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L

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giuseppina trifiletti Da questa come da un infinit di altre evidenze di psicologia clinica e sperimentale si evince che la vita cognitiva delle nostre menti ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: L


1
ballando nudi
nel campo della mente
giuseppina trifiletti
2
  • INTRODUZIONE
  • Nietzsche
  • PRIMA METÀ DEL 900
  • Il Neopositivismo
  • Einstein
  • I quanti di energia
  • Il paradosso EPR
  • I teoremi di Gödel
  • SECONDA METÀ DEL 900
  • Perdita di previsione e di spiegazione
  • Carlo Ginzburg
  • Il teletrasporto
  • Che cosa è linformazione?
  • DallInformazione allo Spirito
  • CONCLUSIONE
  • La Teologia è una scienza?

3
INTRODUZIONE
4
Profondo è il mondo, è più profondo di
quanto abbia pensato il giorno
Nietzsche
5
Bisogna avere un caos dentro di sè, per generare
una stella danzante.
Nietzsche
6
NIETZSCHE
  • Nietzsche aveva polemizzato con il meccanicismo e
    con il positivismo ottocentesco e con tutto ciò
    che voleva rendere simile e calcolabile quello
    che invece è per sua natura eterogeneo e non
    calcolabile.
  • Il pensiero del giorno, come lui stesso lo
    chiamò, ricerca nella natura un senso e una
    razionalità che non ci sono.
  • Egli invece ritenne il pensiero notturno più
    adatto a scrutare la profondità e la complessità
    del mondo proprio perché non pretende di renderlo
    più semplice e meno inquietante.

7
  • Il filosofo profetizzò la caduta di tutti i
    valori entro i due secoli seguenti.
  • Nietzsche morì nel 1900.
  • Egli aveva preannunciato il nichilismo.
  • La filosofia del novecento è pervasa da questo
    atteggiamento nichilista
  • e anche per questo motivo sono emerse unidea
    della verità e una comprensione della realtà più
    ricche di sfaccettature.

8
  • Pare di poter riconoscere anche nella scienza la
    crisi delle certezze che il filosofo aveva
    previsto nella cultura che sarebbe seguita.

9
PRIMA METÀ DEL 900
10
Dio non gioca a dadi con l'universo
Smettila di dire a Dio che cosa deve fare!
11
http//www.lucevirtuale.net/biografie/introduzione
.html
PLANCK
1858 - 1947
1885 - 1962
EINSTEIN
1879 - 1955
BOHR
HEISENBERG
1902 - 1976
12
NEOPOSITIVISMO
Lempirismo logico e le novità della geometria e
della fisica
13
La realtà del mondo
  • La scienza ha acquistato una nuova
    consapevolezza perduto lottimismo si rende
    conto che la realtà è inafferrabile.
  • La Scienza mette in crisi il realismo più
    ingenuo, quello del senso comune, per il quale
    accedere al reale sembra immediato, e supera
    anche il positivismo ottocentesco, con la sua
    fiducia radicale nella possibilità da parte della
    scienza di scoprire leggi di natura con capacità
    di previsione.

14
  • È il caso di sottolineare che il positivismo è
    diverso dal realismo più ingenuo, perché è una
    filosofia dellesperienza,
  • e come tale pone laccento sul fatto che
  • ogni conoscenza si riferisce esclusivamente
    allinsieme delle osservazioni,
  • e non quindi direttamente alla realtà in sé
    stessa.

15
  • Nella prima metà dl 900 si delinea un indirizzo
    di pensiero che tiene conto delle nuove teorie
    dovute ad Einstein e ai fisici che fin dal 1900,
    a iniziare da Planck, hanno dato lavvio alla
    fisica dei quanti.
  • Si tratta dellempirismo logico o neopositivismo.

16
  • Questo nuovo indirizzo filosofico attribuisce a
    sé il compito di chiarire concettualmente i nuovi
    orientamenti sia della fisica che della
    matematica e, tra laltro, non ritiene sia
    proprio della scienza lattribuzione dei fatti
    osservati a una realtà indipendente, pur non
    negando lesistenza di questa realtà.
  • Vediamo ora brevemente quali sono stati i
    progressi fatti dal pensiero scientifico che
    hanno destato interesse nei neopositivisti.

17
  • Nuova Fisica
  • I primi trentanni del Novecento vedono la
    nascita di due tra le più grandi rivoluzioni
    concettuali nella storia della scienza la
    relatività e la meccanica quantistica.
  • Le idee alla base di queste teorie non riguardano
    solo la fisica, ma invadono l'intera concezione
    del mondo.
  • Il loro potere innovativo è paragonabile a quello
    dell'invenzione della ruota, della rivoluzione
    copernicana, delle teorie darwiniane, della
    meccanica di Newton nuovi strumenti pratici e
    concettuali per conoscere.

18
  • Nuova geometria
  • Proprio nellintento di assumere un assetto più
    rigoroso, fin dallinizio dellottocento nella
    geometria si era delineata una crisi, e
    successivamente la crisi dei fondamenti aveva
    coinvolto tutta la matematica.
  • Prima dellavvento delle geometrie non euclidee
    si pensava che la nostra intuizione non
    commettesse errori geometrici. e ci fornisse
    quindi lunica rappresentazione corretta della
    realtà.
  • Con la legittimazione delle geometrie non
    euclidee si dovette rinunciare a questo rapporto
    immediato tra lintuizione e la realtà.

19
Dallinizio dell800 si fanno avanti geometrie
diverse da quella di Euclide
Geometria e spazio fisico
TRE GEOMETRIE EQUIVALENTI SUL PIANO DELLA
VALIDITÀ, DELLA COERENZA.
QUALE GEOMETRIA È QUELLA VERA? Quale quella
corrispondente alla realtà fisica?
20
Per capire come è fatta la realtà lesperimento
non basta, linterpretazione dipende anche
dalla teoria utilizzata
21
Il Convenzionalismo
  • Le geometrie sono tutte e tre vere (valide)
  • Possono essere più o meno comode
  • Viene così a cadere il principio di non
    contraddizione?No, perché se viene considerata
    vera una delle tre geometrie, allora non può
    essere vera nessun altra per quel modello della
    realtà.
  • Una volta scelta per una teoria una delle tre
    allora restano escluse le altre.

22
EINSTEINlultimo fisico classico
23
La geometria di Einstein
  • Anche Einstein ritenne che la geometria fosse una
    costruzione dellintelletto che può essere
    sostituita
  • ed infatti fu da lui sostituita con la geometria
    di Riemann allinterno della teoria della
    relatività generale.
  • Einstein costrinse a ripensare allidea di
    spazio, ma anche a quella di tempo.
  • Il Tempo di Einstein non è più il tempo assoluto
    di Newton, ma è relativo al Sistema di
    Riferimento la simultaneità per Einstein divenne
    relativa al Sistema di Riferimento (relativa
    allosservatore). Ciò che è simultaneo per un
    osservatore non lo è per un altro in moto
    rispetto a lui.

24
Einstein una strana realtà
una realtà, ma surreale
"Il castello sui Pirenei di Magritte"
25
I QUANTI DI ENERGIA
  • la fisica quantistica mise in evidenza
    linadeguatezza del determinismo e la realtà
    divenne sempre meno raggiungibile.

26
Nel 1900 Planck ottiene una formula con cui può
prevedere il comportamento della radiazione di
corpo nero per la prima volta a tutte le
frequenze. Tale comportamento era ben noto invece
sperimentalmente da molto tempo. La chiave sta
in due idee inedite - l'energia nella cavità
non assume tutti i valori possibili tra uno
iniziale e uno finale, ma è distribuita in
"pacchetti" o quanti - la seconda idea è che
l'energia di un quanto è proporzionale alla
frequenza ? della radiazione e il coefficiente di
tale proporzionalità dev'essere una nuova
costante universale, oggi nota come costante di
Planck (h 6,63 10-34 Js).
27
Nota Bene
  • La meccanica classica descrive in modo
    sostanzialmente accurato gran parte dei fenomeni
    meccanici osservabili direttamente nella nostra
    vita quotidiana.
  • Si osserva invece una considerevole
    discrepanza fra le previsioni della meccanica
    classica e gli esperimenti per sistemi nei quali
    le velocità in gioco sono paragonabili con la
    velocità della luce
  • Si osserva una considerevole discrepanza anche
    per sistemi di dimensioni spaziali paragonabili a
    quelle atomiche o molecolari (per i quali la
    costante fondamentale con cui confrontarsi è la
    costante di Planck (6,6.10-34Js).
  • In questi casi la meccanica classica viene
    sostituita rispettivamente dalla meccanica
    relativistica e dalla meccanica quantistica.

28
Principio di indeterminazione
  • Losservatore influenza il fenomeno
  • Una metafora i gufi vivono di notte. Se
    devo osservare un gufo e voglio sapere dove si
    trova, devo illuminarlo. Illuminandolo perdo
    informazioni sul suo stato di moto, se voglio
    conoscere il suo stato di moto devo illuminarlo
    il meno possibile e in questo modo perdo
    informazioni sulla sua posizione difficilmente
    individuabile al buio.

29
Ahi, ma guarda questi!!! Perché non si fanno i
fatti loro?!?
Il principio di indeterminazione
Questi fotoni mi hanno messo unagitazione!
Per osservare qualcosa dobbiamo farlo interagire
con uno strumento di misura..
Ad esempio illuminiamo un elettrone per
osservarlo. Se colpiamo una boccia con unaltra
boccia perturbiamo il suo stato. Analogamente i
fotoni, colpendo lelettrone, perturbano il suo
stato, e quindi non possiamo più conoscere la
sua effettiva velocità. Se invece non lo illumino
sufficientemente non sono in grado di conoscere
la sua posizione. Posso però conoscere la sua
effettiva velocità. In conclusione o conosco la
sua posizione o la sua velocità.
30
Il principio di complementarità e il dualismo
onda-corpuscolo
Il principio di complementarità descrive quella
particolare caratteristica per cui i fenomeni che
avvengono a livello atomico e subatomico hanno un
duplice aspetto corpuscolare e
ondulatorio. Questi due aspetti non possono però
mai essere osservati contemporaneamente durante
lo stesso esperimento. Fu inizialmente enunciato
da N. Bohr per conciliare il dualismo onda
corpuscolo delle particelle elementari.
31
LEFFETTO TUNNEL
La particella imprigionata
passa attraverso la parete
32
Effetto Tunnel
Esiste una probabilità non nulla che una
particella atomica confinata in una barriera
riesca, come una pallina che attraversi le pareti
di una tazzina a fuoriuscire dalla barriera.
Esiste una probabilità non nulla anche se la sua
energia è minore del valore minimo previsto dalla
fisica classica per luscita dalla buca
(lenergia per saltare fuori).
Sorprendentemente (per il senso comune) la
particella si può trovare al di là della
barriera, anche se possono passare migliaia,
milioni di anni prima che levento si verifichi.
33
Il cosiddetto effetto tunnel costituisce una
delle più curiose manifestazioni della natura
quantistica della materia. La sua fenomenologia
si può racchiudere in un esempio abbiamo di
fronte a noi un muro alto diversi metri e lo
dobbiamo superare. Apriamo il nostro libro di
fisica classica, e dopo poco ci convinciamo che
l'unico modo è arrampicarci con pazienza fino in
cima, ovvero portarci a una energia potenziale
gravitazionale più alta rispetto a quella del
muro. L'arrampicata ci costerà un'energia pari al
guadagno di energia potenziale gravitazionale.
Saltando giù dalla parte opposta, riavremo
indietro l'energia spesa sotto forma di energia
cinetica.
34
Se invece apriamo il libro di fisica quantistica,
scopriamo che c'è un altro metodo che potrebbe
funzionare se corriamo (con fiducia...) verso il
muro, c'è una certa probabilità non nulla di
riuscire ad attraversarlo (senza demolirlo) e di
ritrovarci a correre indisturbati dalla parte
opposta. Come se avessimo attraversato un tunnel.
La nostra esperienza quotidiana ci suggerisce
(anche senza provare) che questo fenomeno non
avviene mai per gli oggetti macroscopici viene
invece osservato sotto vari aspetti nello
scenario (quantistico) delle particelle
elementari.
NB. Esiste il microscopio a effetto Tunnel
35
La particella prima di essere osservata non ha
una posizione precisa è dissolta secondo
unonda di probabilità, nel senso che, prima
dellosservazione si trova in tutti gli stati
possibili, in una sovrapposizione di stati. Solo
quando osservo, misuro, allora la particella
compare in una precisa posizione.Prima
dellosservazione però non ha una posizione
definita.
Onda di probabilità
36
Anche nella fisica classica utilizziamo la
probabilità.Possiamo scommettere per esempio che
il nostro amico Piero è a casa a lavorare, ben
sapendo che potrebbe anche essere andato al
cinema, ma riteniamo più probabile che sia
rimasto a casa a completare un lavoro. Suoniamo
il campanello e lo troviamo in casa.Secondo la
fisica classica, secondo la teoria classica della
probabilità, il nostro amico anche prima che io
lo venissi a sapere con certezza, era a casa.
Lignoranza era mia, ma lui aveva una precisa
posizione anche prima che io lo constatassi
personalmente.Invece la particella quantistica
acquista una precisa posizione solo dopo che ho
eseguito la misura, ho osservato cioè come stanno
le cose, e solo in quel momento le cose stanno in
un certo preciso modo, prima stavano in tutti i
modi possibili.
Nota Bene
37
IL PARADOSSO EPRe linformazione istantanea
  • L'esistenza di un limite di velocità per le
    interazioni aveva condotto la fisica
    relativistica ad enunciare un principio di
    località un evento non può influire causalmente
    su un altro evento se non dopo un certo tempo
    finito necessario alla propagazione del segnale.
  • Uno degli aspetti della fisica quantistica, più
    radicalmente innovativi per la nostra visione del
    mondo, fisico consiste nell'averci svelato una
    radicale non-località dell'universo.

38
1935 - il paradosso EPR di Einstein Podolsky e
Rosen
Il termine paradosso sta solo ad indicare che
quello che viene messo in evidenza
dallesperimento concettuale di Einstein,
Podolsky, Rosen e che segue dalla Teoria
Quantistica, è una realtà paradossale,
inaccettabile, ma questo non vuol dire affatto
che sia contradditoria. Ad esempio l antinomia
del mentitore Io sto mentendo, dà origine a una
vera e propria contraddizione e non semplicemente
a qualche effetto paradossale, stravagante se
mento dico la verità, se dico la verità allora
mento.
39
Sembra difficile guardare le carte di Dio. Ma
neanche per un attimo posso credere che Egli
giochi a dadi e faccia uso di mezzi telepatici
(come la teoria quantistica corrente
pretende che Egli faccia) Albert Einstein
40
I dubbi di Einstein
Data lassenza di qualsiasi inconsistenza logica
nellinterpretazione di Copenaghen, e dato che
non esistono esperimenti che falsifichino le
predizioni della teoria, il convincimento di
Einstein, e dei suoi collaboratori, era che
lincompatibilità tra la teoria e la realtà
oggettiva non poteva che essere causata da una
incompletezza della stessa teoria.
41
Interpretazione di Copenaghen Linterpretazione
della meccanica quantistica si ispira
fondamentalmente ai lavori svolti da Niels Bohr e
da Werner Karl Heisenberg attorno al 1927,
all'epoca della loro collaborazione a Copenaghen,
e riceve una formulazione meglio definita
soprattutto a partire dagli anni Cinquanta del
secolo scorso. L'interpretazione riguarda
aspetti della meccanica quantistica quali il
principio di complementarietà e la dualità
onda-corpuscolo.
42
principio della causalità locale
Einstein postulava la realtà oggettiva, quella
secondo la quale il mondo esiste in uno stato
definito. Nessuna ragionevole concezione del
mondo reale poteva prescindere dalloggettività,
secondo lui. Lidea centrale dellesperimento
concettuale (EPR) è che eventi verificantesi a
grande distanza da noi non possono agire in modo
diretto e simultaneo su oggetti ubicati vicino a
noi.
43
Secondo Einstein e colleghi la teoria quantistica
doveva o violare il principio della causalità
locale o essere incompleta. Einstein dimostrò
infatti che, se la realtà è oggettiva e la teoria
quantistica completa, effetti non locali sono
inevitabili (comunicazioni istantanee a distanza).
44
Due particelle 1 e 2 si trovano luna vicina
allaltra. Rispetto a un punto prestabilito q1 e
q2 sono le loro posizioni. Le particelle sono in
moto e i loro impulsi sono p1 e p2. La relazione
di indeterminazione di Heisenberg permette di
misurare contemporaneamente la somma degli
impulsi pp1p2 e la distanza qq1-q2. limpulso
totale si conserva. Le due particelle
interagiscono, poi la particella 2 raggiunge
Londra, mentre la 1 si trova a New York.
45
Sappiamo che limpulso totale si conserva (è lo
stesso prima e dopo linterazione). Se misuriamo
limpulso della particella 1 a New York e poi
sottraiamo tale quantità dallimpulso totale,
deduciamo limpulso della particella 2 che si
trova a Londra. Analogamente se misuriamo con
esattezza la posizione della particella rimasta a
New York, poi possiamo dedurre (qq1-q2) la
posizione della particella a Londra dato che
conosciamo la distanza tra le due.
46
La misurazione della posizione q1 della
particella che si trova a New York altererà la
precedente misurazione del suo impulso, ma in
base al principio della causalità locale (laltra
particella non può essere influenzata da quello
che accade alla particella 1 a New York),
dovrebbe lasciare immutato limpulso p2 che
abbiamo appena calcolato.
47
Abbiamo quindi dedotto senza alcuna
indeterminazione sia limpulso che la posizione
della particella 2 a Londra. Invece per la
particella 1 a New York, misurando la posizione
abbiamo perturbato il suo impulso, che non è più
quello di prima. Per la particella a Londra non è
stato perturbato limpulso non essendo stata
eseguita su di lei nessuna misura. Le misure
sulla particella 1 hanno determinato lo stato
della particella 2.
48
Abbiamo quindi misurato sia limpulso che la
posizione con precisione, andando contro il
principio di indeterminazione di Heisenberg. Il
principio di indeterminazione di Heisenberg
esclude la possibilità di misurare senza
incertezza posizione e impulso di una
particella. Basandoci sul principio della
causalità locale (due particelle non si possono
influenzare istantaneamente a grandi distanze)
abbiamo quindi conseguito un risultato la cui
possibilità viene esclusa dalla teoria
quantistica, un risultato che va contro la teoria.
49
Secondo Einstein, Podolsky e Rosen
La teoria quantistica è incompleta
O accettiamo che nella teoria dei quanti
ricompaia lo spettro dellazione a distanza, che
viola il principio di causalità locale, o la
teoria stessa è incompleta ed esiste un modo per
misurare con precisione sia limpulso che la
posizione. Per Einstein la violazione del
principio di causalità locale era inaccettabile.
50
Larticolo EPR suscitò molto scalpore
Linterpretazione alternativa dellesperimento
EPR, quella di Copenaghen, nega loggettività del
mondo in assenza di effettive misurazioni. Pochi
fisici sono disposti ad accettare la possibilità
di trasmissioni telepatiche dellinflusso
causale. Bohr, e con lui la scuola di
Copenaghen, non optò per questa conclusione.
51
La scuola di Copenaghenla luna esiste solo se
la osservi
La tesi sostenuta da BOHR è che prima di essere
direttamente misurati, posizione e impulso della
particella 2 non hanno significato oggettivo.
Qualora poi venissero misurati si
conformerebbero alle relazioni di
indeterminazione di Heisenberg, come prescritto
dalla teoria quantistica. Contrariamente a Bohr,
Einstein non poté mai accettare lidea di una
realtà-creata-dallosservatore. A tuttoggi il
problema aperto dal paradosso EPR è ancora
presente e non risolto.
52
mutua informazione entanglement
Scrödingher nel 1935 chiamò entanglement questa
mutua informazione tra particelle quantistiche
La questione, non risolta dal punto di vista
teorico, nel senso che ha dato origine a diverse
interpretazioni sul suo possibile significato per
quel che riguarda la nostra idea di realtà, ha
trovato però, alla fine del 900, applicazioni
pratiche da fantascienza. Si potrebbe affermare
che il paradosso è risolto dal punto di vista
tecnologico.
TELETRASPORTO
53
È SOGNO
LA REALTÀ
54
KURT GÖDEL
  • la verità (ciò che è valido) è più ampia dei
    teoremi di una teoria formaleIn
  • (con maggiore precisione in ogni teoria
    matematica T sufficientemente espressiva da
    contenere l'aritmetica, esiste una formula f tale
    che, se T è coerente, allora né f né la sua
    negazione nonf sono dimostrabili in T.)
  • La coerenza di un sistema complesso non è
    dimostrabile dallinterno della teoria stessa
  • (Nessun sistema coerente può essere utilizzato
    per dimostrare la sua stessa coerenza)
  • Chi è sano di mente non può dimostrare di essere
    sano di mente.

55
A questi modelli scientificisi ispiravano i
filosofi neopositivisti, che rinunciarono
quindi allingenuo modello meccanicistico
ottocentesco.
56
SECONDA METÀ DEL 900
57
PERDITA DEL POTEREDI PREVISIONEE SPIEGAZIONE
58
Il potere di previsione
  • Di fronte alle nuove e inquietanti scoperte della
    fisica,
  • quella classica sembrava invece aver raggiunto il
    massimo della perfezione
  • e solo verso il 1975 ci si rese conto che sistemi
    semplici, di cui sembrava essere noto tutto,
    presentavano un comportamento imprevedibile.

59
  • Non stiamo parlando, ripeto, né di fisica
    relativistica né quantistica, ma semplicemente di
    fisica classica.
  • Verso il 1960 si è potuto analizzare, con laiuto
    del calcolatore, il comportamento di sistemi di
    cui non è nota la soluzione delle equazioni del
    moto.
  • Ma solo successivamente si è dovuto constatare
    che anche sistemi di cui si sapevano risolvere le
    equazioni avevano un comportamento imprevedibile.

60
  • dal 1960
  • I fisici sono stati costretti a riconoscere che
    il caos deterministico e la complessità mettono
    in crisi il mondo semplice della scienza
    postgalileiana.

61
  • Il caos deterministico non è una prerogativa di
    sistemi molto complicati ma è presente già nella
    fisica di pochi oggetti.
  • Vediamo perché.
  • Quando si studia un fenomeno non si parta mai da
    un punto geometrico da cui emerge una sola linea
    del futuro,
  • ma si parta in genere da una piccola macchia dato
    che le condizioni iniziali non sono determinabili
    con precisioni assoluta.
  • Da questa macchia iniziale emergono a ventaglio
    linee divaricate, che fanno evolvere il sistema
    in modo completamente diverso.

62
  • Consideriamo per esempio un urto perfettamente
    frontale tra due sfere elastiche uguali (ad
    esempio palle da biliardo), dove ogni sfera
    rimbalza a 180 rispetto alla direzione iniziale.
  • Basterà però un piccolissimo scostamento dalla
    condizione di urto frontale perché le traiettorie
    siano deviate di angoli sensibilmente diversi da
    180.
  • Se le sfere sono più di due allora le conseguenze
    di una minima perturbazione nelle condizioni
    iniziali saranno notevoli dopo due o tre urti
    soltanto.

63
  • Anche se si conoscono le equazioni del moto e si
    sa come risolverle,
  • non è possibile fare previsioni sullevoluzione
    del sistema
  • meglio di quanto si possa fare con un moto
    casuale.

64
  • Il fisico russo Chiricov ha dimostrato che per un
    sistema di palle da biliardo lazione
    perturbativa dellinterazione gravitazionale,
    dovuta alla presenza di una persona nella sala
    del biliardo, è già sensibile dopo nove urti.
  • Per prevedere levoluzione di un sistema in un
    tempo lungo a piacere è necessario conoscere le
    condizioni iniziali con precisione infinita, i
    valori delle posizioni e delle velocità
    dovrebbero essere date con un numero infinito di
    cifre decimali.

65
Il potere di spiegazione
  • Accanto alla complessità dinamica del caos
    deterministico, vediamo emergere una complessità
    strutturale consistente nella difficoltà, e forse
    nell'impossibilità di descrivere in modo
    soddisfacente un oggetto complicato riducendolo a
    pochi componenti elementari.
  • Di questa complessità delloggetto ci si è
    accorti cercando di costruire robot che vedono.

66
  • Alcuni pensano che parte integrante della
    struttura delloggetto sia la visione dinsieme,
    il tutto,
  • che non è semplicemente la somma delle parti,
  • così come una casa non è solo un insieme di
    mattoni,
  • in quanto fa parte integrante di essa anche il
    progetto dellarchitetto.

67
  • Altri, i riduzionisti, credono però che non ci
    sia nulla, per quanto complesso, che non possa
    essere capito per capire basta sbucciare ad
    una ad una le apparenze, per mettere alla luce il
    nucleo centrale che è sempre di insuperabile
    semplicità è solo questione di tempo.
  • La complessità apparente è secondo loro solo
    semplicità organizzata.
  • Tutti però sono concordi nel riconoscere
    lestrema difficoltà di descrivere loggetto
    senza ambiguità. in modo tale che una macchina
    possa riconoscerlo.

68
Alcuni problemi però restano avvolti nella loro
inestricabile, almeno per ora, complessità.
69
Il problema dellinterpretazione
  • - I fatti in sé stessi non sono sufficienti per
    laccettazione o il rifiuto di teorie
    scientifiche il campo dazione che lasciano al
    pensiero è troppo ampio, mentre i divieti della
    logica e delle metodologie tradizionali sono
    troppo restrittivi. Tra gli estremi cè la sfera
    delle idee umane in continuo mutamento -
  • Feyerabend

70
  • - Contro il Positivismo che si ferma ai fenomeni
    e afferma ci sono soltanto i fatti, direi
  • no, proprio i fatti non ci sono, bensì solo
    interpretazioni -
  • Nietzsche

71
la scienza? metafora della realtà
72
Carlo Ginzburgmette in evidenza le
potenzialitàdel paradigma indiziario
73
la scienza delle tracce oltre Galileo
Carlo Ginzburg (Torino, 1939), ha insegnato
allUniversità di Bologna, ora insegna
allUniversità della California a Los Angeles
(Ucla) Miti, emblemi e spie. Morfologia e storia
74
  • Il gruppo di discipline indiziarie non rientra
    affatto nei criteri di scientificità desumibili
    dal paradigma Galileiano.
  • Si tratta infatti di discipline eminentemente
    qualitative, che hanno per oggetto casi,
    situazioni e documenti individuali, in quanto
    individuali,
  • e proprio per questo raggiungono risultati che
    hanno un margine ineliminabile di aleatorietà.

75
  • Tuttaltro carattere aveva la scienza galileiana,
    che avrebbe potuto fare proprio il motto
    scolastico individuum est ineffabile, di ciò che
    è individuale non si può parlare.
  • Limpiego della matematica e il metodo
    sperimentale, infatti, implicavano
    rispettivamente la quantificazione e la
    reiterabilità dei fenomeni, mentre la prospettiva
    individualizzante escludeva per definizione la
    seconda e ammetteva la prima solo con funzioni
    ausiliarie.

76
  • le figure i numeri e i moti, ma non già né gli
    odori né i sapori né i suoni, li quali fuor da
    dellanimal vivente non credo che sieno altro che
    nomi.
  • Con questa frase Galileo imprimeva alla scienza
    della natura una svolta in senso tendenzialmente
    antiantropocentrico e antiantropomorfico, che
    essa non doveva abbandonare più.

77
  • É certo, tra il fisico galileiano
    professionalmente sordo ai suoni e insensibile ai
    sapori e agli odori, e il medico suo
    contemporaneo, che arrischiava diagnosi tendendo
    lorecchio a petti rantolanti, fiutando feci e
    assaggiando orine, il contrasto non poteva essere
    maggiore.

78
  • A questo punto si aprivano due vie
  • o sacrificare la conoscenza dellindividuale
    alla generalizzazione
  • o cercare di elaborare, magari a tentoni, un
    paradigma diverso, imperniato sulla conoscenza
    scientifica dellindividuale.

79
IL TELETRASPORTO
L EFFETTO EPRviene utilizzato ad esempio per
realizzare il teletrasportoe anche in altre
situazioni
entanglement
80
Il teletrasporto quantistico, previsto
teoricamente per la prima volta nel 1993, non
descrive un trasporto di materia, ma di
informazione, linformazione quantistica. Un
corpo verrebbe in pratica distrutto nel momento
stesso della scansione per poi essere
ricostruito, sulla base delle informazioni
ricevute, in un altro luogo dove però i
"componenti" dell'oggetto erano già inizialmente
presenti. Sono le "istruzioni" che vengono così
teletrasportate per ricostruire lo stato
fisico. Il teletrasporto è reso possibile da
quella particolare proprietà della fisica
quantistica ricordata precedentemente, chiamata
"entanglement", e ne è la più spettacolare
applicazione. L'entanglement, traducibile ad
esempio come "intrecciamento, descrive, come
abbiamo già scritto, la possibilità di due
sistemi di avere e mantenere strane relazioni a
distanza. Einstein la definì come "azione
fantasma a distanza". Sono le "istruzioni" che
vengono teletrasportate per ricostruire lo stato
fisico
81
CHE COSA È LINFORMAZIONE?
82
la via digitale e la via analogicadella
conoscenza
  • Lanalogico e il digitale sono due modalità di
    codifica dellinformazione affermatesi intorno
    agli anni 50 esse venivano utilizzate per
    caratterizzare le differenze di elaborazione e di
    funzionamento tra due tipi di calcolatori, quelli
    analogici e quelli digitali.
  • In seguito alla diffusione del personal computer
    e delle altre innovazioni nelle società
    occidentali avanzate, è nata una contrapposizione
    piuttosto netta tra le due modalità.        

83
  • Un modello analogico, essendo un dispositivo
    concreto, cioè sottoposto alle leggi della
    fisica, avrà un comportamento continuo.
  • Un modello digitale sottoposto alle leggi formali
    di una teoria non ha errori dovuti agli strumenti
    di misura,
  • ma presenta limitazioni legate al fatto che la
    teoria si esprime necessariamente con un numero
    finito di simboli.
  • Luniverso digitale è quello nel quale le
    informazioni vengono rappresentate da stringhe di
    0 e 1.

84
La macchina di Turinghonsell
  • È sconcertante quanto sia elementare e quanto
    tutto sommato sia assolutamente arbitraria.
  • Nella sua formula è composta da un nastro sul
    quale ci sono zeri e uni e cè semplicemente un
    lettore di questo nastro che ha un certo numero
    finito di stati e la macchina è specificata una
    volta che uno ha detto se mi trovo in un certo
    stato e con la testina di lettura leggo questo
    simbolo, allora quello che faccio è una
    transizione in un altro stato, una modifica del
    carattere che cè sul nastro, e mi sposto a
    destra o a sinistra.

85
  • Per di più si scopre che non ha importanza quali
    siano i simboli che vengono messi sul nastro, non
    ha importanza quanti nastri la macchina usa, non
    ha importanza se i nastri leggono solo in una
    certa direzione oppure no.
  • Praticamente qualunque cosa venga proposta non ha
    importanza anche se la eliminate, la macchina
    funziona lo stesso le capacità di calcolo di
    questo modello sono le stesse.
  • La tesi di Church-Turing dice proprio questo
  • tutto ciò che si può calcolare è indipendente dal
    modo in cui viene calcolato.

86
  • È una cosa sorprendente.
  • Si passa da un fatto totalmente arbitrario ad un
    fatto assoluto.
  • Abbiamo cercato in tutta la storia della nostra
    scienza qualcosa di assoluto, senza mai riuscire
    ad afferrarlo (perché ci spiegavano sempre che ci
    sono le cause delle cause delle cause ) e invece
    lo abbiamo trovato proprio in corrispondenza di
    quel concetto, il concetto di calcolo, che
    sembrava così arbitrario.
  • Veramente incredibile! Questa è la tesi di Church
    e di Turing, del 1936, che poi diventa sempre più
    diffusamente condivisa.
  • Tutto ciò che noi possiamo calcolare è
    essenzialmente quello che può essere calcolato da
    una banale macchina di Turing con un unico nastro
    di zeri e uni

87
Alcuni scienziati ed esperti in robotica,
affermano che nel prossimo futuro sarà possibile
trasferire la mente umana in una macchina.
88
Linformazione
furio honsell
  • Molti dicono che linformazione è fondamentale
    tanto quanto la materia, lenergia, lo spazio, il
    tempo , che è unimportante entità della quale
    non si può fare a meno.
  • Che cosa sia linformazione è però una cosa poco
    consolidata.
  • Di concetti di informazione ce ne sono tre.

89
  • La definizione di Shannon
  • una cosa è tanto più informativa quanto
    meno probabile. Se alla fine penso che non mi
    abbiano detto niente, è perché non sono riuscito
    a distinguere questo messaggio da nientaltro, e
    questo ha a che fare con il concetto di
    probabilità. Questa tipo di definizione però a
    noi non serve perché non ci dice, ad esempio,
    quando uninformazione è più complessa, né ci sa
    dire quando è più profonda.
  • Per non parlare poi del concetto di
    informazione utile richiederebbe di poter avere
    un modo di pesare e vagliare linformazione.

90
  • La definizione di Kolmogorov riguarda la
    complessità dellinformazione e si basa
    profondamente sul concetto di MdT.
  • Una sequenza di numeri è tanto più
    interessante quanto più complesso deve essere il
    programma che me la genera.
  • Se uno mi dà uninformazione molto banale
    01010101, una sequenza alternata di zero e uno,
    il programma che mi genera questa sequenza è
    molto più breve della sequenza di numeri.

91
  • Kolmogorov dà una definizione che sostiene
    appunto che una informazione, una sequenza è
    complessa, se la sua lunghezza è confrontabile
    con quella della più piccola MdT che la genera.
  • Questo appena esposto è un altro concetto di
    informazione, una bellissima definizione che
    riguarda la complessità di calcolo.
  • Con questa definizione però si apre la strada a
    problemi di varia natura.
  • Si può infatti quasi definire il concetto di
    sequenza di numeri a caso. Si apre così un
    universo di problemi tutti indecidibili perché
    non si può mai esser certi che una sequenza è
    effettivamente a caso. Si possono in effetti
    replicare alcuni paradossi logici fondamentali.

92
  • La definizione di Bennet, che riguarda la
    profondità.
  • Una sequenza è tanto più profonda quanto
    maggiore è il tempo di calcolo che ci mette la
    più piccola MdT che la può generare.

Quale di queste tre nozioni di informazione è
quella che preferiamo? Ne dovremo inventare delle
nuove? Senza dubbio. Dovremo cercare di capire
meglio, di afferrare il concetto di informazione.
93
DALLINFORMAZIONEALLO SPIRITOgianfranco basti
94
Il futuro della scienza fisica dipende dallo
sviluppo di una adeguata TEORIA
DELLINFORMAZIONE, tanto quanto i suoi inizi e
il suo prodigioso sviluppo nella modernità sono
stati legati allo sviluppo di unadeguata teoria
matematica e sperimentale della materia e
dellenergia.
95
Purtroppo il materialismo di fatto nello
sviluppo, nellinterpretazione e soprattutto
nella divulgazione dei risultati delle scienze
naturali moderne, non rende giustizia ad
unevidenza empirica che è sotto gli occhi di
tutti. E cioè che la vita psichica degli animali
e, soprattutto delluomo, seppure sempre mediata
da scambi di energia con lambiente, non dipende
da questi, ma dallinformazione veicolata
attraverso questi scambi.
96
Si pensi, per esempio, allimportanza
fondamentale che per il corretto sviluppo, sia
biologico che cognitivo, del feto nel grembo
della madre o, ancora più evidentemente dei
neonati prematuri costretti a trascorrere diversi
mesi in incubatrice hanno gli scambi
dinformazione affettivamente significativi, con
lambiente circostante.
97
Che dire poi del fenomeno impressionante del
risveglio dal coma alla vita psichica per malati,
sia giovani che anziani, che dipende in maniera
assolutamente critica, e per il momento del tutto
misteriosa, da questi scambi dinformazione
affettivamente significativa?
98
Da questa come da uninfinità di altre evidenze
di psicologia clinica e sperimentale si evince
che la vita cognitiva delle nostre menti dipende
criticamente da scambi dinformazione appropriata
con lambiente circostante, quanto e molto di
più la vita organica dei nostri corpi dipende da
scambi metabolici (di materia e energia)
appropriati con lambiente,
99
La vita psichica della mente, a differenza di
quella organica di parti materiali del corpo, non
dipende da scambi di materia, ma da scambi
dinformazione con gli organi del proprio corpo
che controlla e, attraverso di essi, con gli
altri corpi, umani e non, che costituiscono il
suo ambiente culturale e fisico
100
Ciò significa che lanima potrebbe continuare a
sopravvivere di vita psichica quasi fosse una
sostanza immateriale vivente autonoma, se si
potesse garantire in forma artificiale ad essa
quegli scambi dinformazione mediante i quali
continuare ad operare anche senza il suo corpo
dorigine. In siffatto ambiente
informazionale, essa potrebbe sussistere in
attesa di un suo re-inserimento in un ambiente
materiale, che gli potrebbe fornire i costituenti
materiali per riorganizzare un corpo umano simile
a quello di partenza.
101
Una possibile interpretazione
La fede cristiana ci dice che questa Sorgente
Universale dinformazione appropriata per tutte
le anime umane dei defunti è Dio, così da dare
una fondazione teologica alla nostra convinzione
di fede che le anime dei defunti sono tutte
viventi in Dio aspettando la resurrezione finale
dei relativi corpi che avverrà in qualche altra
parte delluniverso materiale (o in qualche altro
universo materiale?), quando il mondo terrestre
in cui viviamo sarà distrutto.
Non lunica interpretazione possibile
102
CONCLUSIONE
103
LA TEOLOGIAÈ UNA SCIENZA?
104
(No Transcript)
105
(No Transcript)
106
Vito Mancuso
Docente di Teologia moderna e contemporanea
presso la facoltà di Filosofia dellUniversità
San Raffaele di Milano
  • LANIMA E IL SUO DESTINO

Libro pubblicato nel 2007 Raffaele Cortina
Editore Scienza e Idee Collana diretta da
Giulio Giorello
107
  • Vi scongiuro fratelli, rimanete fedeli alla terra
    e non credete a quelli che vi parlano di
    sovraterrene speranze
  • Nietzsche Così parlò Zarathustra

108
  • Nietzsche evidenzia la storica contrapposizione
    tra fedeltà al cielo e fedeltà alla terra.
  • LA FILOSOFIA DEL NOVECENTO ha eliminato questa
    contrapposizione.
  • Forti intelletti come quello di NIETZSCHE, e di
    molti altri, hanno sentito la necessità di
    proclamare la morte di dio per far vivere luomo.
  • Proprio per questo è necessario anche rigettare
    lirrazionalità di alcune ingenue credenze
    (statuette che piangono, miracoli vari ).
  • Cè bisogno di guardare al mondo per quello che
    è, alla sua struttura stupefacente che la scienza
    contemporanea ci aiuta sempre meglio a conoscere,
    cè bisogno di poggiare saldamente i piedi sulla
    madre terra e da lì arrivare a mostrare come è
    proprio la fedeltà alla terra a richiedere di
    alzare in alto lo sguardo. (Pag. 113)

109
  • Con teologia universale intendo un discorso su
    Dio e la nostra reale relazione con lui, quindi
    vera e propria teologia tale da essere condotta a
    partire dai dati della ragione.
  • La ragione non è da intendersi nel senso
    ristretto del razionalismo positivista
  • Ragione come intellettocoscienza morale ciò
    che Kant definiva ragione pratica, secondo cui è
    vero anche ciò che non si può direttamente
    verificare, ma che per la sua intrinseca nobiltà,
    capacità di produrre il bene, muove e riempie le
    nostre vite, e di cui Hegel parlava col nome di
    spirito.
  • Verità come esattezzasperanza, come dimensione
    globale della mente
  • Verità, che per essere abbracciata richiede una
    dedizione totale, dellintelligenza e della
    volontà, della mente e del cuore, di tutta la
    vita. (Pag. 48-49)

110
e per finireI DELIRI DI SVEDENBORG1688-1722
Dopo la morte luomo ha una perfetta forma
umana. Luomo dopo la morte è in possesso di
tutti i suoi sensi, della memoria del pensiero,
degli affetti che aveva nel mondo abbandona
soltanto il suo corpo terreno.
111
La vera razionalità è costituita di verità che
sono di tre generi verità civili (nella
giustizia e nel governo dei paesi), verità morali
(nella vita di ogni uomo e nelle relazioni con la
società), verità spirituali (nella vita del
Cielo e della Chiesa).
112
Luomo quindi porta con sé tutta la sua
memoria. Non vi è nulla di nascosto che non sarà
svelato, né di segreto che non sarà conosciuto.
Pertanto ciò che avete detto nelle tenebre sarà
udito in piena luce e ciò che avete detto
allorecchio nelle stanze più interne, sarà
annunciato sui tetti. (Luca, XII, 2-3)
113
una delle possibili, una strada su cui si può
riflettere se si vuole,tenendo conto anche degli
articoli linkati a questa presentazione.
Quella raccontataè solo una storia
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