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Title: I PICCOLI BULLI CRESCONO: il bullismo a scuola e nei luoghi di aggregazione. Riconoscerlo per progettare e gestire interventi di promozione del benessere. – PowerPoint PPT presentation

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Transcript and Presenter's Notes

Title: COS


1
COSE IL BULLISMO?
Scuola di Specializzazione in Psicoterapia
Cognitivo-Interpersonale
  • Dott.ssa Michela Pensavalli Psicologa
    Psicoterapeuta

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COS'E' il BULLISMO ?
  • Il termine BULLISMO è la traduzione italiana
    dell'inglese "bullying"
  • è utilizzato per designare un insieme di
    comportamenti in cui qualcuno ripetutamente fa o
    dice cose per prevaricare, avere potere su
    un'altra persona o dominarla.

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Un individuo è oggetto di azioni di bullismo,
cioè è prevaricato o vittimizzato,
  • se è esposto ripetutamente nel corso del tempo
    alle azioni offensive messe in atto da uno o più
    compagni
  • (Dan Olweus, 2007, Bullismo a scuola. Ragazzi
    oppressi, ragazzi che opprimono)

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Fattori che caratterizzano il bullismo
  • Intenzione di fare del male e mancanza di
    compassione
  • il "persecutore" prova piacere nell'insultare,
    nel picchiare o nel cercare di dominare la
    "vittima
  • continua anche quando è evidente che la vittima
    sta molto male ed è angosciata

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Il bullismo
  • Un fenomeno trasversale
  • Classi sociali, Genere, Età
  • Un solo fenomeno, tante manifestazioni
  • Quasi una sanzione del gruppo verso la diversità
  • Una risposta ad un contesto anonimo
  • Fattore di rischio verso illegalità / rinuncia
  • Può essere reato

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  • In realtà, in ogni storia di bullismo non cè mai
    un vincitore e nemmeno un vinto cè solo un
    soggetto debole che se la prende con uno ancora
    più debole e approfitta dellincompetenza e
    dellanalfabetismo emotivo che domina lambiente
    in cui entrambi vivono e si muovono per affermare
    un potere fittizio.

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  • Intensità e durata
  • Gli episodi di bullismo continuano per un lungo
    periodo di tempo.
  • La quantità di prepotenze fa diminuire la stima
    di sé della vittima.

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I protagonisti
  • Il bullo

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Protagonisti del bullismo
  • I ruoli in gioco si direbbero il bullo e la
    vittima,ma è già abbastanza chiaro che le cose
    non sono così semplici.
  • Tra gli attori di prepotenze si distinguono
  • Il bullo leader
  • I gregari
  • I sostenitori

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Gli attori delle prepotenze
  • Il bullo leader è lideatore delle prepotenze
    (non sempre il perpetratore).
  • I gregari partecipano alle prepotenze sotto la
    guida del bullo.
  • I sostenitori sono coloro che assistono senza
    prendere parte allazione sostenendola con
    incitamenti, risolini e via di seguito. Essi
    contribuiscono a determinare il fenomeno,
    aggravando la situazione della vittima e
    costruendo aspettative di ruolo verso i bulli.

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  • Il potere del bullo
  • il bullo ha maggior potere della vittima a causa
    dell'età, della forza, della grandezza, del
    genere (ad es. maschio più forte della femmina),
    o per la sua popolarità nel gruppo di coetanei
  • ma anche perché spesso ci sono osservatori
    passivi

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  • Il bullo cerca di usare la violenza per avere
    quello che vuole, cercando una "vittima" che non
    riesce a difendersi da solo o che considera
    "inferiore" a lui.
  • Il bullo può anche essere qualcuno che sembra
    innocuo, o qualcuno che viene considerato un
    amico dai coetanei.
  • L' intenzione del bullo è quella di spaventare,
    perché in questo modo si sente forte, vuole che
    gli altri pensino che è potente, che ha successo,
    che può tenere tutto e tutti sotto controllo. In
    realtà spesso è una persona che non ha nessuna di
    queste "qualità", anzi cerca di nascondere i suoi
    "difetti".

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LE CONSEGUENZE per i BULLI
A BREVE TERMINE Basso rendimento
scolastico _______________________ Disturbi della
condotta per incapacità di rispettare le
regole _______________________ Difficoltà
relazionali
A LUNGO TERMINE Comportamenti devianti e
antisociali crimini, furti, vandalismi, abuso di
droghe e alcol _______________________ Violenze
in famiglia e aggressività
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I Protagonisti
  • La vittima

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Le vittime del bullismo
  • Tra le vittime si parla di
  • Vittima passiva, che subisce le prepotenze senza
    riuscire a reagire
  • La vittima provocatrice, che ingaggia duelli
    serrati con il bullo, stuzzicandolo, fino a che
    questo non risponde con unazione di prepotenza.

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Vulnerabilità della vittima
  • la vittima è più sensibile degli altri coetanei
    alle prese in giro, non sa o non può (o non
    vuole?) difendersi adeguatamente
  • ha delle caratteristiche fisiche o psicologiche
    che la rendono più incline (o bersaglio più
    facile?) alla vittimizzazione

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Mancanza di sostegno
  • La vittima si sente isolata ed esposta, spesso ha
    molta paura, o ha vergogna, di riferire gli
    episodi di bullismo perché teme rappresaglie e
    vendette
  • ma anche perché si ritiene in colpa
  • per il non saper reagire.

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GLI EFFETTI DEL BULLISMO SULLA VITTIMA
  • Sensazione di valere poco o niente
  • Sovente è triste o arrabbiata
  • Senza voglia di giocare o di stare in relazione
    con gli altri o di uscire
  • Ha poco appetito o molto appetito
  • Si sente male come se avesse la nausea
  • Accusa mal di testa e mal di stomaco
  • Ha scarso desiderio di andare a scuola

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Chi diviene vittima?
  • Da sempre il bullismo condanna lelemento che è
    portatore di una differenza (lomosessuale, il
    portatore di handicap, lobeso, il mingherlino
    etc..), non intendendo la diversità come risorsa,
    ma come elemento da stigmatizzare e di cui
    ribadire lestraneità al comune bisogno di
    normalità e di normalizzazione

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Ruolo delle relazioni famigliari
  • Bulli e vittime famiglie aggressive, con alto
    livello di conflitto, criteri educativi
    incoerenti, controllo povero, assenza di
    affettività positiva e di calore, figli maschi in
    lotta per la dominanza. Sono maggiormente le
    femmine a diventare vittime
  • Bulli disciplina rigida, membri distanti e poco
    coinvolti, genitori bulli
  • Maggiori difficoltà famigliari i maschi bulli e
    le femmine vittime (ruolo padre ostile e madre
    iperprotettiva per i maschi e madre ostile per le
    femmine). Porta alla formazione di modelli
    operativi interni che ricalcano i vissuti nel
    ruolo del carnefice e della vittima

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Caratteristiche intrapersonali
  • Vittime chi ha particolari caratteristiche
    fisiche o problemi (goffaggine, balbuzie, vista
    debole, disturbi di apprendimento, difficoltà
    particolari), hanno meno forza fisica,
    caratteristiche di temperamento (ansia o
    debolezza), appartenenza ad unetnia.

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Vittime bambini con esigenze speciali
  • Il disadattamento è il pretesto per gli atti di
    bullismo
  • I bambini non si integrano da un punto di vista
    sociale
  • Alcuni diventano essi stessi bulli (vittima
    aggressiva)

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Bulli vs vittime i fattori interpersonali
  • Vittime sono poco popolari e molto rifiutate, si
    sentono sole a scuola e dichiarano di avere pochi
    amici. Ruolo protettivo dello status sociale
    degli amici
  • Bulli popolarità media coesistenza di punteggi
    di rifiuto e di accettazione (controversi). I
    rinforzi sono molto popolari
  • I bulli tendono ad aggregarsi tra loro, le
    vittime tendono ad aggregarsi ad un difensore

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Conseguenze
  • il danno per l'autostima della vittima si
    mantiene nel tempo
  • induce la persona ad un considerevole
    disinvestimento dalla scuola, con calo del
    profitto
  • ansia per landare a scuola, eventuale
    evitamento
  • alcune vittime diventano a loro volta aggressori

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I protagonisti
  • Gli osservatori

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Gli osservatori
  • Gli spettatori neutrali che non prendono una
    posizione di fronte alle prepotenze o che non
    sono mai presenti agli episodi
  • I difensori della vittima, gli unici ad assumersi
    il rischio di andare contro corrente di fronte
    allautorità del più forte e a vivere la scuola
    in modo non schizofrenico, con una coerenza di
    fondo tra ciò che si mostra nel rapporto con gli
    adulti e ciò che si incarna nella relazione con i
    compagni.

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Il tema dallomertà lomertà del bullo
  • Non ci sono le parole del bullo, che utilizza
    la violenza verbale e fisica perché non sa
    raccontare in altro modo la sua paura di vivere
    ai margini, la sua vulnerabilità che è spesso il
    risultato di storie di vita dallavvio
    problematico e dalle poche risorse educative ed
    emotive.

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Lomertà della vittima
  • Omertà appunto
  • Nelle storie di bullismo mancano sempre le parole
    da dire.
  • Non ci sono le parole della vittima che subisce
    in silenzio, si percepisce impotente e si arrende
    a quel facile potere che diventa sopraffazione.

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Lomertà degli adulti
  • Non ci sono nemmeno le parole degli adulti, di
    coloro che dovrebbero presidiare il campo della
    crescita e delleducazione, osservando,promovendo,
    monitorando, regolando.
  • Gli adulti preferiscono non immischiarsi nelle
    storie di bullismo, considerandole sciocche
    questioni di poco conto oppure necessari esercizi
    di sopravvivenza per diventare un adulto capace.

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Tre forme principali di bullismo
  • diretto fisico (preval. maschi)colpire con pugni
    o calci, sottrarre o rovinare oggetti di
    proprietà, ecc.
  • diretto verbale (maschi e femmine) deridere,
    insultare, prendere ripetutamente in giro,
    sottolineare aspetti razziali, ecc.
  • Indiretto (preval. femmine)isolamento sociale e
    intenzionale,
  • esclusione dal gruppo, diffusione di pettegolezzi
    fastidiosi o storie offensive

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ALTRE FORME DI BULLISMO
  • SEXUAL HARASSMENT
  • BULLISMO RAZZISTA
  • BULLISMO OMOFOBICO
  • NONNISMO
  • MOBBING
  • CYBER BULLING

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Diffusione del fenomeno
  • Come in tutti i paesi in cui sono state condotte
    ricerche approfondite
  • anche in Italia la diffusione è piuttosto
    rilevante
  • campione di 1000 studenti delle scuole superiori
    italiane tra i 14 e i 18 anni
  • (Manners Ardi Srl, 2006, Quando il bullismo entra
    in classe, G. DAnna ed.)

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  • Il 33, soprattutto maschi, i più piccoli, negli
    Istituti Tecnici e Professionali, è vittima di
    episodi di bullismo
  • Il 45 ne è spettatore
  • Tra prepotenze subite, cui si è assistito o di
    cui si è sentito parlare il valore è del 75 per
    insulti e scherzi, del 48 per prepotenze
    fisiche, del 21 per pressioni o minacce per
    avere soldi o favori

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Percezione della gravità degli episodi
  • per il 76 (di più le ragazze con il crescere
    delletà) le forme più gravi sono le violenze
    fisiche
  • seguite (50) da quelle verbali

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Reazioni e soluzioni
  • secondo il 59 di chi assiste è preferibile
    chiedere lintervento degli adulti mentre per
    il 41 è meglio risolvere da soli
  • per il 61 delle vittime è preferibile chiedere
    lintervento degli adulti mentre per il 39 è
    meglio risolvere da soli
  • il 17 mostra accettazione o comprensione nei
    confronti del bullismo

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Presenza di bullismo nelle scuole italiane
  • I dati delle scuole superiori fanno riferimento
    a ricerche svolte tra il 2002 e il 2004 in modo
    autonomo, ma con lo stesso strumento dindagine,
    in sei città Cuneo, Lodi, Bergamo, Ferrara,
    Piacenza e Messina, per un totale di 3.244
    studenti contattati (52 maschi, 48 femmine).

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  • GLI INTERVENTI

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IL POTERE DELLA COMUNICAZIONE EFFICACE
  • Società paradossale Dovete parlare di più con i
    figli
  • Interrogarsi sul COME parlare piuttosto che sul
    COSA dire

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PER COMUNICARE EFFICACEMENTE
  • Linguaggio dellaccettazione
  • Comunicazione autentica
  • Modalità semplice di comunicazione e tramite
    metafora calzante

40
Le regole importanti
  1. Porsi in una posizione di ascolto
  2. Costruire la propria autorevolezza (dal latino
    augeo aggiungere)
  3. Scegliere la sanzione appropriata
  4. Insegnare a difendere, a difendersi e a denunciare

41
- METTERSI IN DISCUSSIONE Io non sono
perfetto- EVITARE DI VERGOGNARSI NELLA RICERCA
DEL CONFRONTO CON ESPERTI E PROFESSIONISTI
ESTERNI ALLA SCUOLA- NON AVERE FRETTA DI
PARLARE CON I RAGAZZI
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Bibliografia
  • Dan Olweus, Bullismo a scuola. Bambini oppressi e
    bambini che opprimono, Guinti Ed., 2001.
  • E.Valsecchi, Emergenza Bullismo, Ancora Ed.,
    Milano 2007.
  • M.Maggi e Buccoliero, Progetto Bullismo.
    Lesperienza e il confronto di quattro progetti
    di prevenzione, Berti Ed., 2006.

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GRAZIE PER LATTENZIONE!
  • Se esiste un uomo non violento, perché non può
    esistere una famiglia non violenta? E perché non
    un villaggio, una città, un paese, un mondo non
    violento? (Ghandi)
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