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Diapositiva 1

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Leopardi che dedica un'operetta morale al dialogo con la luna, in uno dei canti le chiede – PowerPoint PPT presentation

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Title: Diapositiva 1


1
LETTERATURA
2
Dante dedica alla Luna molte terzine della
Commedia il secondo canto del Paradiso è una
specie di trattato sulla luna con Beatrice che
spiega "...che son li bei bui di questo corpo,
che là giuso in terra fan i Cain favoleggiar
altrui..."  Petrarca  è attratto
dall'opportunità lirica e fa della luna metafora
dei suoi stati d'animo malinconici e notturni
"Io aspetto tutto 'l dì la sera,  che 'l sol si
parta, e dia luogo alla luna." Manzoni  inserisce
un ingrediente paesaggio romantico "Era il più
bel chiaro di luna l'ombra della chiesa, e più
in fuori  l'ombra lunga ed acuta del campanile,
si stendeva bruna e spiccata sul piano erboso e
lucente della piazza." Leopardi  che dedica
un'operetta morale al dialogo con la luna, in uno
dei canti le chiede "Che fai tu,luna, in ciel?
dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera,
e vai, contemplando i desertiindi ti posi.
Ancor non sei tu paga di riandare i sempiterni
calli? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
di mirar questi valli?" In "Il sabato nel
villaggio" scrive "Già tutta l'aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giù
dà colli e dà tetti, al biancheggiar della
recente luna."
3
POESIA
4
PARAFRASI
ALLA LUNA
O graziosa luna, mi ricordo che un anno fa io
venivo a guardarti pieno dangoscia sopra questo
colle e ti affacciavi come fai adesso illuminando
tutto. Ma il tuo volto mi appariva offuscato e
tremante ai miei occhi in lacrime a causa della
mia vita piena di dolore come lo è ora e non
cambia mai! Eppure mi fa bene ricordare e
raccontare il mio dolore. Oh come è gradito
durante la gioventù, quando davanti cé ancora
tanta speranza e poca memoria del passato da
ricordare anche se era triste e pieno di
sofferenze che durano ancora adesso.
O graziosa luna, io mi rammento Che, or volge
l'anno, sovra questo colle Io venia pien
d'angoscia a rimirarti E tu pendevi allor su
quella selva Siccome or fai, che tutta la
rischiari. Ma nebuloso e tremulo dal pianto Che
mi sorgea sul ciglio, alle mie luci Il tuo volto
apparia, che travagliosa Era mia vita ed è, né
cangia stile, 0 mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate Del mio
dolore. Oh come grato occorre Nel tempo
giovanil, quando ancor lungo La speme e breve ha
la memoria il corso, Il rimembrar delle passate
cose, Ancor che triste, e che l'affanno duri!
Giacomo Leopardi
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