La tassazione delle attivit - PowerPoint PPT Presentation

1 / 22
About This Presentation
Title:

La tassazione delle attivit

Description:

Title: Lezione 5 La tassazione delle attivit finanziarie in Italia Author: pippo Last modified by: Silvia Giannini Created Date: 12/3/2005 9:30:58 PM – PowerPoint PPT presentation

Number of Views:49
Avg rating:3.0/5.0
Slides: 23
Provided by: pip114
Category:

less

Transcript and Presenter's Notes

Title: La tassazione delle attivit


1
La tassazione delle attività finanziarie
  • Lezione 13
  • Scienza delle finanze - CLEP
  • a.a. 2010-2011

2
Il regime fiscale dei redditi delle attività
finanziarie (interessi, dividendi e plusvalenze)
distingue tre casi (1)
  • Redditi percepiti da persone fisiche al di fuori
    di ogni attività di impresa
  • 12,5 sugli interessi delle obbligazioni
    pubbliche e delle più rilevanti tipologie di
    obbligazioni private (durata maggiore 18 mesi)
  • inclusione del 49,72 (era 40 con Ires al 33)
    di dividendi e plusvalenze azionarie
    nellimponibile Irpef per partecipazioni
    qualificate (nel caso dei titoli quotati, almeno
    il 2 dei diritti di voto esercitabili
    nellassemblea ordinaria o il 5 del capitale
    della società partecipata. Nel caso dei titoli
    non quotati le due percentuali salgono,
    rispettivamente, al 20 e al 25)
  • 12,5 sulle plusvalenze e sui dividendi,
    derivanti da partecipazioni non qualificate,
    ossia quelle che riguardano il pubblico dei
    risparmiatori che detengono porzioni molto
    piccole del capitale delle società (vedi sopra)
  • 12,5 sul risultato di gestione dei fondi comuni,
    in capo al fondo
  • 27 sui depositi e conti correnti bancari e
    postali, accettazioni bancarie, titoli atipici,
    obbligazioni inferiori 18 mesi

3
Il regime fiscale dei redditi delle attività
finanziarie (interessi, dividendi e plusvalenze)
distingue tre casi (2)
  • 2. Redditi percepiti da un soggetto-Irpef che
    esercita attività di impresa
  • dividendi e plusvalenze azionarie sono inclusi
    per il 49,72 (era 40 con Ires al 33)
    nellimponibile Irpef, con aliquote che vanno
    attualmente da un minimo del 23 ad un massimo
    del 43. (Lo stesso trattamento si ha nel caso in
    cui questi redditi vadano a un socio persona
    fisica diversa da impresa su partecipazioni
    qualificate vedi slide precedente)
  • interessi e altri redditi di capitale sono
    inclusi in Irpef e sottoposti a tassazione
    ordinaria

4
Il regime fiscale dei redditi delle attività
finanziarie (interessi, dividendi e plusvalenze)
distingue tre casi (3)
  • 3. Redditi percepiti da società di capitali
  • dividendi e plusvalenze azionarie godono di un
    regime di sostanziale esenzione (se valgono le
    condizioni per la cosiddetta PEX)
  • interessi e altri redditi di capitale sono
    inclusi in Ires e sottoposti a tassazione
    ordinaria

5
La tassazione per un soggetto persona fisica che
non esercita attività di impresa (1)
  • Interessi
  • Non sono inclusi in Irpef (erosione base
    imponibile Irpef e scostamento da Comprehensive
    Income Tax)
  • Tassazione proporzionale (non progressiva) reale
    (non personale)
  • In passato molte discriminazioni. Esenzione dei
    titoli pubblici fino al 1986. Nel tempo si è
    proceduto ad una uniformità delle aliquote, ma
    permangono ancora due aliquote 12,5 e 27 poco
    giustificabili sia sul piano dellequità, sia su
    quello dellefficienza
  • Dal primo gennaio 1997 non si applica ritenuta
    alla fonte, ma imposta sostitutiva dellIrpef,
    operata dagli intermediari. (modifica importante
    per soggetti per i quali la ritenuta era
    dacconto o che essendo esenti, avevano diritto a
    un rimborso, come nel caso di investitori non
    residenti sistema attuale più trasparente ed
    efficiente per la negoziazione dei titoli, che
    avviene su rendimenti lordi)

6
La tassazione per un soggetto persona fisica che
non esercita attività di impresa (2)
  • 2. Dividendi differenza fra soci con
    partecipazioni qualificate e non qualificate
  • Fino al 2003 era in vigore un credito di imposta
    ai dividendi, in grado di rimborsare limposta
    pagata in capo alla società a titolo di Irpeg. I
    dividendi erano inclusi nellimponibile Irpef. Il
    sistema era obbligatorio per soci con
    partecipazioni qualificate e opzionale per altri
    soci (in alternativa allimposta sostitutiva con
    aliquota 12,5)
  • Dal 2004 il sistema del credito di imposta è
    stato abolito. I dividendi su partecipazioni non
    qualificate restano assoggettati al 12,5 (senza
    più opzione) e gli altri (partecipazioni
    qualificate) devono essere inclusi in Irpef il
    40 (da 2008 49,72) dei dividendi
  • Tra i motivi dellabolizione del credito vi sono
    alcune sentenze della Corte di Giustizia Europea
    che hanno condannato regimi di tassazione dei
    dividendi che discriminano fra soci residenti e
    non residenti (come è solitamente il caso del
    credito, che è riservato ai soli soci residenti).
    Labolizione dei sistemi di imputazione (credito
    di imposta) è tratto comune ad altri paesi UE.
  • Ora la doppia tassazione (Ires/Irpef) è solo
    attenuata, non è eliminata

7
La tassazione per un soggetto persona fisica che
non esercita attività di impresa (3)
  • 3. Plusvalenze (redditi diversi)
  • 3a. Plusvalenze azionarie anche in questo caso,
    come per i dividendi, vi è differenza fra
    plusvalenze derivanti da cessioni di
    partecipazioni qualificate e non qualificate
  • Fino al 2003 12,5 se derivanti da cessioni di
    partecipazioni non qualificate 27 se
    qualificate
  • Dal 2004 12,5 se derivanti da cessioni di
    partecipazioni non qualificate inclusione del
    40 (da 2008 49,72) della plusvalenze in Irpef,
    se qualificate
  • Dalla tassazione alla maturazione (riforma del
    1998) alla tassazione al realizzo (dal 2001, con
    abolizione equalizzatore)
  • 3b. Altre plusvalenze (relative a qualsiasi tipo
    di partecipazione, ogni altro valore mobiliare,
    valute e metalli preziosi) 12,5. Vengono
    compresi fra i redditi diversi anche tutti i
    proventi dei derivati, con o senza attività
    sottostanti.

8
Tassazione delle plusvalenze (CG) aspetti
problematici (1)
  • Alcuni CG sono imputabili a variazioni nel
    livello dei prezzi andrebbero tassate solo le
    plusvalenze reali (difficilmente si corregge per
    linflazione).
  • In alcuni casi, es. zero coupon bond, le
    variazioni patrimoniali non si discostano dal
    reddito andrebbero tassate come il relativo
    reddito es. interessi) così è in molti
    ordinamenti tra cui il nostro
  • I CG possono essere di origine speculativa vi è
    generalmente consenso che questi debbano essere
    tassati più onerosamente di altri CG, ma è
    difficile distinguere (in alcuni casi si fa
    riferimento al periodo di detenzione)
  • Se i CG derivano da utili trattenuti e già
    tassati in capo alla società si pone problema di
    doppia imposizione
  • I CG dovrebbero essere tassati al netto delle
    eventuali minusvalenze (solitamente le
    minusvalenze sono deducibili dai redditi di
    uguale natura)

9
Tassazione delle plusvalenze (CG) aspetti
problematici (2)
  • Tassazione alla maturazione o al realizzo?
  • Equità secondo un concetto di reddito entrata
    andrebbero tassate alla maturazione
  • Efficienza la tassazione alla maturazione evita
    il fenomeno del lock in effect
  • Elusione la tassazione alla maturazione elimina
    linteresse a trasformare altri redditi in
    plusvalenze, per beneficiare dei vantaggi del
    differimento, e a realizzare subito le minus,
    posticipando il realizzo delle plus
  • Controindicazioni della tassazione alla
    maturazione
  • Difficoltà di conoscenza del prezzo di mercato
    del titolo (per titoli non quotati e per soggetti
    non tenuti alla contabilità a prezzi di mercato)
  • Possibili vincoli di liquidità per il contribuente

10
Tassazione retrospettiva delle plusvalenze
maturate
  • Possibile applicazione
  • Si tassano le plusvalenze alla realizzazione
  • Si corregge la tassazione per tener conto del
    vantaggio del differimento dellimposta
  • Se non si conosce il valore del titolo alla fine
    di ogni periodo (ossia il CG maturato di periodo
    in periodo) si può presumere un certo sentiero di
    maturazione delle plusvalenze
  • Le imposte dovute su tali incrementi maturati
    (veri o presunti) vengono capitalizzate
    attraverso un opportuno tasso di interesse (ad
    esempio di un paniere di titoli rappresentativi)
  • Un correttivo di questo tipo è stato introdotto
    con la riforma 1998 (equalizzatore). Abolito nel
    2001

11
Tassazione retrospettiva delle plusvalenzeHp
r5 t10 titolo acquistato 1/1/2001 al prezzo
p1000 e venduto il 31/12/2003 al prezzo di 1500
CG maturato Relativa imposta capitalizzata CG imputato (es. 1/3) Relativa imposta capitalizzata
31/12/2001 200 0,10200(10,05)2 22,05 166,67 0,10166,67(10,05)2 18,37
31/12/2002 100 0,10100(10,05) 10,5 166,67 0,10166,67(10,05) 17,50
31/12/2003 200 0,10200 20 166,67 0,10166,67 16,667
Totale 500 52,55 500 52,54
12
Riforma 1998 principali obiettivi
  • Prima della riforma le plusvalenze erano
    generalmente escluse dal prelievo. Tassate solo
    se derivanti da titoli partecipativi (azioni o
    quote di società) con regimi sostitutivi
    fortemente agevolativi (tassazione sospesa per
    titoli quotati)
  • Obiettivo riforma 1998 introdurre un sistema
    generale e omogeneo su tutti i redditi delle
    attività finanziarie. Finalità
  • Equità evitare che redditi di uguale natura
    siano tassati in modo difforme
  • Efficienza evitare di distorcere le scelte
    allocative
  • Efficacia antielusiva se il sistema non è
    generale e uniforme si apre la possibilità di
    arbitraggi volti a sfruttare il differenziale di
    tassazione.

13
Riforma 1998 principali caratteristiche
  • Principali caratteristiche della riforma 1998
  • Progressiva uniformità delle aliquote ne
    permangono due (12,5 e 27, tuttora in vigore)
    ma lobiettivo era unificazione al 19 o 20
    (come la prima aliquota Irpef di allora)
  • Generalità della tassazione (soprattutto con la
    tassazione generalizzata delle plusvalenze e dei
    derivati)
  • Tassazione delle plusvalenze alla maturazione
  • Ampio coinvolgimento degli intermediari
    nellaccertamento e nel prelievo dellimposta.
  • Tre regimi di prelievo
  • Risparmio amministrato
  • Risparmio gestito
  • Regime della dichiarazione
  • Con i primi due sistemi è centrale il ruolo degli
    intermediari.
  • E garantito anche lanonimato.

14
Regime del risparmio amministrato
  • Risparmio amministrato il risparmiatore tiene i
    propri titoli, quote o certificati in custodia o
    amministrazione presso intermediari, senza
    affidarne loro la gestione.
  • La tassazione di interessi e dividendi avviene
    con le imposte sostitutive descritte in
    precedenza.
  • Sulle plusvalenze lintermediario effettua il
    prelievo del 12,5 sulla singola operazione. Le
    minus possono essere dedotte dalla plus nellanno
    in corso o nei quattro successivi.
  • Il prelievo avviene in forma anonima a carico
    dellintermediario
  • Lopzione per questo regime non è ammessa per le
    partecipazioni qualificate

15
Regime del risparmio gestito (1)
  • Risparmio gestito il risparmiatore affida a un
    intermediario la gestione di parte o di tutto il
    proprio patrimonio. E il sistema più innovativo
    della riforma 1998.
  • Si applica con alcuni adattamenti anche ai fondi
    comuni e alle Sicav. In questo modo gestioni
    collettive e individuali del risparmio hanno lo
    stesso trattamento fiscale (il fisco è neutrale)
  • la tassazione dei redditi di capitale (interessi
    e dividendi) e dei redditi diversi (plusvalenze e
    proventi da derivati) è unitaria e contestuale
  • la base imponibile, infatti, è il risultato netto
    di gestione
  • Valore del patrimonio al termine del periodo
  • meno
  • Valore del patrimonio allinizio del periodo
  • più prelievi
  • meno conferimenti e altri redditi (es. i redditi
    tassati al 5, ad eccezione depositi c/c bancari
    la cui giacenza media non ecceda il 5
    dellattivo gestito. )

16
Regime del risparmio gestito (2)
  • Sono dunque comprese nel risultato netto di
    gestione
  • Tutte le plusvalenze,
  • I proventi dei prodotti derivati
  • I redditi tassati al 12,5
  • Gli interessi sui c/c bancari la cui giacenza
    media non superi il 5 dellattivo
  • Il risultato netto di gestione
  • è tassato al 12,5
  • se negativo può compensare il risultato positivo
    dei periodi successivi, ma non oltre il quarto
  • I CG sono tassati alla maturazione
  • Il prelievo avviene in forma anonima
  • Le minusvalenze e le altre perdite sono
    deducibili anche da redditi di diversa natura
    (es. interessi e dividendi tassati al 12,5).
    Importante vantaggio rispetto agli altri regimi.

17
Regime della dichiarazione
  • Regime della dichiarazione opzionale ai primi
    due e obbligatorio nel caso il risparmiatore non
    si affidi ad un intermediario per la custodia o
    gestione delle proprie attività patrimoniali.
  • I redditi di capitale (interessi e dividendi)
    sono assoggettati alle imposte sostitutive
    descritte in precedenza.
  • Il regime non è anonimo ed è soggetto a
    monitoraggio

18
Tassazione delle plusvalenze nei tre regimi
  • Riforma 1998 per equiparare la tassazione delle
    plusvalenze alla maturazione nel caso di
    risparmio gestito, con quella al realizzo, nel
    caso di dichiarazione e risparmio amministrato si
    applicava un correttivo chiamato equalizzatore.
  • Equalizzatore abolito nel 2001
  • Adesso vi è un regime misto, che crea distorsioni
  • Le plusvalenze realizzate nellambito del
    risparmio gestito sono tassate alla maturazione
  • Le altre sono tassate al realizzo
  • Discriminazione fra fondi comuni interni ed
    esteri (tassati al realizzo)

19
Proposte di riforma
  • Governi di centro sinistra in genere favorevoli a
    aliquota intermedia tra 12,5 e 27 e tassazione
    delle plusvalenze alla maturazione
    (equalizzatore), ma con molte differenze che
    hanno impedito attuazione riforma d.d.l. delega
    2006 (non approvato) rinviava luniformità delle
    aliquote e prevedeva
  • Fondi comuni tassazione alla realizzazione con
    equalizzatore (anche per fondi esteri)
  • Tassazione alla maturazione (come adesso) per
    regime di risparmio gestito individuale (es.
    gestioni patrimoniali)
  • Tassazione alla realizzazione per risparmio
    amministrato (come adesso), ma con equalizzatore
    e con possibilità di dedurre minusvalenze anche
    da redditi di capitale
  • Governi di centro destra (es. legge delega
    80/2003) favorevoli a unificazione aliquote al
    12,5 e ritorno generalizzato ad un sistema di
    tassazione delle plusvalenze al momento del
    realizzo. Vedremo .

20
Proposte di riforma principi
  • Il livello a cui decidere di uniformare le
    aliquote dipende da molti fattori, ma soprattutto
    deve essere deciso congiuntamente alla tassazione
    del reddito di impresa e degli altri redditi,
    inclusi quelli di lavoro. Come abbiamo visto la
    tassazione dei redditi di capitale è un tassello
    centrale nel definire il sistema di imposizione
    diretta

21
Proposte di riforma problemi
  • Timori che un aumento dellaliquota del 12,5
    possa rivelarsi un boomerang, con effetti
    negativi sul gettito
  • Costituisca in larga parte una partita di giro,
    per gli interessi sui titoli del debito pubblico.
  • Argomentazione per collocare i titoli più
    tassati lo stato dovrebbe aumentare il rendimento
    lordo a fronte delle maggiori entrate vi
    sarebbero maggiori spese per interessi
  • Obiezione non vi può essere traslazione completa
    (i soggetti interessati allaumento dellaliquota
    detengono meno di un quarto dei titoli in
    circolazione)
  • Possa provocare una fuga di capitali.
  • Argomentazione si preferirebbe investire
    allestero per evitare la maggiore imposta.
  • Obiezione non vi è perfetta mobilità di capitali
    (ad es. home bias) vi è monitoraggio e
    soprattutto direttiva UE sullo scambio di
    informazioni. Tuttavia, la concorrenza fiscale
    può giustificare la non inclusione in Irpef (vedi
    motivazioni Dit Nordica) e t relativamente bassa.

22
Riferimenti bibliografici
  • P. Bosi, M.C. Guerra, I tributi nelleconomia
    italiana, Bologna Il Mulino, ed. 2010.
  • Per saperne di più
  • Ministero dellEconomia e delle finanze,
    Commissione di studio sulla tassazione dei
    redditi di capitale e dei redditi diversi di
    natura finanziaria, Relazione finale, Tributi,
    Supplemento 2, 2008, http//www.ssef.it/sites/ssef
    /files/Documenti/Rivista20Tributi/Sogei20supp_2.
    pdf
  • G. Ricotti, A. Sanelli, Conti finanziari e
    fiscalità unanalisi storica, presentato al
    Convegno I conti finanziari la storia, i
    metodi, lItalia, i confronti internazionali,
    Perugia, SADIBA, Banca dItalia, 1-2 dicembre
    2005.
Write a Comment
User Comments (0)
About PowerShow.com