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MODULO%203

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modulo 3 punto di raccolta luogo dove deve essere verificata la presenza di tutte le persone presenti prima dell emergenza appello e consegna del foglio presenze ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: MODULO%203


1
MODULO 3
2
INDIVIDUAZIONE E VALUTAZIONE DEIRISCHI
3
IL DATORE DI LAVORO EFFETTUA LA VALUTAZIONE DI
CUI ALL 17 ED ART.28 ELABORA IL D.V.R. IN
COLLABORAZIONE AL R.S.P.P. EDAL MEDICO
COMPETENTE FACENDOLO VISIONARE ALLR.L.S.
4
LA VALUTAZIONE ED IL DOCUMENTO SONO RIELABORATI
IN OCCASIONE DI MODIFICHE DEL PROCESSO PRODUTTIVO
5
VALUTAZIONE DEL RISCHIO valutazione globale
delle probabilità e della gravità di possibili
lesioni in una situazione pericolosa per
scegliere le adeguate misure di sicurezza
6
OBIETTIVI DELLA VALUTAZIONE RISCHIconsentire al
datore di lavoro di prendere i provvedimenti che
sono effettivamente necessari per salvaguardare
la sicurezza e la salute dei lavoratori
7
SITUAZIONI TIPICHE CHE RICHIEDONO LA VALUTAZIONE
RISCHI
8
IMPIEGO DELLE ATTREZZATURE DI LAVOROMETODI DI
LAVORO E DISPOSIZIONE DEGLI IMPIANTI IMPIEGO
DELLELETTRICITA
9
ESPOSIZIONE A SOSTANZE O PREPARATI PERICOLOSI PER
LA SICUREZZA E LA SALUTE ESPOSIZIONE AD AGENTI
FISICI
10
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI FATTORI
AMBIENTALI E AMBIENTE DI LAVOROINTERAZIONE DEL
POSTO DI LAVORO E DEI FATTORI UMANI
11
FATTORI PSICOLOGICI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
12
INDICE INDICATIVO DEI CAPITOLI DA SVILUPPARE
ALLINTERNO DI UN D.V.R.( ASL/REGIONE )
13
1- dati generali identificativi dellazienda2
attività e schema produttivo3 organizzazione
aziendale4 struttura del S.P.P.5 struttura
dellemergenza e pronto soccorso6
funzionamento del sistema organizzazione-gestione-
verifica
14
7 modalità di organizzazione delle attività
date in appalto8 attività affidate a terzi9
coinvolgimento degli attori10 mansioni svolte
allinterno della struttura11 lista utilizzata
per i rischi12 analisi dei rischi
15
13 misure attuate14 misure di miglioramento
previste15 tempi di attuazione16 aree di
lavoro17 modalità di gestione e revisione
16
CHI REDIGE IL DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHI?IL
DATORE DI LAVORO CON LEVENTUALE APPORTO DEL
R.S.P.P.
17
CHI DEVE PRENDERE PARTE ALLA STESURA O COMUNQUE
DEVE ESSERE A CONOSCENZA?IL MEDICO COMPETENTEIL
R.L.S.
18
ANALISI DEI RISCHIMETODOLOGIA PER LA VALUTAZIONE
19
SCALA DELL'ENTITA' DEL DANNO  D4Gravissimo
Infortuni mortali o con gravi invalidità
permanenti3Grave Infortuni con
invalidità parziali permanenti2Medio
Infortuni con invalidità reversibili1Lieve
Infortuni con invalidità rapidamente reversibili
20
SCALA DELLE PROBABILITA' P4Molto probabile
Esiste una correlazione diretta tra carenza
rilevata ed il verificarsi del danno ipotizzato.
Esistono dati statistici di danni avvenuti per la
carenza rilevata anche in aziende
simili3Probabile La carenza rilevata può
produrre un danno anche se in modo non automatico
o diretto. Esistono dati statistici di danni
avvenuti per la carenza rilevata anche in aziende
simili2Poco probabile La carenza rilevata può
produrre un danno solo in circostanze ed eventi
sfavorevoli. Dati statistici molto
scarsi1Improbabile La carenza rilevata
può produrre un danno per la concomitanza di più
eventi poco probabili. Dati statistici nulli.
21
(No Transcript)
22
(No Transcript)
23
A CIASCUN RISCHIO VIENE ASSOCIATA UNA SPECIFICA
SORVEGLIANZA SANITARIA
24
LA SORVEGLIANZA E DEMANDATA AL MEDICO
COMPETENTE CHE HA LOBBLIGO DI PREDISPORRE, IN
RELAZIONE ALLE MANSIONI DEL LAVORATORE UN
PARTICOLARE SCADENZIARIO DI VISITE DI CONTROLLO A
CARICO DEL D.D.L.
25
PRINCIPALI RISCHI
26
RISCHI MECCANICI CADUTE DALLALTOLAVORI IN
QUOTA RUMORE VIBRAZIONIRISCHIO BIOLOGICO
RISCHIO CHIMICO
27
RADIAZIONI IONIZZANTI( RI ) E NON
IONIZZANTI( NIR )ENERGIA TRASPORTATA NELLO
SPAZIO INDIPENDENTEMENTE DALLA PRESENZA DI UN
MEZZO MATERIALE
28
ESEMPIIONIZZANTIRAGGI XNON IONIZZANTIONDE
ELETTROMAGNETICHE CON FREQUENZA INFERIORE A 3000
Hz E LUNGHEZZA DONDA MAGGIORE A 100 MM ENERGIA
BASSA CHE NON ROMPE IL LEGAME CHIMICO PER
PRODURRE IONIZZAZIONE
29
CAMPI ELETTROMAGNETICI MICROCLIMA
ILLUMINAZIONE
30
VIDEOTERMINALI
31
RISCHIVISTA ED OCCHIPOSTURA ED AFFATICAMENTO
FISICO O MENTALECONDIZIONNI ERGONOMICHE E
DIGIENE AMBIENTALEAMBIENTI DI LAVOROUNI 10120
32
PAUSA 15 MINUTI OGNI 120 MINUTI DI APPLICAZIONE
CONTINUATIVASORVEGLIANZA SANITARIA BIENNALE PER
LAVORATORI CON PRESCRIZIONE E CON ETA SUPERIORE
A 50 ANNIQUINQUENNALE PER GLI ALTRI
33
STRESS LAVORO-CORRELATOLART.28DEL D.LGS 81/08
PREVEDE LA VALUTAZIONE ANCHE DI QUESTO
RISCHIOACCORDO EUROPEOOTTOBRE 2004
34
DEFINIZIONI DI STRESSREAZIONI FISICHE ED
EMOTIVE DANNOSE CHE SI MANIFESTANO QUANDO LE
RICHIESTE LAVORATIVE NONN SONO COMMISURATE ALLE
CAPACITA, RISORSE O ESIGENZE DEL LAVORATORE
35
CAUSEINNOVAZIONI ALLA PROGETTAZIONE ED
ORGANIZZAZIONNE DEL LAVOROPRECARIETA DEL
LAVOROAUMENTO DEL CARICO DEL LAVOROELEVATA
PRESSIONE EMOTIVAVIOLENZE O MOLESTIE ( MOBBING
)SCARSO EQUILIBRIO TRA LAVORO E VITA PRIVATA
36
VALUTAZIONEANALISI DI FATTORI QUALI
LORGANIZZAZIONE ED I PROCESSI DI LAVORO
CONDIZIONI ED AMBIENTE DI LAVOROCOMUNICAZIONEF
ATTORI SOGGETTIVI
37
PREVENIRE LO STRESSGESTIONE E
COMUNICAZIONEFORMAZIONE DEI DIRIGENTI E DEI
LAVORATORICONSULTAZIONE
38
DA MOLTI STUDI E EMERSO CHE NEI PROCESSI
EDUCATIVI, CON MAGGIORE INTENSITA PER QUELLI
INTERESSANTI LINTEGRAZIONE DI ALUNNI CON
DISABILITA, IL FENOMENO E MOLTO IMPORTANTE
39
UNA CONSISTENTE LETTERATURA INTERNAZIONALE
EVIDENZIA FENOMENI DI STRESS E DI BURNOUT NEI
LAVORATORI ADDETTI A TALI MANSIONI
40
LE PRINCIPALI CAUSE SONO STATE ADDOTTE A-
ROUTINE SCOLASTICHE- TEMPO IMPEGNATO- ASSETTI
ORGANIZZATIVI- FRUSTRAZIONE ECONOMICA-
PRECARIETA
41
DISCIPLINA- NUMEROSITA DELLE CLASSI-
COMPORTAMENTI DELLE CLASSI
42
UNA PROPOSTA METODOLOGICA PER LA VALUTAZIONE DEL
RISCHIO STRESS-CORRELATO E QUELLA PROPOSTA
DAISPESL
43
LA PROPOSTA SI ARTICOLA IN TRE FASI1.
INQUADRAMENTO DEGLI INDICATORI OGGETTIVI2.
INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI RISCHIO3. MISURA
DELLA PERCEZIONE DELLO STRESS
44
I FATTORI STRESSOGENI CONSIDERATI SONO-
INDICATORI AZIENDALI- CONTESTO LAVORATIVO-
CONTENUTO DEL LAVORO
45
NEGLI INDICATORI AZIENDALI VENGONO PRESI IN
CONSIDERAZIONE- INFORTUNI ASSENZA PER
MALATTIA- ASSENZA DAL LAVORO FERIE NON GODUTE-
ROTAZIONE DEL PERSONALE- SANZIONI DISCIPLINARI-
RICHIESTE VISITE STRAORDINNARIE- ISTANZE
GIUDIZIARIE
46
NEL CONTESTO LAVORATIVO VENGONO PRESI IN
CONSIDERAZIONE- CULTURA ORGANIZZATIVA- RUOLO
NELLORGANIZZAZIONE- SVILUPPO NELLA CARRIERA-
AUTONOMIA DECISIONALE- RELAZIONI
INTERPERSONALI- INTERFACCIA FAMIGLIA LAVORO
47
NEL CONTENUTO DEL LAVORO VENGONO PRESI IN
CONSIDERAZIONE- AMBIENTE DI LAVORO ED
ATTREZZATURE- PIANIFICAZIONE DEI COMPITI-
CARICO E RITMI DI LAVORO- ORARIO DI LAVORO
48
OGNI SPECIFICITA VIENE PRESA IN CONSIDERAZIONE
ED ANALIZZATA CON SCHEDE SPECIFICHE COME PER
ESEMPIO LA SEGUENTE
49
AMBIENTE DI LAVORO ED ATTREZZATURE

SI NO


1 Esposizione a rumore sup. al secondo livello dazione        
2 Inadeguato comfort acustico (ambiente non industriale)        
3 Rischio cancerogeno/chimico non irrilevante        
4 Microclima adeguato        
5 Adeguato illuminamento con particolare riguardo alle attività ad elevato impegno visivo (VDT, lavori fini, ecc.)        
6 Rischio movimentazione manuale dei carichi        
7 Disponibilità adeguati e confortevoli DPI        
8 Lavoro a rischio di aggressione fisica/lavoro solitario        
9 Segnaletica di sicurezza chiara, immediata e pertinente ai rischi        
10 Esposizione a vibrazione superiore al limite dazione        
11 Adeguata manutenzione macchine ed attrezzature        
12 Esposizione a radiazioni ionizzanti        
13 Esposizione a rischio biologico        
50
LA COMPILAZIONE DELLE TRE AREE DELLA CHECK LIST
PERMETTE DI ACQUISIRE UNASTIMADELLE
CONDIZIONI DI RISCHIO CHE PSSONO ESSERE
51
BASSO lt 25

MEDIO
gt25 o lt 50





ALTO


gt 50
52
DOVE LE PERCENTUALI SONO RIFERITE AL PUNTEGGGIO
MASSIMO
53
MISURE DI SICUREZZA NEI LUOGHI DI
LAVOROSEZIONE IV DEL D.Lgs 81/08
54
RISCHIO INCENDIO
55
COME SI ORIGINA IL FUOCOTRIANGOLO DEL
FUOCOCOMBURENTECOMBUSTIBILEINNESCO O CALORE

56
PRODOTTI DELLA COMBUSTIONEFIAMMEFUMICALORE
- EMISSIONE LUCE
57
PROTEZIONE ANTINCENDIO PASSIVAATTIVA
58
PROTEZIONE PASSIVAisolamento,muri
tagliafuoco,materiali classificati per la
reazione al fuoco, vie desodo,uscita
demergenze, ecc. NON E NECESSARIO
INTERVENTO
59
PROTEZIONE ATTIVAestintori,rete idrica
antincendio,impianti di rilevazione
fumi,evacuatori di fumoE NECESSARIO
INTERVENTO
60
GESTIONE DELLEMERGENZAD.M.10 MARZO 1998

61
IN ATTUAZIONE DELLART.46 DEL D.Lgs.81/08
STABILLISCE LE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
ANTINCENDIO DA ADOTTARE
62
DESIGNAZIONE ADDETTIART.18 del D.Lgs.81/08

63
PIANO DI EMERGENZA
64
DESCRIVE LE PROCEDURE DA ATTUARE IN CASO DI
EMERGENZAINDICA I PUNTI DI RACCOLTAINDIVIDUA LE
PERSONE ADDETTE ALLEMERGENZA
65
EVACUAZIONESITUAZIONE COMUNICATA CON
APPOSITI SISTEMI DI COMUNICAZIONE DAGLI ADDETTI
CHE RICHIEDELIMMEDIATO ABBANDONO DELLA
STRUTTURA ED IL TRASFERIMENTO DI TUTTE LE PERSONE
NEI PUNTI DI RACCOLTA
66
PUNTO DI RACCOLTALUOGO DOVE DEVE ESSERE
VERIFICATA LA PRESENZA DI TUTTE LE PERSONE
PRESENTI PRIMA DELLEMERGENZAAPPELLO E CONSEGNA
DEL FOGLIO PRESENZE
67
IL TRASFERIMENTO DEVE AVVENIRE IN MODO
ORDINATO SENZA CORRERE MA NEMMENO
PASSEGGIANDO
68
All interno dell edificio
scolastico ogni presente ( personale docente, non
docente ed allievi) dovrà comportarsi ed operare
per garantire a se stesso ed agli altri un sicuro
sfollamento in caso di emergenza.
69
PER LA VERIFICA DEL PIANO DI EMERGENZA
DEVONO ESSERE EFFETTUATE ALMENO DUE PROVE DI
EVACUAZIONE OGNI ANNO SCOLASTICO
70
COMPOSIZIONE SQUADRE DEMERGENZACON
INDIVIDUAZIONE DELLE PERSONE RESPONSABILI DI OGNI
PARTICOLARE ATTIVITA
71
ORGANIZZAZIONE INTERNA ALLE CLASSI
CON INDIVIDUAZIONE DEGLI APRIFILA E CHIUDI FILA
AL FINE DI GESTIRE UNA CORRETTA EVACUAZIONE
DITUTTI
72
RESPONSABILITA TUTTE LE
PERSONE PRESENTI NELLA STRUTTURA DEVONO
RAGGIUNGERE IL PUNTO SICURO DI RACCOLTA

73
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALID.P.I.
CAPO IIART.i 74 - 79
74
QUALSIASI ATTREZZATURA DESTINATA AD ESSERE
INDOSSATA E TENUTA DAL LAVORATORE ALLO SCOPO DI
PROTEGGERSI CONTRO UNO PIU RISCHI SUSCETTIBILI
DI MINACCIARNE LA SALUTE E LA SICUREZZA DURANTE
IL LAVOROLuso è consentito solamente quando NON
risulti possibile attuare specifici accorgimenti
tecnici di protezione
75
CATEGORIE1A PROTEZIONE AZIONI LESIVE LIEVI E
DI LIEVI ENTITA2A PROTEZIONE DURANTE IL
LAVORO3A SALVAGUARDARE RISCHI DA MORTE O LESIONI
GRAVI ( CADUTE DALLALTO ECC. )
76
REQUISITIESSERE ADEGUATI AI RISCHINON
COMPORTARE UN RISCHIO MAGGIORE ( OCCHIALI
)ESSERE ADEGUATI ALLE CONDIZIONI ESISTENTI SUL
LUOGO DI LAVOROTENERE CONTO DELLE ESIGENZE
ERGONOMICHEPOTERE ESSERE ADATTATI
ALLUTILIZZATORE
77
TIPOLOGIECASCHI PER LA TESTAPROTEZIONI
AURICOLARIOCCHIALIPROTEZIONE VIE
RESPIRATORIEGUANTITUTESCARPE
78
OBBLIGHI DEL D.D.L.ART. 77EFFETTUA
LANALISIINDIVIDUA LE CARATTERISTICHEVALUTA LE
CARATTERISTICHEAGGIORNA LA SCELTA IN CASO DI
CAMBIO DELLE MANSIOONI
79
PROCEDURA LUTILIZZO FORMA I
LAVORATORIADDESTRA I LAVORATORIINFORMA I
LAVORATORI
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