La promozione delle abilit - PowerPoint PPT Presentation

1 / 98
About This Presentation
Title:

La promozione delle abilit

Description:

Title: Alessandra Notarnicola presenta: MANUALE DI INSEGNAMENTO DELLE ABILITA SOCIALI di McGinnis E., Goldstein A.P., Sprafkin R.P., Gershaw N.J. – PowerPoint PPT presentation

Number of Views:78
Avg rating:3.0/5.0
Slides: 99
Provided by: Ale1176
Category:

less

Transcript and Presenter's Notes

Title: La promozione delle abilit


1
La promozione delle abilità sociali proposte
di intervento nella scuola
  • Alessandra Notarnicola
  • Dipartimento di Psicologia
  • Università degli Studi di Bari
  • E mail a.notarnicola_at_psico.uniba.it

2
SKILLSTREAMINGINTEGRABILITARE
  • IL PROCESSO DI ABILITAZIONE, SVILUPPO DI
    COMPORTAMENTI, COSTITUISCE UN SUPPORTO
    ESSENZIALE AL PROCESSO PIU AMPIO
    DELLINTEGRAZIONE SOCIALE

3
La socialità
  • Stare in rapporto costruttivo e reciprocamente
    gratificante con laltro
  • È lindicatore critico, il vero specchio, della
    maturazione del carattere e della personalità
    globale del bambino
  • OPINIONE COMUNE Il rapporto interpersonale si
    apprende ma non si insegna si costruisce e si
    modella poco a poco grazie a continui processi di
    apprendimento

4
Quando tutto funziona.
  • Linsegnante ha un ruolo indiretto
  • interviene come ATTORE SOCIALE nel flusso delle
    relazioni della classe, in via incidentale, con
    un ATTEGGIAMENTO NON INVASIVO DI ATTESA

5
Ma quando qualcosa si inceppa?
6
I bambini problema
  • Soggetti che, non possiedono un repertorio
    sufficiente di abilità sociali e affrontano i
    fatti normali della vita quotidiana con
    immaturità, aggressività o eccessiva remissività
  • (Quay, 1979).
  • I comportamenti disfunzionali
  • interferiscono con il benessere personale del
    soggetto e con lo sviluppo di soddisfacenti
    interazioni sociali
  • Sono emessi in quantità eccessiva

7
Legge sulleducazione dei ragazzi handicappati
94/142Leducazione dei ragazzi handicappati
deve avvenire contemporaneamente e nello stesso
ambiente di quella dei normodotati
  • LINSERIMENTO NON ASSICURA LINTEGRAZIONE
  • Unottima modalità per aumentare le probabilità
    che lintegrazione abbia successo è quella di
    insegnare direttamente agli alunni le cosiddette
    abilità sociali

8
A chi si insegnano le abilità sociali?
  • Bambini normodotati con disturbo del
    comportamento
  • ( trovano gratificazioni in comportamenti o
    ruoli disadattivi)
  • Bambini/persone con handicap mentale
  • ( difficoltà strutturali ad avviare gli
    apprendimenti sociali, carenza di abilità)

9
Perché non tutti apprendono un comportamento
sociale accettabile?
  1. Lo studente non sa qualè il comportamento giusto
    da emettere (mancanza di modelling o flessibilità
    comportamentale)
  2. Egli lo sa, ma non ha mai provato ad emetterlo
    (mancanza di rinforzo)
  3. Le sue condizioni emotive inibiscono lemissione
    del comportamento desiderato

10
COME?
  • Alcuni preferiscono esortare i propri alunni a
    comportarsi bene, anziché insegnare loro a
    stabilire una positiva interazione reciproca. È
    strano chiedere ad uno studente di leggere bene
    prima di avergli insegnato labilità necessaria
    per farlo (Morse, 1982)

11
Come?
  • INTERVENIRE IN NEGATIVO
  • vincoli, divieti
  • sollecitazioni moralistiche a non fare
  • spogliare autoritariamente di comportamenti
    disadattivi
  • INTERVENIRE IN POSITIVO
  • Offrire alternative comportamentali praticabili,
    con programmazione competente in modo che sia il
    bambino stesso a spogliarsene gradatamente da sé

12
Perché insegnare le abilità sociali?
  • Facilita lintegrazione sociale
  • In età evolutiva, previene il disadattamento
    scolastico, la delinquenza e la non accettazione
    dei pari
  • In età adulta previene i problemi di adattamento
  • Rafforza lo sviluppo della personalità

13
Chi dovrebbe insegnare le abilità sociali?
  • Insegnanti curricolari e di sostegno
  • Operatori sociali
  • Psicologi
  • Consulenti didattici (pedagogisti)

14
LA PROPOSTA METODOLOGICA DI McGINNIS E COLL.
  • APPRENDIMENTO STRUTTURATO METODO ATTIVO DI
    SOCIOTERAPIA EDUCATIVA

15

LAPPRENDIMENTO STRUTTURATO
  • Assunto di base
  • IL FARE potere dirompente sul piano cognitivo
  • lapprendimento sociale si veicola tramite
    lattività del soggetto, oltre che per mezzo di
    ristrutturazioni cognitive interne

16
LAPPRENDIMENTO STRUTTURATOModello
psicoeducativo di tipo comportamentale per
linsegnamento delle abilità sociali
  • ARTICOLAZIONE IN 4 FASI
  • MODELING (cosa fare)
  • ROLEPLAYING (come fare)
  • FEEDBACK (perché farlo)
  • GENERALIZZAZIONE (quando farlo)

17
IL MODELING
  • Apprendimento per imitazione
  • Cosa fare
  • Lapprendimento per osservazione
  • Leffetto di inibizione e disinibizione
  • Leffetto di facilitazione comportamentale
  • Ottimo strumento per insegnare nuovi
    comportamenti

18
IL MODELING FATTORI FONDAMENTALI
  • LE CARATTERISTICHE DEL MODELLO
  • -esperto, di prestigio, ricompensato
  • MODALITA DI PRESENTAZIONE DEL MODELLO
  • -modo chiaro, pochi dettagli, gradualità di
    difficoltà (fading), persone diverse
  • CARATTERISTICHE DELLOSSERVATORE
  • -Consapevole, simile, ricompensato

19
IL MODELING LA LETTERATURA
  • Efficace con bambini e adolescenti
  • Studi su Aggressività (Bandura et al., 1961)
  • Studi su Amicizia
  • Studi su Creatività
  • Studi su Condivisione

20
IL MODELINGCOSA FARE?
  • SCENETTA DAL VIVO eseguita dai due conduttori
  • Illustrare i passi comportamentali (singoli
    comportamenti) che compongono unabilità nella
    giusta sequenza
  • Attinenza con vita reale
  • Indicare su tabellone i passi
  • Presentare almeno 2 esempi per ogni abilità

21
IL MODELINGPRINCIPI GUIDA
  • Situazioni attinenti alla vita reale
  • Il modello è rinforzato
  • Tutti gli esempi portano a risultati positivi
  • Vanno riprodotti tutti i passi
  • Non presentare più di unabilità alla volta
  • PENSARE AD ALTA VOCE
  • MODELING VERBALE

22
MODELING VERBALE
  • è una NARRAZIONE, mette in luce il processo
    cognitivo che sottende lesecuzione dellabilità
  • PENSARE AD ALTA VOCE

23
IL MODELING Condizione necessaria ma non
sufficiente
  • Dà risultati positivi solo a breve termine

24
IL ROLE PLAYING
  • La situazione in cui viene richiesto ad un
    individuo di simulare un ruolo (comportarsi in un
    certo modo) mai sostenuto in precedenza, oppure
    se il ruolo è già proprio, esercitarlo in
    circostanze diverse da quelle usuali (Mann, 1956)
  • Grande efficacia nel modificare in senso adattivo
    i comportamenti del soggetto

25
IL ROLE PLAYINGFATTORI FONDAMENTALI
  1. La scelta dello studente di partecipare
  2. Il suo coinvolgimento
  3. La capacità di improvvisare
  4. La presenza costante di una ricompensa dopo che
    lazione è stata compiuta

26
IL ROLE PLAYING LA LETTERATURA
  • ESPERIMENTO-TIPO
  • DIFENDERE UNA CONVINZIONE
  • STUDI SU
  • Frequenza scolastica
  • Abilità sociali
  • Accettazione dei bambini handicappati
  • ecc

27
ROLE PLAYINGCOME?
  • Dopo la presentazione del modello, avviare una
    discussione sul rapporto tra labilità osservata
    e ciò che succede nella vita quotidiana
    riferendosi al
  • FUTURO
  • Il role playing anziché riprodurre i fatti del
    passato deve cercare di rappresentare
    ipoteticamente la situazione futura

28
ROLE PLAYINGCOME?
  • Attore (scelto dal conduttore o volontario)
  • Co-attore (scelto dallattore)
  • Scena (ambiente fisico, fatti, umori, personaggi)
  • Osservatori (indizi percettivi, passi
    comportamentali
  • Conduttori

29
ROLE PLAYINGPRINCIPI GUIDA
  • Un alunno descrive una situazione in cui può
    rilevarsi utile labilità (attore)
  • Lalunno sceglie un co-attore (simile alla
    persona con cui ha problemi)
  • Fornisce informazioni sulla situazione reale
  • Si ripassano i passi (Tabellone)
  • Pensare ad alta voce
  • Si definiscono le responsabilità di ogni
    partecipante
  • Un conduttore aiuta lattore indicando i passi
    sul tabellone, laltro osserva attore e
    partecipanti
  • Tutti gli alunni partecipano almeno una volta
    come attori
  • Un bambino non deve mai emettere comportamenti
    indesiderati nel role playing

30
IL ROLE PLAYING Condizione necessaria ma non
sufficiente
  • Dà risultati positivi solo a breve termine

31
IL FEEDBACK INFORMAZIONALE
  • Far presente allalunno quanto egli ha saputo
    correttamente simulare un certo ruolo e in che
    misura i comportamenti da lui emessi si sono
    avvicinati a quelli corretti presentati dal
    modello
  • RINFORZATORE qualsiasi evento che aumenti la
    successiva probabilità di emissione di un dato
    comportamento

32
FEEDBACK INFORMAZIONALEPERCHE?
  • Poiché lA.S. è un approccio comportamentale il
    feedback deve riguardare comportamenti ben
    precisi
  • Ascoltare le reazioni del co-attore
  • Ascoltare i commenti degli osservatori
  • Ascoltare i conduttori
  • Commenti dellattore
  • SOLO CRITICHE COSTRUTTIVE
  • E RINFORZI

33
RINFORZATORE
  • TANGIBILE O MATERIALE es. denaro
  • SOCIALE come la lode, lapprovazione
  • AUTORINFORZATORE autovalutazione
  • Per avere efficacia il feedback informazionale
    dovrà comprendere tutti e tre i tipi di
    rinforzatore.
  • Il r. materiale è la base sulla quale funzionano
    i livelli superiori di r.
  • Lo scopo è quello di eliminare gradualmente
    quello tangibile e di mantenere costante quello
    sociale

34
IL RINFORZAMENTOFATTORI FONDAMENTALI
  • Tipo di rinforzatore
  • Tempestività del rinforzamento
  • Rapporto tra rinforzatore e risposta
  • Qualità e quantità
  • Possibilità di rinforzamento
  • Rinforzamento intermittente (o parziale)
  • Si otterranno dagli alunni le migliori
    prestazioni quando si daranno loro sufficienti
    occasioni di ricevere immediatamente il
    rinforzatore più gradito, in quantità
    sufficiente, in un rapporto di causalità con il
    comportamento da essi emesso e secondo un
    programma di rinformazamento intermittente

35
SISTEMA DI RINFORZAMENTO
  • PROGRAMMA SISTEMATICO
  • TOKEN ECONOMY (gettoni SCAMO)
  • Per aver rispettato regole
  • Per aver partecipato attivamente
  • Per esercizi a casa
  • Per aver impiegato lattività in altri contesti
  • PROGRAMMA DI RINF. INTERMITTENTE
  • EFFETTO-ONDA (gt del rimprovero)

36
FEEDBACK INFORMAZIONALEPRINCIPI GUIDA
  • Erogare il rinforzo se son stati eseguiti tutti i
    passi
  • Erogare il rinforzo immediatamente dopo azione
  • Rinforzare co-attore per disponibilità
  • Garantire varie occasioni di role playing per
    garantire a tutti di esser rinforzati
  • Quantità del rinforzoqualità dellazione
  • Rinforzare i miglioramenti
  • È importante che lalunno ottenga risultati
    positivi

37
FEEDBACK INFORMAZIONALE
  • Flessibilità comportamentale
  • Insegnare alternative comportamentali da
    aggiungere al proprio repertorio di abilità

38
IL RINFORZAMENTO Condizione necessaria ma non
sufficiente
  • Levoluzione del comportamento è più stabile e
    duratura
  • MA
  • Affinché il r. risulti efficace i comportamenti
    da rinforzare devono comparire con una certa
    frequenza ed essere sufficientemente adeguati

39
LA GENERALIZZAZIONE
  1. CONTESTO, MATERIALE DIDATTICO E PERSONALE
    EDUCATIVO
  2. SISTEMI DI RINFORZAMENTO
  3. SOVRAPPRENDIMENTO, RIPASSO ED ISTRUZIONI DIRETTE

40
GENERALIZZAZIONE
  • LA COMPONENTE PIU IMPORTAMENTE
    DELLAPPRENDIMENTO STRUTTURATO
  • ESERCIZI A CASA
  • Gradualità prima più semplici, poi via via più
    complessi e impegnativi

41
AMBIENTE FISICO
  • REGOLA DEGLI
  • ELEMENTI IDENTICI

42
CONTESTO, MATERIALE DIDATTICO E PERSONALE
EDUCATIVO
  • Impartire le istruzioni in ambienti naturali
  • Contesto più simile possibile al contesto
    naturale
  • Accorgimenti che aumentino la somiglianza tra
    contesto educativo e naturale
  • Raccomandare ad insegnanti, genitori e pari di
    rinforzare ogni abilità impiegata correttamente
  • Insegnare le abilità in diversi contesti
    attraverso la simulazione di ruoli

43
SISTEMI DI RINFORZAMENTO
  • Erogare il r. immediatamente dopo lazione
    desiderata
  • Elargire il r. con programma intermittente
  • Ridurre la frequenza con cui viene rinforzato il
    comportamento
  • Erogare r. naturali

44
SOVRAPPRENDIMENTO, RIPASSO ED ISTRUZIONI DIRETTE
  • Ottenere il sovrapprendimento attraverso
    lesercizio, le simulazioni, compiti a casa
  • Sottrarre sistematicamente le istruzioni ed un
    eventuale ripasso
  • Istruzioni dirette
  • Fornire occasioni

45
COMPITI A CASA
  • SCHEDA ESERCIZI PER CASA
  • Studente.. Data.
  • Abilità..
  • Passi 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • Con chi?
  • Quando?
  • Cosa è accaduto?
  • Come ho fatto?

46
MODALITA DI VALUTAZIONE PER LA FORMAZIONE DEI
GRUPPI
  • Tecniche per selezionare gli studenti e le
    abilità sociali specifiche da potenziare, in modo
    da suddividere i diversi studenti in gruppi per
    progettare un insegnamento individualizzato

47
MODALITA DI VALUTAZIONE PER LA FORMAZIONE DEI
GRUPPI
  • Ad insegnanti e/o operatori sociali
  • Genitori
  • Bambini stessi

48
MODALITA DI VALUTAZIONE PER LA FORMAZIONE DEI
GRUPPI
  • Interviste (per bambini o adulti)
  • Questionari (auto o etero-valutazioni)
  • Osservazioni (dal vivo o per analogia)
  • Scale di valutazione comportamentale
  • Rilevazioni sociometriche (classifiche e
    valutazioni dei pari)

49
SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLE ABILITA SOCIALI
  • PER LO STUDENTE
  • Mi riesce facile ascoltare quando qualcuno mi
    sta parlando?
  • Quando ne ho bisogno so chiedere aiuto?
  • Ringrazio chiunque mi abbia fatto un piacere?
  • PER GLI INSEGNANTI
  • ASCOLTARE lo studente sembra ascoltare quando
    qualcuno parla o si sforza di capire cosa viene
    detto?
  • CHIEDERE AIUTO lo studente capisce quando ha
    bisogno di aiuto e sa poi chiedere aiuto in modo
    garbato?
  • RINGRAZIARE lo studente ringrazia gli altri per
    essere stato aiutato o perché gli è stato fatto
    un favore?
  • SITUAZIONE PROBLEMATICA

1 2 3 4 5
Quasi mai Raramente Ogni tanto Spesso Quasi sempre
50
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE ABILITA SOCIALI
51
PER LA VALUTAZIONE PRE E POST
  • SCHEDA RICAPITOLATIVA DEI PROGRESSI
  • SCHEDA DI PADRONANZA DELLE ABILITA

52
LA FORMAZIONE DI UN GRUPPO DI APPRENDIMENTO
STRUTTURATO
  • GRUPPI RISTRETTI
  • Omogeneità dei deficit
  • 5-8 alunni
  • 2 insegnanti-capigruppo
  • dirigere osservare
  • il role playing
  • GRUPPI NUMEROSI
  • Intera classe
  • Prevenzione
  • Sottogruppi
  • Osservazione per tutti

53
I CONDUTTORI DEL GRUPPO
  • DUPLICE COMPITO
  • CONDUZIONE OSSERVAZIONE
  • ABILITA
  • GENERALI SPECIFICHE

Conoscere il programma, saper guidare e
programmare il role playng, fungere da modello,
fornire esempi, erogare rinforzo, affrontare i
problemi di gruppo
Entusiasmo, sensibilità, empatia, abilità di
comunicare
54
PARTECIPAZIONE DEI GENITORI
  • È importante coinvolgerli dallinizio per
    sostenere la GENERALIZZAZIONE
  • Attraverso
  • Una lettera di consenso informato
  • il diario di casa
  • Unudienza scolastica

55
REGOLE
  • POCHE E CHIARE
  • Stare composti
  • Prestare ascolto
  • Rispettare i turni
  • PARTECIPAZIONE DEGLI ALUNNI
  • CONCRETE NON ASTRATTE
  • CARTELLONE
  • RIPASSO

56
PROMEMORIA DI REGOLE DI GRUPPO
  • Aspetta il tuo turno prima di parlare
  • Ascolta gli altri (guardali, non ridere,
  • non parlare)
  • Se sei irritato puoi allontanarti dal gruppo
  • Stai composto
  • Ricordati di lasciar fuori dalla classe i
    giocattoli

57
STRATEGIE DIDATTICHE
  • PER FACILITARE LA PARTECIPAZIONE E PREVENIRE
    COMPORTAMENTI-PROBLEMA
  • Passare frequentemente da unattività allaltra
  • Evitare la noia non prolungando lattività
  • Presenza consapevolezza del comportam.
  • Creare unatmosfera di gruppo positiva
  • Diversitrsiimparando!

58
FREQUENZA E DURATA DELLE SESSIONI
  • 3 VOLTE A SETTIMANA
  • 20-40 MINUTI
  • ALLA FINE DI OGNI GIORNO, 10 MIN PER TRASCRIVERE
    LE ATTIVITA

59
SCHEDA DI CONTROLLO SULLE OPERAZIONI DI
PREPARAZIONE DEL GRUPPO
  • Laula è preparata (sedie, lavagna, tabellone)
  • Lora e la durata sono programmate
  • I capigruppo conoscono il programma
  • I genitori e altri conoscono obiettivi e tecniche
  • Teacher skill checklist per ogni alunno
  • Student skill checklist per ogni alunno
  • Regole del gruppo stabilite
  • Programma di rinforzo stabilito e spiegato agli
    alunni

60
Menu di rinforzatori
  • OGGETTI
  • Cibo (dolci, pop corn)
  • Matite,
  • carta,
  • adesivi,
  • giornalini,
  • note positive al preside
  • ATTIVITA
  • Lavorare al PC
  • Usare i colori
  • Temperare le matite
  • Dipingere
  • Fare un intervallo
  • Sentire la musica
  • Usare il cronometro

61
COME MOTIVARE GLI ALUNNI
  • Dove e quando si terrà il gruppo (luogo
    speciale!)
  • Scegliere le abilità da potenziare tenendo conto
    delle preferenze degli alunni
  • Le prime assicurano miglior successo
  • Rinforzare gli alunni ogni volta che labilità
    viene impiegata

62
FORMULAZIONE DEI PASSI COMPORTAMENTALI
  • Indicare il nome dellabilità
  • Aiutare gli alunni a formulare i passi
  • Tabellone

63
SESSIONE INTRODUTTIVA
  • Per incoraggiare alunni a partecipare alle
    attività di gruppo e spiegare obiettivi
  • PRESENTAZIONI dei conduttori e partecipanti
  • Illustrare le ABILITA SOCIALI
  • Spiegare le procedure (modeling, role plaiyng,
    feedback, generalizzazione)
  • Definire regole del gruppo (PROMEMORIA)
  • Spiegare il SISTEMA DI RINFORZO (menù)
  • E IMPORTANTE COINVOLGERE I RAGAZZI

64
SESSIONE INIZIALE
  • RIPASSARE REGOLE (PROMEMORIA)
  • RIPASSARE SISTEMA DI RINFORZO
  • COMPILARE UNA LISTA DELLE ABILITA
  • RIPASSARE LE PROCEDURE DI APPRENDIMENTO DELLE
    ABILITA
  • SCOMPORRE LABILITA IN DIVERSI PASSI PER
    RENDERLA PIU FACILE
  • PASSARE ALLA PRIMA ABILITA

65
SESSIONI SUCCESSIVE
  • COMMENTO DEGLI ESERCIZI A CASA
  • PRESENTARE NUOVA ABILITA
  • FORMULARE I PASSI
  • MODELING
  • DISCUSSIONE DEL MODELING
  • ROLE PLAYING
  • FEEDBACK INFORMAZIONALE
  • COMPITI A CASA (GENERALIZZAZIONE)

66
LE ABILITA SOCIALI5 SEZIONI
  1. Abilità prerequisite per la vita di classe
  2. Abilità per fare o mantenere amicizie
  3. Abilità di gestione delle emozioni
  4. Abilità per controllare laggressività
  5. Abilità per gestire lo stress

67
LA SCELTA DELLE ABILITA
  • OBIETTIVO favorire lo sviluppo globale del
    ragazzo e soddisfare i suoi bisogni
  • Abilità importanti per genitori e insegnanti
  • Una disposizione favorevole da parte di genitori,
    insegnanti e compagni incrementa la probabilità
    che tali abilità verranno rinforzate nella vita
    reale

68
SEQUENZA DELLE ABILITA
  • Sempre raccordate con i bisogni immediati dei
    ragazzi
  • Scegliere prima quelle che danno una maggior
    probabilità di successo (amicizie, vita di classe
    ecc.)

69
STIMOLI PITTOGRAFICI PER I PIU PICCOLI
  • GUARDA NEGLI OCCHI
  • ASCOLTA
  • FERMATI E PENSA

70
PASSI COMPORTAMENTALI
  • Ciascuna abilità viene scomposta mediante TASK
    ANALYSIS in precisi PASSI COMPORTAMENTALI
  • PRIMO PASSO controllare impulsi, bloccare la
    reazione istintiva alla situazione conflittuale
    (contare fino a 5, fare 3 respiri)
  • PENSARE AD ALTA VOCE anche i passi che vengono
    formulati solo mentalmente (ad es. pensa alle
    alternative)

71
1 sezioneAbilità prerequisite per la vita di
classe
  • Ascoltare
  • Chiedere aiuto
  • Ringraziare
  • Portare loccorrente per la lezione
  • Seguire le istruzioni
  • Portare a termine un compito
  • Partecipare alla conversazione
  • Aiutare un adulto
  • Rivolgere domande
  • Ignorare le distrazioni
  • Correggere gli errori
  • Decidere cosa fare
  • Fissare un obiettivo

72
Abilità prerequisite per la vita in classe
  • PORTARE A TERMINE UN COMPITO

PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE
1. Chiediti ho finito il mio lavoro? Esercitarsi a rivedere tutte le parti del compito
2. Controlla tutte le domande per esserne sicuro Ricordare agli alunni di completare le parti lasciate in sospeso
3. Quando sei certo di aver terminato, consegna Rispettare le regole della classe per la consegna
4. Dì a te stesso benissimo! Ho finito! Analizzare varie autoricompense
73
2 sezioneAbilità per fare o mantenere
amicizie
  • Presentarsi agli altri
  • Avviare una conversazione
  • Concludere una conversazione
  • Partecipare
  • Osservare le regole del gioco
  • Chiedere un favore
  • Fare un complimento
  • Accettare un complimento
  • Proporre unidea
  • Condividere
  • Chiedere scusa

74
Abilità per fare o mantenere amicizie
  • CHIEDERE SCUSA

PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE
1. Chiediti devo chiedere scusa per quello che ho fatto? Spiegare che a volte si fanno cose di cui ci si pente e chieder scusa ci fa sentir meglio e che è importante essere sinceri
2. Valuta le scelte possibili Chiedere scusa a voce Scrivere un biglietto Spiegare quando è opportuno usare una delle due forme
3. Scegli il momento e il luogo opportuno Spiegare come si sceglie luogo e momento opportuni
4. Agisci con sincerità in base alla scelta fatta Spiegare linguaggio del corpo e mimica che esprimono sincerità
75
3 sezioneAbilità di gestione delle emozioni
  • Conoscere le proprie emozioni
  • Comunicare le proprie emozioni
  • Cogliere le emozioni altrui
  • Capire le emozioni altrui
  • Mostrare sensibilità verso gli altri
  • Controllare la propria collera
  • Affrontare la collera degli altri
  • Esprimere affetto
  • Affrontare la paura
  • Ricompensarsi

76
Abilità di gestione delle emozioni
  • CONTROLLARE LA PROPRIA COLLERA

PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE
1. FERMATI UN ATTIMO E CONTA FINO A 10 Spiegare che è importante concedersi il tempo necessario per calmarsi e riflettere
2. Valuta le scelte possibili a) dire al tuo interlocutore il motivo perché sei arrabbiato b) uscire un momento c) fare un esercizio di rilassamento Spiegare come comunicarlo alla persona in modo che non si arrabbi a sua volta Gli alunni chiederanno allinsegnante di poter uscire un po (2-3 minuti) Gli alunni dovrebbero conoscere tecniche di rilassamento
3. Metti in pratica la scelta fatta Se la scelta non funziona, lalunno dovrebbe tentarne unaltra
77
4 sezioneAbilità per controllare
laggressività
  • Dar prova di autocontrollo
  • Chiedere unautorizzazione
  • Reagire alle provocazioni
  • Evitare i guai
  • Non lasciarsi coinvolgere nei litigi
  • Problem solving
  • Accettare le conseguenze
  • Affrontare le accuse
  • Trovare un accordo

78
Abilità per controllare laggressività
  • REAGIRE ALLE PROVOCAZIONI

PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE
1. Fermati un attimo e conta fino a cinque Spiegare che questa tecnica può aiutare lalunno a mantenere lautocontrollo
2. Valuta le scelte possibili a) ignorare la provocazione b) spiegare che cosa stai provando in maniera educata e gentile c) dare un motivo perché la persona smetta di provocare Sottolineare che ignorare la provocazione per poco tempo non sempre funziona e si dovrà probabilmente perseverare in tale atteggiamento (es. allontananarsi) Se laltro non smette si potrà suggerire allalunno di riferirlo allinsegnante ecc
3. Metti in pratica la scelta fatta Se la scelta non funziona, lalunno dovrebbe tentarne unaltra
79
5 sezioneAbilità per gestire lo stress
  • Affrontare la noia
  • Individuare la causa di un problema
  • Fare una rimostranza
  • Affrontare una rimostranza
  • Saper perdere
  • Avere spirito sportivo
  • Affrontare lesclusione
  • Affrontare limbarazzo
  • Affrontare linsuccesso
  • Accettare un rifiuto
  • Opporre un rifiuto
  • Rilassarsi
  • Affrontare la pressione del gruppo
  • Resistere al desiderio di prendere cose altrui
  • Prendere una decisione
  • Essere sinceri

80
Abilità per gestire lo stress
  • SAPER PERDERE

PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE
1. Dì a te stesso. Qualcuno deve pur perdere, e non è così grave se non ho vinto Memorizzando questa affermazione lalunno potrà controllare meglio i propri impulsi
2. Valuta le scelte possibili a) offrire il tuo aiuto a qualcuno b) fare qualcosa che ti piace c) fare un esercizio di rilassamento Proporre la propria collaborazione a insegnanti o genitori. Gli alunni dovrebbero fare un elenco delle attività piacevoli Gli alunni dovrebbero aver appreso le tecniche di rilassamento
3. Metti in pratica la scelta fatta Se la scelta non funziona, lalunno dovrebbe tentarne unaltra
81
STRATEGIE PER UN APPRENDIMENTO EFFICACE
  • Incentivare la consapevolezza del linguaggio del
    corpo proprio e altrui
  • Scambio dei ruoli (per sviluppare empatia e
    gestire ansia)
  • Insegnamento diretto della generalizzazione
    (gestione della classe)
  • Modeling naturale dellinsegnante
  • Contrattazione delle contingenze (obiettivo e
    ricompensa vengono CONTRATTATE)
  • Automonitoraggio (schede)
  • Monitoraggio dellinsegnante
  • Sostegno esterno e rinforzo naturale (preparare
    il terreno)
  • Diario di casa sullesercizio delle abilità
  • Autoricompensa
  • Stimoli, segnali esterni (verbali, schede e
    poster promemoria)
  • Giochi sulle abilità sociali
  • Tabella dellattività della settimana (disegni e
    premi)
  • Cartellina delle abilità sociali
  • Videotapes

82
Grazie per la vostra attenzione.
83
TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL
COMPORTAMENTO
  • Tecniche didattiche per prevenzione
  • Preparare programma e orario
  • Definire regole
  • Predisporre ambiente favorevole
  • Definire i limiti del comportamento dellalunno
  • Prompting (aiuto o suggerimento)
  • semplificazione

84
TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL
COMPORTAMENTO
  • 2. Tecniche per la gestione dei comportamenti
    lievi
  • Ignorare sistematicamente e rinforzo
    contemporaneo per comp. appropriato
  • Controllo del comp. Tramite VICINANZA
  • Bloccare il comp. Tramite SEGNALI
  • Risvegliare linteresse
  • Scaricare la tensione con lumorismo
  • Ristrutturare il programma previsto
  • Eliminare fonti di distrazione
  • Riferimento ai valori del bambino
  • Allontanamento tattico (Fargli fare una pausa)
  • Valutazione obiettiva dei fatti

85
TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL
COMPORTAMENTO
  • 3. Tecniche di modificazione del comportamento
  • IL RINFORZO POSITIVO
  • SOCIALE (elogio, approvazione, attenzione)
  • Verbale e non verbale
  • MATERIALE (ricompense concrete MENU)
  • SIMBOLICO (attestato, gettoni)
  • DI GRUPPO (ricompensa a tutti)

86
TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL
COMPORTAMENTO
  • 3. Tecniche di modificazione del comportamento
  • IL MODELLAGGIO (Shaping)
  • Nelle prime lezioni si rinforzano anche comp.
    imprecisi e approssimativi

87
TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL
COMPORTAMENTO
  • 3. Tecniche di modificazione del comportamento
  • PIANI EDUCATIVI INDIVIDUALIZZATI
  • Fase 1 identificare comportamento-bersaglio da
    modificare
  • Fase 2 individuare comportamento
    adeguato-incompatibile con quello bersaglio
  • Fase 3 Raccogliere dati di linea di base
  • Fase 4 Scegliere un rinforzo adeguato (esame
    delle preferenze)
  • Fase 5 Stabile la frequenza di erogazione del
    rinforzo (continuo vs intermittente)
  • Fase 6 Controllare landamento delle
    modificazioni comportamentali

88
TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL
COMPORTAMENTO
  • 3. Tecniche di modificazione del comportamento
  • LESTINZIONE
  • Il principio è opposto a quello del rinforzo.
  • Se un comp. non viene più rinforzato, si
    attenuerà gradualmente in frequenza, intensità,
    durata poiché non esiste più una motivazione
    valida per attivarlo
  • Prima che una risposta si estingua è possibile
    che si intensifichi temporaneamente in frequenza
    (picco precedente lestinzione)

89
TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL
COMPORTAMENTO
  • 3. Tecniche di modificazione del comportamento
  • LA SOSPENZIONE DEL RINFORZO (TIME OUT)
  • È una tecnica di estinzione, con la quale si
    allontana il ragazzo da vari tipi di rinforzo
    positivo nel momento in cui altre forme di
    estinzione più blande non sortiscono effetti. Si
    usa solo in casi estremi, poiché con questo
    metodo si allontana dallambiente di
    apprendimento (luogo isolato)

90
TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL
COMPORTAMENTO
  • 4. Tecniche relazionali
  • Creare e mantenere un rapporto positivo
    insegnate-alunno costituisce lelemento
    fondamentale per ottenere una modificazione del
    comportamento dellalunno
  • Incoraggiamento empatico
  • Ridurre la sensazione di minaccia (incoraggiare!)

91
IL PERCHELanalisi funzionale
  • Attribuire VALORE al comportamento problema
  • Stabilire lALLEANZA con la funzione svolta dal
    comportamento problema
  • Il comportamento problema, per quanto dannoso,
    strano o controproducente ha un valore funzionale
    per il soggetto
  • Vantaggio solo a breve termine, poiché a lungo
    termine produce gravi danni

92
IL PERCHELanalisi funzionale
  • Accettiamo la funzione, perché legittima
  • Ma non la forma perché problematica
  • Aiutiamo la persona a manifestare la funzione con
    forme positive di comportamento

93
IL PERCHELanalisi funzionale
  • TUTTI I COMPORTAMENTI HANNO UN FINE
  • Valutare e interpretare le funzioni svolte dal
    comportamento problema
  • Es. Rubare per ottenere oggetto desiderato
  • Piangere per attirare attenzione dellinsegnante
    preferita

94
Punto chiave dellalleanza psicoeducativa
  • La convinzione che ogni comportamento svolga una
    sua funzione ci spinge ad affinare i nostri
    strumenti di lettura delle dinamiche che
    avvengono nella situazione portando rispetto per
    le motivazioni del soggetto

95
Punto chiave dellalleanza psicoeducativa
  • Alleandoci con la funzione valorizziamo le
    intenzioni del soggetto e queste sono la sua
    parte più profonda, più vicina alle sue
    motivazioni e ai suoi bisogni

96
Punto chiave dellalleanza psicoeducativa
  • Le funzioni sono tutte positive e accettabili?
  • No le alleanze pericolose!
  • (Il bambino che aggredendo evita la
    riabilitazione)
  • Stabilire che un comportamento è funzionale ad un
    soggetto non equivale a giustificarlo (un bimbo
    che urla per attirare lattenzione)
  • interventi sul soggetto e le sue abilità
    comunicative e sul contesto responsività e
    ascolto

97
  • È necessario ricercare funzioni attuali, presenti
    nelle varie situazioni del soggetto

98
  • LAF osserva e valuta la CIRCOLARITA DELLE
    INTERAZIONI, delle comunicazioni e delle
    azioni-reazioni che coinvolgono il comp. probl.
    quello degli altri e il livello di stimolazione
    che il sogg. produce

COMP. PROBL
EFFETTI CONSEGUENZE
ANTECENDENTI
Write a Comment
User Comments (0)
About PowerShow.com