Title: La Natura Morta
1La Natura Morta
- Natura Morta è il termine utilizzato per indicare
le rappresentazioni di forme ed oggetti
inanimati i temi principali di queste
rappresentazioni sono composizioni di fiori
recisi, frutta, verdura, selvaggina morta, vasi,
libri e strumenti musicali.I primi cenni di
natura morta vengono riscontrati in alcuni
affreschi del periodo romano, dove troviamo le
prime composizioni di oggetti inanimati. La
natura morta è una corrente artistica
appartenente al sedicesimo secolo. I principali
esponenti di questo movimento furono gli
olandesi, fortemente attratti dal gusto della
descrizione miniaturistica, molto coerente con la
natura morta.Ma è di un pittore italiano,
Caravaggio, quello che pùò forse ritenersi il
massimo esempio di questo genere di pittura.
di Giovanni Fabio
FRUTTA
FIORI
STRUMENTI MUSICALI
2Frutta
La frutta è sicuramente una tra i soggetti
principali delle nature morte, durante l'intera
storia dell'arte. Le nature morte, però,
all'interno della tradizione artistica italiana,
non sono un soggetto molto frequente. L'Italia,
patria dell'Umanesimo e sede del papato, è più
legata alla figurazione umana, ai temi sacri e a
quelli storico-filosofici. L'arte nordica è
invece molto attenta alla rappresentazione
analitica del reale e quindi tratta con
attenzione il genere della natura morta. La prima
natura morta con frutta, e forse la più famosa
della storia dell'arte italiana, è probabilmente
rappresentata dal Canestro di frutta di
Caravaggio.
Caravaggio Canestro di frutta
Cèzanne Cesto di mele
Arcimboldi Vertumno
De Pisis Natura morta con ananas
3Caravaggio
Canestro di frutta
Intorno al 1591-92 il giovane pittore scende a
Roma ed è proprio qui che svolge gran parte
della sua attività. Lavora presso il Cavalier
d'Arpino che lo spinge a dipingere nature morte
che saranno fondamentali in tutta la sua pittura.
La natura morta, infatti, non è un soggetto
"nobile" che possa essere interpretato, come un
tema religioso, secondo canoni consolidati
dall'uso secolare, non è una "storia" da narrare
per insegnare al popolo un qualsiasi concetto la
"natura morta" è solo se stessa, in tutta la sua
"presenza" di oggetto e quindi meno adatta
significati nascosti, più adatta invece ad
esprimere il mondo interiore dell'artista, fatta
soltanto di colori, luci ed ombre. La natura
morta aiuta poi il Caravaggio a capire la realtà
di per sè, non quella abbellita secondo la norma
classica, ma quella quotidiana nella quale vive
l'uomo. Di questa attività compiuta per studio
scolastico, nulla è arrivato a noi. Ma senza
questi studi, molto probabilmente non esisterebbe
il Canestro di frutta, pressoché unico esempio
di natura morta autonoma del Caravaggio, dove
l'elemento naturale diventa protagonista,
rilevandosi contro il fondo chiaro compatto,
vivendo plasticamente per i rapporti fra luci e
ombre, per il brillio degli acini d'uva, per la
rotondità lucente della mela, del limone e della
pesca, per la rugosità dei fichi, per il
distendersi o accartocciarsi delle foglie. Questa
verità di riproduzione non è una banale copia
nella sua straordinaria evidenza, nell'equilibrio
compositivo fra pieni e vuoti, nel rapporto
reciproco dei colori, la canestra assume una
vitalità intensissima e si colloca fra i
capolavori della pittura caravaggesca.
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, è il
più grande pittore italiano del '600 e uno dei
maggiori di tutti i tempi. Vissuto a cavallo dei
due secoli, diventa erede della tradizione del
'500 ma, al tempo stesso, apre una nuova via.
Caravaggio affronta questo nuovo percorso
ponendosi di fronte al problema esistenziale
dell'uomo senza mezzi termini, al suo dramma
nella ricerca della verità, ormai lontano da una
serena e armoniosa visione rinascimentale. La
verità nelle cose stesse, la rappresentazione
della realtà è dunque il fondamento della pittura
caravaggesca, una realtà che appare agli occhi
della società contemporanea talmente sconvolgente
da sembrare brutale volgarità. Ciò non significa
che l'artista rappresenti in modo indifferente le
cose, senza operare una scelta fra di esse,
lasciando l'interpretazione agli spettatori, non
significa la consueta "imitazione della natura".
Al contrario, Caravaggio "vede" la realtà, ce ne
presenta il significato ed emette giudizi morali
su di essa per mezzo della luce, enucleando un
oggetto, una persona o un particolare da un altro
e lasciando nell'ombra il resto. Tema principale
della sua cultura è quindi la realtà drammatica
in cui vive l'uomo, espressa attraverso un
linguaggio coerente di cui luce e ombra sono
protagonisti.
4Cèzanne
Paul Cézanne nasce nel 1839 ad Aix-en-Provence.Ne
l 1858 si iscrive a Giurisprudenza, ma si accorge
di non aver attitudine per il diritto e di essere
interessato all'arte. Per seguire la sua
vocazione, nel 1861 si trasferisce a Parigi, dove
frequenta l'Académie Suisse. Cerca, senza
successo, di iscriversi all'École des Beaux-Arts.
Incerto sul suo futuro, Cézanne alterna il suo
tempo tra Aix e Parigi, dove frequenta numerosi
artisti, tra cui Pissarro, Renoir, Monet, Sisley
e Bazille. Pur non entrando a far parte del
gruppo, espone ad alcune mostre degli
impressionisti tra cui la prima del 1874, da
Nadar. La sua partecipazione alla terza, quella
del 1877, segna l'inizio del suo isolamento
artistico. Sul finire degli anni '70 Cézanne
appare sempre meno legato a Monet e agli
impressionisti. Comincia a maturare un nuovo
stile pittorico attento alla struttura dello
spazio e ai volumi degli oggetti. Realizza nature
morte, ritratti e paesaggi di Provenza.Il 1895
può essere considerato l'anno della riscossa. La
mostra allestita da Vollard riscuote infatti un
gran successo, soprattutto tra gli artisti
d'avanguardia. Anche il collezionismo comincia a
guardare con sempre maggiore interesse al suo
lavoro.Sul finire del secolo Cézanne si può
considerare ormai famoso e "arrivato". Espone al
Salon des Indépendants e all'estero. Nel 1904 il
Salon d'Automne gli dedica un'intera sala. Paul
Cézanne muore ad Aix nel 1906.Nel 1907, a
Parigi, viene allestita una grande retrospettiva.
La mostra rivela al pubblico la sua enorme
statura. La visione delle sue ultime tele ha un
impatto enorme su molti giovani artisti. In
questo modo spalanca la strada a gran parte della
ricerca artistica del '900.
Cesto di mele
"Avevo deciso di lavorare in silenzio fino al
giorno in cui sarei stato capace di sostenere
teoricamente i miei tentativi" (da una lettera
del 1889). Con questa affermazione Cézanne
intende dichiarare che la teoria razionale alla
base delle sue opere doveva dedursi dalle opere
stesse. Osservando il quadro si è indotti a
pensare che la composizione dell'immagine sia
stata costruita prima dall'artista con la realtà
stessa. Il cesto con la frutta poggia su di un
blocco squadrato, forse un mattone i biscotti,
che sono sovrapposti a due a due e incrociati,
stanno in un piatto appoggiato su di un libro la
tovaglia sembra predisposta ad accogliere le mele
tra le sue pieghe il tutto è disposto sul piano
di un tavolo che "inquadra" il gruppo di oggetti.
La bottiglia costituisce l'asse centrale della
composizione. Gli altri elementi non creano
simmetria, ma il quadro nel suo complesso risulta
bilanciato dalle diagonali generate da essi. Dal
punto di vista cromatico l'equilibrio è stabilito
essenzialmente dal colore più intenso nelle cose
piccole, più spento sugli oggetti grandi. Inoltre
ogni colore è sempre specifico rispetto ad un
oggetto così ogni mela ha il proprio colore. Il
quadro stupisce per la sua "solidità"
costruttiva ogni forma ha un suo rilievo quasi
tattile. Attraverso l'osservazione del dipinto,
trova ampio riscontro l'affermazione del pittore
che la geometria è alla base di qualsiasi
elaborazione grafico-pittorica.
5De Pisis
Natura morta con ananas
Filippo De Pisis nacque a Ferrara nel 1896.
L'artista subì nella giovinezza l'influenza di un
ambiente culturale vivacissimo dominato da
personalità come De Chirico, Carrà, Morandi. Si
accostò al Futurismo dopo aver conosciuto Soffici
e Govoni. Partito dalla tecnica del collage,
sfruttata con volontà lirica, colse del Futurismo
soprattutto il valore del ritmo pittorico. A Roma
conobbe A. Spadini con il quale collaborò alla
redazione delle riviste "La ronda" e "Valori
Plastici". Si accostò per gli studi delle nature
morte al '600 napoletano. Nel 1923 ad Assisi,
insegnante di latino, approfondì la sua ricerca
di misura e di sintesi. Nel 1925 si stabilì a
Milano dove restò fino al 1943 per poi
trasferirsi a Venezia qui lavorò molto
intensamente, fino a quando una grave malattia lo
costrinse a ritirarsi in una casa di cura, dove
dipinse ancora saltuariamente. Le ultime opere
presentano esili tratti di colore su una tela per
larga parte bianca. Morì a Milano nel 1956.
Un ananas svetta nel dipinto, alto, piumato,
imponente, anche se sullo sfondo. Adagiata bassa,
in primo piano, altra frutta, in molte varietà
scelte in sapiente accordo cromatico, tra cui uva
e mele tagliate a metà. Tutti i frutti non su un
tavolo, in un interno, ma "en plein air" i
colori dello sfondo richiamano quelli del cielo e
del mare. All'orizzonte la sagoma leggera, appena
accennata, di un veliero (De Pisis elaborò altre
nature morte con elementi marini, in particolare
le conchiglie).Il cromatismo vibrante di luce
sembra richiamare alla formazione del pittore,
che conobbe in Francia nel 1925 gli eredi di
Impressionisti e Fauves. La composizione appare
particolarmente poetica, isolando in un contesto
aperto, infinito, elementi tradizionali di natura
morta (tranne l'esotico ananas), colti talora
come in trasparenza.
6Arcimboldi
Natura morta con ananas
La composizione segue la canonica impostazione
del ritratto a mezzo busto. La struttura centrale
è simmetricamente bilanciata dal disporsi
regolare ed armonioso degli ortaggi, che
costruiscono strutturalmente la figura. La
composizione non risulta tuttavia rigida, grazie
all'andamento morbido e semicircolare della
ghirlanda di fiori che attraversa il busto
(zucca), ed alla disposizione sfuggente delle
spighe accompagnate dall'uva. Elemento
fondamentale per il risultato armonioso del
ritratto è il colore. Il colore è il protagonista
del dipinto e ripropone il reale dato cromatico
della frutta. Il rosso vivo delle mele che
corrispondono alle gote, fa risultare la zona la
più brillante dell'intera composizione inoltre
il colore rosso suggerisce un aspetto meno nobile
ma sicuramente presente nel carattere di Rodolfo
II, quello dell'amore verso il vino tipico degli
uomini nordici (era di Praga), seppure sempre in
armonia con un comportamento fiero e
incorruttibile Rodolfo II infatti viveva in
castello alquanto austero, dal rigido cerimoniale
di corte, ed era circondato da artisti. La zona
delle spalle e del petto presenta colori tenui
basati sul rapporto tra grigio e marrone inoltre
questa parte della tela risulta momento di
passaggio e di riposo tra i due estremi
coloristici del ritratto. Gli ortaggi che
costituiscono il torace sono frutto della terra,
al contrario delle mele, delle pere, dei
melograni e delle ciliegie che definiscono il
viso. La valenza coloristica e la luminosità del
quadro risultano accentuate dalla presenza del
fondo scuro.
Giuseppe Arcimboldi nacque
a Napoli nel 1527. Iniziò la sua carriera
artistica realizzando cartoni narranti le storie
di Caterina da Alessandria presso il Duomo di
Milano. Grande importanza assunse per lui anche
la sua presenza come pittore prediletto, prima
dell'imperatore Massimiliano e successivamente di
Rodolfo II, presso la corte di Praga. I suoi
principali soggetti furono figure allegoriche e
caricature, nelle quali raffigurava sembianze
umane utilizzando composizioni di fiori o frutta.
Eli morì relativamente giovane nel 1593 a Milano.
Durante il '900 le sue opere furono viste come
una anticipazione di alcuni aspetti del
Surrealismo, riscuotendo così particolare
fortuna. L'arte italiana, dopo aver fatto scuola
in tutta Europa, appare disposta, sulla fine del
1500, ad accogliere suggerimenti artistici che
vengono dal Nord. Acimboldi raccoglie questi
suggerimenti e produce i così detti "Capricci".
Per "Capriccio" si intende l'allegorismo spinto
fino all'impossibilità di recuperare il
significato dell'immagine, l'imitazione di motivi
fuori dalla teorizzazione corrente dell'antico,
l'applicazione spinta fino all'assurdo delle
regole prospettiche e proporzionali.
7Fiori
Il fiore è sempre stato presente nella vita
dell'uomo, poiché esso rappresenta un elemento
naturale capace di nascere e sbocciare in
qualunque luogo, anche senza il suo intervento.
Tale elemento è stato e sempre sarà capace di
attirare l'interesse di occhi scrutatori che vi
vedono raccolte parti organizzate in modo
armonioso e capaci di realizzare una struttura
così ben composta da sembrare indistruttibile.
Nel fiore si sono viste spesso espressioni
allegoriche, più o meno legate a valori
religiosi, come il giglio, simbolo di purezza
cristiana. Nel mondo poetico, fin dall'età
classica, poi nel Medioevo, nella cultura
rinascimentale e barocca, molte sono le metafore
relative ai fiori. La più semplice è quella che
accomuna il carattere effimero del fiore reciso
alla bellezza della donna, destinata a spegnersi
nel tempo. Quindi il fiore, che veniva anche
usato come ornamento dell'abito o dei capelli,
allude al carattere transitorio di ciò che è
bello, colorato, appariscente. Paradossalmente
esso può essere accomunato alla simbologia del
teschio ciò che quest'ultimo comunica
direttamente, il fiore lo allude indirettamente.
Nella pittura non si hanno, in opere del passato,
rappresentazioni di fiori come soggetto
predominante il fiore è considerabile motivo di
secondario interesse. Tuttavia, quando il tema
religioso cessò di essere esclusivo nella
pittura, il fiore entrò a buon diritto in
moltissimi quadri e venne nel tempo acquisendo
sempre una maggiore autonomia nell'ambito del
genere natura morta.
Van Gogh Natura morta con girasoli
Matisse Fiori in vaso
Giovanni da Udine Vaso con fiori
Van Gogh Natura morta con iris
8Van Gogh
Natura morta con girasoli
I girasoli sono divenuti il simbolo della pittura
di Van Gogh. Dopo un periodo particolarmente
tragico della sua vita, culminato con un ricovero
in ospedale, l'artista riprese subito l'attività
e, il 7 gennaio 1889, scrisse al fratello Theo
"Domani mi rimetto al lavoro, comincerò a fare
una o due nature morte per ritrovare l'abitudine
a dipingere".Nascono così i celebri girasoli, in
più versioni sono fiori ormai appassiti, ma
emanano ugualmente una luce dorata e
sorprendente, generata da piccoli tocchi di
giallo acceso.
Vincent Van Gogh nacque il 30 marzo del 1853.
Intorno al 1880 si iscrisse all'Accademia di
Belle Arti di Bruxelles, iniziando a
rappresentare Dio attraverso la pittura. Van Gogh
compì anche molti studi sul disegno, per
perfezionarsi maggiormente e per riuscire a
dipingere, rispettando la realtà il più
possibile, le sue prime tele, raffiguranti il
lavoro dei contadini. In seguito, i principali
soggetti delle sue opere furono rappresentati da
tessitori di telaio, mangiatori di patate,
lavoratori di miniera, e qualunque altra
espressione di vita quotidiana. Vincent si
trasferì a Parigi dove conobbe l'arte degli
Impressionisti, di Seurat e di Gauguin, con i
quali condivise per qualche tempo sia vita che
lavoro. La sua arte, totalmente libera da
qualsiasi accademismo ma anche da un naturalismo
troppo facile ed immediato, esce da tutti gli
schemi precedenti. L'oggetto della sua ricerca,
che realizza con colori intensi, in cui
prevalgono i gialli e gli azzurri, sono "non la
mano, ma il gesto non una testa matematicamente
esatta, ma il profondo della sua espressione".
Egli spreme molto spesso direttamente dal tubetto
il colore sul quadro, rimodellandolo poi con il
pennello. Picchia sulla tela colpi irregolari,
che lasciano segni di spessore e forma diversi
tratti, virgole, guizzi di colore che si
accavallano vorticosi nelle nubi del
cielo.Nonostante stesse vivendo l'inizio di
quello che in futuro sarebbe stato un grande
successo, egli era soggetto a sempre più numerose
crisi nervose che pian piano lo portarono
sull'orlo di una profonda pazzia, esplosa
definitivamente il 29 luglio del 1890, quando
estrasse la pistola e si sparò un colpo al petto.
9Giovanni da Udine
Giovanni Ricamatore, detto Giovanni Nani, noto
come Giovanni da Udine, nacque il 27 ottobre
1487. Si formò presso Giovanni Martino da Udine,
poi a Venezia, presso Giorgione. Verso il 1514
entrò a Roma nella bottega di Raffaello di cui
divenne fedele collaboratore. Questi gli affidò
l'esecuzione degli strumenti musicali nella
'Santa Cecilia' 1515, Pinacoteca Nazionale,
Bologna mentre è di particolare importanza la
collaborazione ad alcune delle maggiori imprese
raffaellesche, dal cartone per l'arazzo con la
'Pesca Miracolosa' alla Loggia di Psiche alla
Farnesina, 1517-18 alle Logge Vaticane
concluse nel 1519 dove introdusse la sua
grottesca imitata dalla Domus Aurea. Operò anche
a Villa Madama, 1520-25 in Vaticano nella Sala
dei Pontefici 1523-27 e in Castel S.Angelo.
Dopo il sacco di Roma (1527), alterna soggiorni a
Udine e nella capitale e dal 1534 lavorò in
Friuli come architetto e come decoratore per i
castelli di Spilimbergo e di Colleredo. Nel
1539-40 decora a Venezia il Palazzo Grinani, poi
di nuovo a Roma lavora nelle Logge del terzo
piano dei Palazzi Vaticani. Il suo stile è
imitato dall'antico, ma gli elementi
naturalistici che utilizza con gran ricchezza
ornamentale gli conferiscono una vivacità di
accenti e un fare del tutto nuovo. Fu così tra i
grandi inventori della decorazione
rinascimentale, che, grazie alla sua arte sia
nelle parti pittoriche sia negli stucchi, seppe
entrare nel vivo delle grandi creazioni
architettoniche. Muore a Roma nel luglio 1561 e
probabilmente viene sepolto nel Pantheon.
Vaso con fiori
Il quadro, dipinto da Giovanni da Udine, si fa
risalire intorno al 1555, periodo in cui il
pittore svolgeva i suoi lavori nel castello di
Spilimbergo. Queste informazioni sarebbero
deducibili dalla presenza dello stemma che il
pittore ha voluto raffigurare sul vaso.Giovanni
da Udine nella sua carriera pittorica fu
fortemente influenzato dalla corrente fiamminga
questo quadro ne è una prova i fiori sono
riprodotti in modo perfetto grazie ad una attenta
osservazione della realtà e all'utilizzo di
colori vivaci che danno chiarezza ai contorni e
definizione alle forme. Anche la raffigurazione
del vaso, di per sé un elemento secondario, viene
fatta con accuratezza, rispecchiando ogni minimo
particolare. La composizione del mazzo si rivela
attenta a definire una struttura ordinata e
simmetrica. Colpisce il bagliore dei colori in
contrasto con il fondo nero.
10Van Gogh
Vincent Van Gogh nacque il 30 marzo del 1853.
Intorno al 1880 si iscrisse all'Accademia di
Belle Arti di Bruxelles, iniziando a
rappresentare Dio attraverso la pittura. Van Gogh
compì anche molti studi sul disegno, per
perfezionarsi maggiormente e per riuscire a
dipingere, rispettando la realtà il più
possibile, le sue prime tele, raffiguranti il
lavoro dei contadini. In seguito, i principali
soggetti delle sue opere furono rappresentati da
tessitori di telaio, mangiatori di patate,
lavoratori di miniera, e qualunque altra
espressione di vita quotidiana. Vincent si
trasferì a Parigi dove conobbe l'arte degli
Impressionisti, di Seurat e di Gauguin, con i
quali condivise per qualche tempo sia vita che
lavoro. La sua arte, totalmente libera da
qualsiasi accademismo ma anche da un naturalismo
troppo facile ed immediato, esce da tutti gli
schemi precedenti. L'oggetto della sua ricerca,
che realizza con colori intensi, in cui
prevalgono i gialli e gli azzurri, sono "non la
mano, ma il gesto non una testa matematicamente
esatta, ma il profondo della sua espressione".
Egli spreme molto spesso direttamente dal tubetto
il colore sul quadro, rimodellandolo poi con il
pennello. Picchia sulla tela colpi irregolari,
che lasciano segni di spessore e forma diversi
tratti, virgole, guizzi di colore che si
accavallano vorticosi nelle nubi del cielo.
Nonostante stesse vivendo l'inizio di quello che
in futuro sarebbe stato un grande successo, egli
era soggetto a sempre più numerose crisi nervose
che pian piano lo portarono sull'orlo di una
profonda pazzia, esplosa definitivamente il 29
luglio del 1890, quando estrasse la pistola e si
sparò un colpo al petto.
Natura morta con iris
Nel maggio del 1890 Vincent nota, nel giardinetto
della clinica in cui era ricoverato, il colore
elegante dell'iris.Esegue così alcune tele che
raffigurano questo soggetto che diventa simbolo
di Arles e del suo mondo, ma acquista anche una
sua dimensione autonoma, legata agli aspetti di
decorativa eleganza che caratterizzano questo
fiore.Insieme al girasole sembra essere
l'elemento naturale prediletto dalla fragile
sensibilità del pittore.
11Matisse
Fiori in vaso
Henri Matisse, pittore e scultore francese nato a
Cateau-Cambrésis nel 1869, si dedicò alla pittura
solamente dopo aver abbandonato un impiego presso
un avvocato. Matisse nelle sue prime opere pose
particolare attenzione alla variazione della luce
e dei colori. Di ritorno da un viaggio in
Bretagna, compose una tavolozza di colori più
chiari, segno che anche l'artista venne
influenzato dalle idee impressionistiche. Per
l'artista il colore, seguendo le idee del suo
maestro, deve essere pensato, sognato e
immaginato. Alla formazione della poetica
matissiana concorsero le impressioni di Van Gogh,
così come la conoscenza delle arti orientali
della ceramica persiana oltre che dall'arte
africana, intese come attraenti messaggi di
indipendenza espressiva. Con l'inizio del XX
secolo nei quadri del Matisse vi fu la completa
eliminazione della tela di qualsiasi elemento che
non fosse colore puro. Nel 1905 a Matisse e ad un
gruppo di suoi amici venne dato l'appellativo
Fauves. Essi esprimevano una nuova pittura con
tecnica definita brutale, violenta e
cromaticamente aggressiva. Verso il 1910,
esaurita l'esperienza fauve, si avvicinò al
movimento del Cubismo analitico. La stessa
ripetizione di interni sempre uguali, con i vasi
di fiori e le nature morte, suggerisce una
consuetudine con il modello che va a tutto
vantaggio dell'affinamento formale. Questo
processo di affinamento venne completato con le
opere degli ultimi anni. Matisse si occupò anche
di decorazione teatrale e su ceramica. Mori a
Cimiez nel 1954.
Attraverso una pittura essenziale, impostata
soprattutto sulla linea, sinuosa e quasi
arabescante, e sui colori vivaci, Matisse sembra
esprimere la gioia di vivere, l'ariosità e la
limpidezza della natura a cui i fiori fanno
riferimento." Ecco le idee di allora
costruzione per mezzo di superfici colorate.
Ricerca d'intensità nel colore, essendo la
materia indifferente. Reazione contro la
diffusione del tono locale nella luce. La luce
non è soppressa ma essa si trova espressa da un
accordo delle superfici colorate intensamente ".
Così lo stesso autore, nel 1929, commentava le
sue opere di inizio secolo, quando egli fu al
centro delle tendenze fauviste. Più il colore è
forte, più l'effetto è potente. Così i rossi, i
blu, i gialli strutturano una tela in cui
ombra,chiaroscuro, modellato, dettagli... tutti o
quasi gli elementi della pittura tradizionale,
sembrano essere superati.
12Strumenti Musicali
La storia della pittura e la storia degli
strumenti musicali camminano insieme
dall'antichità fino ai giorni nostri. Da sempre,
infatti, la musica ha inspirato gli artisti che
hanno lasciato reperti fin dai tempi più remoti.
Si pensi all'arte mesopotamica (cofanetto di Ur),
all'arte punica, famosa per le statuette dei
suonatori di cetra, alle produzioni egizie, alle
ceramiche greche, fino all'arte romana delle
ville pompeiane. Gli strumenti diventano soggetti
autonomi della natura morta in Europa nelletà
della Controriforma e specialmente in Italia,
Francia, Germania, Svizzera, Spagna, Scandinavia
e in alcune città dell'Olanda. Il contenuto sacro
che l'epoca propone ricompare in forme nuove
attraverso "oggetti indicatori", come i liuti,
che sembrano celare una morale allegorica e hanno
un riferimento implicito alla tragicità della
situazione umana nonché alla transitorietà
dell'esistenza. Nella natura morta gli oggetti si
trasformano quindi in metafore morali e religiose
che hanno lo scopo di ammonire le persone,
spingerle a pensare alla vita dopo la morte, così
che la loro esistenza sia improntata agli ideali
cristiani. Ma anche la pittura contemporanea si
ispira alla musica, da Renoir, a Matisse, a
Picasso, a Braque. Le elaborazioni degli artisti,
tra '800 e '900, a differenza di quelle
precedenti, non mirano più ad offrire una
documentazione pittorica dello strumento. In esse
è lo strumento stesso che propone all'artista
forme e colori per la sua composizione.
Baschenis Liuto, mandola, fogli
Munari Natura morta con strumenti
Picasso Chitarra, spartito, bicchiere
Braque Strumenti musicali
13Baschenis
Evaristo Baschenis, uno dei più insigni pittori
bergamaschi del 600, nacque il 7 dicembre 1617 da
Simone e Maddalena Francesca Volpi. La famiglia
Baschenis ebbe una lunga tradizione in campo
artistico tanto è vero che taluni suppongono che
il collaboratore di Evaristo, firmante B.B.,
altri non sia che il fratello Bartolomeo.
Baschenis prese gli ordini tra il 1640 e il 1643.
La sua vita di sacerdote gli consentì di
viaggiare e di esercitare la sua attività
artistica con il massimo della libertà e della
disponibilità di tempo, essendo egli tra l'altro
in buone condizioni economiche. Baschenis si
applicò quasi esclusivamente al genere della
Natura morta, cucine e soprattutto strumenti
musicali questi ultimi sono gli unici attori
della scena rappresentata, dal momento che
Baschenis aboliva nelle sue opere la figura
umana. L'interesse per gli strumenti musicali è
dovuto al fatto che Evaristo era un musicista
inoltre è storicamente accertato che la pratica
musicale, associata alla poesia, alla letteratura
e alla storia, era allora diffusa nelle famiglie
agiate bergamasche. Intorno agli anni '50, il
pittore si legò d'amicizia con Jacques Courtois,
detto il Borgognone delle battaglie, in soggiorno
di lavoro nella città lombarda, con il quale
intrattenne per lunghi anni rapporti epistolari e
professionali. Egli eseguì copie delle sue opere,
richiestissime dai collezionisti locali. Il
lavoro più prestigioso e impegnativo di Baschenis
fu quello realizzato per la biblioteca del
monastero di San Giorgio Maggiore a Venezia.
Importanti scoperte archivistiche, volte ad
illuminare la sua vita e la sua attività
artistica, sono il testamento olografo del
pittore l'inventario dei suoi beni e della sua
collezione di dipinti la nota della vendita di
quanto conservato nella sua casa-bottega al
momento della morte, sopraggiunta il 16 marzo
1677.
Liuto, mandola, fogli
Questa opera rappresenta la variante autografata
e firmata della versione più solenne della
collezione Lodi. Secondo il critico Rosci il
dipinto appartiene ad una fase più evoluta
rispetto a quella denominata Barocca, in quanto
il pittore realizza una più convincente logica
costruttiva rispetto alle scenografie complesse e
fastose degli anni '60. Tale argomentazione é
suggerita dall'analisi della composizione, in cui
gioca un attento utilizzo della luce, che non
solo serve a mettere in chiaro le qualità della
materia, dalla superficie vellutata della pesca,
alla morbidezza brillante del damasco, ma
scandisce anche la geometria della composizione.
Si deve notare una caratteristica saliente nel
dipinto la polvere sulla pancia del liuto, messa
ancora più in risalto dalle rotonde ditate su di
essa presenti. Realismo? Allegoria? L'uno e
l'altra. La lezione del Caravaggio induceva gli
artisti a rappresentare la realtà degli oggetti
ma la polvere é anche espressione di quella
vanitas, allegoria della caducità delle cose
terrene, così che gli uomini erano spinti a
pensare all'inesorabile scorrere del tempo, al
lento decadere e al morire.
14Natura morta con strumenti...
Munari
In quest'opera l'artista ha unito un cornetto, un
flauto diritto, un violino con il suo arco e il
fondo ricurvo di un liuto, o comunque sia di un
membro appartenente alla famiglia del mandolino.
Il pittore ha indugiato sul fondo panciuto del
liuto, mostrando in tal modo che la sua scelta
nasce da un'esigenza prevalentemente decorativa.
La luce definisce la composizione illuminando le
tonalità calde degli strumenti e definendo il
loro materiale l'ebano del flauto, l'avorio del
cornetto. Il nodo presente alla sommità degli
strumenti sottolinea ulteriormente l'intento
decorativo del dipinto. Manca un piano
d'appoggio per questo gli strumenti appaiono
sospesi in una sorta di esaltante trofeo.
Cristoforo Munari pittore settentrionale vissuto
a cavallo tra XVII e XVIII secolo, nacque a
Reggio Lombardo nel 1667 e morì nel 1720. E'
stato recentemente recuperato dalla critica e
valorizzato in seguito ad una mostra organizzata
a Parma presso il Palazzo della Pilotta nel 1964.
Il pittore, che si distingue per nature morte di
strumenti musicali, ma anche per rappresentazione
di oggetti riferibili al tema 'cucine', risente
dell'influenza diretta di Evaristo Baschenis e si
collega ai pittori fiamminghi o
fiammingheggianti, in particolare al Barentz.
15Braque
Strumenti musicali
"La natura non è che un'ipotesi" - rispondeva
Dufy, rappresentante del Fauvismo, a chi si
meravigliava di fronte ai suoi quadri . Quello
che volevano i Fauves, gruppo a cui Braque
appartenne, era creare sensazioni emotive forti
con l'aiuto delle forme ridotte all'essenziale.
Tale esperienza, conclusasi nei primi anni del
1900, confluì poi per alcuni nel Cubismo,
corrente secondo la quale, come sinteticamente
espose Apollinaire "La geometria è per le arti
figurative ciò che la grammatica è per l'arte
dello scrivere". Nel dipinto di Braque Strumenti
musicali l'obiettivo della rappresentazione
documentaria sembra essere completamente caduto
appena si intravvedono le corde del mandolino lo
spartito è un foglio bianco con qualche generica
traccia di scrittura nemmeno la maggior cura
riservata ai fiati può indurre a ricercare
nell'opera un intento descrittivo. Vi prevale
un'armonia di fondo, che dà unità al tutto. Le
dimensioni degli oggetti nei rapporti tra loro,
le loro forme, riferibili a elementi geometrici,
l'organizzazione dello spazio, e soprattutto una
piacevole armonia cromatica, in cui le tinte
prevalenti, il verde intenso e luminoso del
tappeto e l'ocra,in molte varianti, fino
all'avorio dello spartito in piena luce, si
armonizzano attraverso giustapposizioni ben
modulate, evitando le brusche lacerazioni di
altri pittori del tempo, come Matisse e Marquet.
George Braque, nato ad Argenteuil sur Seine nel
1882, incomincia i suoi studi di pittura nel 1987
a Le Havre presso la scuola di Belle Arti. Tra il
1899 e il 1900 Braque completa il suo
apprendistato a Parigi da un ex-impiegato del
padre, Laberthe nel 1902 frequenta l'Accademia
Humbert e due anni dopo rinuncia agli studi
accademici per incominciare a dipingere per conto
proprio. Nel 1904 aderisce alla corrente del
Fauvismo e nel 1906 espone dipinti fauves al
"Salon des Indèpendants". Un anno prima di
staccarsi dal Fauvismo conosce Picasso e
Apollinaire e dipinge quadri che risentono
l'influenza di Cézanne. Dal 1909 al 1912 lavora
in stretto collegamento con Picasso è il periodo
del Cubismo analitico. Dopo aver participato alla
Prima Guerra Mondiale, in cui viene gravemente
ferito, torna a Parigi e nel 1917 pubblica
Pensèes et Reflexions sur le peinture. Nel 1922
la sua pittura si evolve verso forme di un
classicismo monumentale. Nel 1948 riceve il
premio di pittura alla XXIV Biennale di Venezia.
Nel 1952 decora il soffitto della sala Enrico II
del Louvre. Muore a Parigi il 31 agosto del 1963.
16Picasso
Chitarra, spartito, bicchiere
Come affronta Picasso il tema degli strumenti
musicali? Il pittore ci offre molti esemplari di
tale soggetto, riferibili quasi tutti agli anni
compresi tra il 1912 e il 1913, caratterizzati da
una notevole ricerca di sperimentalismo tecnico,
volta a rompere in modo deciso con la tradizione
e fornire nuove proposte, in grado non solo di
stupire pubblico e critici, ma di aprire strade
non ancora segnate. Questa pittura di avanguardia
ha come elemento unificatore la tecnica del
collage, che accosta materiali diversi, carta e
giornali il tratto pittorico è dato dal
carboncino, dal gesso, dall'inchiostro. La sagoma
della chitarra ha smarrito la propria forza
descrittiva, ed è soltanto allusa nei tratti
essenziali delle curve, del foro centrale, del
manico. Ciò è in contrasto con i materiali usati
quali la carta da parati, nel suo semplice
realismo rappresentativo, lo spartito, quasi
leggibile e interpretabile, i fogli di giornale.
Nell opera il giornale incollato copre una
piccolissima parte, ma racchiude un significato
importante in quella sola riga di titolo La
bataille sest engage la battaglia è iniziata.
Tutti i critici d'arte vi hanno visto una
provocazione, da taluni interpretata come una
sfida a Braque, da altri come una simpatia del
poeta verso correnti anarchiche e
socialisteggianti dell'epoca.
Pablo Picasso nasce a Malaga nel 1881 e muore a
Mougines nel 1973 figlio di un insegnante
d'arte, Jos Ruiz Blasco e di Maria Picasso,
rivela fin dall'infanzia una precoce attitudine
all'arte. A sedici anni tiene la sua prima
esposizione. Nel 1990 inizia nella sua pittura il
periodo chiamato periodo blu, a causa dei colori
della sua tavolozza. Nel 1904, dopo avervi fatto
precedentemente dei viaggi, si trasferisce a
Parigi. Nel 1906 incomincia a dipingere le
'Demoiselle D'Avignon' che segna la data di
nascita del Cubismo. Nel 1920 ha inizio il
periodo neoclassico, caratterizzato da nudi
monumentali e da opere di stile cubista. Nel 1936
prende parte alla Guerra di Spagna combattendo
con i repubblicani. Durante la Seconda Guerra
Mondiale é a Parigi e si iscrive in questo
periodo al Partito comunista. Nel 1946 si
trasferisce nella Francia Meridionale con la
madre dei suoi figli Claude e Paloma. Dopo il
1955 dipinge opere ispirate a Manet, Delacroix e
Velasquez. Nel 1966 la Francia gli dedica una
grande mostra al Grand Palais due anni prima
della morte riceve l'omaggio nazionale per i 90
anni.