Title: COMUNICAZIONE NON VERBALE
1COMUNICAZIONE NON VERBALE
2Introduzione
- Lo studio della Comunicazione non Verbale ha
radici relativamente antiche la prima monografia
dedicata allargomento risale al XVII sec. - Nel XVIII sec. Lo studio della Comunicazione non
Verbale e in particolare del gesto era
considerato un elemento determinante per la
comprensione dellorigine del pensiero e del
linguaggio.
3Introduzione
- In particolare, Diderot (1751) e Condillac (1756)
si sono occupati dellargomento. - Nel XIX sec. con Tylor (1878) e Wundt (1901)
linteresse per la sfera non verbale era ancora
legato alle teorie sulla transizione
dallespressione individuale al linguaggio
codificato. - La ricerca concernente la sfera non verbale era
ancora asistematica. Suo unico scopo era quello
di suffragare le innumerevoli teorie filosofiche
sullorigine della società .
4Introduzione
- I primi studi autonomi sulla CNV risalgono alla
prima metà del 900 K. Lorenz (1939) e
Eibl-Eibesfeldt (1949). Lapproccio è
prevalentemente zoologico o biologico. - Limportanza di questo campo di studi è andata
crescendo nella seconda metà del 900,
coinvolgendo un numero considerevole di
discipline.
5Introduzione
- La linguistica si è dedicata tardi a questo tipo
di studi, benché L. Bloomfield (1933), Bolinger
(1975) e Pike (1946) abbiano mostrato interesse
per la questione. - Bloomfield (193339) Il gesto accompagna il
parlato ed è soggetto a convenzioni sociali.
Tuttavia il suo meccanismo è ovvio.
6Introduzione
- Bolinger (1946) il confine tra ciò che si
definisce e ciò che non si definisce lingua
dipende da classificazioni arbitrarie dovute alla
misura in cui i fenomeni in questione possono
essere ricondotti ad una analisi strutturale. - Pike (1967) approccio alla CNV dalla prospettiva
della Teoria Unificata della Struttura del
Comportamento Umano -
7Introduzione
- Secondo questa teoria, la lingua è solo una fase
dellattività umana e non dovrebbe essere
dissociata da altre fasi. Per provare la sua
teoria, Pike citò un gioco in cui le parole di
una frase erano progressivamente sostituite da
gesti. Il gioco descritto dimostra che forme non
verbali posso essere strutturalmente integrate
con forme verbali.
8CNV come si definisce?
- La definizione di CNV inizialmente comprendeva
lintero insieme di tutto ciò che è non
verbale. - Questo implicava che sotto letichetta di CNV si
raccogliessero fenomeni disparati, quali - Gesti delle mani e della testa
- Espressioni facciali
- Gesti vocali
- Abbigliamento (Argyle, 1982)
9CNV come si definisce?
- Una definizione del genere è troppo vasta.
- Una definizione possibile la trasmissione
intenzionale di informazione da un emittente A a
un ricevente B attraverso il canale visivo.
10Comportamento e Comunicazione
- I termini Comportamento e Comunicazione sono
stati a lungo usati indifferentemente in
relazione allambito non verbale. - Una possibile differenziazione tra comportamento
e comunicazione è il tratto intenzionale. - In questa sede, si assume come postulato
lintenzionalità dei processi comunicativi.
11Comportamento e Comunicazione
- La classificazione più esaustiva del
Comportamento non verbale è di Ekman e Friesen
(1969), che classificano il comportamento non
verbale umano secondo sei tratti - Condizioni esterne
- Rapporto col comportamento verbale associato
- Consapevolezza nellemissione
- Intenzionalità dellemissione
12Comportamento e Comunicazione
- Feedback dal ricevente
- Tipo di informazione veicolata
- Secondo i parametri appena elencati, Ekman e
Friesen suddividono il comportamento non verbale
in tre categorie - Atti informativi, se forniscono informazioni
riguardo al parlante, ma non sono intenzionali
13Comportamento e Comunicazione
- Atti Comunicativi, se sono chiaramente e
intenzionalmente mirati a trasmettere un
significato al ricevente - Atti Interattivi, se tendono a modificare o
influenzare il comportamento interattivo del
ricevente. - In questa sede, si riterranno esempi di
Comunicazione non Verbale gli atti ai punti n. 2
e 3.
14Comportamento e Comunicazione
- Con questa definizione non si intende affermare
che la gestualità non sia parte del Comportamento
Non Verbale.
15Che cosè un gesto? Definizione
- A. Kendon (1986 28-31) la parola gesto è
utilizzata come etichetta per quellinsieme di
azioni visibili che i riceventi percepiscono some
governati da un intento comunicativo chiaro e
riconosciuto. Tuttavia, se il termine gesto si
riferisce a tutti i movimenti il cui intento
comunicativo è chiamo e manifesto, la
definizione risulta troppo vaga.
16Che cosè un gesto? Definizione
- Kendon (1986) Gesticolazione linsieme dei gesti
che co-occorrono col parlato e sembravo avere una
stretta relazione con una frase o parte di essa. - Kendon (1990) gesto stretta di mano.
- Può una stretta di mano essere considerata un
gesto? - O è parte del comportamento sociale?
17Che cosè un gesto? Definizione
- Rossini (in preparazione) gesto movimento
intenzionale delle mani o della testa rilevabile
allinterno di un atto comunicativo e provvisto
di un accesso lessicale condiviso da parlante e
ascoltatore. Questo implica che - Per il gesto, così come per il parlato, la
condivisione del significato è determinante
perché la comunicazione abbia successo.
18Che cosè un gesto? Definizione
- I gesti veicolano significato, anche se in vari
modi e con precisione non costante alcuni di
essi veicolano concetti spaziali che sono
ampiamente condivisi altri hanno un rapporto
significante-significato più arbitrario e variano
sensibilmente secondo lasse diatopico.
19Che cosè un gesto? Definizione
- Seguendo questa definizione, possiamo affermare
che una stretta di mano sia un gesto? - Movimenti della testa sono definibili come
gesti? - Lopinione degli studiosi non è chiara
- Cassell et al. (1994) definisce i movimenti della
testa per sì e no movimenti facciali, anche
se esprimono significati chiari e ampiamente
condivisi.
20Che cosè un gesto? Definizione
- Morris (1977) li definisce invece genericamente
- segnali. - Secondo i principi della semiotica un segnale si
può definire come un qualsiasi fenomeno che
fornisca informazioni al ricevente (cfr. gli atti
informativi di Ekman e Friesen), come, ad es., la
spia del serbatoio di carburante di
unautomobile. - Il termine segnale, quindi, non implica
intenzionalità .
21Che cosè un gesto? Definizione
- Ma i movimenti della testa che hanno un
significato chiaro e condiviso, nonché arbitrario
(ad es. i movimenti per sì e no e la forma di
saluto) sono da considerarsi gesti a tutti gli
effetti.
22Il gesto quadro delle classificazioni
23Comunicazione solo umana?