Title: La valutazione multidimensionale clinico-psicologica nei disturbi psicosomatici e somato psichici
1La valutazione multidimensionale
clinico-psicologica nei disturbi psicosomatici e
somato psichici
Carlo Pruneti Dipartimento di Medicina Clinica e
Sperimentale Unità di Psicologia
Clinica Università degli Studi di Parma e mail
carlo.pruneti_at_unipr.it
2VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE
- La complessità dellorganismo umano e lestrema
variabilità interindividuale presuppongono - in caso di malattie organiche, accanto alla
diagnosi medica, una approfondita valutazione
delle variabili psicologiche individuali e
socio-ambientali intervenienti nellinsorgenza,
nel mantenimento e nel decorso della malattia e
che possono influenzare la compliance - in presenza di disturbi psicopatologici, la
diagnosi multiassiale prevede insieme alla
valutazione psicodiagnostica anche la
valutazione di qualsiasi condizione medica
(asse III - DSM) e dei problemi di natura
psicosociale e ambientale (asse IV - DSM)
concomitanti, che possono avere un ruolo nella
manifestazione, nel mantenimento dei sintomi,
oltre che nella programmazione dellintervento e
nellefficacia del trattamento
3DIAGNOSI
- Processo logico con cui il medico definisce
lesistenza e la natura della malattia e le
condizioni del paziente - (Enciclopedia Universale Rizzoli)?
4Modello medico classico della diagnosi
Primo contatto col malato e colloquio clinico
Osservazione
Esame obiettivo clinico
Formulazione/Riformulazione ipotesi diagnostica
Accertamenti diagnostici esami strumentali e di
laboratorio
NO
I risultati degli esami confermano lipotesi
diagnostica?
SI
Trattamento
Verifica trattamento
5Le differenze fra diagnosi medica e
clinico-psicologica
- Segni e sintomi
- Prima ipotesi
- Verifica di laboratorio
- o strumentale
- Conferma della diagnosi
- Intervento
- Verifica dellefficacia
- Segni e sintomi
- Prima ipotesi
- Valutazione del comportamento
- Verifica della diagnosi (?)?
- Intervento
- Verifica dellefficacia (?)?
6Il paradigma di Hull
ORGANISMO
STIMOLO
RISPOSTA
ESTERNO, oppure INTERNO Cognitivo Fisiologico Fi
sico, ecc.
INFLUENZE Genetiche Temperamentali Familiari Educ
azione Stati mentali
MOTORIO-VOLONTARIO COGNITIVO-VERBALE AUTONOMICO-
INVOLONTARIO
7La valutazione clinico-psicologica COSA
INDAGARE
- Comportamenti interni cognitivi, emozionali,
neurovegetativi, ecc. - Comportamenti esterni verbali, motori, gestuali,
di relazione, ecc. - Abitudini e condotte a rischio per la salute
- Stili di vita disadattivi e comportamenti stress
correlati - Tratti stabili, tipologie di personalità,
temperamento - Risorse e stili di coping
- Fattori socio-ambientali (status socio-economico
presenza/assenza di relazioni affettive
significative, sostegno sociale, ecc)? - Sintomi, disturbi psicopatologici
- Quadro e profilo psicofisiologico
- Quadro neuroendocrino
8La valutazione clinico-psicologica METODICHE
DINDAGINE
- Anamnesi
- Colloquio
- Osservazione (comportamento, gestualità, mimica,
ecc.)? - Somministrazione di test psicodiagnostici
- (valutazione dello stato attuale, personalità e
temperamento, resistenza allo stress, stile e
risorse di coping, sistema di credenze-aspettative
, ecc.)? - Valutazione dellassetto psicofisiologico
- Integrazione con altri dati medici (esami
ematochimici, dosaggi ormonali, esami
strumentali)?
9Intervento multidisciplinare,disturbi
psicofisiologici e stress
- Secondo la teoria della debolezza somatica la
connessione tra lo stress e un determinato
disturbo psicofisiologico risiede nella debolezza
di un organo specifico. - La teoria della reazione specifica, invece, si
basa sul presupposto che le persone differiscono
rispetto alle modalità, ai pattern di reattività,
con cui il loro sistema nervoso autonomo risponde
allo stress. Lapparato di organi più sensibile
allo stress ha maggiore probabilità di ammalarsi.
Per esempio, una persona il cui canale
preferenziale di risposta autonomica è la
frequenza cardiaca, con aumento della pressione
arteriosa, è più suscettibile di sviluppare
disturbi cardiovascolari. - Lintensità e la durata della risposta
individuale allo stress, la capacità di
resistenza allo stesso e la sua possibile
azione patogena sono mediate da variabili
biologico-costituzionali, psicologico-cognitive,
comportamentali e socioambientali.
10SALUTE
IPPOCRATE di COS (IV secolo a.c.) fu il
PRECURSORE della moderna concezione di salute,
della valutazione multidimensionale e
dellintervento integrato, per primo sostenne che
lorganismo è unitario. Secondo Ippocrate
Ippocrate di Cos (circa 460-370 a.c)?
- La malattia non è semplice affezione di un
singolo apparato, ma di tutto un sistema,
profondamente influenzato dai suoi rapporti con
lambiente - Individua nel cervello lorgano più potente del
corpo, dalla cui capacità di discernimento
dipendono gli organi di senso (studi sugli
effetti di traumi o malattie del SNC sul
comportamento) - Dal trattato Delle Epidemie Il medico deve
studiare i costumi, il regime, il modo di vita,
letà di ognuno i discorsi, i silenzi, i
pensieri, il sonno, linsonnia, i sogni come
e quando i gesti involontari strapparsi i
capelli, grattarsi, piangere Perché, il più
grande errore che si commette oggi è separare la
psiche dal soma - Nell'isola di Cos, tenne vere e proprie
conferenze e ospitò malati di ansia e depressione
ai quali venivano, tra gli altri, fatti
effettuare esercizi di rilasamento.
11TEORIA UMORALE (Pitagora, Ippocrate, Galeno)
Gli umori, responsabili dello stato di salute o
malattia e del temperamento sono messi in
relazione con le stagioni e le età della vita.
Tale schema riflette il tentativo di una
comprensione globale delluomo e della natura.
12SALUTE
La salute è uno stato di completo benessere
fisico, mentale e sociale e non consiste soltanto
in unassenza di malattia o infermità. Il
possesso del massimo stato di salute che è capace
di raggiungere costituisce uno dei diritti
fondamentali di ogni essere umano (OMS).
13Come i nostri schemi percettivi, cognitivi e
lansietà.possono influenzare il comportamento
- Quello che per il bruco sarà la fine del suo
mondo....diventerà l'inizio della vita per la
farfalla
14Intervento multidisciplinaredisturbi
psicofisiologici e assessment psicofisiologico
Oltre ad essere parte integrante dellassessment
di tutti maggiori disturbi, la valutazione
psicofisiologica gioca un ruolo fondamentale nei
cosiddetti disturbi psicosomatici o meglio
psicofisiologici. Nel caso del paziente
psicosomatico tipico, lalterazione
dellequilibrio emozionale espressa dallansia
tende a manifestarsi attraverso canali e vie di
tipo somatico piuttosto che a livello
comportamentale. Spesso si ha uno scarico totale
su vie vegetative ed endocrine al di fuori del
livello di coscienza, senza vissuti intrapsichici
e comportamenti correlati. In questi casi solo
un accurata valutazione clinico psicologica,
psicofisiologica e psicoendocrina sarà in grado
di descivere il disturbo ed indirizzare il
trattamento.
15DISTURBI PSICOSOMATICI
Disturbi sostenuti da FATTORI PSICOLOGICI ruolo
nellinsorgenza, intensità e mantenimento anche
di disturbi fisici
16PATOLOGIE ORGANICHEDISTURBI SOMATICI
FATTORI PSICOLOGICI varabili individuali e
socio-culturali(storia clinica, aspettative e
credenze, resistenza allo stress, abitudini e
comportamenti tipici, status socio-economico,
rete dei servizi, ecc)?
17ASSESSMENT PSICOFISIOLOGICO
- É un segmento della valutazione clinica generale
del caso, rivolto allesame della specifica
configurazione di attivazione psicofisiologica
(SNA) in condizioni date.
18La catena di registrazione
- Soggetto elettrodo
- trasduttore
- amplificatore
- poligrafo oscilloscopio computer
19Assessment psicofisiologicole principali
variabili fisiologiche oggetto dindagine
- attività elettrodermica (scl/scr/gsr/spr)
- elettromiogramma di superficie (EMG)?
- frequenza/ampiezza cardiaca (HR HA)?
- frequenza/ampiezza respiratoria (RR RA)?
- intervallo inter-battito (IBI)?
- temperatura periferica (PT)?
- pressione arteriosa media (PWV)?
- EEG bipolare
20PROFILO PSICOFISIOLOGICO DI STRESS (FULLER, 1974)?
- Nel PPF la registrazione si articola in tre fasi,
precedute da un periodo di adattamento
allambiente - linea di base (Baseline/Riposo), 6 minuti
- presentazione di uno stimolo stressante (Stress
Presentation), 4 minuti - attesa di un possibile ritorno ai livelli di
base (Recovery/Recupero), 6 minuti.
21ESEMPIO DI PROFILO PSICOFISIOLOGICO DI STRESS
22PPF modalità di registrazione
- Il soggetto viene fatto accomodare sopra un
lettino parzialmente reclinato con le braccia
distese lungo il corpo, in una stanza
insonorizzata e con un illuminazione adeguata, a
temperatura costante (18-22 C) ed umidità
inferiore al 50. - Dopo unadeguata informazione del soggetto
riguardo allesame (durata, modalità, breve
spiegazione dei canali registrati,
rassicurazioni sullassenza di alcun pericolo o
dolore), segue il posizionamento degli elettrodi.
23Anatomia della pelle
- Lo strato corneo è composto da cellule piatte e
morte. Queste vengono continuamente rimpiazzate
da altre prodotte dallo strato germinativo. - Il derma sottostante è formato da tessuto
connettivo e contiene vasi sanguigni, nervi, vasi
linfatici, follicoli piliferi, ghiandole
sudoripare e ghiandole sebacee. - Lipoderma è un tessuto sottocutaneo ricco di
grasso che contiene vasi sanguigni e linfatici,
le radici dei follicoli piliferi, nervi
sensoriali e le porzioni secretorie delle
ghiandole sudoripare.
CUTE EPIDERMIDE Strato Corneo
CUTE EPIDERMIDE Strato Lucido
CUTE EPIDERMIDE Strato granuloso
CUTE EPIDERMIDE Strato spinoso
CUTE EPIDERMIDE Strato germinativo
CUTE DERMA Strato papillare
CUTE DERMA Strato reticolare
IPODERMA IPODERMA IPODERMA
24Ghiandola sudoripara
- La ghiandola sudoripara è un annesso cutaneo
formato da un tubicino lungo e sottile,
unestremità del quale è connessa con lesterno a
livello dellepidermide mentre laltra termina a
fondo cieco dopo essersi avvolta a gomitolo su sé
stessa a livello del derma o anche dellipoderma
(segmento secretorio). Attraverso il derma il
dotto, o glomerulo sudoriparo, assume una forma
ondulata che diviene a spirale lungo
lepidermide.
25Psicofisiologia e fisiologiale ghiandole
sudoripare
26Parametri
- Frequenza numero di EDRs osservate nella
finestra temporale considerata. - Ampiezza altezza di una singola risposta.
- Latenza tempo che intercorre tra la
presentazione dello stimolo e la comparsa della
risposta. Rispetto ad altri biosegnali, quello
relativo allEDA presenta una latenza di risposta
più grande. La latenza della risposta dellEDA
relativa alle misure esosomatiche si aggira
intorno ai 1-2 sec (Edelberg, 1967). La latenza
della SPR, invece, è più breve di circa 300 msec
(Venables Christie, 1980). - Tempo di ascesa (Rise time) tempo che impiega la
EDR a raggiungere lintensità massima.
27Innervazione
- La parte secretoria della ghiandola sudoripara è
provvista di fibre nervose simpatiche ampiamente
ramificate, alcune delle quali si estendono fino
alle zone dermali del dotto. - Anche se la trasmissione post-gangliare simpatica
è di norma adrenergica (NA come
neurotrasmettitore), quella relativa alla
secrezione di sudore è colinergica (ACh come
neurotrasmettitore). - I neuroni pre-gangliari responsabili della
secrezione di sudore si accompagnano, a livello
periferico, alle altre fibre nervose simpatiche
provenienti dal corno laterale del midollo
spinale (da C8 a L2) ipsilateralmente attraverso
il tronco simpatico.
28Controllo
- Stimolazioni elettriche dellipotalamo
paraventricolare e dellarea posteriore dello
stesso è seguita da vasocostrizione, piloerezione
e secrezione di sudore. Dallipotalamo le fibre
simpatiche attraverso il tegmento e la
formazione reticolare raggiungono
ipsilateralmente il corno laterale del midollo
spinale. - Esistono due principali fonti cerebrali di EDA
- 1. EDA 1, costituita da influenze ipsilaterali
eccitatorie provenienti dallamigdala (reazioni
di orientamento e difesa) e inibitorie
dallippocampo (inibizione comportamentale)
mediata dalle aree termoregolatrici
dellipotalamo, concomitante a fattori
emozionali. - 2. EDA 2, costituita da influenze
controlaterali provenienti dai gangli della base
e dalle aree corticali premotorie, concomitante
alla preparazione di azioni motorie specifiche. - 3. EDA 3, costituita dallattività modulatrice
della formazione reticolare legata alle
variazioni dellarousal generale.
29Proprietà resistive e capacitive della pelle
- Una resistenza variabile costituita dallo strato
corneo. - Una resistenza fissa costituita dalla barriera
dellepidermide. - Resistenze costituite dai dotti delle ghiandole
sudoripare. - Una resistenza fissa e bassa costituita dalla
parte inferiore dellepidermide, dal derma e
probabilmente dallipoderma. - Le membrane della parte secretoria delle
ghiandole sudoripare, data la loro permeabilità
selettiva a determinate specie ioniche,
accumulano e separano cariche (ioni) come dei
condensatori.
30Meccanismi
- La maggior parte dellEDA avviene nel derma o
negli stessi dotti sudoripari. La cavità del
dotto ha infatti un potenziale negativo rispetto
al tessuto circostante che dà origine al
potenziale cutaneo. I dotti sono in genere pieni
sino allo strato germinativo è questa quantità
statica di sudore che determina il livello tonico
dellEDA, cioè il SCL e il SPL. - Se il sudore contenuto nel dotto viene spinto
temporaneamente verso lalto da un aumento del
tono simpatico nellattività secretiva della
ghiandola, si osserva un aumento della
conduttività (SCR) ovvero un aumento della
negatività (SPR). Non è necessario che il sudore
raggiunga la superficie della pelle per
distinguere una SCR o una SPR. - il tipo di dispersione del sudore successivo al
allinnalzamento nel dotto modifica la morfologia
della risposta. Una graduale diffusione del
sudore sullo strato corneo produce una SPR
caratterizzata da un aumento transitorio di
negatività (risposta unifasica) e una SCR
caratterizzata da un lento recupero. Un
riassorbimento più attivo del sudore attraverso
un cambiamento nella membrana selettiva del dotto
produce una SPR caratterizzata da una iniziale
fase negativa ed una successiva fase positiva
(risposta bifasica) e una SCR a recupero più
rapido
31FREQUENZA CARDIACA (FC)?
- Elettrocardiogramma (ECG) registrazione a
livello epidermico dellattività elettrica del
muscolo cardiaco. - Londa depolarizzante origina nel nodo
seno-atriale e si propaga, attraverso tessuti ad
alta conducibilità, alle altre fibre muscolari. - Lintensità, la direzione e il verso dellonda
depolarizzante sono rappresentate da un
tracciato tipico. - La frequenza cardiaca viene stimata in base al
tempo che intercorre tra unonda R e laltra.
32Il cuore.
33TEMPERATURA CUTANEA PERIFERICA
- Le mani fredde e il pallore sono dovuti alla
riduzione del lume dei vasi sanguigni periferici
(vasocostrizione). - Ad una attivazione simpatico-adrenergica che
provoca vasocostrizione cutanea corrisponde una
attivazione simpatico-colinergica che determina
vasodilatazione muscolare. - Si registra applicando un termistore sulla
porzione distale (temperatura cutanea distale) di
un dito o sull'eminenza ipotenare della mano
(temperatura cutanea periferica).
34Segnale sinusoidale
35Conversione analogico-digitale
36Campionamento del segnale
37Sottocampionamento
38(No Transcript)
39(No Transcript)
40Physiological Changes in the Flight-or-Fight
Response
41Stress oggettivi
- Calcolo aritmetico (MAT)?
- Compiti di memoria
- Iperventilazione forzata (manovra di Valsalva
- Somministrazione di rumori molto forti (90 dbl)?
- Cold pressor test
- Video game
- Diapositive o filmati
- CPM 47 (in versione tradizionale o computerizzata
42MENTAL ARITHMETIC TASK
- È un compito di calcolo mentale nel quale al
soggetto è richiesto di eseguire consecutivamente
la sottrazione di un numero di due cifre da un
altro di tre, ad esempio del numero 13 a partire
dal numero ottenuto in ogni successiva
sottrazione a partire dal numero 1007 per tutti e
quattro i minuti della fase di stress.
43STRESS SOGGETTIVO
- Consiste nel chiedere al soggetto di parlare,
per tutti e quattro i minuti della fase di
stress, di un argomento che sia risultato
rilevante dallanamnesi e dal colloquio clinico,
in modo tale da creare una condizione di
attivazione neurovegetativa. In taluni casi è
possibile intervenire con quesiti e richieste di
precisazioni per favorire lo sviluppo di
unadeguata immedesimazione nel compito richiesto.
44APPLICAZIONI DEL PROFILO PSICOFISIOLOGICO DI
STRESS
- Nella valutazione iniziale del caso, riesce a
dare informazioni sullo - stato attuale e relativo ai mesi precedenti,
sulla reattività allo stress, - e sullesaurimento delle risorse emozionali.
- E un utile strumento per la verifica
dellandamento del caso, ossia - per vedere durante il trattamento la
presenza, lentità e la direzione di - eventuali miglioramenti.
- A termine del trattamento per una migliore
valutazione dei risultati - conseguiti, e durante il follow-up per testare
leffettivo consolidamento - di essi.
- Va da sé che il criterio di successo di un
intervento terapeutico - deve passare per tutti i tre maggiori sistemi di
risposte - (cognitivo, comportamentale e psicoficofisiologic
o)? - per avere una reale significatività clinica.
45Psicofisiologia nella pratica clinica
Vi sono numerose evidenze cliniche per cui un
profilo di generale di bassa attivazione SCL
basso (0,7-1,5µS) e non reattivo, HR stabile a
frequenze relativamente basse e non reattivo,
TH relativamente bassa (29-31C sulleminenza
tenar)? RISULTA TIPICO DI SINDROMI IMPRONTATE A
DEPRESSIONE DELLUMORE O GRAVE DISTURBO DI TIPO
OSSESSIVO. In assoluto il minimo livello di
attivazione, con valori bassissimi di SCL (anche
0,5-0,8µS), drammatica e stabile bassa
temperatura (anche 25,5-29C sulleminenza tenar)
e bassa e irregolare H.R., si riscontra nelle
sindromi anoressiche conclamate.
46Psicofisiologia nella pratica clinica
Un profilo caratterizzato da alti valori
in S.C.L. (12-13µS o più), H.R. (80 o più
bpm), E.M.G. frontale (4-7,5 µV, se più elevati
valutare se si è in presenza di una cefalea
tensiva o altro tipo di distonia), bassi valori
alla Temperatura Periferica (28-29C
sulleminenza tenar), accompagnati da una
spiccata reattività a stimoli stressanti, e
soprattutto se vi è scarso o assente recupero
risulta tipico di sindromi caratterizzate da
alto livello di ansietà, quali ansia
generalizzata, DAP, disturbi somatoformi con
notevole interessamento somatico
47PPF e disturbi dansia evidenze cliniche
DISTURBO DANSIA GENERALIZZATA caratterizzato
da elevati livelli basali e di risposta in fase
di stress, con scarsa capacità di recupero, di
ritorno ai livelli di base-line. DISTURBO DA
ATTACCHI DI PANICO elevata risposta agli
stressor e scarsa capacità di ritorno ai livelli
di baseline
48PPF e disturbi dansia evidenze cliniche
FOBIE SPECIFICHE e FOBIA SOCIALE livelli basali
non significativamente elevati, significativa
reattività neurovegetativa nella fase di stress.
Ritorno ai livelli di base-line nella fase di
recupero. DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
caratterizzato da elevati livelli basali e di
risposta in fase di stress con scarsa capacità di
recupero.
49PPF e disturbi dansia evidenze cliniche
DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO caratterizzato da
un profilo areattivo, con assenza di risposta di
allerta, conseguente allipercontrollo emotivo
derivante dagli schemi cognitivi caratteristici
del disturbo orientati a prevenire lansia e ogni
altra reazione emotiva (guscio cognitivo).
50Lo stress
51Stress
- Hans Selye per primo impiegò questo termine
per definire la risposta aspecifica
dellorganismo ad un evento interno o esterno.
Tale reazione può divenire pericolosa quando si
trasforma in unattivazione eccessiva, cronica ed
inutile per lequilibrio dellorganismo stesso.
52STRESS
MALATTIA
SALUTE
53A PROPOSITO DI STRESS..
distress
54Eustress
55STRESS che cosè?
- Nel linguaggio comune assume il senso di
tensione, ansia, preoccupazione, malessere
diffuso, associato a conseguenze negative per
lorganismo e per lo stato mentale
dellindividuo. - Il termine stress in genere viene
indifferentemente utilizzato per indicare sia
levento causante lo stress, sia la conseguente
risposta, in difesa dallo stesso.
56STRESS
Il termine stress fu impiegato per la prima volta
in ambito scientifico da Selye (1936), che lo
definì come RISPOSTA ASPECIFICA DELLORGANISMO
AD OGNI RICHIESTA EFFETTUATA SU DI ESSO Lo stress
è un adattamento dellorganismo al cambiamento
dellomeostasi prodotto da uno stressor
57STRESS storia della teoria
Le definizioni e le teorie sullo stress si sono
evolute storicamente attraverso diverse fasi. A
partire dalle prime elaborazioni teoriche che
enfatizzavano il ruolo dellambiente esterno e le
caratteristiche oggettive dello stimolo
(APPROCCIO BASATO SULLO STIMOLO), i modelli
successivi si focalizzarono sul ruolo dei fattori
interni allindividuo nel determinare la risposta
di stress (APPROCCIO BASATO SULLA RISPOSTA), fino
alla elaborazione del MODELLO TRANSAZIONALE,
basato sullinterazione fra lindividuo e
lambiente, secondo uno scambio dinamico e
reciproco
58STRESS definizione
Una definizione articolata ed esaustiva del
concetto di stress, che sintetizza in ununica
formulazione i contributi teorici di diversi
autori (Selye, Mason e Lazarus), è stata
proposta da Pancheri (1979)
59STRESS definizione
Lo stress è una risposta emessa dallorganismo
conseguentemente ad uno stimolo che ne altera
lequilibrio omeostatico. Tale risposta si
manifesta sia a livello fisiologico che a livello
comportamentale ed è mediata da unattivazione
emozionale indotta da una valutazione cognitiva
del significato dello stimolo. Essa è
relativamente aspecifica, nel senso che unampia
gamma di stimoli può innescarla, ma è
personalizzata in rapporto al significato dello
stimolo per il singolo individuo e alle sue
modalità di reazione psicofisica.
60STRESS definizione
Lo stress è di per sè una reazione fisiologica
adattiva, che può tuttavia assumere un
significato patogenetico quando è prodotta in
modo troppo intenso, rimane attiva per lunghi
periodi di tempo o quando è ostacolata nel suo
normale svolgimento
61Lelaborazione teorica sullo stress evidenzia
- LETEROGENEITÀ DEGLI STIMOLI STRESSOGENI
- LA RELATIVA SPECIFICITÀ DELLA RISPOSTA DI
STRESS - LA VALENZA ADATTIVA DELLA RISPOSTA DI STRESS
- IL RUOLO DELLA VALUTAZIONE COGNITIVA E DELLA
REAZIONE EMOZIONALE COME MEDIATORI DELLA
RISPOSTA DI STRESS
62Stress e percezione/interpretazione della realtà
63Influenze genetiche e socio-ambientali
Stimoli fisici
Stimoli psicosociali
Rinforzi
Valutazione cognitiva
STRESSOR
Stimoli biologici
Reazioni aspecifiche
Disturbo Fisico
Programma psicobiologico
Attivazione emozionale
Reazioni specifiche
Programma comportamentale
Reazioni aspecifiche
Disturbo Psichico
Reazioni specifiche
Rinforzi
La risposta allo stress varia da persona a
persona stimoli dotati dello stesso potere
stressante non inducono necessariamente la stessa
risposta in soggetti diversi, così come stimoli
stressanti di differente entità possono provocare
reazioni equivalenti in persone differenti. La
nocività di uno stimolo stressante non dipende
quindi solo dalla intensità e durata della
stimolazione, ma anche da fattori individuali,
come la valutazione cognitiva, i tratti di
personalità, le condizioni psicofisiche attuali,
la resistenza allo stress, le risorse e i
meccanismi di coping utilizzati e dai
condizionamenti di tipo ambientale e familiare
64STRESS SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO
- Descritta da Seley, si compone di tre fasi
- Fase di ALLARME lorganismo mobilita le sue
difese attivando sia lasse ipotalamo-ipofisi-cort
ico-surrene, sia la parte midollare del surrene
attraverso il SNA simpatico. - Durante questa fase si mobilitano le energie con
funzione difensiva (innalzamento della frequenza
cardiaca, della PA, dellEMG, diminuzione della
secrezione salivare, aumento del cortisolo, ecc)?
65STRESS SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO
- Fase di RESISTENZA se lo stress persiste,
levento fondamentale è lincremento della
secrezione del cortisolo, che ha come
conseguenza, a lungo termine, la soppressione
delle difese immunitarie. - Lorganismo tenta di adattarsi alla situazione e
gli indici fisiologici tendono a normalizzarsi
anche se lo sforzo per il ripristino
dellomeostasi è intenso.
66STRESS SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO
- Fase di ESAURIMENTO si manifesta se lo stress
continua oppure è superiore alle capacità di
adattamento dellorganismo, questa fase è
associata a modificazioni fisiologiche che
rappresentano fattori predisponenti
allinsorgenza di disturbi psicofisiologici
67La risposta di stress
Le modificazioni fisiologiche caratteristiche
della reazione di stress, mediate dal sistema
nervoso autonomo e dallasse ipotalamo-ipofisi-sur
rene, determinano complessivamente un aumento del
rilascio di adrenalina, noradrenalina,
glucocorticoidi (tra cui il cortisolo,
riconosciuto come ormone dello stress per
eccellenza), mineralcorticoidi e modificazioni
nei livelli di altri ormoni e neurotrasmettitori,
tra i quali la prolattina, il GH (ormone della
crescita), gli oppioidi endogeni, lacetilcolina,
la dopamina, ecc.
68La risposta di stress
Queste sostanze mediano reazioni fisiologiche
importanti, utili per fuggire, reagire e/o
resistere al pericolo/minaccia. Tuttavia, se
lattivazione fisiologica è sufficientemente
intensa o si protrae oltre un certo periodo di
tempo, senza un recupero dei livelli pre-stress,
può causare danni funzionali e/o strutturali ai
sistemi somatici interessati.
69STRESSOR
ipotalamo
SNA-SIMPATICO
CRF
ipofisi anteriore
Terminazioni post-gangliari del SNA simpatico
midollare del surrene
ACTH
corticale del surrene
ADRENALINA
NORADRENALINA
GLUCOCORTICOIDI
MINERALCORTICOIDI
(Aldosterone, ecc.)?
(Cortisolo, Cortisone, ecc.)?
70SNA SIMPATICO
SNA PARASIMPATICO
71Stress e catecolamine
EFFETTI SOMATICI PA FC gettata cardiaca
glicogenolisi lipolisi dilatazione
bronchiale - Attività intestinale
Aumento delle CATECOLAMINE
Attivazione emozionale
Valutazione Cognitiva
Stimoli
EFFETTI COMPORTAMENTALI . Attivazione EEG .
Migliori prestazioni motorie e cognitive .
Aumento dellattenzione e della vigilanza .
Potenziamento della ritenzione mnestica
Lattivazione emozionale e la risposta
catecolamminica ad essa correlata dipendono dalla
valutazione cognitiva dello stimolo e dal suo
significato sul piano emotivo per il soggetto
72ORMONI e STRESS
- prodotto dalle ghiandole surrenali (corticale
del surrene), è il principale ormone dello
stres, è un glucocorticoide, coinvolto nel
metabolismo delle proteine e carboidrati, in
particolare del glucosio - stress ipercortisolemia
- modificazioni dei livelli e del ritmo circadiano
del cortisolo sono presenti nel disturbo
depressivo, nellanoressia mentale ed in varie
malattie organiche - effetto euforizzante, antiinfiammatorio,
immunosoppressivo
Cortisolo
- prodotta dall iposifi anteriore
- stimola la produzione del latte
- effetto inbitorio sul comportamento sessuale
PRLcalo del desiderio sessuale - livelli ematici elevati di PRL si associano a
una riduzione della secrezione di LH e ad
anovulazione fino allamenorrea
- stress iperprolattinemia
- estrogeni PRL
Prolattina
Ormone della crescita (GH)?
73CORTISOLO
I livelli di cortisolo seguono un ritmo
circadiano con livelli più elevati la mattina
(zenit) al risveglio e più bassi la sera (nadir).
Lo stress, ma anche l'esercizio fisico, la
gravidanza, diete restrittive, farmaci contenenti
estrogeni, il carbonato di litio, il metadone e
l'alcool etilico possono far aumentare i livelli
di cortisolo.
74STRESSOR
STRESSOR
STRESSOR
SISTEMA SOMATOTROPICO
SISTEMA GONADICO
SISTEMA TIROIDEO
ipotalamo
ipotalamo
ipotalamo
TRF ()?
GRF ()?
SS (-)?
GnRH ()?
ipofisi
ipofisi
ipofisi
LH
GH
FSH
TSH
fegato, reni, altri tessuti
ovaie - testicoli
tiroide
T3 e T4
IGF-1
Ovulazione estrogeni progestrerone
Spermatogenesi testosterone
tessuti
crescita ossea
75Integrazione psicobiologica
Attivazione SNC
Comportamento
Attivazione SNA
Valutazione Cognitiva
Stimoli
Gli stressor di varia natura attivano, attraverso
la mediazione cognitiva, sia la risposta
comportamentale che i tre sistemi fisiologici
rappresentati dal Sistema Nervoso Autonomo (SNA),
dai Sistemi Neuroendocrino ed Endocrino (SNE e
SE) e dal Sistema Immunitario (SI).
Modificazioni somatiche
Attivazione SNE e SE
Azione sul SI
76(No Transcript)
77I PROBLEMI SONO TANTI CHE MI PROVOCANO MAL DI
TESTA...
78Stress e malattia
Il ruolo dello stress come fattore di rischio
per la salute è stato ampiamente studiato e
confermato da innumerevoli evidenze empiriche.
Le conseguenze dannose dello stress sulla salute
sono mediate da modificazioni del sistema
endocrino, immunitario e nervoso autonomo e
dallinfluenza negativa che esercita sui
comportamenti rilevanti per la salute
79Legge di Yerkes Dodson
80Stress e stile di vita
STRESS
STILE di VITA
81Stress e stile di vita
Le persone sotto stress, OVVERO IN PREDA A STRESS
CRONICO, hanno maggiore probabilità di mettere
in atto comportamenti malsani o rischiosi, tra i
quali consumo di alcol, sostanze stupefacenti ad
effetto euforizzante, sigarette, farmaci
(soprattutto ansiolitici e ipnoinducenti),
diminuzione delle ore di sonno, consumazione
veloce dei pasti, ecc., il tutto, nel tentativo
di ridurre la sensazione incombente di minaccia o
di controllare le emozioni vissute come
destabilizzanti. Per cui lo stress risulta anche
come conseguenza dello stile di vita adottato
82Stress?
Lo stress è da identificare non solo e non tanto
come levento o situazione (interna od esterna
allindividuo) che genera turbamento, quanto
nella reazione complessa, a livello
comportamentale, fisiologico ed ormonale, che
tale evento o situazione provoca ed alla
permanenza nel tempo dello stato di disequilibrio
che si viene a creare.
83Ansia e stress
- Gli schemi di valutazione cognitiva, le
convinzioni, sono in grado di giocare un ruolo di
primo piano nella percezione degli stimoli
esterni e nella elaborazione interna della
risposta dansia e stress.
- Ne vuole una? Lultima?
- Vuole scherzare? Quella roba uccide!
84Ansia, stress e rilassamento
- E da tenere ben presente che la sola assenza di
ansia non significa rilassamento. Così come per
altre variabili, la qualità, la tipologia del
riposo e della distensione, è in grado di
condizionare la risposta interna dellorganismo.
85Infine, in che rapporto stanno ansia, stress,
piacere? realizzazione di se? Spesso sono
strettamente interconnessi.
86Lintensità e la durata della risposta
individuale allo stress, la capacità di
resistenza allo stesso e la sua possibile azione
patogena sono mediate da VARIABILI
BIOLOGICO-COSTITUZIONALI, PSICOLOGICHE E
SOCIO-AMBIENTALI Tra i fattori moderatori della
relazione stress-salute/malattia rientrano le
strategie e le risorse di coping .
87 Il COPING, che cosè?
- "Coping", letteralmente, significa "far fronte a,
tener testa (con successo)". In psicologia
clinica, rappresenta la modalità di risposta
tendenzialmente impiegata dal soggetto per
cercare di fronteggiare i problemi. - Il coping può essere descritto come uninsieme di
pensieri. Schemi mentali e relativi comportamenti
che lindividuo mette in atto conseguentemente ad
un evento stressante per cercare di fronteggiarlo.
88COPING definizione
Lazarus e Folkman (1984) definirono il coping
come gli sforzi della persona, sul piano
cognitivo e comportamentale, per gestire
(ridurre, attenuare, dominare o tollerare) le
richieste interne ed esterne poste da quelle
interrelazioni persona-ambiente che vengono
valutate come estenuanti o eccessive rispetto
alle risorse possedute
89STILI di COPING
- Distinsero due stili fondamentali di coping
- Coping focalizzato sul problema o strumentale
finalizzato a gestire o risolvere la situazione
problematica - Coping centrato sullemozione o palliativo
- volto a ridurre le emozioni negative associate
allesperienza di stress
90(No Transcript)
91 Valutazione primaria e secondaria
Gli stimoli assumono una valenza stressogena
nella misura in cui sono percepiti dal soggetto
come potenzialmente dannosi (valutazione
primaria o appraisal) e se questi valuta le
proprie risorse insufficienti o inadeguate a
prevenire il verificarsi di conseguenze
sfavorevoli (valutazione secondaria,
reappraisal)?
92STILI di COPING
Altri autori successivamente distindero
unulteriore strategia di coping COPING
ORIENTATO ALLEVITAMENTO che consiste nel mettere
in atto comportamenti sostitutivi o attività
distraenti rispetto alla situazione stressante
93STILI di COPING
Lefficacia delle diverse strategie di coping
dipende dalla natura dello stimolo/situazione
stressante e dalle caratteristiche individuali.
Non esistono, dunque, modalità di gestione dello
stress intrinsecamente funzionali/disfunzionali
94STILI di COPING
Le strategie basate sullevitamento, tuttavia,
come la negazione e il disimpegno, il prendere le
distanze o la fuga, sebbene possano essere utili,
in alcune circostanze, nelle fasi precoci
delladattamento a eventi traumatici, se
utilizzate sistematicamente, possono rivelarsi
disadattive, incrementando il rischio di malattia
95RISPOSTE E RISORSE DI COPING
Occorre distinguere le risposte di coping
dalle risorse di coping. Questultime possono
essere interne o personali oppure esterne o
ambientali
96coping orientato al problema
RISPOSTE di coping
coping orientato alle emozioni
strategie di evitamento
interne o personali
RISORSE di coping
esterne o ambientali
97RISORSE DI COPING
- Le risorse interne comprendono
- risorse individuali quali lo stato di salute ed
il livello denergia - particolari configurazioni e tratti di
personalità (propensione allottimismo,
hardiness, ecc), - Believes, schemi cognitivi (autostima,
autoefficacia, percezione di controllo), - competenze e abilità (capacità di problem solving
e abilità sociali).
98RISORSE di COPING
Le risorse esterne comprendono risorse materiali
(disponibilità economica, ecc) e
socio-ambientali (sostegno sociale, ecc)?
99Valutazione degli stili di coping
- La valutazione degli stili di coping è un momento
importante della indagine psicodiagnostica, sia
ai fini della programmazione dellintervento
psicologico e/o psicoterapeutico sia in presenza
di patologie organiche. - Gli stili di coping, infatti, sono in grado di
influenzare pesantemente sia la compliance ai
regimi terapeutici che lillness behaviour
(comportamento di malattia). - La programmazione dellintervento, dunque, non
può prescindere dalla valutazione delle strategie
di coping prevalenti (coping esteriorizzante-copin
g interiorizzante coping orientato al problema,
allemozione o allevitamento)?
100Stili di coping e trattamento
I pazienti esteriorizzanti tendono ad accusare
gli altri dei loro problemi, attribuiscono
allesterno la causa e la responsabilità del
disagio incontrato nelle relazioni interpersonali
ed è perciò più probabile che rispondano bene a
quelle tecniche che siano strutturate per
modificare il loro comportamento attraverso la
gestione delle contingenze di rinforzo interno,
cognitivo, ma anche ambientale e sociale
piuttosto che con strategie progettate per
facilitare linsight, lautoresponsabilizzazione
e lattenzione alle proprie caratteristiche più
profonde.
101Stili di coping e trattamento
I pazienti interiorizzanti cercano invece di
gestire il loro livello di sofferenza in modo
molto diverso, ossia tentando di dirigere i loro
sforzi verso linterno, essendo acutamente
sensibili al disagio, incolpando se stessi di
inabilità e, pensando di essere carenti in tutta
una serie di conoscenze e strategie, giungono in
alcuni casi ad un ipercontrollo sia degli
impulsi che dei sentimenti. Questo perché i
soggetti interiorizzanti tendono a trattenersi
piuttosto che a reagire, e di conseguenza sono
più portati a soffrire rispetto a quelli
esteriorizzanti.
102Stili di coping e trattamento
I pazienti che tendono ad una maggiore
esteriorizzazione sembrano essere più responsivi
alle procedure di trattamento dirette alla
facilitazione e alla maggiore abilità
comportamentale e di conseguenza maggiormente
orientati al cambiamento del sintomo principale
sembrano, al contrario, quasi refrattari, almeno
nella prima fase del trattamento
psicoterapeutico, agli interventi diretti a
favorire linsight e allintrospezione.
103Stili di coping e trattamento
I pazienti più interiorizzanti, invece, risultano
essere molto più sensibili e capaci di rispondere
ai trattamenti che tentano di aumentare il
livello di consapevolezza emotiva o la
possibilità di discriminazione delle emozioni, ma
appaiono molto meno sensibili agli interventi che
si concentrano direttamente sui sintomi e sui
comportamenti di relazione.
104Stili di coping e trattamento
Le considerazioni sugli stili di coping,
rientrano, pertanto, tra le variabili di cui il
clinico deve tenere conto nella scelta del tipo
di intervento più appropriato. La valutazione
degli stili di coping può essere effettuata anche
attraverso test psicodiagnostici standardizzati,
tra i quali..
105Uno strumento psicodiagnostico fruibile in
ItaliailCoping Orientations to the Problems
Experienced (COPE)
106 Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)
- Di Carver, Scheier e Weintraub (1989)?
- Versione italiana a cura di Sica e coll (1997)?
- Questionario di autovalutazione, strumento
multidimensionale - Somministrazione individuale o collettiva
- Tempo richiesto per la compilazione 5-10 minuti
- Valutazione delle modalità di coping
tendenzialmente impiegate - 60 item, 4 per ciascuna delle 15 scale che
compongono il test - Valutazione della frequenza con la quale il
soggetto mette in atto, in situazioni
problematiche/stressanti, una determinata
modalità di coping - Modalità di risposta scala likert da 1 (di
solito non lo faccio) a 4 (lo faccio quasi
sempre)?
107 Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)
- Il questionario valuta 15 diversi tipi di coping
- ATTIVITÀ intrapendere unazione per eliminare lo
stress o attutirne gli effetti - PIANIFICAZIONE riflettere, pianificare,
elaborare strategie per superare il problema - SOPPRESSIONE DI ATTIVITÀ COMPETITIVE mettere da
parte ogni altra attività, evitare distrazioni
per poter affrontare più efficacemente il
problema - CONTENIMENTO aspettare loccasione opportuna per
affrontare lo stress, trattenendosi dallagire
impulsivamente - RICERCA DI INFORMAZIONI chiedere consigli,
assistenza, informazioni
Strategie focalizzate sul problema
108 Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)?
Strategie focalizzate sullespressione emotiva
- RICERCA DI COMPRENSIONE ottenere supporto
morale, rassicurazioni, comprensione - SFOGO EMOTIVO esprimere emozioni, dare sfogo ai
propri sentimenti - REINTERPRETAZIONE POSITIVA E CRESCITA elaborare
lesperienza critica in termini positivi e/o di
crescita - ACCETTAZIONE accettazione della situazione e/o
della propria incapacità nellaffrontarla - DEDICARSI ALLA RELIGIONE cercare aiuto o
conforto in un credo religioso - UMORISMO prendersi gioco della situazione,
riderci e scherzarci sopra.
109 Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)?
Strategie potenzialmente disadattive
- NEGAZIONE rifiutare lesistenza della situazione
critica, tentando di reagire come se lo stress
non esistesse - DISTACCO COMPORTAMENTALE corrisponde a una
situazione di helplessness, si riducono gli
sforzi per fronteggiare la situazione
problematica, si abbandonano I tentativi di
risoluzione, aspettandosi scarsi risultati dai
propri tentativi di fronteggiamento - DISTACCO MENTALE è il contrario della
soppressione delle attività competitive, implica
distrarsi, sognare ad occchi aperti, dormire più
a lungo, ecc. - USO DI DROGHE O ALCOL uso di sostanze per
tollerare lo stress
110 Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)?
- In genere modalità di coping focalizzate sul
problema correlano positivamente con ottimismo,
autostima, resistenza e comportamento di tipo A - Mentre si associano negativamente con lansia di
tratto - Anche la scala di reinterpretazione positiva e
crescita presenta analoghe associazioni - Le scale di negazione e distacco comportamentale
, invece, correlano negativamente con ottimismo,
autostima, resistenza, tipo A e positivamentw con
lansia di tratto
111Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)?
- Per la versione italiana, gli autori (Sica e
coll, 1997), consigliano di fare riferimento ai 5
fattori derivanti dallanalisi fattoriale di
secondo ordine eseguita sul campione italiano,
data linsoddisfacente consistenza interna di
alcune scale del questionario. Per analisi
approfondite è comunque possibile ricorrere alle
singole scale del COPE - SUPPORTO SOCIALE ricerca di informazioni (5)
ricerca di comprensione (6) sfogo emotivo (7) - EVITAMENTO umorismo (11) negazione (12)
distacco comportamentale (13) distacco mentale
(14) uso di droghe o alcol (15)? - ATTITUDINE POSITIVA contenimento (4)
reinterpretazione positiva e crescita (8)
accettazione (9)? - ATTIVITÀ attività (1) pianificazione (2)
soppressione di attività competitive (3)? - RELIGIONE dedicarsi alla religione (10)?
5 FATTORI (versione italiana)?
112 Coping Orientations to the Problems Experienced
(COPE)?
- INTERPRETAZIONE dei RISULTATI
- IL PUNTEGGIO ALLE SCALE DEL COPE AUMENTA AL
CRESCERE DELLE ABILITÀ RIFERITE DAL SOGGETTO, PER
CUI A PIÙ ALTI PUNTEGGI CORRISPONDONO PIÙ
ADEGUATE ABILITÀ DI COPING - NON È PREVISTO UN PUNTEGGIO TOTALE DI ABILITÀ DI
COPING - PER LINTERPRETAZIONE DELLE SINGOLE SCALE E DEI 5
FATTORI VEDI DESCRIZIONI PRECEDENTI - PARTICOLARE ATTENZIONE VA RIVOLTA A PUNTEGGI
ELEVATI NELLE SCALE DI EVITAMENTO, RELIGIONE E
SUPPORTO SOCIALE. A SECONDA DEI CASI, INFATTI,
LUSO PROLUNGATO DI TALI STRATEGIE POTREBBE
COMPORTARE SCARSO BENESSERE, SCARSO SENSO DI
EFFICACIA PERSONALE, FATALISMO E COMPROMISSIONE
DELLA QUALITÀ DELLA VITA - AL CONTRARIO ELEVATI PUNTEGGI ALLE SCALE
ATTITUDINE POSITIVA, E ORIENTAMENTO AL PROBLEMA
IN GENERE RAPPRESENTANO MODALITÀ FUNZIONALI ED
ADATTIVE.
113PERSONALITÀ (E STATO DI SALUTE)
- Organizzazione dei tratti comuni,ovvero delle
dimensioni orizzontali che si ritrovano in tutti
gli individui (Allport,1937 1960). - Evidenza, descrizione, analisi dei tratti
fondamentali, source traits costituenti un
profilo di personalità (Cattell, 1950). - Connessione tra aspetti biologico-costituzionali
e comportamentali - sociali (Mishel, Peake,
1981).
114Tratti di personalità
Categorie per la descrizione dei comportamenti
più tipici.Taluni comportamenti o stili si
manifestano infatti in maniera più o meno
costante in tutti gli individui, altri invece
sono più specifici aggressività, introversione,
emotività, depressione, sono esempi di
descrizioni comportamentali relativamente comuni.
115personalità Gli individui possono essere
caratterizzati da qualità permanenti che li
distinguono gli uni dagli altri tali
caratteristiche, pur non andando a coprire tutto
lo spettro delle peculiarità individuali, sono in
grado di offrire importanti indicazioni per la
comprensione del loro comportamento in unampia
gamma di situazioni (Krahè, 1994).
116PERSONALITÀ E STATO DI SALUTE
Per unadeguata valutazione del caso allinterno
di una valutazione multidimensionale
clinico-psicologica in ambito medico-clinico è
importante condurre unanalisi approfondita del
profilo di personalità
117PERSONALITÀ E STATO DI SALUTE
Le evidenze cliniche dimostrano come i tratti di
personalità abbiano un ruolo importante in
relazione allo stato di salute
118PERSONALITÀ E STATO DI SALUTE
- come possibili fattori di rischio o risorse
rispetto allinsorgenza e/o al mantenimento di
patologie organiche e sintomi somatici - sono state individuate configurazioni
specifiche di personalità che sembrano
predisporre e/o proteggere rispetto
allinsorgenza di specifiche patologie ad es.
Tipo A, B, D, C di personalità - influenza sulladerenza al trattamento e sul
comportamento di malattia
119PERSONALITÀ E STATO DI SALUTE
Uno dei test psicodiagnostici più utilizzati per
una valutazione globale della personalità è il
Sixteen Personality Factors Questionnaire (16PF)
120Sixteen Personality Factors Questionnaire5aedizio
ne (16PF-5)
121Sixteen Personality Factors Questionnaire 5a
edizione (16 PF-5)?
- Test di personalità di Cattell
- La versione italiana della 5a edizione è del 2000
- Scopo fornire una descrizione completa ed
esaustiva della personalità normale, non
patologica - Il 16 PF-5 misura 16 dimensioni o tratti stabili
di personalità (fattori primari), bipolari e
relativamente indipendenti 5 fattori globali
122Sixteen Personality Factors Questionnaire 5a
edizione (16 PF-5)?
- Ciascuna dimensione di personalità è concepita
come un continuum bipolare lungo il quale si
colloca il soggetto e la linea che congiunge le
posizioni relative a ciascun fattore traccia il
profilo tipico complessivo della personalità del
soggetto.
123Sixteen Personality Factors Questionnaire 5a
edizione (16 PF-5)?
- Del 16PF esistono diverse forme standardizzate
sulla popolazione italiana 5 (ultima versione),
A , C e D - La forma 5 è composta da 185 item a scelta
multipla con tre possibilità di risposta - Ciascuna scala comprende da 10 a 15 item
124Sixteen Personality Factors Questionnaire 5a
edizione (16 PF-5)?
- Oltre alle 16 scale riferite ai fattori primari,
comprende - 3 scale di controllo
- un indice di Managment dellImmagine (IM), che
valuta la desiderabilità sociale - scala INF (infrequenza), elevato numero di
risposte diverse rispetto alla risposta
prevalente emessa dal campione normativo - scala ACQ (acquiescenza), tendenza a rispondere
vero agli item senza tener conto del contenuto
125Sixteen Personality Factors Questionnaire 5a
edizione (16 PF-5)?
- INDICI DELLO STILE DI RISPOSTA
- SCALA di MENAGEMENT dell IMMAGINE (IM)
- scala di desiderabilità sociale punteggi alti
riflettono la tendenza a dare risposte
socialmente desiderabili, mentre i punteggi bassi
indicano la disponibilità ad ammettere
caratteristiche o comportamenti socialmente non
desiderabili - gli stili di risposta relativi alla
desiderabilità sociale includono sia tentativi di
mascheramento del sè sia di inganno dellaltro
la distorsione delle risposte può essere più o
meno consapevole - sono da considerarsi significativamente
elevati i punteggi 95 - sono da considerarsi significativamente bassi
i punteggi 5
126Sixteen Personality Factors Questionnaire 5a
edizione (16 PF-5)?
- SCALA INFREQUENZA (INF)
- alti punteggi alla scala indicano che
lesaminato ha risposto ad un numero
relativamente ampio di item in modo differente
rispetto alla maggior parte delle persone. - questo stile di risposta può riflettere una
tendenza a rispondere in modo casuale,
indecisione, difficoltà di lettura e/o
comprensione, tentativi per evitare di fornire
impressioni sbagliate - sono da considerarsi significativamente
elevati i punteggi 95 - sono da considerarsi significativamente bassi
i punteggi 5
127Sixteen Personality Factors Questionnaire 5a
edizione (16 PF-5)?
- SCALA ACQUIESCENZA (ACQ)
- misura la tendenza a rispondere vero ad un
item senza tenere conto del contenuto - questo stile di risposta può riflettere
incomprensione del contenuto dellitem, risposte
casuali, difficoltà a rispondere a domande di
tipo autovalutativo, incapacità a scegliere tra
le alternative di risposta possibili, unimmagine
di sè poco definita, un forte bissogno di
approvazione - sono da considerarsi significativamente
elevati i punteggi 95 - sono da considerarsi significativamente bassi
i punteggi 5
128Sixteen Personality Factors Questionnaire 5a
edizione (16 PF-5)?
- Il test non ha limiti di tempo, tuttavia è
opportuno invitare i soggetti a non soffermarsi
troppo sugli item - Autosomministrazione, salvo nel caso di soggetti
con particolari difficoltà - Somministrazione sia individuale che di gruppo
- Tempo mediamente previsto 35-50 minuti
- Livello di scolarità richiesto per la
compilazione completamento delle scuole
elementari
129Sixteen Personality Factors Questionnaire 5a
edizione (16 PF-5)?
- Il test è standardizzato e prevede la conversione
dei punteggi grezzi in punti sten (scala da 1 a
10) per i fattori primari e globali, mentre le
scale di controllo sono espresse in percentili. - Il 16 PF è impiegato non solo in ambito
clinico, ma anche nella selezione del personale e
nellorientamento scolastico e professionale.
130(No Transcript)
131(No Transcript)
132La valutazione multidimensionale in CARDIOLOGIA
133La valutazione multidimensionale del paziente
cardiovascolare
- Le malattie cardiovascolari rappresentano una
delle principali cause di morte in tutto il
mondo. - I disturbi cardiovascolari sono riconosciuti come
lepidemia del secolo. - Il rischio cardiovascolare è di natura
multifattoriale è importante a riguardo
sottolineare come diversi fattori di rischio
siano modificabili grazie ad interventi di
modificazione comportamentale. - Centralità di un approccio multidisciplinare alla
patologia cardiovascolare sia sul piano della
prevenzione che della cura
134Ruolo dello psicologo nella prevenzione e/o cura
della patologia cardiovascolare
- Le evidenze cliniche dimostrano e sottolineano
lefficacia di un approccio e di interventi
multidisciplinari al paziente cardiovascolare. - Lindiscussa importanza dei fattori psicologici
rispetto allo stato di salute-malattia in
generale e, nello specifico, al rischio e alla
riabilitazione cardiovascolare sostiene la
necessità di un approccio integrato alla malattia
cardiaca, in cui lo psicologo viene ad assumere
un ruolo di rilievo sia nellambito della
prevenzione primaria e secondaria, che della
riabilitazione e della programmazione di
interventi personalizzati.
135Ruolo dello psicologo nella prevenzione e/o cura
della patologia cardiovascolare
- Interventi informativi e formativi di
sensibilizzazione - Interventi di educazione alla salute
- Consulenza e sostegno al paziente cardiovascolare
e ai familiari - Valutazione dei fattori di rischio e delle
risorse sul piano psicologico e socio-ambientale.
136Ruolo dello psicologo nella prevenzione e/o cura
della patologia cardiovascolare
- Valutazione clinico-psicologica (tratti di
personalità, stili di coping, livello di
motivazione, ecc.) finalizzata alla progettazione
di interventi riabilitativi personalizzati
orientati a contenere lo stress connesso
allintervento e favorire laderenza al
trattamento - Diagnosi e trattamento di eventuali disturbi
psicopatologici concomitanti e/o predisponenti
(disturbi dellumore, disturbi dansia, ecc.)? - Interventi di modificazione comportamentale
orientati a - riduzione dei fattori di rischio
- riduzione degli stili di vita e comportamenti
disadattivi, stress correlati - incremento di comportamenti preventivi e stili di
vita salutari
137La RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE
- Secondo la definizione elaborata
dallOrganizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
la riabilitazione cardiovascolare comprende
qualsiasi intervento in grado di riportare il
paziente alle condizioni fisiche, mentali e
sociali, le migliori possibili, compatibili con
il proprio stato di malattia. - Col termine Riabilitazione Cardiovascolare (RC)
si intende un processo multifattoriale attivo e
dinamico che ha come fine ultimo quello di
favorire la stabilità clinica di ridurre la
disabilità conseguente alla malattia, di favorire
un ruolo attivo nella società, in ultima analisi,
di ridurre i rischi di successivi eventi
cardiovascolari, di migliorare la qualità della
vita e di incidere positivament sulla
sopravvivenza
(Giannuzzi, P., 2003)?
138La RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE
Lobiettivo dellintervento riabilitativo è
perciò il raggiungimento del miglior stato di
benessere psicofisico del paziente, mediante
interventi integrati, che presuppongono limpiego
di diversi strumenti, tecniche e la
collaborazione tra gli specialisti delle diverse
discipline coinvolte (cardiologo, internista,
terapisti della riabilitazione, psicologo, ecc).
139Fattori di rischio cardiovascolare MODIFICABILI
e NON MODIFICABILI
Lindividuazione dei fattori di rischio, il loro
contenimento o la loro modificazione, qualora
possibile, rappresentano un obiettivo
fondamentale dellintervento sia di tipo
preventivo che riabilitativo
140(No Transcript)
141COMPORTAMENTO DI TIPO A
- Tra i fattori di rischio cardiovascolare rientra
il comportamento di TIPO A (Friedman e Rosenman,
1974)? - configurazione di personalità caratterizzata da
urgenza di tempo, impazienza, ostilità,
competitività, ambizione e difficoltà a mostrare
i propri sentimenti (compresa la rabbia)? - Suddetti comportamenti disadattivi insieme, all
incapacità di gestire eventi stressanti,
influenzano negativamente il benessere
psicofisico dellindividuo, sia incrementando il
rischio di sviluppare una patologia coronarica,
che ostacolando il recupero della piena
funzionalità - Pisa Stress Questionnaire (PSQ) di C. Pruneti
strumento psicodiagnostico per la valutazione dei
i comportamenti disadattivi, stress correlati di
facile e rapida somministrazione
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