DIARIO DI UN PARTIGIANO - PowerPoint PPT Presentation

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DIARIO DI UN PARTIGIANO

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DIARIO DI UN PARTIGIANO Alle cinque del mattino mi alzo dal mio pagliericcio improvvisato sul pavimento della caserma. Anche stanotte l abbiamo passata insonne, con ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: DIARIO DI UN PARTIGIANO


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DIARIO DI UN PARTIGIANO
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  • Alle cinque del mattino mi alzo dal mio
    pagliericcio improvvisato sul pavimento della
    caserma. Anche stanotte labbiamo passata
    insonne, con la continua paura che il nemico,
    salendo fin quassù, avrebbe potuto trovarci.
  • È il mio turno di pattuglia, per fortuna sono in
    coppia con il mio compagno e, sebbene la paura
    sia sempre tanta, la conversazione aiuta il tempo
    a scorrere più velocemente. Anche quando il turno
    termina, però, il lavoro da fare qui al campo è
    ancora molto.

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  • Tanto per iniziare, bisogna raccogliere la legna
    per il fuoco e poi, soprattutto, trovare qualcosa
    da mangiare. In mancanza di altro, ci
    accontentiamo anche della cicoria che,
    fortunatamente, cresce spontanea nei prati. Un
    altro alimento che non può mancare è il latte, e
    quello, non so perché, devo sempre andare io a
    recuperarlo, e mentre scendo in paese, mi si dà
    lordine di chiedere alla gente comè la
    situazione giù a valle.

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  • Per fortuna, la gente qui negli alpeggi è buona e
    ci dà sempre qualcosa da mangiare, qualcosa che
    poi noi ci arrangiamo a cucinare. Come quella
    volta che ci avevano dato della polenta e noi
    lavevamo fatta cuocere con lacqua di un
    laghetto, raccolte con le gavette, perché quella
    era lunica che cera. Quando poi lavevamo
    tagliata a fette, però, ceravamo accorti che al
    suo interno era piena di insettini rossi. La fame
    però era troppa e noi lavevamo mangiata lo
    stesso.

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  • Nel pomeriggio, viene il mio turno di sorvegliare
    i dieci prigionieri tedeschi che abbiamo
    catturato a Salbertrand, li abbiamo chiusi in una
    stalla, adibita a prigione.
  • Infine giunge la sera e noi ci ritroviamo tutti
    allaccampamento per pulire le armi intorno al
    fuoco. Questo è il momento più bello, un momento
    di comunanza, di conversazione.
  • Fonte Mario Jannon - Condove

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DIARIO DI UN GIOVANE D OGGI
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  • Oggi mi sono svegliato alle 630 ho fatto la
    doccia e la colazione e sono uscito di casa per
    prendere il pullman mentre mia madre mi sgridava
    perché ero in ritardo.
  • Ho preso il pullman alle 730 e ho ascoltato la
    musica per tutto il viaggio. Alle 815 sono
    entrato a scuola e ho fatto le mie sei ore
    giornaliere di lezione. Sono uscito da scuola
    alle 1325 e ho ripreso il pullman. Appena sceso
    mi sono incamminato verso casa e ho fatto pranzo
    mentre guardavo la televisione.

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  • Dopo pranzo ho acceso il computer e mi sono
    collegato su messenger per sentire i miei amici e
    per mettersi daccordo sulla giornata. Verso le
    1530 sono uscito di casa e mi sono recato al
    solito luogo di ritrovo del gruppo dove abbiamo
    fatto una partita a tennis e così la giornata è
    trascorsa velocemente.

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  • Alle 1830 mi sono ricordato che avevo i compiti
    di matematica da fare, ma proprio in quel momento
    mi ha chiamato la mia ragazza e quindi ho dovuto
    scegliere se fare matematica o andare da lei.
    Ovviamente ha vinto lei.

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  • Alle 1930 sono arrivato a casa e, come di
    routine, ho litigato con mia madre. Verso le
    2000 ho mangiato e poi sono uscito di casa. Ho
    preso la macchina e sono andato a prendere due o
    tre amici e siamo andati a bere qualcosa in un
    locale.
  • Verso le 2330 sono tornato a casa e dopo aver
    guardato un po di televisione sono andato a
    dormire.
  • Fonte Alessandro Danna

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DIARIO DI UNA PARTIGIANA
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  • La mia giornata tipo si svolge prevalentemente
    in ospedale. Tutte le mattine, a piedi o in
    bicicletta, percorro la strada che da casa mia a
    Brufolo, mi porta fino allospedale da campo
    della Valle di Lanzo, che si trova presso il lago
    di Marciaussia.
  • La strada la faccio sempre da sola ma non ho
    paura, uno dei miei tre fratelli, infatti, mi ha
    procurato una piccola rivoltella che porto sempre
    con me, mi dice sempre che fare quella strada da
    sola, io che sono una donna e che per di più ho a
    che fare con i partigiani, è troppo pericoloso.

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  • Questa piccola alleata mi è stata spesso utile,
    per esempio quella volta che mio fratello venne
    da me per dirmi che sarebbe andato a Torino,
    allospedale per cercare di liberare il
    partigiano Rinaldo Vair che lì era ricoverato da
    prigioniero. Io gli risposi che per lui sarebbe
    stato un rischio troppo grande e mi offrii di
    andare al posto suo. Il viaggio di andata lo feci
    in bicicletta, una volta arrivata allospedale
    scoprii che in realtà i partigiani da liberare
    erano tre.

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  • Appena fummo fuori dallospedale, iniziò a
    suonare la sirena dellallarme era il segnale
    che ci avevano scoperto. Per fortuna, un autista
    ci ha aiutato a fare un pezzo di strada a bordo
    di un autoambulanza, ma quando lui ci ha
    scaricato, ancora nella periferia di Torino, noi
    ci siamo dovuti nascondere in un fosso dacqua ed
    aspettare lì che scendesse la notte per poter
    tornare a piedi verso la Valle.

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  • I compiti in ospedale sono molti e diversi,
    alcune giornate le dedico completamente al
    servizio dei feriti, altre invece le passo in
    giro per la Valle di Lanzo a recapitare dei
    messaggi ai diversi comandi oppure accompagnando
    i partigiani nelle loro missioni, come quella
    volta che un comando di partigiani aveva mandato
    tre prigionieri a Viù a consegnare delle
    munizioni da cannone perché si pensava che presto
    i fascisti avrebbero attaccato il paese.

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  • Durante il viaggio di ritorno, io seguivo a
    distanza il piccolo corteo ad un certo punto il
    partigiano armato che lo guidava si fermò a bere.
    Dopo circa un quarto dora, vedendo che non era
    ancora tornato decisi di andare a cercarlo perché
    avevo paura che i prigionieri potessero scappare.
    Lo trovai seduto vicino alla fonte alla quale si
    era accostato per bere e quando gli chiesi di
    ripartire lui mi affidò il comando dei
    prigionieri dicendo-non ne ho mai capito il
    motivo-che lui non aveva intenzione di
    proseguire.

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  • Ecco che dimprovviso, spaventata come mai
    prima, mi trovavo alla guida di persone che da un
    momento allaltro potevano ribellarsi. Per
    fortuna ciò non accadde e noi raggiungemmo la
    cima della montagna proprio il giorno in cui alla
    mia Brufolo era stato appiccato il fuoco.
  • Alla fine del mio turno, ogni sera, torno a casa
    stanca, ma capisco che cè un motivo per tutto
    ciò che stiamo facendo.
  • Fonte ERNESTINA CUGNO-Bussoleno

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DIARIO DI UNA GIOVANE DOGGI
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  • Ore 6.30, il cellulare inizia a vibrare sulla
    scrivania e parte la musichetta della colonna
    sonora di Robin Hood ad annunciare che anche oggi
    è arrivato il momento di alzarsi.
  • Seppure a malincuore, lascio il mio lettuccio
    caldo e mi infilo le ciabatte, raggiungo il
    cellulare e disattivo la sveglia, poi ovviamente
    lo accendo e metto subito il silenziosomeglio
    non rischiare.

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  • Scendendo al piano inferiore vedo dalla scala a
    chiocciola apparire mio papà in cucina che sta
    preparando la colazione per me e mia sorella.
    Dopo essermi preparata scendo in cucina per fare
    colazione e intanto la televisione annuncia già
    le notizie più tragiche del mondoe sono solo le
    sette di mattina.

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  • Come sempre in ritardo, ci fondiamo a prendere
    il pullman,che, grazie al cielo,passa proprio
    sotto casa. Anche oggi mi aspettano quaranta
    minuti di viaggio in piedi e poi sei ore a
    scuola, seguite, ovviamente, da unaltra
    quarantina di minuti per il ritorno!!!
  • Una volta a casa, mi siedo a tavola e, guardando
    la puntata quotidiana dei Simpson, mangio ciò che
    mi ha preparato mia madre appena arrivata dal
    lavoro.

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  • Finito di mangiare, inizio subito a studiare e
    questoperazione di solito dura dalle due alle
    tre ore al giorno come minimo, al termine delle
    quali, però, so che mi aspetta sempre o unuscita
    con gli amici oppure qualche ora di relax davanti
    alla TV.
  • Arrivata la sera, ci ritroviamo tutti a tavola e
    ci raccontiamo ciò che ci è successo durante il
    giorno.

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  • Terminata la cena, o si guarda la televisione a
    casa o si esce con gli amici. Non prima delle
    23.00, mi corico finalmente, ma ciò non significa
    dormire!!! Infatti, hanno la precedenza i
    messaggini della buonanotte e la lettura di
    qualche pagina di Dylan Dog
  • Fonte Chiara Bonavero III Liceo Classico
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