti
    (aumento del titolo anticorpale) o diretti
    (cito/istopatologia, isolamento del virus da
    sangue, urine o altri fluidi, determinazione
    quantitativa dellantigenemia pp65)
  • E recente lintroduzione di procedimenti
    molecolari (PCR)

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Quadro clinico
  • La prima infezione è spesso asintomatica nel
    soggetto immunocompetente, o può consistere in
    una sindrome mononucleosica (giovane adulto)
  • Può essere grave nel neonato, producendo esito
    letale o lesioni insidiosamente evolutive

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Sindrome mononucleosica
  • Comprende febbre, linfadenopatia, linfocitosi
    relativa, linfocitosi atipica.
  • Rispetto a quella da EBV mancano gli anticorpi
    eterofili, è infrequente o modesta langina,
    minore l'interessamento linfonodale e splenico
  • Si calcola che il 21 delle sindromi
    mononucleosiche siano da CMV

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Alterazioni ematologiche
  • La percentuale dei linfociti varia da 55 a 86,
    mentre quella dei linfociti atipici da 12 a 55
  • Come nelle forme da EBV, sono frequenti anomalie
    immunologiche transitorie (agglutinine fredde,
    crioglobulinemia mista, anticorpi antinucleo,
    attività anticomplementare)
  • Talora trombocitopenia, anemia emolitica

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Malattia dorgano e dapparato nellimmunocompeten
te
  • Epatocitolisi lieve (regolarmente presente)
  • Guillain-Barrè
  • miocardite
  • eruzioni cutanee
  • trombocitopenia, anemia emolitica
  • Altre forme osservabili nellimmunodepresso (poco
    comuni ed in forma tipicamente lieve)

21
Malattia sistemica nellimmunodepresso
  • La malattia citomegalica si manifesta più spesso
    come sindrome da CMV con
  • febbre prolungata oltre le 48 ore
  • malessere
  • leucopenia, linfocitosi atipica
  • epatosplemomegalia
  • mialgie, artralgie

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Malattia dorgano nellimmunodepresso
  • In forma frequentemente grave possiamo osservare
    soprattutto nellimmunodepresso
  • polmonite
  • malattia gastrointestinale
  • epatite
  • retinite (AIDS)
  • encefalite
  • poliradiculopatia e miopatia (AIDS)

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Polmonite da CMV
  • Lapparato respiratorio non è interessato
    nellinfezione primaria dellimmunocompetente
  • Limmunocompromesso (soprattutto il trapiantato)
    può andare incontro ad impegno polmonare spesso
    si manifestano anche segni di rigetto
  • Il quadro è grave soprattutto dopo trapianto di
    MO

24
Clinica e radiologia
  • Febbre, tosse non produttiva, dispnea ipossia si
    delineano in un periodo di alcuni giorni - due
    settimane
  • Laspetto radiografico è interstiziale piuttosto
    che alveolare...
  • con fine ombreggiatura a vetro smerigliato ai
    campi medio-inferiori

25
Diagnosi
  • La diagnosi virologica è resa difficile
    dallincerta interpretazione di CMV nei secreti
    respiratori e nelle urine
  • Spesso si identificano altri potenziali agenti
    eziologici nellescreato o nel broncolavaggio
  • La biopsia polmonare può essere lunico mezzo
    diagnostico certo

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(No Transcript)
27
(No Transcript)
28
(No Transcript)
29
Trattamento della polmonite da CMV dopo trapianto
di MO
  • Lefficacia del ganciclovir (GCV) è apparsa
    bassa, (sopravvivenza nel 10-38 dei casi)
  • Lassociazione con Ig immuni e.v. ad alto
    dosaggio ha consentito di osservare risultati
    terapeutici migliori (sopravvivenza 52-69)
  • Attualmente il trattamento raccomandato consiste
    in Ig GCV, sia pure in carenza di studi
    controllati

30
Epatite
  • Un lieve impegno epatitico è comune nella
    sindrome mononucleosica da CMV
  • E caratteristica la presenza di cellule
    mononucleate infiltranti gli spazi portali e di
    microscopici granulomi con cellule giganti
  • Lepatite da CMV è temibile nel trapiantato di
    fegato

31
Sindrome di Guillain-Barré
  • Descritta in associazione a mononucleosi da CMV a
    partire dal 1971
  • In una serie di 94 casi di s. di Guillain-Barré è
    stata documentata uninfezione acuta da CMV in 10
    pazienti
  • Tutti i pazienti avevano linfocitosi atipica e
    sono guariti spontaneamente
  • Il ripristino della sensibilità precede il
    miglioramento motorio

32
Poliradicolopatia miopatia
  • Rappresenta linfezione del SNC causata da CMV in
    corso di AIDS
  • Inclusioni caratteristiche sono state dimostrate
    nei nuclei delle cellule di Schwann
  • Esordio con dolore rachideo (irradiazione
    radicolare e perianale)
  • Segue paralisi flaccida ascendente con perdita
    del controllo sfinterico

33
Alterazioni patologiche
  • Alterazioni marcate riguardano la cauda equina e
    le radici lombosacrali con
  • distruzione assonale, infiltrati di cellule
    mononucleate
  • inclusioni virali nelle cellule di Schwann
  • Il liquor presenta segni flogistici, potendo
    esservi un numero significativo di cellule
    polimorfonucleate coesiste modesta elevazione
    proteica e lieve abbassamento del glucosio

34
Meningoencefalite
  • Rara nellimmunocompetente con sindrome
    mononucleosica
  • Spesso coesistono segni di interessamento motorio
    e sensitivo a tipo poiliradicolopatico
  • La presenza di letargia e segni piramidali sono
    più indicativi di impegno encefalico
  • Il liquor presenta segni di flogosi (moderato
    aumento dei linfociti)

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(No Transcript)
36
Aspetti diagnostici e terapeutici
  • Nel paziente con AIDS non è rara la presenza di
    diversi agenti patogeni nel sistema nervoso
    centrale
  • La ricerca del virus (PCR, coltura) nel liquor
    può essere decisiva ai fini diagnostici
  • Il GCV è poco efficace

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Tratto gastrointestinale
  • Frequente in AIDS in era pre-HAARTcon lesioni
    nodulari, a placca e ulcerate allesofago, allo
    stomaco e allintestino
  • La colite da CMV può presentarsi come lesione
    ostruttiva
  • Lulcera è solitamente superficiale la
    perforazione è tuttavia possibile

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Clinica e diagnosi
  • La sintomatologia può comprendere anoressia,
    disfagia, epigastralgie, febbre, nausea, vomito,
    dolori addominali, diarrea ed emorragia digestiva
  • La diagnosi si avvale dellendoscopia e della
    biopsia

39
Colite
  • Almeno il 5-10 dei pazienti con AIDS manifesta
    una colite da CMV
  • Questa è linfezione opportunistica iniziale in
    circa un terzo dei pazienti
  • Quasi tutti i malati lamentano dolori addominali
    e diarrea
  • La colonscopia rivela eritema diffuso o focale,
    edema ed erosioni della mucosa

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Colonscopia
  • Sono frequenti aree emorragiche e ulcere del
    diametro di 5-10 mm
  • Alla biopsia si riconoscono cellule ingrossate
    con inclusioni intranucleari nellepitelio della
    mucosa, nelle cripte, nellendotelio
  • Coesiste infiltrazione infiammatoria nella lamina
    propria
  • La coltura del virus da materiale bioptico ha
    valore diagnostico

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(No Transcript)
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(No Transcript)
43
Peso clinico
  • In questi pazienti tipicamente coesistono diversi
    patogeni opportunisti (HSV, Candida,
    Cryptosporidium, MAC)
  • Limportanza relativa di questi agenti nel
    causare il quadro complessivo è spesso di ardua
    definizione
  • La slim disease in AIDS è solitamente
    attribuibile alla preminenza dellimpegno enterico

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Retinite
  • Frequente nel paziente con AIDS e nel trapiantato
    renale
  • Lesordio consiste in deterioramento del visus,
    inizialmente unilaterale, severo e progressivo
  • Le alterazioni al fondo oculare sono
    caratteristiche

45
Fondo oculare
  • Inizialmente si notano piccole lesioni granulari
  • Queste confluiscono in fiocchi di essudato,
    associati ad emorragie sparse
  • Nelle forme avanzate il quadro istopatologico
    comprende necrosi retinica a tutto spessore

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(No Transcript)
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(No Transcript)
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(No Transcript)
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(No Transcript)
50
  • Latrofia cicatriziale può portare a distacco
    questo può aver luogo quando lattività
    dellinfezione è in fase di spegnimento per
    effetto della terapia antivirale
  • La diagnosi è clinica
  • La terapia si avvale di GCV ed altri agenti
  • NellAIDS la prognosi si è trasformata con
    lavvento della HAART

51
Gravi alterazioni ematologiche
  • Sono tipiche del neonato e consistono soprattutto
    in trombocitopenia ed anemia emolitica

52
CMV e trapianto
  • Il virus
  • ha effetto intrinsecamente immunosoppressivo e
    favorisce altre infezioni opportunistiche
  • aumenta il rischio di rigetto dellallotrapianto
  • contribuisce alla disfunzione del viscere
    trapiantato
  • accelera levoluzione di lesioni aterosclerotiche
  • aumenta il costo totale del trapianto

53
Trapianto e CMV
  • Tutte le forme di trapianto maggiore sono
    soggette a rischio di infezione da CMV
  • CMV è il patogeno isolato più frequentemente dopo
    trapianto di organo solido (OS)
  • Sono a rischio i trapianti R e DR-
  • La severità della malattia è in relazione con il
    grado di immunosoppressione

54
Predittori della malattia da CMV
  • CMV mismatch (D/R-)
  • uso di siero anti-T linfocitario
  • metilprednisolone ad alto dosaggio

55
Fattore tempo
  • La malattia è acuta e severa soprattutto nei
    primi 100-120 giorni dopo il trapianto

56
Prevalenza
  • Una rassegna comprendente 16 studi e 1276
    pazienti sottoposti a trapianto renale ha
    documentato un alto tasso di infezione 70
    (mediana)
  • La riattivazione nel sieropositivo era più
    frequente (84) dellinfezione primaria (52)

57
Fonte del contagio
  • Linfezione primaria viene trasmessa con lorgano
    trapiantato o con il sangue trasfuso
  • La riattivazione di virus latente è importante
    nel paziente sieropositivo

58
Sviluppi operativi
  • La profilassi con GCV dei pazienti a rischio è
    stata impiegata largamente
  • Lemergenza di malattia tardiva da CMV dopo
    trapianto di MO rappresenta un problema grave
  • La terapia pre-emptive è stata proposta allo
    scopo di ridurre lemergenza di cloni ganR e di
    malattia tardiva da CMV

59
Organo trapiantato come fonte di infezione
  • Lo sviluppo di infezione primaria è stata
    riportata con una frequenza di 83 nei
    seronegativi che ricevano un rene da donatori
    sieropositivi (D/R-)
  • Quando il donatore è sieronegativo (D-/R-)
    lo stesso evento è raro
  • Lanalisi genomica può documentare la
    trasmissione di un ceppo virale da donatore a
    ricevente

60
Terapia immunosppressiva
  • I farmaci citostatici (come azatioprina e
    ciclofosfamide) svolgono un ruolo maggiore nella
    riattivazione di CMV
  • I corticosteroidi da soli non promuovono
    linfezione, ma a dosaggio elevato sinergizzano
    con i citostatici
  • Questo vale anche per ciclosporina e tacrolimus

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OKT3
  • I regimi terapeutici che includono OKT3 aumentano
    la frequenza e la gravità della malattia da
    CMV...
  • ...come pure le manifestazioni da più temibili
    causate da EBV (PTLD)

62
Trapianto di midollo
  • Limmunosoppressione è particolarmente profonda
    dopo il trapianto di midollo
  • La complicanza severa più comune è una polmonite
    interstiziale entro i primi 120 giorni
  • La letalità è elevata (84 nella serie di Myers,
    1986)
  • La GVHD è più frequente in presenza di polmonite

63
Trapianto di fegato
  • Lepatite da CMV è un problema importante durante
    le prime 14 settimane
  • Febbre prolungata, iperbilirubinemia, elevazione
    degli enzimi, possibile evoluzione
    nellinsufficienza epatica
  • Lepatite da CMV può essere difficile da
    differenziare dal rigetto la distinzione è
    importante ai fini terapeutici

64
GCV nel trapianto di fegato
  • La profilassi con ganciclovir è apparsa efficace
    nel prevenire la malattia da CMV
  • La somministrazione di ganciclovir orale nei
    primi 98 giorni è risultata efficace, seppure
    meno di quella endovenosa
  • Leffetto tossico più importante è la
    mielosoppressione (peraltro meno importante che
    nellAIDS o nel trapiantato di MO)

65
Trapianto di rene
  • La morbilità da CMV è la più bassa osservabile
    nei trapianti maggiori
  • Linfezione primaria è chiaramente più espressiva
    di quella secondaria
  • La malattia citomegalica si manifesta più spesso
    come sindrome da CMV con febbre prolungata
    oltre le 48 ore, malessere, leucopenia,
    linfocitosi atipica epatosplemomegalia, mialgie,
    artralgie

66
CMV e rigetto
  • Pochi studi sono giunti alla conclusione che
    linfezione da CMV possa favorire il rigetto del
    trapianto di rene

67
Malattia dorgano
  • Epatocitolisi frequente, pur essendo inconsueto
    un quadro epatitico conclamato
  • Polmonite interstiziale non rara, ma meno
    aggressiva e più dominabile con la terapia
    rispetto a quella che consegue a trapianto di MO

68
  • La terapia preventiva con GCV, guidata dal
    monitoraggio dellantigenemia, è risultata
    efficace

69
Esigenze del clinico
  • Per iniziare il trattamento preventivo soglie
    accettate sono 10 cellule pp65/2x105 pbl dopo
    trapianto di OS, 1 cellula pp65 dopo trapianto
    di MO o dopo trapianto di OS DR-.
  • La PCR quantitativa sembra soddisfare la maggior
    parte delle esigenze di sensibilità sul versante
    basso della viremia, in relazione alle necessità
    di monitoraggio del trapianto di MO.
  • In questo contesto debbono tuttora essere
    definiti breakpoints appropriati.

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(No Transcript)
71
(No Transcript)
72
Ganciclovir
  • 9-(1,3-diidrossi-2-propossimetil)-guanina, DHPG.
  • La terapia dinduzione consiste in 10 mg/kg/die
    suddivisi in due dosi giornaliere, somministrate
    mediante infusione venosa a velocità costante
    (unora) la durata del trattamento iniziale é
    14-21 giorni.
  • La terapia di mantenimento richiede 5 mg/kg/die
    e.v. per sette giorni alla settimana, oppure 6
    mg/kg/die e.v. per cinque giorni alla settimana.
    In caso dinsufficienza renale é opportuno
    ridurre la posologia.

73
Foscarnet
  • Sale trisodico dellacido fosfonoformico
  • La posologia iniziale (trattamento dinduzione) é
    60 mg/kg ogni otto ore nel caso di normale
    funzione renale la somministrazione deve essere
    effettuata per via venosa lenta (almeno unora),
    a velocità costante (pompa da infusione). Questo
    regime deve essere mantenuto per 2-3 settimane,
    in relazione alla risposta clinica.
  • Il dosaggio di mantenimento é 90-120 mg/kg/die in
    ununica somministrazione giornaliera e.v. da
    infondere in almeno due ore. La posologia deve
    essere aggiustata in relazione alla funzione
    renale del paziente.

74
Cidofovir
  • (S)-1-(3-idrossi-2-fosfonilmetossipropil)-citosina
    (HPMPC), nucleoside fosfonato
  • La terapia dattacco consiste in 5 mg/kg una
    volta alla settimana per due settimane
    consecutive.
  • Un periodo di due settimane di astensione dal
    farmaco precede linizio del ciclo di
    mantenimento, che comprende una dose pari a 5
    mg/kg ogni due settimane.
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