Presentazione di PowerPoint - PowerPoint PPT Presentation

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Presentazione di PowerPoint

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Title: Presentazione di PowerPoint Document presentation format: Presentazione su schermo Company: luciano Cantini Other titles: Times New Roman Arial Wingdings ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Presentazione di PowerPoint


1
La terra dove si nasce e si vive influisce nel
modo di essere e di comportarsi
Per conoscere bene una persona è importante
conoscere bene la sua terra e il suo ambiente
2
la PALESTINA al TEMPO di GESÚ
  • Situazione geografica
  • Situazione politica
  • Situazione religiosa
  • Situazione sociale

3
Giudea
Situazione geografica
Samaria
Galilea
4
Governo romano
Potere romano
Re vassallo
Situazione Politica
Potere giudaico
Sinedrio
5
Un solo Dio
Credo
Speranza messianica
La Legge
Situazione Religiosa
Feste
Culto nel tempio
Ubbidienza alla Legge
Pratiche religiose
Osservanza del Sabato
Frequentare la sinagoga
6
Sommo sacerdote
Sadducei
Classe dirigente
Sacerdoti
Scribi
Farisei
Situazione sociale
Popolazione
Pubblicani
Invalidi
Emarginati
Gentili
7
(No Transcript)
8
Giudea
Situazione geografica
Samaria
Galilea
9
Valle di Izreel
Monte Hermon
Mare di Galilea
Monte Carmelo
Lago di Genezareth Lago di Tiberiade
Montagne transgiordaniche
Regione montuosa
Fiume Giordano
Pianura litoranea
Mar Morto
Deserto
10
(No Transcript)
11
(No Transcript)
12
Regione montuosa di Giuda
Montagne transgiordaniche
Pianura litoranea
Valle del Giordano
GERUSALEMME

GERICO

Circa 900 metri sul livello del mare
Livello Mare Mediterraneo
Livello Mar Morto
circa 400 sotto il livello del mare
FOSSA TETTONICA
13
VIE DI COMUNICAZIONE
Via Maris La via del mare, strada costiera
dallEgitto verso Antiochia e Damasco
Via Reale, strada che segue laltipiano
transgiordanico, dal golfo di Aquaba fino a
Damasco
Via della montagna, strada nella regione
montagnosa della Giudea, collega Gerusalemme con
la Galilea
14
Sidone
Cesarea di Filippo
Tiro
Cafarnao
Traconitide
Fenicia
Betsaida
GALILEA
Nazareth
Cesarea
Decapoli
Samaria
SAMARIA
Ioppe
Perea
Gerico
GIUDEA
Gerusalemme
Betlemme
Ebron
Gaza
Araba
Idumea
15
GIUDEA
  • Centro della nazione ebraica
  • La maggior parte degli abitanti sono ebrei
  • È la regione di Gerusalemme capitale politica e
    religiosa
  • politicamente comprende anche la Samaria e
    lIdumea, abitate da gentili
  • Governo Erode il Grande, Archelao, Erode
    Agrippa, Governatori romani.

16
  • Regione del Regno dIsraele fino alla
    deportazione.
  • In quel periodo altre nazioni si stabilirono
    nellarea mescolandosi con i residenti e
    assumendone in parte i costumi nascono i
    Samaritani.

SAMARIA
  • Religiosamente adorano lo stesso Dio dIsraele
    ma in un santuario prorio sul monte Garizim, cè
    anche sincretismo con altri culti.
  • sono disprezzti dai giudei, dipendono dal
    governo di Giuda.

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GALILEA
  • Area ad Ovest del mare di Galilea
  • Abitata dalle tribù del nord fino alla
    cattività, territorio dei Gentili fino al ritorno
    dei Maccabei
  • Governo Erode il Grande, Erode Antipa, Erode
    Agrippa, governatori romani

18
(No Transcript)
19
Governo romano
Potere romano
Re vassallo
Situazione Politica
Potere giudaico
Sinedrio
20
GOVERNO ROMANO
La Palestina è caduta sotto il potere dei romani
nellanno 67 prima di Cristo. Era una provincia
romana unita alla Siria. Per tenere sotto
controllo il suo immenso territorio, Roma si
serviva di governatori chiamati anche procuratori
e di prefetti (un titolo di carattere militare).
Le autorità romane erano rispettose dei costumi
giudaici e delle autorità locali. L'esercizio
della giustizia era in gran parte regolato dalla
legge ebraica e quindi demandato al sinedrio ma
in caso di sentenza di morte lo jus gladii era
riservato al governatore.
Iscrizione di Cesarea Marittima
Ponzio Pilato governò la Giudea per dieci anni,
dal 26 al 36 d.C., mentre a Roma era imperatore
Tiberio (14-37 d.C.). Furono anni di continue
provocazioni e incidenti. Abitualmente Pilato
risiedeva a Cesarea Marittima, città fondata da
Erode. Però durante le maggiori feste ebraiche si
trasferiva a Gerusalemme per controllare l'ordine
pubblico.
Tiberio
21
RE VASSALLO
Nei territori conquistati Roma procura di
conservare i costumi locali. Si riserva la
politica estera, controlla la moneta, le strade e
esige un tributo elevato. Per questo si serve di
uomini fedeli. Erode il grande è uno di questi
uomini. Roma lo utilizza per governare la
Palestina occupata. Fù posto dal Senato romano
come re per tutta la Palestina.
Erode detto il Grande o Ascalonita (73 a.C. - 13
marzo 4 a.C.) fu re di Israele dal 37 a.C. fino
al 4 a.C.?Figlio di Erode Antipatro, idumeo, e di
madre araba, Cipro, ebbe tre fratelli (Giuseppe,
Fasael, Ferora) e una sorella, Salomé.?Governò
tutta la Palestina dopo la morte del padre, prima
per incarico di Marco Antonio e poi di Ottaviano
Augusto al quale prontamente era passato dopo la
sconfitta di Antonio a Azio.Promosse e finanziò
l'ultimo ampliamento del Tempio di Gerusalemme,
che viene perciò detto "Tempio di Erode".
Estremamente sospettoso e maligno, fece uccidere
la moglie e alcuni dei suoi figli temendo che
complottassero per spodestarlo. Alla sua morte il
regno fu diviso fra i tre figli rimasti Archelao
governò la Giudea, Erode Antipa la Galilea, Erode
Filippo la Batanea.
Erode il grande
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SINEDRIO
Il sinedrio costituiva la suprema assemblea
amministrativa e giudiziaria, formata
essenzialmente da tre componenti sacerdoti,
scribi e anziani.
Kaifas
Il sinedrio (synédrion) era un supremo senato
giudaico, teneva le sue riunioni in unaula
nellarea del Tempio. A capo del Sinedrio stava
il sommo sacerdote. I membri (71 persone), per
lungo tempo furono di classe sacerdotale
(solitamente sadducei), a partire dal regno di
Alessandra (76-67 a.C.) vennero ammessi anche i
Farisei, gli Scribi, o gli anziani che ne
ottenevano il privilegio. Con Erode il Grande
perse parte della sua sovranità, per poi
riacquistarla all'epoca del diretto governo
romano. Il sinedrio era in parte responsabile
dellordine pubblico e disponeva di un corpo di
guardia, ma la sua competenza riguardava
soprattutto le cause religiose e civili che
avevano una qualche relazione con la legge
mosaica. Le sue decisioni avevano vigore di
legge e come tali erano accettate dalle autorità
romane che potevano eventualmente intervenire per
farle applicare.
23
(No Transcript)
24
Un solo Dio
Credo
Speranza messianica
La Legge
Situazione Religiosa
Feste
Culto nel tempio
Ubbidienza alla Legge
Pratiche religiose
Osservanza del Sabato
Frequentare la sinagoga
25
(No Transcript)
26
Feste
Culto nel tempio
Pratiche religiose
Ubbidienza alla Legge
Osservanza del Sabato
Frequentare la sinagoga
L'anno ebraico è scandito da varie ricorrenze che
ricordano gli eventi succedutesi dalla creazione
e che ricordano la storia degli ebrei. Le
principali feste ebraiche sono legate alle
stagioni e ad antiche tradizioni agricole
pastorali. Il calendario ebraico comprende
cinque feste maggiori di origine biblica.
Tre feste "del pellegrinaggio" o "feste del
raccolto" (Pesach, Shavuot e Sukkoth) associate
all'esodo dell'Egitto
Due "feste penitenziali" (Rosh HaShanan e Yom
Kippur) Capodanno e il Giorno dell'Espiazione.
La festa della consacrazione (Hanukkah) e Purim
(Carnevale) sono feste minori e non hanno una
diretta origine biblica.
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Feste
Culto nel tempio
Pratiche religiose
Ubbidienza alla Legge
Osservanza del Sabato
Frequentare la sinagoga
  • Peasah
  • La Pasqua è la festa più importante del
    calendario ebraico. Si celebra tra marzo e aprile
    e ricorda la liberazione dalla schiavitù
    egiziana.
  • Shavuot
  • La Pentecoste si celebra nel periodo della
    mietitura, cinquanta giorni dopo la Pasqua.
    Ricorda il dono delle leggi (Torah) sul monte
    Sinai che trasformò gli schiavi fuggiti
    dall'Egitto in un vero "popolo".
  • Sukkoth
  • La Festa delle Capanne?si celebra alla fine della
    vendemmia. Le capanne dal tetto di rami o di
    paglia, nelle quali si consumano i pasti durante
    la festa, ricordano lamore costante con il quale
    Dio assistette gli Israeliti nel deserto.

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Feste
Culto nel tempio
Pratiche religiose
Ubbidienza alla Legge
Osservanza del Sabato
Frequentare la sinagoga
Per gli Ebrei, il santuario era il luogo e segno
della presenza del Dio vivente (Dt 12, 5 1 Re 8
9, 3), casa di Dio, luogo purissimo e santissimo,
per entrarvi erano necessarie previe
purificazioni, specie per i sacerdoti. Come
presso tutti i popoli antichi, anche nella
religione dIsraele il sacrificio era lelemento
principale del culto. Esso consisteva
nellimmolazione di una vittima, che veniva
sgozzata, ed il suo sangue sparso sullaltare il
resto era macellato, e poi consumato in tutto o
in parte col fuoco dellaltare. Vi erano poi
offerte di farina, vino o olio, il tutto come
propiziazione o espiazione dei peccati del popolo
o del singolo. Solo animali domestici allevati
per il consumo umano erano accettati per i
sacrifici, purché privi di qualsiasi
difetto. Mattino e sera si offriva il sacrificio
perpetuo (tamid), lolocausto di un agnello,
mentre il sabato non si accettavano offerte dei
privati, ma si compivano due sacrifici in più a
nome di tutto il popolo Il pellegrinaggio al
Tempio di Gerusalemme era previsto tre volte
all'anno, durante le feste di Pesach, Shavuot e
Sukkot. Anche le donne vi prendevano parte.
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Feste
Culto nel tempio
Pratiche religiose
Ubbidienza alla Legge
Osservanza del Sabato
Frequentare la sinagoga
Vi è uno stretto legame fra la storia, le
ritualità e la memoria. Nella tradizione ebraica
la memoria è fondamentale, il passato non è
consegnato alla storia, ma rivissuto e fatto
presente nella ritualità. La storia non
rappresenta la "ciclicità della natura", ma un
cammino verso un unica direzione, compiuto dalla
collettività delle generazioni umane verso un
fine ultimo. La preoccupazione è che non venga
dimenticato linsieme di valori che ispirano e
armonizzano la vita e il comportamento del
popolo. I fatti, siano essi storici o mitici, o
più spesso una fusione di entrambi, il cui
ricordo garantisce il perpetuarsi del sistema di
valori, sono formalizzati nella Torà - La Legge
(letteralmente "insegnamento" dalla radice del
verbo "oraà"). Linsegnamento può essere orale
o scritto, ma è sempre sancito, condiviso e
oggetto di consenso, e sopravvive diventando
tradizione. I riti e i valori che costituiscono
il senso della identità e del proprio destino,
diventano oggetto di trasmissione perchè il
popolo si mantenga lungo la sua Halachà (la legge
ebraica dallebraico Halach camminare da cui la
Halachà sentiero sul quale si cammina).
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Feste
Culto nel tempio
Pratiche religiose
Ubbidienza alla Legge
Osservanza del Sabato
Frequentare la sinagoga
All'ottavo giorno dalla nascita, i bambini maschi
vengono circoncisi - Milà l'intervento
chirurgico è praticato da un esperto del rito,
chiamato mohel. Il senso di questa cerimonia è di
rinnovare il patto tra Dio e il suo popolo. Il
giorno della circoncisione, il bambino riceve
pubblicamente il proprio nome. A tredici anni
avviene il passaggio dei bambini maschi nell'età
adulta, sancito dalla cerimonia del bar mitzvà
("figlio del precetto"). In questa occasione il
ragazzo indossa per la prima volta il talleth
(manto) per la preghiera e i tefillin
(filatteri). In sinagoga egli deve leggere tutta
la parte della Torah prescritta per quel giorno.
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Feste
Culto nel tempio
Pratiche religiose
Ubbidienza alla Legge
Osservanza del Sabato
Frequentare la sinagoga
Lo shabbat (sabato) è il giorno sacro, in cui ci
si astiene dal lavoro per dedicarsi al riposo e a
Dio, in ricordo del "riposo divino" dopo la
creazione e per commemorare la liberazione dalla
schiavitù d'Egitto. Ha inizio il venerdì al
tramonto, quando la padrona di casa accende le
due candele sabbatiche e il capofamiglia recita
il Jiddish, la preghiera di lode e di
benedizione, all'inizio della cena. Nella Mishna
sono elencate trentanove attività lavorative
proibite durante il Sabato.
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Feste
Culto nel tempio
Pratiche religiose
Ubbidienza alla Legge
Osservanza del Sabato
Frequentare la sinagoga
La sinagoga è il luogo della preghiera,
dell'ascolto della Parola e della spiegazione
delle Scritture. Con il termine greco synagoghé
si traduce generalmente l'ebraico 'edah,
assemblea. Nelle fonti giudaiche del primo
secolo e nel Nuovo Testamento, il termine designa
anche il luogo di riunione dell'assemblea. Vi si
svolgeva in particolare il servizio liturgico del
sabato (Shabbat, giorno di preghiera e di
riposo). Anche Gesù partecipava al culto
sinagogale e vi leggeva e interpretava la
Scrittura. Non abbiamo elementi certi su come si
svolgeva in dettaglio il servizio liturgico
conosciamo le grandi articolazioni che
consistevano in un momento eucologico (preghiera)
e nella lettura e interpretazione della Legge.
Tra le varie preghiere del culto sinagogale
ricordiamo il Qaddish, e la preghiera delle
Shemoné 'esreh, le Diciotto benedizioni.
33
(No Transcript)
34
Sommo sacerdote
Sadducei
Classe dirigente
Sacerdoti
Scribi
Farisei
Situazione sociale
Popolazione
Pubblicani
Invalidi
Emarginati
Gentili
35
La classe sacerdotale (circa 18.000 tra sommi
sacerdoti, sacerdoti e leviti) godeva di
prestigio e potere, in particolare il Sommo
sacerdote la cui rappresentanza legale era
riconosciuta anche dai romani. Fino al 70 d.C.
era il ministro principale del culto nel tempio,
grande interprete della Torah, giudice supremo e
capo del Sinedrio.
Gli scribi erano considerati gli specialisti
della Torah, maestri e teologi, dottori della
Legge, con l'autorità di interpretarla, di
chiarire i precetti, di trascrivere il testo
biblico. Lo scriba aveva dunque un ruolo sociale
e non aderiva necessariamente a una corrente del
giudaismo potevano esserci dunque scribi
farisei, sadducei o esseni.
Il termine Farisei significa separati (da ogni
persona o cosa che possa contaminare). Il gruppo
dei farisei si distingueva per una osservanza
scrupolosa della Torah sia scritta che orale
(complessivamente 613 precetti) e soprattutto 3
precetti l'osservanza del sabato, la legge della
purità (cibi, persone, cose), la decima. Godevano
di grande stima presso il popolo che li
considerava maestri e modelli di religiosità.
Il nome dei Sadducei deriva da Sadoq, capostipite
della linea sacerdotale legittima. Al tempo di
Gesù rappresentavano i gradi più elevati della
gerarchia sacerdotale, le classi benestanti e i
nobili. Per mantenere il potere non si facevano
scrupolo di venire a compromessi con i romani. I
Sadducei accettavano solo la Torah scritta,
diversamente dai Farisei che ritenevano ispirata
anche la Tradizione (la Torah orale). Inoltre non
credevano nella risurrezione dei morti e
nell'esistenza degli angeli.
36
Sullo sfondo delle denominazioni religiose sta
l'insieme del popolo, quello che in senso
solitamente dispregiativo chiamiamo "massa". E
proprio in tal senso esso era chiamato "popolo
della terra" (Am ha 'ares), vale a dire popolo di
ignoranti la Legge, di impuri, di contaminati dal
paganesimo. Senza togliere nulla ai meriti, e
anche ai difetti, di Farisei, Sadducei, Esseni,
dobbiamo riconoscere che pure le comunità di
queste anime semplici era portatrice di veri
valori morali e religiosi, anche se questa gente
non era protetta dalle contaminazioni dovute alla
forzata convivenza con popolazioni pagane, non
era sufficientemente istruita sulle minuzie della
Legge. Nell'insieme, il popolo ebraico mostrava
un grande attaccamento alla sostanza della
religione tradizionale. In lui trovava una sua
eco la predicazione profetica, vibravano le
promesse messianiche, era presente lo spirito
universalista e missionario dello jahvismo, non
mancavano esempio di profonda pietà individuale.
37
Non sono ancora del tutto chiare origini degli
Esseni. Essi si consideravano "resto" di Israele
destinatario della Nuova Alleanza di cui parlava
Geremia. Vivevano nel deserto, per ripetere il
cammino dei padri verso la terra promessa. Là, in
una vita di penitenza tesa ad eliminare il male
annidatesi nell'uomo, si attendeva il giorno
della venuta del Messia che avrebbe inaugurato i
tempi nuovi. Gli Esseni avevano vari centri?nel
centro di Qumran vivevano insieme in regime di
comunanza di beni, povertà, celibato gli
aspiranti dovevano sostenere un postulandato di
un anno, durante il quale si sforzavano di vivere
la regola della comunità, seguivano due anni di
noviziato. Alla fine del primo anno partecipavano
a certe pratiche comuni mentre alla fine del
secondo prendevano parte ai banchetti sacri.
Entrando nella comunità i novizi rinunciavano al
possesso dei beni. La giornata era divisa tra il
lavoro manuale (coltivazione della terra nella
vicina oasi di En Gaddi e trascrizione di testi
vari) e la riunione liturgica che occupava
quotidianamente tutta la serata e consisteva
nella lettura dei libri sacri, nella loro
spiegazione e nelle preghiere nonché nel
banchetto durante la quale si consumavano pane e
vino.
38
Mentre i Farisei e i Sadducei cercavano di
adattarsi nel migliore modo possibile al giogo
romano e gli uomini di Qumran si attendevano un
intervento potente di Dio in loro favore, molti
ebrei adottavano un comportamento più attivo e
combattivo. Gli Zeloti, come furono chiamati più
tardi, erano dei combattenti per la libertà, i
rivoluzionari del popolo ebraico, quelli che
fecero esplodere alla fine la grande ribellione
che avrebbe indotto Roma a distruggere
Gerusalemme nel 70 d.C. Già al tempo di Gesù
c'erano state alcune rivolte soffocate nel
sangue, e la popolazione si dimostrava ricettiva
alla propaganda rivoluzionaria. Gli Zeloti,
ardenti patrioti, fondavano il loro appello sul
fatto che la sudditanza a Roma era un tradimento
nei confronti di Dio, il vero re
d'Israele. Almeno uno degli Apostoli, Simone,
proveniva dalle loro file.
39
Per riscuotere le tasse, i Romani usavano il
sistema dei pubblicani. Nel resto delimpero
erano reclutati tra i membri di rango elevato, in
Giudea, inece furono costretti ad assoldare Ebrei
che, perduto ogni pudore, acconsentivano a
collaborare con loro. Quando accettava
l'incarico, il pubblicano doveva prestare un
giuramento di fedeltà all'imperatore ed offrire
un sacrificio pagano in onore al genio
dell'imperatore. Accettare una tale condizione
significava la perdita totale della moralità,
diventare traditori della patria e della propria
fede. I pubblicani, non contenti di servire gli
interessi di Roma riscuotendo le tasse dai loro
compatrioti, assecondavano i loro appetiti
mercenari e, divenendo ricchi a spese degli
altri, rendevano ancora più gravoso il peso
dell'oppressione romana.
Per comprendere la condizione dei poveri e degli
ammalati bisogna immaginare una cultura come
quella ebraica in cui la malattia è segno della
maledizione di Dio, tanto che il malato stesso si
convince di aver fatto qualcosa di male per
essere ridotto da Dio in quello stato.
40
  • I Giudei guardavano con sospetto gli stranieri, i
    Gentili, perché li consideravano un pericolo per
    la purezza della loro cultura e della religione.
  • Distinguevano tre tipi di stranieri
  • NOKRI viaggiatori, commercianti, gente di
    passaggio, vengono ospitati e protetti ma non
    ammessi al Tempio
  • GER lavoratori immigrati con le famiglie,
    assimilati alla gente del posto, sono rispettati
    e poono ricevere la circoncisione
  • ZAR lo straniero residente di cui però bisogna
    diffidare.

Nel mondo antico lindipendenza della donna era
impensabile, era considerata proprietà del padre
e poi del marito. La donna non può possedere, non
può testimoniare, non può partecipare alla vita
pubblica. Si nasconde quando arrivano ospiti,
mangia dopo gli uomini, cammina dietro il marito
con il volto nascosto. Era soggetta al marito in
tutto, ma con una certa libertà di iniziativa
nella conduzione della casa. Nelle classi più
agiate poteva raggiungere un buon livello di
cultura e discutere con gli uomini della Torà.
41
(No Transcript)
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