Title: Economia internazionale
1- Economia internazionale
- -1-Introduzione
- tendenze del commercio mondiale
2Oggetto delleconomia internazionale
- Di cosa si occupa leconomia internazionale? Di
due aspetti interrelati, ma che rispondono a
schemi teorici e di ragionamento distinti - Commercio tra paesi di beni e servizi flussi di
investimenti diretti esteri, volti a realizzare
fuori dai confini nazionali strutture produttive
ex-novo (greenfield) o ad acquisire la
proprietà/partecipazione (completa/parziale) di
strutture preesistenti movimenti di lavoratori
da un paese allaltro in una parola
globalizzazione - Macroeconomia dei sistemi nazionali aperti agli
scambi con lestero tassi di cambio, transazioni
finanziarie, mobilità dei capitali, efficacia
delle politiche macroeconomiche (monetarie e
fiscali), squilibri e crisi di bilancia dei
pagamenti - Il corso riguarda il primo punto perché e come i
paesi intraprendono scambi con lestero (si
integrano tra loro attraverso il commercio
internazionale), conseguenze derivanti
dallapertura commerciale, ruolo dei governi
nellinfluenzare i traffici mondiali
3Globalizzazione (merci, uomini, capitali) non è
un fenomeno nuovo dal 1975-80 però
qualitativamente diverso/superiore
4Un po di storia prima ondata di globalizzazione
- I fase 1870-1914 età doro dellinternazionalizz
azione - Comincia intorno al 1870, caratterizzata da forte
crescita dei flussi di capitale e migratori, da
un raddoppio del commercio internazionale di beni - Fattori di spinta politiche di liberalizzazione
commerciale e sviluppo della tecnologia che
riduce costi di trasporto 1869, apre il canale
di Suez 1914, apertura del canale di Panama.
Comunicazioni con telegrafo e cavi sottomarini
1865-66 posa del primo cavo sottomarino tra le
due sponde dellAtlantico - Peculiarità dei movimenti dei fattori da Europa
verso paesi scarsamente popolati (America,
Argentina, Australia) capitale e lavoro si
spostano in modo complementare Europei disposti
a prestare capitali a una forza-lavoro
qualificata che porta lo spirito imprenditoriale
europeo nel nuovo mondo - Peculiarità dei movimenti dei fattori da Europa
verso regioni più densamente popolate (India, Sud
est asiatico), i movimenti di capitali consistono
in investimenti diretti nei settori connessi alla
sfruttamento delle risorse naturali - I PVS del sud del mondo si specializzano nella
produzione di materie prime che esportano nei
paesi industriali in cambio di manufatti
5Un po di storia chiusura e introversione tra le
due guerre
- Dopo il picco del 1914, rapido crollo tra le due
guerre mondiali - Nonostante lavanzamento del progresso
tecnologico e la diminuzione dei costi di
trasporto, si verifica un ritorno al nazionalismo
e al protezionismo barriere artificiali
(man-made) sostituiscono quelle naturali
fortemente diminuite grazie alla tecnologia - Crollo scambi commerciali e flussi di capitale
(v. per esempio lautarchia Italia fascista degli
anni trenta) - Le tre dimensioni della globalizzazione
(commercio, flussi capitale, migrazioni) tornano
al livello del 1870 - Aumentano povertà e disuguaglianza
6Un po di storia nuova apertura dopo il 50
- 1950-1980 seconda ondata della globalizzazione
- Ritorno ai livelli della prima fase del commercio
mondiale. - Dapprima e per molto tempo i processi di
integrazione riguardano solo le economie
avanzate - e principalmente lo scambio di merci, molto
meno o per nulla i movimenti migratori e flussi
di capitale
7Un po di storia il salto qualitativo della
globalizzazione dagli anni 80
- Dagli anni 80 in poi
- Commercio mondiale di beni e servizi ha
accelerato, crescendo in media più del prodotto
lordo mondiale - Internazionalizzazione coinvolge anche i servizi
(finanziari, di consulenza, ecc.) - Nuova forte accelerazione degli IDE sia nel mondo
industrializzato (mergersacquisitions) sia nei
PVS (greenfield) - Grandi accordi di integrazione regionale (UE,
Nafta, Mercosur) - Negli ultimi anni del vecchio secolo e nei primi
del nuovo si integrano negli scambi grandi
economie emergenti (Cina e India) e unintera
area (le economie ex-comuniste) che prima erano
ai margini o del tutto escluse assorbono
investimenti (nellindustria e nei servizi)
vendono e acquistano beni è raddoppiata
lofferta mondiale di lavoro nel mondo integrato
dagli scambi - Forte ripresa dei flussi migratori verso le aree
industrializzate - Cosa avverrà nei prossimi anni? Potenzialità di
nuovi sviluppi e rischi di regresso
8Capire cosa è sotteso a tutto questo
- Lo studio del commercio internazionale non è mai
stato così importante come adesso - Allinizio del XXI secolo, le economie sono tra
loro legate più strettamente che in passato,
attraverso flussi commerciali (beni e servizi),
flussi monetari (azioni e titoli obbligazionari
pubblici e privati) e, in misura crescente,
investimenti diretti Italiani che producono in
Romania, Americani che impiantano fabbriche in
Cina, tedeschi che delocalizzano (servizi) in
India, imprenditori cinesi (Huawey, Lenovo) e
indiani (Tata, Dr. Reddy) che fanno shopping di
imprese e collaborazioni produttive per il mondo
9Misure di integrazione internazionale
Esportazioni ed importazioni come del reddito
nazionale degli Stati Uniti
10Misure di integrazione internazionale
Esportazioni importazioni come percentuale
del reddito nazionale di alcuni paesi europei
Italia Francia Germania Regno Unito
1980 44,8 44,1 52,0 (1991) 52,0
2005 52,7 (7,9 pp.) 53,1 (9 pp.) 72,6 (20,6 pp.) 56,5 (4,5 pp.)
11Integrazione internazionale avanzata della Cina
e perdita di posizioni dei paesi industriali
Quote delle esportazioni dei principali
paesi (esportazioni mondiali100)
1991 2006 Var. in pp.1991-06
Usa 12,1 8,7 -3,4
Germania 11,6 9,3 -2,3
Francia 6,2 4,1 -2,1
Italia 4,9 3,4 -1,5
Spagna 1,7 1,7 0,0
Regno Unito 5,3 3,5 -1,8
Giappone 9,0 5,4 -3,6
Cina 2,1 8,1 6,0
12Integrazione internazionale gli Ide
Non solo scambi di benianche tanti
investimenti diretti
1991 Miliardi 2004 Miliardi Var. 1991-2004
1. Esportazioni mondiali 3.492 10.371 197
2. Investimenti diretti esteri in uscita 198 813 269
3. IDE/esportazioni 5,7 7,8 2 punti perc.
13Dove vengono realizzati gli IDE
Consistenza di IDE in entrata in sul totale
mondiale
1990 2005/06
Stati Uniti 21,1 16,0
Regno Unito 10,9 8,1
Francia 5,3 6,1
Hong Kong 7,9 5,1
Germania 6,0 5,0
Belgio 3,1 4,9
Paesi Bassi 3,0 4,6
Spagna 3,5 3,6
Canada 6,0 3,5
Cina 1,3 3,4
Italia 3,1 2,2
Messico 1,2 2,0
14Timori si è raggiunto il culmine nellattuale
ondata di globalizzazione? Se è un picco, cosa
cè dopo?
- Globalizzazione ha proceduto nel passato a
ondate se si ripete la storia, sono alle viste
rischi di regresso/neo-protezionismo? - Doha round avviato dal WTO nel 2001 è finora
fallito complessa partita, paesi industriali
(Usa e Ue) non cedono nel sostegno/protezione
dellagricoltura, grandi paesi emergenti
(Brasile, Cina, India) restii ad aprire i mercati
interni ai manufatti provenienti dai paesi meno
sviluppati negoziato di liberalizzazione dei
servizi in alto mare difficile vedere positive
vie duscita - Accentuazione del bilateralismo (accordi
commerciali preferenziali su base bilaterale) a
discapito del multilateralismo - Timori in parte del mondo occidentale nei
confronti dellavanzata delle grandi economie
emergenti (Cina, in primo luogo) richieste di
protezioni - Tensioni geo-politiche/terrorismo internazionale
occasioni per giustificare chiusure nei flussi di
lavoratori, di capitale, di beni/servizi
15Di cosa dunque ci si occupa nel corso di
commercio internazionale?
- Teorie degli scambi commerciali perché i paesi
non producono tutto ciò di cui hanno bisogno in
casa loro, ma entrano in contatto con altri, si
specializzano in determinate produzioni ed
effettuano scambi? Quali conseguenze positive (e
negative) derivano da tutto ciò? - Perché i fattori della produzione si spostano e
in quali direzioni - Azioni dei governi volte a regolare/limitare gli
scambi perché i poteri pubblici interferiscono
negli scambi? Quali conseguenze hanno le
politiche commerciali (adozione di dazi, sussidi,
ecc.) per i produttori e i consumatori? Qual è
ruolo del WTO cosa dicono la teoria economica e
la teoria politica (azione collettiva)?
16Argomenti che verranno trattati uno sguardo
dinsieme
- Introduzione al corso tendenze del commercio mondiale
- Perché ci si specializza? L'approccio ricardiano vantaggi comparati e differenze di produttività relativa
- Perché ci si specializza? L'approccio Heckscher-Ohlin vantaggi comparati e differenze nella dotazione relativa dei fattori
- Modello generale di commercio internazionale ragioni di scambio, crescita, trasferimenti internazionali di reddito
- Perché ci si specializza? Nuovo approccio concorrenza imperfetta, economie di scala e prodottti differenziati
- Perché ci si specializza? Ruolo del territorio e inerzie della storia economie esterne di scala statiche e dinamiche
- Movimento internazionale dei fattori di produzione capitale e lavoro
- Strumenti di politica commerciale per limitare il libero scambio
- Scambi commerciali liberi o limitati?
- Politiche commerciali nei paesi in via di sviluppo
- Politiche industriali nei paesi avanzati
- L'Italia nella divisione internazionale del lavoro problemi, opportunità, spiegazioni alla luce di ciò che si è visto
17Testo di riferimento
- Krugman-Obstfeld Economia Internazionale teoria
a politica del commercio internazionale vol. 1
Pearson AddisonWesley, 2007
18I due grandi gruppi di motivazioni dei perché
del commercio internazionale
- La teoria economica ha individuato due gruppi di
motivi per lo scambio e la specializzazione
internazionale - Differenze tra paesi. I paesi differiscono tra
loro nella tecnologia (efficienza nel produrre i
vari beni richiesti dalla popolazione) o nel tipo
di fattori della produzione (lavoro, capitale,
risorse naturali, ecc.) di cui sono dotati. I
paesi possono trarre vantaggio da queste
differenze raggiungendo un accordo in base al
quale ciascuna economia si specializza nel
prodotto che sa fare relativamente meglio. Questo
è il gruppo di teorie tradizionali dei vantaggi
comparati (Ricardo, Heckscher-Ohlin) - Economie di scala. I paesi, anche se non sono
differenti, possono trarre vantaggio dalla
specializzazione e dallo scambio se esistono
economie di scala (i costi cioè si abbattono
allaumentare della quantità prodotta) e se i
consumatori apprezzano la possibilità di
scegliere tra varietà diverse di uno stesso
prodotto ciascuna economia può produrre una
gamma limitata dei beni richiesti dalla
popolazione così facendo realizza tali beni in
maggiore quantità e, quindi, in modo più
efficiente rispetto a quanto farebbe producendo
in casa tutti i beni desiderati dai cittadini.
Questo è il gruppo di nuove teorie
(Helpman-Krugman) - N.B. Nella realtà entrambi i motivi sono alla
base degli scambi le teorie ossificano i
fenomeni e li isolano per evidenziarne tutte le
implicazioni che altrimenti si confondono agli
occhi dellosservatore