Title: Appunti La relazione operatore sanitario/utente Irmo Carraro
1AppuntiLa relazione operatore
sanitario/utente Irmo Carraro
2- La comunicazione
- La non adesione terapeutica
- La comunicazione operatore sanitario/paziente
3LA COMUNICAZIONE
-
- Varie definizioni possibili, perché la
comunicazione è un concetto molto ampio. -
- È LINSIEME DEI PROCESSI PSICOFISICI
ATTRAVERSO I QUALI IL COMPORTAMENTO DI UN
INDIVIDUO INFLUISCE SU QUELLO DI UN ALTRO -
- Questa definizione si basa sullidea di unazione
che si esercita tra due persone. -
4- Nelle relazioni interpersonali non cè
occasione in cui, consapevolmente o no, non si
comunichi qualcosa e in cui non esista chi invia
il messag-gio (trasmittente) e chi lo accoglie
(ricevente). - Il nostro comportamento, che lo si voglia o
meno, procura informazioni, richieste, ordini a
qualcuno che li riceve. - Anche senza parlare, attraverso la mimica, si
possono far pervenire messaggi.
5Cosa e come comunichiamo?
- Il contenuto della comunicazione è dato dai
messaggi e dalle informazioni. - Il modo in cui le persone si mettono in
rapporto tra di loro rappre- senta la relazione. - I modi con cui comunichiamo sono due e
avvengono contempora-neamente, poiché noi
parliamo ( comunicazione verbale) e nello stesso
tempo atteggiamo il corpo ( comunicazione non
verbale). - Può succedere che ci sia coerenza tra i due
modi di comunicare ( congruenza), oppure
incoerenza ( incongruenza). -
6LA COMUNICAZIONE TERAPEUTICA
-
- La malattia è per lindividuo unesperienza
totale e individuale nello stesso tempo, che ha
il poten-ziale significato di cambiamento
rispetto ad un precedente modo di essere. - Il cambiamento si mette, a sua volta, in
rapporto col senso che ciascuno di noi
attribuisce alla vita, alla morte, alla
sopravvivenza, ed è un processo terapeutico in
sé. -
7- Lesperienza di malattia è unesperienza di
bisogno che richiede una relazione daiuto. - I rapporti che instauriano con gli altri
definiscono lo stato di malattia e permettono
lespressione dei significati che lesperienza di
malattia apporta. - Nella relazione daiuto il paziente esprime i
bisogni che non è in grado di soddisfare, perché
la malat-tia è un ostacolo alla loro normale
soddisfazione.
8- I bisogni insoddisfatti, cioè i problemi,
sono presenti in qualche modo nella comunicazione
che avviene attraverso la sfera
fisico-psico-sociale in cui il paziente si
esprime. -
- Tanto più è efficace la relazione daiuto,
tanto più è importante il rapporto. -
- Succede comunemente che i pazienti sentano il
rapporto con gli infermieri più importante di
quanto non lo sentano questi ultimi che spesso,
al contrario, tendono a negarlo. -
- Qualche anno fa, una ricerca condotta in
Italia ha dimostrato che gli infermieri
considerano molto poco, e alla stregua di quanto
potrebbe fare ogni persona, quanto essi fanno per
i pazienti da un punto di vista psicologico.
9-
- Linfermiere cioè tende a sottovalutare
limplicazione tera-peutica che ha il dialogo con
lutente, considerato più o me-no consapevolmente
alla stregua di chiacchere con amici. -
- La comunicazione di chi assiste deve essere
orientata a con-tribuire allassistenza
loperatore cioè deve dare un senso terapeutico
alla comunicazione con il paziente,
finalizzandola al soddisfacimento dei suoi
bisogni, come del resto il paziente si attende. -
- A tale scopo la comunicazione deve essere
intenzionale ciò richiede che linfermiere
rifletta su quanto dice allammalato, dopo averlo
ben ascoltato e accolto nei vari livelli di
comuni-cazione. -
-
10- Le domande che ci possiamo porre nel momento
di riflessione sono - quali sono i bisogni espressi dal paziente?
- quali quelli espressi verbalmente, quali quelli
non verbalmente? - 3. quale potrebbe essere leffetto del mio
compor-tamento sul paziente? -
- ? Mettere in atto una comunicazione terapeutica
richiede tempo ed esperienza. -
-
11LASCOLTO
-
- Nelle diverse situazioni che si possono
presentare, il modo più efficace di avvicinarsi
al malato è quello di accoglierne lansia,
rispondendo con lascolto amichevole e con la
ra-pida attuazione delle mansioni terapeutiche
che il caso ri-chiede. -
- Lascolto non è necessariamente limitato al
contenuto dei messaggi verbali del malato, ma è
da intendersi rivolto in senso più ampio a tutte
le sue comunicazioni, come lespressione del
volto, gli atteggiamenti del corpo, i gesti delle
mani, il tono della voce, ecc. -
-
12- Attraverso losservazione di questi atti, si
cerca di capire il suo grado di ansia, i suoi
bisogni, le sue paure e risponder-vi
adeguatamente. - Ad es. se è poco disposto al dialogo e
nasconde la sua ansia nel - silenzio, può risultare inutile o
addirittura fastidioso stimo- - larlo a parlare. Può essere,
invece, utile accettarlo nel suo - silenzio e rassicurarlo con un
atteggiamento comprensivo. - E importante in ogni caso che il paziente
sia messo a suo agio at-traverso un atteggiamento
di disponibilità, autenticità, empatia. Lo stesso
contatto corporeo può costituire un elemento
assai im-portante di comunicazione, di premura e
di rassicurazione. Questultima non dovrà essere
generica, ma ben centrata sulle angosce del
paziente, non eludendo lobiettiva situazione in
cui si trova, in modo da non distorcere lesame
di realtà. -
-
13Come comunichiamo?
- Gli strumenti della comunicazione sono
- - le parole e
- - latteggiamento non verbale.
- Linsieme delle parole costituisce il linguaggio
e questo si struttura nel tempo sia per
lindividuo, sia per le popolazioni, tanto da
costituire un contrassegno della loro storia
culturale. -
14LADESIONE TERAPEUTICA
15LADESIONE TERAPEUTICA
- Uno dei temi cruciali di indagine in
psicologia della salute riguarda il fenomeno
della compliance (obbedienza) -
- se e in quale misura i pz svolgono le
azioni prescritte dall'equipe curante. -
- Le ricerche mostrano che esiste unampia
variabilità fra i pazienti nel - - assumere farmaci
- - presentarsi regolarmente alle visite
di controllo - (due comportamenti indici di
accettazione del trattamento). -
-
16- un basso grado di compliance sembra legato a
- le caratteristiche individuali del paziente
- (modello HBM che sottolinea il ruolo
delle credenze sulla percezione dei benefici e
degli ostacoli) - 1 buona compliance terapeutica dipende
dal fatto che il pz crede - - di essere vulnerabile
alla malattia - - di avere una grave malattia
- - di trarre beneficio
dalle cure prescritte - 2. i fattori legati al sistema sanitario e cioè
alcuni aspetti relazionali e strutturali, come - - il comportamento
delléquipe, - - la comunicazione
insoddisfacente medico-paziente, - - ladeguatezza della
comprensione del pz delle indica- - cazioni ricevute
-
-
17- Progressivo cambiamento dei termini e del
modo di intenderli - COMPLIANCE
- (obbedienza)
-
- indicante lobbedienza del paziente e quindi
- una sua posizione di passività e di
sottomissione, - ADHERENCE
- (adesione)
- implicante uno sforzo volontario da parte
dellindividuo, una sua partecipazione attiva ed
impegnata.
18- Nuove concettualizzazioni
- Atto di Compliance buona norma
- Atto di non Compliance norma cattiva eccetto
-
- - se vi sono dubbi sulla
diagnosi e prescrizione - - se vi è insoddisfazione
per la terapia -
- Con il diffondersi delle patologie
croniche, - richiedenti trattamenti di lunga
durata, il - problema della non adesione è
diventato - il problema più serio
- a cui la pratica medica deve far fronte
-
19- Ricerche anglosassoni su patologie
cardiovascolari - 30 compliance buona
- 50 compliance parziale
- 20-50 non compliance
- Fenomeno molto risaputo e spiegato in vario modo
- Antropologia medica scarto legato alla diversa
interpretazione della
20- Ricerche nordamericane
- (Chesney e coll, 1992)
- 30 non compliance di pz sieropositivi
asintomatici -
- non avevano abbandonato i protocolli
terapeutici per effetti - tossici secondari,
- Bensì perché, partecipando a gruppi
A.M.A. o di Comunità, - avevano abbracciato protocolli
alternativi mutuati da un - alto livello di informazione
sulla malattia - COME MAI SUCCEDE TUTTO QUESTO??
-
21- COME MAI SUCCEDE TUTTO QUESTO??
- Non si sono trovati fattori sociodemografici o
tratti di personalità che predicono la compliance
!! Ma - Fattori influenzanti la compliance emersi sono
stati - Caratteristiche del regime di trattamento
(durata, complessità, effetti) - Qualità dellinformazione
- La comprensione del protocollo da parte del pz
- La qualità dellinterazione con lequipe curante
- Le credenze sulla salute (Percezione di
vulnerabilità, di gravità della malattia, dei
costi e dei benefici della cura e degli effetti
secondari) - Lautopercezione della propria efficacia di
azione - Influenza dellambiente sociale (familiari,
amici, rete di sostegno sociale) - Aspetti emotivi, relazionali e sociali emergenti
nel tempo -
22- CRITICHE A TALI MODELLI ESPLICATIVI
- Propongono di tenere conto anche di questi
ulteriori fattori - I processi di costruzione sociale delle
rappresentazioni nella formazio-ne e nella
trasformazione dei comportamenti di cura - i sistemi di credenze e rappresentazioni
- strutturate sulla malattia, morte, guarigione,
ruolo medico - influenzano i ragionamenti, le
decisioni e le pratiche dei pz - Fattori di rifiuto o di
resistenza a una normatività medica -
23- Impatto dei processi di influenza sociale nella
adesione o rifiuto delle direttive mediche - es. linfluenza o dei gruppi dei
pari o dei gruppi A.M.A. nei sieropositivi - rafforza o indebolisce la
compliance - Ricerca italiana con pz affetti da HIV/AIDS
- (Pietrantoni 1998)
- comportamenti di non adherence tra il 20 e il
40 - importanza di fattori sociodemografici, come
letà o la storia delle sostanze assunte (nel
caso di td) -
- INOLTRE
24-
- Analizzando gli aspetti cognitivi, emotivi e
sociali connessi con il comportamento di
compliance, è emerso che losser-vanza delle
direttive mediche è influenzata da - 1. stili di coping rispetto alla malattia,
- 2. significati attribuiti al farmaco e
- 3. abilità personali a integrare lassunzione
dei farmaci nel proprio stile di vita. - ? Le cure continue, lingerenza nella
quotidianità e lincer- - tezza associata agli esiti a lungo
termine, influenzano - la motivazione alla regolarità
terapeutica. -
25- ALTRI RISULTATI EMERSI
- Le persone con maggiore padronanza nella
ge-stione nelle attività quotidiane o con uno
stile di vita più regolare, hanno meno difficoltà
a seguire le prescrizioni mediche. -
- Importanza delle influenze sociali sui soggetti
ad opera delle reti di riferimento - es. i gruppi A.M.A. sono diventati
luoghi, non solo di condivisione - della malattia e di rottura
dellisolamento, ma microstrutture so- - ciali di formazione di identità,
frutto della elaborazione di idee - e conoscenze sulla cura e sulla
malattia.
26- COMPORTAMENTO NON VERBALE
- latteggiamento,
- la mimica,
- il movimento,
- le sensazioni,
- il tono della voce
- tutto il linguaggio non verbale che si
esprime attraverso il corpo e le sue funzioni, - viene lasciato allassimilazione delle
consuetudini compor-tamentali, familiari o
sociali. - ? La comunicazione mediante il corpo sembra
grossolana ed ele- - mentare, paragonata alla raffinatezza del
linguaggio verbale, in - realtà è semplice, totale e veicolo
basilare delle emozioni.
27LA COMUNICAZIONE CON IL PAZIENTE TERMINALE
- Uno degli argomenti più temuti come
problematico dal punto di vista psicologico è
quello che vede loperatore sanitario di fronte
allammalato ingua-ribile ( soggetto affetto da
malattia non acuta e mortale. -
- COSA DIRE al malato inguaribile?
- Sempre la verità o mai?
- La verità che può essere più utile al
paziente.
28- REAZIONI DEL PZ ALLINFORMAZIONE
- lotteranno meglio contro la malattia e moriranno
più sereni - Altri possono andare incontro facilmente a stati
depressivi - ? Lesperienza insegna che la verità è
accettata di quanto di pensi ! -
- E importante, comunque
- - conoscerne la personalità
- - sapere come la persona reagisce alle
difficoltà - - qual è la sua situazione familiare,
economica, affettiva e di lavoro - - quali le convinzioni religiose, ecc.
29- Il problema non dovrebbe essere se dirlo, ma
- come posso condividere con lammalato
quello che so? -
- Se il problema di dire riguarda più il medico
dellinfermiere, è però richiesta ad entrambe le
figure una capacità di ascolto che permetta al
paziente di esprimere le proprie angosce, senza
togliergli la speranza -
- Molte volte, infatti, il paziente mantiene una
coscienza ambigua del proprio stato di malattia
30- Ha unintima consapevolezza delle sue condizioni,
facilmente rilevabile da alcune allusioni che fa,
o dalle sensazioni che riferisce, ma al tempo
stesso vuole continuare a sperare e vuole che lo
si aiuti a farlo - Aiutare l'ammalato non vuol dire ingannarlo con
menzogne, vuol dire lasciargli aperta la porta
della speranza, ad esempio nei progressi della
scienza - Aiutarlo vuole anche dire fargli sentire che non
verrà lasciato solo nei momenti difficili con il
paziente terminale ci mettiamo in gioco, non per
le nostre competenze tecniche, ma per essere
buoni operatori.
31- Il paziente può essere incoraggiato a parlare dei
momenti più significativi della sua vita e anche
il lavoro con i suoi familiari deve procedere in
questo senso - Abbiamo visto che la comunicazione è molto
importante. I contenuti della comunicazione
possono essere costituiti dalle "informazioni"
sul paziente - Se l'informazione è molto importante per i fini
terapeutici, dobbiamo essere molto attenti al
modo e al luogo dove avviene lo scambio di
notizie e di dati sul pz. -
32- Per quanto riguarda tutto quello che veniamo a
sapere di un paziente abbiamo l'obbligo della
riservatezza, non devono esserci nella nostra
pratica quotidiana "voci di corridoio e/o
confidenze". -
- Rivelare un segreto professionale è indice di
mancanza di rispetto nei confronti delle persone,
oltre che un reato punito dalla legge.
33- Quello che veniamo a sapere di un paziente
deve essere rivelato (trasmesso) solo al
personale curante e solo nell'interesse del
paziente. -
- La riservatezza deve riguardare
-
- la malattia del paziente e sue possibili
conseguenze - la situazione del paziente (es. problemi
familiari, sociali, ecc.) - le sue abitudini particolari (es. abitudini
sessuali, tx, alcoldip, ecc.
34CARATTERISTICHE DELLA COMUNICAZIONEMEDICO/
PAZIENTE
35CARATTERISTICHE DELLA COMUNICAZIONEMEDICO/PAZIEN
TE
- Molte ricerche hanno mostrato che alcuni aspetti
importanti della comunicazione medico-paziente
come -
- A) la soddisfazione del paziente,
-
- B) la comprensione e il ricordo delle
informazioni ricevute, - che si traducono nellosservanza delle
prescrizioni mediche, -
- sono correlate alle modalità
- con cui vengono fornite le informazioni ai pz
- sulle loro condizioni di salute e di cura
-
362 PROSPETTIVE TEORICHE SULLE RELAZIONI FRA
SODDISFAZIONE/INSODDISFAZIONE E COMPLIANCE
- ASPETTI AFFETTIVI
- (Korsch, 1989)
- 800 interviste a md con fg in clinica pediatrica
a Los Angeles - Soddisfazione per Consultazione medica correlata
a - Essere amichevole
- Mostrare di capire i timori md
- Avere abilità comunicative
- Se mancanti,
- insoddisfazione dei genitori
- ASPETTI COGNITIVI
- (Ley, 1989)
- Comunicazione è efficace,
- se il msg è compreso e ricordato
- Il fallimento di ciò dipende
- Difficile comprensione del materiale per
linguaggio troppo specialistico - Mancanza di conoscenza tecnica medica di base dei
pz - Convinzioni erronee dei pz che disturbano la
corretta comprensione - Insoddisfazione e mancanza di
- adesione al trattamento proposto
37-
- Altri aspetti da considerare
- (Rutter, Quine e Chesham, 1993)
- Tali Autori sostengono che tali posizioni ci
dicono cosa succede nellinterazione, ma non
rispondano ad alcuni interrogativi - Quali sono le variabili antecedenti allincontro?
- - precedenti incontri
- - aspettative reciproche
- - credenze
- - atteggiamenti
- Questi elementi influiscono sulla soddisfazione e
sulla compliance tramite - la mediazione della comprensione e della
memorizzazione - ? Necessità di integrare i due modelli
-
38- Importante è integrare i 2 modelli
- es. MODELLO DI ELABORAZIONE
DELLE INFORMAZIONI -
di Frederikson (1992) - 3 livelli di analisi dellinterazione
comunicativa medico/paziente - Input
- - quadro di riferimento
- - aspettative e conoscenze del
medico e del pz - Processo
- - ciò che succede durante la
consultazione - - lo scambio informativo
- - le fasi della conversazione
- Risultato
- - le percezioni
39Un modello della comunicazione medico-paziente
(Frederikson, 1992)Input---------
Processo ----------- Output
S o d d i s f a z i o n e
P a z i e n t e
Quadro di riferimento
Inizio
Percezione
Obbedienza
Motivazioni, scopi, bisogni, aspettative
Scambio di informazioni
Preoccupazione
Comprensione
Informazioni personali
Riconoscimento del problema
Domande
Visita fisica
M e d i c o
S o d d i s f a z i o n e
Quadro di riferimento
Diagnosi
Percezione
Motivazioni, scopi, bisogni, aspettative
Diagnosi Prognosi
Trattamento
Trattamento/ azione
Fine
Informazioni personali
Comprensione
Relazione
40- Consultazione
- procedura che comprende uno
scambio di informazioni - con aspetti
cognitivi/affettivi/sociali - ? mediante
aspetti paralinguistici e cinesici - DEFINIZIONE ALLARGATA DI INFORMAZIONE
- PIÙ ESPLICITO E APERTO È IL
DIALOGO MEDICO/PZ - E EFFICACE È
LINTERO PROCESSO - In ogni fase, infatti, ci possono essere problemi
di comunicazione - In Input differenze che possono rendere
difficile il dialogo, legate alle - - conoscenze
- - quadri di
riferimento personale - - aspettative degli
interlocutori - In Processo durante la consultazione lo scambio
di informazioni può
41-
- importanza della
- MUTUALITA E RECIPROCITA DELLA RELAZIONE
- E responsabilità del medico e del pz il
- - Flusso adeguato ed
efficace delle informazioni - - buon esito della
consultazione - LA RECIPROCITA
- NELLE RELAZIONI INTERPERSONALI
- (Buunk e Schaufeli, 1999)
- Anche nella relazione asimmetrica
pz/operatore la mancanza di reciprocità
percepita dall operatore può contribuire a
rendere - molto impegnativa la relazione dal
punto di vista emotivo, tanto - da procurare una sensazione di
esaurimento emotivo, preludio - del burnout
42- Comportamenti non verbali
- nellinterazione
pz/operatore - Sono considerati dei
- - regolatori di conversazione
- oppure
- - modi alternativi alle forme
verbali convenzionali - ? La capacità delloperatore di
decodificare i messaggi non verbali è - correlata con la soddisfazione
del pz - Sono stati individuati dei comportamenti non
verbali caratteristici
43- Comportamenti verbali
- nelle interazioni pz/operatore
- Ne sono stati studiati 3 tipi scelta lessicale,
fare domande e fornire spiegazioni -
- - SCELTA LESSICALE
- a) il
linguaggio tecnico/specialistico usato spesso
per -
- stabilire lautorità delloperatore -
- affermare le sue conoscenze -
- determinare il suo ruolo vs pz - b)
linfantilizzazione del pz esprime una posizione
di superiorità -
es. uso di diminutivi come pilloline ecc. -
uso del dativo etico Mi faccia questi
esami
44 - FARE DOMANDE - esprime la relazione
di ruolo pz/operatore le domande aperte
offrono libertà di
espressione - fanno domande i pz con
bassa istruzione, meno competenti, gli anziani
spesso perché cè una
relazione richiesta/offerta di aiuto e non
richiesta/ /offerta di conoscenze.
Spesso hanno coraggio di porle solo
indirettamente senza rivelare il soggetto
(es. ho sentito dire che)
- FORNIRE SPIEGAZIONI - gli operatori
sanitari tendono a fornire informazioni pratiche
più che scienti- fiche o volte a
spiegare il funzionamento e gli esiti di malattia
o un problema - spiegare/informare
influenzerebbe linter-scambio, aumentando il
potere di negoziazione del pz e
renderebbe più dinamica linterazione, ma
45- Quali implicazioni operative?
-
- Le ricerche hanno seguito angolature diverse
utente e operatore - Queste 2 parti interagenti ? divergenze con
conseguenti focus diversi a livello di problemi e
di soluzioni - NECESSITA DI TENERE CONTO DI QUESTE DIFFERENZE
- PER INTERVENIRE EFFICACEMENTE PER
- MIGLIORARE LA COMUNICAZIONE
46- Nella percezione del paziente i problemi
riguardano -
- Carenza quantitativa di informazioni
- - lamentela diffusa dei pz sulla
diagnosi e prognosi - - E un diritto, ma va calibrato per la
reazione diversa (es. De- - pressiva, rifiuto, evitamento,
ansiogena ecc.) soprattutto di - fronte a malattie gravi
- - I livelli di ansia sono diversi e
possono portare a comprensione - memorizzazione parziale o distorta di
informazioni o consigli -
- Lacune nella comunicazione
- - per scarsa comprensione dei termini
delloperatore - - per paura di chiedere chiarimenti in
caso di incomprensione
47- Difficoltà di memorizzare le informazioni e le
prescrizioni per la loro complessità o poca
chiarezza - Scarsa partecipazione emotiva delloperatore ai
problemi del pz - Indifferenza delloperatore può portare
a - - scarsa puntualità
- - svalutazione della competenza
delloperatore - - omissione di particolari intimi dei
propri problemi - Ruolo passivo del pz
- Collegato talora alla tendenza
delloperatore a fare doman-de chiuse
48- Nella percezione delloperatore i problemi
riguardano -
- Reazioni controtransferali
- difficoltà relazionali ed emotive che
loperatore può provare nel contatto con i pz
(Canestrari e Cipolli, 1991) - es. irritazione, riattivazione di
problemi personali irrisolti, insofferenza - per certi pz
- Scarsità di informazioni fornite dal pz (per
opposizione, sensi di colpa o vergogna) - Scarsa adesione del pz alle prescrizioni o
consigli terapeutici
49- PER RISOLVERE TALI PROBLEMI OCCORRE VEDERE SE
- LOperatore è interessato a usare modi di
comunicare adeguati col pz? - LOperatore è disponibile ad apprendere abilità e
competenze comunicative specifiche? - I pz possono uscire dal ruolo passivo e
subalterno per una comunicazione un po
simmetrica ?
50- IL MEDICO VA A PERFEZIONARE
- LE PROPRIE CAPACITA COMUNICATIVE ?
-
- Il corso di studi non lo prevede
- Nel curriculum formativo non viene richiesto
- Il medico è considerato ancora lesperto e il
pz il destinatario passivo della cura - Comunicazione scambio di informazioni fra
medico e pz - Linteresse del medico è spesso volto a ciò che
non funziona visto da test e analisi e non dalla
descrizione dei sintomi fatta dal pz -
invece
51- IL CURRICULUM FORMATIVO MEDICO DOVREBBE AVERE
- (Canestrari e Cipolli, 1991)
-
- Comprensione dei sintomi
- Interpretare i risultati degli esami di
laboratorio - Ma anche,
- Sapere realizzare una comunicazione adeguata con
il pz - - capacità di ascolto
- - chiarezza dellespressione
- - autoconsapevolezza
52- PER UNA COMUNICAZIONE EFFICACE
- IL PZ DOVREBBE AVERE
- (Ley, 1989 Pizzini, 1989 ten Have, 1991)
-
- Migliore comprensione e capacità di
memorizzazione - Ma anche,
- Maggiore osservanza delle prescrizioni e consigli
medici - Aiutando la consultazione con
- - resoconto attento dei sintomi
- - proprie idee sulla diagnosi, cause e
cura della propria malattia - - commentando e chiedendo chiarimenti e
consigli
53- LE RICERCHE HANNO SCOPERTO CHE
-
- Maggiore attività del pz
- libertà di esprimere le proprie idee e attese
- AUMENTA LA COMPRENSIONE, LA MEMORIZZAZIONE
- E LA COMPLIANCE
54- LA LETTERATURA SULLO STILE ASIMMETRICO
- SI E CONCENTRATA SU 2 ASPETTI
- Monopolio delliniziative
- Tenere nascoste le informazioni
- ten Have (1991) propone una nuova visione del
problema - LASSIMETRIA NON E 1 DATO DI FATTO, MA QUALCOSA
CHE SI COSTRUISCE NELLA INTERAZIONE - DI ENTRAMBI I PARTECIPANTI
55- MOLTE SONO LE MODALITA INTERATTIVE
- ASSIMETRICHE, FORMALI, INFORMALI
-
- In genere, cè unoscillazione fra i due poli
che dipende dai due interlocutori, di volta in
volta - ten Have ha studiato i modi indiretti
(nascosti) in cui il pz cerca di influenzare il
corso della consultazione - es. Il prendere liniziative
nellinterazione -
56- Sequenze del prendere le iniziative
nellinterazione -
- il pz decide di fare una consultazione
- spesso inizia il medico con le sue domande e il
pz risponde - talora in modo informale il pz può prendere
liniziativa - - fornisce informazioni
puntuali sullo stato di salute - - sulle motivazioni
- - sulla storia dei sintomi
- - spesso però non fa domande e
ridà liniziativa al medico - Il medico continua con le domande
- ? Tramite le domande il medico
controlla le sequenze - interattive della consultazione