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Disturbi dell

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Disturbi dell Apprendimento: Intelligenza e Apprendimento Dr.ssa Barbara Arf Dipartimento di Psicologia e Antropologia Culturale Facolt di Scienze della Formazione – PowerPoint PPT presentation

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Title: Disturbi dell


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  • Disturbi dellApprendimento
  • Intelligenza e Apprendimento

Dr.ssa Barbara Arfé Dipartimento di Psicologia e
Antropologia Culturale Facoltà di Scienze della
Formazione
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Intelligenza e test
  • L'intelligenza è misurata quantitativamente per
    mezzo
  • della prestazione di un individuo a test.
  • I test sono prove "oggettive"
  • Sono in alcuni casi prove di natura scolastica
  • Vengono usati in funzione "predittiva"

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http//faculty.plattsburgh.edu/william.gaeddert/cl
asses/101Ovds/M10-3a.htm
Dott.ssa Barbara Arfé - DPAC
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Il "QI " e il concetto di " deviazione"
Altezza
  • Questa tradizionale valutazione si basa su
    distribuzione statistica dei punteggi QI, con
    Media 100 e Deviazione Standard 15.
  • La maggior parte dei soggetti ottiene punteggi
    tra 85 e 115. Perciò statisticamente la norma
    rientra in questo range.

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Agli estremi della distribuzione
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Percentili
50
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QI abilità ad apprendere?
  • Concezione largamente condivisa dalle teorie
    psicometriche
  • Si assume che il QI dia una misura predittiva del
    futuro successo scolastico
  • DA/DSA una categoria di bambini che presentano
    prestazioni in alcune prove scolastiche inferiori
    alla norma, ma un'intelligenza (QI) nella norma.

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DA e Intelligenza
  • I DA (disturbi di apprendimento). Un gruppo
    eterogeneo di
  • disturbi che comprende
  • disabilità specifiche della lettura, della
    scrittura, del calcolo
  • disturbo specifico dellattenzione (ADHD)
  • casi limite per insufficienza mentale (QI lt 80)
  • disturbo della coordinazione motoria. Quando
    il
  • ritardo nello sviluppo della coordinazione
    interferisce
  • con gli apprendimenti scolastici e/o della vita
  • quotidiana (Linee guida AIRIPA, Vio et al.,
    2003)?

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DA fisionomia
  • Lindividuo ha un disordine in uno o più dei
    processi psicologici di base (di probabile
    origine neurologica)
  • queste difficoltà comportano difficoltà
    specifiche di apprendimento di natura
    linguistica, visuo-spaziale, di attenzione, etc.
  • Difficoltà diverse possono essere associate e
    concorrere a definire il profilo funzionale, ma
    non sono causa le une delle altre (comorbidità)
  • Lespresssività dei DA varia nel corso dello
    sviluppo e degli anni scolastici

Dott.ssa Barbara Arfé - DPAC
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DA criteri diagnostici
  • La prestazione in compiti scolastici è
    discrepante
  • esiste una discrepanza tra il potenziale di
    apprendimento apparente dellindividuo e il suo
    basso livello di prestazione.
  • La prestazione devia rispetto al proprio gruppo
    di riferimento, rispetto alla propria fascia
    scolastica
  • Si può escludere che il Disturbo di Apprendimento
    sia conseguente a svantaggio socio-culturale,
    disabilità sensoriali e/o intellettive, disordini
    emotivi e/o fattori emotivo-motivazionali.

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Intelligenza e DA - Siegel (1996)?
  • Siegel critica la definizione di DA
    discrepanza tra potenziale (QI) del bambino e
    suoi livelli di profitto
  • A) CASI NON DISCREPANTI una diagnosi di
    insufficienza mentale lieve può mascherare in
    realtà un caso di DA.
  • B) POTENZIALE DI SVILUPPO E QI il QI fornisce
    una misura di performance che è diversa
    dallessere una descrizione del potenziale di
    sviluppo di un bambino.

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La scala WISC-R
  • Le scale Wechsler misurano
  • un fattore generale (QI totale)
  • due un sotto-fattori (QI verbale e QI
    performance)?
  • Due sub-scale 6 subtest verbali, 6 subtest di
    performance
  • Versioni diverse per diverse classi d'età
  • WAIS-R per gli adulti
  • WISC-R per bambini e adolescenti (6-16 anni)
  • WPPSI per bambini di 4-6 anni
  • La somministrazione è Individuale

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Componenti delle scale
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http//faculty.plattsburgh.edu/william.gaeddert/cl
asses/101Ovds/M10-3a.htm
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Esempio Scala di Performance
  • Sub-Test Performance
  • Disegno con cubi

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  • Il caso della
  • Dislessia

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Dislessia Evolutiva Definizione
  • La Dislessia Evolutiva (DE) è
  • un disturbo manifestato nellapprendimento
    della lettura, nonostante istruzione adeguata, in
    assenza di deficit intellettivi, neurologici o
    sensoriali, e con adeguate condizioni
    socioculturali
  • DSM IV

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Limiti delle definizioni tradizionali
  • DSM-IV, linee guida dellAssociazione
    Psichiatrica Americana
  • ICD-10, dellOrganizzazione Mondiale della Sanità
  • ..entrambe pongono una definizione fondata sulla
    discrepanza
  • Un deficit nella lettura che si presenta in
    assenza di
  • una scarsa abilità cognitiva generale (1 DS sotto
    il QI
  • non-verbale).

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Quale QI?
  • Scala verbale
  • se la discrepanza è misurata in relazione alla
    scala verbale pochi giovani lettori verrebbero
    definiti dislessici
  • Scala di performance
  • se la discrepanza è misurata in relazione alla
    scala non-verbale non è certa la relazione tra
    QI non-verbale e lettura. Ossia, il QI di
    performance non è un predittore giustificato.

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Omogeneità VS Discrepanza
  • La definizione di DA persistenza nel considerare
    il QI una misura di potenziale di apprendimento
    (misura predittiva)
  • Il concetto di omogeneità vs. discrepanza nel
    profilo cognitivo (analisi qualitativa della
    prestazione).

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Quale criterio di classificazione?
  • Le definizioni psicometriche (fondate sulla
    performance a test di linguaggio e test di
    intelligenza) sono vaghe e racchiudono sotto-tipi
    di dislessia le cui espressioni possono essere
    molto varie
  • Preferibili le definizioni fondate sui cosiddetti
    marcatori cognitivi, che identificano i disturbi
    della lettura sulla base di sottostanti deficit
    cognitivi.
  • (Bishop Snowling, 2004)

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Lapproccio dei marcatori cognitivi
  • Lapproccio dei marcatori cognitivi si presta
    meglio dellapproccio psicometrico a identificare
    gruppi di lettori omogenei (con simili
    difficoltà e profili di lettura)?
  • Il limite di questo approccio consiste nel
    rischio insito nella sua definizione, di fondarsi
    su una singola dimensione della disabilità, come
    nel caso del deficit fonologico (Bishop
    Snowling, 2004).

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Lapproccio dei marcatori cognitivi
  • Analisi del comportamento delle strategie,
    vincoli e limiti funzionali e strutturali che
    caratterizzano la prestazione
  • L'attenzione verso i meccanismi sottesi alla
    prestazione ai test (processi di base vs. misura)
  • Un diverso approccio alla misurazione la misura
    serve a identificare aspetti dell'elaborazione
    dell'informazione (es.tempi, errori) per rilevare
    modalità e difficoltà in tale elaborazione che
    rendono conto delle differenze individuali

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Profili individuali
  • Gli studenti variano molto per
  • la natura e severità delle loro difficoltà
  • le modalità di compensazione o strategie che
    mettono in atto per far fronte al problema e
    adattarsi ai compiti.

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La variabilità nei profili
  • Possiamo attribuirla a quattro fattori
  • Processi di base analisi visiva, fonologica,
    memoria di lavoro, attenzione, etc.
  • Processi di costruzione come compensa il
    problema?
  • Fattori di contesto adattamento del contesto
    alle esigenze e al profilo
  • dello studente
  • Componenti affettivo-motivazionali auto-stima e
    auto-efficacia.
  • Linsieme delle risposte emotive alle
    difficoltà di apprendimento, e limmagine di sé
    che lo studente si costruisce.
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