9. L - PowerPoint PPT Presentation

1 / 93
About This Presentation
Title:

9. L

Description:

Title: L IMPRESA E UN SISTEMA: Last modified by: Mara Del Baldo Created Date: 1/1/1601 12:00:00 AM Document presentation format: Presentazione su schermo – PowerPoint PPT presentation

Number of Views:73
Avg rating:3.0/5.0
Slides: 94
Provided by: uniurbIt
Category:
Tags: costo | unitario

less

Transcript and Presenter's Notes

Title: 9. L


1
9. LeconomicitàLefficienza e i
CostiLanalisi C-V-R
MODULO 2 ELEMENTI DI ECONOMIA AZIENDALE
  • Corso di Laurea in Biotecnologie Sede di Fano
  • Insegnamento Elementi di Economia Aziendale
  • Prof. Del Baldo Mara
  • Mara.delbaldo_at_uniurb.it
  • Dipartimento di Economia, Società, Politica
  • Facoltà Economia - Urbino

2
La vita delle aziende si esplica attraverso un
sistema di scelte, che permettono la risoluzione
di diversi problemi di convenienza
Tutta lattività dellimpresa deve svolgersi
ispirandosi al criterio delleconomicità
Criterio generale che indirizza il sistema di
scelte aziendali, di aziende singole o di
economie più vaste
la convenienza ad avviare e/o continuare una data
attività imprenditoriale o la validità di un
progetto di investimento.
Equilibrio
economico dellesercizio ECONOMICITA
Adeguata
potenza finanziaria
3
I GIUDIZI DI ECONOMICITA
AZIENDALE CONSIDER ALIMPRESA DA SOLA, SENZA
TENER CONTO DEI RAPPORTI CHE LA LEGANO CON LE
ALTRE ECONOMIE
DI GRUPPO CONSIDERA LIMPRESA COME ELEMENTO DEL
GRUPPO DI APPARTENENZA
ECONOMICITA
ECONOMICITA COLLETTIVA CONSIDERA LIMPRESA
INSERITA NELLAMBITO DI UNVA VASTA ECONOMIA
TERRITORIALE
4
Equilibrio
economico dellesercizio ECONOMICITA
Adeguata
potenza finanziaria
UNATTIVITA IMPRENDITORIALE E ECONOMICA QUANDO
  • REALIZZA EQUILIBRIO ECONOMICO (o reddituale)
  • attitudine dellimpresa a remunerare, alle
    condizioni di
  • mercato, tutti i fattori produttivi, compresi il
    capitale di prestito e
  • quello di rischio (remunerare i prestatori di
    capitale)
  • REALIZZA UNADEGUATA POTENZA FINANZIARIA
  • saper far fronte sempre ai propri impegni
    (uscite finanziarie)
  • con le entrate derivanti dalla gestione dimpresa

5
LECONOMICITA AZIENDALE. LEQUILIBRIO ECONOMICO
  • Limpresa si trova in equilibrio economico nel
    momento in cui, alle condizioni di mercato o alle
    condizioni cui debba ritenersi vincolata, riesce
    ad ottenere entrate capaci di remunerare,
  • sia i fattori di produzione in posizione
    contrattuale (ad es. manodopera)
  • sia i fattori di produzione i in posizione
    residuale (ad es. il capitale di rischio).

RICAVI REMUNERAZIONE FATTORI IN POSIZIONE
CONTRATTUALE REMUNERAZIONE FATTORI IN
POSIZIONE RESIDUALE oppure RICAVI COSTI
RISULTATO DESERCIZIO CONGRUO
il concetto di remunerazione congrua dei fattori
  • due precisazioni
  • identificazione dei fattori produttivi
  • quantificazione del livello di profitto che
    soddisfa tale condizione

6
A- Identificazione dei fattori produttivi
I ricavi devono coprire due tipi di costi
  • i costi dei fattori produttivi in posizione
    contrattuale
  • costi espliciti relativi allacquisizione di
    fattori produttivi la cui remunerazione è
  • certa la loro acquisizione genera un impiego
    contrattuale
  • fissa già fissata nella stessa sede
    contrattuale
  • prioritaria deve precedere eventuali altre
    decisioni di impiego e distribuzione di
    risorse disponibili.
  • b) i costi dei fattori produttivi in
    posizione residuale
  • (capitale proprio, lavoro imprenditoriale, beni
    uso gratuito)
  • oneri figurativi, esprimibili in termini di
    costo-opportunità, in quanto espressione della
    rinuncia, effettuata dal soggetto economico, nel
    momento in cui egli decide di convogliare detti
    fattori nellazienda, rinunciando ad altri
    investimenti alternativi, suscettibili di
    rendimento, la cui remunerazione è
  • incerta la possibilità di remunerare tali
    variabili dipende dallandamento e dai
    risultati della gestione
  • subordinata tali fattori non possono essere
    remunerati prima di quelli in posizione
    contrattuale
  • variabile lentità della remunerazione dipende
    dai risultati economici della gestione.

7
Come fronteggiare il rischio dimpresa? la
congruità del reddito
LA REMUNERAZIONE E CONGRUA QUANDO, TENUTO CONTO
DEL RISCHIO E DELLEVENTUALE LAVORO
IMPRENDITORIALE, E IN LINEA CON QUELLA
RICAVABILE DAI MIGLIORI INVESTIMENTI ALTERNATIVI
Il tasso "i" che quantifica questa remunerazione
è quindi scomponibile in tre componenti
fondamentali
- i1 il compenso per il puro investimento di
capitale
i
- i2 il compenso per il rischio sopportato
- i3 il lavoro imprenditoriale eventualmente
prestato.
i gt i1 i2 i3
8
CICLO DI VITA del PRODOTTO
La condizione di equilibrio economico in
relazione al tempo
  • nel breve periodo (nel corso del singolo
    esercizio)
  • nel lungo periodo
  • cause
  • progresso tecnologico
  • ciclo di vita dei prodotti

ricavi
  • 1- INTRODUZIONE
  • 2- SVILUPPO
  • 3- MATURITA
  • 4- SATURAZIONE
  • 5- DECLINO

4
5
3
2
1
tempo
0 -t1
Tempo in funzione della tecnologia adottata
Tali fasi caratterizzano il ciclo di vita di
qualunque prodotto ma variano in ampiezza ed
inclinazione ---
9
LEVOLUZIONE DEI COSTI NEL TEMPO
COSTI
100
50 50
30
0 1 2 3 4
TEMPO
Ricerche di mercato/Ricerca e Sviluppo Terreno/Sta
bilimento Impianti/Macchine Apparato di
distribuzione/amministrativo Costi di gestione
10
BREAK EVEN POINT E PUNTO DI EQUILIBRIO ECONOMICO
B.E.P. o punto di rottura Rt Ct e il reddito
di esercizio è nullo E.E.E. o punto di
equilibrio economico Rt Ct Rem. Congrua
remunerati i fattori in posizione contrattuale, i
ricavi riescono a produrre una remunerazione
congrua dei fattori in posizione residuale
area dei profitti
progresso tecnologico
Quanto tempo è necessario per raggiungere i due
punti?
ciclo di vita del prodotto
11
B- Quantificazione del livello di reddito
v. slide 5
Quale livello di reddito soddisfa la condizione
di equilibrio economico?
Equilibrio economico oggettivo
Equilibrio economico soggettivo
Si ottiene a prescindere da considerazioni persona
li del soggetto economico e delle sue
aspettative di profitto. Si identifica nella
quantità minima al di sotto della quale
lazienda può perdere lautonomia economica
Si ottiene quando lazienda riesce a soddisfare
le attese/ambizioni del soggetto economico
12
LA POTENZA FINANZIARIA
Lequilibrio economico può essere esaminato in
periodi brevi, medi o lunghi
  • giudizio di autosufficienza economica riferito al
    breve periodo
  • giudizio di durevole esistenza, riferito al
    lungo periodo.

SI HA ADEGUATA POTENZA FINANZIARIA QUANDO
LAZIENDA RIESCE A REPERIRE CAPITALE (DI RISCHIO
O DI CREDITO) SUFFICIENTE PER COPRIRE
CONTINUAMENTE, PIENAMENTE E CONVENIENTEMENTE IL
FABBISOGNO FINANZIARIO derivante dalleccedenza
delle uscite per costi rispetto alle entrate
finanziarie per ricavi legati alla gestione
Un temporaneo sfavorevole rapporto tra costi e
ricavi ed i relativi flussi monetari si risolve
in un accresciuto fabbisogno di capitali per
rifinanziare le perdite di esercizio.
13
Lalternanza di E e U per operazioni
tipiche desercizio crea un DISEQUILIBRIO MONETARI
O che viene coperto ricorrendo al
capitale proprio o di credito (ASPETTO
FINANZIARIO)
entrate

uscite
F.F.
t
tx
FABBISOGNO FINANZIARIO
14
Le USCITEderivano da
Le ENTRATEderivano da
  • OPERAZIONI DESERCIZIO (costi, remunerazione dei
    fattori in posizione residuale)
  • INVESTIMENTI IN CREDITI DI FINANZIAMENTO
  • OPERAZIONI DESERCIZIO (ricavi)
  • DISINVESTIMENTO DI CREDITI DI FINANZIAMENTO
    (riscossione dei crediti di finanziamento)
  • Per le USCITE si distinguono le FASI
  • PREVISIONE
  • LIQUIDAZIONE ( impegno)
  • PAGAMENTO
  • Per le entrate si distinguono le FASI
  • PREVISIONE
  • ACCERTAMENTO (nasce il diritto alla riscossione)
  • RISCOSSIONE

15
Le operazioni che determinano entrate ed uscite
di denaro
U uscite
E entrate
accensione di finanziamenti capitale proprio debiti di finanziamento debiti di funzionamento rimborso di finanziamenti - capitale proprio - debiti di finanziamento - debiti di funzionamento
smobilizzo di un investimento vendita di prodotti con riscossione simultanea o differita (operazioni di esercizio che generano ricavi) incasso di crediti di funzionamento o di finanziamento disinvestimento (vendita) di bene pluriennale effettuazione di un investimento acquisto dei fattori produttivi (es. materie prime) con pagamento simultaneo o differito erogazione di prestiti ad altri soggetti (crediti) investimento (acquisto) di bene ad utilità pluriennale remunerazione del capitale di rischio
16
Il FABBISOGNO FINANZIARIO
Quindi il fabbisogno finanziario ad un certo
tempo "Tx" è calcolabile come
F.F. (Tx) U.tot in liquidaz. E. tot. in
riscoss.
Perché SI HA FABBISOGNO FINANZIARIO QUANDO LE
USCITE IN FASE DI LIQUIDAZIONE SONO SUPERIORI
ALLE ENTRATE IN FASE DI RISCOSSIONE
La potenza finanziaria è quindi adeguata se è
superiore al fabbisogno finanziario
17
La determinazione e copertura del fabbisogno
finanziario è un argomento che investe gli
aspetti monetario e finanziario della gestione,
oltre a quello economico
Nellarco di un esercizio il fabbisogno è
variabile, soprattutto in dipendenza del ritmo
delle entrate e delle uscite
RIFLETTIAMO
Unazienda che, allinizio dellanno, rileva
uscite per 100 e che, alla fine dellanno, rileva
entrate per 100 avrà - un fabbisogno
finanziario pari a 100 durante tutto lanno e
pari a 0 al 31 dicembre. Se invece le entrate si
sono verificate per 50 al 30 giugno e per 50 al
31 dicembre, il fabbisogno finanziario sarebbe -
pari a 100 per i primi sei mesi, pari a 50 per i
successivi sei mesi e pari a 0 al 31 dicembre.
Legame tra aspetto economico ed aspetto
finanziario
genera
1. Gestione aziendale alternarsi di costi e
ricavi, dove i costi precedono i ricavi)
2. Fabbisogno finanziario
comporta
4. Costi (oneri di natura finanziaria)
3. Lottenimento di mezzi finanziari
5. Effetti su equilibrio economico
18
In unimpresa equilibrata economicamente le
entrate relative ai ricavi dovrebbero essere
sufficienti a coprire le uscite relative ai costi
equilibrio che si verifica nel lungo periodo
In brevi intervalli di tempo (periodi
amministrativi) le uscite relative ai costi non
possono essere interamente coperte attraverso le
entrate relative ai ricavi ? - i costi (e quindi
le uscite) per attuare il processo produttivo,
sono sostenuti in anticipo rispetto ai ricavi -
limpresa acquisisce fattori produttivi di uso
durevole impiegati per diversi cicli produttivi i
cui costi saranno recuperati solo dopo diversi
esercizi attraverso i ricavi di vendita dei
prodotti ottenuti anche grazie a tali fattori.
In un dato periodo di tempo lentità di mezzi di
pagamento cui lazienda ha bisogno per finanziare
la propria attività produttiva, solo parzialmente
può essere soddisfatto attraverso le entrate
relative ai ricavi conseguiti nello stesso
periodo. La differenza fabbisogno finanziario
netto, che lazienda dovrà acquisire allesterno
capitale proprio o di terzi. livelli
diversi a seconda delle modalità in cui si
susseguono nel tempo entrate e uscite.
19
Le sintesi di bilancio come strumento di verifica
degli equilibri di azienda
Il bilancio di esercizio è composto da
Stato Patrimoniale -come sintesi del capitale
di funzionamento- Lo S.P. è utile per
approfondire lequilibrio patrimoniale - Quale
efficienza nellimpiego delle risorse investite?
(vendite/tot. investimenti) - Quale rischio
finanziario? (peso e tipologia dei debiti vs.
capitale proprio) - Quale equilibrio tra natura e
variabilità di fonti e impieghi?
-Conto Economico -come sintesi del reddito
prodotto nellesercizio Il C.E. è utile per
valutare lequilibrio reddituale - Su quali basi
poggia la redditività? (reddito netto/reddito
della gestione caratteristica)
Dalla rielaborazione di S.P. e C.E. è possibile
redigere un documento dominato Rendiconto delle
variazioni dei mezzi monetari, finalizzato a
sintetizzare i soli movimenti di cassa, con il
quale valutare lequilibrio monetario - Quale
aspetto della gestione assorbe maggiormente
risorse monetarie? - Quale attività ha liberato
risorse monetarie?
20
STATO PATRIMONIALE AL TEMPO TX
Come determinare in pratica il fabbisogno
finanziario?
periodo di tempo che si vuole prendere in esame
PASSIVITA
ATTIVITA
CASSA E BANCA
CAPITALE DI CREDITO MUTUI DEBITI A BREVE
T.F.R. RATEI PASSIVI FONDO IMPOSTE E TASSE
K CREDITI MATERIE PRIME SEMILAVORATI PRODOTTI RA
TEI ATTIVI IMPIANTI FABBRICATI BREVETTI PARTECIPAZ
IONI
FONDI RETTIFICA R FONDO SVALUTAZIONE
CREDITI FONDI AMMORTAMENTO RISCONTI PASSIVI
Investimenti in attesa di realizzo
S CAPITALE SOCIALE
RISERVE e UTILI non distr. Z
INVESTIMENTI
FONTI FINANZIAM.
I ratei passivi sono debiti in via di
formazione, mentre i risconti sono una rettifica
indistinta dellattivo, gli utili da distribuire
sono debiti
21
LE FONTI DI FINANZIAMENTO
Una volta determinato il valore del fabbisogno,
sorge la necessità di reperire i capitali
necessari alla sua copertura
  • CAPITALE PROPRIO
  • CAPITALE DI CREDITO
  • AUTOFINANZIAMENTO

22
IL CAPITALE PROPRIO CONSISTE NEI MEZZI CHE IL
SINGOLO IMPRENDITORE (impresa individuale) O I
SOCI (nelle società) IMMETTONO E RISCHIANO
NELLATTIVITA DIMPRESA
Codice Civile Manuale diritto Commerciale
Nelle società per azioni linsieme del capitale
proprio è diviso in azioni
Esistono differenti tipi di azioni. Ampia
libertà ai soci di determinare, attraverso lo
statuto, le caratteristiche degli strumenti di
partecipazione al capitale.
Riforma del diritto societario 2003
  • Le azioni ordinarie
  • diritto di voto, sia nellassemblea ordinaria,
    sia in quella straordinaria.
  • diritto al dividendo ed al rimborso del capitale
    in sede di scioglimento della società.
  • 2) Le azioni speciali, possono dividersi in
  • azioni privilegiate
  • di godimento
  • di risparmio
  • azioni a favore dei prestatori di lavoro
  • azioni correlate.

23
a) azioni privilegiate danno diritto di voto,
sia nellassemblea ordinaria, sia in quella
straordinaria latto costitutivo può prevedere
la loro partecipazione alla sola assemblea
straordinaria compensata da un trattamento
privilegiato in sede di distribuzione dei
dividendi. In sede di liquidazione della società,
sono privilegiate nel rimborso del capitale. b)
azioni di risparmio emesse solo da società per
azioni quotate in borsa sono privilegiate in
sede di distribuzione dei dividendi e di rimborso
del capitale. Non danno diritto di voto, né in
assemblea ordinaria, né in assemblea
straordinaria. La somma delle azioni privilegiate
e di quelle di risparmio non può mai superare il
50 del capitale sociale. c) azioni di godimento
previste dallarticolo 2353 del codice civile
vengono distribuite a quegli azionisti le cui
azioni sono state rimborsate (esuberanza del
capitale sociale, estrazione a sorte, rimborso al
valore nominale). Se nel patrimonio sociale vi
sono riserve, il valore effettivo dellazione è
superiore al valore nominale per cui vengono
attribuite a compensazione. Non danno diritto di
voto e sono postergate negli utili (ripartizione
degli utili che residuano dopo il pagamento alle
azioni non rimborsate di un dividendo pari almeno
allinteresse legale. In caso di liquidazione,
sono rimborsate dopo le altre azioni al loro
valore nominale. d) azioni a favore dei
prestatori di lavoro sono distribuite ai
lavoratori dipendenti come forma di
partecipazione agli utili (incentivo alla
motivazione). e) azioni correlate sono previste
dallart. 2350 cod. ed attribuiscono diritti
patrimoniali collegati ai risultati aziendali
conseguiti per specifici settori di attività.
Vedi appendice normativa Cap. 7
24
IL CAPITALE DI CREDITO E COSTITUITO DA QUEI
MEZZI CHE VENGONO IMMESSI NELLATTIVITA
IMPRENDITORIALE DA SOGGETTI NON SOCI CHE NON
SOPPORTANO IL RISCHIO IMPRENDITORIALE
finanziamenti per i quali limpresa instaura un
rapporto debitorio con soggetti esterni (persone
fisiche, altre imprese, istituti di credito
ecc....).
a) Prestito obbligazionario si tratta di una
raccolta di fondi presso il mercato dei
risparmiatori. A fronte delle somme versate
vengono rilasciati dei titoli, che certificano il
credito vantato dal finanziatore nei confronti
della società, detti obbligazioni. b) Credito
bancario mezzi finanziari forniti da un istituto
di credito sotto forma di un finanziamento a
breve (entro 1 anno), a medio (da 1 a 5 anni) e a
lungo termine (oltre 5 anni). c) Credito
mercantile è la dilazione nei pagamenti concessa
dai fornitori. Forma di finanziamento celere ed
agile ma costosa. d) Credito dei dipendenti
credito diretto (grandi imprese fornite di
sportelli aziendali ritiro di una parte dello
stipendio) o credito indiretto (TFR).
25
Prestito Obbligazionario
  • Sole in società per azioni.
  • delibera assemblea straordinaria
  • importo non superiore a doppio del capitale
    sociale sottoscritto, della riserva legale e
    delle riserve disponibili risultanti dallultimo
    bilancio approvato (Art. 2412 cod. civ.).
  • Eccezioni
  • - le obbligazioni emesse in eccesso sono
    destinate a investitori professionali soggetti a
    vigilanza prudenziale a norma di speciali
    regolamentazioni (idonei a valutare personalmente
    il rischio della loro sottoscrizione)
  • - le obbligazioni emesse in eccedenza sono
    garantite da ipoteca su immobili della società
    (fino a due terzi del valore degli stessi)
  • - sono destinate ad essere quotate in mercati
    regolamentati
  • - la società, con provvedimento governativo
    causato da particolari ragioni economiche
    nazionali, autorizza il superamento di tale
    limite.
  • tipi di obbligazioni
  • obbligazioni tipiche (tasso di interesse
    fisso)
  • obbligazioni ad interesse variabile (interesse
    agganciato al saggio ufficiale di sconto)
  • obbligazioni ad interesse variabile (interesse
    agganciato al tasso dì inflazione)
  • obbligazioni con valore rimborsabile in valuta
    estera
  • obbligazioni con valore indicizzato (valore
    nominale legato allinflazione)
  • obbligazioni convertibili in azioni (art. 2420
    bis cod. civ.)

26
LAUTOFINANZIAMENTO CONSISTE NEL REINVESTIMENTO
DI QUANTO OTTENUTO MEDIANTE LATTIVITA SVOLTA
NEI PRECEDENTI ESERCIZI.
comporta la rinuncia totale o parziale alla
distribuzione dei dividendi è un concetto
riferito ad un lasso di tempo specifico infatti
si misura in termini di variazione/incremento.
27
Stato patrimoniale anno X1
Stato patrimoniale anno X
Cassa 2000 Fondi rischi 1000
Crediti 2000 Fondi spese future 1000
Merci 2000 Fondo amm.to 1000
Macchine 10000 Debiti 2000

Totale passivo 5000
Capitale sociale 10000
Utile anno X 1000

Totale attivo 16000 Totale 16000
Cassa 4000 Fondi rischi 2000
Crediti 4000 Fondi spese future 2000
Merci 4000 Fondo amm.to 2000
Macchine 10000 Debiti 4000

Totale passivo 10000
Capitale sociale 10000
Utile anno X 1000
Utile anno X1 1000

Totale attivo 22000 Totale 22000
28
METODI DI CALCOLO DELLAUTOFINANZIAMENTO
Procedimento SINTETICO A.F.
?INVESTIMENTI-?DEBITI-APPORTIRIMBORSI Lautofinan
ziamento esprime la differenza tra lincremento
degli investimenti ed lincremento di capitale di
credito e capitale proprio, evidenziando la quota
parte di investimenti che viene finanziata
internamente Procedimento ANALITICO A.F.
?UTILI?F.DO RISCHI?F.DO RISERVA ?F.DO
AMM.TI Lautofinanziamento si calcola sommando
lincremento delle singole poste (riserve, utili
non da distribuire e rettifiche come fondi rischi
e risconti passivi) che non costituiscono
capitale di credito, né capitale di rischio
29
Esempio
metodo sintetico AF ?Investimenti ?Debiti
Apporti Rimborsi Nel nostro esempio
avremo AF 6000 3000 0 0 3000
metodo analitico AF ?Utili ?Fondo rischi
?Fondo di riserva ?Fondo ammortamenti Nel
nostro esempio avremo AF 1000 1000 1000
3000
30
LA STRUTTURA FINANZIARIA
  • Le tipiche fasi dellattività di impresa si
    svolgono attraverso
  • lacquisizione di fattori produttivi,
  • il loro impiego e trasformazione
  • la vendita di prodotti finiti.

fasi terminali operazioni di scambio con il
mercato (approvvigionamento e sbocco) .
Effetti economici (costi e ricavi) Effetti
numerari (entrate ed uscite)
31
La scelta delle diverse tipologie di finanziamento
Costruzione di una particolare
struttura finanziaria
è f ()
come adattare economicamente la qualità e la
quantità dei finanziamenti alle caratteristiche
degli investimenti?
32
  • non è possibile istituire relazioni tra i singoli
    investimenti e le singole fonti di finanziamento
  • (le fonti finanziano limpresa nel suo
    complesso e non
  • il singolo investimento ma la scelta delle
    singole fonti di
  • finanziamento deve tenere conto della natura
    degli investimenti)

2) occorre sempre soddisfare le esigenze dei
finanziatori impostando le scelte in chiave di
marketing finanziario
3) occorre sempre tener presente lesigenza del
soggetto economico di conservare il governo
dellimpresa
33
4) occorre adattare il finanziamento alle
caratteristiche del fabbisogno finanziario
5) il costo del finanziamento deve essere
paragonato con la redditività complessiva
dellimpresa (R.O.I.).
34
caratteristiche della fascia di fabbisogno
modalità di finanziamento più
appropriata
?
  • capitale proprio
  • capitale di credito stabile nel t

costante
variabile crescente nel t
ß1
  • capitale proprio
  • capitale di credito stabile nel t

ß2
variabile fluttuante nel t
  • capitale di credito molto elastico (scoperto
    bancario, c/c bancario, sconto di cambiali,
    credito mercantile)

35
ANALISI STORICA DEL FABBISOGNO
Fab.fin
?2
?1
?
tempo
36
R.O.E. R.O.I. (R.O.I. i) CC/CP
Da questa formula si deduce che
Se R.O.I. gt i
Se R.O.I. lt i
37
RELAZIONA R.O.E, R.O.I., COSTO DEL FINANZIAMENTO,
CAPITALE PROPRIO E CAPITALE DI CREDITOR.O.E.
R.O.I. (R.O.I.-i) x CC/CP Se R.O.Igt i ?
allaumentare dellindebitamento aumenta
laredditività, quindi conviene indebitarsi Se
R.O.Ilt i ? allaumentare dellindebitamento la
redditivitàdiminuisce, quindi non conviene
indebitarsi
EFFETTO DI LEVERAGE
Effetto sulla redditività dei debiti di
finanziamento Prima di ricorrere ad un prestito
finanziario è opportuno confrontare il costo del
capitale di terzi (i) con la redditività
dellimpresa (R.O.I.), poiché si rischia di
ridurre la redditività dei mezzi propri (R.O.E.).
ROI Reddito operativo/Capitale Investito (Cap
ProprioCap Credito) ROEReddito netto/Capitale
Proprio
Rapporto di indebitamento
38
GRUPPO insieme di imprese, ciascuna
giuridicamente autonoma, legate da un unico
soggetto economico dotato di potere volitivo su
ciascuna società del gruppo.
LANALISI DELL
Vedi slide 3
ECONOMICITA
PUO CONDURRE A DIFFERENTI CONCLUSIONI SECONDO
CHE IL GIUDIZIO VENGA FORMULATO CONSIDERANDO
LIMPRESA DA SOLA O ALLINTERNO DI UN GRUPPO
ECONOMICITA REALIZZABILE NEL GRUPPO
ECONOMICITA IN FUNZIONE DEL
GRUPPO
39
ECONOMICITA REALIZZABILE NEL GRUPPO
Unimpresa che singolarmente non è in EQUILIBRIO
ECONOMICO e non è in grado di produrre
unADEGUATA POTENZA FINANZIARIA potrebbe invece
far registrare dei risultati positivi in una
situazione di integrazione con altre imprese.
Le cause possono riguardare i seguenti fattori
1) Organizzazione di alcuni servizi
2) Marketing
3) Produzione
4) Finanza
40
ECONOMICITA IN FUNZIONE DEL GRUPPO
Potrebbe accadere che unimpresa, pur allinterno
del gruppo, non riesca comunque a raggiungere
lEQUILIBRIO ECONOMICO e a sviluppare unADEGUATA
POTENZA FINANZIARIA.
Anche in questo caso, tuttavia, potrebbe essere
conveniente mantenere in vita limpresa qualora
questa svolga nel gruppo un ruolo che
contribuisce in modo positivo al risultato
globale.
In genere la convenienza a mantenere nel gruppo
unimpresa viene valutata mediante il confronto
tra due bilanci consolidati uno che esprime
lutile realizzato dal gruppo nel suo complesso,
laltro che analizza lo stesso risultato senza il
contributo dellimpresa oggetto di valutazione.
41
Se, mediante trasferimenti interni al gruppo,
parte dei ricavi dellimpresa K viene attribuita
alle imprese X e Y, e parte dei costi di queste
ultime viene attribuita allimpresa K, si
potrebbe pervenire alla situazione seguente
42
Nel secondo caso si ha un utile netto di gruppo
superiore di 80 rispetto a quello che si otteneva
nella situazione precedente questo deriva da un
risparmio dimposta di pari ammontare.
43
APPROFONDIMENTO BIBLIOGRAFICO Economicità
delle Aziende Pubbliche
La nozione di economicità assume differenti
connotazioni se riferita ad unimpresa chetende
alla massimizzazione del profitto, o ad una
Azienda pubblica che, invece, non tende a tale
fine
Aziende Pubbliche, quali aziende di erogazione -
rivolte al soddisfacimento dei bisogni pubblici
ed ai fini istituzionali, non hanno il mercato
come elemento con il quale misurarsi - il
processo produttivo di beni e servizi, quando e
se esiste, giustifica il sostenimento di
costi/oneri, senza avere necessariamente il
ritorno in termini di ricavi/proventi perché il
processo non è finalizzato alla vendita - alcuni
proventi sono comuni alla remunerazione di più
fattori produttivi e non riguardano uno specifico
oggetto.
una serie molto eterogenea di aziende, con
diverse finalità istituzionali, competenze,
dimensioni, organizzazione, patrimonio,
benefici.
44
  • scarsa comunicazione tra chi gestisce lazienda e
    chi traccia le linee strategiche della stessa.
  • è molto difficile analizzare e controllare
    leconomicità in termini di efficienza ed
    efficacia aziendale.
  • La condizione di equilibrio economico perde, in
    queste aziende, la sua valenza indicativa.

Lequazione dellequilibrio economico va riletta
e rivista tenendo conto che i servizi erogati da
una azienda pubblica non vengono collocati sul
mercato a prezzi remunerativi, ma a prezzi
politici fissati tenendo conto dellutilità
sociale e per favorirne laccesso ad unampia
gamma di utilizzatori
insufficiente capacità dei ricavi alla copertura
dei costi dei fattori impiegati è necessario
lintervento di terze economie, disposte ad
accollarsi il disavanzo economico corrispondente
alleccedenza dei costi rispetto ai ricavi.
La formula dellequilibrio economico
diventa RICAVIPROVENTI COSTIONERI
I PROVENTI sono i contributi provenienti da terze
economie i RICAVI redditi derivanti dal
patrimonio o da processi di scambio residuali o
strumentali rispetto allattività istituzionale i
COSTI sono spese sostenute per eventuali
produzioni di beni e sevizi destinati
direttamente o indirettamente allerogazione gli
ONERI, istituzionali o strutturali, spese
connesse allespletamento dellattività erogativi.
La convenienza economica alla gestione delle AP
non può essere giudicata solo sullesistenza dei
un equilibrio economico del singolo Ente, ma
sempre considerando lintervento di altre aziende
e amministrazioni pubbliche di ordine superiore,
a sostegno del disavanzo che si crea per
lacquisto di fattori produttivi. economicità
dellazienda inserita in una più vasta area
economico-territoriale al servizio di una
collettività (macroeconomicità).
45
LEFFICIENZA E I COSTI
Quali condizioni aiutano lazienda a raggiungere
lequilibrio economico? ? L Efficienza Unimpresa
è efficiente quando riesce a massimizzare
lutilizzo delle risorse limitate a sua
disposizione
la condizione che qualifica e misura il grado
dell economicità aziendale e consente di
individuarne le cause determinanti
Efficienza
Gli indicatori dellefficienza
  • rendimenti fisico-tecnici o produttività
    fisico-tecnica dei fattori o dei processi
    produttivi
  • costi

Leconomicità varia in ragione diretta
dellefficienza. In generale si può affermare che
a parità di altre condizioni lefficienza e
quindi leconomicità dellazienda di produzione è
tanto maggiore quanto più alti sono i sopra
menzionati rendimenti (P. Onida, 1971, p. 70).
46
rendimenti fisico-tecnici o produttività
fisico-tecnica dei fattori produttivi o dei
processi
Q.tà beni e servizi prodotti
Rdx
Q.tà fattori produttivi utilizzati
Quale significato economico hanno per limpresa
le variazioni di questi rendimenti? Confronto
tra rendimenti medi effettivi di successivi
periodi di tempo rendimenti medi e
standard rendimenti medi effettivi di aziende
diverse rendimenti di fattori/processi produttivi
diversi Tenendo conto di quantità/prodotti di
diversa specie ottenuti congiuntamente con
limpiego di dati fattori/processi
produttivi rendimenti dei fattori o dei processi
e qualità dei prodotti ottenuti Variazioni che
si producono nel sistema economico
dellimpresa in termini di Ricavi, Costi,
Reddito Considerazione dei fattori tempo,
spazio, relazione tra fattori produttivi,
processi, prodotti
47
Esempio
Unità di tempo di impiego Rendimento unità di
prodotto ottenibile nellunità di tempo
REPARTO A REPARTO B
Materie prime 1m stoffa x 1 1m stoffa x 1
Prodotto finito 2 cappelli. 3 cappelli da 30 cd.
Efficienza uso materie prime Q 2 cappelli 1m stoffa 60/ 1 Q 3 cappelli 1m stoffa 90 / 1
Personale/ore giornaliere disponibili 1 addetto (8 h al costo di 15/h) 1 addetto e mezzo (12h al costo di 15/h)
Ore per prodotto 1h x 1 cappello 1h x 1 cappello
Efficienza uso ore manodopera Q Q
3
2
90
60
1cappello/1h 1
1cappello/1h 1
30/1h 30
30/1h 30
48
costi concetto di costo
Rappresentano la remunerazione dei fattori in
posizione contrattuale. A parità di altre
condizioni, più sono bassi, maggiore è
lefficienza.
Lanalisi dei costi della gestione si fonda sulla
determinazione del COSTO DI PRODUZIONE costo
sostenuto per lutilizzo dei fattori impiegati in
un processo produttivo o per realizzare un dato
prodotto.
  • I costi possono essere RILEVATI e CONTROLLATI in
    riferimento a vari oggetti OGGETTI DI COSTO
  • fattori produttivi
  • procedure
  • processi
  • .
  • Quando coincidono con dei CENTRI ORGANIZZATIVI
    (es il settore commerciale, una divisione
    dedicata ad un solo prodotto, un particolare
    impianto, ecc.) CENTRI DI COSTO

49
stime e congetture
COMPLESSITA di calcolo dei costi
Criteri utilizzati Diverse configurazioni
Il costo di produzione è una quantità ASTRATTA
che può assumere diverse configurazioni in
relazione ai criteri utilizzati per ripartire i
costi comuni tra i vari prodotti e processi
produttivi
  • Nelleconomia aziendale le quantità possono
    essere astratte, misura, stimate (P. Onida,
    1971, p. 557/558).
  • - Q.tà misura quantità economiche assolute
    (es. peso della merce, entrate/uscite di cassa,
    n. ore di lavoro personale, )
  • Q.ta stimate esiste una grandezza unica
    obiettiva e verificabile che però di fatto non è
    analiticamente misurata ma solo stimata per
    motivi di tempo o di economia (es. presunto
    valore realizzo crediti o rimanenze, volume
    future vendite, n. persone in uno stadio).
  • - Q.tà astratte q.tà che non esprimono una
    realtà obiettiva e accertabile ma sono variamente
    configurabili in virtù di ipotesi e congetture
    soggettive ed esistono quindi più valori in
    relazioni alle stesse (es. reddito di esercizio,
    capitale di funzionamento, ..).

50
Come ottenere dallanalisi dei costi un risultato
validamente utilizzabile per la valutazione e il
controllo delle scelte imprenditoriali?
Procedimento per la determinazione dei costi di
produzione Ricerca delle componenti elementari
dei costi Classificazione dei
costi Individuazione del RAPPORTO dei COSTI con
LOGGETTO DI CALCOLO
51
CLASSIFICAZIONE dei COSTI
I costi vengono classificati in base alle
caratteristiche fisiche ed economiche dei fattori
produttivi
Nellattività di trasformazione fisica si
distinguono
  • per natura

- MP
- stipendi al personale
- forza motrice
- ...
Nellattività amministrativa si distinguono
- stipendi al personale -
cancelleria
- spese postali e telefoniche -
consulenze
- ...
Nellattività di distribuzione si distinguono
- stipendi al personale
- spese promozionali e di
pubblicità -
spese di trasporto
- ...
52
costi capitalizzabili
Sono costi aventi unutilità pluriennale, essendo
relativi a fattori produttivi strutturali.
Es. impianti, capannoni.
  • secondo il periodo di riferimento

costi di periodo o di esercizio
Sono costi che partecipano alla determinazione
del reddito di esercizio come componenti negativi
di reddito. Es. MOD.
53
costi variabili
Sono costi che variano al mutare del volume
dellattività aziendale Es. materie.
  • secondo la variabilità

costi fissi
Sono costi che non sono influenzati dal volume di
produzione. Es. fattori
strutturali.
Ma nel lungo periodo (al variare di determinate
condizioni), costi classificati come fissi
nellambito di un determinato volume di
produzione, possono essere considerati variabili
al variare dei volumi produttivi (andamento a
scalini costi variabili a scatti)
costi semi-variabili/fissi e particolari
- Sono costi variabili all? della produzione,
rigidi alla ? della pr. Es. MOD.
54
costi diretti o speciali
Sono costi per cui è possibile e conveniente
individuare una relazione diretta e misurabile in
modo oggettivo tra loggetto di costo - processo
produttivo/prodotto - e la quantità di fattore
impiegata.
Es. materie, MOD.
  • secondo le modalità di attribuzione alloggetto
    di calcolo

costi indiretti o comuni
Sono costi per cui non è possibile o conveniente
individuare una relazione diretta e misurabile
oggettivamente tra loggetto di costo - processo
produttivo/prodotto - e la quantità di fattore
impiegata.
Es. fattori strutturali.
55
Esempio di classificazione e attribuzione di
componenti di costo per REPARTO DI PRODUZIONE E
per SINGOLI STABILIMENTI
56
Esempio la tecnica del coefficiente di riparto
La società Norda Spa produce 2 modelli di sedie,
sostenendo i seguenti costi
Argo Diana Totale Costi diretti di materie
prime 70 50 120 Costi diretti di
manodopera 70 80 150 Altri costi diretti
industriali 25 35 60 Costi indiretti
industriali 140 160 300
Ripartizione dei costi indiretti
industriali 300/150 2 (coefficiente di
imputazione) Quota costi indiretti industriali
Argo 2 x 70 140 Quota costi indiretti
industriali Diana 2 x 80 160
base di riparto
totale costi indiretti industriali da ripartire
57
costi controllabili
Sono costi il cui andamento è influenzabile in
modo significativo.
  • secondo la controllabilità

costi non controllabili
Sono costi non attribuibili alla responsabilità
di chi sta a capo di un centro di costo.
58
CONFIGURAZIONI DI COSTO
Quali configurazioni dei costi possono essere
assunte dal costo di produzione?
Configurazioni di costo complessivo
Configurazioni di costo parziale
Lindividuazione delle configurazioni che possono
essere assunte dai costi di produzione permette,
mediante il confronto con i ricavi, di
acquisire una serie di informazioni utili per le
scelte aziendali.
59
CONFIGURAZIONI DI COSTO COMPLESSIVO
Costo primo
Costo di produzione
Costo econom-tec.
Costo complessivo
Consente di controllare lefficienza
Consente di valutare PF o prod. in cs. lav.
Consente di valutare la redditività
Serve come base per determinare i prezzi di
vendita
60
CONFIGURAZIONI DI COSTO PARZIALE
Variable costing
Direct costing
Quali differenze?
Ricavi
Ricavi
- Costi variabili diretti
- Costi variabili diretti
Margine lordo
Margine lordo
- Costi variabili indiretti
- Costi diretti fissi

Margine di contribuzione specifico
Margine di contribuzione specifico

- Costi fissi diretti - Costi
fissi indiretti
- Costi indiretti (fissi e variabili)
Reddito (utile) prodotto A
Reddito (utile) prodotto A
Da qui in poi risentono di stime e congetture
(valutazioni soggettive)
61
Ricavi
3.200

Costi diretti variabili
400 Costi diretti fissi
600 Costi indiretti variabili e
fissi 2.000 REDDITO
200
Esempio
Variable costing
Direct costing
62
IL CONTROLLO DEI COSTI
Tanto più bassi sono i costi, tanto maggiore è
lefficienza e, a parità di altre condizioni,
maggiore è il livello di economicità.
Tuttavia, ridurre i costi senza limiti ed
incondizionatamente può portare a condizioni di
non convenienza.
Può avvenire con riferimento a diversi oggetti e
diversi livelli aziendali
Loggetto di Costo è un centro di Costo
se coincide con le singole unità organizzative
Prodotti stabilimento 1 no centro di costo si
oggetto di costo
63
IL CONTROLLO DEI COSTI PER IL SISTEMA AZIENDALE
A livello di sistema aziendale il controllo dei
costi si svolge mediante la redazione e la
lettura di un documento contabile in forma
scalare nel quale si confrontano i costi
sostenuti e i ricavi ottenuti.
Si tratta di un CONTO ECONOMICO a Report Form
In esso il costo di prodotti venduti è il
risultato dei seguenti elementi
Rimanenze iniziali (materie prime,
semilavorati, prodotti finiti)
Acquisti

Costo del lavoro (settore
produzione)
Costi generali industriali
(ammortamenti impianti, macchine, ecc.)
- Rimanenze finali
64
Il Report Form secondo la configurazione a costo
del venduto
65
GLI INDICI
Combinando i valori intermedi di cui al Report
Form, si possono ricavare degli indici capaci di
fornire una misura sintetica di quanto si è
riusciti a realizzare in termini di economicità
ed efficienza
In particolare
R.O.I. (Return on
Investment)
R.O.E. (Return on Equity)
66
R.O.I. (Return on
Investment)
Serve per dimostrare la redditività del capitale
che è stato investito nella gestione a
prescindere dalle fonti di finanziamento
E un indice di redditività aziendale
R.O.I.
67
R.O.I. (Return on
Investment)
Il R.O.I. è ottenibile come combinazione di altri
due indici
R.O.I.
X
Permette di vedere la redditività delle vendite,
cioè quanto resta del prezzo di vendita dopo aver
coperto i costi dellarea caratteristica
Rappresenta il tasso di rotazione del capitale
68
R.O.E. (Return on Equity)
Serve per misurare la redditività del capitale
investito nella gestione dallimprenditore o dai
soci.
E un indice di redditività del capitale
personale
R.O.E.
69
IL CONTROLLO DEI COSTI PER OGGETTI PIU SPECIFICI
IL COMPORTAMENTO DEI COSTI E DEI RICAVI AL
VARIARE DEL VOLUME DELLATTIVITA AZIENDALE
Per un controllo dei costi riferito ad oggetti
più specifici (uno stabilimento, una filiale, un
settore, ecc..) occorre procedere ad unattenta
attività di imputazione dei costi generali. A tal
fine, si procede ad una preventiva
classificazione dei costi
Lanalisi più importante è quella che studia
landamento dei costi al variare del volume di
produzione dellattività aziendale
? costi fissi
? costi variabili proporzionalmente alla
quantità di prodotto
? costi variabili più che proporzionalmente
alla quantità di prodotto
Mettendo in relazione i costi con la quantità di
prodotto si hanno
Costi totali Costi medi
Costi suppletivi.
70
COSTI SUPPLETIVI
costi marginali. Rappresentano lincremento che
subisce il costo totale per un aumento della
produzione da una quantità q ad una quantità q
?.
Costi suppletivi
incremento che i costi variabili subiscono nel
passare dalla quantità di prodotto q alla
quantità q 1.
Forniscono anche il valore minimale che deve
essere assunto dal prezzo di vendita.
COSTO MEDIO
Fornisce indicazioni utili circa lefficienza con
cui vengono impiegati i fattori di produzione al
variare della produzione.
71
COSTI TOTALI / COSTI MEDI / COSTI SUPPLETIVI
72
COSTO MEDIO
Il costo medio può altresì essere scomposto,
calcolandolo per le tre componenti dei costi
fissi (beta), costi variabili proporzionalmente
(alfa), costi variabili più che proporzionalmente
(gamma).
IL comportamento dei costi secondo la variabilità
I costi di tipo beta sono detti a produttività
economica crescente.
I costi di tipo alfa sono detti a produttività
economica costante.
I costi di tipo gamma sono detti a produttività
economica decrescente.
73
LANALISI C-V-R- ANALISI DEL B.E.P. UNO
STRUMENTO PER LANALISI CONGIUNTA DELLANDAMENTO
DEI COSTI, RICAVI, RISULTATI
  • Lanalisi C-V-R è un modello che attraverso
    lanalisi del comportamento dei costi aziendali
    permette di conoscere come
  • variando la quantità di beni prodotti e venduti
    (Q)

Raggiungere il pareggio tra costi e ricavi
Ottenere certi obiettivi di profitto
Raggiungere il pareggio tra costi e ricavi
  • Il modello
  • definisce Q come lunico driver rilevante dei
    costi e dei ricavi
  • si basa sullequazione dellequilibrio economico
    aziendale
  • UTILE RT - CT
  • Quando UTILE 0 RT CT
  • -gt P x Q CFT CVu x Q
  • dove si ipotizza che i costi variabili siano
    direttamente proporzionali al driver della
    quantità
  • DA QUESTA RELAZIONE O EQUAZIONE DI BASE è
    POSSIBILE DETERMINARE
  • IL LIVELLO DELLE ATTIVITA DI PAREGGIO
  • IL LIVELLO DI ATTIVITA CHE CONSENTE DI
    CONSEGUIRE UN DATO RISULTATO ECONOMICO

74
  • Pre-requisiti
  • I costi elementari si distinguono in fissi,
    variabili e misti a seconda del loro
    comportamento al variare della quantità di output
    prodotta
  • Sulla base di tale distinzione è possibile
    sviluppare un modello C-V-R che può supportare il
    management nella determinazione del punto di
    pareggio e del punto di equilibrio economico
  • Poi i costi elementari si distinguono in diretti
    e indiretti a seconda del modo in cui possono
    essere attribuiti agli oggetti di costo
    (prodotti, attività, ecc.)
  • Sulla base di tale distinzione è possibile
    calcolare il costo di prodotto in modo
    oggettivo anche se parziale (sommando i soli
    costi diretti) oppure determinare il costo pieno
    di prodotto

75
BREAK EVEN POINT
  • RAPPRESENTA IL LIVELLO DI PRODUZIONE IN
    CORRISPONDENZA DEL QUALE I RICAVI TOTALI DI
    VENDITA EGUAGLIANO I COSTI TOTALI E, DI
    CONSEGUENZA, IL PROFITTO E NULLO.
  • BREAK EVEN POINT ? PUNTO DI EQUILIBRIO

76
Break Even Point e Punto di Equilibrio Economico
Il BREAK EVEN POINT
corrispondente al punto in cui i ricavi
dellattività dimpresa eguagliano i costi totali
non deve essere confuso con
il PUNTO DI EQUILIBRIO ECONOMICO
corrispondente al momento in cui, remunerati i
fattori produttivi in posizione contrattuale
(costi totali), i ricavi riescono a produrre una
remunerazione congrua anche per i fattori in
posizione residuale.
77
Break Even Point e Punto di Equilibrio Economico
C,R
78
Ipotesi di base
  • Il volume di output (Q) rappresenta lunico
    driver ovvero lunico fattore in grado di
    spiegare landamento dei costi aziendali.
    Pertanto la distinzione tra costi fissi e
    variabili viene effettuata a seconda del
    comportamento dei costi rispetto al volume
    produttivo (e non in base a n. progetti,
    dimensione lotti, n. attrezzaggi, ecc.)
  • I costi variabili siano direttamente
    proporzionali al driver della quantità per cui
    possono essere rappresentati come una linea retta
    la cui inclinazione è pari al costo variabile
    unitario
  • Linearità delle funzioni di ricavo e di costo
  • Significa che per il periodo temporale preso in
    considerazione (necessariamente il breve periodo)
    vi è
  • - costanza dei prezzi e dei costi dei fattori
    produttivi
  • - costanza dei livelli di efficienza
  • - costanza dei prezzi-ricavo dei prodotti
  • - costanza dellammontare dei costi fissi
  • Coincidenza dei volumi di produzione e vendita
  • Significa che non cè nessuna variazione nel
    livello delle scorte dei prodotti finiti tutto
    ciò che viene prodotto è anche venduto
  • Richiede sempre la distinzione tra costi fissi e
    costi variabili mentre nella realtà non sempre è
    possibile né facile identificare quali costi sono
    costanti o variabili rispetto al volume
    produttivo
  • Costanza del mix di produzione e vendita (in
    riferimento alle aziende pluriprodotto)

79
Le informazioni ottenibili dal modello C-V-R
  • IL MODELLO PERMETTE DI CONOSCERE COME
  • 1. raggiungere il pareggio tra costi e ricavi
  • 2. ottenere certi obiettivi di profitto
  • 3. cambia il punto di pareggio e il risultato
    economico agendo sulle singole variabili (Cv,
    CF,P,Q)

80
  • B.E.P. break even point
  • (o punto di rottura)
  • Risolvendo lequazione RTCT (CF CV)
  • Troviamo la quantità di equilibrio
  • Q CF
  • (p-v)
  • e il fatturato di equilibrio
  • RT CF
  • 1- v/p

Dove (p-v) rappresenta il margine di
contribuzione unitario (p-v) x Q rappresenta il
margine di contribuzione totale (1-v/p) o anche
(1-ß) rappresenta lincidenza del margine di
contribuzione sul prezzo, infatti 1- v p - v
p p
81
Laltezza e linclinazione delle linee del
grafico possono variare in dipendenza di diversi
fattori (caratteristiche del mercato, del
prodotto od anche dellimpresa stessa).
82
Dal punto di vista algebrico il BEP può essere
calcolato
  • In termini di quantità prodotta

La differenza P - CVu viene detta Margine Lordo
Unitario.
  • In termini di fatturato

83
IN TERMINI DI QUANTITA PRODOTTA R C 0 R
(CF CV) 0 P x q - (CF CV u x q) 0 P x q
CV u x q CF (P- CV u) x q CF CF
P CV u P CVu VIENE DETTA MARGINE LORDO
UNITARIO
Q
84
IN TERMINI DI FATTURATO F P x q ma sappiamo
che CF con lunica differenza
che ora si parla di P CVu quantità venduta e
non prodotta F P x CF P
CVu CF 1 CVu
P
q
F
85
  • 1. COME RAGGIUNGERE IL PAREGGIO TRA COSTI E
    RICAVI?
  • La società Beppe Spa produce un bene il cui
    prezzo unitario di mercato è pari a 750 euro. La
    struttura dei costi della società è così
    composta costi fissi per 9.000.000 euro e costi
    variabili unitari per 450 euro. Determinare
    quanti pezzi occorre produrre e quanto fatturato
    realizzare per raggiungere il punto di pareggio.
  • Q9.000.000 30.000 pezzi
  • 750-450
  • RT 9.000.000 9.000.000 9.000.000
    22.500.000 euro
  • 1- 450/750 1-0,60 0,40

86
  • PROBLEMA 1
  • Limpianto produttivo della società EOX Spa
    genera i seguenti costi costi fissi 15.000.000
    euro e costi variabili unitari 230.000 euro.
  • Nel caso in cui la società realizzasse un volume
    produttivo pari a 1.000 unità, calcolare il
    prezzo di vendita in corrispondenza del quale EOX
    Spa realizza il BEP.
  • SOLUZIONE
  • 15.000.000230.000 x 1.0001.000 x P
  • P 15.000230.000 245.000 euro

87
  • PROBLEMA 2
  • Il punto di rottura (in termini di fatturato) di
    unazienda è di 500.000.000 euro. Il costo
    variabile unitario è pari a euro 600. Il totale
    dei costi fissi è di euro 200.000.000. Trovare il
    prezzo di vendita (a).
  • Se invece i costi fissi totali ammontano a
    300.000.000 euro, il costo variabile unitario 500
    euro e il prezzo di vendita è di 1.000 euro. Qual
    è la quantità di break even (b)?
  • SOLUZIONE
  • P x Q 500.000.000 euro
  • Secondo lequazione 5000.000.000 CFT CVu x Q
  • -gt 500.000.000 200.000.000 600 x Q
  • Q300.000.000/600500.000
  • -gt P x 500.000 500.000.000 allora P1.000
    euro (a)
  • 300.000.000 500 x Q 1.000 x Q
  • Q 300.000.000/500 600.000 pezzi b)

88
Esercizio 3 Durante l'esercizio n la società
Pitagora S.p.A. ha prodotto e venduto 50.000
unità di prodotto finito, cedute sul mercato al
prezzo unitario di 750. Sapendo che per la
produzione delle suddette unità la società ha
sostenuto costi fissi pari a 9.000.000 e costi
variabili totali pari a 22.500.000, calcolare
il Break-Even Point ed il margine di
sicurezza. Calcolare inoltre la variazione che il
Break-Even Point subirebbe nelle due seguenti
ipotesi 1) il prezzo di vendita viene fissato a
600 2) i costi fissi sono pari a
6.000.000. SOLUZIONE q CF / (P - Cvu) Costo
variabile unitario (valori in ) 22.500.000 /
50.000 450 q 9.000.000/ (750 - 450)
9.000.000 / 300 30.000 unità Margine di
sicurezza Q.tà vendute - Q.tà corrispondenti al
BEP 50.000 - 30.000 20.000 unità Calcolo
del Break-Even Point nell'ipotesi di prezzo pari
a 600 q 9.000.000 / (600 - 450) 9.000.000 /
150 60.000 unità Calcolo del Break-Even Point
nell'ipotesi di costi fissi pari a 6.000.000 q
6.000.000 / (750 - 450) 6.000.000 / 300
20.000
89
2. Le informazioni ottenibili dal modello C-V-R
  • 2. COME OTTENERE UN CERTO LIVELLO DI UTILE NETTO
    DA DISTRIBUIRE?
  • I soci della Beppe Spa intendono conseguire un
    utile netto di 36.000 euro.
  • Considerando che P 750 CVu 450 CFT
    9.000.000 euro e sapendo che laliquota fiscale
    ammonta al 40 del reddito imponibile (utile
    lordo) determinare il fatturato-obiettivo che
    permette di realizzare lutile atteso.
  • Fase 1. Determinazione dellobiettivo di profitto
  • In questo caso non vogliamo conoscere il punto di
    pareggio, ma il punto in cui si consegue un
    profitto. Pertanto lequazione da risolvere
    diventa
  • UOBIETTIVO RT CT -gt
    Uo P x Q CFT- CVu x Q
  • Tuttavia, dobbiamo considerare che i soci hanno
    espresso il loro obiettivo in termini di utile
    netto (UN), cioè al netto delle imposte
    (taliquota fiscale). Pertanto
  • UN UL UL x t -gt UN UL x (1 t)
    -gt UL UN /(1 t)

90
  • Fase 2. Calcolo del fatturato di pareggio
  • Ora possiamo calcolare il fatturato obiettivo
    andando a sostituire nellequazione sopra
    modificata i dati a nostra disposizione.
  • UL UN /(1 t)
    P x Q CFT- CVu x Q
  • 36.000/(1-0,40)
    750 x Q 9.000.000450 x Q
  • ULgt 60.000 750
    x Q 9.000.000450 x Q
  • Q 60.0009.000.000 30.200 pezzi
  • (750-450)

91
3. Le informazioni ottenibili dal modello C-V-R
  • 3. COME CAMBIA IL PUNTO DI PAREGGIO E IL
    RISULTATO ECONOMICO AGENDO SULLE SINGOLE
    VARIABILI (Cv, CF,P,Q)?
  • I manager di una società possono utilizzare il
    modello per comprendere -in prima
    approssimazione- le implicazioni che cambiamenti
    nelle politiche di prezzo e nelle strutture di
    costo possono generare sul raggiungimento del
    risultato economico.
  • Se aumento il prezzo del 10, cosa accade al
    B.E.P. e al profitto?
  • La retta dei ricavi (RT) aumenta la sua
    inclinazione gt lazienda raggiunge il B.E.P.
    producendo una quantità inferiore di beni.
  • Se lazienda continua a produrre e vendere la
    medesima quantità del passato (Qv) essa ottiene
    un profitto addizionale.

AUMENTO DEL PREZZO DEL 10
RT0
RT1
profitto addizionale
CT
C,R
BEP1
BEP0
CF
Volume attività
Qv
92
  • 3. COME CAMBIA IL PUNTO DI PAREGGIO E IL
    RISULTATO ECONOMICO AGENDO SULLE SINGOLE
    VARIABILI (Cv, CF,P,Q)?
  • Se riduco i costi fissi del 10 cosa accade al
    B.E.P. e al profitto?
  • La retta dei costi totali (CT) si sposta verso
    il basso (ma la sua inclinazione rimane
    inalterata) gt lazienda raggiunge il B.E.P.
    producendo una quantità inferiore di beni
  • Se lazienda continua a produrre e vendere la
    medesima quantità del passato (Qv) essa ottiene
    un profitto addizionale.

RIDUZIONE DEI COSTI FISSI DEL 10
RT
CT0
C,R
CT1
BEP0
profitto addizionale
CF0
BEP1
CF1
Volume attività
Qv
93
Lanalisi di sensibilità del risultato economico
  • La conoscenza delleffetto sul R.E. derivante dal
    cambiamento di singole variabili permette di
    decidere anche come compensare effetti diversi e
    opposti in modo da lasciare inalterato il
    risultato economico.
  • Es. Data una certa struttura di costi, un
    aumento dei costi fissi del 10 può essere
    compensato sia da un aumento dei prezzi del 5
    che da una diminuzione dei costi variabili del
    10. Sarà poi compito del management verificare
    quale soluzione è tecnicamente praticabile e più
    opportuna
  • La sensibilità del risultato operativo alle
    politiche aziendali viene definita RISCHIO
    OPERATIVO e viene stimato calcolando il MARGINE
    DI SICUREZZA esso esprime in modo sintetico
    limpatto delle politiche di prezzo e delle
    strutture di costo, a parità di livello di
    attività, sul potenziale reddituale dellimpresa.
    Più semplicemente esso rappresenta la possibilità
    di assorbimento di un calo di domanda prima di
    raggiungere il punto di pareggio ed entrare nella
    zona di disequilibrio
  • MARGINE DI SICUREZZA vendite effettive (o di
    budget)- vendite di pareggio
  • vendite effettive (o di
    budget)
  • (di solito espresso in termini percentuali MS)

94
Esercizio
  • La società Frigo produce un unico modello di
    compressori a gas per veicoli frigoriferi.
  • Sapendo che
  • P 1.000.000 euro
  • CVu 600.000 euro
  • CFT annui 145.000.000 euro
  • calcolare la quantità di pareggio e il fatturato
    di pareggio.
  • Q ovvero Q Equ CF/(p-cvu)
    145.000.000/(1.000.000-600.000) 362,5 unità
  • (PxQ) ovvero F Equ CF/(1-ß)
    145.000.000/(1-0,6) 362.500.000 euro
  • Ricordando che ß 1- cv
  • p
  • Sapendo che la quantità di vendite prevista è di
    400 unità calcolare il
  • risultato economico previsto e il margine di
    sicurezza.
  • R.E. previsto p x Q (cvu x Q) CF 400 x
    1.000.000 - (600.000X400) 145.000.000
  • 400. 000.000 240.000.000-
    145.000.000 15.000.000 euro
  • Calcolabile anche come RE (Q prev Q Equ)
    x mc
  • (400- 362,5) x 400.000 15.000.000 euro

95
  • Testi/Parti del Programma di riferimento
  • M. Paoloni, P. Paoloni, Introduzione ed
    orientamento allo studio delle
  • Aziende, Giappichelli, To, 2009, Cap. 7,8,9.
Write a Comment
User Comments (0)
About PowerShow.com