Lezione 3 ( Capitolo 6 di DeLong) - PowerPoint PPT Presentation

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Lezione 3 ( Capitolo 6 di DeLong)

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Title: Lezione 3 ( Capitolo 6 di DeLong)


1
Lezione 3( Capitolo 6 di DeLong)
  • Elementi costitutivi del modello a prezzi
    flessibili

2
Il piano della lezione
  • Il lato dellofferta (in particolare si parte
    dalla produzione potenziale, flessibilità dei
    salari ed equilibrio nel mercato del lavoro)
  • Si introduce poi il lato della domanda le
    componenti della spesa interna e le loro
    determinanti
  • Infine per rendere il modello completo si
    introduce il commercio internazionale

3
Macroeconomia neoclassica(precedente al modello
keynesiano)
  • Ipotesi
  • lofferta determina la domanda
  • vige un sistema di concorrenza perfetta sui
    mercati
  • i prezzi sono flessibili
  • conta solo il sistema reale delleconomia
    perfettamente la moneta è solo un lubrificante
    degli scambi

4
implicazioni del modello
  • le implicazioni che ne derivano sono quelle
    definite classiche
  • piena flessibilità di prezzi e salari
  • mercato del lavoro sempre in equilibrio
  • produzione effettiva sempre uguale a quella
    potenziale
  • eventuali shock da domanda cambiano la
    composizione del Pil ma non il suo livello

5
Dicotomia monetaria e reale
  • La descrizione delleconomia reale nel modello
    macroeconomico neoclassico si fonda sulla legge
    di Say secondo la quale lofferta crea la
    propria domanda.
  • La descrizione delleconomia monetaria si fonda
    invece sullequazione degli scambi di Fisher

6
Legge di Say
  • La produzione di beni e servizi nelleconomia
    dipende dalla produttività dei fattori e
    dallofferta dei fattori di produzione (lavoro,
    capitale).
  • Il tasso di interesse (è un fenomeno reale) si
    aggiusta in modo da mantenere in equilibrio il
    mercato dei fondi prestabili.
  • il salario reale si aggiusta in modo da
    garantire la piena occupazione.
  • Il livello di produzione, (lofferta aggregata)
    pertanto, troverà sempre una domanda equivalente.
    Qualsiasi squilibrio (eccesso di domanda o di
    offerta)su qualsiasi mercato è sanato dai
    meccanismi di mercato (prezzi, salari, tasso di
    interesse).

7
Dicotomia neoclassica
  • Suddivisione delle variabili economiche in due
    classi
  • I settori monetario e reale sono separati
  • Lequilibrio nel settore reale (mercato del
    lavoro e mercato delle merci) determina il
    livello del reddito reale
  • il settore monetario (domanda e offerta di
    moneta) determina soltanto il livello generale
    dei prezzi e il tasso di inflazione

8
Differenze tra analisi classica ed analisi
keynesiana
9
Produzione potenziale, salari reali ed equilibrio
del mercato del lavoro
  • Nel modello macroeconomico a prezzi flessibili i
    due ingredienti fondamentali per spiegare come si
    determina la produzione potenziale e il livello
    dei salari reali sono
  • la funzione di produzione
  • Il meccanismo di market clearing che opera nel
    mercato del lavoro

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La funzione di produzione
  • Nella forma Cobb-Douglas della funzione di
    produzione, come si è visto, loutput potenziale
    Y è dato dalla dotazione di lavoro L, dallo
    stock di capitale K delleconomia,
    dallefficienza del lavoro E
  • e dal parametro a che indica lelasticità del
    prodotto rispetto al capitale e la rapidità con
    cui operano i rendimenti decrescenti del
    capitale. La funzione di produzione assume cioè
    la forma
  • Y K?(LE)1-?

11
La funzione di produzione
  • Se la forza lavoro e lefficienza del lavoro sono
    mantenute costanti, il PIL reale aumenta
    allaumentare dello stock di capitale. Poiché
    ogni successivo aumento dello stock di capitale
    produce un minore aumento del livello di
    produzione, la funzione di produzione è
    rappresentata da una curva non rettilinea. Più
    alto è il livello di a, maggiore è la curvatura e
    maggiore è la rapidità con cui diminuiscono i
    rendimenti dellinvestimento.

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Produzione potenziale, salari reali ed equilibrio
del mercato del lavoro
  • Quando il sistema economico opera in condizioni
    di pieno impiego, la produzione effettiva è
    uguale a quella potenziale (ossia vi è il pieno
    utilizzo della capacità produttiva
    delleconomia).
  • Il meccanismo di market clearing che opera nel
    mercato del lavoro, basato sullipotesi classica
    di flessibilità di prezzi e salari, garantisce
    lequilibrio tra domanda e offerta nel mercato
    del lavoro e la piena occupazione.
  • In equilibrio, ogni persona che desideri lavorare
    al salario corrente (quello di market clearing)
    può farlo e ogni impresa che intenda assumere
    lavoratori al salario corrente (quello di market
    clearing) può farlo.

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La domanda di lavoro
  • Il primo passo per vedere come si stabilisce
    lequilibrio nel mercato del lavoro è determinare
    la domanda di lavoro. Partiamo dalle seguenti
    ipotesi di concorrenza perfetta
  • nel sistema economico operano K imprese
    identiche, ognuna proprietaria di 1 unità di
    capitale
  • ciascuna di queste imprese assume L lavoratori a
    cui paga un salario W stabilito dal mercato
  • ciascuna impresa vende Y unità di prodotto al
    prezzo P stabilito dal mercato

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La domanda di lavoro
  • Lobiettivo dellimpresa è quello di massimizzare
    il suo profitto, ossia la differenza tra i suoi
    ricavi e i suoi costi (per ipotesi, gli unici
    costi sono rappresentati dai salari pagati ai
    lavoratori)
  • profitto ricavi costi (P ? Y)
    (W ? L)
  • Per realizzare questo obiettivo, limpresa
    aumenta la produzione assumendo lavoratori fino a
    quando il ricavo marginale generato dallultimo
    lavoratore assunto eguaglia il suo costo di
    assunzione rappresentato dal salario
  • (P ? PML) W 0

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La domanda di lavoro
  • Il prodotto marginale del lavoro PML è la
    differenza tra quanto limpresa è in grado di
    produrre con la sua forza lavoro corrente
    Limpresa e quanto produrrebbe se assumesse 1
    lavoratore addizionale.
  • In simboli, se la funzione di produzione
    dellimpresa rappresentativa è Yimpresa F(1,
    Limpresa), dove 1 rappresenta 1 unità di
    capitale, il prodotto marginale del lavoro è dato
    da
  • PML F(1, Limpresa 1) F(1, Limpresa)

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La domanda di lavoro
  • Se la funzione di produzione dellimpresa
    rappresentativa è espressa nella forma di una
    Cobb-Douglas Y 1?(LE)1-? (con K1, per
    ipotesi) , il prodotto marginale del lavoro può
    essere calcolato derivando la funzione rispetto
    ad L e ottenendo
  • Limpresa assumerà lavoratori fino al punto
    in cui il valore del prodotto marginale (PxPML) è
    uguale al salario

17
La domanda di lavoro
  • Limpresa tipica sceglie di assumere il numero di
    lavoratori che rende il ricavo marginale il
    prodotto marginale del lavoro moltiplicato per il
    prezzo del prodotto P uguale al salario W. In
    questo punto, la curva del ricavo e la curva del
    costo sono parallele e il profitto è massimizzato.

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La domanda di lavoro
  • Dalla condizione di eguaglianza tra ricavo
    marginale (PxPML) e costo marginale (W)
  • possiamo derivare unespressione per la
    domanda di lavoro di unimpresa tipica
    (Limpresa)
  • Limpresa

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La domanda di lavoro
  • La domanda di lavoro nellintero sistema
    economico (K imprese) sarà uguale a K volte la
    domanda di lavoro dellimpresa tipica
  • Ld K
  • Come si nota, vi è una relazione inversa tra
    domanda di lavoro e salario reale.

20
Lequilibrio del mercato del lavoro
  • Lequilibrio nel mercato del lavoro si realizza
    quando domanda e offerta di lavoro sono uguali.
    Abbiamo determinato la domanda di lavoro
    complessiva del sistema economico. Come si
    determina lofferta di lavoro?
  • Lofferta di lavoro è rappresentata semplicemente
    da chi desidera lavorare, ossia dalla forza
    lavoro.
  • Sotto lipotesi di perfetta flessibilità di
    prezzi e salari, è possibile che ci sia un
    divario tra domanda di lavoro delle imprese e
    forza lavoro? La risposta è no. Vediamo perché.

21
Lequilibrio del mercato del lavoro
  • Supponiamo che i lavoratori disposti a lavorare
    al salario e ai prezzi correnti siano in numero
    maggiore rispetto alla domanda di lavoro delle
    imprese. In questa situazione, la concorrenza tra
    lavoratori provocherà un abbassamento del salario
    W e quindi, per un dato livello dei prezzi, una
    riduzione del salario reale W/P inducendo le
    imprese ad assumere lavoratori.
  • Se invece la richiesta di lavoratori da parte
    delle imprese eccede la forza lavoro, la
    concorrenza tra imprese per accaparrarsi
    lavoratori provocherà un innalzamento del salario
    reale W/P e quindi una riduzione della domanda di
    lavoro.

22
Lequilibrio del mercato del lavoro
  • La flessibilità salariale è alla base del
    meccanismo di market clearing che porta in
    equilibrio il mercato del lavoro.
  • Formalmente, il salario reale di equilibrio può
    essere derivato dalleguaglianza tra domanda di
    lavoro Ld e forza lavoro L
  • Risolvendo per W/P, si ha

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Lequilibrio del mercato del lavoro
  • Il livello di equilibrio delloccupazione è
    uguale alla forza lavoro. Al livello di
    equilibrio del salario reale, non vi è eccesso di
    domanda né eccesso di offerta di lavoro.

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Lequilibrio del mercato del lavoro
  • Fino a quando la flessibilità salariale consente
    il meccanismo di market clearing, il sistema
    economico opererà in condizioni di pieno impiego.
  • E importante notare che la situazione di piena
    occupazione non necessariamente garantisce un
    benessere sociale elevato. I redditi reali delle
    persone non proprietarie dei mezzi di produzione
    sono i loro salari reali W/P (1-a) x (Y/L). Se
    a è molto elevato, i redditi dei salariati
    potrebbero essere molto bassi e così pure il
    benessere sociale.

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Occupazione e produzione
  • Quando il mercato del lavoro è in equilibrio,
    limpresa rappresentativa produce un output pari
    a
  • Yimpresa 1?E 1-?(L/K)
    1-?
  • (se K è il numero delle imprese esistenti,
    L/K è la quantità di lavoro impiegata da una
    singola impresa)

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Occupazione e produzione
  • Quando i mercati funzionano bene (equilibrio
    concorrenziale e flessibilità di prezzi e
    salari), la produzione totale effettiva sarà
    uguale a quella potenziale del sistema economico
  • Y K ? Yimpresa K x 1?E 1-?(L/K) 1-? K?E
    1-?L1-?
  • K?(LE) 1-? Y

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Occupazione e produzione
  • Quando il sistema economico è in condizioni di
    piena occupazione, il livello di occupazione è
    uguale alla forza lavoro e il PIL reale è uguale
    alla produzione potenziale Y

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SEMPLIFICANDO IL LATO DELL?OFFERTA
  • Funzione di produzione aggregata nel modello
    neoclassico YF(N)
  • stabilisce il livello di produzione associato al
    pieno impiego della forza lavoro
  • Leconomia tramite il meccanismo dei prezzi e dei
    salari realizza la piena occupazione

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  • Se i prezzi e i salari nominali sono
    perfettamente flessibili anche i salari reali
    sono perfettamente flessibili. Secondo gli
    economisti classici questo significa che il
    mercato del lavoro è sempre in equilibrio.
  • Assumiamo che ci sia un raddoppio dei prezzi dei
    beni finali e che non si sposti né la domanda né
    lofferta di lavoro. A parità di salario
    nominale, il salario reale si dimezza e nel
    mercato del lavoro ci sarebbe un eccesso di
    domanda di lavoro.
  • Laumento della domanda di lavoro porterà a un
    aumento del salario nominale e quindi anche di
    quello reale
  • Solo quando il salario nominale sarà raddoppiato
    (al pari dei prezzi) il salario reale sarà
    ritornato al livello precedente e il mercato sarà
    di nuovo in equilibrio. Il livello dei prezzi
    quindi non ha effetti sui salari reali e
    sulloccupazione

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Offerta aggregata classica
  • la funzione di offerta aggregata mostra la
    quantità di prodotto che le imprese desiderano
    offrire ai vari prezzi.
  • Stabilito lequilibrio nel mercato del lavoro e
    il livello massimo di output che è possibile
    ottenere da quella quantità di lavoro, la
    quantità di prodotto offerto è sempre pari al
    prodotto di piena occupazione ed è indipendente
    dal livello dei prezzi
  • nel modello neoclassico, quindi, la curva di
    offerta aggregata sarà rappresentata da una retta
    perpendicolare allasse delle ascisse

31
Offerta aggregata
32
Offerta aggregata e prodotto reale
AS
P
P1
Una diminuzione dei prezzi non modifica il
livello delloutput
P2
Y
Y
33
Il lato della domanda(la spesa totale)
  • Come sappiamo, in uneconomia aperta, la spesa
    totale è divisa in quattro componenti consumi
    (C) investimenti (I), spesa pubblica (G) ed
    esportazioni nette (NX)
  • La somma di queste quattro componenti costituisce
    il reddito nazionale che, secondo il principio
    del flusso circolare, è uguale alla domanda
    aggregata (E) e al PIL reale (Y)
  • C I G NX E Y
  • Ricordiamo quali sono le determinanti di ogni
    singola componente della spesa totale

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La spesa in consumi
  • Le famiglie prendono decisioni su consumo e
    risparmio dopo aver versato una parte del loro
    reddito alla pubblica amministrazione sotto forma
    di imposte nette (imposte meno trasferimenti).
    Assumiamo che le imposte nette siano ottenute
    moltiplicando laliquota media costante t per il
    reddito nazionale
  • T t ?
    Y
  • Assumere t come costante è una semplificazione
    del mondo reale perché nella maggior parte dei
    paesi industrializzati il sistema di imposizione
    fiscale è progressivo

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La spesa in consumi
  • Il reddito che resta alle famiglia dopo aver
    pagato le imposte è il reddito disponibile YD
  • YD Y T
    (1 t)Y
  • Al fine di accrescere il loro patrimonio e la
    spesa nel futuro, le famiglie detengono una parte
    del loro reddito disponibile sotto forma di
    risparmio SH . La quota del reddito delle
    famiglie destinata allacquisto di beni di
    consumo sarà, allora, pari a
  • C YD SH Y- T
    SH
  • Nei principali paesi avanzati i consumi sono pari
    ai 2/3 del PIL

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La spesa in consumi
  • Assumiamo che la spesa in consumi venga suddivisa
    in una parte che non dipende dal reddito e che
    denotiamo con C0 (livello di consumi di base) e
    in una parte che è funzione positiva del reddito
    disponibile Cy x YD (il parametro Cy è la
    propensione marginale al consumo). Possiamo
    allora esprimere la spesa in consumi come una
    funzione lineare del reddito
  • C C0 Cy ? YD C0 Cy
    ? (1 t)Y
  • Questa funzione del consumo è una semplificazione
    del mondo reale. Le determinanti del consumo non
    si esauriscono nel solo reddito disponibile.

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Altre determinanti della spesa in consumi
38
La funzione del consumo
  • La funzione del consumo è espressa in forma
    lineare. Il parametro C0 (intercetta) è il
    livello del consumo quando il reddito disponibile
    è zero (può essere interpretato come lammontare
    del patrimonio a cui le famiglie devono
    rinunciare al fine di restare in vita in assenza
    di reddito)
  • La propensione marginale al consumo (PMC),
    denotata dal parametro Cy (inclinazione) ,
    indica di quanto variano i consumi se il reddito
    disponibile varia di 1 euro.
  • Cy gt 0 se il reddito aumenta, le famiglie
    accrescono il consumo. Cy lt 1 quando il
    reddito aumenta, le famiglie aumentano anche il
    risparmio

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Funzione del consumo
La funzione del consumo può essere
rappresentata in forma lineare come



Dove cy?C/ ?Y è la propensione marginale al
consumo e c0 rappresenta il consumo autonomo

40
La funzione del consumo
  • Il valore della PMC dipenderà anche dalle
    aspettative delle famiglie circa le variazioni
    del loro reddito. Se la variazione del reddito è
    percepita come permanente, allora è tanto più
    probabile che la PMC sia relativamente elevata.
    Se invece la variazione del reddito è percepita
    come transitoria , è probabile che la PMC assuma
    un valore più contenuto.
  • Sulla base delle ipotesi semplificatrici
    adottate, i due parametri C0 e Cy sono allora
    sufficienti per calcolare il livello della spesa
    totale in beni di consumo C in corrispondenza di
    ogni possibile livello del reddito disponibile
    YD

41
La funzione del consumo
42
C 250 0,7 Yd
  • Algebricamente la funzione del consumo sopra
    descritta ci dice che il consumo autonomo
    (intercetta con lasse delle ordinate) è 250,
    mentre la PMC 0,7 (inclinazione della
    funzione). Il suo significato è che se il reddito
    aumenta di 1 euro, 0,70 euro vengono spesi per
    beni di consumo e 0,30 vengono risparmiati.
  • Poiché tutto il reddito può essere consumato o
    risparmiato dalla funzione del consumo si deriva
    quella del risparmio

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Esempio numerico
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Qual è la PMC e la PMS?
  • Dallesempio precedente
  • PMC ?C/ ?YD 1800-900/1000 0,9
  • La variazione del consumo per ogni data
    variazione di reddito è 0,9 (costante)
  • PMS ?S/ ?YD 200-100/1000 0,1
  • La variazione del risparmio per ogni data
    variazione di reddito 0,1 costante
  • s c1 0,9 0,1 1

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Inclinazione e spostamenti della FC
  • Se cy aumenta la FC diventa più inclinata. Questo
    significa che per ogni variazione di reddito
    disponibile si genera una maggiore variazione del
    consumo
  • Se c0 aumenta, perché per esempio aumenta la
    fiducia dei consumatori, la funzione si sposta
    verso lalto (cambia lintercetta)
  • Se Yd aumenta o diminuisce il cambiamento nel
    consumo si misura lungo la curva

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Risparmio reddito residuale
  • S Y-C
  • S Y- (c0 cyY)
  • che si può anche scrivere riaggiustando i
    termini
  • S - c0 (1- cy) Y (funzione del risparmio)
  • NB - c0 è lintercetta della funzione del
    risparmio
  • (1- cy) è linclinazione della F. del risparmio

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Funzione del risparmio
  • risparmio

Inclinazione PMS
S -c0(1-cy)Yd
S0
?S
?Yd
0
reddito
-c0
48
Caratteristiche della funzione del risparmio
  • La funzione del risparmio mostra il risparmio
    programmato per ogni livello di reddito.
  • Lintercetta è pari al consumo autonomo ma con
    segno negativo.Infatti se il reddito disponibile
    è pari a zero, allora S -c0.
  • La propensione marginale al risparmio è invece
    una misura della variazione del risparmio per una
    data variazione del reddito disponibile

49
La spesa in investimenti
  • La spesa in investimenti è la componente più
    variabile e volatile del PIL
  • Per dare unidea dellordine di grandezza, nel
    caso degli USA essa ammonta attualmente a circa
    il 17 del PIL
  • Le cause delle fluttuazione della spesa in beni
    di investimento sono principalmente due il tasso
    di interesse e gli animal spirits degli
    imprenditori
  • Tasso di interesse. Più alto (basso) è il tasso
    di interesse reale, più bassa (alta) è la spesa
    in investimenti perché diventa più costoso (meno
    costoso) per le imprese intraprendere progetti di
    investimento
  • Animal spirits. Più alta (bassa) è la fiducia
    degli imprenditori, più elevata (bassa) sarà la
    spesa in investimenti

50
Ancora su investimenti e tasso di interesse
  • Le imprese investono quando il rendimento
    dellinvestimento, ossia il flusso dei profitti
    futuri attualizzati, è maggiore del costo
    dellinvestimento stesso. Quanto maggiore è il
    tasso di interesse, e quindi il costo
    dellinvestimento, tanto minore sarà il numero di
    progetti di investimento potenzialmente
    redditizi. Al livello aggregato, vi è quindi una
    relazione inversa tra tasso di interesse e spesa
    in investimenti.
  • Ma qual è il tasso di interesse rilevante? E il
    tasso di interesse reale rischioso a lungo
    termine.
  • A lungo termine, perché i progetti di
    investimento influenzano costi e profitti
    dellimpresa in un lungo arco di tempo
  • Reale, ossia corretto per linflazione, perché
    linvestimento intrapreso dallimpresa è
    rappresentato da unattività materiale e non da
    un titolo finanziario
  • Rischioso, perché i progetti di investimento sono
    rischiosi in quanto sono basati su aspettative
    che riguardano il futuro

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La funzione di investimento
  • Assumiamo che anche la funzione di investimento
    sia espressa in forma lineare
  • I I0
    Ir ? r
  • dove I0 sono gli investimenti di base
    (intercetta) e Ir ? r è la parte degli
    investimenti che dipendono inversamente dal tasso
    di interesse reale r (Ir è la sensibilità degli
    investimenti al tasso di interesse, ossia la
    pendenza della funzione di investimento)

52
La funzione di investimento
53
Altre determinanti degli investimenti
  • Come nel caso della funzione del consumo, anche
    nel caso della funzione degli investimenti
    abbiamo adottato una grande semplificazione della
    realtà.
  • Nel mondo reale le decisioni di investimento
    dipendono non solo dal tasso di interesse reale
    ma anche dalle risorse finanziarie delle imprese
    e dai profitti totali. Inoltre, alcune componenti
    degli investimenti (costruzioni) sono molto
    sensibili alle variazioni di r , altre invece
    sono poco sensibili (investimenti in scorte delle
    piccole imprese)
  • Il livello di spesa in investimenti può anche
    essere espressa come funzione del livello del
    mercato azionario in quanto gli stessi fattori
    che determinano il valore del mercato azionario
    determinano anche il livello della spesa in
    investimenti. Infatti, quando r è basso, gli
    investitori preferiscono le azioni alle
    obbligazioni e questo fa salire il mercato
    azionario al pari degli investimenti delle
    imprese. Analogamente, se gli utili futuri attesi
    sono elevati, il valore del mercato azionario
    salirà e così pure gli investimenti delle imprese

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Acquisti pubblici
  • Gli acquisti pubblici di beni e servizi nelle
    principali economie industrializzate
    costituiscono circa il 25 del PIL, includendo
    gli acquisti delle pubbliche amministrazioni
    locali, statali e federali
  • La spesa pubblica è maggiore degli acquisti
    pubblici in quanto include i trasferimenti che,
    nella contabilità nazionale, vengono considerati
    come imposte negative
  • Nel nostro modello, gli acquisti pubblici sono
    indicati dalla variabile G che è assunta come
    esogenamente determinata. Al pari della
    contabilità nazionale, assumiamo i trasferimenti
    come imposte negative (come si è visto, abbiamo
    definito le imposte come imposte nette).

55
Acquisti pubblici, trasferimenti e imposte
56
Commercio internazionale
  • Lultima componente del PIL da considerare sono
    le esportazioni nette (NX), ossia la differenza
    tra esportazioni lorde (GX) e importazioni (IM)
  • Sommando le esportazioni nette NX a CIG,
    teniamo conto delle produzioni nazionali vendute
    agli stranieri e che non compaiono in CIG
    inoltre, correggiamo la spesa dei residenti per
    escludere i beni di produzione estera che non
    attivano il PIL nazionale
  • La funzione di comportamento delle esportazioni
    nette è ovviamente il risultato combinato delle
    due funzioni di comportamento riferite
    rispettivamente alle esportazioni lorde e alle
    importazioni

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Esportazioni lorde
  • Il volume delle esportazioni lorde (GX) di un
    paese dipende positivamente da due variabili il
    reddito estero (Yf) e il tasso di cambio reale
    (e)
  • GX
    (Xf? Yf) (X? ? ?)
  • dove
  • Xf è la sensibilità delle esportazioni
    nazionali al reddito estero (?GX/ ?Yf)
  • X? è la sensibilità delle esportazioni
    nazionali al tasso di cambio reale (?GX/ ??)
  • (Nota bene il tipo di notazione
    utilizzata per i parametri la lettera
  • maiuscola indica la variabile della
    quale vogliamo misurare la reattività mentre il
    pedice fa riferimento alla variabile rispetto
    alla quale vogliamo misurare tale reattività (
    variabile esplicativa contenuta nel secondo
    membro)

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Importazioni
  • La domanda di importazioni (IM) dipende
    positivamente dal PIL reale interno (Y). Dipende
    (negativamente) anche dal tasso di cambio reale,
    nel senso che un deprezzamento (apprezzamento),
    rendendo le merci straniere più (meno) costose,
    provoca una riduzione (aumento) dei beni
    importati.
  • Tuttavia, per semplicità, nel nostro modello
    assumiamo che le importazioni IM sono espresse
    come una quota costante del Pil reale Y
  • IM IMy x Y
  • (dove IMy è la propensione marginale ad
    importare 0lt IMy lt1)

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Rappresentazione grafica
Al livello di reddito Y0 il saldo della BC0
import
deficit
esportazioni
surplus
Y0
Y
60
La funzione delle esportazioni nette NX
  • Mostra la differenza tra esportazioni e
    importazioni in funzione del reddito nazionale.

surplus
Surplus o deficit
deficit
0
NXGX-IM
Y0
61
Funzione delle NX
Date le esportazioni, un aumento del reddito
interno aumenta le importazioni e riduce le
esportazioni nette (GX-IM)
NX
NX0
Y
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Esportazioni nette
  • Definiamo le esportazioni nette (NX) come la
    differenza tra le esportazioni lorde (GX) e le
    importazioni (IM)
  • NX GX IM (Xf ? Yf) (X? ? ?)
    (IMy ? Y)
  • Quindi le esportazioni nette NX dipendono
    positivamente dal reddito estero Yf e dal tasso
    di cambio reale ?, e negativamente dal reddito
    interno Y

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Esportazioni nette e curva J
  • Come nel caso delle altre determinanti della
    domanda aggregata, anche nel caso delle
    esportazioni nette abbiamo semplificato
    notevolmente la funzione di comportamento. Le NX
    dipendono anche da altri fattori (pensiamo, per
    esempio, al ruolo della politica commerciale).
  • Inoltre, limpatto del tasso di cambio reale
    sulle esportazioni nette opera con una serie di
    ritardi una variazione di ? nellanno corrente
    avrà uno scarso effetto sulle NX nellanno in
    corso gli effetti saranno visibili solo dopo
    qualche anno. Anzi, nellanno corrente, un
    eventuale deprezzamento del cambio reale può
    determinare un peggioramento del valore delle
    esportazioni nette, anziché un miglioramento. La
    ragione di questo risultato è che nel breve
    periodo il deprezzamento provoca un immediato
    aumento dei prezzi dei beni importati senza una
    sostanziale variazione dei volumi dei beni
    importati ed esportati. Questo effetto perverso
    delle variazioni del tasso di cambio sulle
    esportazioni nette può essere rappresentato con
    una curva a forma di J al momento del
    deprezzamento le NX peggiorano repentinamente per
    poi migliorare progressivamente con il passare
    del tempo

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Gli effetti sul saldo della BC
Saldo della BC prima peggiora e poi migliora
Saldo BC
0
Tempo, t
La curva J è la rappresentazione grafica
dellaggiustamento dinamico della BC in seguito a
un deprezzamento reale
65
(No Transcript)
66
Leffetto J è dovuto ai seguenti fattori
  • Valuta di fatturazione (i beni esteri sono
    fatturati in valuta estera e rende immediatamente
    più care le importazioni e non modifica il
    deprezzamento il valore delle esportazioni che
    sono fatturate in valuta nazionale
  • durata dei contratti . Alcuni contratti stipulati
    anteriormente alla svalutazione devono essere
    eseguiti in date future e le quantità prefissate
    con mesi di anticipo non possono essere
    modificate.
  • Rigidità della domanda di alcuni beni importati
    (macchinari, materie prime) a variazioni del
    tasso di cambio reale

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Il tasso di cambio
  • Abbiamo visto come il tasso di cambio sia
    unimportante variabile esplicativa delle
    esportazioni nette. Chiediamoci ora che cosa
    determina il tasso di cambio
  • Coloro che operano sul mercato dei cambi
    scambiano titoli denominati in differenti valute
    per trarne un profitto. Due sono i moventi alla
    base dellattività degli operatori avidità e
    paura
  • Avidità. Se, per esempio, vengono osservati
    interessi più elevati su titoli statunitensi
    piuttosto che su quelli europei, un operatore
    potrà ottenere un profitto vendendo titoli
    europei (in posizione corta) ed acquistando
    titoli statunitensi (in posizione lunga).
    Quanto maggiore sarà il differenziale tra tasso
    di interesse statunitense e tasso di interesse
    europeo, tanto maggiore sarà il guadagno
    delloperatore.

68
Il tasso di cambio
  • Paura. Sempre con riferimento allesempio
    precedente, lattività delloperatore sarà
    condizionata anche dalla paura di un
    deprezzamento del dollaro, evento che potrebbe
    cancellare i profitti derivanti dal differenziale
    di interesse perché la variazione del cambio
    comporterebbe una perdita in conto capitale. Un
    deprezzamento del dollaro sarà tanto più
    probabile quanto più il tasso di cambio corrente
    è apprezzato (più basso) rispetto al suo valore
    medio o di lungo periodo
  • Equilibrio. Lequilibrio sul mercato dei cambi si
    determina quando avidità e paura si compensano
    quanto maggiore è il fattore avidità derivante da
    un elevato differenziale dei tassi di interesse
    tanto maggiore dovrà essere la paura di un
    deprezzamento e quindi tanto più basso dovrà
    essere il valore corrente del tasso di cambio
    (cambio apprezzato rispetto al valore medio)

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Il tasso di cambio
  • Le relazioni precedenti permettono di determinare
    il tasso di cambio reale corrente. Lequazione
    che segue esprime il tasso di cambio reale
    corrente in funzione del suo valore medio (di
    lungo periodo) ?0 e del differenziale tra tasso
    di interesse interno r e tasso di interesse
    estero rf
  • ? ?0 - ?r ?
    (r rf)
  • (Il parametro ?r è la sensibilità del tasso di
    cambio reale corrente al differenziale di
    interesse)
  • Lequazione di determinazione del tasso di cambio
    reale corrente può essere illustrata dal
    seguente grafico

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Il tasso di cambio
Aspettativa di deprezzamento della valuta
nazionale
rgtrf
Aspettativa di apprezzamento della valuta
nazionale
ra rf
r ltrf
e0
e
e
71
Tasso di cambio ed esportazioni nette
  • Se prendiamo lequazione delle esportazioni nette
  • NX GX IM (Xf ? Yf) (X? ? ?)
    (IMy ? Y)
  • possiamo sostituire in essa lespressione
    per ? derivata dallequazione di determinazione
    del tasso di cambio reale corrente vista in
    precedenza, ottenendo
  • NX (Xf ? Yf) (X? ? ?0) (X? ? ?r ? r)(X? ?
    ?r ? rf) (IMy ? Y)
  • Questa equazione segnala come il tasso di
    interesse interno e quello estero influenzino le
    esportazioni nette in via diretta, senza passare
    per il tasso di cambio

72
CONCLUSIONI
  • Abbiamo rivisto il modello a prezzi flessibili
  • Esiste equilibrio nel mercato del lavoro
  • La funzione del consumo va rivista se
    consideriamo variabili come la ricchezza, gli
    incrementi di reddito permanenti distinti da
    quelli temporanei ( risultato la PMV e PMC nel
    lungo periodo sono più alte di quelle di breve
    periodo
  • La funzione degli investimenti tiene conto delle
    aspettative (animal spirits)
  • Le esportazioni nette sono funzione negativa del
    reddito interno
  • Esiste equilibrio nel mercato dei beni pur dopo
    aver introdotto le complicazioni viste
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