Nozioni di epidemiologia delle malattie infettive vaccinazioni - PowerPoint PPT Presentation

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Nozioni di epidemiologia delle malattie infettive vaccinazioni

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Nozioni di epidemiologia delle malattie infettive vaccinazioni Corso Oss Centro Formazione ASL 11 EMPOLI Dr. Arturo INTELISANO – PowerPoint PPT presentation

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Title: Nozioni di epidemiologia delle malattie infettive vaccinazioni


1
Nozioni di epidemiologia delle malattie infettive
vaccinazioni
  • Corso Oss
  • Centro Formazione ASL 11 EMPOLI
  • Dr. Arturo INTELISANO

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I microrganismi possono essere saprofiti habitat
naturale è lambiente commensali vivono su cute
e mucose senza danno parassiti aggrediscono
lospite e possono causare un danno
Malattie infettive forme morbose determinate
dalla presenza di microrganismi patogeni la cui
diffusione avviene tramite il passaggio del
parassita da un ospite allaltro (trasmissibilità
orizzontale o contagiosità)
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Agenti microbici responsabili di malattie
infettive nelluomo virus, batteri, rickettsie,
clamidie, micoplasmi, miceti, protozoi
Procariota microrganismo a struttura semplice e
primitiva (batterio)
Eucariota microrganismi a struttura più
complessa che si avvicina alla struttura
delle cellule delle piante (alghe,
protozoi, miceti)
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Microrganismi patogeni opportunisti Microrganismi
ambientali (saprofiti es. Pseudomonas Aeruginosa)
o commensali (es. Escherichia Coli, Candida
Albicans) che aggrediscono lospite solo in
assenza delle normali barriere difensive
Il problema della infezioni da opportunisti è in
aumento per laumento di persone con scarse
difese per malattie (immaturi, AIDS,
traumatizzati gravi, ecc), uso farmaci
(immunosoppressori), interventi chirurgici
complessi (trapianti, innesto protesi, ecc.)
assistite per lunghi periodi a livello domiciliare
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Caratteristiche dei microrganismi patogeni
Patogenicità capacità intrinseca del
microrganismo di dare la malattia. Invasività
capacità di superare le difese corporee
Altre caratteristiche che condizionano la
malattia Virulenza capacità di dare
manifestazioni cliniche di diverse gravità
(aggressività del germe) Carica infettante
quantità minima di germi richiesta per dare
malattia Resistenza capacità del microrganismo
di resistere anche fuori dallospite,
nellambiente esterno
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Spettro di ospite e distribuzione
geografica Alcuni microrganismi aggrediscono solo
luomo, altri invece hanno uno spettro dospite
esteso ad altri animali (mammiferi, uccelli) (ad
esempio le Salmonelle che infettano rettili,
uccelli, mammiferi e possono poi trasmettere
linfezione alluomo) (S. Typhi ha come unico
ospite invece luomo) Problema dellaumento di
animali convenzionali ed esotici a livello
domestico con possibile trasmissione di malattie
alluomo
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Alcuni agenti infettanti sono ubiquitari, altri
circolano solo in aree geografiche ristrette in
rapporto alla presenza di particolari vettori (ad
esempio la Malaria che è causata da un protozoo,
il Plasmodio, si avvale come vettore della
zanzara Anopheles) o di particolari condizioni
ambientali (importanza del clima)
Vettore mezzo di trasmissione indiretta animato
Veicolo mezzo di trasmissione indiretta inanimato
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La trasmissione delle malattie infettive può
essere DIRETTA o INDIRETTA
Indiretta
Veicoli o vettori
Sorgente o serbatoio infetto
Sano
Diretta
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Sorgente di infezione uomo o animale che alberga
un microrganismo patogeno e lo può trasmettere ad
altri soggetti recettivi della stessa specie o
specie diversa Malato o portatore di infezione
Serbatoio dinfezione la specie animale o
vegetale o il substrato inanimato in cui il
microrganismo patogeno ha il suo habitat naturale
e da cui può essere trasmesso ad ospiti recettivi
Alcuni esempi
Salmonella Typhi lhomo sapiens è il serbatoio,
gli individui malati sono le sorgenti Brucella
Melitensis gli ovini sono il serbatoio, gli
animali malati le sorgenti (zoonosi) Legionell
a Pneumophila lacqua è il serbatoio ma anche la
sorgente
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Vie di trasmissione delle malattie infettive
Dipendono dalla via di penetrazione obbligata o
preferenziale dei microrganismi e dalla via di
eliminazione degli stessi dalla sorgente infetta
? via respiratoria (polmonite, tbc, influenza,
difterite, pertosse,meningite, m.
esantematiche) ? via digerente (poliomielite,
tifo, colera, dissenteria) ? via
genito-urinaria ? via congiuntivale ? attraverso
la cute lesa
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Modalità di trasmissione dipende oltre che dalle
vie di ingresso dalla resistenza nellambiente
esterno
Trasmissione diretta ? per contatto diretto tra
malato e sano ? tipica di malattie veneree
sostenute da microrganismi poco resistenti in
ambiente esterno ? attraverso le goccioline
infettive inalate da un soggetto vicino (parola,
starnuto, tosse) ? può avvenire per la maggior
parte delle infezioni
M
S
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Vie di Trasmissione delle Malattie Infettive
  • Aerogena o Respiratoria (influenza, morbillo,
    TBC, meningite meningococcica, ecc.)
  • Ematica (AIDS, epatiti B e C, ecc.)
  • Oro-Fecale (salmonellosi, colera, epatite A,
    ecc.)
  • Cutanea (micosi, papillomatosi, scabbia, ecc.)
  • Sessuale (sifilide, gonorrea, herpes genitalis)
    (epatiti B e C, AIDS, papillomatosi)

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Malattie a trasmissione aerogenatrasmissione
tramite goccioline di grandi dimensioni
droplets
Haemophilus influenziae (meningiti, polmoniti
epiglottiditi e sepsi) Neisseria meningitidis
(meningiti e polmoniti), difterite pertosse
scarlattina parotite influenza rosolia ecc
  • Le goccioline sono generate dal soggetto fonte
    con la tosse, gli starnuti, parlando e durante
    lesecuzione di alcune procedure come aspirazione
    e broncoscopia.
  • La trasmissione si verifica quando le goccioline
    contenenti i microrganismi, generate dalla
    persona infetta, vengono espulse a breve distanza
    nellaria e depositate sulla congiuntiva
    dellospite, sulle mucose nasali o nella bocca.
  • Poiché le goccioline non rimangono sospese
    nellaria, la trasmissione di queste malattie non
    è influenzata dalleventuale sistema di
    ventilazione dellambiente.

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Malattie a trasmissione aerogenatrasmissione
tramite goccioline di piccole dimensioni, di
polveri e di goccioline evaporate contenenti
microrganismi(Tubercolosi, Morbillo, Varicella,
ecc.)
  • I microrganismi trasportati in questo modo
    possono essere largamente dispersi da correnti
    daria e possono venire inalate, dallospite
    suscettibile, dentro la stessa stanza oppure
    lontano dal paziente fonte.
  • Poiché le goccioline rimangono sospese nellaria,
    la trasmissione di queste malattie è influenzata
    dalleventuale sistema di ventilazione
    dellambiente e dal numero dei ricambi daria
    presente.

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Malattie a trasmissione aerogena(Goccioline di
grandi e piccole dimensioni)
  • Il rischio degli operatori è basso,
    sovrapponibile a quello di un qualsiasi cittadino
    che per motivi di lavoro (ufficio, negozio,
    fabbrica, ecc.) o di svago (frequentazione di
    bar, discoteche, ecc.) viene a contatto con
    persone affette da tali patologie.
  • Inoltre il contatto respiratorio tra gli
    operatori ed i pazienti è, di solito, limitato a
    pochi minuti, non sufficienti a raggiungere la
    cosiddetta carica infettante.
  • Pertanto non sono necessarie particolari
    precauzioni, salvo che nel caso della meningite
    menigococcica.

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Precauzioni per i pazienti affetti da malattia
infettiva a trasmissione aerogena
  • Isolamento del paziente
  • Limitare gli spostamenti del paziente
  • Far indossare al paziente (se possibile) la
    mascherina chirurgica al fine di minimizzare la
    dispersione ambientale di microrganismi
  • Regolamentare laccesso ai visitatori
  • Utilizzare i mezzi di protezione camice monouso
    e mascherina di tipo chirurgico se si lavora a
    meno di un metro dal paziente (maschera FFP2S con
    stringinaso in caso di TBC).

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Meningite Meningococcica
  • La meningite meningococcica è una malattia
    infettiva causata da un batterio, il
    meningococco, che si trasmette per via aerogena.
    Tale malattia che spesso è mortale può essere
    facilmente prevenuta con lassunzione di
    antibiotici (profilassi antibiotica) entro le 72
    ore dal contatto stretto (contatto prolungato)
    con il paziente affetto da meningite.
  • Per tale motivo, nei casi accertati di meningite
    meningococcica, vengono ricercati tutti i
    contatti stretti quali familiari, conviventi,
    compagni di classe, compagni di ufficio,
    personale sanitario di assistenza, soccorritori
    che hanno effettuato il trasporto, per sottoporli
    a profilassi somministrando loro una terapia
    antibiotica. Il giudizio sul contatto stretto e
    sulla successiva necessità di profilassi
    antibiotica, spetta al medico, igienista, che
    valuta di volta in volta i singoli casi.
  • Nella nostra realtà una stretta collaborazione
    tra Centrale Operativa 118, Direzione Sanitaria
    ospedaliera, Igiene Pubblica e Laboratorio
    Analisi permette, in caso di accertata meningite
    meningococcica, di rintracciare gli operatori
    ritenuti contatti stretti e di fornire loro, in
    tempo utile (72 ore) gli antibiotici .

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TUBERCOLOSI
  • Malattia infettiva, a contagio aerogeno, causata
    dal Mycobacterium Tubercolosis, la cui incidenza
    sta di nuovo aumentando per vari motivi
    (coinfezione HIV/TBC, immigrazione da aree ad
    alta incidenza di TBC, farmacoresistenza, disagio
    sociale)
  • Gli operatori maggiormente esposti sono coloro
    che lavorano in alcuni servizi (Pneumologia,
    Malattie Infettive, Microbiologia, Anatomia
    Patologica)
  • Il rischio di acquisire linfezione non è ben
    definito, vengono tuttavia riportati tassi annui
    di conversione al test cutaneo variabili fra 1 e
    5.
  • Per la prevenzione sorveglianza sanitaria
    allassunzione sorveglianza sanitaria periodica
    educazione sanitaria degli operatori
    identificazione e trattamento precoce dei
    soggetti con TBC attiva, isolamento respiratorio
    dei pazienti, uso di dispositivi individuali di
    protezione respiratoria.

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  • Per vedere se cè stato contatto con il
    batterio si effettuano i test tubercolinici. In
    pratica viene iniettato nel derma una sostanza
    derivata dal batterio detta tubercolina. Se dopo
    72 ore non si ha alcuna reazione significa che
    non cè stato contatto, se cè un lieve ponfo di
    qualche millimetro significa un contatto remoto.
    Un ponfo rosso, rilevato di oltre 5 mm. È dubbio
    per una possibile recente infezione tubercolare e
    pertanto necessita di accertamenti ulteriori
    quale lrx torace

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Mantoux positiva
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Eziologia mycomatterio della TBC o bacillo di
Koch Incubazione da pochi giorni a mesi o
anni Fonti di contagio vie aeree, ma esistono
anche forme intestinali Patogenesi penetrando
attraverso le vie respiratorie si moltiplica
negli alveoli polmonari Sintomatologia febbre o
febbricola serale, emottisi.. Altri sintomi
legati ai focolai batterici es. TBC intestinale,
TBC ossea .
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Diagnosi test cutaneo della tubercolina, Rx
torace, isolamento del batterio da escrato o
altri liquidi biologici Prognosi buona con
terapia adatta Terapia atb. Rifampicina e
isoniazide. A volte esistono forme
resistenti Prevenzione pronta diagnosi e follow
up dei contatti Immunizzazione attiva vaccino
BCG, Bacillo di Calmette e Guerin che però dà
effetti collaterali locali e sistemici. E allo
studio un vaccino ricombinante, sponsorizzato dal
Bill Gate Microsoft
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Incidenza mondiale della TB. Casi ogni 100.000
persone Rosso gt300, arancio 200300 giallo
100200 verde 50100 blu lt50 grigio n/a.
OMS 2006
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Influenza
  • malattia della via aerea, dovuta ad un virus,
    ne esistono tre tipi A, B e C. Ogni anno il
    virus si modifica e perciò è necessario
    vaccinarsi ogni anno. Ogni 30 anni (circa) il
    virus si modifica più radicalmente e perciò è più
    probabile avere una pandemia ( epidemia di vaste
    proporzioni). La vaccinazione è raccomandata per
    tutti, ma soprattutto per i malati cronici, gli
    ultra 65 enni e gli addetti ai servizi pubblici

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(No Transcript)
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Malattie a trasmissione cutanea (micosi,
scabbia, pediculosi, ecc.)
  • La trasmissione implica un contatto diretto, o
    indiretto, ed il trasferimento del microrganismo
    da una persona infetta, o colonizzata, ad un
    ospite suscettibile
  • Il rischio per gli operatori è basso se si
    mettono in pratica le comuni norme igieniche e si
    utilizzano i mezzi di protezione individuale
    camice monouso, guanti monouso (devono essere
    rimossi appena si lascia la stanza del paziente).

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Scabbia Eziologia sarcoptes scabiei, dimensioni
decimi di mm., non visibile ad occhio
nudo Incubazione 20 giorni - 1 mese Fonti di
contagio malato, portatore, loro vestiti e
suppellettili Patogenesi la femmina si annida
dentro le pliche cutanee, scava cunicoli di
qualche cm, specie di notte e al caldo e vi
depone le uova. Sintomatologia prurito, lesioni
da gìrattamento specie lungo le pliche cutanee
piega del gomito, polso, ascella, inguine, sotto
le mammelle
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Diagnosi dalle lesioni tipiche e dalla terapia
ex adjuvantibus prognosi buona con
terapia Terapia pomate e lozioni Permetrina
(soluzione al 5) Crotamitone (soluzione al
20), da evitare in gravidanza, porta sollievo
alla sensazione di prurito Benzoato di benzile
(soluzione al 20) Polifusfuri (soluzione al
5). Prevenzione evitare i contatti con i
malati, lavare bene in lavatrice ed esporre al
sole tutti gli indumenti, lenzuoli e tessuti in
genere. Immunizzazione attiva vaccino per os.
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(No Transcript)
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Malattie a contagio oro-fecale (salmonellosi,
shigellosi, colera, epatite A, ecc.)
  • Il rischio per gli operatori è basso se si
    mettono in pratica le comuni norme igieniche
    utilizzare guanti monouso e lavarsi accuratamente
    le mani dopo aver effettuato qualsiasi servizio.

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Epatite virale A Eziologia virus a RNA
Picornavirus Incubazione 4 settimane Fonti di
contagio frutti di mare, specie se crudi, acqua
contaminata, feci di malati Patogenesi il virus
penetra attraverso la bocca giunge allintestino
e si riproduce nella cellula epatica
Sintomatologia allinizio astenia, vomito
diarrea, febbre. Poi insorge littero con urine
scure e feci chare. Dopo circa 20 gg. 1 mese si
ha guarigione senza cronicizzazione.
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Diagnosi ricerca di anticorpi IgM anti HAV nel
sangue, seguiti poi dopo la guarigione da IgG,
che permangono quasi tutta la vita. Prognosi
buona, non cronicizza, sono rare le forme
fulminanti Terapia sintomatica Prevenzione
immunizzazione passiva con immunoglobuline,
quando è necessaria una copertura immediata
post-contagio Immunizzazione attiva vaccino con
virus inattivato. Una dose i.m. nel deltoide
seguita da una seconda (richiamo) dopo 6-12 mesi,
conferisce immunità per 10 anni.
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Epatite A nel mondo
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Malattie a contagio ematico (epatite B, epatite
C, AIDS, ecc)
  • Non esiste rischio di contagio se il paziente non
    sanguina e se non cè spandimento di liquidi
    biologici.
  • Viceversa se il paziente sanguina, o se cè
    spandimento di liquidi biologici, è opportuno
    adottare semplici precauzioni indossando idonei
    strumenti di barriera guanti monouso, indumenti
    a maniche lunghe, mascherine monouso e occhiali o
    visiere protettive antischizzo.
  • Teoricamente non esiste alcun rischio neppure in
    caso di contatto tra sangue infetto, o altro
    liquido biologico, e cute integra e sana, è
    comunque opportuno lavarsi immediatamente ed
    accuratamente la parte contaminata con acqua e
    sapone e successivamente disinfettare la stessa

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Epatite B
  • Malattia infettiva, a trasmissione ematica,
    causata dallHBV, virus molto resistente che può
    sopravvivere in condizioni di temperatura ed
    umidità molto differenti (15 anni a 20C 6
    mesi a temperatura ambiente 4 ore a 60C)
  • Tutti i liquidi contenenti anche tracce minime di
    sangue possono essere contagianti
  • Fonti del contagio sono le persone affette da
    Epatite B od i portatori asintomatici (2 della
    popolazione)
  • Il rischio di acquisire linfezione da virus B,
    dopo unesposizione parenterale, è molto
    superiore rispetto a quello da HIV (4-43)
  • Per la prevenzione vaccinazione e/o scrupolosa
    applicazione delle precauzioni standard.

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Significato e lettura marker epatite B
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Epatite C
  • Malattia infettiva, a trasmissione ematica,
    causata dallHCV.
  • Tutti i liquidi contenenti anche tracce minime di
    sangue possono essere contagianti
  • Fonti del contagio sono le persone affette da
    Epatite C o i portatori asintomatici.
  • Il rischio di acquisire linfezione da virus C,
    dopo unesposizione parenterale, è molto
    inferiore rispetto a quello dellHBV (4 )
  • Per la prevenzione scrupolosa applicazione delle
    precauzioni standard.

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AIDS
  • Malattia infettiva, a trasmissione ematica,
    causata dallHIV, virus poco resistente
    allambiente esterno (lessiccazione provoca una
    netta riduzione della carica virale)
  • Il sangue, il liquido seminale e le secrezioni
    vaginali sono ritenuti molto importanti per la
    trasmissione dellinfezione, anche se in teoria
    tutti i liquidi contenenti linfociti infetti
    (tracce di sangue) possono essere potenzialmente
    contagianti
  • Fonti del contagio sono le persone sieropositive
    o affette da AIDS (2 della popolazione)
  • Il rischio di acquisire linfezione da HIV, dopo
    unesposizione parenterale, è basso (0,3 )
  • Per la prevenzione scrupolosa e routinaria
    applicazione delle precauzioni standard (tutti i
    giorni con tutti i pazienti).

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Human Papilloma Virus Eziologia virus HPV, a
DNA Incubazione spesso linfezione NON dà
sintomi. Talvolta insorge un condiloma dopo
giorni o mesi. In altri casi il cancro dopo
anni Fonti di contagio rapporti sessuali non
protetti o simili Patogenesi il virus penetrato
nelle cellule provoca condilomi, cioè piccole
verruche. Si conoscono oltre 100 tipi di HPV .
Tutti i tumori del collo dell'utero sono causati
dall'HPV che può dare tumori anche nel cavo
orale, all'ano, all'esofago e alla laringe
Sintomatologia nulla a parte i condilomi
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Diagnosi difficile trovare il virus, solo
diagnosi indiretta (IgM e IgG) Prognosi Si stima
che il 75 della popolazione entri in contatto
con il virus almeno una volta durante la sua
vita, ma solo alcuni sviluppano il condiloma e/o
il tumore Terapia nessuna efficace Prevenzione
rapporti protetti Immunizzazione attiva vaccino
transgenico contro i ceppi 16 e 18. A 12 anni,
solo bambine in tre dosi 0, 1, 6.
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15 anni per un tumore del collo dellutero
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Trasmissione indiretta
Avviene attraverso veicoli o vettori intermedi
  • Veicoli più importanti
  • ? acqua
  • aria
  • suolo
  • ? alimenti
  • ? oggetti duso comune
  • ? substrati vari

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Acqua importante veicolo dinfezione per le
malattie che si trasmettono con modalità
oro-fecale (infezioni tifo-paratifiche,
dissenteria amebica ecc.)
Aria veicolo dinfezione per le goccioline di
secrezione e altro materiale biologico per la
trasmissione a distanza Importanza
dell'essiccamento delle particelle con adesione
dei germi ai granuli di polvere
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Suolo Il suolo è continuamente soggetto a
contaminazioni specie dove lallontanamento dei
rifiuti è fatto in modo irrazionale esempi
tipici di malattie veicolate in modo diretto dal
suolo sono il tetano, il carbonchio,
lanchilostomiasi.
45
Gli alimenti possono costituire un substrato
inerte oppure favorire la moltiplicazione dei
microrganismi (batteri)
Favorenti
Indifferenti
Ostacolanti
46
Oggetti di uso comune
47
Importanza delle mani nella trasmissione malattie
infettive
48
Rapporto parassita-ospite La malattia infettiva
dipende dallincontro con il parassita e dalla
sua evoluzione biologica ma decisive sono anche
le caratteristiche dellospite e lefficacia
delle sue difese
Penetrazione agente infettivo Infezione (acuta,
latente, cronica) Malattia
Periodo di Incubazione
49
Fattori che influenzano il passaggio da infezione
a malattia
Fattori propri del microrganismo ? carica
batterica, virulenza Fattori propri dellospite
? suscettibilità, refrattarietà (di specie o di
razza) ? razza, sesso, età, costituzione ?
alimentazione, stress ? malattie croniche,
terapie, abuso di alcoolici Fattori dellambiente
esterno ? climatici ? sociali
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Caratteristiche Microrganismi
  • PATOGENCITA - capacità da parte di un
    microrganismo di causare malattia in una
    determinata specie animale
  • VIRULENZA - grado di patogenicità, misura la
    capacità del microorganismo di dar luogo a quadri
    clinici severi

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Virulenza
  • E data dallaggressività del parassita
    lattenuazione della virulenza si può ottenere
    con linvecchiamento, lazione della luce e gli
    antisettici.
  • Un aumento della virulenza si può ottenere per
    mezzo di ripetuti passaggi in animali recettivi.
    (streptococco nel coniglio
  • ascesso localizzato setticemia

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Fattori individuali che favoriscono le malattie
infettive
Biologici calo delle difese dellorganismo per
denutrizione, immunodepressione, altre malattie
concomitanti, ecc. Comportamentali abitudini non
corrette (alcool, fumo)
Alcuni esempi Scarsa igiene personale
trasmissione malattie enteriche (trasmissione
oro-fecale) da mani sporche (salmonellosi) Scarsa
conoscenza norme igieniche ad esempio nelle
cucine tossinfezioni alimentari Abitudini
sessuali a rischio infezioni trasmesse per via
sessuale (epatite B e C, Hiv, Candidosi)
53
Meccanismi di difesa Prima Barriera le barriere
naturali (parti del corpo in comunicazione con
lambiente esterno)
Apparato tegumentario pelle ? integrità ?
desquamazione ? secrezione ghiandole sebacee e
sudoripare ? presenza microrganismi
commensali
54
Barriere naturali mucose apparato digerente
saliva, linfonodi, ghiandole, succhi
gastrici apparato respiratorio secrezioni
mucose, ciglia vibratili apparato urogenitale
secrezioni mucose, flora saprofita, pH acido,
deflusso urina apparato oculare lacrime,
movimenti di detersione
55
Seconda Barriera naturale difese immunitarie -
immunità aspecifica fagocitosi
Terza Barriera immunità specifica produzione di
anticorpi e di cellule immunitarie (linfociti)
56
Le basi della prevenzione delle malattie infettive
? Scoprire e rendere inattive le sorgenti e i
serbatoi dinfezione ? Interrompere la catena di
trasmissione ? Modificare le condizioni
ambientali che favoriscono la persistenza e
diffusione dellinfezione ? Modificare la
recettività della popolazione (aumentare le
resistenze)
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Prevenzione delle malattie infettive
  • Metodi diretti
  • Vaccinazioni, sieri immuni, farmaci
  • Ricerca e bonifica dei portatori
  • Denuncia obbligatoria, inchiesta epidemiologica e
    misure contumaciali
  • Bonifica ambientale (sterilizzazione,
    disinfezione, asepsi, antisepsi e disinfestazione)

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Prevenzione delle malattie infettive
  • Metodi indiretti
  • Risanamento e miglioramento degli ambienti di
    vita e di lavoro
  • Controllo della qualità dellacqua, degli
    alimenti e delle bevande
  • Miglioramento delle condizioni di salute
    individuali e collettive

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(No Transcript)
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VACCINI
  • Il vaccino è una sostanza che viene introdotta
    nellorganismo ( per bocca , iniezione, ecc) allo
    scopo, non di curare una malattia già esistente,
    ma di impedire che essa in futuro si sviluppi (
    prevenzione ).
  • Il vaccino fa in modo che il sistema immunitario
    del nostro organismo si attivi contro la malattia
    e si premunisca contro di essa.

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  • I vaccini non servono per prevenire tutte le
    malattie ma solo quelle causate da agenti
    patogeni ( microrganismi come virus e batteri),
    le cosiddette malattie infettive.
  • Al momento non esistono vaccini per tutte le
    malattie infettive ma solo per alcune di esse
    come il vaiolo, la poliomielite, il tifo, il
    tetano, la rosolia, lepatite A e B. ecc.
  • I vaccini tradizionali sono costituiti dallo
    stesso agente patogeno della malattia che è stato
    trattato in modo che possa ancora indurre
    nellorganismo la risposta immunitaria difensiva
    ma non sia più in grado di moltiplicarsi e
    indurre la malattia.La risposta immunitaria al
    vaccino permetterà in futuro allorganismo di
    difendersi dalla malattia per cui si è vaccinato.

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  • La vaccinazione è la inoculazione , attraverso
    varie vie, di un vaccino a scopo profilattico, al
    fine cioè di produrre uno stato di immunizzazione
    contro una data malattia.
  • Il vaccino è un preparato contenente germi o
    virus uccisi o attenuati, oppure tossine(
    sostanze tossiche prodotte dai germi),
    modificate, trattate cioè in modo tale da
    mantenere il loro potere antigene (proprietà di
    produrre anticorpi) ma non più capaci di produrre
    la forma morbosa.
  • Il termine vaccino deriva dal fatto che il primo
    usato proveniva dal vaiolo bovino ( o vaccinico).

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  • Introdotto nell'organismo, il vaccino entra nel
    sangue. I virus, i batteri o le tossine in esso
    contenute, fungono da antigeni, e cioè stimolano
    le plasmacellule a produrre anticorpi, speciali
    sostanza proteiche che si oppongono agli agenti
    della malattia. Nel caso poi che l'individuo si
    esponga ulteriormente agli stessi batteri o
    tossine, i globuli bianchi di un certo tipo
    (linfociti della memoria) riconoscono gli
    antigeni che hanno già combattuto ed entrano in
    azione inducendo le plasmacellule a produrre la
    quantità di anticorpi necessaria per distruggere
    o neutralizzare la infezione.

64
Immunoprofilassi artificiale
Siero (cavallo)
normali
Protezione immediata, ma dura 1 2 mesi)
passiva
Ig umane
specifiche
Anti epatite B ..
Immunoprofilassi
per e.v.
attiva
vaccini
Polio os, morbillo, rosolia, parotite, tifo os,
BCG
anatossine
vivi
inattivati
Tetano, difterite
purificati
interi
Influenza split e subunità
Influenza intero
65
Edward Jenner 14 maggio 1796
66
Il 14 maggio 1796 Jenner usando materiale di una
pustola di vaiolo vaccino fece una inoculazione
in un bambino di 8 anni James Pipps . Il ragazzo
contrasse il vaiolo vaccino e si rimise
completamente dopo 6 settimane. Jenner effettuò
poi una seconda inoculazione usando questa volta
il siero di di pustole umane. Il ragazzo non si
ammalò, dimostrando che limmunizzazione con
vaiolo vaccino conferiva immunità anche contro il
vaiolo umano. Si scoprì così in via empirica
questo meccanismo ma solo nel XX secolo se ne
potrà dare una spiegazione razionale.
67
Delibera Giunta Regionale Toscana N 1020 del
27.12.07 Direttive Regionali in materia di
vaccinazioni. Offerta attiva e gratuita per
letà evolutiva.
68
Calendario delle vaccinazioni della Regione
Toscana per adolescenti, adulti ed anziani.
69
TIPI DI VACCINI
  • vaccini viventi costituiti dall agente patogeno
    vivo ma indebolito (attenuato ) che non è più in
    grado di portare alla malattia ma che è ancora in
    grado di attivare il sistema immunitario. Si
    tratta di vaccini efficaci ma che presentano
    alcuni rischi perché il microrganismo può, in
    alcuni casi , tornare virulento e quindi
    patogeno. Sono vaccini viventi quelli contro la
    rosolia, la poliomielite, il morbillo, il vaiolo
    ecc.
  • vaccini con agenti infettivi uccisi per mezzo del
    calore, o del pH o immergendoli in formalina.
    Limmunità conferita da questi vaccini è
    transitoria per cui è necessario fare ripetuti
    richiami
  • vaccini a subunità costituiti solamente dalle
    proteine antigeniche isolate dallagente patogeno

70
COME AGISCONO I VACCINI
  • lorganismo reagisce allintroduzione del vaccino
    attivando il sistema immunitario (per mezzo di
    linfociti e anticorpi) in 2 modi chiamati
    immunità umorale e cellulare
  • nel sangue i linfociti B (un tipo di globuli
    bianchi) producono anticorpi che vanno a legarsi
    agli agenti infettivi e li neutralizzano (essi
    possono agire solo con i patogeni che si
    localizzano allesterno della cellula).
  • i linfociti T citotossici ( killer) invece
    uccidono i patogeni che penetrano allinterno
    della cellula. Le cellule invase dai patogeni si
    riconoscono perché espongono sulla loro
    superficie dei frammenti delle proteine
    dellinvasore.

71
  • Contemporaneamente altri linfociti diventano
    cellule della memoria , cioè cellule che in
    futuro, se lorganismo tornerà in contatto con lo
    stesso patogeno, si ricorderanno di esso e
    saranno in grado di riconoscerlo subito e di
    reagire più prontamente contro di esso
    impedendogli di moltiplicarsi e quindi di
    produrre la infezione , cioè la malattia .

72
La capacità delle vaccinazioni di interrompere la
diffusione delle malattie che si trasmettono da
persona a persona dipende dalla proporzione di
persone vaccinate, comunemente indicata come
copertura vaccinale. Una copertura vaccinale
elevata (in genere superiore al 90) contribuisce
a proteggere dalla malattia anche chi non è
vaccinato perché riduce il numero di persone che
possono contagiarne altre. In questo modo anche
chi non può essere vaccinato ha minori rischi di
ammalarsi.
73
CONTROINDICAZIONI ALLE VACCINAZIONI
  • Le uniche vere controindicazioni alla
    somministrazione di tutti i tipi di vaccini
    attualmente consigliati in Italia sono la
    presenza di malattie acute con febbre e con turbe
    generali e lesistenza di disordini immunitari.
    La somministrazione di corticosteroidi a basso
    dosaggio per via sistemica, aereosolica o topica,
    nonché qualunque altro tipo di farmaco, non
    controindica lesecuzione di queste vaccinazioni.
    Non sono controindicazioni affezioni minori delle
    vie respiratorie (mucositi, otiti, faringiti,
    tonsilliti, bronchiti), allergie come asma e
    manifestazioni atopiche, convulsioni, malattie
    croniche, prematurità, incubazione di una
    malattia.

74
RISCHIO BIOLOGICO
Lattività assistenziale sanitaria è gravata da
una inevitabile esposizione a rischi di natura
differente.Tra questi sono certamente importanti
quelli di natura infettiva
75
Il rischio biologico del personale ospedaliero è
connesso allesposizione (trasmissione
parenterale, contatto cutaneo e inalazione) ad
organismi e microrganismi patogeni e saprofiti
presenti nellambiente a seguito di emissione,
trattamento o manipolazione di sostanze o
materiali infetti
76
Pericolo La proprietà o quantità intrinseca di
una determinata sostanza, attrezzo o metodo di
lavoro, avente la potenzialità di causare danni.
Rischio La probabilità che sia raggiunto il
limite potenziale di danno nelle condizioni di
impiego e/o di esposizione ad una sostanza.
77
Categorie di lavoratori esposti a rischio
biologico (dati 1995)
78
Categorie di lavoratori esposti a rischio
biologico (dati 1999)
79
Modalità di esposizione(dati 1995)
80
Modalità di esposizione(dati 1999)
81
Aree con maggiore frequenza di incidenti (dati
1999)
82
Il rischio biologico è più elevato nei reparti
(chirurgia, rianimazione, oncologia, nefrologia
ecc.) dove vengono praticate manovre ad alto
rischio come lincannulazione delle vie
arteriose, angiogafie, endoscopia, intubazione
endotracheale e tracheostomia.
83
Esistono manovre a medio rischio come i prelievi
endovenosi, le iniezioni intramuscolari e
sottocutanee, lincannulazione delle vie venose
centrali e periferiche, il lavaggio manuale di
strumentario chirurgico e medico
84
Manovre a basso rischio possono considerarsi la
somministrazione dei clisteri, la pulizia del
cavo orale, la tricotomia, ecc.
85
Esposizione a Rischio
  • Manovre dati 1995
  • Reicappucciamento aghi 8,5
  • Presenza di aghi tra i telini 3
  • Manipolazione dei rifiuti 12
  • Smaltimento taglienti 2
  • Procedure di sala operatoria 8
  • Prelievi i.m. e e.v. 15,5
  • Manipolazione aghi 8,5

86
Dispositivi di protezione di barriera
  • si eseguono procedure assistenziali, diagnostiche
    e terapeutiche che prevedono un possibile
    contatto accidentale con sangue e alro materiale
    biologico
  • si manipolano presidi, strumenti o attrezzature
    che possono provocare un contatto accidentale con
    sangue e altro materiale biologico

87
Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)
  • Divisa protettiva (maniche lunghe)
  • Scarpe idonee
  • Guanti di protezione
  • Occhiali o visiere di protezione
  • Mascherine

88
Utilizzo dei dispositivi di protezione individuale
  1. Quando vi può essere contatto con sangue o altri
    liquidi biologici
  2. Quando si eseguono procedure di accesso vascolare
  3. Quando si maneggiano, puliscono e ripongono
    strumenti taglienti, appuntiti ed affilati
  4. Quando la cute delle mani presenta lesioni
    (ferite, abrasioni e dermatiti)
  5. Quando si maneggiano provette per lesecuzione
    dei test di laboratorio

89
E necessario cambiare i guanti (o lavarsi) tra
un paziente e laltro, e sullo stesso paziente,
tra una procedura e laltra
90
In caso di contatto accidentale
  • Lavare immediatamente la zona interessata con
    acqua corrente e sapone per circa 2 minuti e,
    successivamente, disinfettarla (clorexidina 4,
    amuchina 5).
  • Presentarsi in breve tempo presso le strutture
    sanitarie preposte (PS, Uffici Sanitari) per la
    segnalazione-denuncia dellincidente, per
    effettuare i controlli sanitari, per iniziare
    leventuale profilassi

91
In caso di esposizione parenterale
  • Facilitare il sanguinamento, lavare con acqua e
    sapone e disinfettare

92
In caso di esposizione mucosa
  • Lavare con abbondante acqua corrente gli occhi ed
    il viso e sciacquare con acqua ossigenata il cavo
    orale

93
In caso di contaminazione di cute lesa
  • Lavare con acqua e sapone e disinfettare

94
Eliminazione e Smaltimento dei Rifiuti
  • Rifiuti taglienti e/o acuminati
  • Vanno eliminati negli appositi contenitori rigidi
    non riutilizzabili (D.M. Sanità 28/09/90)
  • Rifiuti non taglienti
  • Vanno raccolti negli appositi sacchi di plastica,
    di colore rosso o giallo.

95
Trattamento degli strumenti sanitari
  1. Decontaminazione dello strumento, che deve essere
    immesso per almeno 30 minuti in una apposita
    soluzione disinfettante
  2. Pulizia tramite detersione con appositi prodotti
    detergenti
  3. Sterilizzazione in autoclave (15 minuti a 121)
    oppure nelle stufette a secco (60 minuti a 170)
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