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Max. Weber dice che la povert comincia ad apparire una minaccia per la societ quando nasce l industrializzazione. I poveri diventano una componente malata ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: La


1
La Povertà
2
Che cosè la povertà?
La povertà è una condizione caratterizzata da
limitazioni materiali che impediscono una vita
soddisfacente. La definizione contiene elementi
che andrebbero precisati però nascono tre
interrogativi -Quando una vita è
soddisfacente? Unesistenza che soddisfa un uomo
può sembrare fallimentare per un altro. Esiste un
livello minimo di benessere universale al di
sotto del quale nessun uomo può dirsi
soddisfatto. Per tutti gli esseri umani è
essenziale avere i mezzi per soddisfare le
necessità primarie.-Quando ci sono limitazioni
materiali? Le limitazioni materiali non sono
facili da individuare perché sono un risultato
che emerge di volta in volta. Esse sono legate a
fattori psicologici e sociali. -Che cosa comporta
il fatto di essere poveri? Cè povertà dove si
soffrono i danni prodotti da essa. Se un
individuo conduce una vita non soddisfacente che,
però, non danneggia né lui né gli altri, non si
può parlare di povertà.
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Povertà assoluta e povertà relativa
Dai primi studi sulla povertà si è adottato un
approccio di sussistenza, secondo il quale è
povero chi è privo delle risorse necessarie alla
sopravvivenza . Con questo approccio si ragiona
in termini di povertà assoluta si considerano
poveri quelli che hanno un tenore di vita
talmente basso da risultare poveri. Il pregio
dellapproccio di sussistenza è quello di
definire la povertà in termini universali
tuttavia ha il difetto di restringere lambito
della povertà.Nella seconda metà del 900 si è
imposto un approccio comparativo, che propone il
concetto di povertà relativa è povero chi ha un
tenore di vita inferiore a quello che possono
avere le persone della sua società.Siccome
entrambi gli approcci presentano pregi, ma anche
difetti, ci sono stati tentativi di elaborare
teorie sintetiche della povertà, capaci di
definirla sia in termini assoluti che in termini
relativi
4
Aspetti non economici della povertà
La povertà non è solo un fatto economico, ma è
condizionata anche da fattori non-economici. I
più importanti sono i fattori individuali e i
fattori ambientali. Sul piano individuale contano
le aspirazioni che ha la persona, purché esse
siano legittime. Chi ha un basso livello di
aspirazioni sopporta più facilmente carenze
economiche che per altri sarebbero insopportabili
e finisce per non essere povero in condizioni che
per altri sarebbero di povertà.Daltra parte chi
si aspetta molto dalla vita potrebbe essere
povero nonostante abbia buone risorse economiche.
Spesso le persone non riescono a realizzare le
proprie aspirazioni legittime pur avendo
disponibilità economiche a causa della situazione
ambientale.
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Effetti della povertà
Essere poveri ha conseguenze fisiche. Sono
abituali le conseguenze psicologiche
abbassamento dellautostima, depressione,
sindrome di freddezza caratterizzata da un
disprezzo per i valori umani.La povertà è anche
un problema sociale, dipende cioè da come la
gente percepisce lesistenza dei poveri nella
società e da come reagisce alla loro
presenza. Georg Simmel mette in evidenza che il
problema sociale della povertà si delinea via via
che cambia il modo di porsi nei confronti dei
poveri. Nel Medioevo la povertà non era
considerata un male della società, ma un male che
penalizzava ingiustamente alcuni uomini. Max
Weber dice che la povertà comincia ad apparire
una minaccia per la società quando nasce
lindustrializzazione. I poveri diventano una
componente malata della società.
6
Misure di povertà
Per valutare la povertà assoluta si fissa una
soglia di povertà assoluta un reddito minimo che
una famiglia deve avere per garantirsi la
sopravvivenza. Una volta stabilita la soglia di
povertà assoluta si calcola il tasso di povertà
assoluta, che è la percentuale di popolazione al
di sotto della soglia. Poi abbiamo la povertà
relativa si fissa una soglia di povertà relativa
e si va a vedere quale quota di popolazione è al
di sotto della soglia, cioè qual è il tasso di
povertà relativa. Un altro modo di analizzare la
povertà relativa consiste nellanalizzare la
distribuzione dei redditi nella popolazione essa
viene divisa in quintili ordinati in base al
reddito, dal più povero al più ricco. La
percentuale del reddito totale della popolazione
finisce nelle tasche del quintile più povero.Per
analizzare meglio la disuguaglianza economica
possiamo costruire la curva di Lorenz mostra
come la distribuzione dei redditi si discosta
dalla perfetta uguaglianza inoltre possiamo
calcolare il coefficiente di Gini, che traduce la
disuguaglianza economica in ununica misura
numerica. Le misure, tuttavia, non tengono conto
degli aspetti non-economici della povertà.L
UNDP ha elaborato un indicatore di povertà umana
che tiene conto di diversi elementi salute,
durata di vita, disponibilità economica.
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Chi sono i poveri?
Il povero è tipicamente un disoccupato o
sottoccupato, membro di una minoranza etnica,
donna o un membro di una delle fasce deboli,
giovinezza e vecchiaia. Gli anziani vengono
emarginati per i pregiudizi nei loro confronti i
giovani sono svantaggiati perché dipendono a
lungo dalla famiglia e difficilmente trovano il
primo impiego e inizialmente hanno redditi
bassi. Le donne hanno un accesso alle risorse
economiche limitato dai processi di
discriminazione e dal fatto che sono impiegate
nel lavoro domestico. La povertà tende a crescere
con lampiezza delle famiglie e dal luogo di
residenza ( coloro che vivono al sud sono più
poveri rispetto a quelli che vivono al nord ).Le
minoranze etniche sono facilmente colpite dalla
povertà perché svantaggiate nellaccesso
allistruzione e alle relazioni
sociali.. Possiamo distinguere i poveri abili al
lavoro (disoccupati e sottoccupati) e gli inabili
al lavoro ( malati, anziani, handicappati). Agli
estremi di questi gruppi ci sono i drogati e gli
alcolisti.. Esistono, poi, i poveri cronici, che
difficilmente possono sperare di uscire da questa
condizione, e i poveri temporanei, che devono la
loro condizione a circostanze particolari e hanno
buone speranze di uscire da questa situazione. È
importante anche distinguere tra povertà urbana e
povertà rurale (di campagna).
8
Perché cè la povertà?
Si riscontrano delle differenze tra le
spiegazioni date dai ricchi e quelle date dai
poveri sulla povertà.Chi sta bene tende ad
attribuire la ricchezza e la povertà a cause
interne fattori positivi per la ricchezza e
fattori negativi per la povertà. Le persone
economicamente benestanti attribuiscono la
ricchezza e la povertà a cause esterne avere un
patrimonio esterno o essere fortunati. Le persone
di classe bassa chiamano in causa fattori
individuali negativi nel caso della ricchezza e
positivi nel caso della povertà.GROUP-SERVING
BIASES Chi è ricco mette in buona luce i ricchi e
in cattiva luce i poveri chi è povero tende a
fare linverso
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Una genesi multifattoriale
La povertà è legata a fattori economici. La
competizione economica che si instaura nella
società per laccesso alle risorse fa si che
alcuni finiscono per averne in abbondanza e altri
per non averne a sufficienza. Nella competizione
economica intervengono anche fattori
non-economici. La povertà è anche il risultato
di processi di impoverimento eventi a cascata
che portano le persone a essere via via più
povere.
10
Povertà nel Terzo Mondo
La povertà si auto mantiene se uno è povero
tende a restare povero. Il fenomeno acquista un
rilievo importante nel Terzo mondo qui la
povertà è difficile da eradicare perché
leconomia di interi paesi risente di un circolo
vizioso di auto mantenimento.La ridotta
produttività e la sovrappopolazione concorrono a
fari si che il pro capite sia basso. Cè poco da
investire, così il cerchio si chiude e la
povertà si autoalimenta.
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Politiche sociali per arginare la povertà
Esistono due orientamenti -ridistribuire le
ricchezze Lo Stato dovrebbe togliere i beni ai
ricchi e darlo ai poveri. Gli elementi per
attuare la ridistribuzione sono due il sistema
progressivo delle imposte e i trasferimenti
assistenziali. -promuovere lo sviluppo Lo Stato
dovrebbe occuparsi di favorire lo sviluppo
economico del paese. I due orientamenti vengono
spesso contrapposti, anche se in realtà sono due
strategie complementari. Ridistribuendo le
ricchezze si otterrebbe una riduzione della
povertà. È facile che però nascano tensioni
sociali. Inoltre chi si sente protetto dallo
stato può avere scarso interesse a passare a
unesistenza produttiva. Lideale sarebbe
combinare le due strategie preoccuparsi di
ridistribuire la ricchezza promuovendo lo
sviluppo. Per questo esistono INTERVENTI
INTERMEDI.
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Politiche non-economiche
Ridistribuire la ricchezza e promuovere lo
sviluppo sono interventi economici, ma la povertà
non è solo un fatto economico. Anche le
politiche sociali non-economiche servono ad
arginare la povertà ad esempio la lotta contro i
pregiudizi e le discriminazioni sono un mezzo
potente per contrastare la povertà.
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Come spezzare la povertà nel Terzo mondo
Per interrompere il circolo vizioso della povertà
nel Terzo mondo occorre trovare il modo di
aumentare gli investimenti che si fanno in quei
paesi. Una strada potrebbe essere quella di
fornire aiuti curando che siano destinati nella
produzione.Resta, però, il problema della
crescita demografica. Tuttavia, stando alla
teoria dellomeostasi , la crescita demografica
dovrebbe ridursi man mano che si riduce in tasso
di mortalità.
14
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