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Appunti La relazione operatore sanitario/utente Irmo Carraro

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Appunti La relazione operatore sanitario/utente Irmo Carraro LA COMUNICAZIONE Varie definizioni possibili, perch la comunicazione un concetto molto ampio. – PowerPoint PPT presentation

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Title: Appunti La relazione operatore sanitario/utente Irmo Carraro


1
AppuntiLa relazione operatore
sanitario/utente Irmo Carraro

2
  • La comunicazione
  • La non adesione terapeutica
  • La comunicazione operatore sanitario/paziente

3
LA COMUNICAZIONE
  •  
  • Varie definizioni possibili, perché la
    comunicazione è un concetto molto ampio.
  •  
  • È LINSIEME DEI PROCESSI PSICOFISICI
    ATTRAVERSO I QUALI IL COMPORTAMENTO DI UN
    INDIVIDUO INFLUISCE SU QUELLO DI UN ALTRO
  •  
  • Questa definizione si basa sullidea di unazione
    che si esercita tra due persone.
  •  

4
  • Nelle relazioni interpersonali non cè
    occasione in cui, consapevolmente o no, non si
    comunichi qualcosa e in cui non esista chi invia
    il messag-gio (trasmittente) e chi lo accoglie
    (ricevente).
  • Il nostro comportamento, che lo si voglia o
    meno, procura informazioni, richieste, ordini a
    qualcuno che li riceve.
  • Anche senza parlare, attraverso la mimica, si
    possono far pervenire messaggi.

5
Cosa e come comunichiamo?
  • Il contenuto della comunicazione è dato dai
    messaggi e dalle informazioni.
  •    Il modo in cui le persone si mettono in
    rapporto tra di loro rappre- senta la relazione.
  • I modi con cui comunichiamo sono due e
    avvengono contempora-neamente, poiché noi
    parliamo ( comunicazione verbale) e nello stesso
    tempo atteggiamo il corpo ( comunicazione non
    verbale).
  • Può succedere che ci sia coerenza tra i due
    modi di comunicare ( congruenza), oppure
    incoerenza ( incongruenza).
  •  

6
LA COMUNICAZIONE TERAPEUTICA
  •      
  • La malattia è per lindividuo unesperienza
    totale e individuale nello stesso tempo, che ha
    il poten-ziale significato di cambiamento
    rispetto ad un precedente modo di essere.
  •    Il cambiamento si mette, a sua volta, in
    rapporto col senso che ciascuno di noi
    attribuisce alla vita, alla morte, alla
    sopravvivenza, ed è un processo terapeutico in
    sé.
  •       

7
  •   Lesperienza di malattia è unesperienza di
    bisogno che richiede una relazione daiuto.
  •   I rapporti che instauriano con gli altri
    definiscono lo stato di malattia e permettono
    lespressione dei significati che lesperienza di
    malattia apporta.
  •   Nella relazione daiuto il paziente esprime i
    bisogni che non è in grado di soddisfare, perché
    la malat-tia è un ostacolo alla loro normale
    soddisfazione.

8
  •    I bisogni insoddisfatti, cioè i problemi,
    sono presenti in qualche modo nella comunicazione
    che avviene attraverso la sfera
    fisico-psico-sociale in cui il paziente si
    esprime.
  •  
  •     Tanto più è efficace la relazione daiuto,
    tanto più è importante il rapporto.
  •  
  •    Succede comunemente che i pazienti sentano il
    rapporto con gli infermieri più importante di
    quanto non lo sentano questi ultimi che spesso,
    al contrario, tendono a negarlo.
  •  
  •     Qualche anno fa, una ricerca condotta in
    Italia ha dimostrato che gli infermieri
    considerano molto poco, e alla stregua di quanto
    potrebbe fare ogni persona, quanto essi fanno per
    i pazienti da un punto di vista psicologico.

9
  • Linfermiere cioè tende a sottovalutare
    limplicazione tera-peutica che ha il dialogo con
    lutente, considerato più o me-no consapevolmente
    alla stregua di chiacchere con amici.
  •  
  •    La comunicazione di chi assiste deve essere
    orientata a con-tribuire allassistenza
    loperatore cioè deve dare un senso terapeutico
    alla comunicazione con il paziente,
    finalizzandola al soddisfacimento dei suoi
    bisogni, come del resto il paziente si attende.
  •  
  •     A tale scopo la comunicazione deve essere
    intenzionale ciò richiede che linfermiere
    rifletta su quanto dice allammalato, dopo averlo
    ben ascoltato e accolto nei vari livelli di
    comuni-cazione.
  •  
  •  

10
  • Le domande che ci possiamo porre nel momento
    di riflessione sono
  •  quali sono i bisogni espressi dal paziente?
  • quali quelli espressi verbalmente, quali quelli
    non verbalmente?
  • 3. quale potrebbe essere leffetto del mio
    compor-tamento sul paziente?
  •  
  • ? Mettere in atto una comunicazione terapeutica
    richiede tempo ed esperienza.
  •  
  •  

11
LASCOLTO
  •     
  • Nelle diverse situazioni che si possono
    presentare, il modo più efficace di avvicinarsi
    al malato è quello di accoglierne lansia,
    rispondendo con lascolto amichevole e con la
    ra-pida attuazione delle mansioni terapeutiche
    che il caso ri-chiede.
  •  
  •    Lascolto non è necessariamente limitato al
    contenuto dei messaggi verbali del malato, ma è
    da intendersi rivolto in senso più ampio a tutte
    le sue comunicazioni, come lespressione del
    volto, gli atteggiamenti del corpo, i gesti delle
    mani, il tono della voce, ecc.
  •  
  •        

12
  •   Attraverso losservazione di questi atti, si
    cerca di capire il suo grado di ansia, i suoi
    bisogni, le sue paure e risponder-vi
    adeguatamente.
  • Ad es. se è poco disposto al dialogo e
    nasconde la sua ansia nel
  • silenzio, può risultare inutile o
    addirittura fastidioso stimo-
  • larlo a parlare. Può essere,
    invece, utile accettarlo nel suo
  • silenzio e rassicurarlo con un
    atteggiamento comprensivo.
  • E importante in ogni caso che il paziente
    sia messo a suo agio at-traverso un atteggiamento
    di disponibilità, autenticità, empatia. Lo stesso
    contatto corporeo può costituire un elemento
    assai im-portante di comunicazione, di premura e
    di rassicurazione. Questultima non dovrà essere
    generica, ma ben centrata sulle angosce del
    paziente, non eludendo lobiettiva situazione in
    cui si trova, in modo da non distorcere lesame
    di realtà.
  •  
  •  

13
Come comunichiamo?
  • Gli strumenti della comunicazione sono
  • - le parole e
  • - latteggiamento non verbale.
  • Linsieme delle parole costituisce il linguaggio
    e questo si struttura nel tempo sia per
    lindividuo, sia per le popolazioni, tanto da
    costituire un contrassegno della loro storia
    culturale.
  •  

14
LADESIONE TERAPEUTICA

15
LADESIONE TERAPEUTICA
  • Uno dei temi cruciali di indagine in
    psicologia della salute riguarda il fenomeno
    della compliance (obbedienza)
  • se e in quale misura i pz svolgono le
    azioni prescritte dall'equipe curante.
  •  
  • Le ricerche mostrano che esiste unampia
    variabilità fra i pazienti nel
  • - assumere farmaci
  • - presentarsi regolarmente alle visite
    di controllo
  • (due comportamenti indici di
    accettazione del trattamento).
  •  
  •  

16
  • un basso grado di compliance sembra legato a
  • le caratteristiche individuali del paziente
  • (modello HBM che sottolinea il ruolo
    delle credenze sulla percezione dei benefici e
    degli ostacoli)
  • 1 buona compliance terapeutica dipende
    dal fatto che il pz crede
  • - di essere vulnerabile
    alla malattia
  • - di avere una grave malattia
  • - di trarre beneficio
    dalle cure prescritte  
  • 2.   i fattori legati al sistema sanitario e cioè
    alcuni aspetti relazionali e strutturali, come
  • - il comportamento
    delléquipe,
  • - la comunicazione
    insoddisfacente medico-paziente,
  • - ladeguatezza della
    comprensione del pz delle indica-
  • cazioni ricevute
  •  
  •   

17
  • Progressivo cambiamento dei termini e del
    modo di intenderli
  • COMPLIANCE
  • (obbedienza)
  • indicante lobbedienza del paziente e quindi
  • una sua posizione di passività e di
    sottomissione,
  • ADHERENCE
  • (adesione)
  • implicante uno sforzo volontario da parte
    dellindividuo, una sua partecipazione attiva ed
    impegnata.

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  • Nuove concettualizzazioni
  • Atto di Compliance buona norma
  • Atto di non Compliance norma cattiva eccetto
  • - se vi sono dubbi sulla
    diagnosi e prescrizione
  • - se vi è insoddisfazione
    per la terapia
  •  
  •   Con il diffondersi delle patologie
    croniche,
  • richiedenti trattamenti di lunga
    durata, il
  • problema della non adesione è
    diventato
  • il problema più serio
  • a cui la pratica medica deve far fronte
  •  

19
  • Ricerche anglosassoni su patologie
    cardiovascolari
  • 30 compliance buona
  • 50 compliance parziale
  • 20-50 non compliance
  • Fenomeno molto risaputo e spiegato in vario modo
  • Antropologia medica scarto legato alla diversa
    interpretazione della

20
  • Ricerche nordamericane
  • (Chesney e coll, 1992)
  • 30 non compliance di pz sieropositivi
    asintomatici
  • non avevano abbandonato i protocolli
    terapeutici per effetti
  • tossici secondari,
  • Bensì perché, partecipando a gruppi
    A.M.A. o di Comunità,
  • avevano abbracciato protocolli
    alternativi mutuati da un
  • alto livello di informazione
    sulla malattia
  • COME MAI SUCCEDE TUTTO QUESTO??
  •      

21
  • COME MAI SUCCEDE TUTTO QUESTO??
  •  Non si sono trovati fattori sociodemografici o
    tratti di personalità che predicono la compliance
    !! Ma
  • Fattori influenzanti la compliance emersi sono
    stati
  • Caratteristiche del regime di trattamento
    (durata, complessità, effetti)
  • Qualità dellinformazione
  • La comprensione del protocollo da parte del pz
  • La qualità dellinterazione con lequipe curante
  • Le credenze sulla salute (Percezione di
    vulnerabilità, di gravità della malattia, dei
    costi e dei benefici della cura e degli effetti
    secondari)
  • Lautopercezione della propria efficacia di
    azione
  • Influenza dellambiente sociale (familiari,
    amici, rete di sostegno sociale)
  • Aspetti emotivi, relazionali e sociali emergenti
    nel tempo
  •       

22
  • CRITICHE A TALI MODELLI ESPLICATIVI
  • Propongono di tenere conto anche di questi
    ulteriori fattori
  • I processi di costruzione sociale delle
    rappresentazioni nella formazio-ne e nella
    trasformazione dei comportamenti di cura
  • i sistemi di credenze e rappresentazioni
  • strutturate sulla malattia, morte, guarigione,
    ruolo medico
  • influenzano i ragionamenti, le
    decisioni e le pratiche dei pz
  • Fattori di rifiuto o di
    resistenza a una normatività medica
  •       

23
  • Impatto dei processi di influenza sociale nella
    adesione o rifiuto delle direttive mediche
  • es. linfluenza o dei gruppi dei
    pari o dei gruppi A.M.A. nei sieropositivi
  • rafforza o indebolisce la
    compliance
  • Ricerca italiana con pz affetti da HIV/AIDS
  • (Pietrantoni 1998)
  • comportamenti di non adherence tra il 20 e il
    40
  • importanza di fattori sociodemografici, come
    letà o la storia delle sostanze assunte (nel
    caso di td)
  •  
  • INOLTRE

24
  • Analizzando gli aspetti cognitivi, emotivi e
    sociali connessi con il comportamento di
    compliance, è emerso che losser-vanza delle
    direttive mediche è influenzata da
  • 1.   stili di coping rispetto alla malattia,
  • 2.   significati attribuiti al farmaco e
  • 3.  abilità personali a integrare lassunzione
    dei farmaci nel proprio stile di vita.
  • ? Le cure continue, lingerenza nella
    quotidianità e lincer-
  • tezza associata agli esiti a lungo
    termine, influenzano
  • la motivazione alla regolarità
    terapeutica.
  •  

25
  • ALTRI RISULTATI EMERSI
  • Le persone con maggiore padronanza nella
    ge-stione nelle attività quotidiane o con uno
    stile di vita più regolare, hanno meno difficoltà
    a seguire le prescrizioni mediche.
  •  
  • Importanza delle influenze sociali sui soggetti
    ad opera delle reti di riferimento
  • es. i gruppi A.M.A. sono diventati
    luoghi, non solo di condivisione
  • della malattia e di rottura
    dellisolamento, ma microstrutture so-
  • ciali di formazione di identità,
    frutto della elaborazione di idee
  • e conoscenze sulla cura e sulla
    malattia.

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  • COMPORTAMENTO NON VERBALE
  • latteggiamento,
  • la mimica,
  • il movimento,
  • le sensazioni,
  • il tono della voce
  • tutto il linguaggio non verbale che si
    esprime attraverso il corpo e le sue funzioni,
  • viene lasciato allassimilazione delle
    consuetudini compor-tamentali, familiari o
    sociali.
  • ? La comunicazione mediante il corpo sembra
    grossolana ed ele-
  • mentare, paragonata alla raffinatezza del
    linguaggio verbale, in
  • realtà è semplice, totale e veicolo
    basilare delle emozioni.

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LA COMUNICAZIONE CON IL PAZIENTE TERMINALE
  •   Uno degli argomenti più temuti come
    problematico dal punto di vista psicologico è
    quello che vede loperatore sanitario di fronte
    allammalato ingua-ribile ( soggetto affetto da
    malattia non acuta e mortale.
  •  
  • COSA DIRE al malato inguaribile?
  • Sempre la verità o mai?
  •  La verità che può essere più utile al
    paziente.

28
  • REAZIONI DEL PZ ALLINFORMAZIONE
  • lotteranno meglio contro la malattia e moriranno
    più sereni
  • Altri possono andare incontro facilmente a stati
    depressivi
  • ? Lesperienza insegna che la verità è
    accettata di quanto di pensi !
  •  
  • E importante, comunque
  • - conoscerne la personalità
  • - sapere come la persona reagisce alle
    difficoltà
  • - qual è la sua situazione familiare,
    economica, affettiva e di lavoro
  • - quali le convinzioni religiose, ecc.

29
  •  Il problema non dovrebbe essere se dirlo, ma
  • come posso condividere con lammalato
    quello che so?
  •  
  • Se il problema di dire riguarda più il medico
    dellinfermiere, è però richiesta ad entrambe le
    figure una capacità di ascolto che permetta al
    paziente di esprimere le proprie angosce, senza
    togliergli la speranza
  •  
  • Molte volte, infatti, il paziente mantiene una
    coscienza ambigua del proprio stato di malattia

30
  • Ha unintima consapevolezza delle sue condizioni,
    facilmente rilevabile da alcune allusioni che fa,
    o dalle sensazioni che riferisce, ma al tempo
    stesso vuole continuare a sperare e vuole che lo
    si aiuti a farlo
  • Aiutare l'ammalato non vuol dire ingannarlo con
    menzogne, vuol dire lasciargli aperta la porta
    della speranza, ad esempio nei progressi della
    scienza
  • Aiutarlo vuole anche dire fargli sentire che non
    verrà lasciato solo nei momenti difficili con il
    paziente terminale ci mettiamo in gioco, non per
    le nostre competenze tecniche, ma per essere
    buoni operatori.

31
  • Il paziente può essere incoraggiato a parlare dei
    momenti più significativi della sua vita e anche
    il lavoro con i suoi familiari deve procedere in
    questo senso
  •  Abbiamo visto che la comunicazione è molto
    importante. I contenuti della comunicazione
    possono essere costituiti dalle "informazioni"
    sul paziente
  • Se l'informazione è molto importante per i fini
    terapeutici, dobbiamo essere molto attenti al
    modo e al luogo dove avviene lo scambio di
    notizie e di dati sul pz.
  •  

32
  • Per quanto riguarda tutto quello che veniamo a
    sapere di un paziente abbiamo l'obbligo della
    riservatezza, non devono esserci nella nostra
    pratica quotidiana "voci di corridoio e/o
    confidenze".
  •  
  • Rivelare un segreto professionale è indice di
    mancanza di rispetto nei confronti delle persone,
    oltre che un reato punito dalla legge.

33
  • Quello che veniamo a sapere di un paziente
    deve essere rivelato (trasmesso) solo al
    personale curante e solo nell'interesse del
    paziente.
  •  
  • La riservatezza deve riguardare
  •  
  • la malattia del paziente e sue possibili
    conseguenze
  • la situazione del paziente (es. problemi
    familiari, sociali, ecc.)
  • le sue abitudini particolari (es. abitudini
    sessuali, tx, alcoldip, ecc.

34
CARATTERISTICHE DELLA COMUNICAZIONEMEDICO/
PAZIENTE
35
CARATTERISTICHE DELLA COMUNICAZIONEMEDICO/PAZIEN
TE
  • Molte ricerche hanno mostrato che alcuni aspetti
    importanti della comunicazione medico-paziente
    come
  •  
  • A)  la soddisfazione del paziente,
  •  
  • B)  la comprensione e il ricordo delle
    informazioni ricevute,
  • che si traducono nellosservanza delle
    prescrizioni mediche,
  •  
  • sono correlate alle modalità
  • con cui vengono fornite le informazioni ai pz
  • sulle loro condizioni di salute e di cura
  •  

36
2 PROSPETTIVE TEORICHE SULLE RELAZIONI FRA
SODDISFAZIONE/INSODDISFAZIONE E COMPLIANCE
  • ASPETTI AFFETTIVI
  • (Korsch, 1989)
  • 800 interviste a md con fg in clinica pediatrica
    a Los Angeles
  • Soddisfazione per Consultazione medica correlata
    a
  • Essere amichevole
  • Mostrare di capire i timori md
  • Avere abilità comunicative
  • Se mancanti,
  • insoddisfazione dei genitori
  • ASPETTI COGNITIVI
  • (Ley, 1989)
  • Comunicazione è efficace,
  • se il msg è compreso e ricordato
  • Il fallimento di ciò dipende
  • Difficile comprensione del materiale per
    linguaggio troppo specialistico
  • Mancanza di conoscenza tecnica medica di base dei
    pz
  • Convinzioni erronee dei pz che disturbano la
    corretta comprensione
  • Insoddisfazione e mancanza di
  • adesione al trattamento proposto

37
  •  
  •  Altri aspetti da considerare
  • (Rutter, Quine e Chesham, 1993)
  • Tali Autori sostengono che tali posizioni ci
    dicono cosa succede nellinterazione, ma non
    rispondano ad alcuni interrogativi 
  • Quali sono le variabili antecedenti allincontro?
  • - precedenti incontri
  • - aspettative reciproche
  • - credenze
  • - atteggiamenti
  • Questi elementi influiscono sulla soddisfazione e
    sulla compliance tramite
  • la mediazione della comprensione e della
    memorizzazione
  • ? Necessità di integrare i due modelli
  •    

38
  • Importante è integrare i 2 modelli
  • es. MODELLO DI ELABORAZIONE
    DELLE INFORMAZIONI

  • di Frederikson (1992)
  • 3 livelli di analisi dellinterazione
    comunicativa medico/paziente
  • Input
  • - quadro di riferimento
  • - aspettative e conoscenze del
    medico e del pz
  • Processo
  • - ciò che succede durante la
    consultazione
  • - lo scambio informativo
  • - le fasi della conversazione
  • Risultato
  • - le percezioni

39
Un modello della comunicazione medico-paziente
(Frederikson, 1992)Input---------
Processo ----------- Output
S o d d i s f a z i o n e
P a z i e n t e
Quadro di riferimento
Inizio
Percezione
Obbedienza
Motivazioni, scopi, bisogni, aspettative
Scambio di informazioni
Preoccupazione
Comprensione
Informazioni personali
Riconoscimento del problema
Domande
Visita fisica
M e d i c o
S o d d i s f a z i o n e
Quadro di riferimento
Diagnosi
Percezione
Motivazioni, scopi, bisogni, aspettative
Diagnosi Prognosi
Trattamento
Trattamento/ azione
Fine
Informazioni personali
Comprensione
Relazione
40
  • Consultazione
  • procedura che comprende uno
    scambio di informazioni
  • con aspetti
    cognitivi/affettivi/sociali
  • ? mediante
    aspetti paralinguistici e cinesici
  • DEFINIZIONE ALLARGATA DI INFORMAZIONE
  • PIÙ ESPLICITO E APERTO È IL
    DIALOGO MEDICO/PZ
  • E EFFICACE È
    LINTERO PROCESSO
  • In ogni fase, infatti, ci possono essere problemi
    di comunicazione
  • In Input differenze che possono rendere
    difficile il dialogo, legate alle
  • - conoscenze
  • - quadri di
    riferimento personale
  • - aspettative degli
    interlocutori
  • In Processo durante la consultazione lo scambio
    di informazioni può

41
  • importanza della
  • MUTUALITA E RECIPROCITA DELLA RELAZIONE
  • E responsabilità del medico e del pz il
  • - Flusso adeguato ed
    efficace delle informazioni
  • - buon esito della
    consultazione
  • LA RECIPROCITA
  • NELLE RELAZIONI INTERPERSONALI
  • (Buunk e Schaufeli, 1999)
  • Anche nella relazione asimmetrica
    pz/operatore la mancanza di reciprocità
    percepita dall operatore può contribuire a
    rendere
  • molto impegnativa la relazione dal
    punto di vista emotivo, tanto
  • da procurare una sensazione di
    esaurimento emotivo, preludio
  • del burnout

42
  • Comportamenti non verbali
  • nellinterazione
    pz/operatore
  • Sono considerati dei
  • - regolatori di conversazione
  • oppure
  • - modi alternativi alle forme
    verbali convenzionali
  • ? La capacità delloperatore di
    decodificare i messaggi non verbali è
  • correlata con la soddisfazione
    del pz
  • Sono stati individuati dei comportamenti non
    verbali caratteristici

43
  • Comportamenti verbali
  • nelle interazioni pz/operatore
  • Ne sono stati studiati 3 tipi scelta lessicale,
    fare domande e fornire spiegazioni
  • - SCELTA LESSICALE
  • a) il
    linguaggio tecnico/specialistico usato spesso
    per

  • - stabilire lautorità delloperatore

  • - affermare le sue conoscenze

  • - determinare il suo ruolo vs pz
  • b)
    linfantilizzazione del pz esprime una posizione
    di superiorità

  • es. uso di diminutivi come pilloline ecc.

  • uso del dativo etico Mi faccia questi
    esami

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- FARE DOMANDE - esprime la relazione
di ruolo pz/operatore le domande aperte
offrono libertà di
espressione - fanno domande i pz con
bassa istruzione, meno competenti, gli anziani
spesso perché cè una
relazione richiesta/offerta di aiuto e non
richiesta/ /offerta di conoscenze.
Spesso hanno coraggio di porle solo
indirettamente senza rivelare il soggetto
(es. ho sentito dire che)
- FORNIRE SPIEGAZIONI - gli operatori
sanitari tendono a fornire informazioni pratiche
più che scienti- fiche o volte a
spiegare il funzionamento e gli esiti di malattia
o un problema - spiegare/informare
influenzerebbe linter-scambio, aumentando il
potere di negoziazione del pz e
renderebbe più dinamica linterazione, ma

45
  • Quali implicazioni operative?
  •  
  • Le ricerche hanno seguito angolature diverse
    utente e operatore
  • Queste 2 parti interagenti ? divergenze con
    conseguenti focus diversi a livello di problemi e
    di soluzioni
  • NECESSITA DI TENERE CONTO DI QUESTE DIFFERENZE
  • PER INTERVENIRE EFFICACEMENTE PER
  • MIGLIORARE LA COMUNICAZIONE

46
  • Nella percezione del paziente i problemi
    riguardano
  •  
  • Carenza quantitativa di informazioni
  • - lamentela diffusa dei pz sulla
    diagnosi e prognosi
  • - E un diritto, ma va calibrato per la
    reazione diversa (es. De-
  • pressiva, rifiuto, evitamento,
    ansiogena ecc.) soprattutto di
  • fronte a malattie gravi
  • - I livelli di ansia sono diversi e
    possono portare a comprensione
  • memorizzazione parziale o distorta di
    informazioni o consigli
  • Lacune nella comunicazione
  • - per scarsa comprensione dei termini
    delloperatore
  • - per paura di chiedere chiarimenti in
    caso di incomprensione

47
  • Difficoltà di memorizzare le informazioni e le
    prescrizioni per la loro complessità o poca
    chiarezza
  • Scarsa partecipazione emotiva delloperatore ai
    problemi del pz
  • Indifferenza delloperatore può portare
    a
  • - scarsa puntualità
  • - svalutazione della competenza
    delloperatore
  • - omissione di particolari intimi dei
    propri problemi
  • Ruolo passivo del pz
  • Collegato talora alla tendenza
    delloperatore a fare doman-de chiuse

48
  • Nella percezione delloperatore i problemi
    riguardano
  •  
  • Reazioni controtransferali
  • difficoltà relazionali ed emotive che
    loperatore può provare nel contatto con i pz
    (Canestrari e Cipolli, 1991)
  • es. irritazione, riattivazione di
    problemi personali irrisolti, insofferenza
  • per certi pz
  • Scarsità di informazioni fornite dal pz (per
    opposizione, sensi di colpa o vergogna)
  • Scarsa adesione del pz alle prescrizioni o
    consigli terapeutici

49
  • PER RISOLVERE TALI PROBLEMI OCCORRE VEDERE SE 
  • LOperatore è interessato a usare modi di
    comunicare adeguati col pz?
  • LOperatore è disponibile ad apprendere abilità e
    competenze comunicative specifiche?
  • I pz possono uscire dal ruolo passivo e
    subalterno per una comunicazione un po
    simmetrica ?

50
  • IL MEDICO VA A PERFEZIONARE
  • LE PROPRIE CAPACITA COMUNICATIVE ?
  •  
  • Il corso di studi non lo prevede
  • Nel curriculum formativo non viene richiesto
  • Il medico è considerato ancora lesperto e il
    pz il destinatario passivo della cura
  • Comunicazione scambio di informazioni fra
    medico e pz
  • Linteresse del medico è spesso volto a ciò che
    non funziona visto da test e analisi e non dalla
    descrizione dei sintomi fatta dal pz

  • invece

51
  • IL CURRICULUM FORMATIVO MEDICO DOVREBBE AVERE
  • (Canestrari e Cipolli, 1991)
  •  
  • Comprensione dei sintomi
  • Interpretare i risultati degli esami di
    laboratorio
  • Ma anche,
  • Sapere realizzare una comunicazione adeguata con
    il pz
  • - capacità di ascolto
  • - chiarezza dellespressione
  • - autoconsapevolezza

52
  • PER UNA COMUNICAZIONE EFFICACE
  • IL PZ DOVREBBE AVERE
  • (Ley, 1989 Pizzini, 1989 ten Have, 1991)
  •  
  • Migliore comprensione e capacità di
    memorizzazione
  • Ma anche,
  • Maggiore osservanza delle prescrizioni e consigli
    medici
  • Aiutando la consultazione con
  • - resoconto attento dei sintomi
  • - proprie idee sulla diagnosi, cause e
    cura della propria malattia
  • - commentando e chiedendo chiarimenti e
    consigli

53
  • LE RICERCHE HANNO SCOPERTO CHE
  •  
  • Maggiore attività del pz
  • libertà di esprimere le proprie idee e attese
  • AUMENTA LA COMPRENSIONE, LA MEMORIZZAZIONE
  • E LA COMPLIANCE

54
  • LA LETTERATURA SULLO STILE ASIMMETRICO
  • SI E CONCENTRATA SU 2 ASPETTI
  • Monopolio delliniziative
  • Tenere nascoste le informazioni
  • ten Have (1991) propone una nuova visione del
    problema
  • LASSIMETRIA NON E 1 DATO DI FATTO, MA QUALCOSA
    CHE SI COSTRUISCE NELLA INTERAZIONE
  • DI ENTRAMBI I PARTECIPANTI

55
  • MOLTE SONO LE MODALITA INTERATTIVE
  • ASSIMETRICHE, FORMALI, INFORMALI
  • In genere, cè unoscillazione fra i due poli
    che dipende dai due interlocutori, di volta in
    volta
  • ten Have ha studiato i modi indiretti
    (nascosti) in cui il pz cerca di influenzare il
    corso della consultazione
  • es. Il prendere liniziative
    nellinterazione

56
  • Sequenze del prendere le iniziative
    nellinterazione
  • il pz decide di fare una consultazione
  • spesso inizia il medico con le sue domande e il
    pz risponde
  • talora in modo informale il pz può prendere
    liniziativa
  • - fornisce informazioni
    puntuali sullo stato di salute
  • - sulle motivazioni
  • - sulla storia dei sintomi
  • - spesso però non fa domande e
    ridà liniziativa al medico
  • Il medico continua con le domande
  • ? Tramite le domande il medico
    controlla le sequenze
  • interattive della consultazione
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